Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
-
- Messaggi: 69
Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Il topo mannaro non esiste
“Il topo mannaro esiste.” Parlo piano, perché se sveglio gli altri bambini suora Gaia mi sgrida.
Seduta sul suo letto, Marta giocherella con l’incisivo da latte. Soffia, e il dentino spunta in avanti. “Tu guardi troppa tv, Andrea.” Inspira, e il dentino torna indietro.
“Ma che c’entra?” Incrocio le braccia. Ho due anni più di lei, ma non mi ascolta mai. “Io l’ho visto, era grande così.” Allargo le braccia più che posso. “Almeno due metri. E parlava pure. Diceva qualcosa, come… formaggio.”
Da destra giunge una risatina. Avvolto nel lenzuolo come un fantasma, Fabio mi guarda con gli occhioni celesti. “A me piace il formaggio.”
“Anche a me.” Annuisco. “Quindi dobbiamo fermare il topo mannaro, o se lo mangia tutto. Fortuna che so chi è.”
Fabio sgrana gli occhioni . “Davvero?”
“Certo.” Mi batto un dito sulla tempia come i poliziotti in tv. “È il bidello. Avete sentito quanto puzza? Proprio come il formaggio.”
“Ma l’altro giorno mi ha dato una caramella…”
“E tu l’hai presa?” Scuoto la testa. “È la sua startegi… strageti… è il suo piano! Ti fa i regali, poi la notte diventa un topaccio, si avvicina al tuo letto, e…” allargo le braccia, “gnam!”
Fabio nasconde la testa sotto il lenzuolo e piagnucola impaurito.
Ma perché se la fa sempre sotto? Fino all’anno scorso in quel letto c’era Giorgio, e lui mi seguiva sempre. Io ero Batman, e lui Robin. Poi però Giorgio l’hanno adottato…
Marta mi lancia un’occhiataccia. “Guarda, lo fai piangere.” Raggiunge Fabio e lo scopre. “Andrea è uno scemo, non lo ascoltare. Non c’è nessun topo mannaro.”
Stringo il pugno. “Invece c’è, e ve lo dimostro!”
“E come?” mugola Fabio.
“Facile.” Scendo dal letto e avanzo verso la porta del dormitorio. “Andiamo in esplorazione, e lo catturiamo!”
Non mi volto. Tanto lo so che mi seguono.
-
Dalla porta socchiusa della dispensa esce un fascio di luce.
“Lo sapevo io,” bisbiglio.
“Sapevi cosa?” sibila Marta. “Sono ooore che giriamo, e non abbiamo visto neanche un topino.”
“E io ho fame.” Sussurra Fabio, che ci segue stringendosi nel lenzuolo. Ma doveva proprio portarselo dietro?
“Sapete solo rompere.” Mi volto e raggiungo la porta socchiusa. Nella dispensa ci sono due persone… eccolo, il bidello puzzone! Ma perché parla con suora Gaia? È un mostro anche lei? In effetti ha sempre lo sguardo cattivo…
Il bidello sembra arrabbiato. “Succede ogni sabato, da almeno sei mesi. Guardi qui.” Solleva un grosso pezzo di parmigiano, solcato da lunghe dentate.
Un brivido mi risale lungo la schiena. È stato il topo mannaro… e oggi è sabato.
“Allora è vero che gli piace il formaggio,” sibila qualcuno al mio orecchio.
Per poco non caccio un urlo. È Fabio, che deve essermi strisciato accanto.
Dietro di lui, Marta stringe le palpebre. “Quindi non è il bidello?”
“Shh!” Intimo. “Se suora Gaia ci scopre, ci mette in punizione. E allora niente parco, niente giochi, e niente formaggio!”
Fabio sporge il labbro. “Io non la voglio la punizione.”
Marta mi tira un pugnetto. “Perché gli fai sempre paura? Sei proprio cattivo.” Si gira verso Fabio e lo abbraccia. “Ora ce ne andiamo.”
Lui tira su col naso e annuisce, ma gli occhioni sono lucidi.
Uffa, forse ho esagerato… alla fine ha solo cinque anni, e qui ce l’ho portato io. “Ok, torniamo a letto. Se non è il bidello, ci serve una nuova star… strag… un nuovo piano.”
Uno schiocco nella dispensa mi fa sobbalzare. Il bidello tiene sollevato un aggeggio con denti di metallo. Una trappola. “Vede? Funziona!”
Suora Gaia si torce le mani. “E i bambini?”
“Non si preoccupi. Chiuderò la dispensa, e domattina il ratto gigante sarà…” Si passa un dito sul collo, come i cattivi dei cartoni.
“D’accordo. Un topo di quelle dimensioni va eliminato.” Suora Gaia annuisce e viene verso la porta.
Cavoli, arriva. “Andiamo!”
Marta non si muove. Ha gli occhi spalancati, e Fabio… dov’è finito Fabio? Al suo posto è rimasto solo il lenzuolo.
Faccio un passo indietro, il cuore mi batte nelle tempie come un martello. “L’ha preso il topo mannaro?”
Marta scuote la testa e indica il lenzuolo con un dito tremante. Qualcosa si muove in mezzo alla stoffa, qualcosa di grande, con quattro zampe, una pelliccia bianca, e…
E occhioni azzurri, intrisi di terrore. Come quelli di Fabio.
Fabio, che è arrivato all’orfanotrofio pochi mesi fa. Fabio, che ama il formaggio.
Fabio, che è il topo mannaro.
Passi rapidi si avvicinano alla porta. Ora suora Gaia ci trova, e vede Fabio, e…
Afferro il lenzuolo e corro lungo il corridoio buio. Schiacciato contro il mio petto, il topo mannaro respira affannato.
-
Acciambellato in mezzo alle coperte, Fabio dorme con il muso bianco appoggiato sulle zampe.
Marta mi tira la manica del pigiama. “E adesso? Hai sentito suora Gaia, ha detto che…” tira su col naso, “che va eliminato.”
“No,” sussurro. Fabio mugola una parola, forse… formaggio?
Marta si tormenta il dentino “Cosa facciamo?”
“La nostra…” prendo un respiro, “strategia è facile. Lo nascondiamo, gli portiamo il formaggio, e se ce lo chiedono…” sposto lo sguardo sul topo albino che dorme beato, “il topo mannaro non esiste.”
“Il topo mannaro esiste.” Parlo piano, perché se sveglio gli altri bambini suora Gaia mi sgrida.
Seduta sul suo letto, Marta giocherella con l’incisivo da latte. Soffia, e il dentino spunta in avanti. “Tu guardi troppa tv, Andrea.” Inspira, e il dentino torna indietro.
“Ma che c’entra?” Incrocio le braccia. Ho due anni più di lei, ma non mi ascolta mai. “Io l’ho visto, era grande così.” Allargo le braccia più che posso. “Almeno due metri. E parlava pure. Diceva qualcosa, come… formaggio.”
Da destra giunge una risatina. Avvolto nel lenzuolo come un fantasma, Fabio mi guarda con gli occhioni celesti. “A me piace il formaggio.”
“Anche a me.” Annuisco. “Quindi dobbiamo fermare il topo mannaro, o se lo mangia tutto. Fortuna che so chi è.”
Fabio sgrana gli occhioni . “Davvero?”
“Certo.” Mi batto un dito sulla tempia come i poliziotti in tv. “È il bidello. Avete sentito quanto puzza? Proprio come il formaggio.”
“Ma l’altro giorno mi ha dato una caramella…”
“E tu l’hai presa?” Scuoto la testa. “È la sua startegi… strageti… è il suo piano! Ti fa i regali, poi la notte diventa un topaccio, si avvicina al tuo letto, e…” allargo le braccia, “gnam!”
Fabio nasconde la testa sotto il lenzuolo e piagnucola impaurito.
Ma perché se la fa sempre sotto? Fino all’anno scorso in quel letto c’era Giorgio, e lui mi seguiva sempre. Io ero Batman, e lui Robin. Poi però Giorgio l’hanno adottato…
Marta mi lancia un’occhiataccia. “Guarda, lo fai piangere.” Raggiunge Fabio e lo scopre. “Andrea è uno scemo, non lo ascoltare. Non c’è nessun topo mannaro.”
Stringo il pugno. “Invece c’è, e ve lo dimostro!”
“E come?” mugola Fabio.
“Facile.” Scendo dal letto e avanzo verso la porta del dormitorio. “Andiamo in esplorazione, e lo catturiamo!”
Non mi volto. Tanto lo so che mi seguono.
-
Dalla porta socchiusa della dispensa esce un fascio di luce.
“Lo sapevo io,” bisbiglio.
“Sapevi cosa?” sibila Marta. “Sono ooore che giriamo, e non abbiamo visto neanche un topino.”
“E io ho fame.” Sussurra Fabio, che ci segue stringendosi nel lenzuolo. Ma doveva proprio portarselo dietro?
“Sapete solo rompere.” Mi volto e raggiungo la porta socchiusa. Nella dispensa ci sono due persone… eccolo, il bidello puzzone! Ma perché parla con suora Gaia? È un mostro anche lei? In effetti ha sempre lo sguardo cattivo…
Il bidello sembra arrabbiato. “Succede ogni sabato, da almeno sei mesi. Guardi qui.” Solleva un grosso pezzo di parmigiano, solcato da lunghe dentate.
Un brivido mi risale lungo la schiena. È stato il topo mannaro… e oggi è sabato.
“Allora è vero che gli piace il formaggio,” sibila qualcuno al mio orecchio.
Per poco non caccio un urlo. È Fabio, che deve essermi strisciato accanto.
Dietro di lui, Marta stringe le palpebre. “Quindi non è il bidello?”
“Shh!” Intimo. “Se suora Gaia ci scopre, ci mette in punizione. E allora niente parco, niente giochi, e niente formaggio!”
Fabio sporge il labbro. “Io non la voglio la punizione.”
Marta mi tira un pugnetto. “Perché gli fai sempre paura? Sei proprio cattivo.” Si gira verso Fabio e lo abbraccia. “Ora ce ne andiamo.”
Lui tira su col naso e annuisce, ma gli occhioni sono lucidi.
Uffa, forse ho esagerato… alla fine ha solo cinque anni, e qui ce l’ho portato io. “Ok, torniamo a letto. Se non è il bidello, ci serve una nuova star… strag… un nuovo piano.”
Uno schiocco nella dispensa mi fa sobbalzare. Il bidello tiene sollevato un aggeggio con denti di metallo. Una trappola. “Vede? Funziona!”
Suora Gaia si torce le mani. “E i bambini?”
“Non si preoccupi. Chiuderò la dispensa, e domattina il ratto gigante sarà…” Si passa un dito sul collo, come i cattivi dei cartoni.
“D’accordo. Un topo di quelle dimensioni va eliminato.” Suora Gaia annuisce e viene verso la porta.
Cavoli, arriva. “Andiamo!”
Marta non si muove. Ha gli occhi spalancati, e Fabio… dov’è finito Fabio? Al suo posto è rimasto solo il lenzuolo.
Faccio un passo indietro, il cuore mi batte nelle tempie come un martello. “L’ha preso il topo mannaro?”
Marta scuote la testa e indica il lenzuolo con un dito tremante. Qualcosa si muove in mezzo alla stoffa, qualcosa di grande, con quattro zampe, una pelliccia bianca, e…
E occhioni azzurri, intrisi di terrore. Come quelli di Fabio.
Fabio, che è arrivato all’orfanotrofio pochi mesi fa. Fabio, che ama il formaggio.
Fabio, che è il topo mannaro.
Passi rapidi si avvicinano alla porta. Ora suora Gaia ci trova, e vede Fabio, e…
Afferro il lenzuolo e corro lungo il corridoio buio. Schiacciato contro il mio petto, il topo mannaro respira affannato.
-
Acciambellato in mezzo alle coperte, Fabio dorme con il muso bianco appoggiato sulle zampe.
Marta mi tira la manica del pigiama. “E adesso? Hai sentito suora Gaia, ha detto che…” tira su col naso, “che va eliminato.”
“No,” sussurro. Fabio mugola una parola, forse… formaggio?
Marta si tormenta il dentino “Cosa facciamo?”
“La nostra…” prendo un respiro, “strategia è facile. Lo nascondiamo, gli portiamo il formaggio, e se ce lo chiedono…” sposto lo sguardo sul topo albino che dorme beato, “il topo mannaro non esiste.”
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo! Tutto ok con i parametri, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo.
Racconto divertente, ben scritto, che svia l'attenzione su un presunto "bidello pedofilo" e poi torna in pista con una soluzione all'enigma molto più sensata e originale. Molto bella la parlata dei bambini, che trovo ben resa, le difficoltà nel pronunciare la parola "strategia" sono una bella trovata per riuscire a calarci nell'ambientazione.
Insomma, ho poco da dire, carino, divertente, mi è piaciuto.
Racconto divertente, ben scritto, che svia l'attenzione su un presunto "bidello pedofilo" e poi torna in pista con una soluzione all'enigma molto più sensata e originale. Molto bella la parlata dei bambini, che trovo ben resa, le difficoltà nel pronunciare la parola "strategia" sono una bella trovata per riuscire a calarci nell'ambientazione.
Insomma, ho poco da dire, carino, divertente, mi è piaciuto.
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1241
- Contatta:
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo!
Non starò troppo a girarci intorno: il racconto mi è piaciuto molto, soprattutto il modo in cui hai costruito l'interazione tra i bambini dell'orfanotrofio, per tutta la durata della vicenda. Ho proprio avuto la sensazione di essere lì con loro, di vivere con loro l'avventura. Anche il mistero del "topo mannaro" è risultato avvincente, anche perché hai saputo giocare con le aspettative del lettore, imboccandolo con una scabrosa storia di pedofilia e invece era tutt'altro.
Unico vero punto critico è il colpo di scena: non ho ben capito se Fabio era un topino che gli altri bambini allevavano nella loro stanza oppure era un bambino come loro ma, in qualche modo, trasformatosi in topo. Te lo chiedo perché nella prima parte Fabio parla come tutti gli altri, mentre nella scena finale viene descritto come un vero e proprio animaletto.
Tema centrato!
In bocca al lupo!
Emiliano.
Non starò troppo a girarci intorno: il racconto mi è piaciuto molto, soprattutto il modo in cui hai costruito l'interazione tra i bambini dell'orfanotrofio, per tutta la durata della vicenda. Ho proprio avuto la sensazione di essere lì con loro, di vivere con loro l'avventura. Anche il mistero del "topo mannaro" è risultato avvincente, anche perché hai saputo giocare con le aspettative del lettore, imboccandolo con una scabrosa storia di pedofilia e invece era tutt'altro.
Unico vero punto critico è il colpo di scena: non ho ben capito se Fabio era un topino che gli altri bambini allevavano nella loro stanza oppure era un bambino come loro ma, in qualche modo, trasformatosi in topo. Te lo chiedo perché nella prima parte Fabio parla come tutti gli altri, mentre nella scena finale viene descritto come un vero e proprio animaletto.
Tema centrato!
In bocca al lupo!
Emiliano.
-
- Messaggi: 69
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Jacopo!
Non starò troppo a girarci intorno: il racconto mi è piaciuto molto, soprattutto il modo in cui hai costruito l'interazione tra i bambini dell'orfanotrofio, per tutta la durata della vicenda. Ho proprio avuto la sensazione di essere lì con loro, di vivere con loro l'avventura. Anche il mistero del "topo mannaro" è risultato avvincente, anche perché hai saputo giocare con le aspettative del lettore, imboccandolo con una scabrosa storia di pedofilia e invece era tutt'altro.
Unico vero punto critico è il colpo di scena: non ho ben capito se Fabio era un topino che gli altri bambini allevavano nella loro stanza oppure era un bambino come loro ma, in qualche modo, trasformatosi in topo. Te lo chiedo perché nella prima parte Fabio parla come tutti gli altri, mentre nella scena finale viene descritto come un vero e proprio animaletto.
Tema centrato!
In bocca al lupo!
Emiliano.
Ciao Emiliano,
grazie mille per i complimenti. Ho fatto uno sforzo cosciente per eliminare congiuntivi, futuri, tutte le espressioni un po' più "adulte"... sono contento che sia passato :)
Per quanto riguarda la tua domanda, posso solo dire: maledizione! Uno pensa sempre di essere stato chiaro... devo stare più attento. Fabio è il topo mannaro e, come dice il bidello, ogni sabato notte si trasforma e va a rubare il formaggio. Poi appunto, essendo mannaro, la mattina tornerà normale. Quando Andrea lo capisce, decide che nei prossimi sabati, nelle prossime trasformazioni, dovranno proteggerlo e nasconderlo. Forse potevo chiarirlo di più nella chiusa, magari con una frase di Andrea... la prossima volta espliciterò meglio. Grazie ancora per il commento :)
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Bello! Un racconto/favola per adulti raccontata da bambini. bambini che ci hai fatto vedere nitidamente, Sofia che gioca con dentino da latte, Daniele che si diverte a fare spaventare gli altri, il piccolo topo mannaro... all'inizio avevo pensato all'ora del riposino pomeridiano in una scuola materna, invece è un orfanotrofio, Questo ci rende i piccoli ancora più simpatici e si fa il tifo affinché riescano a salvare Fabio nelle sue prossime trasformazioni.
- mdestefano
- Messaggi: 18
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto. Molto simpatico e soprattutto ben caratterizzato e contestualizzato per quanto riguarda gli orfanelli protagonisti. Lo sviluppo è curioso e ho apprezzato il twist finale sulla vera identità del topo mannaro.
Anche stilisticamente si legge bene e in maniera scorrevole. Soprattutto i dialoghi sono ben fatti, specialmente nella caratterizzazione di discorsi di bambini, che non conoscono bene alcune parole e parlano con un lessico abbastanza semplice.
Da come leggo poi, il tema mi sembra abbastanza centrato.
Grazie e buona edition!
Il racconto mi è piaciuto. Molto simpatico e soprattutto ben caratterizzato e contestualizzato per quanto riguarda gli orfanelli protagonisti. Lo sviluppo è curioso e ho apprezzato il twist finale sulla vera identità del topo mannaro.
Anche stilisticamente si legge bene e in maniera scorrevole. Soprattutto i dialoghi sono ben fatti, specialmente nella caratterizzazione di discorsi di bambini, che non conoscono bene alcune parole e parlano con un lessico abbastanza semplice.
Da come leggo poi, il tema mi sembra abbastanza centrato.
Grazie e buona edition!
Manuel De Stefano
-
- Messaggi: 187
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Gusto personale: ciao Jacopo. Un racconto molto simpatico e originale, in cui riesci a portarci nel vivo dell’azione con i piccoli protagonisti, ci sorprendi e ci intenerisci. Non condivido il dubbio di Maramonte su Fabio, per me hai reso con chiarezza la situazione. E non so perche’ altri hanno parlato di bidello pedofilo: per me e’ solo un bidello puzzone e magari antipatico. Qual’era la tua intenzione?
Aderenza al tema: qui non sono sicurissimo del rispetto del tema: chi semina terrore? Il topo Mannaro? O Andrea a Fabio? Nel qual caso parlare di “terrore” e’ forse eccessivo, ma ammetto che la sua evoluzione che fa si che poi voglia proteggere Fabio corrisponde al tema.
Stile: bello lo stile, piluto, senza inutili virtuosismi o voli pindarici, ne metafore esagerate. E con un linguaggio adatto al POV, come ti e’ gia’ stato fatto notare.
Coerenza interna: Ecco, unica pecca forse proprio sul linguaggio: poco verosimile che Andrea qualifichi il dentino di Marta come “incisivo da latte”. Scrivere solo e subito “dentino” sarebbe stato piu’ consono alla situazione e ci avrebbe comunque suggerito l’eta’ dei protagonisti.
Forma: Nulla da rilevare.
Frase preferita: una nuova star… strag… un nuovo piano.
Aderenza al tema: qui non sono sicurissimo del rispetto del tema: chi semina terrore? Il topo Mannaro? O Andrea a Fabio? Nel qual caso parlare di “terrore” e’ forse eccessivo, ma ammetto che la sua evoluzione che fa si che poi voglia proteggere Fabio corrisponde al tema.
Stile: bello lo stile, piluto, senza inutili virtuosismi o voli pindarici, ne metafore esagerate. E con un linguaggio adatto al POV, come ti e’ gia’ stato fatto notare.
Coerenza interna: Ecco, unica pecca forse proprio sul linguaggio: poco verosimile che Andrea qualifichi il dentino di Marta come “incisivo da latte”. Scrivere solo e subito “dentino” sarebbe stato piu’ consono alla situazione e ci avrebbe comunque suggerito l’eta’ dei protagonisti.
Forma: Nulla da rilevare.
Frase preferita: una nuova star… strag… un nuovo piano.
-
- Messaggi: 69
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Dash J. Benton ha scritto:Gusto personale: ciao Jacopo. Un racconto molto simpatico e originale, in cui riesci a portarci nel vivo dell’azione con i piccoli protagonisti, ci sorprendi e ci intenerisci. Non condivido il dubbio di Maramonte su Fabio, per me hai reso con chiarezza la situazione. E non so perche’ altri hanno parlato di bidello pedofilo: per me e’ solo un bidello puzzone e magari antipatico. Qual’era la tua intenzione?
Aderenza al tema: qui non sono sicurissimo del rispetto del tema: chi semina terrore? Il topo Mannaro? O Andrea a Fabio? Nel qual caso parlare di “terrore” e’ forse eccessivo, ma ammetto che la sua evoluzione che fa si che poi voglia proteggere Fabio corrisponde al tema.
Stile: bello lo stile, piluto, senza inutili virtuosismi o voli pindarici, ne metafore esagerate. E con un linguaggio adatto al POV, come ti e’ gia’ stato fatto notare.
Coerenza interna: Ecco, unica pecca forse proprio sul linguaggio: poco verosimile che Andrea qualifichi il dentino di Marta come “incisivo da latte”. Scrivere solo e subito “dentino” sarebbe stato piu’ consono alla situazione e ci avrebbe comunque suggerito l’eta’ dei protagonisti.
Forma: Nulla da rilevare.
Frase preferita: una nuova star… strag… un nuovo piano.
Ciao Dash,
grazie mille per il commento, super puntuale!
Confermo che per me il bidello per me era solo puzzone e antipatico, ma l'interpretazione credo dipenda da lettore a lettore.
Per quanto riguarda il tema, volevo puntare sul ribaltamento del concetto di mostro, di cui lo stesso Fabio ha paura (un po' come se si terrorizzasse da solo), ma che non è davvero malvagio e arriva a ispirare l'istinto di protezione di Fabio. Sono d'accordo che forse parlare di "terrore" è esagerato, ma ho cercato di non prenderlo troppo alla lettera e l'ho usato per ispirare questo arco dove anche Andrea all'inizio non si fa scrupoli a far paura a Fabio con i suoi commenti sul mostro e sulla suora, ma alla fine evolve.
Coerenza interna: mi ero posto anch'io quello scrupolo. Forse avrei potuto usare "dentino" da subito, ma non volevo ripeterlo e la parola "incisivo" chiariva da subito quale dente fosse... però accolgo la critica. E' la prima volta che scrivo un pov bambino e ho cercato di limare tutti i congiuntivi, futuri etc, ma qui avrei potuto fare meglio.
Frase preferita: pensa che non era prevista, mi è uscita mentre scrivevo e alla fine mi piaceva così tanto che l'ho sfruttata per "confermare" la chiusura dell'arco :)
- Mauro Bennici
- Messaggi: 173
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo,
Racconto spassoso. I bambini sono vividi come le loro emozioni. L'ambientazione la trovo perfetta e che siano in un orfanotrofio si comprende senza problemi.
Andando alle cose che mi hanno fatto pensare:
– perché ci si trasforma di sabato e non con la luna piena? Come un vero "mannaro" farebbe.
– come fa un bambino di sette anni a portarsi in braccio un topo-umano di quattro/cinque anni?
– ci sono soltanto tre bambini in tutta la stanza?
Il tema è sfiorato, ma presente. Il protagonista che dal voler generare terrore cambia per proteggere in futuro il topo-mannaro. Quindi implicitamente si farà amare invece di "terrorizzare".
Alla prossima!
Racconto spassoso. I bambini sono vividi come le loro emozioni. L'ambientazione la trovo perfetta e che siano in un orfanotrofio si comprende senza problemi.
Andando alle cose che mi hanno fatto pensare:
– perché ci si trasforma di sabato e non con la luna piena? Come un vero "mannaro" farebbe.
– come fa un bambino di sette anni a portarsi in braccio un topo-umano di quattro/cinque anni?
– ci sono soltanto tre bambini in tutta la stanza?
Il tema è sfiorato, ma presente. Il protagonista che dal voler generare terrore cambia per proteggere in futuro il topo-mannaro. Quindi implicitamente si farà amare invece di "terrorizzare".
Alla prossima!
- Mario Mazzafoglie
- Messaggi: 250
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba
Ciao Jacopo, un piacere leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto per la sua semplicità. Spesso si ricerca ambientazioni surreali e personaggi supersoninici per colpire il lettore, e invece tu te ne esci con una storia semplice e immediata che scorre dall'inizio alla fine con chiarezza.
La trama è coerente, e la lettura scorre dall'inizio alla fine senza bisogno di ulteriori letture, cosa che apprezzo sempre molto.
Complimenti.
Alla prossima, buona edition.
Ciao Jacopo, un piacere leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto per la sua semplicità. Spesso si ricerca ambientazioni surreali e personaggi supersoninici per colpire il lettore, e invece tu te ne esci con una storia semplice e immediata che scorre dall'inizio alla fine con chiarezza.
La trama è coerente, e la lettura scorre dall'inizio alla fine senza bisogno di ulteriori letture, cosa che apprezzo sempre molto.
Complimenti.
Alla prossima, buona edition.
- Bescottina
- Messaggi: 61
- Contatta:
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo!
È stato un piacere leggere questo racconto, soprattutto perché usare il POV di un bambino è sempre difficilissimo e tu ci sei riuscito in maniera ottimale. Niente da dire su registro, tono e stile. Alla prima lettura l'ho trovato credibile e tanto basta per farmi dire che è un buon racconto.
Ho fatto più fatica, invece, a trovare la coerenza col tema che mi è arrivata dopo leggendo le tue spiegazioni e le interpretazioni degli altri. Mi spiego, mi è piaciuto che Andrea sia passato dal voler spaventare gli altri e provare loro che il topo mannaro esiste, al volerne negare l'esistenza per proteggere Fabio, ma più che un "seminare terrore/ispirare amore" lo percepisco più come una presa in carico di responsabilità fatta in due modi diversi: "io sono il più grande, quindi se dico che esiste il topo mannaro mi devono credere e darò loro le prove di quanto dico", che poi diventa un "io sono il più grande e se per proteggere i miei amici devo dire che il topo non esiste, allora non esiste".
Non so se sono riuscita a spiegarmi bene, ma insomma la percepisco un po' tirata come attinenza al tema.
Al netto di questo, è stato un racconto molto piacevole da leggere e ben riuscito!
A rileggerci presto e buona edition :)
È stato un piacere leggere questo racconto, soprattutto perché usare il POV di un bambino è sempre difficilissimo e tu ci sei riuscito in maniera ottimale. Niente da dire su registro, tono e stile. Alla prima lettura l'ho trovato credibile e tanto basta per farmi dire che è un buon racconto.
Ho fatto più fatica, invece, a trovare la coerenza col tema che mi è arrivata dopo leggendo le tue spiegazioni e le interpretazioni degli altri. Mi spiego, mi è piaciuto che Andrea sia passato dal voler spaventare gli altri e provare loro che il topo mannaro esiste, al volerne negare l'esistenza per proteggere Fabio, ma più che un "seminare terrore/ispirare amore" lo percepisco più come una presa in carico di responsabilità fatta in due modi diversi: "io sono il più grande, quindi se dico che esiste il topo mannaro mi devono credere e darò loro le prove di quanto dico", che poi diventa un "io sono il più grande e se per proteggere i miei amici devo dire che il topo non esiste, allora non esiste".
Non so se sono riuscita a spiegarmi bene, ma insomma la percepisco un po' tirata come attinenza al tema.
Al netto di questo, è stato un racconto molto piacevole da leggere e ben riuscito!
A rileggerci presto e buona edition :)
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao!!
Mi unisco al coro di chi dice che sei stato bravo a rendere i dialoghi dei bambini: sono davvero ben riusciti, sono plausibili e riescono anche a essere divertenti.
In particolare, ho trovato azzeccato il continuo incepparsi sulla parola strategia, così come il finale: giocare sull'ovvio (il mostro è il bidello) e poi mettere lì il fatto che in realtà il mostro è uno dei bimbi ti ha permesso anche di rendere la storia molto più accattivante.
Non so quanto possa essere una mia lettura o una tua intenzione, ma il fatto che i bimbi si trovino in un orfanotrofio, che si possano sentire "mostri" perchè diversi e senza una famiglia, ma comunque mai soli, rende lo sviluppo del tema molto più bello.
Mi unisco al coro di chi dice che sei stato bravo a rendere i dialoghi dei bambini: sono davvero ben riusciti, sono plausibili e riescono anche a essere divertenti.
In particolare, ho trovato azzeccato il continuo incepparsi sulla parola strategia, così come il finale: giocare sull'ovvio (il mostro è il bidello) e poi mettere lì il fatto che in realtà il mostro è uno dei bimbi ti ha permesso anche di rendere la storia molto più accattivante.
Non so quanto possa essere una mia lettura o una tua intenzione, ma il fatto che i bimbi si trovino in un orfanotrofio, che si possano sentire "mostri" perchè diversi e senza una famiglia, ma comunque mai soli, rende lo sviluppo del tema molto più bello.
- IL GLADIATORE
- Messaggi: 147
Re: Il topo mannaro non esiste - di Jacopo Saba
Ciao Jacopo, ho apprezzato molto il tuo racconto, hai uno stile molto fluido e, visto il POV di un bambino, hai anche un'ottima capacità di calarti nel personaggio che crei e farlo tuo fino a renderlo vivo e credibile. Come ti è già stato detto, scegliere il POV di un bambino è molto pericoloso perché si rischia di creare una macchietta. Tu invece sei riuscito a farcelo sentire così tanto da portarci insieme a loro nell'orfanotrofio. Ottima gestione della trama, forse avrei seminato un po' di più prima per rendere meno improvviso il twist finale ma sono davvero dettagli. La valutazione è un pollice quasi su e si piazza sul podio dietro a Maponi. Complimenti ancora.
Torna a “Stefania Toniolo Edition - la Sesta della Dodicesima Era - 190° All Time”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti