Kaboom
- maurizio.ferrero
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Kaboom
Lo sbirro che fino a quel momento se ne era stato tranquillo come un pupazzo abbassa le braccia e le punta in direzione di Qui, Quo e Qua. Con un clangore di meccaniche in movimento, i palmi si aprono rivelando due bocche da fuoco.
«Cyborg!»
Ra-ta-ta-ta-ta-ta
Qui viene bruciato dalla raffica. I proiettili aprono voragini nello sterno e nello stomaco, l’ultimo gli fa esplodere la testa come un’anguria marcia.
«EMP! EMP!» urla Quo. Il suo compagno di rapine non se lo fa ripetere e armeggia con una granata cubica delle dimensioni di un pugno. Uno ziiiiit e l’accensione di led azzurri gli fa capire che il flagello delle macchine è pronto.
Quo imbraccia il pompa e spara nel mucchio.
BAM!
La gamba di un’impiegata salta all’altezza del ginocchio.
BAM!
Un anziano si becca una scarica nella schiena.
BAM!
Il pancione dello sbirro viene preso in pieno, i proiettili graffiano la vernice.
Lardo in plastacciaio indistruttibile.
Qua lancia, la granata atterra ai piedi del cyborg.
ZZZZ….KABRAAAM!
Lo sbirro si accascia folgorato.
Una scarica di ozono drizza i peli a tutti coloro che non sono stati abbastanza furbi da scappare. Quo e Qua perdono i cappelli colorati, le maschere di gomma sono ancora al loro posto. Il cappello di Qui è sul pavimento.
Era già rosso, il sangue non si nota.
Il direttore ha riparato dietro uno schedario blindato. Quo lo raggiunge e gli schianta il calcio del fucile sui denti.
CRUDSH
L’uomo sputa gli incisivi.
«Perché non mi hai detto che c’era un maledetto cyborg qui dentro?»
Il poveraccio non vuole o non può rispondere.
Quo guarda in giro – metà degli ostaggi se la sono telata, altri sono finiti male.
Gli sbirri arriveranno presto, e quelli hanno i Terminator. Altro che EMP, lì ci vuole l’Enola Gay.
«Luc… ehm, Quo, abbiamo un problema» esclama Qua.
«Che altro?»
«L’EMP ha fritto tutti i terminali. Senza quelli, il caveau non si apre.»
«Il nostro amico qui aprirà manualmente, vero?»
«Non posso.»
CRUDSH
Altri denti sul terreno.
«Non si può!» biascica lui sputando sangue e saliva. «Non c’è la chiave, è un lucchetto elettronico!»
Quo alza il fucile per colpirlo ancora. Qua lo ferma.
«Mi sa che dice la verità.»
«Fanculo!» Lo sguardo di Quo, sotto la maschera, oscilla tra il direttore e il cadavere di Qui. Qua sa che sta per fargliela pagare e non vuole trovarsi un altro omicidio tra i capi d’accusa.
«Forse c’è un modo. Dammi una mano con quel cyborg.»
«Che ci devi fare?»
«Se è un nuovo modello, è alimentato da una batteria infinita. Fissione nucleare.»
«E che cazzo c’en… oh, aspetta, forse ho capito.»
«Non devi capirci tu, sono io il genio. Muoviti.»
Quo e Qua vanno dallo sbirro sdraiato trascinandosi dietro il direttore. Il bandito-ingegnere si calca in testa il cappellino verde ed estrae pinze e cacciaviti dalle tasche della giubba.
GNIC-GNIC
VZZZZ
GNAAAAC
TA-CLANG
«Ecco il nucleo.»
«Ce ne andiamo col botto, amico?»
«Per Qui» risponde lui battendosi la mano sul petto.
«Per Qui.»
KA-BOOOOOM
L’esplosione termonucleare controllata scioglie la porta blindata come burro sulla fiamma.
Minuti dopo, Quo e Qua abbandonano la Central Bank con le sporte cariche di banconote e gioielli.
Dovranno passarli al decontaminatore, ma è un problema di secondo piano.
«Solo un’altra giornata di lavoro» dice Quo mentre raggiungono le macchina. Le sirene si sentono già in lontananza.
«L’hai detto. Zio Paperone sarà contento.»
«Cyborg!»
Ra-ta-ta-ta-ta-ta
Qui viene bruciato dalla raffica. I proiettili aprono voragini nello sterno e nello stomaco, l’ultimo gli fa esplodere la testa come un’anguria marcia.
«EMP! EMP!» urla Quo. Il suo compagno di rapine non se lo fa ripetere e armeggia con una granata cubica delle dimensioni di un pugno. Uno ziiiiit e l’accensione di led azzurri gli fa capire che il flagello delle macchine è pronto.
Quo imbraccia il pompa e spara nel mucchio.
BAM!
La gamba di un’impiegata salta all’altezza del ginocchio.
BAM!
Un anziano si becca una scarica nella schiena.
BAM!
Il pancione dello sbirro viene preso in pieno, i proiettili graffiano la vernice.
Lardo in plastacciaio indistruttibile.
Qua lancia, la granata atterra ai piedi del cyborg.
ZZZZ….KABRAAAM!
Lo sbirro si accascia folgorato.
Una scarica di ozono drizza i peli a tutti coloro che non sono stati abbastanza furbi da scappare. Quo e Qua perdono i cappelli colorati, le maschere di gomma sono ancora al loro posto. Il cappello di Qui è sul pavimento.
Era già rosso, il sangue non si nota.
Il direttore ha riparato dietro uno schedario blindato. Quo lo raggiunge e gli schianta il calcio del fucile sui denti.
CRUDSH
L’uomo sputa gli incisivi.
«Perché non mi hai detto che c’era un maledetto cyborg qui dentro?»
Il poveraccio non vuole o non può rispondere.
Quo guarda in giro – metà degli ostaggi se la sono telata, altri sono finiti male.
Gli sbirri arriveranno presto, e quelli hanno i Terminator. Altro che EMP, lì ci vuole l’Enola Gay.
«Luc… ehm, Quo, abbiamo un problema» esclama Qua.
«Che altro?»
«L’EMP ha fritto tutti i terminali. Senza quelli, il caveau non si apre.»
«Il nostro amico qui aprirà manualmente, vero?»
«Non posso.»
CRUDSH
Altri denti sul terreno.
«Non si può!» biascica lui sputando sangue e saliva. «Non c’è la chiave, è un lucchetto elettronico!»
Quo alza il fucile per colpirlo ancora. Qua lo ferma.
«Mi sa che dice la verità.»
«Fanculo!» Lo sguardo di Quo, sotto la maschera, oscilla tra il direttore e il cadavere di Qui. Qua sa che sta per fargliela pagare e non vuole trovarsi un altro omicidio tra i capi d’accusa.
«Forse c’è un modo. Dammi una mano con quel cyborg.»
«Che ci devi fare?»
«Se è un nuovo modello, è alimentato da una batteria infinita. Fissione nucleare.»
«E che cazzo c’en… oh, aspetta, forse ho capito.»
«Non devi capirci tu, sono io il genio. Muoviti.»
Quo e Qua vanno dallo sbirro sdraiato trascinandosi dietro il direttore. Il bandito-ingegnere si calca in testa il cappellino verde ed estrae pinze e cacciaviti dalle tasche della giubba.
GNIC-GNIC
VZZZZ
GNAAAAC
TA-CLANG
«Ecco il nucleo.»
«Ce ne andiamo col botto, amico?»
«Per Qui» risponde lui battendosi la mano sul petto.
«Per Qui.»
KA-BOOOOOM
L’esplosione termonucleare controllata scioglie la porta blindata come burro sulla fiamma.
Minuti dopo, Quo e Qua abbandonano la Central Bank con le sporte cariche di banconote e gioielli.
Dovranno passarli al decontaminatore, ma è un problema di secondo piano.
«Solo un’altra giornata di lavoro» dice Quo mentre raggiungono le macchina. Le sirene si sentono già in lontananza.
«L’hai detto. Zio Paperone sarà contento.»
Ultima modifica di maurizio.ferrero il lunedì 21 ottobre 2019, 23:45, modificato 1 volta in totale.
Re: Kaboom
Ciao Maurizio, questa sera siete dei velocisti! Tutto ok con caratteri e tempo, have a nice Libroza Edition!
- Laura Cazzari
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Re: Kaboom
Ciao Maurizio, fra un po’ la Disney ti farà pagare i diritti d’autore per le citazioni :). Parlando di cose serie devo ammettere che ho dovuto rileggere il tuo racconto un po’ di volte prima di trovare il tema e di raccapezzarmi con la storia. La narrazione è fatta di flash e rimane un po’ confusionaria. Anche se trovo che questa narrazione sia il metodo migliore per descrivere una scena così piena di azione, forse poteva venire resa un pochino più chiara. Il piano B è il piano di riserva per sciogliere la porta blindata? Un pochino fiacco come tema a mio parere. Mi è piaciuto il fatto che i ladri avessero le maschere di Qui, Quo e Qua. Forse fuorvia un pochino il lettore, ma probabilmente è quello a cui puntavi. A mio modestissimo parere semplificando un po’ il tutto e giocando un po’ di più sul doppio senso dei personaggi Disney sarebbe stato uno dei racconti degni del tuo livello.
Laura Cazzari
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Kaboom
Ciao Laura,
Sì, il "piano B" è il metodo utilizzato dai ladri per aprire il caveau. Ho voluto mantenere blando il legame con il tema, per dare priorità alla scena in sé.
Sì, il "piano B" è il metodo utilizzato dai ladri per aprire il caveau. Ho voluto mantenere blando il legame con il tema, per dare priorità alla scena in sé.
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Re: Kaboom
Il punto di forza è il ritmo serrato, che dipinge una scena piuttosto riconoscibile, viva, senza soffermarsi troppo sulle descrizioni dell'ambientazione. Onomatopee come se piovesse a guarnire il tutto.
La debolezza, se vogliamo, è la mancanza di un segnale di completezza: un twist finale, magari, ma anche la trasformazione di un personaggio, un crescendo emotivo o una chiusura di qualunque genere che trasformi la scena in racconto. Non è indispensabile il finale a sorpresa, naturalmente, ma da questo pezzo nello specifico esco sentendomi un po' insoddisfatto, come se avessi infilato la testa in una sala cinematografica per vedere solo uno spezzone da cinque minuti di un film cyber-tarantiniano molto più lungo - anche la sospensione tra l'esplosione e la rivelazione che non si trattava di "andarsene col botto" in senso fatale, ma strategico, non basta a togliermi di dosso questa sensazione.
Per il resto, bella prova.
Complimenti e a presto.
La debolezza, se vogliamo, è la mancanza di un segnale di completezza: un twist finale, magari, ma anche la trasformazione di un personaggio, un crescendo emotivo o una chiusura di qualunque genere che trasformi la scena in racconto. Non è indispensabile il finale a sorpresa, naturalmente, ma da questo pezzo nello specifico esco sentendomi un po' insoddisfatto, come se avessi infilato la testa in una sala cinematografica per vedere solo uno spezzone da cinque minuti di un film cyber-tarantiniano molto più lungo - anche la sospensione tra l'esplosione e la rivelazione che non si trattava di "andarsene col botto" in senso fatale, ma strategico, non basta a togliermi di dosso questa sensazione.
Per il resto, bella prova.
Complimenti e a presto.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
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Re: Kaboom
Racconto disneyano, con i nipoti di Paperino in versione rapinatori di banche con tanto di congegni in grado di produrre un’esplosione nucleare. I personaggi sono ben descritti (a partire dal direttore sdentato e dalla sicurezza in versione cyborg). Il fatto che il mandante della rapina sia zio Paperone getta una luce sinistra sulla sua avarizia (allora lo ha fatto impazzire). Mi dispiace per Qui. Accattivante la versione di Quo ingegnere diabolico. Mi dispiace per Qui. La tua storia mi appare come un omaggio a “Point Break” (per lo spunto dei rapinatori mascherati da personaggi famosi).
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 360
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Re: Kaboom
Ciao Maurizio. Complimenti per il racconto. Lo trovo molto dinamico e fluido, tanto da leggersi davvero con piacere. Le componenti onomatopeiche e fumettistiche gli danno un tocco di colore divertente e il tutto intrattiene a dovere. A una prima lettura ho faticato solo un po' a capire che il poliziotto e il cyborg erano la medesima persona, ma forse è stato un mio limite, perché dopo averlo letto tutto e capito nei dettagli, a una seconda rilettura mi è parso tutto molto chiaro.
Quello che ha fatto perdere un po' di punti, a mio avviso, è il finale. Troppo lineare. Avrei preferito qualcosa di più inaspettato, tanto che anche "l'esplosione termonucelare controllata" mi è parsa una forzatura per fare andare le cose come dovevano andare (nel senso che mi è stato difficile credere a un'esplosione del genere che danneggiasse solamente la porta. Si è un po' rotta la sospensione d'incredulità in quel punto). Un racconto da prima metà di classifica, che avrebbe potuto arrivare tranquillamente al podio se non fosse per quanto detto. Ad ogni modo, complimenti ancora.
Quello che ha fatto perdere un po' di punti, a mio avviso, è il finale. Troppo lineare. Avrei preferito qualcosa di più inaspettato, tanto che anche "l'esplosione termonucelare controllata" mi è parsa una forzatura per fare andare le cose come dovevano andare (nel senso che mi è stato difficile credere a un'esplosione del genere che danneggiasse solamente la porta. Si è un po' rotta la sospensione d'incredulità in quel punto). Un racconto da prima metà di classifica, che avrebbe potuto arrivare tranquillamente al podio se non fosse per quanto detto. Ad ogni modo, complimenti ancora.
Re: Kaboom
Ciao Maurizio, piacere di leggerti e di commentarti!
Racconto che viaggia allo stesso ritmo, folle, degli eventi. Davvero godibile.
Sui contenuti, qualche perplessità di trama. Sono rimasto infatti confuso dallo Zio Paperone finale: la vicenda si svolge davvero a Paperopoli, oppure (come immaginavo fino al riferimento allo zione) si tratta di ladri travestiti, e quella finale è una semplice battuta di chiusa? Nelle ordinarie giornate di lavoro questi banditi perdono compagni ogni volta?
La cosa che certamente colpisce e funziona meglio è la contaminazione di generi: mischiare personaggi dei fumetti con una scena da film di azione-fantascienza ha prodotto un risultato efficacemente invidiabile. Ottima prova davvero, alla prossima!
Racconto che viaggia allo stesso ritmo, folle, degli eventi. Davvero godibile.
Sui contenuti, qualche perplessità di trama. Sono rimasto infatti confuso dallo Zio Paperone finale: la vicenda si svolge davvero a Paperopoli, oppure (come immaginavo fino al riferimento allo zione) si tratta di ladri travestiti, e quella finale è una semplice battuta di chiusa? Nelle ordinarie giornate di lavoro questi banditi perdono compagni ogni volta?
La cosa che certamente colpisce e funziona meglio è la contaminazione di generi: mischiare personaggi dei fumetti con una scena da film di azione-fantascienza ha prodotto un risultato efficacemente invidiabile. Ottima prova davvero, alla prossima!
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Kaboom
Grazie Daniel, Alexandra, Gabriele e Alfabri.
Sulla questione di Zio Paperone: i banditi hanno delle maschere di gomma e non sono realmente Qui, Quo e Qua. Se notate, in una battuta di dialogo uno sbaglia a chiamare un altro e utilizza il suo vero nome, per poi correggersi subito dopo.
Viene da sé che Zio Paperone non può essere quello vero: mi è piaciuto immaginare che il boss del crimine locale che ha mandato i suoi sgherri a rapinare la banca venisse chiamato in quel modo.
Sulla questione di Zio Paperone: i banditi hanno delle maschere di gomma e non sono realmente Qui, Quo e Qua. Se notate, in una battuta di dialogo uno sbaglia a chiamare un altro e utilizza il suo vero nome, per poi correggersi subito dopo.
Viene da sé che Zio Paperone non può essere quello vero: mi è piaciuto immaginare che il boss del crimine locale che ha mandato i suoi sgherri a rapinare la banca venisse chiamato in quel modo.
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Kaboom
Ciao Maurizio,
sono perplesso e non poco dalla trama.
L'idea di mischiare generi diversi è accattivante e anche quella di immaginare un certo personaggio in una nuova chiave di lettura intriga.
Però è proprio la trama a lasciarmi un alone negativo: per non perderci dobbiamo leggere con attenzione maniacale i nomi e i suoni dei personaggi, per poi scoprire che sono relativamente importanti nell'insieme.
Quindi avrei preferito qualche dettaglio in più sulle descrizioni e meno "BAM", ad esempio.
Sull'attinenza al tema ci siamo.
Alla prossima,
G.
*
sono perplesso e non poco dalla trama.
L'idea di mischiare generi diversi è accattivante e anche quella di immaginare un certo personaggio in una nuova chiave di lettura intriga.
Però è proprio la trama a lasciarmi un alone negativo: per non perderci dobbiamo leggere con attenzione maniacale i nomi e i suoni dei personaggi, per poi scoprire che sono relativamente importanti nell'insieme.
Quindi avrei preferito qualche dettaglio in più sulle descrizioni e meno "BAM", ad esempio.
Sull'attinenza al tema ci siamo.
Alla prossima,
G.
*
- Luca Nesler
- Messaggi: 727
- Contatta:
Re: Kaboom
Ciao Maurizio! Eccomi qui. La norma è: io dico tutto quel cazzo che mi pare, poi tu decidi quali sono cose sensate e quali stronzate. Così si stimola anche la riflessione, al di là di suggerimenti corretti o meno.
Ah, e non ho letto gli altri commenti per non farmi influenzare.
Comincio col dirti che la prima frase meriterebbe almeno una virgola prima di “abbassa le braccia"
Poi ho trovato strategicamente infelice la scelta di Qui Quo e Qua, perché, almeno a livello di nome, genera immediatamente confusione sui personaggi. L’idea mi piace molto, ma forse avresti potuto trovare personaggi più immediati per il riconoscimento (sono un lettore pigro).
Avrei aggiunto qualche dettaglio ambientale all’inizio del per mostrare subito al lettore dove ci troviamo. Così, immersi direttamente nell’azione, quando Quo spara “nel mucchio” non ho saputo cosa immaginare. Colpisce l‘impiegata e l’anziano, ma non sappiamo come sono messi, quanta gente c’è, a che distanza dal cyborg, eccetera.
Recentemente ho letto che non attribuire un PDV chiaro tiene il lettore lontano dalle vicende. In questo caso mi pare che sia effettivamente così.
“Il direttore ha riparato”, refuso? Altrimenti penso sia preferibile “è”
“Il poveraccio non vuole o non può rispondere” qui, non avendo un PDV su un personaggio l’effetto di quel “poveraccio” è che si pensa sia il narratore a dare un giudizio.
Il passaggio successivo dove adotti il discorso indiretto libero (sbirri coi Terminator e altro che EMP), è di nuovo il narratore o sono i pensieri di Quo? Risulta un po’ incoerente col resto.
I dialoghi si seguono bene e sono rapidi ed essenziali (discorso di Qui Quo Qua a parte, dove anche se si scambiassero io non riuscirei a seguirli).
Quando dici che Qua non vuole un altro omicidio tra i capi d’accusa sembra una giustificazione debole. Non mi sembra credibile in quella circostanza.
Rilevo che da quando Quo e Qua prendono a parlare tra di loro la vicenda si segue meglio. C’è caratterizzazione differente tra i due e questo ci dà più riferimenti.
Sei stato disonesto con quel “Ce ne andiamo col botto per Qui” e sono sicuro che lo sai!
L’esplosione termonucleare controllata mi fa un po’ storcere il naso. Controllata come? Come fa ad essere ridotta? Sospensione d’incredulità decisamente messa alla prova.
SE Zio Paperone è il nomignolo del boss, Qui era probabilmente una persona con un’identità precisa e non solo una maschera indossata da una pedina di una grossa agenzia. Dunque è strano che se ne sbattano le balle (o che deridano il suo ricordo dedicandogli una porta sfondata) del fatto che sia morto.
Per il resto la scrittura un po’ “rusty” e le onomatopee si sposano bene col genere del racconto e la consecutio è buona. Racconto senz’altro godibile, ma specialmente da quando Quo e Qua ricevono un volto loro (e questo mi fa riflettere).
Alla prossima!
Ah, e non ho letto gli altri commenti per non farmi influenzare.
Comincio col dirti che la prima frase meriterebbe almeno una virgola prima di “abbassa le braccia"
Poi ho trovato strategicamente infelice la scelta di Qui Quo e Qua, perché, almeno a livello di nome, genera immediatamente confusione sui personaggi. L’idea mi piace molto, ma forse avresti potuto trovare personaggi più immediati per il riconoscimento (sono un lettore pigro).
Avrei aggiunto qualche dettaglio ambientale all’inizio del per mostrare subito al lettore dove ci troviamo. Così, immersi direttamente nell’azione, quando Quo spara “nel mucchio” non ho saputo cosa immaginare. Colpisce l‘impiegata e l’anziano, ma non sappiamo come sono messi, quanta gente c’è, a che distanza dal cyborg, eccetera.
Recentemente ho letto che non attribuire un PDV chiaro tiene il lettore lontano dalle vicende. In questo caso mi pare che sia effettivamente così.
“Il direttore ha riparato”, refuso? Altrimenti penso sia preferibile “è”
“Il poveraccio non vuole o non può rispondere” qui, non avendo un PDV su un personaggio l’effetto di quel “poveraccio” è che si pensa sia il narratore a dare un giudizio.
Il passaggio successivo dove adotti il discorso indiretto libero (sbirri coi Terminator e altro che EMP), è di nuovo il narratore o sono i pensieri di Quo? Risulta un po’ incoerente col resto.
I dialoghi si seguono bene e sono rapidi ed essenziali (discorso di Qui Quo Qua a parte, dove anche se si scambiassero io non riuscirei a seguirli).
Quando dici che Qua non vuole un altro omicidio tra i capi d’accusa sembra una giustificazione debole. Non mi sembra credibile in quella circostanza.
Rilevo che da quando Quo e Qua prendono a parlare tra di loro la vicenda si segue meglio. C’è caratterizzazione differente tra i due e questo ci dà più riferimenti.
Sei stato disonesto con quel “Ce ne andiamo col botto per Qui” e sono sicuro che lo sai!
L’esplosione termonucleare controllata mi fa un po’ storcere il naso. Controllata come? Come fa ad essere ridotta? Sospensione d’incredulità decisamente messa alla prova.
SE Zio Paperone è il nomignolo del boss, Qui era probabilmente una persona con un’identità precisa e non solo una maschera indossata da una pedina di una grossa agenzia. Dunque è strano che se ne sbattano le balle (o che deridano il suo ricordo dedicandogli una porta sfondata) del fatto che sia morto.
Per il resto la scrittura un po’ “rusty” e le onomatopee si sposano bene col genere del racconto e la consecutio è buona. Racconto senz’altro godibile, ma specialmente da quando Quo e Qua ricevono un volto loro (e questo mi fa riflettere).
Alla prossima!
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Kaboom
Grazie Giancarmine.
L'idea delle onomatopee mi è nata dal voler sperimentare una commistione tra racconto e fumetto, in cui tutti i vari BANG CRASH e PLING fanno effettivamente parte del testo scritto. È anche il motivo per cui i ladri indossano le maschere dei paperi Disney, una sorta di inside joke.
Ma, appunto, era una sperimentazione, immaginavo sarebbero sorti dei problemi.
Ciao Luca,
Grazie per il commento preciso, vedo che ti stai impegnando parecchio :D
L'idea di Qui Quo Qua mi è sorta per dare ai ladri un'identità iniziale simile, ma precisa. Avrei potuto mettere che indossavano tutti delle maschere di gomma uguali, e lì sì che sarebbe stato un vero casino, oppure puntare sul completamente diverso (maschere dei presidenti? Mi sa di già visto), ma non ci sarebbe stato il senso di unità che volevo, quindi ho optato per la via di mezzo. Sarà che sono stato cresciuto a fumetti Disney ma a me non generano tutta questa confusione, li identifico dal colore dei capelli.
Poi da questo mi è nata anche l'idea delle onomatopee di cui sopra.
Vabbè, pace e amen.
Descrizioni iniziali: ho pensato che si potessero evincere dal testo. Quando non sono importanti ho la tendenza a omettere perché il lettore se li possa immaginare come vuole. Forse a sto giro ho omesso troppo.
PdV: sotto tuo consiglio sto leggendo il manuale di cui mi parlavi. Trovo che dia in linea di massima dei buoni spunti, ma alcune cose mi lasciano perplesso. Tipo, secondo me la cosa dei PdV è perfettamente sensata nel caso di un testo medio-lungo, ma per racconti brevi come questo, dove il lettore non fa neanche in tempo a immergersi che è già finito, si possono provare altre vie. Qui volevo dargli anche un tono pulp, e ho pensato che la voce del narratore fuori campo lo fosse abbastanza (vedi film di Tarantino).
Poi su sta cosa del manuale ne riparliamo con calma quando l'ho finito.
"Ce ne andiamo col botto": no, ti giuro che non ho capito. Perché disonesto?
Esplosione controllata: meh, qui probabilmente ho cagato fuori dal vaso, ma mi sono immaginato un'esplosione di mini-bomba atomica da FatMan di Fallout. Quindi, una roba limitata. Avrei dovuto descriverla meglio.
Zio Paperone ecc: mi è sempre piaciuto il concetto di personaggi-pedine che muoiono e non gliene frega niente a nessuno. In certi tipi di narrazione, tipo quella pulp, funzionano a meraviglia, perché danno un tocco surreale. Forse avrei dovuto fare emergere di più questo lato.
In ogni caso, grazie per gli ottimi consigli!
L'idea delle onomatopee mi è nata dal voler sperimentare una commistione tra racconto e fumetto, in cui tutti i vari BANG CRASH e PLING fanno effettivamente parte del testo scritto. È anche il motivo per cui i ladri indossano le maschere dei paperi Disney, una sorta di inside joke.
Ma, appunto, era una sperimentazione, immaginavo sarebbero sorti dei problemi.
Ciao Luca,
Grazie per il commento preciso, vedo che ti stai impegnando parecchio :D
L'idea di Qui Quo Qua mi è sorta per dare ai ladri un'identità iniziale simile, ma precisa. Avrei potuto mettere che indossavano tutti delle maschere di gomma uguali, e lì sì che sarebbe stato un vero casino, oppure puntare sul completamente diverso (maschere dei presidenti? Mi sa di già visto), ma non ci sarebbe stato il senso di unità che volevo, quindi ho optato per la via di mezzo. Sarà che sono stato cresciuto a fumetti Disney ma a me non generano tutta questa confusione, li identifico dal colore dei capelli.
Poi da questo mi è nata anche l'idea delle onomatopee di cui sopra.
Vabbè, pace e amen.
Descrizioni iniziali: ho pensato che si potessero evincere dal testo. Quando non sono importanti ho la tendenza a omettere perché il lettore se li possa immaginare come vuole. Forse a sto giro ho omesso troppo.
PdV: sotto tuo consiglio sto leggendo il manuale di cui mi parlavi. Trovo che dia in linea di massima dei buoni spunti, ma alcune cose mi lasciano perplesso. Tipo, secondo me la cosa dei PdV è perfettamente sensata nel caso di un testo medio-lungo, ma per racconti brevi come questo, dove il lettore non fa neanche in tempo a immergersi che è già finito, si possono provare altre vie. Qui volevo dargli anche un tono pulp, e ho pensato che la voce del narratore fuori campo lo fosse abbastanza (vedi film di Tarantino).
Poi su sta cosa del manuale ne riparliamo con calma quando l'ho finito.
"Ce ne andiamo col botto": no, ti giuro che non ho capito. Perché disonesto?
Esplosione controllata: meh, qui probabilmente ho cagato fuori dal vaso, ma mi sono immaginato un'esplosione di mini-bomba atomica da FatMan di Fallout. Quindi, una roba limitata. Avrei dovuto descriverla meglio.
Zio Paperone ecc: mi è sempre piaciuto il concetto di personaggi-pedine che muoiono e non gliene frega niente a nessuno. In certi tipi di narrazione, tipo quella pulp, funzionano a meraviglia, perché danno un tocco surreale. Forse avrei dovuto fare emergere di più questo lato.
In ogni caso, grazie per gli ottimi consigli!
- Luca Nesler
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Re: Kaboom
:D
Disonesto nel senso che ci hai fatto pensare a un suicidio (peraltro strano) e invece hai sempre inteso solo un'uscita dalla banca :)
Disonesto nel senso che ci hai fatto pensare a un suicidio (peraltro strano) e invece hai sempre inteso solo un'uscita dalla banca :)
Re: Kaboom
Ciao Mauri, in un certo senso mi fa sentire un po a disagio ritrovarmi in questo ruolo :D
Non è chiaramente la prima cosa che leggo scritta di tuo pugno, sia qui dentro che al di fuori, ma lo è in veste di partecipante del contest.
Inizio col dirti che inizialmente la scelta di utilizzare i personaggi Disney come protagonisti mi aveva lasciato un po spiazzato, ma col ritmo incessante con cui hai caratterizzato questa breve ma fantastica finestra pulp sono riuscito subito ad ambientarmi e a capire dove volessi andare a parare. Ho apprezzato molto le onomatopee inserite a fiotti, poiché aiutano a catapultare in maniera diretta ed incisiva il lettore nel mood del testo. Per quanto contestualizzata in forma "fumettistica", mi è piaciuta la risoluzione congegnata per fuggire dalla banca, dai dialoghi davvero ben ritmati. Il fatto che dietro al colpo ci sia un Paperone in veste di boss e mandante, che in termini di libera interpretazione lascia viaggiare quel tanto che basta con la fantasia per immaginare che la sua ricchezza, o parte di essa, provenga da attività illecite di questo tipo è una piccola chicca che mi è piaciuta molto.
Sarò di parte forse, ma non riesco a trovare qualcosa che non mi sia piaciuta in questo breve racconto, attinenza al tema centrata pienamente. Complimenti.
Non è chiaramente la prima cosa che leggo scritta di tuo pugno, sia qui dentro che al di fuori, ma lo è in veste di partecipante del contest.
Inizio col dirti che inizialmente la scelta di utilizzare i personaggi Disney come protagonisti mi aveva lasciato un po spiazzato, ma col ritmo incessante con cui hai caratterizzato questa breve ma fantastica finestra pulp sono riuscito subito ad ambientarmi e a capire dove volessi andare a parare. Ho apprezzato molto le onomatopee inserite a fiotti, poiché aiutano a catapultare in maniera diretta ed incisiva il lettore nel mood del testo. Per quanto contestualizzata in forma "fumettistica", mi è piaciuta la risoluzione congegnata per fuggire dalla banca, dai dialoghi davvero ben ritmati. Il fatto che dietro al colpo ci sia un Paperone in veste di boss e mandante, che in termini di libera interpretazione lascia viaggiare quel tanto che basta con la fantasia per immaginare che la sua ricchezza, o parte di essa, provenga da attività illecite di questo tipo è una piccola chicca che mi è piaciuta molto.
Sarò di parte forse, ma non riesco a trovare qualcosa che non mi sia piaciuta in questo breve racconto, attinenza al tema centrata pienamente. Complimenti.
Re: Kaboom
Gran bel piano B!
Mi piace molto l’ambientazione che è tutta molto anni ‘80! I colpi in banca con la maschera dei Paperotti, le onomatopee alla Go-Nagai, riletti in chiave futurista, in un mondo dove decontaminare dagli isotopi radiottivi qualsiasi cosa non è un gran problema e la tecnologia da’ una grossa mano all’uomo. Personalmente detesto le onomatopee che spezzano il ritmo narrativo, ma nel tuo caso sono di grande aiuto ad immaginare il fragore. Mi sembra tutto molto convincente! Bravo!
Mi piace molto l’ambientazione che è tutta molto anni ‘80! I colpi in banca con la maschera dei Paperotti, le onomatopee alla Go-Nagai, riletti in chiave futurista, in un mondo dove decontaminare dagli isotopi radiottivi qualsiasi cosa non è un gran problema e la tecnologia da’ una grossa mano all’uomo. Personalmente detesto le onomatopee che spezzano il ritmo narrativo, ma nel tuo caso sono di grande aiuto ad immaginare il fragore. Mi sembra tutto molto convincente! Bravo!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
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Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
- Andrea Partiti
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Re: Kaboom
Molto ben resa la scena d'azione!
Assolutamente nulla da criticare sullo stile, funziona alla perfezione e regge dalla prima all'ultima parola.
Sono d'accordo con la scorrettezza dell'uscire col botto seguita da un'esplosione termonucleare. Mi sembra un tentativo di farci pensare a un (esagerato?) suicidio come piano B per la rapina finita male e uno dei complici morti. Se non era quella l'intenzione, è una frase fuorviante e la ripenserei, anche perché la plausibilità dell'esplosione che apre la porta ma non polverizza il contenuto è dubbia, e se è una scelta precisa dei protagonisti che sanno cosa stanno facendo, è bene che tu lo condivida con noi!
> Il direttore ha riparato
frustate.
Assolutamente nulla da criticare sullo stile, funziona alla perfezione e regge dalla prima all'ultima parola.
Sono d'accordo con la scorrettezza dell'uscire col botto seguita da un'esplosione termonucleare. Mi sembra un tentativo di farci pensare a un (esagerato?) suicidio come piano B per la rapina finita male e uno dei complici morti. Se non era quella l'intenzione, è una frase fuorviante e la ripenserei, anche perché la plausibilità dell'esplosione che apre la porta ma non polverizza il contenuto è dubbia, e se è una scelta precisa dei protagonisti che sanno cosa stanno facendo, è bene che tu lo condivida con noi!
> Il direttore ha riparato
frustate.
Re: Kaboom
Un pizzico di Point Break con spruzzata Skynet, il tutto mischiato dal Ferrero et voilà: il Kaboom è servito :) Racconto godibile, divertente. Vero che si rischia di fare confusione tra Qui, Quo e Qua, ma nulla che costringa a riletture. Anch'io ho trovato fastidioso quel CE NE ANDIAMO CON IL BOTTO, fa pensare a un suicidio mal preparato (anche perché stavano pensando a un modo per arrivare ai soldi, cosa cui puntualmente fanno). Il piano B, qui come in moltri altri racconti, non è fondante il racconto, ma quasi un paletto rispettato. Pollice tendente verso l'alto.
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