Ciao papà
Ciao papà
Ha gli occhi annacquati e lo sguardo confuso, rimane lì con la bocca aperta per ore, gli parlo ma non sono sicuro mi riconosca più.
Un sondino gli sale dal naso e lo alimenta da giorni ormai.
Al mattino gli passo sul viso un panno inumidito, gli pettino con la spazzola morbida i capelli radi. Gli leggo il giornale, proprio come faceva lui con me mentre a colazione mi teneva in braccio. Io non capivo niente ma mi piaceva sentirlo parlare.
Partiva, se ne stava via mesi, a volte anni. La nave attraversava mezzo mondo prima di poter rientrare a casa di nuovo. Io guardavo il mare e invidiavo il sole che da qualche parte lo incrociava sempre.
Papà ti ricordi questa canzone? Gli infilo gli auricolari nelle orecchie. Sbatte le palpebre, chiude per un attimo la bocca e deglutisce. E' un mucchio di ossa e la pelle sembra una coperta gettata sopra a ricoprirle. Non è rimasto nulla di quell'uomo invincibile che dominava il mare.
Gli prendo la mano scheletrica e una ad una aggiusto a fatica con una forbicina la lunghezza delle unghie, sono dure e secche… come lui.
Non lo vedevo da anni, da quando nel tentativo di placare il suo senso di colpa era tornato a cercarmi, con un sacchetto di carta pieno di soldi. Ricordo solo che gli strinsi un gomito attorno al collo, lo trascinai fuori dalla porta e gli scagliai addosso quel ridicolo obolo di vergogna.
Mia madre era morta e la mia dignità lo era da molto tempo prima. Avevo nove anni ed ero innamorato di mio padre. All'ennesima sua partenza e attanagliato dalla nostalgia lo precedetti di nascosto in garage, volevo attraversare gli oceani insieme al mio eroe.
Salii in macchina mi infilai sotto al suo impermeabile nel sedile posteriore. Entrò in auto poco dopo e dalla ventiquattrore estrasse un portatile nero. Sollevò lo schermo e lo accese. Scostando un lembo dell'impermeabile riuscivo a scorgere il mondo che si muoveva al di là di quello schermo. Mio padre allungò la mano verso quel mondo, la punta delle dita sembrava dissolversi in un'interferenza di onde e luce. Ero raggelato, soltanto il cuore sbatteva impazzito contro la cassa toracica. Allungai d'istinto il braccio e afferrai il suo. Una scarica elettrica e poi nulla. Guardai lo schermo e lui era là dentro. Una casa accogliente, la luce calda del sole lo incrociava ancora; ero in una specie di trans finché non sentii gridare “papà, papà” da vocine stridule. Richiusi con orrore quell'aggeggio e respirai affannosamente, non era lui mi ripetevo, non poteva essere lui.
Papà! Papà!!
Sfilo dal mio zaino quel congegno che da mesi tengo nascosto da lui. Questa volta non volevo più lasciarlo andare via. Mi aveva supplicato così tanto quell'animale in gabbia, prima di decidere di lasciarsi morire così.
Apro il portatile e glielo appoggio sul petto. È bagnato, poi capisco che ci sto piangendo sopra e con la manica strofino via le lacrime che magari poi non funziona. Lo accendo, e quegli occhi grigi che prima guardavano nel vuoto si animano della sua coscienza. Ciao papà.
Un sondino gli sale dal naso e lo alimenta da giorni ormai.
Al mattino gli passo sul viso un panno inumidito, gli pettino con la spazzola morbida i capelli radi. Gli leggo il giornale, proprio come faceva lui con me mentre a colazione mi teneva in braccio. Io non capivo niente ma mi piaceva sentirlo parlare.
Partiva, se ne stava via mesi, a volte anni. La nave attraversava mezzo mondo prima di poter rientrare a casa di nuovo. Io guardavo il mare e invidiavo il sole che da qualche parte lo incrociava sempre.
Papà ti ricordi questa canzone? Gli infilo gli auricolari nelle orecchie. Sbatte le palpebre, chiude per un attimo la bocca e deglutisce. E' un mucchio di ossa e la pelle sembra una coperta gettata sopra a ricoprirle. Non è rimasto nulla di quell'uomo invincibile che dominava il mare.
Gli prendo la mano scheletrica e una ad una aggiusto a fatica con una forbicina la lunghezza delle unghie, sono dure e secche… come lui.
Non lo vedevo da anni, da quando nel tentativo di placare il suo senso di colpa era tornato a cercarmi, con un sacchetto di carta pieno di soldi. Ricordo solo che gli strinsi un gomito attorno al collo, lo trascinai fuori dalla porta e gli scagliai addosso quel ridicolo obolo di vergogna.
Mia madre era morta e la mia dignità lo era da molto tempo prima. Avevo nove anni ed ero innamorato di mio padre. All'ennesima sua partenza e attanagliato dalla nostalgia lo precedetti di nascosto in garage, volevo attraversare gli oceani insieme al mio eroe.
Salii in macchina mi infilai sotto al suo impermeabile nel sedile posteriore. Entrò in auto poco dopo e dalla ventiquattrore estrasse un portatile nero. Sollevò lo schermo e lo accese. Scostando un lembo dell'impermeabile riuscivo a scorgere il mondo che si muoveva al di là di quello schermo. Mio padre allungò la mano verso quel mondo, la punta delle dita sembrava dissolversi in un'interferenza di onde e luce. Ero raggelato, soltanto il cuore sbatteva impazzito contro la cassa toracica. Allungai d'istinto il braccio e afferrai il suo. Una scarica elettrica e poi nulla. Guardai lo schermo e lui era là dentro. Una casa accogliente, la luce calda del sole lo incrociava ancora; ero in una specie di trans finché non sentii gridare “papà, papà” da vocine stridule. Richiusi con orrore quell'aggeggio e respirai affannosamente, non era lui mi ripetevo, non poteva essere lui.
Papà! Papà!!
Sfilo dal mio zaino quel congegno che da mesi tengo nascosto da lui. Questa volta non volevo più lasciarlo andare via. Mi aveva supplicato così tanto quell'animale in gabbia, prima di decidere di lasciarsi morire così.
Apro il portatile e glielo appoggio sul petto. È bagnato, poi capisco che ci sto piangendo sopra e con la manica strofino via le lacrime che magari poi non funziona. Lo accendo, e quegli occhi grigi che prima guardavano nel vuoto si animano della sua coscienza. Ciao papà.
Ultima modifica di linda il martedì 20 dicembre 2022, 1:26, modificato 1 volta in totale.
Re: Ciao papà
Ciao Linda e benvenuta nell'Arena! Purtroppo il tuo racconto ha sia il malus tempo che quello caratteri, ma sei cmq in contest. Detto questo, dovresti presentarti con nome e cognome, anche solo al sottoscritto.
Su fb, se lo usi, mi trovi come Maurizio Bertino. Ti consiglio, se già non ci sei, di entrare nel gruppo fb di MC perché penso che sia il modo migliore di godersi la partecipazione, dalla prima fila e compartecipando in modo più attivo con il resto della community :)
Su fb, se lo usi, mi trovi come Maurizio Bertino. Ti consiglio, se già non ci sei, di entrare nel gruppo fb di MC perché penso che sia il modo migliore di godersi la partecipazione, dalla prima fila e compartecipando in modo più attivo con il resto della community :)
Re: Ciao papà
Ciao Antico. Spero di risponderti nel modo giusto perché non conosco per niente questo strumento. Mi chiamo Linda Gragnato, credo di essermi aggiudicata tutte le penalità che erano a disposizione. Ma mi interessava almeno provarci. Grazie per i consigli. Linda
Re: Ciao papà
Molto bene, ho visto che hai anche sistemato i caratteri pertanto solo malus tempo per te!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1093
Re: Ciao papà
Ciao Linda, piacere di leggerti e averti tra noi!
Per me, un inizio col botto. Storia accattivante e ben resa, con un forte conflitto tra padre e figlio risolto con un atto di pietà nel finale, a costo di sacrificare la propria dignità e le proprie memorie.
Devo dire che mi hai fregato :) quando ho letto l'inizio ho detto a me stesso: evviva, un'altra storia di figli che assistono genitori infermi che fa leva sui sentimenti di pena. E invece no, hai aggiunto un bel tocco di classe che per me trasforma un racconto banale in un racconto vincente.
Ottima prova. Sei in cima alla mia classifica e, se l'istinto non mi inganna, arriverai in alto anche alla finale.
Buona gara e torna presto a raccontarci le tue storie.
Per me, un inizio col botto. Storia accattivante e ben resa, con un forte conflitto tra padre e figlio risolto con un atto di pietà nel finale, a costo di sacrificare la propria dignità e le proprie memorie.
Devo dire che mi hai fregato :) quando ho letto l'inizio ho detto a me stesso: evviva, un'altra storia di figli che assistono genitori infermi che fa leva sui sentimenti di pena. E invece no, hai aggiunto un bel tocco di classe che per me trasforma un racconto banale in un racconto vincente.
Ottima prova. Sei in cima alla mia classifica e, se l'istinto non mi inganna, arriverai in alto anche alla finale.
Buona gara e torna presto a raccontarci le tue storie.
- christianfloris
- Messaggi: 179
Re: Ciao papà
Questo racconto possiede tutti gli elementi giusti per arrivare lontano: uno stile maturo, una storia coinvolgente e a tratti commovente, il rapporto padre-figlio che è narrato in modo a dir poco dirompente. Ci sei, sei sul pezzo in modo meraviglioso e porti il lettore nei tuoi mondi con una bella affabulazione. Vedo centrare il tema nella scoperta, da parte del figlio, del mondo secondario del padre. La forza di questo bel racconto è nello scambio e nella simbiosi forte che si crea fra i due personaggi. Prova molto convincente che ti fa balzare in testa alla classifica. Brava, peccato per il malus.
La mia valutazione è 9,25
La mia valutazione è 9,25
- SilviaCasabianca
- Messaggi: 108
Re: Ciao papà
Ciao Linda,
Piacere di conoscerti e grazie per questo bel racconto.
Comincio con il dirti che l'incipit è funzionale: ho subito capito grazie a pochi elementi ben messi dove mi trovassi, con chi e perché. Mi arriva poco del personaggio del narratore, perché hai voluto lasciare spazio alla narrazione dell'altro personaggio, che un tempo solcava mari inarrestabile e aveva una doppia vita e ora invece, si è arrestato, così tanto che appare quasi irriconoscibile, in una sorta di estraneità fra ciò che si vede, il corpo, e ciò che semplicemente si conosce o si pensa di conoscere
Ci ho messo un po' a individuare il tema perché mi ha fatto pensare a qualcosa di più classico diciamo, però poi rileggendo l'ho individuato e forse mi è solo un po' dispiaciuto che tu abbia speso tutto quello spazio per lo status di partenza per poi lasciartene poco per parlarci di questo mondo secondario. Lo stile è molto buono, il contenuto profondo ed emotivo, l'idea originale. Complimenti per i dettagli, tipo le lacrime sulle tastiera. Brava.
Piacere di conoscerti e grazie per questo bel racconto.
Comincio con il dirti che l'incipit è funzionale: ho subito capito grazie a pochi elementi ben messi dove mi trovassi, con chi e perché. Mi arriva poco del personaggio del narratore, perché hai voluto lasciare spazio alla narrazione dell'altro personaggio, che un tempo solcava mari inarrestabile e aveva una doppia vita e ora invece, si è arrestato, così tanto che appare quasi irriconoscibile, in una sorta di estraneità fra ciò che si vede, il corpo, e ciò che semplicemente si conosce o si pensa di conoscere
Ci ho messo un po' a individuare il tema perché mi ha fatto pensare a qualcosa di più classico diciamo, però poi rileggendo l'ho individuato e forse mi è solo un po' dispiaciuto che tu abbia speso tutto quello spazio per lo status di partenza per poi lasciartene poco per parlarci di questo mondo secondario. Lo stile è molto buono, il contenuto profondo ed emotivo, l'idea originale. Complimenti per i dettagli, tipo le lacrime sulle tastiera. Brava.
Re: Ciao papà
Un racconto etereo in forma di diario, tutto pathos e sentimenti.
Tranne il fulcro di dolore tra padre-figlio con di mezzo la solita infermità che qua su MC va spesso di moda, ci ho capito ben poco e mi ha trasmesso ancora meno.
Non mi prendono i racconti, così brevi poi, in cui devo esser io a pennellare l'intera situazione da cima a fondo per ottenere un quadro generale. I pochi particolari li ho trovati un po' triti e pacchiani.
Sono corso a cercare aiuto nei commenti sotto ma ho trovato solo gente entusiasta. Devo essere io quello non in target per il brano.
Il tema PARE rispettato ma mi fido poco di quello che avrei effettivamente tratto da questo racconto.
Tranne il fulcro di dolore tra padre-figlio con di mezzo la solita infermità che qua su MC va spesso di moda, ci ho capito ben poco e mi ha trasmesso ancora meno.
Non mi prendono i racconti, così brevi poi, in cui devo esser io a pennellare l'intera situazione da cima a fondo per ottenere un quadro generale. I pochi particolari li ho trovati un po' triti e pacchiani.
Sono corso a cercare aiuto nei commenti sotto ma ho trovato solo gente entusiasta. Devo essere io quello non in target per il brano.
Il tema PARE rispettato ma mi fido poco di quello che avrei effettivamente tratto da questo racconto.
- SilviaCasabianca
- Messaggi: 108
Re: Ciao papà
Dario17 ha scritto:...
Non mi prendono i racconti, così brevi poi, in cui devo esser io a pennellare l'intera situazione da cima a fondo per ottenere un quadro generale. I pochi particolari li ho trovati un po' triti e pacchiani.
Sono corso a cercare aiuto nei commenti sotto ma ho trovato solo gente entusiasta...
Ciao Dario,
in realtà io in qualche modo ho vissuto la tua stessa cosa, che ho tradotto nella frase "Ci ho messo un po' a individuare il tema (cioè quale fosse il mondo secondario) perché mi ha fatto pensare a qualcosa di più classico diciamo (l'eutanasia), però poi rileggendo l'ho individuato e forse mi è solo un po' dispiaciuto che tu abbia speso tutto quello spazio per lo status di partenza per poi lasciartene poco per parlarci di questo mondo secondario.".
Non ho trovato i dettagli triti e pacchiani, però ammetto che ho faticato anche io a entrare nella trama.
Re: Ciao papà
SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Dario,
in realtà io in qualche modo ho vissuto la tua stessa cosa, che ho tradotto nella frase "Ci ho messo un po' a individuare il tema (cioè quale fosse il mondo secondario) perché mi ha fatto pensare a qualcosa di più classico diciamo (l'eutanasia), però poi rileggendo l'ho individuato e forse mi è solo un po' dispiaciuto che tu abbia speso tutto quello spazio per lo status di partenza per poi lasciartene poco per parlarci di questo mondo secondario.".
Non ho trovato i dettagli triti e pacchiani, però ammetto che ho faticato anche io a entrare nella trama.
Ma si si, ovviamente sono "triti" per me, utente medio di MC, che certe tematiche di rapporto genitoriale con la malattia-menomazione in mezzo se le è viste riproporre in tutte le salse e con tutti i contorni.
Ovvio che Linda non ha colpa, è il suo esordio e non poteva saperlo...ma ribadisco che fa tutto parte di una mia valutazione PERSONALE. Altri utenti gradiscono molto il "more of the same" e le loro valutazioni più che positive ne sono la prova lampante.
Ultima modifica di Dario17 il martedì 27 dicembre 2022, 17:42, modificato 1 volta in totale.
Re: Ciao papà
Ciao, Linda e piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha una premessa interessante ed è uno dei pochi per cui davvero posso rilevare lo sforzo di offrire un'interpretazione interessante del tema "Mondi secondari". Purtroppo, le premesse annegano in un racconto dalla trama confuso e dallo stile acerbo. La trama è confusa al punto che ho dovuto leggere due o tre volte per capire di cosa trattasse e penso che sia stata spiegata molto male la questione del padre che entra nel computer, senza contare che il tutto si svolge su almeno tre diversi passaggi temporali, il che rende tutto ancora più incasinato. Lo stile, come dicevo, è molto acerbo, specialmente dal punto di vista del mostrato sul narrato, quindi ti consiglio di lavorare molto in queste due direzioni per migliorare la tua scrittura.
Alla prossima.
Il tuo racconto ha una premessa interessante ed è uno dei pochi per cui davvero posso rilevare lo sforzo di offrire un'interpretazione interessante del tema "Mondi secondari". Purtroppo, le premesse annegano in un racconto dalla trama confuso e dallo stile acerbo. La trama è confusa al punto che ho dovuto leggere due o tre volte per capire di cosa trattasse e penso che sia stata spiegata molto male la questione del padre che entra nel computer, senza contare che il tutto si svolge su almeno tre diversi passaggi temporali, il che rende tutto ancora più incasinato. Lo stile, come dicevo, è molto acerbo, specialmente dal punto di vista del mostrato sul narrato, quindi ti consiglio di lavorare molto in queste due direzioni per migliorare la tua scrittura.
Alla prossima.
Re: Ciao papà
Ciao, Linda, ho letto il racconto due volte, alla prima non avevo proprio capito.
Mi pare a un certo punto ci sia un elemento fantastico/fantascientifico. Intendo in questo punto.
Mio padre allungò la mano verso quel mondo, la punta delle dita sembrava dissolversi in un'interferenza di onde e luce. Ero raggelato, soltanto il cuore sbatteva impazzito contro la cassa toracica. Allungai d'istinto il braccio e afferrai il suo. Una scarica elettrica e poi nulla. Guardai lo schermo e lui era là dentro. Una casa accogliente, la luce calda del sole lo incrociava ancora; ero in una specie di trans finché non sentii gridare “papà, papà” da vocine stridule. Richiusi con orrore quell'aggeggio e respirai affannosamente, non era lui mi ripetevo, non poteva essere lui.
Il padre entra in un mondo altro attraverso lo schermo del portatile. Se ho capito, allora il tema è centrato e l’idea è intrigante.
Riflettendo sulla realizzazione, trovo che la prima scena sia ben scritta, chiara e fluida. Capisco la situazione, i dettagli sono quelli giusti per creare la scena, c’è un conflitto ben delineato tra padre e figlio.
Trovo più debole la seconda scena, entra in gioco l’elemento non realistico che richiederebbe maggiore spazio, per aiutare a cogliere il senso e la verità sul padre: non un marinaio, ma un viaggiatore tra i mondi.
La terza sequenza alla seconda lettura è chiara e funziona, sempre i dettagli sono il punto di forza. Sono toccanti il figlio che asciuga le lacrime sul portatile, il suo pensiero diretto preoccupato per l’oggetto e il saluto finale.
Stile. C’è una buona scelta di lessico e dettagli, anche la struttura delle flassi aiuta la figurazione.
La parte che mi sembra meno efficace è questa, quella dove ancora mi manca la comprensione completa.
Non lo vedevo da anni, da quando nel tentativo di placare il suo senso di colpa era tornato a cercarmi, con un sacchetto di carta pieno di soldi. Ricordo solo che gli strinsi un gomito attorno al collo, lo trascinai fuori dalla porta e gli scagliai addosso quel ridicolo obolo di vergogna.
Mia madre era morta e la mia dignità lo era da molto tempo prima. Avevo nove anni ed ero innamorato di mio padre. All'ennesima sua partenza e attanagliato dalla nostalgia lo precedetti di nascosto in garage, volevo attraversare gli oceani insieme al mio eroe.
Mi sembra ci sia un cambio di passo rispetto al resto. La mossa del ragazzo che blocca il padre ha contrastato con l’immagine di un bambino di nove anni che c'è subito dopo. In pratica penso di non aver compreso bene la successione dei fatti.
Conclusione: idea originale e buona declinazione. C'è un uomo che ha davvero un mondo secondario e una doppia vita. Rivedendolo post gara penso potrai dargli molta più giustizia ampliando la parte centrale.
Buona Masa edition, alla prossima
Mi pare a un certo punto ci sia un elemento fantastico/fantascientifico. Intendo in questo punto.
Mio padre allungò la mano verso quel mondo, la punta delle dita sembrava dissolversi in un'interferenza di onde e luce. Ero raggelato, soltanto il cuore sbatteva impazzito contro la cassa toracica. Allungai d'istinto il braccio e afferrai il suo. Una scarica elettrica e poi nulla. Guardai lo schermo e lui era là dentro. Una casa accogliente, la luce calda del sole lo incrociava ancora; ero in una specie di trans finché non sentii gridare “papà, papà” da vocine stridule. Richiusi con orrore quell'aggeggio e respirai affannosamente, non era lui mi ripetevo, non poteva essere lui.
Il padre entra in un mondo altro attraverso lo schermo del portatile. Se ho capito, allora il tema è centrato e l’idea è intrigante.
Riflettendo sulla realizzazione, trovo che la prima scena sia ben scritta, chiara e fluida. Capisco la situazione, i dettagli sono quelli giusti per creare la scena, c’è un conflitto ben delineato tra padre e figlio.
Trovo più debole la seconda scena, entra in gioco l’elemento non realistico che richiederebbe maggiore spazio, per aiutare a cogliere il senso e la verità sul padre: non un marinaio, ma un viaggiatore tra i mondi.
La terza sequenza alla seconda lettura è chiara e funziona, sempre i dettagli sono il punto di forza. Sono toccanti il figlio che asciuga le lacrime sul portatile, il suo pensiero diretto preoccupato per l’oggetto e il saluto finale.
Stile. C’è una buona scelta di lessico e dettagli, anche la struttura delle flassi aiuta la figurazione.
La parte che mi sembra meno efficace è questa, quella dove ancora mi manca la comprensione completa.
Non lo vedevo da anni, da quando nel tentativo di placare il suo senso di colpa era tornato a cercarmi, con un sacchetto di carta pieno di soldi. Ricordo solo che gli strinsi un gomito attorno al collo, lo trascinai fuori dalla porta e gli scagliai addosso quel ridicolo obolo di vergogna.
Mia madre era morta e la mia dignità lo era da molto tempo prima. Avevo nove anni ed ero innamorato di mio padre. All'ennesima sua partenza e attanagliato dalla nostalgia lo precedetti di nascosto in garage, volevo attraversare gli oceani insieme al mio eroe.
Mi sembra ci sia un cambio di passo rispetto al resto. La mossa del ragazzo che blocca il padre ha contrastato con l’immagine di un bambino di nove anni che c'è subito dopo. In pratica penso di non aver compreso bene la successione dei fatti.
Conclusione: idea originale e buona declinazione. C'è un uomo che ha davvero un mondo secondario e una doppia vita. Rivedendolo post gara penso potrai dargli molta più giustizia ampliando la parte centrale.
Buona Masa edition, alla prossima
- Andrea Furlan
- Messaggi: 465
Re: Ciao papà
Ciao Linda,
Benvenuta e piacere di leggerti.
Un racconto pieno di immagini contrastanti: una prima parte ben scritta che emoziona, descrive un bel conflitto e fa immedesimare il lettore, la seconda che non c’entra nulla e getta in un contesto fantastico tutto diverso, per chiudere con la terza che tira le fila della storia. Tema centrato, con il mondo secondario che appare, appena accennato, nell’oggetto del portatile. Non male, peccato per alcune incoerenze che non mi hanno fatto godere la storia e aumentato il senso di confusione: come fa il protagonista ad avere nove anni quando accadono gli avvenimenti della seconda parte che svelano il segreto del padre? Come può avere tenuto il portatile così a lungo visto che sembra adulto quando avviene la prima parte? Cosa c’entra il passo all’inizio della seconda parte? “Trans” sarebbe “trance”, altro dettaglio che mi ha fatto perdere il filo.
Comunque una buona prova, dove concordo con gli altri che il punto di forza sono i dettagli che riesci a descrivere in modo efficace e funzionale alla storia.
Benvenuta e piacere di leggerti.
Un racconto pieno di immagini contrastanti: una prima parte ben scritta che emoziona, descrive un bel conflitto e fa immedesimare il lettore, la seconda che non c’entra nulla e getta in un contesto fantastico tutto diverso, per chiudere con la terza che tira le fila della storia. Tema centrato, con il mondo secondario che appare, appena accennato, nell’oggetto del portatile. Non male, peccato per alcune incoerenze che non mi hanno fatto godere la storia e aumentato il senso di confusione: come fa il protagonista ad avere nove anni quando accadono gli avvenimenti della seconda parte che svelano il segreto del padre? Come può avere tenuto il portatile così a lungo visto che sembra adulto quando avviene la prima parte? Cosa c’entra il passo all’inizio della seconda parte? “Trans” sarebbe “trance”, altro dettaglio che mi ha fatto perdere il filo.
Comunque una buona prova, dove concordo con gli altri che il punto di forza sono i dettagli che riesci a descrivere in modo efficace e funzionale alla storia.
Re: Ciao papà
Ciao Matteo,
Ti rispondo tardi ma la tua recensione è energia pura. Grazie! Confido nel tuo istinto.
Ti rispondo tardi ma la tua recensione è energia pura. Grazie! Confido nel tuo istinto.
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Linda, piacere di leggerti e averti tra noi!
Per me, un inizio col botto. Storia accattivante e ben resa, con un forte conflitto tra padre e figlio risolto con un atto di pietà nel finale, a costo di sacrificare la propria dignità e le proprie memorie.
Devo dire che mi hai fregato :) quando ho letto l'inizio ho detto a me stesso: evviva, un'altra storia di figli che assistono genitori infermi che fa leva sui sentimenti di pena. E invece no, hai aggiunto un bel tocco di classe che per me trasforma un racconto banale in un racconto vincente.
Ottima prova. Sei in cima alla mia classifica e, se l'istinto non mi inganna, arriverai in alto anche alla finale.
Buona gara e torna presto a raccontarci le tue storie.
Re: Ciao papà
Ciao Christian,
Mi pare tu abbia percepito gli elementi che mi stavano a cuore: i rapporti umani in tutta la loro complessità, talvolta mostruosa. Grazie per la tua valutazione, onorata!
Mi pare tu abbia percepito gli elementi che mi stavano a cuore: i rapporti umani in tutta la loro complessità, talvolta mostruosa. Grazie per la tua valutazione, onorata!
christianfloris ha scritto:Questo racconto possiede tutti gli elementi giusti per arrivare lontano: uno stile maturo, una storia coinvolgente e a tratti commovente, il rapporto padre-figlio che è narrato in modo a dir poco dirompente. Ci sei, sei sul pezzo in modo meraviglioso e porti il lettore nei tuoi mondi con una bella affabulazione. Vedo centrare il tema nella scoperta, da parte del figlio, del mondo secondario del padre. La forza di questo bel racconto è nello scambio e nella simbiosi forte che si crea fra i due personaggi. Prova molto convincente che ti fa balzare in testa alla classifica. Brava, peccato per il malus.
La mia valutazione è 9,25
Re: Ciao papà
Ciao Silvia,
grazie per la tua valutazione. E' vero, ho dato più spazio alla prima parte del racconto perché volevo si percepisse la sensazione che il figlio provava nell'avere il padre finalmente tutto per sé, volevo trasparisse la cura, l'amorevolezza quasi maniacale. In realtà il padre è in una sorta di cattività, che si capisce soltanto dopo. Questa scelta però ha portato ad uno sbilanciamento tra la prima e la seconda parte. Percepisco e concordo con la necessità di una maggior chiarezza ed equilibrio.
Dal "contenuto profondo ed emotivo" capisco che l'essenza della storia ti è arrivata e ti ringrazio per questo.
grazie per la tua valutazione. E' vero, ho dato più spazio alla prima parte del racconto perché volevo si percepisse la sensazione che il figlio provava nell'avere il padre finalmente tutto per sé, volevo trasparisse la cura, l'amorevolezza quasi maniacale. In realtà il padre è in una sorta di cattività, che si capisce soltanto dopo. Questa scelta però ha portato ad uno sbilanciamento tra la prima e la seconda parte. Percepisco e concordo con la necessità di una maggior chiarezza ed equilibrio.
Dal "contenuto profondo ed emotivo" capisco che l'essenza della storia ti è arrivata e ti ringrazio per questo.
SilviaCasabianca ha scritto:Ciao Linda,
Piacere di conoscerti e grazie per questo bel racconto.
Comincio con il dirti che l'incipit è funzionale: ho subito capito grazie a pochi elementi ben messi dove mi trovassi, con chi e perché. Mi arriva poco del personaggio del narratore, perché hai voluto lasciare spazio alla narrazione dell'altro personaggio, che un tempo solcava mari inarrestabile e aveva una doppia vita e ora invece, si è arrestato, così tanto che appare quasi irriconoscibile, in una sorta di estraneità fra ciò che si vede, il corpo, e ciò che semplicemente si conosce o si pensa di conoscere
Ci ho messo un po' a individuare il tema perché mi ha fatto pensare a qualcosa di più classico diciamo, però poi rileggendo l'ho individuato e forse mi è solo un po' dispiaciuto che tu abbia speso tutto quello spazio per lo status di partenza per poi lasciartene poco per parlarci di questo mondo secondario. Lo stile è molto buono, il contenuto profondo ed emotivo, l'idea originale. Complimenti per i dettagli, tipo le lacrime sulle tastiera. Brava.
Re: Ciao papà
Ciao Dario,
grazie per la schiettezza. Il tuo giudizio suona più come uno sfogo e mi spiace averti provocato questa reazione. Meno male erano solo 3000 battute. Comunque hai reso l'idea della frustrazione che si prova quando un testo è poco chiaro. Ho voluto giocare con diversi piani temporali della storia dei due personaggi, troppi forse. Lo terrò a mente.
I particolari tristi e pacchiani mi fanno un'enorme simpatia.
Grazie ancora e buona gara
Linda
grazie per la schiettezza. Il tuo giudizio suona più come uno sfogo e mi spiace averti provocato questa reazione. Meno male erano solo 3000 battute. Comunque hai reso l'idea della frustrazione che si prova quando un testo è poco chiaro. Ho voluto giocare con diversi piani temporali della storia dei due personaggi, troppi forse. Lo terrò a mente.
I particolari tristi e pacchiani mi fanno un'enorme simpatia.
Grazie ancora e buona gara
Linda
Dario17 ha scritto:Un racconto etereo in forma di diario, tutto pathos e sentimenti.
Tranne il fulcro di dolore tra padre-figlio con di mezzo la solita infermità che qua su MC va spesso di moda, ci ho capito ben poco e mi ha trasmesso ancora meno.
Non mi prendono i racconti, così brevi poi, in cui devo esser io a pennellare l'intera situazione da cima a fondo per ottenere un quadro generale. I pochi particolari li ho trovati un po' triti e pacchiani.
Sono corso a cercare aiuto nei commenti sotto ma ho trovato solo gente entusiasta. Devo essere io quello non in target per il brano.
Il tema PARE rispettato ma mi fido poco di quello che avrei effettivamente tratto da questo racconto.
Re: Ciao papà
Ciao Pretorian,
grazie per le tue osservazioni. La trama ha sofferto dell'ampio spazio che ho voluto dare al conflitto tra padre e figlio, alla tensione emotiva.
Farò tesoro dei tuoi preziosi consigli in merito alla trama e allo stile.
grazie per le tue osservazioni. La trama ha sofferto dell'ampio spazio che ho voluto dare al conflitto tra padre e figlio, alla tensione emotiva.
Farò tesoro dei tuoi preziosi consigli in merito alla trama e allo stile.
Pretorian ha scritto:Ciao, Linda e piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha una premessa interessante ed è uno dei pochi per cui davvero posso rilevare lo sforzo di offrire un'interpretazione interessante del tema "Mondi secondari". Purtroppo, le premesse annegano in un racconto dalla trama confuso e dallo stile acerbo. La trama è confusa al punto che ho dovuto leggere due o tre volte per capire di cosa trattasse e penso che sia stata spiegata molto male la questione del padre che entra nel computer, senza contare che il tutto si svolge su almeno tre diversi passaggi temporali, il che rende tutto ancora più incasinato. Lo stile, come dicevo, è molto acerbo, specialmente dal punto di vista del mostrato sul narrato, quindi ti consiglio di lavorare molto in queste due direzioni per migliorare la tua scrittura.
Alla prossima.
Re: Ciao papà
linda ha scritto:Ciao Dario,
grazie per la schiettezza. Il tuo giudizio suona più come uno sfogo e mi spiace averti provocato questa reazione. Meno male erano solo 3000 battute. Comunque hai reso l'idea della frustrazione che si prova quando un testo è poco chiaro. Ho voluto giocare con diversi piani temporali della storia dei due personaggi, troppi forse. Lo terrò a mente.
I particolari tristi e pacchiani mi fanno un'enorme simpatia.
Grazie ancora e buona gara
Linda
Non devi dispiacerti proprio per nulla per le sensazioni che dai quando qualcuno legge un tuo pezzo. Mai.
Siamo tutti lettori sintonizzati su "frequenze narrative" diverse e fa parte del mazzo beccare qualcuno poco recettivo ai tuoi temi e al tuo stile. In questo caso hai beccato me e ci può stare. Ma hai anche beccato Mantoani, autore tre o quattro spanne sopra il sottoscritto, che ha gradito parecchio quindi...
Nei commenti tengo ad essere stringato e secco sia per sprecare meno caratteri possibili (e tempo all'autore del racconto) e sia perchè è come qui a MC mi hanno abituato a essere valutato senza indorare la pillola e drizzandomi per bene la schiena. È così che ho migliorato le mie capacità in maniera esponenziale.
E se posso dare una mano come hanno fatto altri qua dentro con me, sono in prima linea.
PS
Ho scritto "triti" e non "tristi". Tutt'altra cosa.
Re: Ciao papà
Ciao Debora,
sono d'accordo con le tue osservazioni e trovo la tua valutazione molto equilibrata e utile. Grazie.
Per quanto riguarda la parte poco chiara, volevo emergesse l'elemento "senso di colpa" del padre nei confronti del figlio, per non essersi dedicato a lui abbastanza, per essere stato smascherato in quel viaggio verso un altro mondo, verso un'altra famiglia, forse proprio verso il suo "mondo primario". Il padre quindi gli fa visita da adulto e gli offre dei soldi per sdebitarsi, ma lui lo respinge.
Questo passaggio poco chiaro però ha aggiunto un'altra parentesi temporale che ha appesantito la storia.
sono d'accordo con le tue osservazioni e trovo la tua valutazione molto equilibrata e utile. Grazie.
Per quanto riguarda la parte poco chiara, volevo emergesse l'elemento "senso di colpa" del padre nei confronti del figlio, per non essersi dedicato a lui abbastanza, per essere stato smascherato in quel viaggio verso un altro mondo, verso un'altra famiglia, forse proprio verso il suo "mondo primario". Il padre quindi gli fa visita da adulto e gli offre dei soldi per sdebitarsi, ma lui lo respinge.
Questo passaggio poco chiaro però ha aggiunto un'altra parentesi temporale che ha appesantito la storia.
Debora D ha scritto:Ciao, Linda, ho letto il racconto due volte, alla prima non avevo proprio capito.
Mi pare a un certo punto ci sia un elemento fantastico/fantascientifico. Intendo in questo punto.
Mio padre allungò la mano verso quel mondo, la punta delle dita sembrava dissolversi in un'interferenza di onde e luce. Ero raggelato, soltanto il cuore sbatteva impazzito contro la cassa toracica. Allungai d'istinto il braccio e afferrai il suo. Una scarica elettrica e poi nulla. Guardai lo schermo e lui era là dentro. Una casa accogliente, la luce calda del sole lo incrociava ancora; ero in una specie di trans finché non sentii gridare “papà, papà” da vocine stridule. Richiusi con orrore quell'aggeggio e respirai affannosamente, non era lui mi ripetevo, non poteva essere lui.
Il padre entra in un mondo altro attraverso lo schermo del portatile. Se ho capito, allora il tema è centrato e l’idea è intrigante.
Riflettendo sulla realizzazione, trovo che la prima scena sia ben scritta, chiara e fluida. Capisco la situazione, i dettagli sono quelli giusti per creare la scena, c’è un conflitto ben delineato tra padre e figlio.
Trovo più debole la seconda scena, entra in gioco l’elemento non realistico che richiederebbe maggiore spazio, per aiutare a cogliere il senso e la verità sul padre: non un marinaio, ma un viaggiatore tra i mondi.
La terza sequenza alla seconda lettura è chiara e funziona, sempre i dettagli sono il punto di forza. Sono toccanti il figlio che asciuga le lacrime sul portatile, il suo pensiero diretto preoccupato per l’oggetto e il saluto finale.
Stile. C’è una buona scelta di lessico e dettagli, anche la struttura delle flassi aiuta la figurazione.
La parte che mi sembra meno efficace è questa, quella dove ancora mi manca la comprensione completa.
Non lo vedevo da anni, da quando nel tentativo di placare il suo senso di colpa era tornato a cercarmi, con un sacchetto di carta pieno di soldi. Ricordo solo che gli strinsi un gomito attorno al collo, lo trascinai fuori dalla porta e gli scagliai addosso quel ridicolo obolo di vergogna.
Mia madre era morta e la mia dignità lo era da molto tempo prima. Avevo nove anni ed ero innamorato di mio padre. All'ennesima sua partenza e attanagliato dalla nostalgia lo precedetti di nascosto in garage, volevo attraversare gli oceani insieme al mio eroe.
Mi sembra ci sia un cambio di passo rispetto al resto. La mossa del ragazzo che blocca il padre ha contrastato con l’immagine di un bambino di nove anni che c'è subito dopo. In pratica penso di non aver compreso bene la successione dei fatti.
Conclusione: idea originale e buona declinazione. C'è un uomo che ha davvero un mondo secondario e una doppia vita. Rivedendolo post gara penso potrai dargli molta più giustizia ampliando la parte centrale.
Buona Masa edition, alla prossima
- L'inquisitore
- Messaggi: 187
Re: Ciao papà
Ciao Linda, benvenuta su Minuti Contati. Eccomi a commentare il tuo racconto e perdona la durezza per la quale sono tristemente famoso: non c'è nulla di personale. Sono un idealista.
Hai scelto una narrazione vera e propria, senza immagini, senza hic et nunc, senza dialoghi. Una scelta facile, ma non felice che propone spesso un testo poco coinvolgente.
Stilisticamente non ci sono evidenti problemi. Dal punto di vista della trama, esposizione a parte, sono naufragato all'arrivo del portatile in auto. Il padre è stato riscucchiato dal computer perché aveva una seconda vita all'interno di un dispositivo elettronico? Io ho capito questo, il che significa che potrebbe essere esattamente quello che hai scritto, ma se così fosse perché sarei così spaesato? Perché questa mia ipotesi non è chiarita o presentata dal tuo pezzo e non ho modo di sapere se ho intuito correttamente se non chiedendolo all'autrice. L'ultima cosa che il lettore desidera da un racconto è la confusione. Per questo la chiarezza è una delle priorità di chi scrive (e qui su MC ci si sbatte fin troppe volte).
Ho letto ora gli altri commenti e mi sento di concordare in toto col commento di Debora. Gli elementi che hai abbozzato permettono una comprensione intuitiva, ma il lettore ha bisogno di essere convinto delle sue percezioni e ipotesi, non si accontenta quasi mai delle mere intuizioni, al limite sospende il giudizio in attesa di conferme che qui non sono arrivate. In ogni caso hai tentato una costruzione interessante. Due personaggi non sono troppi, devi solo gestirli meglio.
Sono certo che se ti affezionerai alla dura palestra di MC guadagnerai molti strumenti per i tuoi testi, com'è stato anche per me e per molti altri. Un polliche tendente al positivo per questo tuo primo racconto. Sono curioso di leggere i prossimi!
Hai scelto una narrazione vera e propria, senza immagini, senza hic et nunc, senza dialoghi. Una scelta facile, ma non felice che propone spesso un testo poco coinvolgente.
Stilisticamente non ci sono evidenti problemi. Dal punto di vista della trama, esposizione a parte, sono naufragato all'arrivo del portatile in auto. Il padre è stato riscucchiato dal computer perché aveva una seconda vita all'interno di un dispositivo elettronico? Io ho capito questo, il che significa che potrebbe essere esattamente quello che hai scritto, ma se così fosse perché sarei così spaesato? Perché questa mia ipotesi non è chiarita o presentata dal tuo pezzo e non ho modo di sapere se ho intuito correttamente se non chiedendolo all'autrice. L'ultima cosa che il lettore desidera da un racconto è la confusione. Per questo la chiarezza è una delle priorità di chi scrive (e qui su MC ci si sbatte fin troppe volte).
Ho letto ora gli altri commenti e mi sento di concordare in toto col commento di Debora. Gli elementi che hai abbozzato permettono una comprensione intuitiva, ma il lettore ha bisogno di essere convinto delle sue percezioni e ipotesi, non si accontenta quasi mai delle mere intuizioni, al limite sospende il giudizio in attesa di conferme che qui non sono arrivate. In ogni caso hai tentato una costruzione interessante. Due personaggi non sono troppi, devi solo gestirli meglio.
Sono certo che se ti affezionerai alla dura palestra di MC guadagnerai molti strumenti per i tuoi testi, com'è stato anche per me e per molti altri. Un polliche tendente al positivo per questo tuo primo racconto. Sono curioso di leggere i prossimi!
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