Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Dove diavolo sarà l’agenzia? – penso, ma forse l’ho detto ad alta voce, perché una vecchia seduta lì accanto allunga la mano ossuta.
– Di là, entri in quel vicolo, tre volte a destra.
– Per l’agenzia?
La vecchia annuisce e indica. Bofonchio un grazie e mi avvio, mal che vada farò un altro giro a vuoto.
D’altra parte devo cambiare casa e l’annuncio è allettante, quasi tanto da non farmi rimpiangere Elena.
Svolto nel vicolo e girando butto un occhio verso la donna, mi segue con lo sguardo, annuisce.
Il vicolo è lungo e si vede in fondo un angolo sulla destra, allungo il passo.
Non è che mi abbia buttato fuori di casa, però è stata chiara, prima me ne vado meglio è.
Svolto ancora, un altro vicolo a destra in fondo.
Così, appena vado via, può far venire Giorgio, ‘fanculo a tutti e due. D’altra parte la casa è sua, cornuto e mazziato.
Ultimo vicolo, ancora più stretto, senza uscita, ma c’è un arco a metà, sarà lì dentro la maledetta agenzia.
Imbocco l’arco, pochi passi e arrivo in una corte, c’è un unico negozio, non ci sono altri portoni, niente.
L’insegna dice: “La bottega del baratto di Olga”.
Al diavolo, non è la mia agenzia, comunque decido di entrare per chiedere informazioni.
Un antiquario – penso appena dentro – anzi no, un rigattiere.
C’è una quantità di oggetti di ogni tipo.
– Prego, si accomodi, l’ingresso è libero!
Questa deve essere Olga. Una signora in quell’età inafferrabile tra i trenta e i cinquanta, graziosa e un po’ strana, forse per via dell’abbigliamento démodé.
– Buongiorno, mi scusi, devo essermi perso, sto cercando l’agenzia immobiliare, potrebbe darmi delle indicazioni per arrivarci?
– Ah… certo, certo – annuisce lei sorridendo, poi prende in braccio il gatto che se ne stava accoccolato sul bancone – che ne pensi Bastet?
Andiamo bene questa parla col gatto. Lei alza la testa.
– Noi crediamo che lei sia nel posto giusto… mi dica, che le occorre?
– Ah ma è dunque questa… sono qui per l’annuncio, quello per il loft a 300 euro – mentre lo dico mi rendo conto che è impossibile, deve essere uno scherzo.
Lei, infatti, si fa una risata.
– Lei non vuole cambiare casa – dice poi – è un altro il suo baratto. Venga.
Scosta la tenda alle sue spalle.
– Vai Bastet, sai che devi fare… – Il gatto salta giù e sparisce dietro la tenda. – Venga, venga…
La seguo nel retrobottega. C’è il gatto che fissa una porta, la luce fa un effetto strano, sembra quasi luminosa.
– Ecco, mi lasci la sua valigetta, come baratto, oltre la porta c’è il suo.
– Oltre la porta? Il mio baratto? – chiedo io sconcertato. Lei annuisce.
Il gatto mi fissa, poi va e oltrepassa la porta, senza aprirla. Credo di essere impazzito.
– Vada – insiste Olga – troverà quello che cerca. Bastet l’aiuterà.
– Non lo so neanche io quello che cerco, come posso trovarlo?
Lei alza le spalle, sorride, e penso sia bellissima.
Faccio un passo, poi un altro, mi fermo a pochi centimetri dalla porta e guardo Olga, lei annuisce.
– È una bella valigetta, ne faccia buon uso – dico, quasi in un soffio.
Poi, faccio l’ultimo passo.
– Di là, entri in quel vicolo, tre volte a destra.
– Per l’agenzia?
La vecchia annuisce e indica. Bofonchio un grazie e mi avvio, mal che vada farò un altro giro a vuoto.
D’altra parte devo cambiare casa e l’annuncio è allettante, quasi tanto da non farmi rimpiangere Elena.
Svolto nel vicolo e girando butto un occhio verso la donna, mi segue con lo sguardo, annuisce.
Il vicolo è lungo e si vede in fondo un angolo sulla destra, allungo il passo.
Non è che mi abbia buttato fuori di casa, però è stata chiara, prima me ne vado meglio è.
Svolto ancora, un altro vicolo a destra in fondo.
Così, appena vado via, può far venire Giorgio, ‘fanculo a tutti e due. D’altra parte la casa è sua, cornuto e mazziato.
Ultimo vicolo, ancora più stretto, senza uscita, ma c’è un arco a metà, sarà lì dentro la maledetta agenzia.
Imbocco l’arco, pochi passi e arrivo in una corte, c’è un unico negozio, non ci sono altri portoni, niente.
L’insegna dice: “La bottega del baratto di Olga”.
Al diavolo, non è la mia agenzia, comunque decido di entrare per chiedere informazioni.
Un antiquario – penso appena dentro – anzi no, un rigattiere.
C’è una quantità di oggetti di ogni tipo.
– Prego, si accomodi, l’ingresso è libero!
Questa deve essere Olga. Una signora in quell’età inafferrabile tra i trenta e i cinquanta, graziosa e un po’ strana, forse per via dell’abbigliamento démodé.
– Buongiorno, mi scusi, devo essermi perso, sto cercando l’agenzia immobiliare, potrebbe darmi delle indicazioni per arrivarci?
– Ah… certo, certo – annuisce lei sorridendo, poi prende in braccio il gatto che se ne stava accoccolato sul bancone – che ne pensi Bastet?
Andiamo bene questa parla col gatto. Lei alza la testa.
– Noi crediamo che lei sia nel posto giusto… mi dica, che le occorre?
– Ah ma è dunque questa… sono qui per l’annuncio, quello per il loft a 300 euro – mentre lo dico mi rendo conto che è impossibile, deve essere uno scherzo.
Lei, infatti, si fa una risata.
– Lei non vuole cambiare casa – dice poi – è un altro il suo baratto. Venga.
Scosta la tenda alle sue spalle.
– Vai Bastet, sai che devi fare… – Il gatto salta giù e sparisce dietro la tenda. – Venga, venga…
La seguo nel retrobottega. C’è il gatto che fissa una porta, la luce fa un effetto strano, sembra quasi luminosa.
– Ecco, mi lasci la sua valigetta, come baratto, oltre la porta c’è il suo.
– Oltre la porta? Il mio baratto? – chiedo io sconcertato. Lei annuisce.
Il gatto mi fissa, poi va e oltrepassa la porta, senza aprirla. Credo di essere impazzito.
– Vada – insiste Olga – troverà quello che cerca. Bastet l’aiuterà.
– Non lo so neanche io quello che cerco, come posso trovarlo?
Lei alza le spalle, sorride, e penso sia bellissima.
Faccio un passo, poi un altro, mi fermo a pochi centimetri dalla porta e guardo Olga, lei annuisce.
– È una bella valigetta, ne faccia buon uso – dico, quasi in un soffio.
Poi, faccio l’ultimo passo.
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ma buonasera, Mario! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Emanuele Manco Edition!
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ho come l'impressione che il lettore, come Olga, avrebbe dovuto capire qual è il baratto, e quindi mi sento scemissimo perché non ci sono arrivato. O forse il senso è proprio lasciare aperto il dubbio! Comunque mi è piaciuto molto. Evviva la combinazione prima persona e presente. L'information-dump sul suo status sentimentale mi è sembrata un po' superflua, o comunque un po' troppo spiattellata ad uso del lettore; "D’altra parte la casa è sua, cornuto e mazziato", mi sono un po' confuso su di chi fosse la casa e chi fosse cornuto (suppongo di lei, e cornuto è lui, ma ci si arriva dopo un attimo).
"Andiamo bene questa parla col gatto", ci metterei una virgola dopo "bene".
"Andiamo bene questa parla col gatto", ci metterei una virgola dopo "bene".
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
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Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ciao, il tuo racconto è ben scritto, tema centrato perfettamente con il classico negozio evanescente alla Dylan Dog, crei un bellissimo ritmo nella serie di vicoli in cui ci fai entrare con la stessa riluttanza del tuo protagonista, ci metti proprio sulla sua spalla e ci riesci benissimo... ma non capisco il significato della storia, come va a finire.
Siccome ci racconti la storia del protagonista molto nel dettaglio per lo spazio che ritagli (perché sta cercando casa, i suoi problemi, l'essere cornuto), tutto mi fa pensare che lo scambio debba avere molto a che fare con quello. Non gli serve una casa nuova, gli serve qualcosa di diverso che risolva i suoi problemi e preoccupazioni, ma non riesco a capire cosa. Neppure il ruolo della valigetta, perché è importante e perché Olga la vuole. Forse quella potrebbe essere un MacGuffin, sì, ma quel che riceve in cambio non può esserlo.
Mi sono anche andato a leggiucchiare la pagina di wikipedia sulla dea Bastet per vedere se si trattava di qualche riferimento o tradizione di cui ero all'oscuro, ma non mi è stato utile.
Siccome ci racconti la storia del protagonista molto nel dettaglio per lo spazio che ritagli (perché sta cercando casa, i suoi problemi, l'essere cornuto), tutto mi fa pensare che lo scambio debba avere molto a che fare con quello. Non gli serve una casa nuova, gli serve qualcosa di diverso che risolva i suoi problemi e preoccupazioni, ma non riesco a capire cosa. Neppure il ruolo della valigetta, perché è importante e perché Olga la vuole. Forse quella potrebbe essere un MacGuffin, sì, ma quel che riceve in cambio non può esserlo.
Mi sono anche andato a leggiucchiare la pagina di wikipedia sulla dea Bastet per vedere se si trattava di qualche riferimento o tradizione di cui ero all'oscuro, ma non mi è stato utile.
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Vi leggo eh, ma vi risponderò solo dopo che saranno finiti i giochi delle votazioni.
Apprezzo i commenti.
Apprezzo i commenti.
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ecco, qui c'è da pensare e ripensare, e pure a lungo. La storia si fa seguire con curiosità e fascino, merito anche dello stile molto ben curato e perfettamente consono all'ambientazione. Poi si arriva ad un finale che finale non è, perché manca quell'ultimo rigo, o magari quell'ultima parola per rendere chiaro il tutto. Allora il lettore ricomincia a leggere da capo, facendo un tremendo testacoda e di nuovo si trova a leggere quell'ultimo rigo che non chiude, anzi rimanda ad una nuova, più attenta lettura. Una sorta di circolo vizioso nel quale sono piombato per tua scelta. E uno come me, appassionato di misteri e di giochi enigmistici, a un certo punto comincia a cadere preda delle congetture. E quindi ho letto il tutto con attenzione diversa, da indagatore più che da assiduo lettore. E quindi mi sono chiesto se quel girare "tre volte a destra" suggerito dalla vecchia non sia un modo per girare intorno e ritornare al punto di partenza ma da un altro lato. In effetti, girando
tre volte a destra e percorrendo tratti di medesima lunghezza si ritorna al punto di partenza. E allora mi sono chiesto se Olga non fosse proprio la vecchia, visto che si era tornati al punto di partenza; lo stesso personaggio ma ringiovanito? Vuol dire che il baratto consiste in una nuova chance? In un ritorno indietro nel tempo per una nuova possibilità?
Ecco, vedi cosa si rischia ad essere criptici sul finale? Il rischio è che ogni lettore diventi, in qualche modo, scrittore, anzi co-scrittore. E dunque sono costretto a giudicare il tuo racconto alla luce del mio contributo (generato però, probabilmente, dal tuo sapiente intento). Il giudizio è positivo. Anzi, MOLTO positivo. Però, visto il mio ruolo da co-scrittore, se vinci mi devi cedere metà dei tuoi punti! Vabbè, facciamo un quarto...
tre volte a destra e percorrendo tratti di medesima lunghezza si ritorna al punto di partenza. E allora mi sono chiesto se Olga non fosse proprio la vecchia, visto che si era tornati al punto di partenza; lo stesso personaggio ma ringiovanito? Vuol dire che il baratto consiste in una nuova chance? In un ritorno indietro nel tempo per una nuova possibilità?
Ecco, vedi cosa si rischia ad essere criptici sul finale? Il rischio è che ogni lettore diventi, in qualche modo, scrittore, anzi co-scrittore. E dunque sono costretto a giudicare il tuo racconto alla luce del mio contributo (generato però, probabilmente, dal tuo sapiente intento). Il giudizio è positivo. Anzi, MOLTO positivo. Però, visto il mio ruolo da co-scrittore, se vinci mi devi cedere metà dei tuoi punti! Vabbè, facciamo un quarto...
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario! Fondamentalmente condivido i giudizi di Andrea e Raffaele, il racconto è scritto in maniera esemplare e si legge tutto d’un fiato, ma il finale purtroppo non soddisfa appieno.
Ipotizzo che la porta aperta da Bastet sia un passaggio verso un’altra realtà, dove il protagonista può trovare ciò che cerca (non certo, o almeno non solo, un appartamento :) ). Non capisco però perché il baratto debba essere proprio la valigetta: almeno un piccolo indizio sul perché l’oggetto del baratto debba essere proprio quello secondo me dovrebbe esserci. Magari un accenno al fatto che lì dentro ci sono le cose che ha portato via da casa di Elena, gli oggetti della sua vecchia vita che non gli serviranno nella nuova...
Con ciò, per me è stata una lettura piacevole (come praticamente tutto quello che scrivi!). Alla prossima :)
Ipotizzo che la porta aperta da Bastet sia un passaggio verso un’altra realtà, dove il protagonista può trovare ciò che cerca (non certo, o almeno non solo, un appartamento :) ). Non capisco però perché il baratto debba essere proprio la valigetta: almeno un piccolo indizio sul perché l’oggetto del baratto debba essere proprio quello secondo me dovrebbe esserci. Magari un accenno al fatto che lì dentro ci sono le cose che ha portato via da casa di Elena, gli oggetti della sua vecchia vita che non gli serviranno nella nuova...
Con ciò, per me è stata una lettura piacevole (come praticamente tutto quello che scrivi!). Alla prossima :)
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, benvenuto nel club: "Quelli che scrivono i racconti per autocompiacimento e se ne fregano di quello che può arrivare al lettore, tanto il racconto a me piace, l'ho pensato così e ne vado fiero."
Magari lavorerò sul nome del club, ma il concetto è chiaro e a me i titoli lunghi piacciono. Tornando al commento, mi unisco al coro di quelli che mi hanno preceduto. La scrittura è frizzante e chiara come sempre, ma il tuo racconto resta volutamente ambiguo. Io ho due ipotesi:
1) Lui torna a vivere a casa sua con lei e vissero per sempre felici e contenti.
2) Lui muore e smette di arrancare per il mondo.
Sono certo che nessuno delle due sia giusta, ma a me piacciono e seguendo il regolamento del QCSIRPAESNFDQCPAALTIRAMPLHPCENVF (devo trovare una sigla più immediata) il racconto va bene così, perché soddisfa me lettore.
Nel complesso è un buon racconto che però dovrò giudicare anche in base alla poca fruibilità.
Ciao e alla prossima.
Magari lavorerò sul nome del club, ma il concetto è chiaro e a me i titoli lunghi piacciono. Tornando al commento, mi unisco al coro di quelli che mi hanno preceduto. La scrittura è frizzante e chiara come sempre, ma il tuo racconto resta volutamente ambiguo. Io ho due ipotesi:
1) Lui torna a vivere a casa sua con lei e vissero per sempre felici e contenti.
2) Lui muore e smette di arrancare per il mondo.
Sono certo che nessuno delle due sia giusta, ma a me piacciono e seguendo il regolamento del QCSIRPAESNFDQCPAALTIRAMPLHPCENVF (devo trovare una sigla più immediata) il racconto va bene così, perché soddisfa me lettore.
Nel complesso è un buon racconto che però dovrò giudicare anche in base alla poca fruibilità.
Ciao e alla prossima.
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Per me sicuramente un finalista! Innanzitutto trovo il tema centrato: l’idea che in qualunque dei piccoli negozietti, forse un po’ “dimenticati”, che ci sono nei vicoli delle nostre bellissime città possa trovarsi un magico angolo pronto a regalarci sogni e felicità è molto affascinante. Ho pensato alla canzone “negozio di antiquariato” , a “Chocolat”, e più alla lontana a “cose preziose” di S. King e al negozio di Hamlin di Dylan Dog (anche se i proprietari degli ultimi due avevano sicuramente missioni meno salubri della nostra Olga). Insomma, i veri tesori si nascondono negli angoli più nascosti.
Respiro un po’ di redenzione per il povero protagonista e per chi come lui si trova a dover affrontare traumi sentimentali di quell’entità, e la cosa mi piace. Ovviamente resto col dubbio su cosa esattamente il baratto fosse, ma credo sia precisa idea dell’autore lasciarlo immaginare a noi, e apprezzo molto la cosa . Bravo!
Respiro un po’ di redenzione per il povero protagonista e per chi come lui si trova a dover affrontare traumi sentimentali di quell’entità, e la cosa mi piace. Ovviamente resto col dubbio su cosa esattamente il baratto fosse, ma credo sia precisa idea dell’autore lasciarlo immaginare a noi, e apprezzo molto la cosa . Bravo!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Come detto, vi leggo e commenterò alla fine, per ora sappiate che vi voglio bene e sono felice di essere inciampato in Minuti Contati "girando per i vicoli di internet", proprio come il nostro personaggio.
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, sei fortunato. Fai parte di quel gruzzolo di scrittori che anche se fanno soffrire il lettore vengono apprezzati lo stesso. E io faccio parte di quelli che ti apprezzano, s'intende. C'è della magia nella tua scrittura, qualcosa che fa piacere al lettore il tuo racconto. D'altro canto ci sono io, che qualunque cosa scriva, sembra essere priva di questa magia. O narro troppo, o sono troppo ermetico, dicono, e finisco regolarmente in fondo alla classifica. Fa niente, il tuo racconto è scritto molto bene, e quasi quasi sono soddisfatto così; di che cosa ci sia nella valigetta e quale sia il baratto non me ne frega niente. Se però alla fine ce lo vuoi dire...
Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Davvero, non so cosa pensare. Accompagni il lettore in modo magistrale, sembra davvero di essere di fianco al tuo protagonista, di seguirlo da un passo dietro. Ci mostri il suo background, le sue aspettative, la sua rabbia, poi ecco Olga e Bastet, infine il finale e il grande ARGH! perché la sensazione netta è che manchi qualcosa che chiuda il cerchio. E non intendo che serva necessariamente la risposta, svelare il baratto, ma che sembra manchi una chiave interpretativa precedente, per spiegare Olga e quanto accade. Tema rispettato in entrambe le sue due facce principali. Non posso non assegnarti meno del pollice tendente all'alto, ma con quel piccolo ingrediente in più che non riesco a identificare (ma che spero tu troverai se procederai con la fase della revisione) non potrà che essere su.
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Re: Il negozio del baratto di Olga - Mario Pacchiarotti
Ti leggo su consiglio dell'Antico: trovo che abbia ragione riguardo al protagonista. E' davvero molto ben tratteggiato. Lasciato da Elena per fare posto al rivale Giorgio, cerca una nuova casa e trova un nuovo mondo. Il punto cieco è il negozio di rigattiere dove ci sono Olga e la gatta Bastet e il tutto in cambio della valigetta che lui ha con sé. Forse manca una sbirciata a quel mondo, ma lo immagino in stile egizio.
Attento a: andiamo bene questa parla con il gatto (manca la virgola dopo bene)
Attento a: andiamo bene questa parla con il gatto (manca la virgola dopo bene)
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