Il punto cieco
Il punto cieco
Il punto cieco - Gemma Trimarco
Seduto dietro al bancone di un bar anonimo e defilato, Nino sorseggia qualcosa di cui non ricorda il nome. Non ricorda il nome di parecchie cose a dire il vero, e di parecchie persone. La radio trasmette le note festose di ritornelli natalizi che stridono con le pigre luci che lumeggiano a intermittenza dalla vetrina, mentre lui si sofferma per la prima volta sul fatto che non abbia mai imparato le parole di ginglbels. Cazzo, non si può non conoscere le parole di gingl-bels, pensa scuotendo il capo! Non ti cambiano di certo la vita, ma se a cinquant'anni non le sai, resti per sempre quel deficiente che canta gingl-bels, gingl-bels, na...na...na...na...na... e questo vorrà pur dire qualcosa!
Nino si volta verso gli altri avventori scrutandoli con un volto ispido. Un vecchio con la patta aperta alza il naso verso di lui per un attimo e poi torna a farsi gli affari suoi.
Bene, bravo, non guardarmi, pensa, ma c'era un tempo in cui la gente faceva a spintoni per guardarlo, per strappargli un autografo, una parola. Sua madre glielo aveva detto subito: tale e quale a Marlonbrando me pari! E aveva ragione. Ma che ci fai se sei tale e quale a uno che è morto, e che tutti sanno che è morto e quindi sanno anche che tu non puoi essere lui! Eppure lui ci aveva creduto per un po' e aveva smesso di andare a imparare il mestiere con Arturo, l'elettricista, che ora si era comprato la casa e pure il negozio. Aveva creduto a sua madre, aveva creduto a molte donne, aveva creduto a un amico con la giacca buona che gli aveva preso tutti i risparmi con la promessa di Ollivud, perché con una faccia così non ti fermerà neanche l'oceano... poi, un giorno, aveva smesso di credere.
La porta in fondo si apre, ma lui non si muove, sarà un altro derelitto, magari un nessuno che non ha avuto la fortuna di assomigliare a qualcuno ma che ha comunque creduto di poter essere un altro e... SBANG... la vita invece gli ha dimostrato chiaramente che non si fa, nemmeno per un momento.
Il nuovo arrivato si viene a sedere proprio accanto a lui e Nino non ha bisogno di guardare, gli basta l'odore. Credeva che nessuno acquistasse più la fragranza di muschio bianco del Bodisciop in fondo alla via, eppure è certo che sia quella. Alza gli occhi e la donna dal profumo scadente gli sorride. Belle labbra, trucco leggero, capelli ondulati. Un po' forte di fianchi ma, si sa, gli angeli li trovi solo sui video delle sfilate di iu-tube.
- Beh, che c'è? - le chiede - vuoi dirmi che sono tale e quale? Bene, sono contento per te, perché io non so che farmene di questa faccia!
- Siamo tutti i sosia di noi stessi, amico mio, e la gente vede solo quello che vuole vedere. Si chiama punto cieco. Se io ora ti mettessi davanti un cartoncino con un punto e una X e ti chiedessi di chiudere l'occhio sinistro e di fissare il punto mentre muovo l'immagine verso di te, arriverebbe un momento in cui vedresti solo quello. E la croce?... puf... svanita! Forse dovresti aprirli tutti e due, gli occhi!
Seduto dietro al bancone di un bar anonimo e defilato, Nino sorseggia qualcosa di cui non ricorda il nome. Non ricorda il nome di parecchie cose a dire il vero, e di parecchie persone. La radio trasmette le note festose di ritornelli natalizi che stridono con le pigre luci che lumeggiano a intermittenza dalla vetrina, mentre lui si sofferma per la prima volta sul fatto che non abbia mai imparato le parole di ginglbels. Cazzo, non si può non conoscere le parole di gingl-bels, pensa scuotendo il capo! Non ti cambiano di certo la vita, ma se a cinquant'anni non le sai, resti per sempre quel deficiente che canta gingl-bels, gingl-bels, na...na...na...na...na... e questo vorrà pur dire qualcosa!
Nino si volta verso gli altri avventori scrutandoli con un volto ispido. Un vecchio con la patta aperta alza il naso verso di lui per un attimo e poi torna a farsi gli affari suoi.
Bene, bravo, non guardarmi, pensa, ma c'era un tempo in cui la gente faceva a spintoni per guardarlo, per strappargli un autografo, una parola. Sua madre glielo aveva detto subito: tale e quale a Marlonbrando me pari! E aveva ragione. Ma che ci fai se sei tale e quale a uno che è morto, e che tutti sanno che è morto e quindi sanno anche che tu non puoi essere lui! Eppure lui ci aveva creduto per un po' e aveva smesso di andare a imparare il mestiere con Arturo, l'elettricista, che ora si era comprato la casa e pure il negozio. Aveva creduto a sua madre, aveva creduto a molte donne, aveva creduto a un amico con la giacca buona che gli aveva preso tutti i risparmi con la promessa di Ollivud, perché con una faccia così non ti fermerà neanche l'oceano... poi, un giorno, aveva smesso di credere.
La porta in fondo si apre, ma lui non si muove, sarà un altro derelitto, magari un nessuno che non ha avuto la fortuna di assomigliare a qualcuno ma che ha comunque creduto di poter essere un altro e... SBANG... la vita invece gli ha dimostrato chiaramente che non si fa, nemmeno per un momento.
Il nuovo arrivato si viene a sedere proprio accanto a lui e Nino non ha bisogno di guardare, gli basta l'odore. Credeva che nessuno acquistasse più la fragranza di muschio bianco del Bodisciop in fondo alla via, eppure è certo che sia quella. Alza gli occhi e la donna dal profumo scadente gli sorride. Belle labbra, trucco leggero, capelli ondulati. Un po' forte di fianchi ma, si sa, gli angeli li trovi solo sui video delle sfilate di iu-tube.
- Beh, che c'è? - le chiede - vuoi dirmi che sono tale e quale? Bene, sono contento per te, perché io non so che farmene di questa faccia!
- Siamo tutti i sosia di noi stessi, amico mio, e la gente vede solo quello che vuole vedere. Si chiama punto cieco. Se io ora ti mettessi davanti un cartoncino con un punto e una X e ti chiedessi di chiudere l'occhio sinistro e di fissare il punto mentre muovo l'immagine verso di te, arriverebbe un momento in cui vedresti solo quello. E la croce?... puf... svanita! Forse dovresti aprirli tutti e due, gli occhi!
Re: Il punto cieco
Ciao Gemma! Se non sbaglio sei alla tua seconda partecipazione consecutiva, bravissima! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Morozzi Edition!
Re: Il punto cieco
È così, infatti. Spero questa volta di aver centrato il tema!
Buona Morozzi Edition a tutti!
Buona Morozzi Edition a tutti!
Re: Il punto cieco
Ciao Gemma,
l'atmosfera che crei è molto bella: merito di un protagonista azzeccato a cui riesci a dare una voce originale e credibile. Peraltro prima di leggere il tuo nome pensavo fosse un uomo a scrivere, quindi sei stata secondo me terribilmente efficace! A proposito della voce, in particolare, mi è piaciuto come hai giocato con le parole straniere: con un piccolo particoalre hai caratterizzato molto bene il tuo personaggio della profonda provincia italiana.
Purtroppo, invece, non mi è piaciuto - o meglio non ho proprio capito - il personaggio femminile: è una sorta di fata turchina un po' avanti con gli anni? è una semplice ammiratrice del suo bel volto? è un angelo? Anche quello che dice mi ha lasciato un po' interdetto: il discorso del punto cieco è molto figo, ma non lo vedo legato a quel personaggio e alla storia che avevi narrato, o almeno io non ho capito bene in che modo fosse collegato ad esso e per questo ho pensato ad una sorta di angelo come sembra quasi intuire il protagonista...
l'atmosfera che crei è molto bella: merito di un protagonista azzeccato a cui riesci a dare una voce originale e credibile. Peraltro prima di leggere il tuo nome pensavo fosse un uomo a scrivere, quindi sei stata secondo me terribilmente efficace! A proposito della voce, in particolare, mi è piaciuto come hai giocato con le parole straniere: con un piccolo particoalre hai caratterizzato molto bene il tuo personaggio della profonda provincia italiana.
Purtroppo, invece, non mi è piaciuto - o meglio non ho proprio capito - il personaggio femminile: è una sorta di fata turchina un po' avanti con gli anni? è una semplice ammiratrice del suo bel volto? è un angelo? Anche quello che dice mi ha lasciato un po' interdetto: il discorso del punto cieco è molto figo, ma non lo vedo legato a quel personaggio e alla storia che avevi narrato, o almeno io non ho capito bene in che modo fosse collegato ad esso e per questo ho pensato ad una sorta di angelo come sembra quasi intuire il protagonista...
Re: Il punto cieco
Ciao Claudio,
grazie per il commento.
In realtà gli 'angeli' a cui pensa il protagonista sono ben altri. La donna che gli si siede accanto, infatti, ha un profumo scadente e i fianchi un po' larghi (ben diversa dalle modelle della Victoria's secret che lui guarda su youTube), ma è una persona vera, normale, e forse un'occasione, probabilmente l'ennesima che lui si lascia sfuggire perché troppo concentrato a vedere solo una parte, il punto, perdendosi il resto.
I 3000 incombevano su di me e probabilmente ho contratto troppo...
grazie per il commento.
In realtà gli 'angeli' a cui pensa il protagonista sono ben altri. La donna che gli si siede accanto, infatti, ha un profumo scadente e i fianchi un po' larghi (ben diversa dalle modelle della Victoria's secret che lui guarda su youTube), ma è una persona vera, normale, e forse un'occasione, probabilmente l'ennesima che lui si lascia sfuggire perché troppo concentrato a vedere solo una parte, il punto, perdendosi il resto.
I 3000 incombevano su di me e probabilmente ho contratto troppo...
Re: Il punto cieco
Ciao Gemma. La tua scrittura mi è piaciuta molto. Te ne freghi di staccare i pensieri diretti dal resto del testo e la cosa mi piace. Il tuo racconto mi ha rapito, ma alla fine mi hai tirato un pugno in faccia. La storia del fogliettino con la x e il punto mi ha fatto frenare e mi ha obbligato a rallentare la lettura che, fino a quel momento, era stata briosa.
Il protagonista è ben descritto e anche la fata ha il suo perché, però non mi piace l'idea di una morale così diretta.
Nel complesso è un buon racconto, ma che non ha un buon finale ed è un vero peccato.
Il protagonista è ben descritto e anche la fata ha il suo perché, però non mi piace l'idea di una morale così diretta.
Nel complesso è un buon racconto, ma che non ha un buon finale ed è un vero peccato.
Re: Il punto cieco
Il punto cieco di Gemma
Racconto moderno e brioso con quel tocco di romanità che mi piace tanto. Stile particolare che ho molto apprezzato, soprattutto quando si prende delle licende gustose chiamando le cose esattamente come si pronunciano (vedi Ollivud, iu-tube, Marlonbrando tutto attaccato). Racconto che rispetta il tema e inciampa solo nel finale con la storia della X e del punto e ti costringe a una rilettura.
Un appunto :
Il nuovo arrivato si viene a sedere proprio accanto a lui e Nino non ha bisogno di guardare, gli basta l'odore [...] Alza gli occhi e la donna dal profumo scadente gli sorride.
(Quando scrivi il nuovo arrivato mi aspettavo un uomo, invece è una lei).
Racconto moderno e brioso con quel tocco di romanità che mi piace tanto. Stile particolare che ho molto apprezzato, soprattutto quando si prende delle licende gustose chiamando le cose esattamente come si pronunciano (vedi Ollivud, iu-tube, Marlonbrando tutto attaccato). Racconto che rispetta il tema e inciampa solo nel finale con la storia della X e del punto e ti costringe a una rilettura.
Un appunto :
Il nuovo arrivato si viene a sedere proprio accanto a lui e Nino non ha bisogno di guardare, gli basta l'odore [...] Alza gli occhi e la donna dal profumo scadente gli sorride.
(Quando scrivi il nuovo arrivato mi aspettavo un uomo, invece è una lei).
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)
Re: Il punto cieco
Ciao Francesco, ciao Angela e grazie per i vostri commenti.
Hai ragione, Francesco, la morale è un po' sbattuta in faccia, non richiesta e non cercata, penso che in tal senso tu definisca la donna una fata, quasi fosse il fantasma dei natali passati, mandato a tormentare un novello Scrooge. Non era mia intenzione, credo piuttosto sia stato un problema di caratteri e tempo, tutto sommato però, non mi dispiace nemmeno tanto come interpretazione.
Angela, è vero, 'il nuovo arrivato' lascia intendere che sia un uomo, ma il protagonista è di spalle, poco interessato a chi entra e chi esce, e riconosce la presenza femminile dal profumo al muschio bianco. Volevo lasciar sottintendere la sua conoscenza dell'universo femminile, frutto di frequentazioni passate, i bei tempi, quando riceveva le attenzioni di donne dai profumi costosi. Già dall'odore, pertanto, lui formula un giudizio sulla donna che gli si è seduta accanto, senza nemmeno guardarla, ma questo, d'altra parte, è quello che ha sempre fatto.
Buon Natale a tutti
Hai ragione, Francesco, la morale è un po' sbattuta in faccia, non richiesta e non cercata, penso che in tal senso tu definisca la donna una fata, quasi fosse il fantasma dei natali passati, mandato a tormentare un novello Scrooge. Non era mia intenzione, credo piuttosto sia stato un problema di caratteri e tempo, tutto sommato però, non mi dispiace nemmeno tanto come interpretazione.
Angela, è vero, 'il nuovo arrivato' lascia intendere che sia un uomo, ma il protagonista è di spalle, poco interessato a chi entra e chi esce, e riconosce la presenza femminile dal profumo al muschio bianco. Volevo lasciar sottintendere la sua conoscenza dell'universo femminile, frutto di frequentazioni passate, i bei tempi, quando riceveva le attenzioni di donne dai profumi costosi. Già dall'odore, pertanto, lui formula un giudizio sulla donna che gli si è seduta accanto, senza nemmeno guardarla, ma questo, d'altra parte, è quello che ha sempre fatto.
Buon Natale a tutti
- Andreacrux
- Messaggi: 75
Re: Il punto cieco
Ciao Gemma!
Intanto complimenti per la tua briosità come qualcun altro l'ha definita e per l'ambientazione che mi piace molto. In molti racconti sui sosia è stato scelto come set quello di un qualsiasi ed anonimo bar (l'ho fatto anche io), che è sicuramente di ispirazione, perciò mi hai incuriosito subito. Molto divertente il personaggio e la sua semplicità, la sua fallita speranza di diventare qualcuno per la sua somiglianza ad un personaggio famoso di cui conosce il volto ed il nome ma probabilmente nulla più, non sapendo nemmeno come si scrive Hollywood. Mi è piaciuta anche l'italianizzazione dei nomi americani, anche se forse l'hai un po' estremizzata (al quarto o quinto nome modificato si perde un po' l'effetto comico secondo me).
I punti su cui sono invece un po' critico sono due e sono:
- Il finale
Anche a me ha sorpreso l'arrivo di questa donna e la sua morale non richiesta e anche un po' troppo articolata se vogliamo; devi forse concentrarti troppo per capire la storia del punto e della X. In più (ma in questo non sarai stata di sicuro aiutata dai limiti dei 3000 caratteri) il suo arrivo e il suo interessarsi al protagonista mi sembra troppo rapido, quasi come se sapesse già dove trovarlo e fosse andata lì per lui (forse per tale motivo qualcuno ha pensato ad una fata).
- Il tema
In realtà l'essere sosia è visto qui per la maggior parte del testo come una sfortuna più che una condizione fortunata..
Leggendo la tua storia comunque emergono grandi capacità di scrittura,
spero di rileggerti presto.
Intanto complimenti per la tua briosità come qualcun altro l'ha definita e per l'ambientazione che mi piace molto. In molti racconti sui sosia è stato scelto come set quello di un qualsiasi ed anonimo bar (l'ho fatto anche io), che è sicuramente di ispirazione, perciò mi hai incuriosito subito. Molto divertente il personaggio e la sua semplicità, la sua fallita speranza di diventare qualcuno per la sua somiglianza ad un personaggio famoso di cui conosce il volto ed il nome ma probabilmente nulla più, non sapendo nemmeno come si scrive Hollywood. Mi è piaciuta anche l'italianizzazione dei nomi americani, anche se forse l'hai un po' estremizzata (al quarto o quinto nome modificato si perde un po' l'effetto comico secondo me).
I punti su cui sono invece un po' critico sono due e sono:
- Il finale
Anche a me ha sorpreso l'arrivo di questa donna e la sua morale non richiesta e anche un po' troppo articolata se vogliamo; devi forse concentrarti troppo per capire la storia del punto e della X. In più (ma in questo non sarai stata di sicuro aiutata dai limiti dei 3000 caratteri) il suo arrivo e il suo interessarsi al protagonista mi sembra troppo rapido, quasi come se sapesse già dove trovarlo e fosse andata lì per lui (forse per tale motivo qualcuno ha pensato ad una fata).
- Il tema
In realtà l'essere sosia è visto qui per la maggior parte del testo come una sfortuna più che una condizione fortunata..
Leggendo la tua storia comunque emergono grandi capacità di scrittura,
spero di rileggerti presto.
Re: Il punto cieco
Ciao,
perché? Perché una fine di questo tipo? Uno schiaffo in faccia a tutto quello che hai imbastito molto bene per tutto il racconto.
Inserisci perfettamente un nuovo personaggio e... cambi registro, cambi stile e mi sbatti un pippone a tradimento dal/dalla Dalai Lama dei Bar.
Non si fa. No, cavolo, non si fa.
Tema OK.
perché? Perché una fine di questo tipo? Uno schiaffo in faccia a tutto quello che hai imbastito molto bene per tutto il racconto.
Inserisci perfettamente un nuovo personaggio e... cambi registro, cambi stile e mi sbatti un pippone a tradimento dal/dalla Dalai Lama dei Bar.
Non si fa. No, cavolo, non si fa.
Tema OK.
Ultima modifica di Vastatio il giovedì 29 dicembre 2016, 14:06, modificato 1 volta in totale.
- leonardo.marconi
- Messaggi: 63
Re: Il punto cieco
Ciao Gemma, complimenti per il protagonista principale e i contorni che hai disegnato. Il racconto per trequarti è davvero piacevole da leggere: ho apprezzato le trovate in inglese maccheronico e in generale la weltanshauung e l'aura del protagonista, un po' tra lo sfigato e il poetico, tra il piagnone e il cinico, tra il trasognato e l'amaro. Purtroppo non ho digerito il finale e il personaggio di lei. Forse, sostituendola con un coetaneo del protagonista (magari un avvinazzato della zona o un altro personaggio dimenticato) anche quel piccolo simposio finale sarebbe potuto diventare molto interessante. Ma ripeto, per il resto, piacevole! Ciao!!
Re: Il punto cieco
Insomma non vi è proprio piaciuto il pippone moralista! Comunque grazie a tutti per i simpatici ( e preziosi) commenti. Vastatio, l'altra mattina dopo una notte da incubo (in cui mi ero trasformata nella Fortuna di Canadria e avrò arricchito chissà quanti Nevio), mi ritrovo a leggere il tuo 'cavolo non si fa'... beh è stato... fantastico. Buon anno a tutti!!
Re: Il punto cieco
Mi accodo... Perché il pippone moralista finale?!?!?! :D Mi rendo conto di non essere particolarmente originale, ma continuo ad accodarmi agli altri commenti nel sottolinearti la preparazione molto buona, lo stile ben definito, la capacità di scrittura... Fino a quando, appunto, ti sei resa conto del limite di caratteri incombente e TAAAC! Ecco, occhio che scrivere un racconto completo nei caratteri richiesti è la sfida superata la quale non puoi davvero porti limiti. Come consiglio non posso che suggerirti di controllare il quantitativo di caratteri strada facendo in modo da riuscire a controllare anche la direzione del racconto in modo da non costringerti a una frenata netta quando ormai non puoi tornare indietro. Pollice ni, ma riprendilo assolutamente eliminando la fata dei natali passati :D
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