Tra due mondi

[SalvatoreStefanelli]

Giacere tra il dormire e la veglia ti fa sentire in uno stato avulso dall’uno e dall’altro. Ecco, io mi sento così da una vita, da prima della mia nascita potrei dire se ne avessi il ricordo. Sono in una fase di eterna metamorfosi, fuori dai vivi e fuori dai morti. Non è che lo sia sempre, a volte passo del tempo tra i morti, ci parlo, ci vivo (o ci muoio? Sceglietelo voi) ma non mi sento mai completamente morto e, così è anche quando sono tra i vivi.
Una settimana fa, però, è successo una cosa… si potrebbe dire che sia una cosa normale per qualsiasi essere vivente, innamorarsi intendo, ma non lo è per me. Lei è bellissima, con tutti i suoi difetti, e sono stati proprio quelli a farmene innamorare; d’allora non riesco a pensare ad altro se non che devo decidere da che parte stare, tra i vivi o tra i morti, non posso più permettermi questo eterno ribalzare da un mondo all’altro, e i vivi stanno vincendo decisamente. Poi, mi trasferirò tra i morti quando anche lei sarà trapassata.
Il mio problema è che non so uscirne da questo stato di stasi tra due realtà, da questo stato di metamorfosi e, finché non avrò capito come fare, non potrò avvicinarmi a lei, rischiando di rovinare tutto perché emotivamente mi coglie il dubbio su dove sono e in che stato mi trovi. Un bel dilemma, direte voi e, non posso darvi che ragione.

Oggi avrei un appuntamento con Lia, questo il suo nome, e ho una grande paura di presentarmi da lei con una faccia da morto, nel senso letterale del termine. Per il mio male non esistono cure, né per l’innamoramento e né per la “metavitosi” come la chiamo io. Esiste solo il tempo dell’attesa, in cui sperare che qualcosa cambi.
Non abitiamo lontani, Lia e io, anche per questo mi sono accorto di lei. Questo è un bene, perché abbiamo deciso di vederci per un aperitivo insieme al bar dietro l’angolo. In che modo, vi starete chiedendo? Ovvio, avrò meno strada da fare, e meno strada significa meno dubbi, meno rischi che qualcosa cambi dopo che mi sarò visto allo specchio un attimo prima di uscire di casa.
La vedo. Mi sta sorridendo, con quell’incisivo un po’ sghembo che la rende ancora più sexy. Si avvicina. – Ciao! Lia.
– Ciao! Sergio.
Sembriamo cristallizzati nell’imbarazzo di non sapere che dire. Lei sembra che si aspetti qualcosa da me. “Cavolo! Ho dimenticato di farla accomodare”. Rimedio subito. – Scusami! È che sei così bella da mandarmi in tilt il cervello e le buone maniere!
Sorride. È di una timidezza disarmante. Ordiniamo qualcosa di fresco e leggero, uno Spritz analcolico per entrambi; dopo i primi sorsi si crea una certa aria di confidenza, scherziamo ridendo alle battute dell’altro. Tutto sembra andare per il meglio. Infatti, le mani cercano un primo contatto e non fuggono quando accade. Dopo un po’ gli spritz finiscono e mi offro di accompagnarla verso casa, un giro lungo per parlarle ancora. All’arrivo sotto il portone mi sporgo per rubarle un bacio. Si tira indietro. Qualcosa di strano nel suo sguardo. La Morte traspare sul suo viso.

[antico]

Ciao Salvatore e bentornato nell'Arena! Parametri ok, buona MOSCABIANCA EDITION!

[alexandra.fischer]

Fra due mondi di Salvatore Stefanelli. Tema centrato. Metavitosi è un neologismo interessante che spiega bene la condizione del protagonista, sospeso fra il mondo dei vivi e quello dei morti: oscilla, trovandosi tutto sommato bene. Metaforicamente, realisticamente? Al Lettore non è dato saperlo ma è un bene, perché aggiunge mistero alla storia. Il protagonista, Sergio, si è innamorato di Lia, sua vicina di casa e la invita al bar per un aperitivo analcolico. Fin qui tutto bene, lui le fa i complimenti per la bellezza, Lia pare gradire, ma il finale agghiaccia: al momento del bacio di Sergio sotto il portone sul volto di lei c’è il segno della Morte. Quindi si tratta di una storia occasionale

[Dash J. Benton]

Ciao Salvatore!

Mi sembra che in questo racconto la metamorfosi si menzioni ma non avvenga. Si direbbe che Sergio ha finalmente scelto la vita (ecco la metamorfosi!) ma poi vede la morte sul volto di Lia, che immagino significhi che lui non ha in fin dei conti superato la propria dicotomia interna (e quindi in realtà la metamorfosi non c’è stata). Inoltre non sappiamo cosa rende il protagonista speciale: perché è tra due mondi? È solo depresso? O c’è qualcosa in più come fa presagire l’ultima frase?

[Fagiolo17]

Ciao Salvatore,
racconto molto onirico il tuo, di cui mi pare di aver perso qualcosa.
il protagonista che ondeggia tra i vivi e i morti, è depresso? cosa lo spinge a considerarsi in questa situazione fin da prima della sua nascita?
e quando si incontra con Lia e vede in lei la Morte (con la M maiuscola, quasi che fosse impersonificata) è di fronte a un'altra persona con le sue stesse difficoltà o a qualcosa di diverso? c'è qualcosa di "fantastico" o è solo un'allegoria?
Purtroppo non essere riuscito a capire certi dettagli importanti ha penalizzato il mio gradimento del racconto. sono arrivato alla fine con troppi interrogativi e poche certezze, mi spiace.

[Cinzia Fabretti]

Fra due mondi di Salvatore Stefanelli. Tema (forse?) centrato.
Gentile Stefano, ammetto di essere rimasto indecisa sul significato del tuo racconto. Perché il protagonista ci dice di vivere una condizione particolare, ma essa non ci viene mostrata. Durante il racconto il giovane fa cose normali, cammina, va al bar, incontra la ragazza di cui ritiene d’essere innamorato. Parla, fa battute. La sfiora e tenta di baciarla. Nonostante ciò che ha premesso, non fa nulla che ci parli di anormalità, e dunque non è chiaro al lettore se sia solo una persona disturbata da una ossessione, una convinzione patologica, un disturbo mentale che non ha alcuna valenza reale, o meno.
Con questo dubbio arriviamo fino alla fine, quando la chiusa è ancora più dubbia. Lia si ritrae, e questo non significa nulla, magari non vuole ancora la confidenza che il protagonista chiede. Nel suo sguardo c’è qualcosa di strano: cosa? Sei così vago, che non capiamo se sia solo un’impressione del giovane. E l’ultima frase: la Morte traspare sul suo viso. In che senso? Che sta accadendo? Purtroppo, non avendo ben compreso gli eventi, neppure ho individuato la metamorfosi. E quindi, pur apprezzando la bella forma corretta e le descrizioni, non metterò il racconto tra i migliori.

[GiulianoCannoletta]

Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Un racconto particolare, non sono sicuro di averne colto il significato, sarei curioso di avere altri dettagli.
A una prima lettura ho immaginato che il protagonista non avesse controllo del suo oscillare fra la vita e la morte. Per cui nel finale si ritrova "morto" nel momento meno opportuno (e lo intuisce dallo sguardo di lei). A una lettura successiva qualche dubbio mi ha assalito.
Sulla forma ti direi che non mi ha convinto la scelta della prima persona presente, che preferisco nei racconti in cui il tempo della storia e il tempo del racconto più o meno coincidono, mentre nel tuo testo, soprattutto la seconda parte, è parecchio accelerata. A mio avviso sarebbe stato più incisivo scritto al passato, ma sono gusti personali!
A rileggerci presto,
Giuliano

[Rick Faith]

Ciao Salvatore, piacere di leggerti, credo sia la prima volta che ci incrociamo!
Del racconto ho apprezzato l'atmosfera misteriosa, i dubbi che semina, ma anche le sensazioni che suscita durante l'appuntamento che inevitabilmente fanno tornare a momenti spensierati.
Il narratore che si rivolge direttamente al lettore è una scelta particolare, vecchio stile, ma in quanto tale riesce a essere interessante perché ormai davvero in pochi si arrischiano su questa strada. Tuttavia mi lascia un po' perplesso per il fatto che questo coinvolgimento del lettore nella vicenda sembra non portare da nessuna parte. Forse ti sei ritrovato a corto di spazio, ma sento che manca qualcosa sul finale. Se vorrai elaborare su questo aspetto ti leggerò con piacere.
Intanto ti auguro una buona Moscabianca Edition!

[christianfloris]

L’aspetto che mi ha colpito di più della tua prova è l’originalità nella declinazione del tema, che ci porta su una strada interiore e sul lungo preambolo iniziale che ha quasi il tono di una confessione. Il racconto, a mio modesto avviso, ha un grosso limite nel fatto che tende a descrivere quasi tutte le scene, lasciando poco spazio all’interazione dei protagonisti attraverso le battute di dialogo. Il finale arriva un po’ fiacco, non l’ho percepito forse per tutta l’importanza che tu stesso volevi senz’altro attribuirgli. Lo stile è fresco, forse è un po’ da rivedere la costruzione complessiva del racconto che, ribadisco, ha uno sviluppo del tema non convenzionale.

La mia valutazione è 6,75.

[AndreaCrevola]

Ciao Salvatore, piacere di averti letto.
Aspetti positivi del tuo racconto: il protagonista è simpatico, ha personalità e mette voglia di proseguire per capire cosa sarà di lui. È anche “curioso”, nel senso che la sua situazione pare promettere degli sviluppi interessanti. Lo stile è buono e non ho notato nulla da rilevare. Giusto le virgolette attorno a “Cavolo…”: è un pensiero del protagonista come gli altri.
Lati su cui lavorare (critiche costruttive): mi sembra che tu abbia girato un po’ troppo attorno al tema. Quasi metà del racconto è dedicato a comunicare lo stato del protagonista, ma secondo me hai calcato troppo la mano togliendo spazio a degli avvenimenti che potevano rendere più interessante la seconda parte. Il finale mi lascia qualche dubbio: è fulmineo (va bene) ma poco preparato: è colpa di Sergio se Lia sta per morire? Cosa sta accadendo realmente?

[Andrea76]

Una bella idea, almeno secondo la mia chiave di interpretazione. L’idea, cioè, che l’amore – o quantomeno l’innamoramento – produca una metamorfosi nel protagonista rigenerandolo, salvo la successiva caduti nel limbo di una non-vita in cui il Nostro ripiomba dopo il rifiuto della sua amata. Lo stile mi ha convinto meno: ci sono troppe esplicitazioni e troppe spiegazioni – citi ripetutamente la parola metamorfosi e questo mi è sembrato un ingenuo richiamo al tema – mentre se ti fossi affidato più ai dialoghi e al non detto, avresti portato in maniera naturale chi legge a riflettere sull’amore e sulle sue bipolari sfumature.

[SalvatoreStefanelli]

Qualche parola sul racconto. Il protagonista si trova a vivere e morire costantemente, a volte è vivo tra i vivi e a volte è "vivo" tra i morti. Quando s'innamora gli si presenta il problema di come farsi accettare dalla donna di cui è innamorato, spera di riuscire a superare quel continuo passare da una realtà all'altra o, perlomeno di poterlo governare. Al loro primo appuntamento, quando tutto sembra andare per il verso giusto si accorge che anche lei non è normale, forse è proprio come lui. Comunque, visto che in pratica non scrivevo da quasi tre anni e, nello stesso tempo, non ho letto che pochi libri, sono soddisfatto di essermi messo alla prova. Spero d'incrociarvi presto, in questi lidi o in altri. Buona Vita!

[L'inquisitore]

Ciao Salvatore! Sono d'accordo con chi ha espresso perplessità sul significato del racconto e sul reale stato di Sergio che non ci viene mai mostrato o chiarito. Alla fine il racconto stesso si prende troppo spazio per raccontare con distacco quello che accade: un ragazzo si innamora, esce con una ragazza e la vede diversa. In che modo e cosa questo significhi sfugge al lettore senza dargli soddisfazione. Il tutto è così fumoso da non permettere nemmeno di capire se il tema sia o meno centrato. Ho letto la tua spiegazione, ma non funziona. Questo personaggio è a volte vivo e a volte morto, ma che vuol dire? E incontra una ragazza che "forse" è come lui per puro caso. E questo è quanto.
A volte su MC le idee semplicemente non vengono, ma è bello poter partecipare comunque, almeno io la vedo così.
Pollice sulle cinque e mezza!