L'Inferno

costellazione di bacco
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L'Inferno

Messaggio#1 » lunedì 19 ottobre 2020, 23:52

Sveglia alle 07.00 del mattino, come sempre.
Myriam si alza, guarda un punto a caso del muro e, in quel modo bizzarro, dà inizio alla sua giornata.
Vorrebbe ritornare a letto piuttosto che andare a scuola ad ascoltare le chiacchiere inconcludenti dei professori e guardare negli occhi i suoi carnefici.
Coloro che, ogni notte, la vanno a trovare e le ricordano di valere zero solo perché la bilancia non segna il numero giusto.
Oggi, però, non può mancare a scuola. Ha qualcosa di troppo importante da fare per sé e per tutti.
Si prepara con accuratezza, va a salutare la mamma e poi esce di casa.
Prende l’autobus e ascolta una delle canzoni del momento “Charlie fa surf”, giusto per cominciare allegramente quella giornata uggiosa.
L’autobus si ferma dinanzi al suo liceo, Myriam scende e, neanche varcato il cancello della scuola sente alle sue spalle una ragazza:
- “Hey balenottera, ma ci entri nei sedili dell’autobus?”
Myriam arrossisce per la rabbia e la vergogna, tira un’occhiata minacciosa alla ragazza e con le lacrime agli occhi entra a scuola.
Va in bagno e vomita quel po' di colazione che aveva ingerito. Si sciacqua la bocca e poi guarda il suo volto allo specchio e, come per consolarsi, comincia a parlare con sé stessa.
- “Non ti preoccupare Myriam, vincerai tu!”
Le ore di lezione passano lentamente tra Manzoni e le equazioni algebriche e, mentre l’intera classe cerca di comprendere quei concetti, Myriam guarda la forma delle nuvole e fantastica su di esse creando storie. Ma qualcosa la riporta alla realtà: una pallina di carta la sfiora e cade vicino la sua sedia, si gira e vede Cristian fare segno di raccoglierla, lei sorride, la raccoglie e spera. Apre la pallottola di carta e legge:
- “Ti guardavo e pensavo che con te gli angeli hanno fatto proprio un bel lavoro!”
Per un attimo un sorriso appare sul volto di Myriam, poi si accorge di una seconda palla di carta:
- “…ah no scusami, ho sbagliato persona però se guardo te penso che faresti bene a ritornare da dove sei arrivata: l’Inferno. Va all’Inferno balenottera!”
Gli occhi di Myriam si inondano di lacrime, si gira per guardare Cris che, nel frattempo, ha cominciato a sghignazzare insieme ad altre due ragazze. Siamo alle solite – pensa la ragazza – mentre con il braccio cerca di asciugare le lacrime e con i pensieri di aggiustare le crepe del cuore.
-“Non c’è bisogno di ritornarci – pensa Myriam – già lo vivo ogni giorno con voi l’Inferno! È questa classe, questa scuola, questa città il mio Inferno! Ma vedrete che vincerò io!”
La campanella della ricreazione suona e Myriam, con tutta la forza che ha in corpo, decide di andarsi a prendere la sua rivincita. Lascia su un banco un foglietto scritto durante le prime ore, esce dalla classe e guarda i suoi compagni di classe viversi gioiosamente la ricreazione. Li osserva romanticamente per un po' e poi decide di affrettarsi: è il momento della rivincita.
Prende le scale per andare al secondo piano, poi dal secondo piano al terrazzo, spinge il maniglione antipanico, poi scavalca il parapetto.
Lo ha fatto, è lì sul terrazzo e tra un po' avrà la sua rivincita, potrà vivere serenamente.
Guarda in basso, vede persone affollarsi, sente persone chiamarla, ormai è troppo tardi.
Myriam salta, sente il vento, sente la libertà.
Sul suo banco Cris ritroverà un foglietto e su scritto:
“Vado all’Inferno dopo una lunga permanenza nel vostro.”

ARIANNA D'ANGELO



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antico
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Re: L'Inferno

Messaggio#2 » lunedì 19 ottobre 2020, 23:57

Ciao Arianna e bentornata! Caratteri e tempo ok, buona LIVIO GAMBARINI EDITION!

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Laura Cazzari
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Re: L'Inferno

Messaggio#3 » mercoledì 21 ottobre 2020, 20:40

Ciao Arianna, devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto. Ho apprezzato l’argomento che hai scelto di trattare e come hai svolto il tema richiesto. Solo non mi sono chiari alcuni passaggi, parli di rivincita per sé e per tutti, ma in realtà alla fine non vince nessuno. E non capisco il motivo della permanenza in aula della protagonista se aveva già deciso di farla finita; voleva provare a vedere se le cose sarebbero cambiate da sole? Comunque, buona prova.
Laura Cazzari

costellazione di bacco
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Re: L'Inferno

Messaggio#4 » mercoledì 21 ottobre 2020, 22:02

[quote="Laura Cazzari"]Ciao Arianna, devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto. Ho apprezzato l’argomento che hai scelto di trattare e come hai svolto il tema richiesto. Solo non mi sono chiari alcuni passaggi, parli di rivincita per sé e per tutti, ma in realtà alla fine non vince nessuno.

Per quanto riguarda questo passaggio il concetto è un pò filosofico: ho pensato ad una rivincita della protagonista tramite il suicidio atto che fa capire a tutti gli altri quanto possono essere pesanti determinate parole o azioni. Il bullo spesso non si rende conto di tutto ciò.


E non capisco il motivo della permanenza in aula della protagonista se aveva già deciso di farla finita; voleva provare a vedere se le cose sarebbero cambiate da sole? Comunque, buona prova

La permanenza in aula è dovuta al fatto che la protagonista aveva deciso di suicidarsi durante la ricreazione, forse non è stato spiegato bene

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Eugene Fitzherbert
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Re: L'Inferno

Messaggio#5 » giovedì 22 ottobre 2020, 11:18

Ciao, Arianna,
bentrovata qui su minuti contati.
Storia decisamente toccante e con finale drammatico. Chissà se veramente andrà all'inferno, la povera ragazza bullizzata. Io spero di no. Almeno un po' di pace dopo la morte se la merita.
Dal lato tecnico, ci sono alcune cose da sistemare: devi cominciare a prendere dimestichezza con lo show don't tell, in modo da catalizzare subito e senza interruzione l'attenzione del lettore. Le intrusioni e i commenti da narratore onnisciente, per quanto possano sembrare belli e accattivanti, sono purtroppo deleteri per il flusso narrativo, a meno che non stai scrivendo per esempio un testo umoristico (E NON È il tuo caso!). Allo stesso modo, dosa le informazioni in modo da non doverle nascondere al lettore solo per fargli spalancare la bocca con un forzatissimo effetto wow.
Attenzione sulla formattazione dei dialoghi.

In definitiva: un racconto con una storia drammatica (diversa da quelle che ho letto finora!) e che necessita di un po' di aggiustamenti.
Alla prossima!

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Giacomo Puca
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Re: L'Inferno

Messaggio#6 » giovedì 22 ottobre 2020, 15:25

Ciao Arianna, proverò a commentare il tuo racconto.

Tema
Centrato, e a suo modo sviluppato in modo abbastanza originale.

Stile
Qui mi accodo ad altri commenti. La scrittura è formalmente corretta, ma la scelta del narratore esterno che racconta la vicenda tende a limitare il coinvolgimento.
Mostrare la storia avrebbe avuto un effetto molto più potente. Per esempio avresti potuto mostrare una scena in cui è derisa (come quella del biglietto). Poi una seconda scena in cui ci fai capire che è una cosa abituale, magari lei che sfoglia un "diario delle umiliazioni" dove sono fittamente riportati tutti gli atti di bullismo che subisce. Infine chiudi con il suicidio. Avresti trasmesso le stesse info ma "iniettando" maggior empatia.

Trama
Lineare, solida. Non ha errori evidenti, ma nemmeno spunti troppo originali.

Valutazione finale.
Un racconto che funziona ma le cui scelte stilistiche impediscono il coinvolgimento emotivo a cui dovrebbe mirare.
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.

Edoardo Foresti
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Re: L'Inferno

Messaggio#7 » venerdì 23 ottobre 2020, 9:14

Ciao Arianna! Credo sia la prima volta che ti leggo e spero che il mio commento ti sia utile.
Dare un riscontro personale sul tuo testo mi risulta difficile: sono una di quelle persone che bada molto allo stile, all'immersione offerta dalla prosa, e al tempo stesso è innegabile che conti anche l'aspetto più emotivo della lettura, altrimenti leggeremmo solo esercizi di stile.
Sul lato tecnico mi spiace ripete quello che hanno già fatto notare altri utenti, ma in sostanza trovo anche io che una narrazione non focalizzata crei una distanza che, a parità di fattori, rende più difficile creare empatia nel lettore. Devo però ammettere che questo è, finora, il brano che mi più mi ha scosso a livello emotivo, perché trovo innegabile l'impatto di un tormento interiore così forte e del suo tragico esito.
Quindi, come dicevo, c'è un conflitto tra testa e cuore, perché il testo è veicolato con uno stile che va a minare l'immersione dei lettori, ma veicola una storia sicuramente d'impatto che ho apprezzato.
A presto!

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Andrea76
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Re: L'Inferno

Messaggio#8 » venerdì 23 ottobre 2020, 13:04

Ciao Arianna, tema fortissimo il tuo, e più che mai attuale. Ma non sono riuscito a percepirlo, purtroppo. Credo che la cosa sia dipesa dal linguaggio impersonale che hai usato. La narrazione onnisciente fa sentire la vicenda troppo distante per poter essere interiorizzata. Come ti hanno già scritto, entrare nel dettaglio del punto di vista di Myriam avrebbe aiutato e di molto il coinvolgimento del lettore. Mi auguro tu abbia la voglia di riprendere in futuro questo racconto perché ha delle basi potentissime. E magari di cambiargli il finale: all’Inferno non dovrebbe andarci Myriam ma i suoi bulli. Se non può essere meritocratica la realtà, che lo sia almeno la fantasia.

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Pietro D'Addabbo
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Re: L'Inferno

Messaggio#9 » venerdì 23 ottobre 2020, 18:02

Ciao Arianna,

piacere di leggerti. Ci mostri l'Inferno personale di questa ragazza vittima della crudeltà dei propri coetanei, mentre il mondo gira indifferente mantenendo i suoi riti quotidiani. Molto toccante.
Stilisticamente, andrò controcorrente rispetto agli altri commenti dicendo che vedo indovinata, in un racconto come il tuo, la scelta della terza persona.
La tesi che va per la maggiore nella narrativa moderna suggerisce di generare empatia e identificazione con il protagonista attraverso l'uso della narrazione in prima persona, che aiuta nell'immedesimazione. Al contrario la terza persona crea un effetto spettatore che genera distacco. Proprio questo distacco è indovinato nel tuo caso, perché si finisce per immedesimarsi in tutti i compagni di scuola, in tutti gli adulti che, dopo che il fatto è accaduto, hanno indagato sull'ultima giornata di Myriam. Essi si chiederanno perché non avessero colto i segnali della sua sofferenza, sentendo appunto di essere stati spettatori inconsapevoli del dramma, mentre quando finalmente sono diventati onniscenti come il narratore essi sono ormai diventati anche impotenti rispetto alla tragedia appena compiutasi.
Ci sono occasioni in cui questo stile è indovinato e questa è per me una di quelle.
"Ho solo due cose da lasciarti in eredità, figlio mio, e si tratta di radici ed ali." (William Hodding Carter)

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Emiliano Maramonte
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Re: L'Inferno

Messaggio#10 » domenica 25 ottobre 2020, 16:16

[PER UN ERRORE DEL SERVER, MI E' STATO DUPLICATO IL COMMENTO. IGNORA QUESTO E LEGGI IL SUCCESSIVO. GRAZIE]
Ciao Arianna! Non ricordo se è la seconda volta che ci incrociamo nell'arena, comunque bentrovata a Minuti Contati.
La tematica da te scelta è forte ed è, purtroppo, sempre d'attualità. Il bullismo è una piaga sociale e, per il momento, difficile da sradicare. L'ossatura della trama è alquanto canonica: una ragazza in carne viene derisa da tutti e come sdegno contro il mondo si suicida. Sipario. Niente di nuovo, sotto il sole, dunque. Non che la storia sia banale, anzi è abbastanza d'impatto, ma è il già visto che la svuota un po' della sua efficacia (stesso inconveniente del racconto che ho presentato a questo contest).
Inoltre emerge uno stridente contrasto tra la preparazione al gesto finale e il risultato; in sostanza, capisco che nella mente di una ragazza derisa, psicologicamente fragile, possano passare mille pensieri, ma se per tutta la seconda parte del racconto hai parlato di rivincita, mi aspettavo un punto di rottura diverso, che non fosse sempre e solo il suicidio. Non che non vada bene così, ma per ingenerare nel lettore un guizzo di stupore e interesse, io mi sarei inventato un'altra soluzione, più originale.
Per quanto riguarda la parte tecnica, né infamia né lode. E' scritta in maniera "scolastica" (non me ne volere per questo termine, che non è offensivo; è giusto per dire che lo stile fa il suo dovere senza particolari guizzi...), ma necessita di diversi aggiustamenti. Ad esempio, le regole moderne di narratologia (tra cui l'ormai abusato "Show don't tell") non devono diventare delle ossessioni, altrimenti la libertà creativa ne viene in qualche modo imbavagliata, ma non devono neanche essere ignorate del tutto, e, nel tuo racconto alcuni passaggi andrebbero ripensati proprio per dare una maggiore immersività al lettore. Aggiungo che usi troppi possessivi. Qualche volta fai una prova: togli un possessivo e rileggi la frase e ti accorgerai che scorre molto meglio.
Per esempio:
"L’autobus si ferma dinanzi al suo liceo, Myriam scende e, neanche varcato il cancello della scuola sente alle sue spalle una ragazza:"
Togli "suo" e "sue" e rileggi. Cosa ottieni?

Nel complesso un racconto che si fa leggere, ma che secondo me meriterebbe una rielaborazione perché ha buone potenzialità tematiche e di contenuto.

In bocca al lupo!
Emiliano.
Ultima modifica di Emiliano Maramonte il domenica 25 ottobre 2020, 16:21, modificato 2 volte in totale.

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Emiliano Maramonte
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Re: L'Inferno

Messaggio#11 » domenica 25 ottobre 2020, 16:17

Ciao Arianna! Non ricordo se è la seconda volta che ci incrociamo nell'arena, comunque bentrovata a Minuti Contati.
La tematica da te scelta è forte ed è, purtroppo, sempre d'attualità. Il bullismo è una piaga sociale e, per il momento, difficile da sradicare. L'ossatura della trama è alquanto canonica: una ragazza in carne viene derisa da tutti e, come atto di sdegno contro il mondo, si suicida. Sipario. Niente di nuovo, sotto il sole, dunque. Non che la storia sia banale, anzi è abbastanza d'impatto, ma è il già visto che la svuota un po' della sua efficacia (stesso inconveniente del racconto che ho presentato a questo contest).
Inoltre emerge uno stridente contrasto tra la preparazione al gesto finale e il risultato; in sostanza, capisco che nella mente di una ragazza derisa, psicologicamente fragile, possano passare mille pensieri, ma se per tutta la seconda parte del racconto hai parlato di rivincita, mi aspettavo un punto di rottura diverso, che non fosse sempre e solo il suicidio. Non che non vada bene così, ma per ingenerare nel lettore un guizzo di stupore e interesse io mi sarei inventato un'altra soluzione più originale.
Per quanto riguarda la parte tecnica, né infamia né lode. E' scritta in maniera "scolastica" (non me ne volere per questo termine, che non è offensivo; è giusto per dire che lo stile fa il suo dovere senza particolari guizzi...), ma necessita di diversi aggiustamenti. Ad esempio, le regole moderne di narratologia (tra cui l'ormai abusato "Show don't tell") non devono diventare delle ossessioni, altrimenti la libertà creativa ne viene in qualche modo imbavagliata, ma non devono neanche essere ignorate del tutto, e, nel tuo racconto alcuni passaggi andrebbero ripensati proprio per dare una maggiore immersività al lettore. Aggiungo che usi troppi possessivi. Qualche volta fai una prova: togli un possessivo e rileggi la frase e ti accorgerai che scorre molto meglio.
Per esempio:
"L’autobus si ferma dinanzi al suo liceo, Myriam scende e, neanche varcato il cancello della scuola sente alle sue spalle una ragazza:"
Togli "suo" e "sue" e rileggi. Cosa ottieni?

Nel complesso un racconto che si fa leggere, ma che secondo me meriterebbe una significativa rielaborazione perché ha buone potenzialità tematiche e di contenuto.

In bocca al lupo!
Emiliano.

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Gabriele Dolzadelli
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Re: L'Inferno

Messaggio#12 » martedì 27 ottobre 2020, 21:43

Ciao Arianna. Ben ritrovata!
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico e stilistico, direi che c'è poco da dire. Il testo scivola e dunque è ben scritto.
Mi soffermerei di più sulla storia. Per quanto sia facile empatizzare per la ragazza protagonista (è evidente l'ingiustizia che subisce, essendo bullizzata) trovo che la storia non coinvolga moltissimo per via del fatto che è telefonata sin dall'inizio.
E' piuttosto palese che tramite la sofferenza lei vada a suicidarsi. Lo si comprende leggendo e non ho avuto un effetto sorpresa sul finale, quello che avrebbe dato un colpo di grazia all'emotività del racconto. Per questo motivo, pur essendo una buona prova, non mi ha lasciato molto. Ma è una questione di gusti personali.
Alla prossima.

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Alfabri
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Re: L'Inferno

Messaggio#13 » giovedì 29 ottobre 2020, 21:19

Ciao Arianna, piacere di leggerti.
Mi accodo a chi non ha trovato particolari spunti di interesse in questo racconto. La trama è lineare e un po' prevedibile, tanto da minare l'impatto emotivo del racconto. Nel continuo affermare con sicurezza l'imminente rivincita della ragazza vedo più che altro un flebile tentativo di sviare il lettore dalla conclusione più ovvia, che invece puntualmente si verifica. D'altra parte devo dire che l'argomento trattato non è di certo banale e merita sempre di essere affrontato, e tutto sommato rispetto al tema proposto ti sei destreggiata con una soluzione piuttosto originale, quindi direi che il bilancio del racconto è sufficiente.
Alla prossima!

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antico
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Re: L'Inferno

Messaggio#14 » venerdì 30 ottobre 2020, 9:28

Il racconto mi è piaciuto molto e credo che le tue scelte siano decisamente funzionali alla protagonista. Solo, ritengo che un pelo più di indagine psicologica andrebbe fatta, più che altro per definire meglio il suo avvicinamento al suicidio, quelle ore che devono essere le ultime, quella sua rivincita che tale non appare, ma che per lei lo è. Insomma, scavare di più, ma senza esagerare, giusto qualche pennellata ben data e c'è da trovare l'equilibrio perfetto. Per me un pollice quasi su proprio per questo motivo. A pari valutazione con il racconto di Fagiolo tendo a preferire il suo proprio per essere riuscito a immergere maggiormente il lettore nel cortocircuito vissuto dal protagonista.

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