Oltre la siepe
Oltre la siepe
“Oh Signor Giacomo! Finalmente è tornato! La aspettavamo da così tanto tempo!”
Giacomo aprì gli occhi, come un naufrago e si riebbe. Era seduto in una stanza dove dominava un beige soffuso. Non era chiaro da dove provenisse la luce e il pavimento somigliava alla fina sabbia del mare.
Si guardò intorno, e alzandosi increspò la fronte spaesato: non gli sembrava di riconoscere nulla intorno a sé eppure quell'ambiente inusuale gli risultava familiare, svegliava in lui una sensazione di dolcezza.
Alzò un sopracciglio, guardando il suo strano interlocutore e aprendo appena un poco gli occhi per la meraviglia chiese: “Sono mai stato qui? Mi aspettavate? È molto che manco?”
Una risata metallica -senza esser per questo sgraziata o volgare- quasi argentina, fu la sola risposta che ottenne.
Avrebbe voluto appuntare su carta tutto quel guizzare frenetico di stimoli, che si stavano accavallando nella sua testa, per fissarli, ordinarli, poterli comprendere.
Aveva sete ma, più di quello, aveva bisogno di fare ordine tra i suoi pensieri.
“Posso avere un foglio?”
“Che cosa è un foglio? L’abbiamo forse dimenticato? Non l’abbiamo mai saputo, forse? Cosa è?”
Giacomo rimase sorpreso e si poggiò alla siepe che creava come una parete verde. Che ci faceva una siepe dentro una stanza senza finestre? Dove era capitato? Come ci era arrivato?
“Come non sapete cosa è un foglio? Un foglio serve per scrivere! Sapete scrivere?” Si morse la lingua: in quel momento si rese conto che il suo buffo compagno non aveva mani.
“Oh non vi imbarazzate – rispose l’omino argentato, intuendo il suo pensiero- questa è la forma che mi è più comoda, ma mi hanno detto che posso diventare tutto ciò che voglio. Non mi servono le mani, poiché non so, non devo e non voglio fare nulla!”
Giacomo fece una espressione senza definizioni, non sapeva se essere sbalordito o sentirsi canzonato. Decise tuttavia di credere alla buonafede dell’essere fluido che aveva davanti:
“Mi spieghi, la prego, come ciò sia possibile?”
Non fece in tempo ad avere risposta perché la parete di fogliame e rami sulla quale si era appoggiato si aprì scomparendo e facendolo ruzzolare quasi in terra.
Rialzatosi stentando, gobbo e stanco come era, nuovo stupore si aggiunse al precedente dentro i suoi occhi.
“Che incanto è mai questo?!” esclamò.
In fondo, oltre la siepe, si apriva allo sguardo una scritta gigante “INFINITO ENT. – i vostri sogni, la nostra realtà”
Giacomo tirò un sospiro di sollievo e il suo viso si distese: “L'avevo immaginato completamente differente, ma non è male! Devo essere finalmente arrivato!”
Giacomo aprì gli occhi, come un naufrago e si riebbe. Era seduto in una stanza dove dominava un beige soffuso. Non era chiaro da dove provenisse la luce e il pavimento somigliava alla fina sabbia del mare.
Si guardò intorno, e alzandosi increspò la fronte spaesato: non gli sembrava di riconoscere nulla intorno a sé eppure quell'ambiente inusuale gli risultava familiare, svegliava in lui una sensazione di dolcezza.
Alzò un sopracciglio, guardando il suo strano interlocutore e aprendo appena un poco gli occhi per la meraviglia chiese: “Sono mai stato qui? Mi aspettavate? È molto che manco?”
Una risata metallica -senza esser per questo sgraziata o volgare- quasi argentina, fu la sola risposta che ottenne.
Avrebbe voluto appuntare su carta tutto quel guizzare frenetico di stimoli, che si stavano accavallando nella sua testa, per fissarli, ordinarli, poterli comprendere.
Aveva sete ma, più di quello, aveva bisogno di fare ordine tra i suoi pensieri.
“Posso avere un foglio?”
“Che cosa è un foglio? L’abbiamo forse dimenticato? Non l’abbiamo mai saputo, forse? Cosa è?”
Giacomo rimase sorpreso e si poggiò alla siepe che creava come una parete verde. Che ci faceva una siepe dentro una stanza senza finestre? Dove era capitato? Come ci era arrivato?
“Come non sapete cosa è un foglio? Un foglio serve per scrivere! Sapete scrivere?” Si morse la lingua: in quel momento si rese conto che il suo buffo compagno non aveva mani.
“Oh non vi imbarazzate – rispose l’omino argentato, intuendo il suo pensiero- questa è la forma che mi è più comoda, ma mi hanno detto che posso diventare tutto ciò che voglio. Non mi servono le mani, poiché non so, non devo e non voglio fare nulla!”
Giacomo fece una espressione senza definizioni, non sapeva se essere sbalordito o sentirsi canzonato. Decise tuttavia di credere alla buonafede dell’essere fluido che aveva davanti:
“Mi spieghi, la prego, come ciò sia possibile?”
Non fece in tempo ad avere risposta perché la parete di fogliame e rami sulla quale si era appoggiato si aprì scomparendo e facendolo ruzzolare quasi in terra.
Rialzatosi stentando, gobbo e stanco come era, nuovo stupore si aggiunse al precedente dentro i suoi occhi.
“Che incanto è mai questo?!” esclamò.
In fondo, oltre la siepe, si apriva allo sguardo una scritta gigante “INFINITO ENT. – i vostri sogni, la nostra realtà”
Giacomo tirò un sospiro di sollievo e il suo viso si distese: “L'avevo immaginato completamente differente, ma non è male! Devo essere finalmente arrivato!”
Ultima modifica di DandElion il martedì 18 giugno 2019, 0:50, modificato 2 volte in totale.
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#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
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Re: Oltre la siepe
Ciao Dand! Ce l'hai fatta nonostante i casini vari! Bene! Tutto ok con i parametri, buona SPECIAL CIF EDITION!
Re: Oltre la siepe
antico ha scritto:Ciao Dand! Ce l'hai fatta nonostante i casini vari! Bene! Tutto ok con i parametri, buona SPECIAL CIF EDITION!
Grassie, adesso posso sveni' felice XD
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- Massimo Tivoli
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Re: Oltre la siepe
Ciao, Dand. Ho riconosciuto l’arrivo inaspettato ma, mea culpa, a una prima lettura non avevo capito che si trattasse proprio di Giacomo Leopardi (ho dovuto rileggerlo per capirlo). Okay, lo attribuisco a un mio difetto, ignoranza, stanchezza, non so...
Detto questo, la prima parte ha stuzzicato parecchio la mia curiosità che poi però è stata spenta dalla seconda parte, lasciandomi con un senso di vuoto. Continuo a pensare di starmi a perdere riferimenti importanti che hanno a che fare con Leopardi e che non sono capace di cogliere. Proverò a rileggerlo.
Detto questo, la prima parte ha stuzzicato parecchio la mia curiosità che poi però è stata spenta dalla seconda parte, lasciandomi con un senso di vuoto. Continuo a pensare di starmi a perdere riferimenti importanti che hanno a che fare con Leopardi e che non sono capace di cogliere. Proverò a rileggerlo.
Re: Oltre la siepe
The Ocean Master ha scritto:Ciao Dand, è stato un piacere aver letto il tuo racconto.
Senza farlo apposta, nel commento che ho fatto al racconto precedente il tuo ho proprio menzionato Leopardi, di cui sono un grandissimo ammiratore.
ADOROH <3_<3
The Ocean Master ha scritto:Ho gradito come tu l'abbia caratterizzato, sia nell'aspetto, sia nei modi.
Grazie <3
The Ocean Master ha scritto:Molto bello il MacGuffin sull'interlocutore del protagonista.
Vi è anche un distinto rispetto del tema e del paletto.
Ri- Grazie <3 <3
The Ocean Master ha scritto:Il racconto, se nella prima parte si mostra delineato, chiaro e interessante, perde (soprattutto di curiosità) nella seconda parte: seppur in linea con il titolo, non sono riuscito a comprendere il messaggio (presumo legato a una fantascienza distopica) che con il finale hai voluto trasmettere.
Pensavo fosse più ovvio, ma non lo è.
Dunque... SPIEGONE!
Allora tutti abbiamo avuto la fortuna di leggere almeno una volta l'Infinito di Leopardi- nicht wahr?- quindi tutto quello che "vede" Giacomo nel mio racconto è l'anticamera dell'infinito. Solo che come non è stato capace lui di definirlo e descriverlo, se non attraverso le sensazioni, come potrei farlo io, meglio di lui?
Quindi il finale è: Giacomo ha già visto l'infinito, è tornato a raccontarcelo e adesso è tornato nell'infinito. Qualcosa nel viaggio l'ha turbato e quindi nel suo naufragio ha perso i sensi, quando si risveglia ci mette un po' a riorientarsi, è stordito, affogato, stanco, ma la siepe si apre e lui può vedere l'infinito. Che non è il paradiso, ma una società che ti promette di realizzare i tuoi sogni (un po' un roberto carlino, ma un po' distopico, eh!?) che in fondo è la caratteristica che tutti vorremmo che L'infinito (aldilà? paradiso? nirvana? fine corsa?) avesse..
Spero ti sia più chiaro così :* e grazie di tutto
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Re: Oltre la siepe
Massimo Tivoli ha scritto:Ciao, Dand. Ho riconosciuto l’arrivo inaspettato ma, mea culpa, a una prima lettura non avevo capito che si trattasse proprio di Giacomo Leopardi (ho dovuto rileggerlo per capirlo). Okay, lo attribuisco a un mio difetto, ignoranza, stanchezza, non so...
Oddio, non so che dirti. la siepe, Giacomo, come un naufrago, infinito. Non so cos'altro avrei dovuto dire per alludere. "Signor Leopardi" mi sembrava un po' troppo...
Massimo Tivoli ha scritto:Detto questo, la prima parte ha stuzzicato parecchio la mia curiosità che poi però è stata spenta dalla seconda parte, lasciandomi con un senso di vuoto. Continuo a pensare di starmi a perdere riferimenti importanti che hanno a che fare con Leopardi e che non sono capace di cogliere. Proverò a rileggerlo.
male! volevo che arrivasse un senso di attesa! non di vuoto!
Per lo spiegone leggi il commento che ho lasciato sopra please, :)
Grazie intanto del tempo dedicatomi :)
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- Gabriele Dolzadelli
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Re: Oltre la siepe
Ciao Dand.
Purtroppo, avendomela fatta odiare a scuola, la poesia italiana, con tutte le sue componenti, mi risulta estranea e pecco d'ignoranza. Dunque non ho potuto cogliere i tuoi riferimenti. Ho trovato lo stile poco fluido in alcuni punti ma rimane comunque scritto bene. Sicuramente, se avessi conosciuto meglio la tematica che hai voluto toccare, avrei potuto apprezzarlo di più. Al momento, però, non mi ha molto coinvolto, parlando di sensazioni a pelle. Non posso dire altro, perché mi rendo conto che la maggiorparte della colpa è tutta mia.
Purtroppo, avendomela fatta odiare a scuola, la poesia italiana, con tutte le sue componenti, mi risulta estranea e pecco d'ignoranza. Dunque non ho potuto cogliere i tuoi riferimenti. Ho trovato lo stile poco fluido in alcuni punti ma rimane comunque scritto bene. Sicuramente, se avessi conosciuto meglio la tematica che hai voluto toccare, avrei potuto apprezzarlo di più. Al momento, però, non mi ha molto coinvolto, parlando di sensazioni a pelle. Non posso dire altro, perché mi rendo conto che la maggiorparte della colpa è tutta mia.
Re: Oltre la siepe
Ciao, Dand e piacere di leggerti.
Ammetto di non aver intuito subito che il protagonista era Leopardi. In verità, ho dovuto leggere le soluzioni date dagli altri, per arrivarci. In sé, il racconto non è scritto male, ma sembra non andare da nessuna parte. Con chi parla Leopardi? Perché il suo interlocutore ha quell'aspetto? Cosa dovrebbe rappresentare la barriera? è forse morto e non se ne rende conto? Insomma, leggendolo, sembra di capire che ci sia una qualche metafora nascosta, ma è tutto così ermetico che faccio sinceramente fatica a comprendere quale sia.
Purtroppo, questo difetto affossa l'intera storia, che finisce per sembrare un mero esercizio di stile. Peccato!
Ammetto di non aver intuito subito che il protagonista era Leopardi. In verità, ho dovuto leggere le soluzioni date dagli altri, per arrivarci. In sé, il racconto non è scritto male, ma sembra non andare da nessuna parte. Con chi parla Leopardi? Perché il suo interlocutore ha quell'aspetto? Cosa dovrebbe rappresentare la barriera? è forse morto e non se ne rende conto? Insomma, leggendolo, sembra di capire che ci sia una qualche metafora nascosta, ma è tutto così ermetico che faccio sinceramente fatica a comprendere quale sia.
Purtroppo, questo difetto affossa l'intera storia, che finisce per sembrare un mero esercizio di stile. Peccato!
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Oltre la siepe
Ciao, Dand!
L'infinito del buon vecchio Leopardi nazionale è solo un'ennesima corporation che regala sogni! Che cosa pessimista!
Il racconto avanza, un passetto alla volta, anche se lascia un po' domande senza risposte, o magari lascia oscuri alcuni passaggi che avrebbero resto ancora più incisivo il finale. Mi riferisco soprattutto alla natura dell'altro personaggio senza nome, il traghettatore dei sogni della Infinito Ent, che poteva essere il vero trait-d'union tra il componimento leopardiano e la cruda realtà.
Non dico nulla sulla parte tecnica, sei pratica con le parole, le sai domare e mettere in fila come si deve.
Complimenti come sempre, in primo luogo per la originalità dell'interpretazione del tema.
L'infinito del buon vecchio Leopardi nazionale è solo un'ennesima corporation che regala sogni! Che cosa pessimista!
Il racconto avanza, un passetto alla volta, anche se lascia un po' domande senza risposte, o magari lascia oscuri alcuni passaggi che avrebbero resto ancora più incisivo il finale. Mi riferisco soprattutto alla natura dell'altro personaggio senza nome, il traghettatore dei sogni della Infinito Ent, che poteva essere il vero trait-d'union tra il componimento leopardiano e la cruda realtà.
Non dico nulla sulla parte tecnica, sei pratica con le parole, le sai domare e mettere in fila come si deve.
Complimenti come sempre, in primo luogo per la originalità dell'interpretazione del tema.
Ultima modifica di Eugene Fitzherbert il domenica 23 giugno 2019, 17:19, modificato 1 volta in totale.
Re: Oltre la siepe
Ciao Dand, mi è piaciuta l’idea di ispirarti al poeta e alla sua poesia l’infinito. Carino il “l'omino argentato” che può trasformarsi in un numero “infinito” di cose.
Dopo varie riletture ho pensato che, dopo aver scritto la poesia, Giacomo ci si fosse trovato dentro, ma non era proprio come lui l’aveva immaginato, da qui il suo commento.
Anche io ho preferito la prima parte.
Devo dire che comunque è sempre un piacere leggerti!
Dopo varie riletture ho pensato che, dopo aver scritto la poesia, Giacomo ci si fosse trovato dentro, ma non era proprio come lui l’aveva immaginato, da qui il suo commento.
Anche io ho preferito la prima parte.
Devo dire che comunque è sempre un piacere leggerti!
Re: Oltre la siepe
Partiamo con il confermare tema e paletto, l'incontro è inaspettato e Leopardi è sicuramente parte della nostra cultura.
Devo ammettere che come ho letto Giacomo subito sotto il titolo ho immaginato che ti riferissi a Leopardi, mi ha molto spiazzato invece l'omino argentato.
Il racconto scorre fluido e senza intoppi ma non ho avuto ganci che mi prendessero nella lettura, come se tutto scorresse via fine a se stesso.
Il protagonista si sveglia in un ambiente alieno alla presenza di un essere totalmente alieno per lui e invece di terrorizzarsi si mette a conversare.
Il traghettatore, che può essere e fare tutto, non è preparato per rispondere alle esigenze del cliente... che invece dovrebbe essere la base della sua programmazione.
L'ologramma della siepe e la successiva scomparsa con conseguente epifania del protagonista sono descritte bene ma lasciano in sospeso una promessa, che accada qualcosa, che non viene mantenuta.
Devo ammettere che il racconto è scritto bene ma mi ha lasciato un senso di incompiutezza.
Devo ammettere che come ho letto Giacomo subito sotto il titolo ho immaginato che ti riferissi a Leopardi, mi ha molto spiazzato invece l'omino argentato.
Il racconto scorre fluido e senza intoppi ma non ho avuto ganci che mi prendessero nella lettura, come se tutto scorresse via fine a se stesso.
Il protagonista si sveglia in un ambiente alieno alla presenza di un essere totalmente alieno per lui e invece di terrorizzarsi si mette a conversare.
Il traghettatore, che può essere e fare tutto, non è preparato per rispondere alle esigenze del cliente... che invece dovrebbe essere la base della sua programmazione.
L'ologramma della siepe e la successiva scomparsa con conseguente epifania del protagonista sono descritte bene ma lasciano in sospeso una promessa, che accada qualcosa, che non viene mantenuta.
Devo ammettere che il racconto è scritto bene ma mi ha lasciato un senso di incompiutezza.
Re: Oltre la siepe
Dopo Alda Merini, San Francesco Antonioni, Pascoli, Dante e la Ginzburg, ci mancava quest'altro pezzo da novanta, capisco perché Al Bano vi abbia fatto storcere il naso (mannaggia a me se citavo Guccini non cambiava niente nella mia storia ma almeno mi riallineavo XD)...detto questo:
divertente spunto, quello di incastrare l'infinito di leopardi con la fantascienza!
Non concordo affatto con tutti i commenti precedenti: era lapalissiano che fosse Leopardi, dopo quel titolo e il nome proprio qualsiasi altra aggiunta sarebbe stata pleonastica e fastidiosa, quindi brava a resistere.
Idem lo spiegone: non necessario, anzi il lasciare sospeso quello che vede oltre alla siepie è l'idea giusta, potevi anche dire meno secondo me.
Confusionario invece lo svolgimento di questa bella idea e di questo interessante finale: potevi avere un interlocutore migliore e un dialogo più interessante credo:)
divertente spunto, quello di incastrare l'infinito di leopardi con la fantascienza!
Non concordo affatto con tutti i commenti precedenti: era lapalissiano che fosse Leopardi, dopo quel titolo e il nome proprio qualsiasi altra aggiunta sarebbe stata pleonastica e fastidiosa, quindi brava a resistere.
Idem lo spiegone: non necessario, anzi il lasciare sospeso quello che vede oltre alla siepie è l'idea giusta, potevi anche dire meno secondo me.
Confusionario invece lo svolgimento di questa bella idea e di questo interessante finale: potevi avere un interlocutore migliore e un dialogo più interessante credo:)
- alberto.tivoli
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Re: Oltre la siepe
Ciao Dand Elion, sotto il mio commento.
Il racconto è bene scritto. Tema e paletto centrati. La prima parte stimola la curiosità: si vuole capire chi sono i personaggi e in quale situazione si trovano. Il finale non sembra completo, nel senso che non c’è una vera e propria risoluzione della storia. Anche per me il riferimento a Leopardi non è stato immediato.
Il racconto è bene scritto. Tema e paletto centrati. La prima parte stimola la curiosità: si vuole capire chi sono i personaggi e in quale situazione si trovano. Il finale non sembra completo, nel senso che non c’è una vera e propria risoluzione della storia. Anche per me il riferimento a Leopardi non è stato immediato.
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