Gioco
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Gioco
Un vecchio pensionato siede su una panchina di legno coprendo le frasi – Ste è stato qui – e un numero di telefono per servizi omosessuali rapidi. Sedendo non ha guardato le scritte. Tiene una mano sulla curvatura del bastone. Con l’altra regala carezze al cane, un peloso meticcio che inclina la testa per godere del ruvido palmo della mano, visibilmente contrastante con le grinze del dorso.
Il loro gioco, una gara a chi se ne andrà per primo. Un passatempo assai diverso da quando il vecchio aveva la forza di lanciare la palla e il cane aveva le zampe per correre a prenderla.
Sono usciti presto a godere del fresco venticello che sfiora i prati solleticando la rugiada, sono discesi dalla solita strada di sassi, un passo alla volta l’uomo, e il cane avanti a lui di qualche metro, quasi a fare da apripista, a verificare per lui che non ci fossero stati pericoli. Rifare la strada in salita al ritorno diventa ogni giorno più difficile. In breve dovranno sostituire anche quel luogo con un altro più agevole.
Il cane ha la barbetta sparuta e grigia, respira lentamente, annusa con fare automatico, senza curiosità né interesse.
Sono rimasti loro due.
La panchina è sempre lì ad aspettarli, fino a quando ce la faranno. È più giovane di loro nell’età ma non nell’aspetto.
Il vecchio si siede sempre vicino al bordo, come a voler lasciare il posto per qualche chiacchierone del mattino, qualche altro pensionato solitario.
Ah, se qualcuno avesse il tempo di fermarsi un attimo ad ascoltare le sue storie. Le storie sue e quelle del cane rimastogli vicino per diciassette intensi anni di amore.
Qualcuno passa, nessuno sosta. Lo degnano di uno sguardo, sì. Li vede che prima lo guardano e poi gettano gli occhi a seguire il terreno. Niente buongiorno, niente salve, niente di niente.
Ora è stanco, il vecchio. Si mette un po’ comodo, poggia il bastone sulla panchina e riprende a carezzare il cane.
Non servono parole.
Posa faticosamente un braccio sulla gamba, l’altro lo ferma sulla testa del suo migliore amico.
Poi, chiude gli occhi.
Il cane lo guarda, lo sente. Ha vinto lui il loro frivolo gioco.
Si distende a terra e la mano dell’amico, dalla testa, cade penzolante in mezzo alle gambe. Sposta le zampe sotto il mento, proprio sotto i quattro peli grigi. Fa un respiro profondo.
Poi, chiude gli occhi.
Oggi non ci sarà nessuna faticosa risalita.
È il momento di raggiungere il vecchio e iniziare assieme un nuovo gioco.
Il loro gioco, una gara a chi se ne andrà per primo. Un passatempo assai diverso da quando il vecchio aveva la forza di lanciare la palla e il cane aveva le zampe per correre a prenderla.
Sono usciti presto a godere del fresco venticello che sfiora i prati solleticando la rugiada, sono discesi dalla solita strada di sassi, un passo alla volta l’uomo, e il cane avanti a lui di qualche metro, quasi a fare da apripista, a verificare per lui che non ci fossero stati pericoli. Rifare la strada in salita al ritorno diventa ogni giorno più difficile. In breve dovranno sostituire anche quel luogo con un altro più agevole.
Il cane ha la barbetta sparuta e grigia, respira lentamente, annusa con fare automatico, senza curiosità né interesse.
Sono rimasti loro due.
La panchina è sempre lì ad aspettarli, fino a quando ce la faranno. È più giovane di loro nell’età ma non nell’aspetto.
Il vecchio si siede sempre vicino al bordo, come a voler lasciare il posto per qualche chiacchierone del mattino, qualche altro pensionato solitario.
Ah, se qualcuno avesse il tempo di fermarsi un attimo ad ascoltare le sue storie. Le storie sue e quelle del cane rimastogli vicino per diciassette intensi anni di amore.
Qualcuno passa, nessuno sosta. Lo degnano di uno sguardo, sì. Li vede che prima lo guardano e poi gettano gli occhi a seguire il terreno. Niente buongiorno, niente salve, niente di niente.
Ora è stanco, il vecchio. Si mette un po’ comodo, poggia il bastone sulla panchina e riprende a carezzare il cane.
Non servono parole.
Posa faticosamente un braccio sulla gamba, l’altro lo ferma sulla testa del suo migliore amico.
Poi, chiude gli occhi.
Il cane lo guarda, lo sente. Ha vinto lui il loro frivolo gioco.
Si distende a terra e la mano dell’amico, dalla testa, cade penzolante in mezzo alle gambe. Sposta le zampe sotto il mento, proprio sotto i quattro peli grigi. Fa un respiro profondo.
Poi, chiude gli occhi.
Oggi non ci sarà nessuna faticosa risalita.
È il momento di raggiungere il vecchio e iniziare assieme un nuovo gioco.
Re: Gioco
Aristide, benvenuto su Minuti Contati! Se ti va, chiedimi l'amicizia su fb, mi trovi come Antico di Minuti Contati e come Maurizio Bertino, così posso inserirti nel gruppo fb di mc, luogo privilegiato per godersi l'edizione dalla prima fila! Ma torniamo al racconto: tutto ok con i caratteri e il tempo, pertanto buona EMANUELE MANCO EDITION!
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Re: Gioco
grazie Antico. Passerò su fb a chiederti l'amicizia e l'ingresso nel gruppo anche se frequento poco quel social.
Re: Gioco
Ciao Aristide, benvenuto su Minuti Contati. Visto che è la prima volta che partecipi, ci tengo a dirti che i commenti sono finalizzati a migliorare il racconto. Partecipa in maniera attiva e vedrai che sarà una bella esperienza.
Veniamo al tuo racconto, sebbene l'idea non sia particolarmente originale, il racconto è gradevole. Alcune immagini sono buone, ma nella seconda parte della lettura ho accusato un po' di stanchezza.
La situazione è è già chiara, qui ho l'impressione che tu stia inserendo il tema del contest, ma non c'è n'era bisogno, era già chiaro.
Nel complesso è una prova più che sufficiente, ma manca lo spunto originale.
Ciao e buona edizione.
Veniamo al tuo racconto, sebbene l'idea non sia particolarmente originale, il racconto è gradevole. Alcune immagini sono buone, ma nella seconda parte della lettura ho accusato un po' di stanchezza.
Qualcuno passa, nessuno sosta. Lo degnano di uno sguardo, sì. Li vede che prima lo guardano e poi gettano gli occhi a seguire il terreno. Niente buongiorno, niente salve, niente di niente.
Ora è stanco, il vecchio. Si mette un po’ comodo, poggia il bastone sulla panchina e riprende a carezzare il cane.
La situazione è è già chiara, qui ho l'impressione che tu stia inserendo il tema del contest, ma non c'è n'era bisogno, era già chiaro.
Nel complesso è una prova più che sufficiente, ma manca lo spunto originale.
Ciao e buona edizione.
Re: Gioco
Mi accodo al commento di cui sopra, lo stile mi è piaciuto un sacco, anche se si specchia in uno sviluppo un po' mogio. Sul discorso di ceranu sono parzialmente d'accordo:
"Ah, se qualcuno avesse il tempo di fermarsi un attimo ad ascoltare le sue storie.
Qualcuno passa, nessuno sosta. Lo degnano di uno sguardo, sì. Li vede che prima lo guardano e poi gettano gli occhi a seguire il terreno. Niente buongiorno, niente salve, niente di niente."
Questa parte forse si poteva stringere un po', soprattutto "Le storie sue e quelle del cane rimastogli vicino per diciassette intensi anni di amore." mi è sembrato di troppo. Mentre "Ora è stanco, il vecchio" la eleggo a frase preferita di tutto il racconto e anzi, direi che è fondamentale!
"Ah, se qualcuno avesse il tempo di fermarsi un attimo ad ascoltare le sue storie.
Qualcuno passa, nessuno sosta. Lo degnano di uno sguardo, sì. Li vede che prima lo guardano e poi gettano gli occhi a seguire il terreno. Niente buongiorno, niente salve, niente di niente."
Questa parte forse si poteva stringere un po', soprattutto "Le storie sue e quelle del cane rimastogli vicino per diciassette intensi anni di amore." mi è sembrato di troppo. Mentre "Ora è stanco, il vecchio" la eleggo a frase preferita di tutto il racconto e anzi, direi che è fondamentale!
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Gioco
Ciao, benvenuto!
Hai scritto un ottimo racconto, forse con un tema stiracchiato ma si può perdonare.
Penso che, per quanto già breve, potrebbe essere ancora asciugato e reso più essenziale. Una volta portato il lettore nella situazione giusta, con i personaggi già presentati, sembra che tu prenda tempo per riempire lo spazio sulla pagina, calcando la mano sul sentimentalismo anche quando non serve nel racconto. Potresti persino consideare un breve stacco sul passato, sul loro incontro o un altro momento significativo, da inserire per spezzare la scena sulla panchina, per separare il momento tranquillo e abituale da quello della rassegnazione.
Anche lo spostamento di punto di vista finale è poco elegante. E' inevitabile essendo morto il personaggio che seguivi, ma a quel punto, per rispettare gli eventi che hai deciso, poteva avere senso mostrarci tutto dalla prospettiva del cane, oppure allontanarsi da entrambi in maniera decisa.
Hai scritto un ottimo racconto, forse con un tema stiracchiato ma si può perdonare.
Penso che, per quanto già breve, potrebbe essere ancora asciugato e reso più essenziale. Una volta portato il lettore nella situazione giusta, con i personaggi già presentati, sembra che tu prenda tempo per riempire lo spazio sulla pagina, calcando la mano sul sentimentalismo anche quando non serve nel racconto. Potresti persino consideare un breve stacco sul passato, sul loro incontro o un altro momento significativo, da inserire per spezzare la scena sulla panchina, per separare il momento tranquillo e abituale da quello della rassegnazione.
Anche lo spostamento di punto di vista finale è poco elegante. E' inevitabile essendo morto il personaggio che seguivi, ma a quel punto, per rispettare gli eventi che hai deciso, poteva avere senso mostrarci tutto dalla prospettiva del cane, oppure allontanarsi da entrambi in maniera decisa.
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Re: Gioco
Ciao a tutti.
Rispondo qui sotto perché non sono pratico di forum e delle sue tecniche di utilizzo.
@ceranu: la parte segnalata non era finalizzata all'inserimento del tema del contest in quanto per me era già presente nell'immagine del vecchio e il cane sulla panchina. Però come è stato scritto anche sotto da @Kuranes e @Andrea Partiti pare che potesse essere asciugata così da risultare più scorrevole nella lettura, senza andare a rimarcare concetti sottintesi. L'unica nota che non condivido è quella di Andrea sul punto di vista. Se fosse stato del cane allora il racconto avrebbe cambiato tenore. Per come è scritto deve essere una terza onniscente proprio perché il vecchio muore. In ogni caso questo commento mi ha fatto venire un'idea che andrebbe a modificare il testo con un colpo di scena finale. Vi ringrazio per i commenti e buon contest.
Rispondo qui sotto perché non sono pratico di forum e delle sue tecniche di utilizzo.
@ceranu: la parte segnalata non era finalizzata all'inserimento del tema del contest in quanto per me era già presente nell'immagine del vecchio e il cane sulla panchina. Però come è stato scritto anche sotto da @Kuranes e @Andrea Partiti pare che potesse essere asciugata così da risultare più scorrevole nella lettura, senza andare a rimarcare concetti sottintesi. L'unica nota che non condivido è quella di Andrea sul punto di vista. Se fosse stato del cane allora il racconto avrebbe cambiato tenore. Per come è scritto deve essere una terza onniscente proprio perché il vecchio muore. In ogni caso questo commento mi ha fatto venire un'idea che andrebbe a modificare il testo con un colpo di scena finale. Vi ringrazio per i commenti e buon contest.
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Gioco
Un'ottima prova, a mio parere. Si tratta di un racconto statico, senza particolari sconvolgimenti di trama, eppure ha la carica emotiva giusta e lascia il segno. Merito della dolcezza e della poesia della scena raccontata; il vecchio e il cane, un'amicizia commovente, tanta malinconia, una fine coerente. Riconosco che non ci sono eccezionali spunti di originalità in quanto ci racconti, ma apprezzo sia la scelta che hai fatto nel declinare il tema del mese sia lo stile che risulta (quasi) sempre all'altezza della carica emotiva che accompagna le tue parole.
Re: Gioco
Di sicuro è ben veicolato il messaggio di denuncia sull’abbandono sociale ed affettivo degli anziani. Di sicuro commovente l’immagine del fedele e vecchio cane che è rimasto probabilmente l’unico a voler bene al povero protagonista. Il racconto è secondo me ben scritto, ma diventa un po’ strappalacrime in quello che sembra un finale un po’ forzato.
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.
Re: Gioco
Ciao Aristide, il tuo racconto non è originalissimo, ma si presta a una piacevole lettura. L'eterna amicizia tra l'anziano e il cane ci viene suggellata da quadretti malinconici e struggenti. La punteggiatura è da rivedere, a mio parere, ma sono certo che in fase di rilettura puoi mettere a posto il tutto. Secondo me, però, il tema non è rispettato, solo intravisto.
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: Gioco
Ciao Aristide e benvenuto! Bel racconto, delicato e scorrevole, con il giusto ritmo. Ti confesso che, iniziando a leggere, ho pensato che i toni sarebbero stati estremamente leggeri, invece il finale, per quanto immaginabile, mi ha spiazzato. Non è facile colpire nel segno parlando di situazioni estremamente ordinarie, ma trovo che tu ci sia riuscito. Un buon lavoro, bravo!
Re: Gioco
Bello, molto. Direi un esordio su Minuti Contati davvero con il botto, complimenti. Una storia semplice, ma che lascia il segno. Delinei la situazione, avvinghi il lettore, procedi verso la conclusione, quello sì, rallentando forse un pelo troppo. Ho letto che hai avuto un'idea alternativa per il finale, sono cuurioso di leggerla. Questione tema: il punto cieco è rispettato, ma l'italianità è presente solo nella scritta sulla panchina e nel nome STE, forse un po' poco, avresti potuto contestualizzare meglio... In ogni caso non ti penalizzo perché qualcosa, anche se poco, c'è. Pollice quasi su per me. Passa dal Laboratorio con la versione revisionata, sono certo che non faticherai ad arrivare in Vetrina.
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