Questo è il gruppo Morte de La (Mini) Sfida Apocalittica.
I concorrenti di questo gruppo dovranno leggere, commentare e classificare i racconti del gruppo Pestilenza e saranno giudicati da i concorrenti del gruppo Guerra.
Il migliore di questo gruppo andrà in finale.
Vediamo i racconti ammessi:
La rivolta, di Decimo.Tagliapietra consegnato il 19/06 alle 10:00 Sopravvivenza, di AlastorMaverick consegnato il 20/06 alle 1:30 Un virus diabolico, di Sara Ronco consegnato il 20/06 alle 21:49 Opuscolo, di Eugene Fitzerbert consegnato il 21/06 alle 21:50 Malus di 4 Punti
Avete tempo fino alle 23.59 di domenica 28 giugno per commentare i racconti del gruppo Pestilenza. Chi non postasse anche solo un commento verrà squalificato. Chi non postasse la classifica verrà squalificato Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che saremo fiscali e non accetteremo classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradiamo essere avvertiti, sapete come trovare i moderatori. Vi ricordiamo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo.
I racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a Spartaco. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo . Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri thread.
Ciao! A livello di scrittura, funziona molto bene il velocizzarsi del ritmo man mano che l'emergenza cresce, crea un buon senso di apprensione che regge il racconto dall'inizio fino alla fine. Mi piace l'idea degli animali che diventano aggressivi, anche senza motivare questo cambiamento, e di una conseguente guerra per distruggere ogni forma di vita animale. Sembra una guerra difficile da combattere e che porta a cambiamenti difficili da prevedere completamente e su cui si può costruire un ottimo universo. Penso che il punto debole della storia sia il voler insistere sui dettagli del passato. Capisco che li hai pensati e sono utili, ma penso che accennarli e basta sia più efficace. Un isolamento completo, una "storia del mondo" che si interrompe lasciando soli i protagonisti senza informazioni o speranza, sarebbe molto più d'impatto. Passare da quello che immagino fosse un flusso di informazioni costante e monotematico sul problema al silenzio. E' spaventoso. Ci sarebbe anche molto da elaborare su in che modo si è evoluta la società prima di collassare. Voglio sapere degli insetti, voglio sapere di cosa è successo alle campagne e alle città, voglio sapere della catena di rifornimenti alimentare e di come si è tentato di compensare agli allevamenti intensivi fuori controllo e l'impatto che ha avuto. Bombe atomiche, aggressioni generiche e rivolte mi sembrano un livello molto superficiale di analisi del problema che hai creato e vorrei vederne gli aspetti più complessi.
Sopravvivenza, di AlastorMaverick
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L'idea è simpatica, per quanto stiracchi al massimo la sospensione dell'incredulità con la questione dell'anidride carbonica, perché sembra una forzatura messa lì per allacciare il covid all'inquinamento, quando l'anidride carbonica è ovunque e si poteva scegliere qualcosa di molto più caratteristico, tipo le polveri fini, che già ora sono un'aggravante. L'esecuzione è meh, il dialogo è incredibilmente innaturale, con bambini che non parlano da bambini e restano concentrati e articolati per tutto il tempo e proprio in quel momento decidono di farci un comodo riassunto spiegone di tutto quel che è successo, come è successo, come sopravvivono. Non è convincente, mi spiace. Per ora è un'ambientazione che si può sistemare, ma il racconto manca di sostanza, sono persone che parlano e ci raccontano l'ambientazione passeggiando e moraleggiando. Non hanno motivazioni, sono solo un tramite per quello che pensi tu-autore, per le tue idee che vengono forzate attraverso il racconto.
Un virus diabolico, di Sara Ronco
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Due pro della storia: farci credere che stai parlando del coronavirus in un qualche futuro più o meno probabile, puntando sull'esperienza condivisa delle spese caotiche e con tanta coda, per poi deviare verso lo strano morbo della tua ambientazione far rientrare il complottismo dalla finestra con l'ammiccamento finale al 5g e ai segnali che alterano il comportamento delle persone. Il contro è il modo in cui decidi di raccontarci questo mondo. Anziché l'occhio dell'uomo qualunque che possiamo seguire e con cui possiamo gioire e patire, scegli l'eroe che è destinato a creare il cambiamento. Di per se va bene come scelta, ma se mi racconto dell'eroe, mi serve una ragione forte per cui è lui l'eroe, cosa lo rende tale. Non "avere una ex stronza e un gatto", perché in quel caso mi sembra una forzatura e gli eventi diventano una lunga serie di coincidenze più o meno buffe e improbabili. Penso che tu sappia scrivere bene, riesci a delineare i personaggi in maniera molto netta e a sbozzarli usando pochi dettagli incisivi, ma il racconto va ristrutturato pesantemente per funzionare bene. Personalmente (ma è una questione di puro gusto personale) punterei sul dividere in scene la storia. La spesa. La vita domestica. Il lavoro. In ognuna mostrerei l'impatto dell'epidemia sulla vita del protagonista, senza accennare ad alcun piano. Solo alla fine ci metterei la scintilla di "posso fare qualcosa, ho l'accesso e le risorse giuste" ma senza raccontarlo davvero. Nel momento in cui lo racconti perdi ogni verosimiglianza, perché non importa avere uno scienziato con te, qualunque sabotaggio tu possa fare, con una bomba lo fai meglio, il tentativo di metterci della scienza può solo andare male e fare effetto film d'azione (e penso te ne sia accorta anche tu ripiegando sulla soluzione comica).
Opuscolo, di Eugene Fitzerbert
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1. Cosa accidenti ho appena letto? 2. Splendido.
E' tutto così macabro e delirante ma in equilibrio perfetto per farsi leggere dall'inizio alla fine senza distrarmi mai. Sono ancora stupito da come sei riuscito a giustificare quella scena davvero improbabile di apertura con la siringa piantata nel collo per portarmi alla scena finale. Ammetto che l'avrei resa più soft e che prima di accettare un ago nel collo il tuo protagonista (che ovviamente sei tu, che 9/10 possiedi quella maglietta) avrebbe proposto altri modi di estrarre del sangue per cavarsi d'impaccio.
Apprezzo particolarmente il lavoro sui personaggi, perché vai a toccare tutte le corde giuste per dargli spessore e personalità ed evocare dei tipi umani molto specifici con cui tutti abbiamo esperienza. La creazione di gruppi con personalità che stridono in previsione di un'apocalisse è un classico che raramente delude.
Non mi piace molto il finale, non mi sembra che funzioni a dovere e non rende giustizia al racconto. Preferirei di gran lunga un finale aperto, un riunirsi verso un luogo sicuro, un'azione governativa incisiva che a sorpresa stronca l'apocalisse zombie (col tema non si poteva magari, ma di straforo sì), trovare una resistenza di persone che ha trovato altre debolezze usando i cento altri divieti del TdG. Mi sembra un'ambientazione-parodia con grandissime possibilità.
1. Opuscolo, di Eugene Fitzerbert 2. La rivolta, di Decimo.Tagliapietra 4. Un virus diabolico, di Sara Ronco 3. Sopravvivenza, di AlastorMaverick
Opuscolo di Eugene Fitzherbert. Davvero una buona prova, mentre mi figuravo il superliquidator umano sparasangue stavo per sentirmi male! Un ago piantato in gola che spruzza “a sforzo” potevi pensarlo solo tu! È la cosa davvero figa è che torna tutto, che riesci a dargli un senso! Unici due nei, ti sei allungato troppo all’inizio, non perché non mi interessino gli interessi del protagonista, ma se sei a corto di battute, sul perché lui faccia il fioraio si può soprassedere. E sul finale che non è chiarissimo di getto. Ci devo riflettere un istante per capire che stiamo leggendo l’opuscolo e ormai è tardi. Di certo troverai una soluzione maggiormente comprensibile. Anche perché l’idea di essere tutti destinati al completo nero e si capelli ordinatamente raccolto, mi piace come fine.
La rivolta di Decimo Tagliapietra Ciao. Anche per me dovrebbe essere la prima volta che leggo qualcosa di tuo. La storia è carina, purtroppo è una di quelle storie che però non vanno bene per competizioni con pochi caratteri. Perché come dice il buon Partiti, vorrei sapere di più. Sapere cosa ha scatenato l’aggressività, sapere come non è stato possibile arginarla, perché non dovrebbe essere tanto complicato in una società moderna e civilizzata difendersi dagli animali. Nel senso, l’unica vera minaccia potrebbero essere topi e uccelli, in una città, e diamine! A costo di annientare una specie credo non sia così complicato far fuori un migliaio di storni e qualche gabbiano, pensando alla mia di città. Quindi, questa parte mi manca, e fa sentire il suo peso, inoltre nella seconda parte ti perdi in spiegazioni inutili sull’uso dell’atomica e su quelli che accade in Africa. L’accento alle radiazioni era più che sufficiente, avevamo già capito, il dopo diventa superfluo. Ben gestito il personaggio di Tom, rende bene, giusta dose di ansia paterna, coraggio e organizzazione. Buono anche il bambino, si comporta da bambino è da bambino parla. Quindi ben fatto. Mi è piaciuto anche il finale. Insomma, dovresti prendere questo lavoro, regalargli altrettanti caratteri e farne davvero un buon racconto.
Sopravvivenza di Alastor Maverik Ciao! L’idea è buona, ma la realizzazione è di certo perfettibile. Io in chimica sono una pippa, quindi questo problema dell’anidride carbonica non l’ho notato, ma non lo avrei notato nemmeno se avessi deciso di far legare il covid all’elio: quindi non conta. Per il resto non posso che dare ragione ad Andrea. Il racconto non è che una spiegazione dell’universo che hai immaginato. Un paio di persone si mettono comode e raccontano al lettore che cosa è successo. È un prologo, non una storia. Avresti potuto raccontarci la stessa cosa facendocela vivere, magari nel momento in cui loro sono nella zona alberata e vedono i runner morire. Qualche giorno dopo potrebbero sentire dei messaggi da qualche altoparlante che chiede ai superstiti di rimanere nei loro posti sicuri. Per esempio. Anche perché, se non sono mai usciti dal boschetto, se non per rapide incursioni è sempre in posti “green” come fanno a sapere che è una mutazione del covid? Che non è un’arma chimica, un’attacco alieno o che so io? E soprattutto perché dovrebbe aver scelto proprio questo momento per raccontare tutto alla figlia? Ha otto anni, dovrebbe già saperlo. Insomma, questa idea della natura che protegge invece di macellarci con super tzunami e blizzard è coinvolgente, ma devi lavorarci su.
Un virus diabolico di Sara Ronco
Ciao! E ben trovata. Mi piace tanto il tono che ha il tuo narratore, mi piacciono i continui rimandi al passato e soprattutto alla moglie. Purtroppo in questa ottica mi viene difficile credere che abbia omesso di raccontarci da da subito cosa facesse la suocera. Anche farsi assumere nello stesso centro di ricerche è forzato, dai quante possibilità poteva avere? Soprattutto considerando che la suocera scienziata non ti è servita a niente, e poteva bastare un qualsiasi piano strampalato, magari per distruggere il centro. Insomma, anche nell’ottica di un racconto umoristico, vorrei un po’ più di plausibilità. Detto questo è comunque un buon lavoro con un’ottima chiusa.
1. Opuscolo di Eugene Fitzerbert 2. La rivolta di Decimo Tagliapietra 3 Un virus diabolico di Sara Ronco 4. Sopravvivenza di Alastor Maverik
1. Opuscolo, di Eugene Fitzherbert 2. La rivolta, di Decimo Tagliapietra 3. Un virus diabolico, di Sara Ronco 4. Sopravvivenza, di Alastor Maverick
Opuscolo, di Eugene Fitzherbert
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Divertentissimo. Scorre che è un piacere, ero lì a leggere e ogni tanto un "..pppffff....ahahAHAH!" partiva così, di botto, così che in casa mi han chiesto che cazzo c'avevo. Nessun appunto da fare, il genere demenziale viene rispettato dall'inizio alla fine e i tempi comici pure. Insomma, magari non il testo che darei da leggere in famiglia, ma ottima prova. A presto! andrea
La rivolta, di Decimo Tagliapietra
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Ciao Decimo, il tuo racconto mi è piaciuto. L'ambientazione è ben ricreata, le azioni e la caratterizzazione dei due personaggi rendono. Ogni tanto qualche avverbio che forse poteva essere evitato. Anche l'accelerazione sul finale mi convince, mentre si legge ci si sente trascinati al centro del vortice. Cadono le speranze, le illusioni, le probabilità di sopravvivenza. Quello che mi è piaciuto un po' meno è forse il paragrafetto centrale, si sente un po' di infodump ma secondo me in modo marginale, alla fine te la cavi in fretta e poi passi subito al gran finale nella cantina. Non vi ho ancora letti tutti: per ora il tuo testo viene prima di quello di Alastor perché hai saputo gestire meglio l'infodump e hai creato la giusta tensione sul finale.
Un virus diabolico
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Ciao Sara, è la prima volta che ti leggo. Ho apprezzato molto il tuo stile, il protagonista è ben caratterizzato e fa sorridere per il tono cinico e insofferente. Anche la famiglia immune al condizionamento crea una cornice piacevole attorno a questa ambientazione completamente ribaltata. Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso. In tutta quest'ottima premessa, è la scena finale a lasciarmi un po' di perplessità. Pur di arrivare alla scena del sabotaggio, si viene dirottati su una serie di circostanze create in un modo (forse) troppo artificioso (anche se ci fai capire che fanno parte di un piano ben congegnato). Mi spiego meglio: in poche righe il protagonista espone il piano dicendo che la suocera è scienziata e lui si è fatto assumere in quel centro di ricerca. Sembrano buttate lì proprio per arrivare al dunque, per avere le carte in regola e giustificare l'attentato. Se avessi seminato prima questi due indizi, si sarebbe arrivati in modo meno deciso a quel punto e la forzatura sarebbe stata meno evidente. Altro esempio: possibile che il gatto finisca proprio su QUEL computer e porti alla procedura di disinnesco? Quindi: una bella idea, fresca e d'impatto, un personaggio vile con risvolti comici, secondo me qualcosa da mettere a posto a livello di sceneggiatura. Ho preferito il tuo racconto a quello di Alastor, ma la storia di Decimo mi ha catturato di più.
Sopravvivenza, di Alastor Maverick
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Ciao Alastor, concordo con Andrea e Polly: c'è molto su cui lavorare per rendere meglio l'ambientazione da te creata e ridurre l'infodump. E secondo me i suggerimenti di Polly sono un più che valido aiuto: se mostrassi le azioni dei personaggi, semineresti tutta una piccola serie di indizi che permetterebbe al lettore di unire i puntini strada facendo. Anch'io ho notato l'incongruenza di vivere in una foresta e sapere tutto quello che è successo fuori. Ho provato a darmi delle risposte, mi son detto: "magari il padre potrebbe raccontare un sacco di fregnacce alla figlia pur di far vedere che ne sa più di lei". Ma in quest'ambito mi sembra del tutto decontestualizzato, quindi ho storto il naso. Insomma, io proverei a riguardarlo cambiando un po' le prospettive, lo gestirei come un susseguirsi di azioni e di progressiva consapevolezza dei personaggi, anziché come un resoconto dei fatti passati.
RIVOLTA Ciao Decimo, penso che sia la prima volta che ti leggo e devo dire che l'ho fatto con grande piacere. Stilisticamente il racconto mi è piaciuto molto, almeno fino a quando non ti sei messo a raccontare. Sicuramente era difficile fare altrimenti con le poche battute messe a disposizione da perfido Nucera, ma avrei preferito che i particolari dell'apocalisse rimanessero un po' più sullo sfondo, avrei voluto che si capissero dalle immagini e dai dialoghi, piuttosto che da una didascalia, seppur scritta in modo molto efficacie. Salvo che per questo piccolo neo, il racconto scorre molto bene, l'idea è buona e il finale molto efficacie. A rileggerci presto. Wladimiro
SOPRAVVIVENZA Ciao Alastor, una buona idea sfruttata male. Non nego che utilizzare il dialogo come espediente per mettere il lettore a conoscenza dell'ambientazione sia una furbata, ma in questo caso la realizzazione non è delle migliori. I personaggi, soprattutto i bambini, non parlano in modo credibile, lasciandosi andare davvero troppo al dettaglio degli eventi che hanno preceduto il racconto. Le poche volte che utilizzi immagini lo fai in modo suggestivo, ma per la maggior parte del teso il racconto finisce per essere un lungo infodump con cui, nei fatti, spieghi l'ambientazione e ti lascia andare a valutazioni filosofiche. Fosse una sorta di dialogo prefattivo a un trattato di ecologia potrebbe anche andare, ma per essere un racconto apocalittico necessita di qualcosa di più e di diverso. A rileggerci presto Wladimiro
UN VIRUS DIABOLICO Ciao Sara, piacere di leggerti. Idea carina, resa interessante, ma con un po' di ma... Il tono scanzonato di tutto il racconto è molto gradevole. L'idea di far credere, all'inizio, che si tratti del Covid-19 è anch'essa buona, come quella del virus assurdo che ti sei inventata. L'unica cosa che lascia perplessi è il finale, davvero poco plausibile. In ogni caso, almeno a mio parere, tale fatto, in un racconto di carattere umoristico, non può pesare che marginalmente. A rileggerci presto Wladimiro
OPUSCOLO Caro Eugene, trini la supercazzora bitumata, con scappellamento a sinistra. Eh, sì, tua colpa, tua massima colpa! Posterdati, trini, anche un pochino antani, con la sbiribuda. Senza contare che la supercazzora brematurata ha perso i contatti da un sacco di tempo con la tarapia tapioca. Allaccia scarpa, scarpa allaccia, albergo. Tutto questo per arrivare a trecento caratteri. Segue la valutazione. SEMPLICEMENTE STUPENDO! W
CLASSIFICA: 1) OPUSCOLO 2) LA RIVOLTA 3) UN VIRUS DIABOLICO 4) SOPRAVVIVENZA
1) La rivolta, di Decimo.Tagliapietra 8 Punti 2) Opuscolo, di Eugene Fitzerbert 4 Punti + 4 di Malus 3) Un virus diabolico, di Sara Ronco con 13 Punti 4) Sopravvivenza, di AlastorMaverick con 15 Punti
Accede alla finale La rivolta, di Decimo.Tagliapietra per aver postato prima