Racconti di pirati

Appuntamento con un tema di Lukha B. Kremo e un suo tema per martedì 22 aprile!
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giulio.palmieri
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Racconti di pirati

Messaggio#1 » mercoledì 23 aprile 2025, 0:40

– Tutto l’oro della mia vita, in questa borsa.
Sbatto pesantemente il sacchetto sul tavolo. Mi trovo nell’osteria del Can Perduto, in mezzo ai fumi degli arrosti, al puzzo di tabacco delle pipe, ai vapori d’alcool esalati dai mastelli.
Di fronte a me, tre pirati: due irlandesi e un olandese, gli occhi fiammeggianti. L’olandese stringe un pugnale nella mano, con cui ha affettato la cena.
– Aspetta, Halifax – dice Carmen, l’ostessa. Fruga nervosa con la mano nel sacco, e sorride, crudele, guardando i tre coi suoi occhi azzurri. Quando solleva la mano mostra una chiave, un foglio sgualcito, e un doblone d’oro. Tutto quello che ho.
– Aprilo – fa Carmen all’olandese che le dondola vicino, la bocca marcia come un cane d’inferno.
Gli irlandesi fanno un passo in avanti. Me li trovo sulla destra, a un metro, pronti a immobilizzarmi. L’olandese agita il coltello.
– Non vuoi sapere a cosa serve il resto?
– Dimmelo, capitano – fa lei, scuotendo i capelli.
– La chiave. Potete credermi o meno. È la chiave di uno scrigno. Dentro...
– Cosa c’è? – fanno in coro gli irlandesi.
Li guardo, a un passo da me. E dico: – Dentro… c’è, c’è il cuore di una donna.
Un silenzio segue le mie parole.
– Ma la donna – continuo, fissando la ciurma – non si trova qui. Dorme, in un’isola lontana, a tre giorni da Gibilterra, tra le mura di un palazzo splendido, tutto di alabastro, di porfido e di ottone. Dicono sia figlia del Sole.
Carmen mi fissa, senza sorridere più.
– Lo scrigno, invece, si trova dentro un baule. Il baule è dentro una cassa di legno di noce. La cassa è dentro una cisterna, e la cisterna è sepolta sotto la colonna di una piazza, nel mercato di un paese in Islanda. Il nome è segnato sulla mappa – faccio, indicando il foglio di carta. – La piazza di quel paese ha molte colonne. Per arrivarci dovremo superare la capitale, Helgoth. Un labirinto enorme di strade e di case, dove persino i pirati a servizio dei re rischiano di perdersi.
– E… – incalza Carmen.
– E In una di quelle case c’è un vecchio, Melchisedek, che conosce il nome della colonna sotto cui si trova la cassa. Sono almeno sette notti che lo sogno. Lo vedo sulla porta di legno della sua casa, e poi sogno anche lo scrigno, e vedo la donna, di cui non conosco il nome, che si alza dal suo sonno, nel cortile del suo palazzo luminoso, mentre le porto il suo cuore. Ma nessuno crede a una storia così, nessuno crede che una chiave sia la strada per il cuore di una donna.
– Tu ci credi? – fa Carmen, dopo un istante.
Annuisco.
L’olandese abbassa il coltello, ubriaco. Felice.
– E voi? – fa ancora Carmen ai due al mio fianco. I due si sono seduti. Sbattono gli occhi, attendono.
– Tra un’ora parte il piroscafo per l’Islanda. Ci imbarchiamo col doblone – faccio, raggiante, pensando: se loro credono a questa storia, ci crederò anch’io.
Ultima modifica di giulio.palmieri il mercoledì 23 aprile 2025, 0:53, modificato 4 volte in totale.



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antico
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#2 » mercoledì 23 aprile 2025, 0:42

Ciao Giulio! Tutto ok con i parametri, buona KREMO EDITION!

Gaia Peruzzo
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#3 » venerdì 25 aprile 2025, 16:46

Ciao Giulio! Devo ammettere che ho fatto un po’ fatica con i dialoghi del tuo racconto.
Per esempio: “Non vuoi sapere a cosa serve il resto” non ho capito subito chi ha pronunciato questa battuta e ho dovuto rileggere. Ma i dialoghi in generale hanno bisogno di un po’ più fluidità, magari accompagnata da qualche gestualità diversa dei personaggi in scena.
Poi già all’inizio spezzi l'azione, in favore di una specie di telecronaca. Nel pezzo in cui il protagonista ci dice dove si trova: Mi trovo in nell’osteria del Can Perduto [...] fino al punto. Perché è un momento di tensione dove Carmen e gli altri stranieri vogliono il suo tesoro, e quella è un'informazione che non penserebbe in maniera naturale in un momento del genere. La dice per il lettore. Era meglio far interagire i personaggi con l'ambiente. Per esempio il protagonista potrebbe scacciare un rivolo di fumo con la mano, così descrivi l'ambiente e mantieni dinamicità… Gli altri personaggi, in un primo momento, mi sono sembrati a cena con lui, più che altro, e non come se lo stessero minacciando. Anche in questo senso, secondo me, dovresti lavorare di più sulle emozioni del protagonista. Che cosa prova nel dettaglio? E rendere anche gli altri più minacciosi e cattivi. Gli stranieri, poi, rimangono molto sullo sfondo e spicca davvero solo Carmen. In teoria può anche andare bene che ci siano sei personaggi di contorno, ma a quanto ho percepito partiranno per una nuova avventura tutti insieme e per cui li ritengo importanti. Dato i pochi caratteri magari potevi mettere solo Carmen e l'olandese armato di pugnale (Halifax, giusto?) in modo tale da avere più spazio per caratterizzarli meglio.
A volte ridurre gli elementi è la cosa migliore, specie se ci sono pochi caratteri.
Comunque la storia del cuore della donna è molto bella e trascinante. Il fatto di scoprire solo sul finale che sia una bugia ha dato al testo una marcia in più. Mi viene da dire che il protagonista oltre che a essere un pirata è anche un bravo inventore di storie.
In bocca al lupo!

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MatteoMantoani
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#4 » venerdì 25 aprile 2025, 22:05

Molto bella la storia del cuore sepolto in uno scrigno in Islanda, e di questo narratore bugiardo che si imbarca in un'avventura scalcinata solo per fare lo spaccone con gli amici del bar (o almeno, il l'ho intesa così). Condivido le osservazioni di Gaia sullo stile e si alcuni dettagli di troppo che andrebbero asciugati un pochino, ma la storia intrattiene, anche se anche tu hai preso il tema molto alla lettera, mentre secondo me la guest intendeva qualcosa di più originale e creativo.. ma non importa, il racconto è carino, specie quell'ultima frase che ribalta tutto

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giulio.palmieri
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#5 » sabato 26 aprile 2025, 1:23

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Giulio! Devo ammettere che ho fatto un po’ fatica con i dialoghi del tuo racconto.
Per esempio: “Non vuoi sapere a cosa serve il resto” non ho capito subito chi ha pronunciato questa battuta e ho dovuto rileggere. Ma i dialoghi in generale hanno bisogno di un po’ più fluidità, magari accompagnata da qualche gestualità diversa dei personaggi in scena.
Poi già all’inizio spezzi l'azione, in favore di una specie di telecronaca. Nel pezzo in cui il protagonista ci dice dove si trova: Mi trovo in nell’osteria del Can Perduto [...] fino al punto. Perché è un momento di tensione dove Carmen e gli altri stranieri vogliono il suo tesoro, e quella è un'informazione che non penserebbe in maniera naturale in un momento del genere. La dice per il lettore. Era meglio far interagire i personaggi con l'ambiente. Per esempio il protagonista potrebbe scacciare un rivolo di fumo con la mano, così descrivi l'ambiente e mantieni dinamicità… Gli altri personaggi, in un primo momento, mi sono sembrati a cena con lui, più che altro, e non come se lo stessero minacciando. Anche in questo senso, secondo me, dovresti lavorare di più sulle emozioni del protagonista. Che cosa prova nel dettaglio? E rendere anche gli altri più minacciosi e cattivi. Gli stranieri, poi, rimangono molto sullo sfondo e spicca davvero solo Carmen. In teoria può anche andare bene che ci siano sei personaggi di contorno, ma a quanto ho percepito partiranno per una nuova avventura tutti insieme e per cui li ritengo importanti. Dato i pochi caratteri magari potevi mettere solo Carmen e l'olandese armato di pugnale (Halifax, giusto?) in modo tale da avere più spazio per caratterizzarli meglio.
A volte ridurre gli elementi è la cosa migliore, specie se ci sono pochi caratteri.
Comunque la storia del cuore della donna è molto bella e trascinante. Il fatto di scoprire solo sul finale che sia una bugia ha dato al testo una marcia in più. Mi viene da dire che il protagonista oltre che a essere un pirata è anche un bravo inventore di storie.
In bocca al lupo!


Ciao Gaia, in effetti, avevo poco spazio per caratterizzare la tensione della scena iniziale. L'intento era far sì che il protagonista sfuggisse all'attacco prospettando un'avventura a chi lo minaccia, avventura in cui alla fine arriva a credere lui stesso. Ultimamente sto riflettendo sulle strutture narrative, e quindi ho provato un rovesciamento sul finale. Sono d'accordo col fatto che emerga solo Carmen, gli altri personaggi servivano per rendere più tangibile la minaccia. Sono anche d'accordo sul ridurre gli elementi, less is more, come si dice in altri ambiti. Grazie dei consigli, proverò a riscriverlo. A rileggerci.

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giulio.palmieri
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#6 » sabato 26 aprile 2025, 2:07

MatteoMantoani ha scritto:Molto bella la storia del cuore sepolto in uno scrigno in Islanda, e di questo narratore bugiardo che si imbarca in un'avventura scalcinata solo per fare lo spaccone con gli amici del bar (o almeno, il l'ho intesa così). Condivido le osservazioni di Gaia sullo stile e si alcuni dettagli di troppo che andrebbero asciugati un pochino, ma la storia intrattiene, anche se anche tu hai preso il tema molto alla lettera, mentre secondo me la guest intendeva qualcosa di più originale e creativo.. ma non importa, il racconto è carino, specie quell'ultima frase che ribalta tutto


Ciao Matteo, grazie per il commento. Ho provato con un paio di pennellate nell'incipit a dare l'ambientazione dell'osteria (spiace sia passato lo scenario da bar) e del potenziale pericolo a cui era sottoposto il personaggio, prima di far evolvere la storia. Cmq contento ti sia piaciuta. La prossima volta cercherò una maggiore cura formale. A rileggerci.

Gaia Peruzzo
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#7 » sabato 26 aprile 2025, 11:15

giulio.palmieri ha scritto:
Ciao Gaia, in effetti, avevo poco spazio per caratterizzare la tensione della scena iniziale. L'intento era far sì che il protagonista sfuggisse all'attacco prospettando un'avventura a chi lo minaccia, avventura in cui alla fine arriva a credere lui stesso. Ultimamente sto riflettendo sulle strutture narrative, e quindi ho provato un rovesciamento sul finale. Sono d'accordo col fatto che emerga solo Carmen, gli altri personaggi servivano per rendere più tangibile la minaccia. Sono anche d'accordo sul ridurre gli elementi, less is more, come si dice in altri ambiti. Grazie dei consigli, proverò a riscriverlo. A rileggerci.


Se può aiutarti ancora di più, capisco che tu abbia voluto dare un minimo di contesto all'ambiente ed è giusto farlo, però ti assicuro che nel tuo caso già dal fatto che il protagonista mette le cose su un tavolo, che uno dei pirati abbia usato un coltello per tagliare la cena, e il riferimento a Carmen come ostessa lo rende già comprensibile. Anche perché è un ambiente noto, di facile immaginazione.
E per quanto riguarda la struttura allora forse era il caso di inserirlo prima dei dialoghi, subito all'inizio, (così non interrompe la scena) con un pensiero che può catturare l'attenzione del lettore. Ora così su due piedi mi vien in mente una cosa tipo: "Ho rischiato la vita all'osteria del Can Perduto". Che però non è chissà che come frase, ma spero di averti fatto capire cosa intendo. E poi vai avanti delineando tutta la scena.

alexandra.fischer
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#8 » sabato 26 aprile 2025, 16:08

Tema centrato. Storia di pirati che vira verso il fantasy. L’atmosfera dell’osteria, con i suoi odori di arrosti e alcol è molto ben resa. Efficace il personaggio del protagonista, il quale è alle prese con tre pirati, un olandese e due irlandesi. La storia ha i suoi momenti da brivido, ad esempio quando l’olandese stringe il pugnale con il quale ha affettato la cena, e gli occhi fiammeggianti suoi e dei due irlandesi fissano il protagonista. La comparsa del sacchetto in mano all’ostessa è un bel colpo di scena: contiene un doblone d’oro, un foglio sgualcito e una chiave. Quest’ultima da potenza alla narrazione: apre uno scrigno con dentro il cuore di una donna. La descrizione del palazzo maestoso in cui la donna, figlia del Sole, dorme e la posizione geografica dell’isola, a tre giorni da Gibilterra è efficace. Come pure la descrizione dello scrigno chiuso in un baule dentro una cassa di legno di noce, la cassa è dentro una cisterna, sepolta sotto la colonna di una piazza. Lui ha sognato quella città, che si trova in Islanda e anche il vecchio Melchisedek, che conosce il nome della colonna sotto alla quale si trova la cassa. Difatti è una città dalle molte colonne. Halifax affascina i tre pirati, e ha l’intenzione di usare il doblone per pagarsi il viaggio. Il finale offre una splendida sorpresa al lettore. Non è vero nulla, ma se i pirati ci credono, allora lo farà anche il protagonista. Prova molto buona.

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matt_heels
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#9 » lunedì 28 aprile 2025, 10:46

giulio.palmieri ha scritto:– Tutto l’oro della mia vita, in questa borsa.
Sbatto pesantemente il sacchetto sul tavolo. Mi trovo nell’osteria del Can Perduto, in mezzo ai fumi degli arrosti, al puzzo di tabacco delle pipe, ai vapori d’alcool esalati dai mastelli.
Di fronte a me, tre pirati: due irlandesi e un olandese, gli occhi fiammeggianti. L’olandese stringe un pugnale nella mano, con cui ha affettato la cena.
– Aspetta, Halifax – dice Carmen, l’ostessa. Fruga nervosa con la mano nel sacco, e sorride, crudele, guardando i tre coi suoi occhi azzurri. Quando solleva la mano mostra una chiave, un foglio sgualcito, e un doblone d’oro. Tutto quello che ho.
– Aprilo – fa Carmen all’olandese che le dondola vicino, la bocca marcia come un cane d’inferno.
Gli irlandesi fanno un passo in avanti. Me li trovo sulla destra, a un metro, pronti a immobilizzarmi. L’olandese agita il coltello.
– Non vuoi sapere a cosa serve il resto?
– Dimmelo, capitano – fa lei, scuotendo i capelli.
– La chiave. Potete credermi o meno. È la chiave di uno scrigno. Dentro...
– Cosa c’è? – fanno in coro gli irlandesi.
Li guardo, a un passo da me. E dico: – Dentro… c’è, c’è il cuore di una donna.
Un silenzio segue le mie parole.
– Ma la donna – continuo, fissando la ciurma – non si trova qui. Dorme, in un’isola lontana, a tre giorni da Gibilterra, tra le mura di un palazzo splendido, tutto di alabastro, di porfido e di ottone. Dicono sia figlia del Sole.
Carmen mi fissa, senza sorridere più.
– Lo scrigno, invece, si trova dentro un baule. Il baule è dentro una cassa di legno di noce. La cassa è dentro una cisterna, e la cisterna è sepolta sotto la colonna di una piazza, nel mercato di un paese in Islanda. Il nome è segnato sulla mappa – faccio, indicando il foglio di carta. – La piazza di quel paese ha molte colonne. Per arrivarci dovremo superare la capitale, Helgoth. Un labirinto enorme di strade e di case, dove persino i pirati a servizio dei re rischiano di perdersi.
– E… – incalza Carmen.
– E In una di quelle case c’è un vecchio, Melchisedek, che conosce il nome della colonna sotto cui si trova la cassa. Sono almeno sette notti che lo sogno. Lo vedo sulla porta di legno della sua casa, e poi sogno anche lo scrigno, e vedo la donna, di cui non conosco il nome, che si alza dal suo sonno, nel cortile del suo palazzo luminoso, mentre le porto il suo cuore. Ma nessuno crede a una storia così, nessuno crede che una chiave sia la strada per il cuore di una donna.
– Tu ci credi? – fa Carmen, dopo un istante.
Annuisco.
L’olandese abbassa il coltello, ubriaco. Felice.
– E voi? – fa ancora Carmen ai due al mio fianco. I due si sono seduti. Sbattono gli occhi, attendono.
– Tra un’ora parte il piroscafo per l’Islanda. Ci imbarchiamo col doblone – faccio, raggiante, pensando: se loro credono a questa storia, ci crederò anch’io.


Ciao Giulio!

L'idea mi è piaciuta. Un pirata che rischia il collo in una bettola, inventa una storia col supporto (credo consapevole) di Carmen, ma se la cava a metà: ci deve andare anche lui (ma non sembra preoccuparsene troppo)

La forma è appropriata al contesto e l'ho trovata buona. Nei dialoghi, le battute funzionano, ma qualche scambio non è chiarissimo, come l'ultimo, in cui Carmen si rivolge agli irlandesi, ma poi a rispondere è il protagonista. Lì probabilmente avresti dovuto inserire un pensiero o un'azione del protagonista prima della battuta, in modo da chiudere il racconto in maniera più efficace.

La costruzione della frottola, che diventa talmente assurda da risultare credibile, mi è piaciuta particolarmente. Quello che manca, secondo me, è il fraseggio interno del protagonista, che pur rischiando la pelle non fa una piega. Forse qualche emozione o sensazione piazzata qua e là, avrebbe aiutato. Anche fossero state di spacconeria, se è così che volevi far intendere il pirata.

L'introduzione raccontata non mi ha dato particolarmente fastidio, ma se fossi partito direttamente mostrando Halifax che giochicchiava col coltello sul tavolaccio della locanda, avremmo già saputo dove eravamo. Avresti risparmiato qualche carattere che potevi usare per pensieri/caratterizzazione dei personaggi.

Al netto di qualche aspetto migliorabile, il racconto l'ho trovato buono e piacevole da leggere, con picchi di alto livello (vedi la storiella labirintica che funziona alla grande)

A presto e buona edition,

Matteo

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Debora
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#10 » lunedì 28 aprile 2025, 23:23

Ciao Giulio, piacere di leggerti. A me questa idea dello scrigno con dentro il cuore di una donna piaceva così tanto che sono rimasta quasi delusa nello scoprire che se l’era inventata! Mi piace l’idea ma soprattutto mi piace il ritmo che gli dai e certi passaggi tipo questo: “Lo scrigno, invece, si trova dentro un baule. Il baule è dentro una cassa di legno di noce. La cassa è dentro una cisterna, e la cisterna è sepolta sotto la colonna di una piazza, nel mercato di un paese in Islanda.”
Come ti hanno fatto notare ci sono certi dialoghi che spiazzano un attimo la lettura e magari ci si aspettava qualcosa di più weird ma il tuo è comunque un buonissimo racconto. Buona edition!

Frankestissimo
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#11 » ieri, 15:01

Ciao Giulio,

racconto nel racconto molto suggestivo, che però per me manca di qualche stampella per rendere il tutto più chiaro. Peccato, perché dentro la taverna mi ci avevi portato, e anche dentro il palazzo in Islanda, però poi mi rimangono troppi punti interrogativi: era una storia inventata o se la sognava davvero? Quelli che volevano sgozzarlo davvero credono a una storia assurda così, sulla parola, e vanno in Islanda? Non so, forse ti hanno penalizzato i 3k caratteri, però a me non è arrivato molto quindi prova così così.

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julia
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Re: Racconti di pirati

Messaggio#12 » 44 minuti fa

ehilà giulio, è stato un piacere aver letto il tuo racconto ❁

「RACCONTO」
allooora, premetto che mi piace come scrivi e che hai utilizzato parole che un po’ mi hanno fatto sorridere perché proprio adatte al creare l’atmosfera giusta per questa edizione, però la trama praticamente non avanza e rimane tutto lì: andrebbe anche bene, mi piacciono le storie rinchiuse nello stesso luogo, ma il fatto è che si scambia questo racconto di pirati e non succede più nulla… non c’è una conclusione molto forte, visto che il protagonista si autoconvince, mentre per quanto riguarda il pieno del racconto faccio fatica a trovare il vero conflitto: inizialmente pensavo ci sarebbe stato quando citavi il cuore nello scrigno e che quindi saremmo andati un po’ a virare verso una storia dell'orrore, invece c’è stata questa citazione a mo’ di fiera dell’est di angelo branduardi (o yzma e kronk con le scatole dentro altre scatole) che mi ha smorzata un pochino..

「TEMA」
per quanto riguarda il tema della pirateria secondo me si apre bene e gli elementi alla fine ci sono tutti per rispecchiarlo: l’osteria, i pirati, il sacco sbattuto sul tavolo, si riescono persino a sentire i fumi… e tutt’attorno c’è quel creare la tensione, personaggi riconoscibili e l’obiettivo del venderci una storia. ♥

「CONSIGLI」
mi sento di consigliarti solo in una eventuale revisione il mostrare un pochino di più e approfondire il tema del “cuore”, che mi ha colpito molto ma non hai usato tanto, insomma fare une un twist un po’ oscuro. pensi possa essere una buona idea?

「FRASI PREFERITE」
giulio.palmieri ha scritto:Fruga nervosa con la mano nel sacco, e sorride, crudele, guardando i tre coi suoi occhi azzurri.
«un giorno guarderemo a questi momenti difficili e ne rideremo»
❀❁♡

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