La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
- BruceLagogrigio
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La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Mi aggrappo. Con tutto quel che ho. Con braccia che tremano e pelle che urla.
Il ramo salvatore sporge dalla scarpata illuminata dalla luna.
Le spine dell’acacia, dure e lunghe come le bestemmie del Beppi, si fanno in strada in me. Dentro i palmi, dentro le dita, nel battito stesso. Ma meglio il dolore che il vuoto. Venti metri giù: il lago nero. Bella morte per uno che si fa chiamare Pirata.
La briccola sulle spalle pesa proprio come un morto. Seicento pacchi di sigarette. Un tesoro che non mi appartiene, ma che è tutto mio.
Vale più di quel che ci farò. Vale una notte intera senza sonno, una madre che prega, un figlio che aspetta.
La mano scivola. Un gemito mi sfugge dalle labbra, piccolo come un pensiero.
Sento il sangue colare giù dal polso, caldo, come se la montagna mi stesse succhiando via.
Luca. Figliolo. Se ora cado non resterà che il silenzio.
Ti lascerò un buco nel cuore e nello stomaco. Alla mercé di quella malattia che non ti molla. Chi ti salverà se il lago mi porterà via?
Un rumore.
L’istinto, quello da spallone, mi dice: sta’ zitto. Accucciati.
Ma l’altro istinto, quello più vecchio, quello della bestia: vuole vivere.
“Aiuto!”
Niente.
Allora giù ancora più forte, che mi sentano fino a Como.
“Aiuto!”
Passi. Sui rami, sulle foglie umide.
Una torcia.
Un uomo.
La luce mi acceca.
“Du ta se?”
Quella voce?
Uno sbirro? Che importa?
“Sun chi. So sburla gio…”
Attendo.
Un bastone scende.
Lo afferro. Sbuffo. Respiro.
Mi tiro su. Un passo. Un altro.
Arrivo in cima e crollo, con la terra fredda che mi prende.
Mi slego la briccola. La appoggio piano al fianco, come si fa con un morto.
“Grazie.”
Lui non dice nulla.
Noto la divisa: grigia.
I baffi a manubrio.
Lo sguardo di chi non molla.
Il Gige.
Il peggiore.
Mi ha già riconosciuto.
"Te la m’hee pròpri volüü lasà andà, nè…"
Si china. Apre la briccola.
Guarda. Scuote la testa.
«Bionde. Il corpo del reato.»
Ecco, ora mi sbattono al fresco.
Invece, mi fa alzare, richiude la briccola e me la rimette in spalla. Pesa. Ma adesso è un peso diverso.
Nei suoi occhi: compassione.
Stento a crederci.
“Ho saputo del to fiò. Forza. Sparìs dai miei öcc. Pirata.”
Non serve altro.
L’oscurità ci fa da complice.
Il silenzio è il nostro giuramento.
“Ta ringrazi. Anche Luca farà u stess.”
Il Gige cambia voce. Parla in italiano, torna nella divisa.
“Hai giocato col destino, stanotte. Ma quello… raramente concede una seconda occasione. E io farò lo stesso.”
Annuisco.
“Domani vado dal Beppi a vedere Italia-Svizzera, Gige. Ha il televisore in casa lui. Vieni anche te?”
Mi fissa.
“Asculta: mi e ti sem amis solo per sta noch. Da duman… sem nemis.”
Annuisco ancora.
Scuote la testa. Come per dire: non doveva andare così.
“E poi… anche se battiamo la Svizzera dopo la partita di ieri con il Cile saremo fuori comunque.”
Sorrido.
Ci dividiamo, lì dove inizia il sentiero.
Due strade.
Due nomi.
Due vite.
La sua luce scompare tra gli alberi.
Io resto.
Con la mia briccola.
Con la notte.
Con Luca nel cuore.
E un pensiero nuovo, ostinato, che graffia come l’acacia: è ora di smettere.
Il ramo salvatore sporge dalla scarpata illuminata dalla luna.
Le spine dell’acacia, dure e lunghe come le bestemmie del Beppi, si fanno in strada in me. Dentro i palmi, dentro le dita, nel battito stesso. Ma meglio il dolore che il vuoto. Venti metri giù: il lago nero. Bella morte per uno che si fa chiamare Pirata.
La briccola sulle spalle pesa proprio come un morto. Seicento pacchi di sigarette. Un tesoro che non mi appartiene, ma che è tutto mio.
Vale più di quel che ci farò. Vale una notte intera senza sonno, una madre che prega, un figlio che aspetta.
La mano scivola. Un gemito mi sfugge dalle labbra, piccolo come un pensiero.
Sento il sangue colare giù dal polso, caldo, come se la montagna mi stesse succhiando via.
Luca. Figliolo. Se ora cado non resterà che il silenzio.
Ti lascerò un buco nel cuore e nello stomaco. Alla mercé di quella malattia che non ti molla. Chi ti salverà se il lago mi porterà via?
Un rumore.
L’istinto, quello da spallone, mi dice: sta’ zitto. Accucciati.
Ma l’altro istinto, quello più vecchio, quello della bestia: vuole vivere.
“Aiuto!”
Niente.
Allora giù ancora più forte, che mi sentano fino a Como.
“Aiuto!”
Passi. Sui rami, sulle foglie umide.
Una torcia.
Un uomo.
La luce mi acceca.
“Du ta se?”
Quella voce?
Uno sbirro? Che importa?
“Sun chi. So sburla gio…”
Attendo.
Un bastone scende.
Lo afferro. Sbuffo. Respiro.
Mi tiro su. Un passo. Un altro.
Arrivo in cima e crollo, con la terra fredda che mi prende.
Mi slego la briccola. La appoggio piano al fianco, come si fa con un morto.
“Grazie.”
Lui non dice nulla.
Noto la divisa: grigia.
I baffi a manubrio.
Lo sguardo di chi non molla.
Il Gige.
Il peggiore.
Mi ha già riconosciuto.
"Te la m’hee pròpri volüü lasà andà, nè…"
Si china. Apre la briccola.
Guarda. Scuote la testa.
«Bionde. Il corpo del reato.»
Ecco, ora mi sbattono al fresco.
Invece, mi fa alzare, richiude la briccola e me la rimette in spalla. Pesa. Ma adesso è un peso diverso.
Nei suoi occhi: compassione.
Stento a crederci.
“Ho saputo del to fiò. Forza. Sparìs dai miei öcc. Pirata.”
Non serve altro.
L’oscurità ci fa da complice.
Il silenzio è il nostro giuramento.
“Ta ringrazi. Anche Luca farà u stess.”
Il Gige cambia voce. Parla in italiano, torna nella divisa.
“Hai giocato col destino, stanotte. Ma quello… raramente concede una seconda occasione. E io farò lo stesso.”
Annuisco.
“Domani vado dal Beppi a vedere Italia-Svizzera, Gige. Ha il televisore in casa lui. Vieni anche te?”
Mi fissa.
“Asculta: mi e ti sem amis solo per sta noch. Da duman… sem nemis.”
Annuisco ancora.
Scuote la testa. Come per dire: non doveva andare così.
“E poi… anche se battiamo la Svizzera dopo la partita di ieri con il Cile saremo fuori comunque.”
Sorrido.
Ci dividiamo, lì dove inizia il sentiero.
Due strade.
Due nomi.
Due vite.
La sua luce scompare tra gli alberi.
Io resto.
Con la mia briccola.
Con la notte.
Con Luca nel cuore.
E un pensiero nuovo, ostinato, che graffia come l’acacia: è ora di smettere.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce! Tutto ok anche per te, buona KREMO EDITION!
- BruceLagogrigio
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
antico ha scritto:Ciao Bruce! Tutto ok anche per te, buona KREMO EDITION!
Grazie Antico! Un tema abbastanza easy per una volta!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, l’idea è molto buona e la parte in dialetto aggiunge autenticità. Non so che dialetto sia, ma mi è risultato comprensibile.
Ho avuto un problema solo con la parola “briccola” invece, perché qui nel tuo testo mi sembra una specie di sacco (che poi contiene le sigarette rubate), mentre per me sono dei pali messi nell’acqua per indicare i canali navigabili. Però questo è stato un intoppo solo all’inizio, e forse lo riscontrerò solo io, quindi non darci troppo peso.
Poi, giusto per darti qualche consiglio, avrei evitato delle ripetizioni, in funzione di racimolare caratteri per rendere qualche passaggio un po’ più emotivo. Per esempio, all'inizio: quel “mi aggrappo con tutto quello che ho” è proprio un modo di dire. E subito dopo specifichi le braccia tremanti e la pelle che tira, quindi già crei una visione del fatto che sta soffrendo. Per cui “con tutto quello che ho” lo trovo superfluo in un testo così corto.
Il testo stesso ha due ritmi molto diversi, l'inizio che ha più respiro, con frasi più lunghe (come se lo stesso personaggio avesse il tempo di pensare in una situazione del genere) e poi diventa didascalico ma quasi adrenalico, per via delle frasi brevi. E non so, mi sembrano quasi due testi diversi… forse avrei mantenuto tutto con le frasi corte (per creare un senso di ansia), e insistito un po’ sul punto della salvezza del protagonista, rendendolo un po’ più difficoltoso. Magari il bastone gli scivola per via del sangue, oppure le spine dell’acacia gli si conficcano da altre parti e lui che si ritrova a dover resistere anche per tornare a casa da suo figlio.
Comunque sono due bei personaggi, sia il protagonista, che il Gige, e con poco li hai dipinti molto bene. Forse avrei aggiunto al protagonista qualche caratteristica fisica piratesca famosa, tipo un orecchino d'oro, delle cicatrici, oppure una barba divisa in treccine, per dare più forza al soprannome del Pirata.
In ogni caso non è male come prova! Ha solo bisogno di qualche sistemata, soprattutto per quanto riguarda il ritmo con cui succedono gli eventi.
In bocca al lupo!
Ho avuto un problema solo con la parola “briccola” invece, perché qui nel tuo testo mi sembra una specie di sacco (che poi contiene le sigarette rubate), mentre per me sono dei pali messi nell’acqua per indicare i canali navigabili. Però questo è stato un intoppo solo all’inizio, e forse lo riscontrerò solo io, quindi non darci troppo peso.
Poi, giusto per darti qualche consiglio, avrei evitato delle ripetizioni, in funzione di racimolare caratteri per rendere qualche passaggio un po’ più emotivo. Per esempio, all'inizio: quel “mi aggrappo con tutto quello che ho” è proprio un modo di dire. E subito dopo specifichi le braccia tremanti e la pelle che tira, quindi già crei una visione del fatto che sta soffrendo. Per cui “con tutto quello che ho” lo trovo superfluo in un testo così corto.
Il testo stesso ha due ritmi molto diversi, l'inizio che ha più respiro, con frasi più lunghe (come se lo stesso personaggio avesse il tempo di pensare in una situazione del genere) e poi diventa didascalico ma quasi adrenalico, per via delle frasi brevi. E non so, mi sembrano quasi due testi diversi… forse avrei mantenuto tutto con le frasi corte (per creare un senso di ansia), e insistito un po’ sul punto della salvezza del protagonista, rendendolo un po’ più difficoltoso. Magari il bastone gli scivola per via del sangue, oppure le spine dell’acacia gli si conficcano da altre parti e lui che si ritrova a dover resistere anche per tornare a casa da suo figlio.
Comunque sono due bei personaggi, sia il protagonista, che il Gige, e con poco li hai dipinti molto bene. Forse avrei aggiunto al protagonista qualche caratteristica fisica piratesca famosa, tipo un orecchino d'oro, delle cicatrici, oppure una barba divisa in treccine, per dare più forza al soprannome del Pirata.
In ogni caso non è male come prova! Ha solo bisogno di qualche sistemata, soprattutto per quanto riguarda il ritmo con cui succedono gli eventi.
In bocca al lupo!
- MatteoMantoani
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, occhio che la briccola è un palo che si usa per segnare i fondali nella laguna di Venezia, tu di certo intendevi "bricolla".
Comunque, racconto interessante e che si legge volentieri, hai costruito una vicenda verosimile e dal risvolto umano, il gioco guardia/ladro oppure poliziotto buono/cattivo è sempre un tropo che se usato bene funziona, e qui mi pare che il tutto vada più che bene. Ottime le parti di dialetto, ho capito tutto, stranamente. Anche tu non hai raccontato una storia granché originale o innovativa, mentre io avevo interpretato le intenzioni e gli interessi della guest più verso la direzione del weird, o di qualcosa comunque diverso.. però dai, va bene così, il pezzo mi sembra ben riuscito, e il coinvolgimento emotivo ripaga la lettura. Ottima resa dei personaggi, ottima situazione, ottimo anche il linguaggio usato
Comunque, racconto interessante e che si legge volentieri, hai costruito una vicenda verosimile e dal risvolto umano, il gioco guardia/ladro oppure poliziotto buono/cattivo è sempre un tropo che se usato bene funziona, e qui mi pare che il tutto vada più che bene. Ottime le parti di dialetto, ho capito tutto, stranamente. Anche tu non hai raccontato una storia granché originale o innovativa, mentre io avevo interpretato le intenzioni e gli interessi della guest più verso la direzione del weird, o di qualcosa comunque diverso.. però dai, va bene così, il pezzo mi sembra ben riuscito, e il coinvolgimento emotivo ripaga la lettura. Ottima resa dei personaggi, ottima situazione, ottimo anche il linguaggio usato
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 442
Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Bruce, l’idea è molto buona e la parte in dialetto aggiunge autenticità. Non so che dialetto sia, ma mi è risultato comprensibile.
Ho avuto un problema solo con la parola “briccola” invece, perché qui nel tuo testo mi sembra una specie di sacco (che poi contiene le sigarette rubate), mentre per me sono dei pali messi nell’acqua per indicare i canali navigabili. Però questo è stato un intoppo solo all’inizio, e forse lo riscontrerò solo io, quindi non darci troppo peso.
Poi, giusto per darti qualche consiglio, avrei evitato delle ripetizioni, in funzione di racimolare caratteri per rendere qualche passaggio un po’ più emotivo. Per esempio, all'inizio: quel “mi aggrappo con tutto quello che ho” è proprio un modo di dire. E subito dopo specifichi le braccia tremanti e la pelle che tira, quindi già crei una visione del fatto che sta soffrendo. Per cui “con tutto quello che ho” lo trovo superfluo in un testo così corto.
Il testo stesso ha due ritmi molto diversi, l'inizio che ha più respiro, con frasi più lunghe (come se lo stesso personaggio avesse il tempo di pensare in una situazione del genere) e poi diventa didascalico ma quasi adrenalico, per via delle frasi brevi. E non so, mi sembrano quasi due testi diversi… forse avrei mantenuto tutto con le frasi corte (per creare un senso di ansia), e insistito un po’ sul punto della salvezza del protagonista, rendendolo un po’ più difficoltoso. Magari il bastone gli scivola per via del sangue, oppure le spine dell’acacia gli si conficcano da altre parti e lui che si ritrova a dover resistere anche per tornare a casa da suo figlio.
Comunque sono due bei personaggi, sia il protagonista, che il Gige, e con poco li hai dipinti molto bene. Forse avrei aggiunto al protagonista qualche caratteristica fisica piratesca famosa, tipo un orecchino d'oro, delle cicatrici, oppure una barba divisa in treccine, per dare più forza al soprannome del Pirata.
In ogni caso non è male come prova! Ha solo bisogno di qualche sistemata, soprattutto per quanto riguarda il ritmo con cui succedono gli eventi.
In bocca al lupo!
Ciao Gaia, che dire. Sono tutte ottime osservazioni. Me lo sono immaginato appeso sul crinale che ripensava alla propria vita per quello ho fatto frasi un po' più lunghe, però probabilmente come dici può risultare poco realistico. Non so come se nella vita fosse più pratico e frenetico mentre in punto di morte avesse il tempo di riflettere. Per la briccola errore mio. È scritta sbagliata. Sono andato a memoria di come l'avevo sentita chiamare e stupidamente non ho controllato. Ottima l'idea di aggiungere qualcosa di fisico! Il tempo... Grazie!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- BruceLagogrigio
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Bruce, occhio che la briccola è un palo che si usa per segnare i fondali nella laguna di Venezia, tu di certo intendevi "bricolla".
Comunque, racconto interessante e che si legge volentieri, hai costruito una vicenda verosimile e dal risvolto umano, il gioco guardia/ladro oppure poliziotto buono/cattivo è sempre un tropo che se usato bene funziona, e qui mi pare che il tutto vada più che bene. Ottime le parti di dialetto, ho capito tutto, stranamente. Anche tu non hai raccontato una storia granché originale o innovativa, mentre io avevo interpretato le intenzioni e gli interessi della guest più verso la direzione del weird, o di qualcosa comunque diverso.. però dai, va bene così, il pezzo mi sembra ben riuscito, e il coinvolgimento emotivo ripaga la lettura. Ottima resa dei personaggi, ottima situazione, ottimo anche il linguaggio usato
Ciao Matteo, purtroppo sono andato a memoria e ho confuso il termine, non conoscevo la bricolla altrimenti mi sarei insospettito. Peccato. Alla parola contrabbandiere mi si è accesa subito questa storia però sì, ci stava qualcosa di più nerd anche! Sono curioso! Grazie
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- matt_heels
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
BruceLagogrigio ha scritto:Mi aggrappo. Con tutto quel che ho. Con braccia che tremano e pelle che urla.
Il ramo salvatore sporge dalla scarpata illuminata dalla luna.
Le spine dell’acacia, dure e lunghe come le bestemmie del Beppi, si fanno in strada in me. Dentro i palmi, dentro le dita, nel battito stesso. Ma meglio il dolore che il vuoto. Venti metri giù: il lago nero. Bella morte per uno che si fa chiamare Pirata.
La briccola sulle spalle pesa proprio come un morto. Seicento pacchi di sigarette. Un tesoro che non mi appartiene, ma che è tutto mio.
Vale più di quel che ci farò. Vale una notte intera senza sonno, una madre che prega, un figlio che aspetta.
La mano scivola. Un gemito mi sfugge dalle labbra, piccolo come un pensiero.
Sento il sangue colare giù dal polso, caldo, come se la montagna mi stesse succhiando via.
Luca. Figliolo. Se ora cado non resterà che il silenzio.
Ti lascerò un buco nel cuore e nello stomaco. Alla mercé di quella malattia che non ti molla. Chi ti salverà se il lago mi porterà via?
Un rumore.
L’istinto, quello da spallone, mi dice: sta’ zitto. Accucciati.
Ma l’altro istinto, quello più vecchio, quello della bestia: vuole vivere.
“Aiuto!”
Niente.
Allora giù ancora più forte, che mi sentano fino a Como.
“Aiuto!”
Passi. Sui rami, sulle foglie umide.
Una torcia.
Un uomo.
La luce mi acceca.
“Du ta se?”
Quella voce?
Uno sbirro? Che importa?
“Sun chi. So sburla gio…”
Attendo.
Un bastone scende.
Lo afferro. Sbuffo. Respiro.
Mi tiro su. Un passo. Un altro.
Arrivo in cima e crollo, con la terra fredda che mi prende.
Mi slego la briccola. La appoggio piano al fianco, come si fa con un morto.
“Grazie.”
Lui non dice nulla.
Noto la divisa: grigia.
I baffi a manubrio.
Lo sguardo di chi non molla.
Il Gige.
Il peggiore.
Mi ha già riconosciuto.
"Te la m’hee pròpri volüü lasà andà, nè…"
Si china. Apre la briccola.
Guarda. Scuote la testa.
«Bionde. Il corpo del reato.»
Ecco, ora mi sbattono al fresco.
Invece, mi fa alzare, richiude la briccola e me la rimette in spalla. Pesa. Ma adesso è un peso diverso.
Nei suoi occhi: compassione.
Stento a crederci.
“Ho saputo del to fiò. Forza. Sparìs dai miei öcc. Pirata.”
Non serve altro.
L’oscurità ci fa da complice.
Il silenzio è il nostro giuramento.
“Ta ringrazi. Anche Luca farà u stess.”
Il Gige cambia voce. Parla in italiano, torna nella divisa.
“Hai giocato col destino, stanotte. Ma quello… raramente concede una seconda occasione. E io farò lo stesso.”
Annuisco.
“Domani vado dal Beppi a vedere Italia-Svizzera, Gige. Ha il televisore in casa lui. Vieni anche te?”
Mi fissa.
“Asculta: mi e ti sem amis solo per sta noch. Da duman… sem nemis.”
Annuisco ancora.
Scuote la testa. Come per dire: non doveva andare così.
“E poi… anche se battiamo la Svizzera dopo la partita di ieri con il Cile saremo fuori comunque.”
Sorrido.
Ci dividiamo, lì dove inizia il sentiero.
Due strade.
Due nomi.
Due vite.
La sua luce scompare tra gli alberi.
Io resto.
Con la mia briccola.
Con la notte.
Con Luca nel cuore.
E un pensiero nuovo, ostinato, che graffia come l’acacia: è ora di smettere.
Ciao Bruce!
Parto subito dal fatto che non sapevo cos'era una "briccola" e nemmeno "bricolla", quindi il refuso non l'ho trovato problematico, dato che è chiaro dal flusso informativo che si tratta di una sorta di sacca/zaino, e che all'interno ci fosse la sua refurtiva di sigarette.
Il racconto l'ho trovato davvero efficace. Ci immergi bene in un contesto storico e regionale, dipingendo molto bene i due personaggi, con un dialogo serrato che funziona, e che ho seguito bene anche senza conoscere il dialetto. Hai scritto una scena che intrattiene e che mantiene il lettore col fiato sospeso. Quindi molto bene.
La divisione di ritmo che hai dato alle tre fasi mi è piaciuta, ma concordo con chi ha espresso qualche perplessita sul ritmo troppo blando sulla prima parte, quando il protagonista si trova sì a un passo dalla morte, ma appeso a una radice, quindi costretto a esercitare enorme forza e resistenza sulle mani. Senza snaturare tutto, avrei magari reso meno "gravoso" l'avvio: il protagonista poteva essere caduto in un precipizio, ma essersi incastrato in dei rovi su una cengia, con la vita comunque appesa a un filo.
A presto e buona edition,
Matteo
- BruceLagogrigio
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Ciao MAtteo, grazie per il commento.
Sì, ho voluto sperimentare un po' i due ritmi, ma credo che alla fin la tua soluzione era sicuramente più naturale. Alla prossima!
Sì, ho voluto sperimentare un po' i due ritmi, ma credo che alla fin la tua soluzione era sicuramente più naturale. Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Emiliano Maramonte
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce!
Ho finito le mie letture obbligatorie, così men vo' in giro a leggiucchiare qua e là.
Bello, il tuo racconto, mi è piaciuto molto il ritmo e, soprattutto, la classicissima ma sempreverde contrapposizione tra contrabbandiere e poliziotto. Questa volta però ho gradito l'interazione in condizioni estreme, che ha generato una sorta di patto tacito, con la ciliegina della questione di tifo. Mi è piaciuto anche il tocco di dialetto che ha reso il tutto un po' più realistico.
Quello che mi ha fatto storcere il naso è stato il lato stilistico: frasi troppo troppo veloci e sincopate, tanto da creare un effetto poesia e uno spaesamento fino all'ultima frase. Però ciò non ha depotenziato troppo il valore complessivo del testo.
Tema centrato.
Spiegami che vuol dire: "L’istinto, quello da spallone, mi dice..."
Buona gara!
Emiliano
Ho finito le mie letture obbligatorie, così men vo' in giro a leggiucchiare qua e là.
Bello, il tuo racconto, mi è piaciuto molto il ritmo e, soprattutto, la classicissima ma sempreverde contrapposizione tra contrabbandiere e poliziotto. Questa volta però ho gradito l'interazione in condizioni estreme, che ha generato una sorta di patto tacito, con la ciliegina della questione di tifo. Mi è piaciuto anche il tocco di dialetto che ha reso il tutto un po' più realistico.
Quello che mi ha fatto storcere il naso è stato il lato stilistico: frasi troppo troppo veloci e sincopate, tanto da creare un effetto poesia e uno spaesamento fino all'ultima frase. Però ciò non ha depotenziato troppo il valore complessivo del testo.
Tema centrato.
Spiegami che vuol dire: "L’istinto, quello da spallone, mi dice..."
Buona gara!
Emiliano
Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, piacere di leggerti. Il tuo è davvero un buon racconto, hai declinato il tema portandolo nella realtà, costruendo anche una dualità, che magari può essere poco originale, ma che tu hai colorato bene. Hai saputo comunque dare spessore al personaggio nonostante i pochi caratteri a disposizione e ho apprezzato l’uso del dialetto anche per questo. Per capire di preciso cosa fosse questa briccola ho dovuto leggere i commenti anche se un’idea me l’ero fatta a intuito, ma non è stato di così grande disturbo. Buona edition!
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Inizio in medias res che funziona bene, la sensazione di pericolo di questa caduta imminente cattura il lettore. Per me il tema "lo faccio per mio figlio malato" è un po' trito, quindi mi diminuisce il gradimento... peraltro non so se ti fa un favore, perché se lui smette di fare il pirata come le paga le cure del figlio? Il rapporto con questo sceriffo mi piace molto, è un ottimo comprimario, e premio anche l'evoluzione del pov in uno spazio così breve! Quindi per me buona prova, da podio.
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Tema centrato. Storia di un contrabbandiere di sigarette bionde che si trova appeso a un ramo con il carico che gli pesa addosso. Lo salva il poliziotto Gige. Lui lo ringrazia. E gli propone di guardare insieme i mondiali a casa dell’amico comune Beppi. Il poliziotto rifiuta, perché l’indomani saranno di nuovo nemici. Il protagonista, detto il Pirata, è ben costruito: fa quel lavoro per pagare le cure al figlio, ma nel finale, decide di smettere. Storia originale e scritta molto bene.
- BruceLagogrigio
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Bruce!
Ho finito le mie letture obbligatorie, così men vo' in giro a leggiucchiare qua e là.
Bello, il tuo racconto, mi è piaciuto molto il ritmo e, soprattutto, la classicissima ma sempreverde contrapposizione tra contrabbandiere e poliziotto. Questa volta però ho gradito l'interazione in condizioni estreme, che ha generato una sorta di patto tacito, con la ciliegina della questione di tifo. Mi è piaciuto anche il tocco di dialetto che ha reso il tutto un po' più realistico.
Quello che mi ha fatto storcere il naso è stato il lato stilistico: frasi troppo troppo veloci e sincopate, tanto da creare un effetto poesia e uno spaesamento fino all'ultima frase. Però ciò non ha depotenziato troppo il valore complessivo del testo.
Tema centrato.
Spiegami che vuol dire: "L’istinto, quello da spallone, mi dice..."
Buona gara!
Emiliano
Ciao Emiliano, grazie di cuore per il passaggio e per il feedback. Volevo proprio sperimentare questo tipo di scrittura che effettivamente rasenta la poesia. Probabilmente l'ho portata un po' all'estremo, hai ragione. Cercherò di non farmi prendere la mano.
Ah per quella frase, lo spallone è come chiamano il contrabbandiere a Como e limitrofi.
Devo tornare un po' con la fantascienza, mi manca quest'anno. Dal titolo credo che il tuo racconto lo sia, passerò a leggerlo!
Alla prossima.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- Emiliano Maramonte
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Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
A MC si può tranquillamente sperimentare, anzi... si DEVE! :-)
Dai, voglio leggerti in versione fantascientifica.
Grazie per la precisazione e, a mia volta, preciso che "spallone", nel mio paesino, era un personaggio un po' pittoresco che aveva una gobba, e che per questa sua caratteristica fisica, veniva deriso dalla cittadinanza.
Se verrai a leggermi, non potrà che farmi piacere!
Dai, voglio leggerti in versione fantascientifica.
Grazie per la precisazione e, a mia volta, preciso che "spallone", nel mio paesino, era un personaggio un po' pittoresco che aveva una gobba, e che per questa sua caratteristica fisica, veniva deriso dalla cittadinanza.
Se verrai a leggermi, non potrà che farmi piacere!
Re: La ballata del contrabbandiere di Bruce Lagogrigio
oooh, allora non posso fare a meno di salutarti con un «lali-ho» bruce! sono certa che capirai, eheh.
mi fa piacere poter leggere qualcosa di tuo e spero tanto di esserti utile in qualche modo con la mia opinione. ❀
「RACCONTO」
dunque, prima di tutto non avevi alcun diritto di scrivere una cosa così carina e dolce, e questo lo sai anche tu çwç il momento quasi fraterno tra i due, la compassione che trapela e l’atmosfera intensa.. sinceramente lo vedrei bene come un piccolo corto cinematografico per quanto l’ho visto umano, ma questo è solo un mio flash. i dialoghi sono ben gestiti così come i personaggi, e la storia in certi punti ti tiene un po’ sulle spine..
anche se avevo capito cosa intendevi dire dal contesto, avendo vissuto per un po’ a venezia sapevo che il termine da te cercato non poteva essere briccola :P ma nessun problema, risulta tutto coerente. mi esprimo sul dialetto per dirti che pur non conoscendolo minimamente ho capito comunque abbastanza i dialoghi, credo che questo sia un bel punto a favore.. complimenti ♡
「TEMA」
il racconto aderisce al tema della pirateria in modo creativo e piuttosto convincente, devo dire.. non si tratta di pirati in mare ma di una pirateria moderna: il contrabbando di sigarette, e per di più ambientato in un lago. anche se non ci fosse stato il piacere di leggere un racconto ben scritto come il tuo la tua storia sarebbe rientrata benissimo in ciò che ci hanno assegnato. ❁
「CONSIGLI」
qui non ho davvero nulla da dirti, ogni consiglio sarebbe superfluo perché il racconto va bene così.
guarda, e invece te lo faccio l'appunto superfluo: il dialetto, perché qualcosina mi manca e vorrei la traduzione sdhfkhfdukhdg çwç
「FRASI PREFERITE」
mi fa piacere poter leggere qualcosa di tuo e spero tanto di esserti utile in qualche modo con la mia opinione. ❀
「RACCONTO」
dunque, prima di tutto non avevi alcun diritto di scrivere una cosa così carina e dolce, e questo lo sai anche tu çwç il momento quasi fraterno tra i due, la compassione che trapela e l’atmosfera intensa.. sinceramente lo vedrei bene come un piccolo corto cinematografico per quanto l’ho visto umano, ma questo è solo un mio flash. i dialoghi sono ben gestiti così come i personaggi, e la storia in certi punti ti tiene un po’ sulle spine..
anche se avevo capito cosa intendevi dire dal contesto, avendo vissuto per un po’ a venezia sapevo che il termine da te cercato non poteva essere briccola :P ma nessun problema, risulta tutto coerente. mi esprimo sul dialetto per dirti che pur non conoscendolo minimamente ho capito comunque abbastanza i dialoghi, credo che questo sia un bel punto a favore.. complimenti ♡
「TEMA」
il racconto aderisce al tema della pirateria in modo creativo e piuttosto convincente, devo dire.. non si tratta di pirati in mare ma di una pirateria moderna: il contrabbando di sigarette, e per di più ambientato in un lago. anche se non ci fosse stato il piacere di leggere un racconto ben scritto come il tuo la tua storia sarebbe rientrata benissimo in ciò che ci hanno assegnato. ❁
「CONSIGLI」
qui non ho davvero nulla da dirti, ogni consiglio sarebbe superfluo perché il racconto va bene così.
guarda, e invece te lo faccio l'appunto superfluo: il dialetto, perché qualcosina mi manca e vorrei la traduzione sdhfkhfdukhdg çwç
「FRASI PREFERITE」
bruce ha scritto:Ti lascerò un buco nel cuore e nello stomaco.
bruce ha scritto:“Asculta: mi e ti sem amis solo per sta noch. Da duman… sem nemis.”
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡
❀❁♡
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