Mentre fuori c'è il sole (dalla Patrizia Rinaldi edition)

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Shanghai Kid
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Mentre fuori c'è il sole (dalla Patrizia Rinaldi edition)

Messaggio#1 » lunedì 31 gennaio 2022, 18:44

Mentre fuori c’è il sole

Guardo fuori dalla finestra e vedo quello che la vita può offrire, quello a cui devo rinunciare.
È una bella giornata, per chi è libero deve essere uno spettacolo godersi un sole così.
Sono anni ormai che mi ritrovo circondato da queste quattro pareti luride, di un colore che toglierebbe l’allegria a chiunque, scrostate qua e là.
Non è così per tutti, lo leggo negli occhi degli altri prigionieri, lo capisco da come si comportano.
Che vita può essere questa? Sto sprecando i miei anni migliori, cazzo. La mia giovinezza chiuso qui dentro, a marcire, a fottermi l’energia, a soffocarla nella noia di quella che mi sembra una punizione ingiusta.
Chi lo stabilisce cosa si debba e non si debba fare?
Siamo così sicuri che l’idea imposta di cosa è giusto sia l’unica possibile?
Mi sembra di vivere nell’attesa dell’ora d’aria, come un cane chiuso in un triste appartamento di cinquanta metri quadri che aspetta che il padroncino si degni di portarlo a pisciare e a fare due corse.
Non è sempre stato così, no.
Mi ricordo quando da bambini, io e il Claudio giocavamo a fare gli astronauti. Bastava poco, allora, per essere altrove: rubavamo i caschi e i guanti dei nostri padri, ci infilavamo gli stivali di gomma, zaino in spalla e via.
Il divano si trasformava immediatamente nel nostro razzo. Immaginarsi liberi a fluttuare nell’Universo era una cosa facile, allora.
Liberi…
Avevamo il dono dell’ubiquità: eravamo in salotto e sulla Luna, nello stesso momento.
Adesso no. Adesso, io ci provo ancora a viaggiare lontano, almeno nella mia testa. Ma questi bastardi mi ritirano giù, mi sbattono dentro questa gabbia a buttare nel cesso i miei giorni, anche quelli con un sole così.

Mi sento un fastidio nel naso. Questa volta deve essere grossa. Controllo che il secondino non mi fissi con quel suo sguardo indagatore da frustrato di merda e mi infilo l’indice nel naso. Se le dita delle mani avessero un lavoro, il mio indice sinistro sarebbe un minatore, cazzo. Estraggo la caccola e la guardo divertito: è grande. Un’altra occhiata furtiva al secondino. Via libera: la attacco al muro.
Mi viene da ridere, è la mia piccola vendetta.
Tanto fa già schifo così. Uno che sta nella cella accanto alla mia mi ha raccontato che qualche mese fa poco ci mancava che gli cadesse l’intonaco in testa. Figuriamoci se il problema sono le mie caccole.

Un rumore acuto mi ricorda che è l’ora del cambio della guardia e quello che sta per succedere non mi piace.
Tra ‘sti stronzi ce ne sono anche di simpatici, ma la maggior parte sono degli sfigati. Io non so un cazzo del mondo, ma se fai un lavoro così devi per forza essere un incapace, o quantomeno un infelice.
Questo però è il peggiore. Penso che mi abbia preso di mira perchè non c’è giorno che mi lasci stare. Si vede che si gongola nel suo ruolo. È un sadico e ci gode a umiliarci, a ricordarci i nostri rispettivi ruoli, a sbatterci in faccia che non saremo mai all’altezza di quel sole che c’è fuori, non fino a che non ci avranno “riparato”, insegnato a essere cittadini responsabili e non avanzi di una società che sta marcendo. Qualche volta è stato capace di misericordia, ma mai con me. Sembra che ci goda a sbattermi in faccia il mio fallimento.
Secondo me non scopa.
Mi faccio piccolo piccolo, lo facciamo in tanti qui dentro quando arriva lui, che almeno non mi vede e se non mi vede magari è la volta buona che mi lascia stare.
Abbasso la testa e mi stringo in me stesso: che oggi l’umiliazione sia di qualcun altro.
“Allora… Locatelli,” il mio aguzzino appoggia la borsa e un mezzo sorriso lo fa assomigliare al Joker. Mi sento il cuore dappertutto. Stringo i pugni. Non può chiamare di nuovo me, maledetto stronzo.
“Vediamo un po’ se questa volta l’hai studiata la rivoluzione francese” mi dice mentre apre il registro.
Il mio vicino di banco tira un sospiro di sollievo.
Sono pronto a un altro quattro.



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gcdaddabbo
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Re: Mentre fuori c'è il sole (dalla Patrizia Rinaldi edition)

Messaggio#2 » martedì 26 aprile 2022, 11:21

Il racconto è simpatico. Francamente avevo pensato ad una prigione del sudest asiatico o ad un mondo fantascientifico. L'uscita finale mi ha strappato un sorriso, ma mi ha anche deluso. Sarò stato anch'io un aguzzino per quarant'anni? Interrogavo usando il random della calcolatrice. Nessuno poteva accusarmi di avercela con lui, ma nessuno poteva mai sentirsi al sicuro. Studiare la rivoluzione francese era comunque un'opzione possibile e forse un fazzoletto di stoffa per la cattura delle caccole. Magari la rivincita è fargli vedere che di rivoluzione ne sai più di lui.

alexandra.fischer
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Re: Mentre fuori c'è il sole (dalla Patrizia Rinaldi edition)

Messaggio#3 » lunedì 9 maggio 2022, 18:19

Racconto molto interessante, dapprima sembra che Locatelli si trovi in una galera per un crimine non commesso, magari per essere rieducato. C’è l’oppressione della stanza stretta e lurida, della finestrella da dove si scorge la bella giornata che non vedrà mai, e si sente giustamente più sfortunato di un cane, portato a sgambettare fuori dal padrone. E dire che da piccolo ha giocato all’astronauta. Bella l’immagine delle caccole sul muro in rovina e anche il gelo dei secondini frustrati. Ma…un momento, questa è una scuola e c’è l’interrogazione di Storia, per la quale il Nostro è impreparato.


Attenzione:
Riscriverei la frase: non è così per tutti, lo vedo da come si comportano, sono indifferenti.
A mio giudizio, merita la Vetrina.

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