Sogni
- SalvatoreStefanelli
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Sogni
SOGNI
di Salvatore Stefanelli
L'ingresso in quella casa sembrò sin troppo normale per una dimora in cui si diceva abitasse un fantasma. Mi guardavo intorno con la speranza che il mio istinto potesse proteggermi da una improvvisa apparizione.
Non accadde nulla.
Ho sempre avuto paura dei fantasmi, ma avevo urgente bisogno di una casa e quella era l'unica adatta alle mie possibilità. O quella o dormire sotto i ponti.
La padrona di casa era una vecchietta simpatica, con nessuna intenzione di vendere quella che era stata la dimora della sua antenata, e che ancora lo era, secondo quanto raccontava. Quella sera, dopo che mi offrì la cena, in casa mia, chiacchierammo un po'.
«Allora, Gianni, che te ne pare?»
«Molto bella, davvero. Non avrei mai immaginato che una casa così potesse restare libera, a questo prezzo poi». Sorrisi. «Mi aveva quasi convinto con la storia del fantasma".
«Oh! Ma Guendalina non mancherà di venirti a trovare, stanotte» disse alzandosi e dirigendosi verso il suo appartamento. «Oh, sì! Eccome se verrà!»
La sua risata risuonò, sinistra, per le scale. "Ecco" pensai, "mi ci voleva solo una padrona di casa visionaria".
«Non è mica matta».
Trasalii. Mi era sembrato di aver sentito una voce, ma intorno a me non vidi nessuno.
«La mia Berta mi vuole un gran bene e non ti permetterò di pensar male di lei».
«Chi sei? Dove sei? Fatti vedere!» urlai, nel cadere sul divano.
«Non c'è mica bisogno di gridare, ci sento benissimo» disse la donna che, all'improvviso, era apparsa davanti ai miei occhi. Il cuore mi batteva all'impazzata, stavo sudando freddo, eppure, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Cavoli! Se era bellissima. Avevo immaginato così la donna dei miei sogni. Inoltre, indossava una veste trasparente che lasciava intravedere le sue grazie così come la mamma l'aveva fatta. O, quasi.
«La smetti di fissarmi?»
«Sì, sì, certo!» balbettai.
«E allora perché continui? Non è bello guardare così una donna».
«Non è neanche bello apparire in questo modo… senza neanche essere invitata»
«Invitata? In casa mia?». Squillò in una risata limpida e travolgente. Avevo paura di lei, eppure, me ne stavo innamorando.
Scomparve come era apparsa: all'improvviso.
«Devo andarmene da qua! E dove? Come?» «No! devo andar via, ora!». «Ma dove?». Frugai tra le tasche; mi restavano solo dieci euro e non avrei avuto altri soldi prima dell'indomani. Pensai ai ponti, ma no, dormire per strada non era una opzione possibile. Me ne sarei andato il girono dopo. Sì, dovevo fare così.
La notte passò in un silenzioso osservare di tutte le ombre, almeno sino a quando, verso l'albeggiare, non crollai dalla stanchezza e dal sonno.
Al mio risveglio sembrò fosse stato solo un sogno. «Sì, devo essermi immaginato tutto. Mi sarò fatto influenzare dal racconto della vecchia».
Bussarono alla porta. Era lei.
«Allora, l'hai vista?»
«Chi?»
«Guendalina. L'hai vista?»
«No! e la finisca, per favore: non c'è nessun fantasma qui. Forse, lei non vuole affittarla davvero questa casa».
«Mica sono io che la voglio affittare, è lei» disse, indicando Guendalina.
Ora la casa non è più in affitto: Berta me l'ha lasciata in dono, nel testamento e, dopo la sua morte, non è mai tornata a trovarmi. Mi manca. Guendalina, invece, viene tutte le notti. Ora so perché non sono scappato via e perché lei non mi è apparsa come quel mostro con cui era solita spaventare tutti gli affittuari: sono la reincarnazione del suo amante, Rigoberto. Mi spiace solo che non potremmo avere un erede e che dovrò morire prima di far l'amore con lei.
E questa casa? Be', non ci importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, abbiamo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto.
di Salvatore Stefanelli
L'ingresso in quella casa sembrò sin troppo normale per una dimora in cui si diceva abitasse un fantasma. Mi guardavo intorno con la speranza che il mio istinto potesse proteggermi da una improvvisa apparizione.
Non accadde nulla.
Ho sempre avuto paura dei fantasmi, ma avevo urgente bisogno di una casa e quella era l'unica adatta alle mie possibilità. O quella o dormire sotto i ponti.
La padrona di casa era una vecchietta simpatica, con nessuna intenzione di vendere quella che era stata la dimora della sua antenata, e che ancora lo era, secondo quanto raccontava. Quella sera, dopo che mi offrì la cena, in casa mia, chiacchierammo un po'.
«Allora, Gianni, che te ne pare?»
«Molto bella, davvero. Non avrei mai immaginato che una casa così potesse restare libera, a questo prezzo poi». Sorrisi. «Mi aveva quasi convinto con la storia del fantasma".
«Oh! Ma Guendalina non mancherà di venirti a trovare, stanotte» disse alzandosi e dirigendosi verso il suo appartamento. «Oh, sì! Eccome se verrà!»
La sua risata risuonò, sinistra, per le scale. "Ecco" pensai, "mi ci voleva solo una padrona di casa visionaria".
«Non è mica matta».
Trasalii. Mi era sembrato di aver sentito una voce, ma intorno a me non vidi nessuno.
«La mia Berta mi vuole un gran bene e non ti permetterò di pensar male di lei».
«Chi sei? Dove sei? Fatti vedere!» urlai, nel cadere sul divano.
«Non c'è mica bisogno di gridare, ci sento benissimo» disse la donna che, all'improvviso, era apparsa davanti ai miei occhi. Il cuore mi batteva all'impazzata, stavo sudando freddo, eppure, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Cavoli! Se era bellissima. Avevo immaginato così la donna dei miei sogni. Inoltre, indossava una veste trasparente che lasciava intravedere le sue grazie così come la mamma l'aveva fatta. O, quasi.
«La smetti di fissarmi?»
«Sì, sì, certo!» balbettai.
«E allora perché continui? Non è bello guardare così una donna».
«Non è neanche bello apparire in questo modo… senza neanche essere invitata»
«Invitata? In casa mia?». Squillò in una risata limpida e travolgente. Avevo paura di lei, eppure, me ne stavo innamorando.
Scomparve come era apparsa: all'improvviso.
«Devo andarmene da qua! E dove? Come?» «No! devo andar via, ora!». «Ma dove?». Frugai tra le tasche; mi restavano solo dieci euro e non avrei avuto altri soldi prima dell'indomani. Pensai ai ponti, ma no, dormire per strada non era una opzione possibile. Me ne sarei andato il girono dopo. Sì, dovevo fare così.
La notte passò in un silenzioso osservare di tutte le ombre, almeno sino a quando, verso l'albeggiare, non crollai dalla stanchezza e dal sonno.
Al mio risveglio sembrò fosse stato solo un sogno. «Sì, devo essermi immaginato tutto. Mi sarò fatto influenzare dal racconto della vecchia».
Bussarono alla porta. Era lei.
«Allora, l'hai vista?»
«Chi?»
«Guendalina. L'hai vista?»
«No! e la finisca, per favore: non c'è nessun fantasma qui. Forse, lei non vuole affittarla davvero questa casa».
«Mica sono io che la voglio affittare, è lei» disse, indicando Guendalina.
Ora la casa non è più in affitto: Berta me l'ha lasciata in dono, nel testamento e, dopo la sua morte, non è mai tornata a trovarmi. Mi manca. Guendalina, invece, viene tutte le notti. Ora so perché non sono scappato via e perché lei non mi è apparsa come quel mostro con cui era solita spaventare tutti gli affittuari: sono la reincarnazione del suo amante, Rigoberto. Mi spiace solo che non potremmo avere un erede e che dovrò morire prima di far l'amore con lei.
E questa casa? Be', non ci importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, abbiamo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto.
- SalvatoreStefanelli
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Re: Sogni
Sto vedendo già un po' di cosettine che avrei dovuto correggere. Uffa, la fretta! Ma stavo lavorando sul mio nuovo racconto/romanzo e non volevo distrarmi troppo a lungo. Nessuna scusa, massacratemi pure, con saggezza.
"... disse la donna che, all'improvviso, era apparsa davanti ai miei occhi." forse starebbe meglio in questa forma: "... disse la donna che, all'improvviso, apparve davanti ai miei occhi."
"Cavoli! Se era bellissima." la commuterei in questa forma "Cavoli, se era bellissima!"
In questa "«Non è neanche bello apparire in questo modo… senza neanche essere invitata»" eliminerei il secondo "neanche".
Errore: "Me ne sarei andato il girono dopo." Chiaramente intendevo "giorno".
"Be', non ci importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, abbiamo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto."
la riscriverei così: "Be', non importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, avremo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto."
"... disse la donna che, all'improvviso, era apparsa davanti ai miei occhi." forse starebbe meglio in questa forma: "... disse la donna che, all'improvviso, apparve davanti ai miei occhi."
"Cavoli! Se era bellissima." la commuterei in questa forma "Cavoli, se era bellissima!"
In questa "«Non è neanche bello apparire in questo modo… senza neanche essere invitata»" eliminerei il secondo "neanche".
Errore: "Me ne sarei andato il girono dopo." Chiaramente intendevo "giorno".
"Be', non ci importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, abbiamo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto."
la riscriverei così: "Be', non importa. Ho scoperto che a Guendi piace viaggiare, avremo tutto il mondo come casa e un cielo di stelle come tetto."
Re: Sogni
Ciao Salvatore! Il tema della sfida è sicuramente centrato! Ho visto che sotto il racconto hai fatto poi delle annotazioni chiarendo alcuni errori e dei passaggi da rivedere. Purtroppo leggendo la tua storia ho trovato a tratti delle difficoltà. Ci sono dei passaggi che rallentano la lettura, che forse andrebbero snelliti. Pur amando le ghost story ho trovato la tua non originalissima, anche se ho da subito trovato adorabile la vecchia affittuaria. Un personaggio delizioso nella sua breve apparizione! Credo che il racconto, se tempestivamente corretto, avrebbe acquisito più fluidità.
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Re: Sogni
Ciao Salvatore,
A parte i problemi di stile che ti sei autosegnalato, trovo che il finale del tuo racconto arrivi troppo improvviso.
Partiamo con una situazione abbastanza standard, un uomo che vuole prendere in affitto una casa, la proprietaria che sostiene sia stregata, lui che non ci crede, andiamo avanti in maniera altrettando standard con il fantasma che appare, e poi boh, stacco e dal nulla te ne salti fuori dicendoci che il protagonista è la reincarnazione (concetto buttato lì in maniera molto vaga) dell’amante del fantasma. Di sicuro è un problema dovuto allo spazio, ma ho trovato la svolta davvero troppo poco preparata.
Insomma, un racconto che poteva anche avere del potenziale, ma così come è stato realizzato purtroppo non mi ha convinto.
A parte i problemi di stile che ti sei autosegnalato, trovo che il finale del tuo racconto arrivi troppo improvviso.
Partiamo con una situazione abbastanza standard, un uomo che vuole prendere in affitto una casa, la proprietaria che sostiene sia stregata, lui che non ci crede, andiamo avanti in maniera altrettando standard con il fantasma che appare, e poi boh, stacco e dal nulla te ne salti fuori dicendoci che il protagonista è la reincarnazione (concetto buttato lì in maniera molto vaga) dell’amante del fantasma. Di sicuro è un problema dovuto allo spazio, ma ho trovato la svolta davvero troppo poco preparata.
Insomma, un racconto che poteva anche avere del potenziale, ma così come è stato realizzato purtroppo non mi ha convinto.
- Emiliano Maramonte
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Re: Sogni
Ciao!
Fino a 3/4 il racconto prende bene, interessa al punto giusto e c'è la forte curiosità di capire come finirà questa vicenda delle apparizioni. Il finale, invece, è un po' tirato via e non si capiscono i contorni della situazione. Il protagonista è un morto di fame con soli 10 euro in tasca? Quindi non può comprarla la casa. Allora che è andato a fare lì? Poi l'apparizione, per quanto ci sia una spiegazione finale, non fa poi tanto paura, eppure in un racconto con l'ambizione di spaventare un po', questo dovrebbe accadere... Il protagonista sembra uno dei soliti tipi arrapati dei film horror pronto a saltare addosso alla malcapitata di turno!
Da affinare la costruzione di alcuni periodi.
Per esempio:
«Chi sei? Dove sei? Fatti vedere!» urlai, nel cadere sul divano. (Avrei messo, "cadendo sul divano".)
La notte passò in un silenzioso osservare di tutte le ombre, almeno sino a quando, verso l'albeggiare, non crollai dalla stanchezza e dal sonno. (Periodo costruito in modo brutto e maldestro. Rallenta la lettura e indispettisce. Assolutamente da rivedere.)
In ogni caso, gradevole.
Fino a 3/4 il racconto prende bene, interessa al punto giusto e c'è la forte curiosità di capire come finirà questa vicenda delle apparizioni. Il finale, invece, è un po' tirato via e non si capiscono i contorni della situazione. Il protagonista è un morto di fame con soli 10 euro in tasca? Quindi non può comprarla la casa. Allora che è andato a fare lì? Poi l'apparizione, per quanto ci sia una spiegazione finale, non fa poi tanto paura, eppure in un racconto con l'ambizione di spaventare un po', questo dovrebbe accadere... Il protagonista sembra uno dei soliti tipi arrapati dei film horror pronto a saltare addosso alla malcapitata di turno!
Da affinare la costruzione di alcuni periodi.
Per esempio:
«Chi sei? Dove sei? Fatti vedere!» urlai, nel cadere sul divano. (Avrei messo, "cadendo sul divano".)
La notte passò in un silenzioso osservare di tutte le ombre, almeno sino a quando, verso l'albeggiare, non crollai dalla stanchezza e dal sonno. (Periodo costruito in modo brutto e maldestro. Rallenta la lettura e indispettisce. Assolutamente da rivedere.)
In ogni caso, gradevole.
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- Messaggi: 53
Re: Sogni
Ciao Salvatore.
a parte quello che hai già segnalato devo dire il racconto sembra opera di due mani diverse. Fino a metà/tre quarti del racconto conserva un buon ritmo, con buoni dialoghi e un intreccio accattivante. Il finale invece arriva in maniera troppo tirata ed è costruito, rispetto al resto, molto male a mio parere. Bello il personaggio dell'apparizione e della vecchietta, a mio parere la seconda molto più inquietante della prima. Per il resto tema ben centrato
a parte quello che hai già segnalato devo dire il racconto sembra opera di due mani diverse. Fino a metà/tre quarti del racconto conserva un buon ritmo, con buoni dialoghi e un intreccio accattivante. Il finale invece arriva in maniera troppo tirata ed è costruito, rispetto al resto, molto male a mio parere. Bello il personaggio dell'apparizione e della vecchietta, a mio parere la seconda molto più inquietante della prima. Per il resto tema ben centrato
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Sogni
Ciao, il tema è centratissimo, ma il racconto non mi convince del tutto. L'inizio promette bene, ma non semini neanche un indizio piccolo piccolo per il finale. Un segno di riconoscimento da parte del fantasma, la vecchia che percepisce qualcosa di familiare nel nuovo affittuario, un accenno al ricambio di inquilini che spariscono terrorizzati, qualsiasi cosa che poi giustifichi il fatto che lui sia la reincarnazione e quindi abbia diritto di fermarsi.
Ci sono sparse per il racconto una serie di espressionie verbi particolarmente pesanti e un po' fuori luogo, che rendono difficile la lettura. Le perifrasi progressive come "stavo sudando freddo" anziché "sudavo freddo", per esempio, o "Mi era sembrato di aver sentito una voce" anziché "mi era sembrato di sentire una voce". I tempi della scena che ci racconti sono estremamente chiari, non serve complicarli!
Ci sono sparse per il racconto una serie di espressionie verbi particolarmente pesanti e un po' fuori luogo, che rendono difficile la lettura. Le perifrasi progressive come "stavo sudando freddo" anziché "sudavo freddo", per esempio, o "Mi era sembrato di aver sentito una voce" anziché "mi era sembrato di sentire una voce". I tempi della scena che ci racconti sono estremamente chiari, non serve complicarli!
Re: Sogni
Ciao Salvatore! Il tuo racconto ha un inizio un po’ lento in termini di ritmo, che però viene recuperato da dialoghi fluenti e credibili, ben cuciti addosso al personaggio che pronuncia le battute. Hai dato una declinazione a mio avviso un po' troppo classica del tema, con il racconto che avrebbe potuto benissimo concludersi all’ultimo dialogo guadagnandone in ritmo. La coda in anticlimax risulta infatti un po’ debole, pur aggiungendo un alone di romanticismo al complesso. Ad ogni modo è un racconto scritto bene.
Re: Sogni
Ciao Salvatore,
L’idea del racconto e la simpatia dei personaggi mi sono piaciuti. Mi sono ritrovato spaesato in alcuni passaggi che sono stati poi chiariti nel finale.
Mi domando se la parte della spiegazione, o qualche indizio a riguardo, potesse essere inserita già prima nel contesto alleggerendo la conclusione.
Edit: mi ha fatto sorridere il “marpione” che non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Guendalina
L’idea del racconto e la simpatia dei personaggi mi sono piaciuti. Mi sono ritrovato spaesato in alcuni passaggi che sono stati poi chiariti nel finale.
Mi domando se la parte della spiegazione, o qualche indizio a riguardo, potesse essere inserita già prima nel contesto alleggerendo la conclusione.
Edit: mi ha fatto sorridere il “marpione” che non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Guendalina
Ultima modifica di Fabio84 il giovedì 26 aprile 2018, 23:21, modificato 1 volta in totale.
- roberto.masini
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Re: Sogni
Una ghost story dove a sparire non è il fantasma come vuole il clichè ma chi al fantasma ci crede da tempo: la vecchia locatrice Berta. Guendalina ama il protagonista e, secondo me,poco importa che sia la reincarnazione del suo fidanzato. Tutto il racconto si dipana in un contesto che è vissuto in modo normale dalle figure femminili. Il protagonista maschile alla fine accetta quella strana realtà come l'unica plausibile facendone una fonte d'amore e di divertimento.
Re: Sogni
Che tu abbia scritto il racconto in una sitazione disagevole è evidente fin dalla ripetizione , più e più volte, del termine CASA nelle prime righe. Già da lì si capisce che il testo non ha avuto la tua solita attenzione. E poi l'intreccio con queste origini che arrivano un pelo accampate per aria e non preparate... Inoltre sono convinto che potresti lavorare di più e meglio sui personaggi, non solo il protagonista. Insomma, un pollice ni, questa volta. C'è da rivederlo in modo importante, ma può venirne fuori un bel racconto.
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 364
Re: Sogni
Grazie, Antico e a tutti quanti hanno commentato e dato consigli. Se avrò il tempo, proverò a postare il racconto riveduto e corretto nel Laboratorio.
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