Paolo - di Claudia Stancanelli
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Paolo - di Claudia Stancanelli
Paolo.
di Claudia Stancanelli
“Mamma hai visto chi è quello?”
“Chi?”
“Quello mamma! Quello con il maglione a quadri che beve un caffè”
“No, chi è?”
“E’ Paolo Gemasi! madonna che vecchio dal vivo, è pieno di rughe”
“Ma figurati, è che in televisione sembrano tutti più giovani”.
Lia non aveva sentito questa discussione. Era lontana, seduta ad un tavolino del bar sotto casa, prendeva il suo solito espresso prima
della lezione del lunedì. Era lontana, ma conosceva questi dialoghi. Li conosceva talmente bene che li driblava con eleganza ormai.
“Sei precisa oh! ma perché non vai in quel programma dei sosia in TV, magari ti pagano pure!”.
Lia sembrava un maschio. Un maschio famoso per carità, ma pur sempre un maschio. Uguale a Paolo Gemasi, l’attore. Che poi, mica era la prima femmina senza seno? C’era qualcosa in più in lei, sembrava un maschio. Quando qualche mese fa la fermarono chiedendo
“A Pà ce fai un autografo?” non seppe come reagire, tra il divertimento di sentirsi famosa e il disagio di non sembrare donna.
Finì il suo caffè e andò via, non si accorse che c’era anche un’altra persona lì con gli occhi su di lei.
“Buonasera, lei deve essere Giulia, la nuova segretaria”
“Si, salve”
“Piacere io sono Lia, tengo le lezioni di yoga solo lunedì e giovedì, gli altri giorni ci sarà Luca”
“ Si, già so tutto, registrare i nomi degli allievi all’ingresso e chiudere le porte dopo dieci minuti dall’inizio”
“Perfetto”.
“Mani giunte al petto, ed espiriamo. Grazie a tutti, a giovedì”.
Ad ogni fine lezione Lia regalava sempre un applauso ai suoi allievi.
“Scusi, io non mi sono presentata, sono arrivata un po’ in ritardo”
“si ho visto, non si preoccupi”
“mi chiamo Sandra Ganci, piacere e complimenti, mai seguita una lezione così interessante”
“Grazie, cerco sempre di mettere qualcosa di nuovo e mi fa piacere sentire le vostre impressioni a fine lezione”
“Senta perché non andiamo a bere qualcosa”
“Beh, ecco io”
“Su coraggio Lia, non mi dica di no, concludiamo il nostro yoga con del vino, non è un bel finale per la sua lezione?”
“Si ineffetti si, però dammi del tu per piacere”.
“Dimmi un pò Lia, cosa sei oltre ad un’ insegnante di yoga?”
“Mah, temo poco altro”
“Mmm, ti credo poco”, Giulia la fissava da quando si erano sedute al tavolo.
“..Senti Lia..”, Lia abbassò lo sguardo. Sapeva cosa stava per dirle Giulia, la innervosiva solo l’idea, “Vorrei farti una proposta. Io dirigo un’ agenzia per modelle, mi occupo anche di casting per pubblicità” Lia appoggiò il bicchiere di vino sul tavolo, “Volevo chiederti se ti piacerebbe lavorare con me”
“Ma per fare cosa esattamente?”
“Tutto. Ho in mente una campagna unica, geniale. Voglio che tu mi faccia da modella uomo e da modella donna, il tuo sesso rimarrà nascosto, decidiamo un nome con cui lanciarti. Sappiamo tutte e due che tu sei la persona perfetta, Paolo”.
Questa era una proposta di lavoro, essere il sosia di Paolo Gemasi adesso aveva tutt’altro sapore.
di Claudia Stancanelli
“Mamma hai visto chi è quello?”
“Chi?”
“Quello mamma! Quello con il maglione a quadri che beve un caffè”
“No, chi è?”
“E’ Paolo Gemasi! madonna che vecchio dal vivo, è pieno di rughe”
“Ma figurati, è che in televisione sembrano tutti più giovani”.
Lia non aveva sentito questa discussione. Era lontana, seduta ad un tavolino del bar sotto casa, prendeva il suo solito espresso prima
della lezione del lunedì. Era lontana, ma conosceva questi dialoghi. Li conosceva talmente bene che li driblava con eleganza ormai.
“Sei precisa oh! ma perché non vai in quel programma dei sosia in TV, magari ti pagano pure!”.
Lia sembrava un maschio. Un maschio famoso per carità, ma pur sempre un maschio. Uguale a Paolo Gemasi, l’attore. Che poi, mica era la prima femmina senza seno? C’era qualcosa in più in lei, sembrava un maschio. Quando qualche mese fa la fermarono chiedendo
“A Pà ce fai un autografo?” non seppe come reagire, tra il divertimento di sentirsi famosa e il disagio di non sembrare donna.
Finì il suo caffè e andò via, non si accorse che c’era anche un’altra persona lì con gli occhi su di lei.
“Buonasera, lei deve essere Giulia, la nuova segretaria”
“Si, salve”
“Piacere io sono Lia, tengo le lezioni di yoga solo lunedì e giovedì, gli altri giorni ci sarà Luca”
“ Si, già so tutto, registrare i nomi degli allievi all’ingresso e chiudere le porte dopo dieci minuti dall’inizio”
“Perfetto”.
“Mani giunte al petto, ed espiriamo. Grazie a tutti, a giovedì”.
Ad ogni fine lezione Lia regalava sempre un applauso ai suoi allievi.
“Scusi, io non mi sono presentata, sono arrivata un po’ in ritardo”
“si ho visto, non si preoccupi”
“mi chiamo Sandra Ganci, piacere e complimenti, mai seguita una lezione così interessante”
“Grazie, cerco sempre di mettere qualcosa di nuovo e mi fa piacere sentire le vostre impressioni a fine lezione”
“Senta perché non andiamo a bere qualcosa”
“Beh, ecco io”
“Su coraggio Lia, non mi dica di no, concludiamo il nostro yoga con del vino, non è un bel finale per la sua lezione?”
“Si ineffetti si, però dammi del tu per piacere”.
“Dimmi un pò Lia, cosa sei oltre ad un’ insegnante di yoga?”
“Mah, temo poco altro”
“Mmm, ti credo poco”, Giulia la fissava da quando si erano sedute al tavolo.
“..Senti Lia..”, Lia abbassò lo sguardo. Sapeva cosa stava per dirle Giulia, la innervosiva solo l’idea, “Vorrei farti una proposta. Io dirigo un’ agenzia per modelle, mi occupo anche di casting per pubblicità” Lia appoggiò il bicchiere di vino sul tavolo, “Volevo chiederti se ti piacerebbe lavorare con me”
“Ma per fare cosa esattamente?”
“Tutto. Ho in mente una campagna unica, geniale. Voglio che tu mi faccia da modella uomo e da modella donna, il tuo sesso rimarrà nascosto, decidiamo un nome con cui lanciarti. Sappiamo tutte e due che tu sei la persona perfetta, Paolo”.
Questa era una proposta di lavoro, essere il sosia di Paolo Gemasi adesso aveva tutt’altro sapore.
- Andrea Partiti
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Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Ciao!
Mi piace il tuo sviluppo del tema, che apparentemente prendi di petto sviluppandolo nel modo ovvio, però dandogli un risvolto particolare con il sesso sbagliato del sosia e di come alla fine riesce ad accettare il suo ruolo e viverlo come un vantaggio e non come un malus.
Lo stile ha bisogno di una piccola stirata per levare piegoline e problemi, in particolare i dialoghi sembrano troppo ingessati per le situazioni informali che descrivi. Leggendoli ad alta voce sono troppo forzati, non sembrano frasi da "persone vere" e penso potresti migliorarli.
(Per gusto personale cambierei anche il nome della reclutatrice, per evitare il duetto Giulia/Lia. Il lettore è stupido è ha bisogno di nomi ben distinti!)
Domande a cui non mi sono dato una risposta: perché la chiama Paolo alla fine?
Mi piace il tuo sviluppo del tema, che apparentemente prendi di petto sviluppandolo nel modo ovvio, però dandogli un risvolto particolare con il sesso sbagliato del sosia e di come alla fine riesce ad accettare il suo ruolo e viverlo come un vantaggio e non come un malus.
Lo stile ha bisogno di una piccola stirata per levare piegoline e problemi, in particolare i dialoghi sembrano troppo ingessati per le situazioni informali che descrivi. Leggendoli ad alta voce sono troppo forzati, non sembrano frasi da "persone vere" e penso potresti migliorarli.
(Per gusto personale cambierei anche il nome della reclutatrice, per evitare il duetto Giulia/Lia. Il lettore è stupido è ha bisogno di nomi ben distinti!)
Domande a cui non mi sono dato una risposta: perché la chiama Paolo alla fine?
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- Messaggi: 35
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Ciao Andrea,
grazie per il tuo commento. Ti dirò che la scelta di dialoghi scarni e serrati l’avevo adottata come scelta stilistica/necessità per non perdermi in parole non utili a centrare il racconto, cercando però di renderli veri inserendo qualche tentennamento e qualche colore nei toni. Ma forse non ci sono riuscita :)
Per quanto riguarda il Paolo finale, era una battuta che Giulia la reclutatrice faceva a Lia, quasi uno sfottò. E’ proprio per quello che le propone il lavoro, perchè è il sosia di Paolo Gemasi.
Grazie per tutti i consigli!
grazie per il tuo commento. Ti dirò che la scelta di dialoghi scarni e serrati l’avevo adottata come scelta stilistica/necessità per non perdermi in parole non utili a centrare il racconto, cercando però di renderli veri inserendo qualche tentennamento e qualche colore nei toni. Ma forse non ci sono riuscita :)
Per quanto riguarda il Paolo finale, era una battuta che Giulia la reclutatrice faceva a Lia, quasi uno sfottò. E’ proprio per quello che le propone il lavoro, perchè è il sosia di Paolo Gemasi.
Grazie per tutti i consigli!
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Ciao Claudia.
L’idea alla base di questo racconto è molto originale: una donna sosia di un uomo. La trovo, oltre che originale, anche molto interessante per tutte le implicazioni psicologiche che una situazione del genere può comportare.
Diciamo che sei stata brava a districarti con i dialoghi e a portare avanti la vicenda.
Quello che manca è un po’ di cura nei dialoghi, nella punteggiatura, ma forse questo è colpa del poco tempo a disposizione.
C’è anche un’altra cosa che mi è poco chiara: nel paragrafo centrale inserisci il personaggio di Sandra che invita Lia a bere del vino. Ecco, non capisco l’utilità di questo personaggio ai fini della storia. Ma forse sono io che non ne ho colto in pieno il significato.
Alla prossima.
:-)
L’idea alla base di questo racconto è molto originale: una donna sosia di un uomo. La trovo, oltre che originale, anche molto interessante per tutte le implicazioni psicologiche che una situazione del genere può comportare.
Diciamo che sei stata brava a districarti con i dialoghi e a portare avanti la vicenda.
Quello che manca è un po’ di cura nei dialoghi, nella punteggiatura, ma forse questo è colpa del poco tempo a disposizione.
C’è anche un’altra cosa che mi è poco chiara: nel paragrafo centrale inserisci il personaggio di Sandra che invita Lia a bere del vino. Ecco, non capisco l’utilità di questo personaggio ai fini della storia. Ma forse sono io che non ne ho colto in pieno il significato.
Alla prossima.
:-)
Maria Rosaria
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Ciao Claudia,
il tuo racconto mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché l'idea del sosia uomo/donna mi è piaciuta da subito. Lo sviluppo, però, mi ha lasciato qualche dubbio: la scelta dei dialoghi preponderanti rispetto al raccontato va bene se nel parlato si dicono cose importanti (considerando sempre che siamo limitati a 3000 caratteri), mentre ho trovato lunghi alcuni dialoghi (presentazione della nuova segretaria ad esempio), che alla fine non hanno quel "peso" ipotizzato.
Invece, laddove il dialogo e il raccontato sono stati pesati bene (scena dell'autografo), la lettura risulta viva, briosa.
Buono il finale e anzi, avrei rincarato la dose cercando di far emergere lo stato psicologico della protagonista nell'udire "Paolo". Ma questo è collegato all'alternanza di cui sopra, troppo sbilanciata al dialogo, secondo me, rispetto al racconto.
Comunque è un racconto in cui c'è molto da salvare e qualcosa da limare.
Alla prossima,
Giancarmine
il tuo racconto mi ha lasciato un po' di amaro in bocca perché l'idea del sosia uomo/donna mi è piaciuta da subito. Lo sviluppo, però, mi ha lasciato qualche dubbio: la scelta dei dialoghi preponderanti rispetto al raccontato va bene se nel parlato si dicono cose importanti (considerando sempre che siamo limitati a 3000 caratteri), mentre ho trovato lunghi alcuni dialoghi (presentazione della nuova segretaria ad esempio), che alla fine non hanno quel "peso" ipotizzato.
Invece, laddove il dialogo e il raccontato sono stati pesati bene (scena dell'autografo), la lettura risulta viva, briosa.
Buono il finale e anzi, avrei rincarato la dose cercando di far emergere lo stato psicologico della protagonista nell'udire "Paolo". Ma questo è collegato all'alternanza di cui sopra, troppo sbilanciata al dialogo, secondo me, rispetto al racconto.
Comunque è un racconto in cui c'è molto da salvare e qualcosa da limare.
Alla prossima,
Giancarmine
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Mi piace l'idea di giocare sulla differenza di sesso. Mi piace anche la struttura della storia, con le varie scene, che la rende più simile a un racconto di largo respiro. Non mi appassiona molto il finale, perché in fondo omologa e rende "utile" quella differenza e quell'equivoco. Sì lo so, altrove mi lamento della mancanza di lieto fine e qui mi lamento che c'è. Ma per me con un tema come quello che hai trovato si deve cercare una risoluzione finale più potente.
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
L'idea è molto originale. Simpatica anche. La soluzione della maestra di yoga, meno.
Perchè proprio un'insegnante di yoga? Che tra l'altro beve vino? Non dovrebbero essere megasalutisti? Ma vino a parte, avrei preferito un'incontro diverso. Anche al bar sarebbe amdato bene, ma un'insegnante di yoga che dirige anche una agenzia di casting... Boh, mi sembra eccessivo. All'inizio pensavo stesse flirtando, in effetti, e non mi sarebbe dispiaciuto. Detto questo, un racconto godibile.
Perchè proprio un'insegnante di yoga? Che tra l'altro beve vino? Non dovrebbero essere megasalutisti? Ma vino a parte, avrei preferito un'incontro diverso. Anche al bar sarebbe amdato bene, ma un'insegnante di yoga che dirige anche una agenzia di casting... Boh, mi sembra eccessivo. All'inizio pensavo stesse flirtando, in effetti, e non mi sarebbe dispiaciuto. Detto questo, un racconto godibile.
Polly
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- Messaggi: 265
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Ciao Claudia
Credo che il pezzo debba essere rivisto. I dialoghi sembrano un po' troppo forzati soprattutto quelli dello "Yoga", anche alcune dinamiche mi sembrano strane.
La chiusa avviene un pò troppo in fretta e poi non ho ben chiaro che età abbia Lia: se assomiglia ad un anziano dovrebbe essere un anziana. L'idea è buona ma andrebbe sistemata.
Credo che il pezzo debba essere rivisto. I dialoghi sembrano un po' troppo forzati soprattutto quelli dello "Yoga", anche alcune dinamiche mi sembrano strane.
La chiusa avviene un pò troppo in fretta e poi non ho ben chiaro che età abbia Lia: se assomiglia ad un anziano dovrebbe essere un anziana. L'idea è buona ma andrebbe sistemata.
Re: Paolo - di Claudia Stancanelli
Ho l'impressione che alcuni commentatori si siano confusi un po'... Lia è l'insegnante di yoga, Sandra è la dirigente dell'azienda per modelle. A me è sembrato chiaro fin da subito, ma il fatto che più commentatori si siano sbagliati può essere dovuto alla punteggiatura e alla mancanza di maiuscole all'inizio di alcune linee di dialogo. Per me questo è un pollice quasi su e il migliore racconto del gruppo. Ti chiedo di dargli una sistemata nel Laboratorio perché sì, in Vetrina ci starebbe bene. Complimenti, ottimo esordio su Minuti Contati.
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