Ufficio di ricollocamento

Appuntamento con un tema di Stefania Toniolo, vincitrice del Premio Amazon Storyteller 2024, fissato alle ore 21.00 di lunedì 17 marzo.
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Bescottina
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Ufficio di ricollocamento

Messaggio#1 » lunedì 17 marzo 2025, 23:54

Ufficio di ricollocamento
di Barbara Ottani

«Nome?»
«Orrore Inimmaginabile», una cacofonia di voci si spande nella stanza, rimbalza contro le pareti e mi investe.
Trasalisco e sollevo lo sguardo dal pad. Oltre il tavolo c’è… beh, un orrore inimmaginabile.
Una massa informe nera, viola e verde fluo si staglia contro le pareti celesti in un pessimo abbinamento di colori. Un Barbapapà che si è schiantato con un quadro di Escher. Al posto delle scale, occhi e tentacoli vorticano in spirali tridimensionali. In qua e in là, spunta una bocca da lampreda irta di denti.
“Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.”
«Impressionante», asciutta, apro l’app del blocco note. «Allora, mi dica: cosa l’ha spinta a rivolgersi a noi?»
Il coso freme come un budino: «Non ha letto la mia missiva?»
Vorrei dirgli: “hey, sono un’impiegata. Mi arriva solo una lista di nomi e orari, e non mi pagano davvero abbastanza per leggere i problemi di ogni dannato mostro disoccupato”, ma stiro le labbra in un sorriso. «Certo, ma rompiamo un po’ il ghiaccio. La scrittura è così impersonale. Potrebbe voler aggiungere qualche altra frustrazione che può aiutarmi a direzionarla», posto, poi, che non abbia inviato un foglio pieno di glifi assurdi come fanno di solito.
Gli occhietti del coso sbattono asincroni e roteano nella massa del Barbapapà. L’asimmetria mi devasta.
«Ero un mostro dignitoso, un tempo. Quando emersi dalle acque, riuscii a gettare nel terrore un’intera città», la cacofonia di voci trema e si spezza, gli occhietti si fanno lucidi e le spirali spiraleggiano più veloce. «Gli umani urlavano in preda al panico, alcuni si lanciavano giù dalle finestre dei grattacieli. Fu un giorno glorioso».
«Immagino», agguanto i cleenex e glieli passo.
Un tentacolo emerge dal centro di Orrore Inimmaginabile e svanisce nel niente. Riappare sul soffitto, si srotola fino ai fazzolettini e agguanta l’intera scatola. In fretta, appunto: ‘portali dimensionali? Locazione spaziale alternativa? Approfondire’.
«Mi dica: cosa fece per provocare una reazione simile?»
«Emersi, gliel’ho appena detto!» il coro di voci si tinge di sgomento.
«Ah…» mantengo le sopracciglia immobili, ma mi trema la palpebra. Meglio approfondire. «Dopodiché? Qualche palazzo devastato a colpi di tentacoli, qualche campo di terrore assoluto?»
Orrore Inimmaginabile si agita oltre la scrivania, cosparso di fazzolettini coi quali tampona gli incalcolabili occhietti. «Beh, urlavo. La sente la mia voce?» Annuisco, è spaventosamente fastidiosa. Sembra il coro dell’Antoniano, ma ubriaco e fuori sincrono. Lui, o lei, si gonfia come un pesce palla. «Questa dote canora, e il mio aspetto, erano più che sufficienti a provocare gli incubi a chiunque incrociasse il mio sguardo».
Vorrei chiedere “quale”, ma stringo le labbra e annoto. «E… senta, doti nascoste?»
Gli occhi di Orrore saettano in mille direzioni diverse. Non oso immaginare quanto possa essere provante essere il suo oculista. Balbetta: «Non… non saprei. Mi bastava farmi vedere…»
Mi trattengo dall’alzare un sopracciglio e annuisco. Cosa si aspettava, che nel 2025 bastasse apparire come la Madonna a Medjugorje per spaventare qualcuno? «Pensa di sapere perché nessuno la teme più?»
«Il cinematografo!» tuona di nuovo, la luce va e viene. Lo annoto, anche se non credo servirà: siamo pieni di poltergeist che sanno fare ’sto trucco.
«Strano, e dire che ha una bella presenza.»
Un sospiro stereofonico si spande nella stanza. «Sa, signorina, forse ho le mie colpe. Ho vissuto di rendita per almeno un secolo. Uno scrittore scriveva di me e di alcuni miei colleghi. Poverino, è morto di tumore all’intestino…» si scuote. «Comunque, oltre quell’apparizione non ho mai avuto bisogno di ripetermi».
“Ma chi sei, Paganini? Certo che con tutti quei tentacoli potrebbe suonarne a decine dei violini”, mi trattengo, ancora, dal fare qualsiasi espressione.
«Ho lasciato che i suoi scritti facessero il resto, solo che ora non fanno più paura. Quando ho provato a riemergere, mi hanno scambiato per un anima… un anima…» i suoi tentacoli si agitano tra le spirali.
«Un animatronics?»
«Quello! Cercavano videocamere e attori. Mi sono vergognato così tanto che sono tornato in mare. Gliel’ho detto: è colpa del cinematografo.»
Annuisco. Con Alien di qua, Predator di là, zombi come se piovesse, dinosauri risorti e kaiju che lottano coi robot, ormai certe cose sono un po’ inflazionate. E lui sembra il villain dei Barbapapà.
«Ha mai valutato qualcosa di un po’ più… emotivo?»
Si scuote; occhi, spirali e tentacoli si mescolano come i miei vestiti nella valigia del rientro dalle ferie.
«È molto versato con un sacco di… arti. Se le insegnassimo a usare l’arco e si occupasse di dispensare un qualcosa che attualmente è molto spaventoso?»
Questa volta, a trasalire è lui, o lei. «Le tasse?»
Rido. «Touché, ma no. Le andrebbe di fare il Cupido?»
Il verde fluo si illumina. «Ho degli amici che ricoprono la posizione. Pensa che sarei adeguato?»
«Con tutti quei tentacoli e il modo in cui riesce a farli apparire in posti… dislocati? È perfetto».



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antico
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#2 » lunedì 17 marzo 2025, 23:58

Ciao Barbara! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!

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Bescottina
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#3 » martedì 18 marzo 2025, 0:01

È stata una fatica più inimmaginabile del mio signor Orrore

alexandra.fischer
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#4 » martedì 18 marzo 2025, 15:41

Tema centrato. L’impiegata dell’ufficio di ricollocamento ha il suo bel da fare con un Orrore Inimmaginabile. Cerca lavoro, ma come mostro non spaventa più nessuno. Nato dalla mente di un grande scrittore, è stato lentamente rimpiazzato da altri orrori. Allora, dato che ormai la gente si è abituata a lui, l’impiegata dell’ufficio gli consiglia di lavorare come Cupido. Bello il paragone del mostro con Barbapapà e i quadri di Escher.

Attenzione: ehi

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julia
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#5 » mercoledì 19 marzo 2025, 16:54

buon pomeriggio barbara, piacere! ~❥

「RACCONTO」
parto subito con il dirti che il racconto mi ha incuriosita fin da subito, e anche se la tematica dell'ufficio di collocamento è un po' vista e utilizzata o magari è solo una mia impressione, giusto la settimana scorsa vedevo the maid, sarà per quello? devo dire che mi sono un po' cotta per il mostro da te descritto. non posso farci nulla, li amo a prescindere i robi così, e lui-barra-lei è così dolcin* che non si può non voler coccolare... devo dire che mi hai servito questo fantasticare il nuovo "cupido" su un piatto d'argento eh, perché l'osservazione di avere «tutti quei tentacoli e il modo in cui riesce a farli apparire in posti… dislocati» è stata scritta da te, quindi bada bene su chi dovrebbe ricadere la colpa se qualcuno lo dovesse chiedere. xD dai, è perverso un cupido composto così, suvvia, non posso esser stata l'unica a pensarlo!
a parte tutte le mie cose sceme e varie divagazioni, si legge piacevolmente e se si supera il velo ironico che è presente ci si riesce a immedesimare nel mostro con facilità. i dialoghi sono freschi ed efficaci, specialmente con il duo così accoppiato di mostro demodé e impiegato annoiato. ♡

「TEMA」
non sono troppo convinta che il tema sia stato rispecchiato per come l'avevo inteso io, visto che da come ce lo avevano assegnato avevo colto più un certo cambiare emotivamente (?) anziché rimanere passivi mentre il resto intorno al protagonista cambia, però la tua interpretazione dimostra quanto sia altrettanto valida la tua scelta: il mostro, un po' innocentemente, vuol davvero cambiare "per il meglio"... non sono sicura che questo "meglio" sia effettivamente un «ispirerò amore» invece di prenderla come un lavoro e basta, ma insomma questo è il mio unico dubbio.

「CONSIGLI」
adoro i vari riferimenti che hai fatto, però davvero sono troppiii! ad una certa mi sono chiesta se un terzo delle battute che hai pigiato non fosse composto da sole citazioni di film, cartoni e quant'altro della "cultura pop" e/o altri sottogeneri. don't get me wrong, un altro po' e divento una xenomorph-addicted nella vita vera, però alla terza menzione dei barbapapà che all'inizio ho trovato dolcissima e nel dialogo la cit agli animatronici, nooo lì mi hai persa.

「FRASI PREFERITE」
Bescottina ha scritto:«certo, ma rompiamo un po’ il ghiaccio. la scrittura è così impersonale. potrebbe voler aggiungere qualche altra frustrazione che può aiutarmi a direzionarla», posto, poi, che non abbia inviato un foglio pieno di glifi assurdi come fanno di solito.

Bescottina ha scritto:questa volta, a trasalire è lui, o lei. «le tasse?»
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡

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Gennibo
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#6 » mercoledì 19 marzo 2025, 22:02

Ciao Barbara e piacere di averti letto. Il tema è centrato. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia per il tema, che per il modo in cui hai gestito il linguaggio e la storia, insomma, mi è piaciuto tutto. Sarà anche che ho un debole per le storie fantastiche con sfondo umoristico.
Comunque, per me bravissima.
Spero di rileggerti presto e buona edition!

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matt_heels
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#7 » venerdì 21 marzo 2025, 19:47

Bescottina ha scritto:Ufficio di ricollocamento
di Barbara Ottani

«Nome?»
«Orrore Inimmaginabile», una cacofonia di voci si spande nella stanza, rimbalza contro le pareti e mi investe.
Trasalisco e sollevo lo sguardo dal pad. Oltre il tavolo c’è… beh, un orrore inimmaginabile.
Una massa informe nera, viola e verde fluo si staglia contro le pareti celesti in un pessimo abbinamento di colori. Un Barbapapà che si è schiantato con un quadro di Escher. Al posto delle scale, occhi e tentacoli vorticano in spirali tridimensionali. In qua e in là, spunta una bocca da lampreda irta di denti.
“Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.”
«Impressionante», asciutta, apro l’app del blocco note. «Allora, mi dica: cosa l’ha spinta a rivolgersi a noi?»
Il coso freme come un budino: «Non ha letto la mia missiva?»
Vorrei dirgli: “hey, sono un’impiegata. Mi arriva solo una lista di nomi e orari, e non mi pagano davvero abbastanza per leggere i problemi di ogni dannato mostro disoccupato”, ma stiro le labbra in un sorriso. «Certo, ma rompiamo un po’ il ghiaccio. La scrittura è così impersonale. Potrebbe voler aggiungere qualche altra frustrazione che può aiutarmi a direzionarla», posto, poi, che non abbia inviato un foglio pieno di glifi assurdi come fanno di solito.
Gli occhietti del coso sbattono asincroni e roteano nella massa del Barbapapà. L’asimmetria mi devasta.
«Ero un mostro dignitoso, un tempo. Quando emersi dalle acque, riuscii a gettare nel terrore un’intera città», la cacofonia di voci trema e si spezza, gli occhietti si fanno lucidi e le spirali spiraleggiano più veloce. «Gli umani urlavano in preda al panico, alcuni si lanciavano giù dalle finestre dei grattacieli. Fu un giorno glorioso».
«Immagino», agguanto i cleenex e glieli passo.
Un tentacolo emerge dal centro di Orrore Inimmaginabile e svanisce nel niente. Riappare sul soffitto, si srotola fino ai fazzolettini e agguanta l’intera scatola. In fretta, appunto: ‘portali dimensionali? Locazione spaziale alternativa? Approfondire’.
«Mi dica: cosa fece per provocare una reazione simile?»
«Emersi, gliel’ho appena detto!» il coro di voci si tinge di sgomento.
«Ah…» mantengo le sopracciglia immobili, ma mi trema la palpebra. Meglio approfondire. «Dopodiché? Qualche palazzo devastato a colpi di tentacoli, qualche campo di terrore assoluto?»
Orrore Inimmaginabile si agita oltre la scrivania, cosparso di fazzolettini coi quali tampona gli incalcolabili occhietti. «Beh, urlavo. La sente la mia voce?» Annuisco, è spaventosamente fastidiosa. Sembra il coro dell’Antoniano, ma ubriaco e fuori sincrono. Lui, o lei, si gonfia come un pesce palla. «Questa dote canora, e il mio aspetto, erano più che sufficienti a provocare gli incubi a chiunque incrociasse il mio sguardo».
Vorrei chiedere “quale”, ma stringo le labbra e annoto. «E… senta, doti nascoste?»
Gli occhi di Orrore saettano in mille direzioni diverse. Non oso immaginare quanto possa essere provante essere il suo oculista. Balbetta: «Non… non saprei. Mi bastava farmi vedere…»
Mi trattengo dall’alzare un sopracciglio e annuisco. Cosa si aspettava, che nel 2025 bastasse apparire come la Madonna a Medjugorje per spaventare qualcuno? «Pensa di sapere perché nessuno la teme più?»
«Il cinematografo!» tuona di nuovo, la luce va e viene. Lo annoto, anche se non credo servirà: siamo pieni di poltergeist che sanno fare ’sto trucco.
«Strano, e dire che ha una bella presenza.»
Un sospiro stereofonico si spande nella stanza. «Sa, signorina, forse ho le mie colpe. Ho vissuto di rendita per almeno un secolo. Uno scrittore scriveva di me e di alcuni miei colleghi. Poverino, è morto di tumore all’intestino…» si scuote. «Comunque, oltre quell’apparizione non ho mai avuto bisogno di ripetermi».
“Ma chi sei, Paganini? Certo che con tutti quei tentacoli potrebbe suonarne a decine dei violini”, mi trattengo, ancora, dal fare qualsiasi espressione.
«Ho lasciato che i suoi scritti facessero il resto, solo che ora non fanno più paura. Quando ho provato a riemergere, mi hanno scambiato per un anima… un anima…» i suoi tentacoli si agitano tra le spirali.
«Un animatronics?»
«Quello! Cercavano videocamere e attori. Mi sono vergognato così tanto che sono tornato in mare. Gliel’ho detto: è colpa del cinematografo.»
Annuisco. Con Alien di qua, Predator di là, zombi come se piovesse, dinosauri risorti e kaiju che lottano coi robot, ormai certe cose sono un po’ inflazionate. E lui sembra il villain dei Barbapapà.
«Ha mai valutato qualcosa di un po’ più… emotivo?»
Si scuote; occhi, spirali e tentacoli si mescolano come i miei vestiti nella valigia del rientro dalle ferie.
«È molto versato con un sacco di… arti. Se le insegnassimo a usare l’arco e si occupasse di dispensare un qualcosa che attualmente è molto spaventoso?»
Questa volta, a trasalire è lui, o lei. «Le tasse?»
Rido. «Touché, ma no. Le andrebbe di fare il Cupido?»
Il verde fluo si illumina. «Ho degli amici che ricoprono la posizione. Pensa che sarei adeguato?»
«Con tutti quei tentacoli e il modo in cui riesce a farli apparire in posti… dislocati? È perfetto».



Ciao, Barbara!

Racconto molto divertente e, strano a dirsi per il soggetto rappresentato, anche tenero :D
La tua padronanza di scrittura è elevatissima e nelle descrizioni dai il meglio. Hai saputo muovere Orrore senza il minimo inciampo, mostrando al lettore tutte le sue oscillazioni e vibrazioni, per non parlare degli occhi che ballano e i tentacoli che spariscono e riappaiono. Rendere tutto questo in uno spazio di tempo così limitato è davvero lodevole.
La valanga di citazioni mi ha conquistato un po' meno, tant'è che ho faticato a raffigurare la protagonista, che alterna riferimenti pop, religiosi, culturali... Insomma, un po' tutto. Non che sia un problema, ma in confronto alla qualità delle descrizioni, si nota un po'.
Probabilmente se avessi asciugato qualcosa, oppure centrato la protagonista in un unico campo (magari i film sui mostri), sarebbe stato tutto più coerente.

Resta comunque un dettaglio in un racconto che, lo ripeto, hai scritto alla grandissima.

Buona edition e alla prossima,

Matteo

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Debora
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#8 » venerdì 21 marzo 2025, 22:11

Ciao Barbara, piacere di leggerti. Hai scritto davvero un bel racconto. Mi è piaciuto molto come hai reso Orrore Inimmaginabile e ho apprezzato le citazioni sia letterarie che cinematografiche. Il tema è stato centrato perfettamente. Unico neo i tanti incisi con i pensieri dell’impiegata: mi hanno costretto a rileggere alcuni passaggi perché mi perdevo. Ma capisco anche che erano necessari per star dentro i caratteri e riuscire ad esplicitare la storia. Una buonissima prova, buona edition!

Gaia Peruzzo
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#9 » sabato 22 marzo 2025, 15:26

Ciao Barbara, credo sia la prima volta che ti leggo. Bello, mi è piaciuto proprio il tuo racconto. Il mostro è originale e hai scelto delle metafore che permettono subito di immaginarlo, ma che al tempo stesso non sono banali. Hai inserito anche un suo lieve background e tutti i riferimenti che hai messo nel testo, secondo me, sono serviti anche a dirci di più sull’addetta dell’ufficio di collocamento.
Entrambi i personaggi sono sfaccettati e il colpo di scena finale si è incastrato molto bene dopo tutto il colloquio che hanno avuto.
Non ho molti consigli da darti, è una scena che mi è piaciuta e mi sono anche divertita molto a leggerla. Per me sei stata davvero molto brava!
In bocca al lupo!

Lupo59
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#10 » sabato 22 marzo 2025, 16:25

ciao Biscottina
l' idea dell' ufficio di collocamento con la segretaria scafata e un po' cinica mi è arrivata anche se non l' hai descritta.
mi è piaciuta l' ironia "pensata" e il mostro in cerca di una sistemazione
ben scritto mi è piaciuto.
non sto a parlarti di tecniche o cose mancanti o cosa avrei scritto io; quando leggo un racconto e vedo che non torno indietro a leggere e non mi accorgo del tempo che passa, per me è ok; non perché sia superficiale ma semplicemente guardo all' essenza

Complimenti

Valerio

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Bescottina
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#11 » lunedì 24 marzo 2025, 11:17

Grazie a tutt* per i commenti!
Adesso rispondo :)

alexandra.fischer ha scritto:Attenzione: ehi


Ciao Alexandra, ho scelto volutamente la grafia inglese per attenermi al pensiero pop fortemente influenzato dai media anglofoni della mia impiegata, speravo che passasse, ma forse no.

Ciao Julia! Grazie per il commento lunghissimo e con la cura con cui lo hai redatto!

julia ha scritto:non sono troppo convinta che il tema sia stato rispecchiato per come l'avevo inteso io, visto che da come ce lo avevano assegnato avevo colto più un certo cambiare emotivamente (?) anziché rimanere passivi mentre il resto intorno al protagonista cambia, però la tua interpretazione dimostra quanto sia altrettanto valida la tua scelta: il mostro, un po' innocentemente, vuol davvero cambiare "per il meglio"... non sono sicura che questo "meglio" sia effettivamente un «ispirerò amore» invece di prenderla come un lavoro e basta, ma insomma questo è il mio unico dubbio.


Volevo puntare un po' sul fatto che per Orrore Inimmaginabile, non essendo umano, instillare terrore non è una semplice "occupazione", non è un lavoro, ma è l'essenza stessa della sua esistenza. Lo scopo del suo esistere è intrinsecamente legato al suo essere: nel momento stesso in cui non può più perseguirlo, la sua esistenza come entità vacilla e deve per forza cambiare per continuare a esistere, per questo si rivolge all'ufficio di ricollocamento.
Lo so, è un livello un po' filosofico di interpretazione, per niente immediato.

julia ha scritto:adoro i vari riferimenti che hai fatto, però davvero sono troppiii! ad una certa mi sono chiesta se un terzo delle battute che hai pigiato non fosse composto da sole citazioni di film, cartoni e quant'altro della "cultura pop" e/o altri sottogeneri. don't get me wrong, un altro po' e divento una xenomorph-addicted nella vita vera, però alla terza menzione dei barbapapà che all'inizio ho trovato dolcissima e nel dialogo la cit agli animatronici, nooo lì mi hai persa.


Su questo lo so, ho spinto tanto, ma volevo caratterizzare la voce dell'impiegata senza nome, che appunto pensa in riferimenti pop ed è appassionata a un certo genere di film/fumetti. Allo stesso modo, l'ultima menzione dei barbapapà era puramente a sostegno delle prime due per sottolineare che era il suo pensiero ricorsivo, una specie di elemento di distrazione che la portava fuori strada nel mantenere l'attenzione e nel credere che Orrore Inimmaginabile potesse davvero spaventare qualcuno.
Sono comunque felice che ti sia piaciuto :)
Buona edition!

Gennibo ha scritto:Ciao Barbara e piacere di averti letto. Il tema è centrato. Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sia per il tema, che per il modo in cui hai gestito il linguaggio e la storia, insomma, mi è piaciuto tutto. Sarà anche che ho un debole per le storie fantastiche con sfondo umoristico.
Comunque, per me bravissima.
Spero di rileggerti presto e buona edition!


Ciao Gennibo, grazie mille per il commento :) felicissima che ti sia piaciuto :)
Buona edition anche a te :)

matt_heels ha scritto:Ciao, Barbara!

Racconto molto divertente e, strano a dirsi per il soggetto rappresentato, anche tenero :D
La tua padronanza di scrittura è elevatissima e nelle descrizioni dai il meglio. Hai saputo muovere Orrore senza il minimo inciampo, mostrando al lettore tutte le sue oscillazioni e vibrazioni, per non parlare degli occhi che ballano e i tentacoli che spariscono e riappaiono. Rendere tutto questo in uno spazio di tempo così limitato è davvero lodevole.
La valanga di citazioni mi ha conquistato un po' meno, tant'è che ho faticato a raffigurare la protagonista, che alterna riferimenti pop, religiosi, culturali... Insomma, un po' tutto. Non che sia un problema, ma in confronto alla qualità delle descrizioni, si nota un po'.
Probabilmente se avessi asciugato qualcosa, oppure centrato la protagonista in un unico campo (magari i film sui mostri), sarebbe stato tutto più coerente.

Resta comunque un dettaglio in un racconto che, lo ripeto, hai scritto alla grandissima.

Buona edition e alla prossima,

Matteo


Ciao Matteo, grazie anche a te :) felice che ti sia piaciuto!
Sì, ho spinto con la quantità di citazioni, ma volevo dare l'impressione dell'impiegata millennial/gen z che pesca i riferimenti un po' da ogni campo di cultura pop, senza un focus preciso su un solo campo di interesse, anche per creare uno scontro con Orrore Inimmaginabile che invece ne è totalmente a digiuno (tranne le tasse, che fanno sempre paura).
A presto e buona edition :)

Debora ha scritto:Ciao Barbara, piacere di leggerti. Hai scritto davvero un bel racconto. Mi è piaciuto molto come hai reso Orrore Inimmaginabile e ho apprezzato le citazioni sia letterarie che cinematografiche. Il tema è stato centrato perfettamente. Unico neo i tanti incisi con i pensieri dell’impiegata: mi hanno costretto a rileggere alcuni passaggi perché mi perdevo. Ma capisco anche che erano necessari per star dentro i caratteri e riuscire ad esplicitare la storia. Una buonissima prova, buona edition!


Ciao Debora! Felice che ti sia piaciuto, davvero :)
Più che necessari, volevo mostrare il caos nella testa dell'impiegata e nella sua difficoltà a concentrarsi, quindi li ho resi molto invasivi. So che è generalmente un difetto far inciampare il lettore in questo modo, ma era un po' l'effetto azzardato che volevo ottenere e vedere se funzionava lo stesso. Minuti Contati è sempre un bel contesto per sperimentare, quindi mi sono lasciata andare (alla fine, lo scopo l'ho centrato).
Buona edition anche a te!

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Barbara, credo sia la prima volta che ti leggo. Bello, mi è piaciuto proprio il tuo racconto. Il mostro è originale e hai scelto delle metafore che permettono subito di immaginarlo, ma che al tempo stesso non sono banali. Hai inserito anche un suo lieve background e tutti i riferimenti che hai messo nel testo, secondo me, sono serviti anche a dirci di più sull’addetta dell’ufficio di collocamento.
Entrambi i personaggi sono sfaccettati e il colpo di scena finale si è incastrato molto bene dopo tutto il colloquio che hanno avuto.
Non ho molti consigli da darti, è una scena che mi è piaciuta e mi sono anche divertita molto a leggerla. Per me sei stata davvero molto brava!
In bocca al lupo!


Ciao Gaia! Grazie mille dei complimenti, sono felice che tu abbia colto le sfumature che volevo dare al testo e al background del povero Orrore Inimmaginabile :) Felice che ti sia divertita perché rientrava nei miei scopi.
A rileggerci presto e in bocca al lupo anche a te per questa edition!

Lupo59 ha scritto:ciao Biscottina
l' idea dell' ufficio di collocamento con la segretaria scafata e un po' cinica mi è arrivata anche se non l' hai descritta.
mi è piaciuta l' ironia "pensata" e il mostro in cerca di una sistemazione
ben scritto mi è piaciuto.
non sto a parlarti di tecniche o cose mancanti o cosa avrei scritto io; quando leggo un racconto e vedo che non torno indietro a leggere e non mi accorgo del tempo che passa, per me è ok; non perché sia superficiale ma semplicemente guardo all' essenza

Complimenti

Valerio


Ciao Valerio, grazie mille! Se hai letto senza accorgerti che il tempo passa e senza tornare indietro, allora ho centrato il mio scopo di racconto leggero e umoristico e sono felice di questo.
A presto e buona edition!

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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#12 » lunedì 24 marzo 2025, 11:40

buongiorno barbara, grazie per la risposta ♥
l'aspettavo perché ero davvero curiosa di sentire il tuo parere, quindi grazie grazie.

Bescottina ha scritto:Ciao Julia! Grazie per il commento lunghissimo e con la cura con cui lo hai redatto!

Volevo puntare un po' sul fatto che per Orrore Inimmaginabile, non essendo umano, instillare terrore non è una semplice "occupazione", non è un lavoro, ma è l'essenza stessa della sua esistenza. Lo scopo del suo esistere è intrinsecamente legato al suo essere: nel momento stesso in cui non può più perseguirlo, la sua esistenza come entità vacilla e deve per forza cambiare per continuare a esistere, per questo si rivolge all'ufficio di ricollocamento.
Lo so, è un livello un po' filosofico di interpretazione, per niente immediato.


ma figurati per il commento, è il minimo davvero çwç
per quanto riguarda la spiegazione mi viene da esclamare «oooh» adesso. ti do ragione, non è immediato, però ora che mi hai aggiunto fuori dal testo le motivazioni che spingono O.I. a recarsi all'ufficio di collocamento sembra tutto improvvisamente più chiaro.

ps: il nome "orrore inimmaginabile" mi spacca troppo, bellissimo. lmao

Bescottina ha scritto:Su questo lo so, ho spinto tanto, ma volevo caratterizzare la voce dell'impiegata senza nome, che appunto pensa in riferimenti pop ed è appassionata a un certo genere di film/fumetti. Allo stesso modo, l'ultima menzione dei barbapapà era puramente a sostegno delle prime due per sottolineare che era il suo pensiero ricorsivo, una specie di elemento di distrazione che la portava fuori strada nel mantenere l'attenzione e nel credere che Orrore Inimmaginabile potesse davvero spaventare qualcuno.


mmm non sono troppo convinta, o meglio, grazie alle tue parole capisco dove vuoi arrivare e cosa hai cercato di fare e ti ringrazio ancora una volta per aver preso tempo a spiegarlo ;3 però se posso permettermi, visti i pochi caratteri a disposizione e quindi con un testo breve sotto gli occhi risultava troppo "pesante" anche se hai avuto una buona idea per caratterizzare la ragazza... che ne pensi..?

Bescottina ha scritto:Sono comunque felice che ti sia piaciuto :)
Buona edition!


anche a te cara!
spero di ri-leggerti presto <3
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡

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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#13 » lunedì 24 marzo 2025, 12:03

julia ha scritto:ma figurati per il commento, è il minimo davvero çwç
per quanto riguarda la spiegazione mi viene da esclamare «oooh» adesso. ti do ragione, non è immediato, però ora che mi hai aggiunto fuori dal testo le motivazioni che spingono O.I. a recarsi all'ufficio di collocamento sembra tutto improvvisamente più chiaro.

ps: il nome "orrore inimmaginabile" mi spacca troppo, bellissimo. lmao


Purtroppo non avevo modo di inserire quel dettaglio in modo "esplicito" ecco (non saprei come farlo nemmeno avendo a disposizione caratteri in più).
Ahahahaha felice che il nome di O.I. ti faccia così ridere (c'è una lore dietro che magari ti dirò in pvt e ti farà ancora più ridere)

julia ha scritto:mmm non sono troppo convinta, o meglio, grazie alle tue parole capisco dove vuoi arrivare e cosa hai cercato di fare e ti ringrazio ancora una volta per aver preso tempo a spiegarlo ;3 però se posso permettermi, visti i pochi caratteri a disposizione e quindi con un testo breve sotto gli occhi risultava troppo "pesante" anche se hai avuto una buona idea per caratterizzare la ragazza... che ne pensi..?


Sì, ti do ragione, sarebbe stato più fruibile in un racconto più lungo perché avrebbe alleggerito la mole di riferimenti e li avrebbe diluiti (e sarei riuscita a spiegare anche il perché gli propone proprio il ruolo di cupido - non ho ancora detto niente perché voglio capire dai commenti successivi se qualcuno lo intuisce, perché tra le righe c'è scritto, e per me è chiaro, ma voglio capire se lo è anche in lettura).

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julia
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#14 » lunedì 24 marzo 2025, 14:47

Bescottina ha scritto:Purtroppo non avevo modo di inserire quel dettaglio in modo "esplicito" ecco (non saprei come farlo nemmeno avendo a disposizione caratteri in più).
Ahahahaha felice che il nome di O.I. ti faccia così ridere (c'è una lore dietro che magari ti dirò in pvt e ti farà ancora più ridere)


aiuto aiuto, ora ne ho bisogno. òwò
risvegli la pettegola che è in me...!

Bescottina ha scritto:Sì, ti do ragione, sarebbe stato più fruibile in un racconto più lungo perché avrebbe alleggerito la mole di riferimenti e li avrebbe diluiti (e sarei riuscita a spiegare anche il perché gli propone proprio il ruolo di cupido - non ho ancora detto niente perché voglio capire dai commenti successivi se qualcuno lo intuisce, perché tra le righe c'è scritto, e per me è chiaro, ma voglio capire se lo è anche in lettura).


mi prendo un secondo per dirti una cosa su questo punto tra riferimenti/tema.
so che magari ti ho fatto presente il "problema" delle citazioni e che magari anche altri te lo hanno fatto notare o lo faranno, ma non vorrei che con questo passasse in secondo piano quanto sia ben scritto il tuo racconto e quanto sia vivo. poi, aggiungo che se non fosse stato per quel minimo dubbio sul tema, tu per me saresti salita (e di molto) sul podio.
ho letto solo questo piccolo racconto di te quindi non posso esprimermi in maniera proprio autorevole, né potrei vista la mia modesta posizione, ma se posso dire la mia secondo me comunque tu hai il dono di proporre storie interessanti e di provocare quella scintilla... di incuriosire il lettore, sorprendendolo sempre un po'. accipicchia, ora che mi dici che forse c'è qualcosa che non ho capito nel testo perché tu ne hai fatto riferimento, mi dispiaccio e sento anche un po' stupida per non averla intuita da me - e spero di leggerlo nei commenti o di saperlo a fine contest ♥
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡

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giuseppe.gangemi
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#15 » lunedì 24 marzo 2025, 15:41

Ciao Barbara,
hai scritto è un racconto brillante che unisce con maestria umorismo, surrealismo e una riflessione sottile sul tema del cambiamento. Il protagonista è un orrore cosmico, una creatura tentacolata e interdimensionale che, nel mondo moderno, non riesce più a terrorizzare nessuno. Ridotto a figura obsoleta, finisce in un ufficio di collocamento per mostri disoccupati, dove una consulente pragmatica e sarcastica tenta di trovargli un nuovo ruolo nella società.
L’intero racconto si regge su un contrasto comico perfetto: da un lato, il mostro lovecraftiano decadente; dall’altro, la spietata burocrazia quotidiana di un ufficio contemporaneo. Il risultato è un dialogo scoppiettante, pieno di battute riuscite, immagini esilaranti e trovate sorprendenti. Il racconto non si limita a far ridere: riesce anche a costruire un arco narrativo coerente, che culmina in una svolta finale tanto comica quanto perfettamente tematica: la proposta di ricollocare l’orrore cosmico nel ruolo di Cupido, grazie ai suoi “tentacoli dislocabili”.
La scrittura è agile, scattante, visiva. I personaggi, pur nel brevissimo spazio disponibile, emergono con forza e personalità. La voce della consulente è ben riuscita: ironica, stanca, competente, sempre un passo avanti al caos che la circonda. Il mostro, dal canto suo, è una creatura profondamente umana nella sua crisi: ha nostalgia, imbarazzo, senso di colpa. Il lettore ride, ma empatizza anche.
In relazione al tema del contest (“Se non posso seminare terrore, ispirerò amore”) il racconto è perfettamente aderente. Il messaggio è espresso con intelligenza e leggerezza: non attraverso retorica o spiegazioni, ma con una costruzione narrativa che trasforma un’antica minaccia in un nuovo, paradossale messaggero d’amore. È una trovata che chiude il racconto in modo elegante e sorprendente.
Un racconto che si distingue per originalità, ritmo, umorismo intelligente e perfetto controllo narrativo. Memorabile e vincente.
Alla prossima!

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Manuel Marinari
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#16 » martedì 25 marzo 2025, 10:22

Ciao Barbara,
racconto molto carino, con riferimenti cinematografici inseriti bene. Ho avuto un momento, solo all'inizio, in cui ho faticato a capire i vari ingredienti messi in scena. Non ho capito da subito i ruoli del colloquio perchè l'attenzione era tutta focalizzata sull'apparizione del mostro. Poi dal quinto-sesto rigo è stato tutto più chiaro.
Non ho particolari suggerimenti da farti, se non appunto nell'incipit, perchè il racconto è scritto bene e la storia mi è piaciuta.
Davvero una bella prova. Complimenti.
Buona edition.
Manuel Marinari

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Stefano Scudeler
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Re: Ufficio di ricollocamento

Messaggio#17 » sabato 29 marzo 2025, 18:08

Bescottina ha scritto:Ufficio di ricollocamento
di Barbara Ottani

«Nome?»
«Orrore Inimmaginabile», una cacofonia di voci si spande nella stanza, rimbalza contro le pareti e mi investe.
Trasalisco e sollevo lo sguardo dal pad. Oltre il tavolo c’è… beh, un orrore inimmaginabile.
Una massa informe nera, viola e verde fluo si staglia contro le pareti celesti in un pessimo abbinamento di colori. Un Barbapapà che si è schiantato con un quadro di Escher. Al posto delle scale, occhi e tentacoli vorticano in spirali tridimensionali. In qua e in là, spunta una bocca da lampreda irta di denti.
“Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.”
«Impressionante», asciutta, apro l’app del blocco note. «Allora, mi dica: cosa l’ha spinta a rivolgersi a noi?»
Il coso freme come un budino: «Non ha letto la mia missiva?»
Vorrei dirgli: “hey, sono un’impiegata. Mi arriva solo una lista di nomi e orari, e non mi pagano davvero abbastanza per leggere i problemi di ogni dannato mostro disoccupato”, ma stiro le labbra in un sorriso. «Certo, ma rompiamo un po’ il ghiaccio. La scrittura è così impersonale. Potrebbe voler aggiungere qualche altra frustrazione che può aiutarmi a direzionarla», posto, poi, che non abbia inviato un foglio pieno di glifi assurdi come fanno di solito.
Gli occhietti del coso sbattono asincroni e roteano nella massa del Barbapapà. L’asimmetria mi devasta.
«Ero un mostro dignitoso, un tempo. Quando emersi dalle acque, riuscii a gettare nel terrore un’intera città», la cacofonia di voci trema e si spezza, gli occhietti si fanno lucidi e le spirali spiraleggiano più veloce. «Gli umani urlavano in preda al panico, alcuni si lanciavano giù dalle finestre dei grattacieli. Fu un giorno glorioso».
«Immagino», agguanto i cleenex e glieli passo.
Un tentacolo emerge dal centro di Orrore Inimmaginabile e svanisce nel niente. Riappare sul soffitto, si srotola fino ai fazzolettini e agguanta l’intera scatola. In fretta, appunto: ‘portali dimensionali? Locazione spaziale alternativa? Approfondire’.
«Mi dica: cosa fece per provocare una reazione simile?»
«Emersi, gliel’ho appena detto!» il coro di voci si tinge di sgomento.
«Ah…» mantengo le sopracciglia immobili, ma mi trema la palpebra. Meglio approfondire. «Dopodiché? Qualche palazzo devastato a colpi di tentacoli, qualche campo di terrore assoluto?»
Orrore Inimmaginabile si agita oltre la scrivania, cosparso di fazzolettini coi quali tampona gli incalcolabili occhietti. «Beh, urlavo. La sente la mia voce?» Annuisco, è spaventosamente fastidiosa. Sembra il coro dell’Antoniano, ma ubriaco e fuori sincrono. Lui, o lei, si gonfia come un pesce palla. «Questa dote canora, e il mio aspetto, erano più che sufficienti a provocare gli incubi a chiunque incrociasse il mio sguardo».
Vorrei chiedere “quale”, ma stringo le labbra e annoto. «E… senta, doti nascoste?»
Gli occhi di Orrore saettano in mille direzioni diverse. Non oso immaginare quanto possa essere provante essere il suo oculista. Balbetta: «Non… non saprei. Mi bastava farmi vedere…»
Mi trattengo dall’alzare un sopracciglio e annuisco. Cosa si aspettava, che nel 2025 bastasse apparire come la Madonna a Medjugorje per spaventare qualcuno? «Pensa di sapere perché nessuno la teme più?»
«Il cinematografo!» tuona di nuovo, la luce va e viene. Lo annoto, anche se non credo servirà: siamo pieni di poltergeist che sanno fare ’sto trucco.
«Strano, e dire che ha una bella presenza.»
Un sospiro stereofonico si spande nella stanza. «Sa, signorina, forse ho le mie colpe. Ho vissuto di rendita per almeno un secolo. Uno scrittore scriveva di me e di alcuni miei colleghi. Poverino, è morto di tumore all’intestino…» si scuote. «Comunque, oltre quell’apparizione non ho mai avuto bisogno di ripetermi».
“Ma chi sei, Paganini? Certo che con tutti quei tentacoli potrebbe suonarne a decine dei violini”, mi trattengo, ancora, dal fare qualsiasi espressione.
«Ho lasciato che i suoi scritti facessero il resto, solo che ora non fanno più paura. Quando ho provato a riemergere, mi hanno scambiato per un anima… un anima…» i suoi tentacoli si agitano tra le spirali.
«Un animatronics?»
«Quello! Cercavano videocamere e attori. Mi sono vergognato così tanto che sono tornato in mare. Gliel’ho detto: è colpa del cinematografo.»
Annuisco. Con Alien di qua, Predator di là, zombi come se piovesse, dinosauri risorti e kaiju che lottano coi robot, ormai certe cose sono un po’ inflazionate. E lui sembra il villain dei Barbapapà.
«Ha mai valutato qualcosa di un po’ più… emotivo?»
Si scuote; occhi, spirali e tentacoli si mescolano come i miei vestiti nella valigia del rientro dalle ferie.
«È molto versato con un sacco di… arti. Se le insegnassimo a usare l’arco e si occupasse di dispensare un qualcosa che attualmente è molto spaventoso?»
Questa volta, a trasalire è lui, o lei. «Le tasse?»
Rido. «Touché, ma no. Le andrebbe di fare il Cupido?»
Il verde fluo si illumina. «Ho degli amici che ricoprono la posizione. Pensa che sarei adeguato?»
«Con tutti quei tentacoli e il modo in cui riesce a farli apparire in posti… dislocati? È perfetto».


Ciao Barbara!
Visto che il tuo racconto mi è piaciuto parecchio e un po' lo sento gemello del mio (ironia, ufficio di collocamento per mostri...) non potevo non passare a commentarlo.

Partendo quindi dal fatto che cambierei ben poco, ti lancio qualche suggerimento, poi vedi tu.

La prima battuta di dialogo (“Dicono il nero stia bene su tutto, ma evidentemente non è vero.”) in prima lettura non avevo capito chi l'avesse detta perché poteva essere la protagonista che arrischiava una specie di insulto o l'orrore che si rendeva conto di non essere un granché.
Poi attribuendo la seconda battuta alla protagonista, sono andato per esclusione.

Mi piace l'idea dei Barbapapà ma anche io l'avrei usata solo due volte (come mi pare ti abbia scritto anche qualcun altro).

La similitudine col coro dell' Antoniano ubriaco l'aspettavo dall'inizio, da quando hai descritto la voce. Ottimo, mi hai steso!

La frase dell'oculista invece (Non oso immaginare quanto possa essere provante essere il suo oculista.) è un po' legnosa. Forse bastava un "non vorrei mai essere il suo oculista", o se volevi raggiungere il culmine "non vorrei essere lo psichiatra del suo oculista".

Ultimissima cosa, forse non avrei fatto dire "le tasse" ma "le bollette" visto che hai parlato di una cosa che fa paura ultimamente (ma è solo.una finezza, tanto per romperti le scatole ;-). )

Complimenti comunque, gran bel pezzo!

A rileggerci!

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