Il geografo scoordinato

[Lorenzo Diddi]

Il geografo scoordinato



In quella casetta fatta di mattoni azzurri e che si contraddistingueva dalle altre semplicemente perché altre case non c’erano, viveva un vecchio geografo con barba molto lunga di lunedì e assente di domenica.
Gli anni era solito misurarli in minuti e i minuti in anni, i giorni invece li misurava in secondi e le ore in ere perché vedeva le cose a modo suo e collezionava carte geografiche ma solo perché le aveva disegnate lui.
Ogni carta mostrava la stessa mappa ma con i punti cardinali disposti in modo differente, che variavano ogni giorno, benché lui fosse un geografo. Si divertiva a giocare con le coordinate.
Così, una volta, andando verso Sud, che magari era l’Est la volta prima, si accorse che il mondo finiva e si vedeva solo lo spazio buio più che mai. Decise quindi di inoltrarsi nell’oscurità per capire cosa contenesse e mentre avanzava iniziarono ad apparire granelli di sabbia color arancio che mai aveva visto in vita sua e poi vide un abete invisibile che rifletteva solo il blu. Approfittò della bella scoperta e prendendo dalla tasca del suo cappello una matita senza punta, si mise d’impegno a disegnare sulla sua carta geografica quella nuova terra.
Era tuttavia indeciso su come posizionare i punti cardinali perché durante la sua esplorazione aveva dimenticato l’Ovest da qualche parte e quindi era rimasto con solo tre coordinate da sfruttare. Dato che veniva da Sud, ma che poteva essere il Nord due giorni prima, decise che quello sarebbe stato l’Est perché non amava l’idea di andare a Nord.
Poi girò a destra e prese il Sud ancora una volta che lo portò all’Ovest e si accorse che lo aveva tralasciato vicino a un ponte che non aveva la fine e davanti al quale un cartello indicava il Nord. Così si avventurò per quel ponte e dopo aver compiuto il primo passo nel vuoto, vide che il percorso proseguiva verso un altro cartello dove invece era indicato l’Est e quindi pensò di essere sulla strada verso il deserto sabbioso appena scoperto.
Infatti dopo alcuni anni, perché i minuti li contava in anni, tornò al punto di partenza e decise di rientrare a casa per terminare i disegni sulle sue carte geografiche e divertirsi a scambiare le varie coordinate tra un disegno e un altro. Sorprendentemente si accorse di non avere più con se la carta geografica che aveva seguito e realizzato quella mattina e che lo aveva condotto al deserto inesplorato prima d’allora, ma aveva tutte le altre che mostravano lo stesso disegno di sempre, ma con coordinate diverse e soprattutto senza ancora l’aggiunta del deserto e dell’abete invisibile.
Il geografo spaesato più che mai, pianse e tentò di recuperare la sua carta cercando ovunque ma non riuscendo a trovarla. Non capendo come avesse fatto a perderla, cercò di ricordare la strada che aveva percorso e si avviò verso il Nord ma non era più sicuro che quello fosse il Nord dato che non aveva più la carta con se e sulla quale regnavano quelle precise coordinate. Disperato più che mai analizzò tutte le altre carte e iniziò a studiare le possibili combinazioni.
Passarono delle ere in cui il povero geografo dalla disperazione si tagliò la barba e questo gli permise di capire che fosse domenica. Il fatto di avere un piccola e misera certezza in quell'abisso di non conoscenza lo rallegrò di un poco e lo portò a ritentare di ricordare le corrette coordinate ma si accorse che il fatto di sapere che giorno fosse non fece che complicare le cose perché essendo mutato il giorno le coordinate che erano state poste sulla carta geografica perduta sarebbero cambiate e quindi sarebbe stato impossibile risalire alle coordinate di partenza.


Lorenzo Diddi (Andrea Cavaletto Edition, 16-04-2018).

[antico]

Molto bene, Lorenzo! Tutto ok con i caratteri e, ovviamente, con il tempo! Buona Cavaletto Edition!

[alexandra.fischer]

Racconto molto calviniano (io l’ho visto così, per via del geografo: un personaggio molto surreale, che vede il tempo e i punti cardinali basandosi sulle mappe che si è disegnato da solo). Divertente il particolare della barba che scompare alla domenica per tornare durante la settimana. Inquietante il deserto e l’albero dall’ombra blu, ma anche la casa dai mattoni azzurri non scherza, appare solitaria e piena di segreti. Si tratta davvero di una dimora stregata.


Attenzione a:
altre case non c’erano (scriverei: non ce n’erano)
si accorse di non avere più con se (refuso, scrivi: con sé).

[Lorenzo Diddi]

Ciao Alexandra, grazie molte per il tuo commento prezioso e stimolante. Per di più spontaneo. Grazie per aver commentato il mio racconto sebbene non fosse nel gruppo a te assegnato. Come ti ho scritto, il tuo racconto mi è piaciuto e trovo una scrittura scorrevole e precisa. Grazie ancora.

[Filippo Santaniello]

Ciao Lorenzo, tra punti cardinali e barbe il tuo racconto mi condotto in una dimensione onirica fin troppo diradata in cui trovare appigli che possano sollecitarmi a dare un giudizio pienamente positivo. Il racconto è ben scritto, d’altronde a Minuti Contati è raro trovarne che non lo siano, però il peregrinare del tuo eroe si fa sempre più vago e inconstinte e si ha l’impressione che nemmeno l’autore sappia dove andare. Il lettore quindi finisce il racconto con un senso di profondo smarrimento in cui ripensa a ciò che ha appena letto senza che un nesso venga in superficie. Se questo era l’obiettivo allora hai fatto centro e non posso far altro che incitarti a mettere nuovamente alla prova la tua fantasia!

[Lorenzo Diddi]

Ciao Luciano ! grazie del commento! si...in effetti l'intento era proprio quello di creare uno smarrimento al lettore e...pure a me...ahah grazie per l'osservazione attenta.

[eleonora.rossetti]

Ciao Lorenzo, ben trovato. Beh, che dire, se il tuo intento era quello di disorientare, l'hai centrato in pieno. Forse troppo XD perché, un po' per i periodi lunghi e poveri di punteggiatura, ho dovuto leggere e rileggere per cogliere appieno il significato del tuo racconto, e forse non sono sicura di averlo compreso appieno ancora adesso. Di sicuro la fantasia ce l'hai e si vede, solo che veramente ho faticato a tenere il filo degli eventi, proprio mentre leggevo.
Per l'attinenza al tema, più che "dimore" vedrei "luoghi stregati", volendo allargarne l'interpretazione. E ci può stare (se mi sbaglio smentiscimi senza remore XD)
Ripeto, avessi guidato meglio il lettore con una prosa meno "pesante", l'avrei collocato più in alto. A tuo favore ci va, lo ripeto, l'immaginazione e l'impronta visionaria e onirica che hai dato alla tua storia.

[Lorenzo Diddi]

Ciao Eleonora! Grazie davvero per il tuo commento e la pazienza a immergerti nella storia ahah. Hai ragione, a volte mi lascio prendere un po' troppo da queste immagini che bussano alla porta...cercherò di far tesoro del tuo suggerimento! Grazie, comunque, per la bella critica.

[Paola B.]

Davvero poetico questo racconto. La leggerezza delle immagini, la descrizione del protagonista, le scelte del geografo che come un bambino ripristina le coordinate secondo i propri gusti. Questa parte l’ho molto apprezzata.
Non capisco dov’è il contest… È lui così particolare o è il luogo in cui vive che lo rende così? C’è molta confusione. Ci sono dei refusi e i periodi sono molto lunghi, a volte. Da rivedere.

[White Duke]

La scrittura mi è sembrata confusionaria e ho dovuto leggerlo un paio di volte per riuscire a seguirlo perché mi ero perso nella narrazione. Inoltre non ho capito se tutta la vicenda è dovuta alla casa in cui vive o sono le mappe che sono magiche, o è lui ad esserlo. Quindi in definitiva mi è sembrato anche poco attinente al tema proposto. Mi dispiace perché si vede l’impegno dell’autore nel creare qualcosa di alternativo e originale. Però il mio sincero parere è che non mi ha convinto.

[Linda De Santi]

Ciao Lorenzo!
Di sicuro il tuo è un racconto originale, con una bella idea di fondo e uno stile coerente con il titolo e le premesse.
Il suo limite è che, purtroppo, dopo un po’ (diciamo da metà in poi) l’intento della storia diventa evidente e tutto quello che segue alla prima metà è semplicemente una riproposta dello stesso meccanismo. Forse, in questo particolare caso, un testo più breve sarebbe stato più efficace.
Inoltre, mi sa che non ho afferrato bene l’idea che incarna il tema del contest… è la dimora del geografo che lo fa essere così “scoordinato”?
In definitiva, un racconto con una bella idea, ma che a mio parere andrebbe abbreviato per conferirgli una resa ancora migliore.
Spero di esserti stata utile. Alla prossima! :)

[Lorenzo Diddi]

Ringrazio tutti coloro che hanno, in questi giorni, commentato e letto il racconto. Mi fa piacere che sia stato apprezzato l'intento di creare un qualcosa di onirico e fantasioso. Per rispondere ai dubbi sulla dimostra stregata: sono consapevole che non sia stato facile individuare la dimora in quanto ho cercato e voluto esprimere il concetto implicitamente, affidandolo a quelle immagini che, nella nostra mente, vengono per disorientarci e, quindi, condurci in un luogo stregato del nostro inconscio. Ci ho provato. Mi dispiace che il racconto non sia stato chiaro in tal senso. Non riesco a distaccarmi da questo stile fantasioso e quindi mi rendo conto di poter essere penalizzato. Mi dispiace ma accolgo sempre con interesse i vari suggerimenti.

Vi ringrazio e buon proseguimento.

[Monica Patrizi]

Ciao Lorenzo!
Il tuo racconto è originale e ricco di immagini poetiche, riesci a condurre il lettore in un mondo incantato. Anche per lo stile che hai usato, il tuo geografo mi ha ricordato uno dei personaggi descritti ne "Il Piccolo Principe", di Antoine De Saint Exupery. Faccio fatica tuttavia a trovare il tema "dimora stregata", sebbene in qualche modo il vagare del protagonista e i suoi modi bizzarri di costruire mappe, (bella l'immagine della matita spuntata e dei segni cardinali che mutano) la possano evocare. Rispetto al Contest questa prova non mi convince del tutto, spero tuttavia di rileggerti presto perché hai un modo di scrivere molto gradevole.

[DandElion]

In quella casetta fatta di mattoni azzurri e che si contraddistingueva dalle altre semplicemente perché altre case non c’erano, viveva un vecchio geografo con barba molto lunga di lunedì e assente di domenica.

Fino a qui è tutto chiaro..

Mi sembra chiaro l'intento di confondere e lasciar perdere nelle tue parole il lettore e inquietante questo sei stato bravissimo, perché da questo passo:

Così, una volta, andando verso Sud, che magari era l’Est la volta prima, si accorse che il mondo finiva e si vedeva solo lo spazio buio più che mai.

fino alla fine io avevo dato per scontato che il suo viaggio fosse fuori casa, non dentro! quindi ho dovuto rileggere il racconto per capire che non era mai uscito e che tutto avviene nella casa..
Uhssignur! bellissimo, ma molto complicato!!Sicuramente azzeccato, però: direi che in effetti finora è la casa più stregata di sempre!

[Lorenzo Diddi]

Ciao a tutti cari lettori! Vi ringrazio moltissimo per tutti i commenti e i tanti suggerimenti! Ho apprezzato e accolto tutti i pareri (positivi e meno positivi) sul racconto. Come sempre è un piacere e un privilegio poter ricevere consigli e appunti da lettori e scrittori così appassionati ! Buon proseguimento a tutti con l'Edizione.
Un grazie sincero a tutti.

PS: In questi giorni mi è capitato, a mia volta, di leggere tanti testi davvero interessanti.

[antico]

Che fantastica fantasia al servizio di uno stile unico! Occhio, il commento non è positivo, ma, davvero, le immagini che crei sono fantastiche, poi, chiaro, il tutto va revisionato e concordo con chi ti ha sottolineato che la seconda parte perde mordente perché tende a ritorcersi su se stessa e a riproporre un meccanismo ormai noto. Sembra venire a mancare una direzione, insomma... Che è quello che volevi raggiungere, ma che già avevi ottenuto nella prima parte. Questa, almeno, la mia idea. Racconto da revisionare, al momento pollice ni, se passi dal Laboratorio evocami che sarò felice di dare il mio contributo.