[T] RISVEGLIO - Eleonora Rossetti
- eleonora.rossetti
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[T] RISVEGLIO - Eleonora Rossetti
Fa freddo, cazzo. Ed è buio pesto.
Dove sono?
Non lo so, e nessun ricordo mi viene in aiuto. C’è solo il silenzio.
Salvo una luce, solitaria e tremolante, laggiù in fondo.
In fondo... dove?
Il bagliore ondeggia e si fa più vivido, come a invitarmi a sé.
E’ una trappola, sussurrano le tenebre. Come per le falene. Non ci andare.
Non do retta a quel monito. Purtroppo.
Faccio un passo e una fitta lancinante alla gamba mi fa cadere carponi. La sfioro e avverto una sporgenza nelle carni, come se vi fosse impiantato un pezzo di ferro.
Non oso toglierlo, ma indietreggio.
Il dolore cessa. La tenebra parla ancora.
La luce è sofferenza.
Assimilo l’informazione, con un brivido che non è dipeso dal buio. Mi raggomitolo come un cucciolo sperduto, in cerca di calore.
Dormi, dice la tenebra. Lasciati andare.
Chiudo gli occhi, o almeno credo di farlo.
Quello scricciolo luminoso, tuttavia, è ancora lì. Non si spegne. E mi parla.
Svegliati.
La luce.
La luce...
...è lontana.
Mi desto di soprassalto. Soffoco. Affondo.
La tenebra mi sta stritolando dentro di sé.
Dormi.
Sempre più distante, la luce lancia il suo disperato richiamo.
Si sta perdendo...
No.
Io mi sto perdendo.
Lo so, d’improvviso.
Dormi.
No, non voglio!
Il terrore mi dà lo slancio. Per poco. Fitte scudiscianti in tutto il corpo mi fanno crollare supino. Mascelle di metallo mi masticano le gambe, mille fratture mi dilaniano le braccia, facendomi urlare senza voce.
Ma avanzo.
La luce piange. Riesco a sentire la
(frenata)
sua voce riempirmi le orecchie.
Svegliati!
E la riconosco.
Un altro metro, con un corpo che ulula di dolore. Qualcosa mi ostruisce la gola. Tossisco vetri sanguinolenti, assieme ai miei denti. Residui
(dell’incidente)
di ricordi che afferro pian piano. Li supero, strisciando.
Non lasciarti andare! mi supplica la luce.
Avanzo. Ogni metro conquistato è un
(frammento di lamiera)
nuovo tormento lancinante. La testa mi scoppia, come se l’avessi usata per sfondare un
(parabrezza)
muro. Ma continuo.
Sono qui...
La luce palpita, vivida come non mai. E’ davanti a me.
Svegliati...
Posso raggiungerla. Devo.
Il mio corpo si ribella. Anche la tenebra: dormi!
“No”, dico, finalmente.
Allungo il braccio verso il bagliore. Lo sfioro.
La luce.
La luce...
“VENITE QUI, PRESTO!”
Neon bianchi sopra la mia testa, che feriscono lo sguardo.
C’è trambusto, attorno a me. Qualcuno che corre, un bip-bip regolare che scandisce il mio battito. Odore di medicinale. Arti rigidi, tubicini ovunque.
Mille parole, da voci sconosciute, mi turbinano attorno: sveglio, coma, miracolo.
La luce è sofferenza, bisbigliano le tenebre, un’ultima volta.
Lo so. L’ho visto. So com’è ridotto il mio corpo. Ogni ricordo è ormai vivido. L’incidente d’auto. Il tremendo impatto. Nulla che potesse supporre un “dopo”.
“Sono qui...”
Ma non per lei.
Sara. Mia moglie. E’ al mio capezzale, che piange di sollievo.
E’ lei che mi ha destato. Che mi ha chiamato.
La luce.
La mia luce...
“Sono sveglio” sussurro.
Dove sono?
Non lo so, e nessun ricordo mi viene in aiuto. C’è solo il silenzio.
Salvo una luce, solitaria e tremolante, laggiù in fondo.
In fondo... dove?
Il bagliore ondeggia e si fa più vivido, come a invitarmi a sé.
E’ una trappola, sussurrano le tenebre. Come per le falene. Non ci andare.
Non do retta a quel monito. Purtroppo.
Faccio un passo e una fitta lancinante alla gamba mi fa cadere carponi. La sfioro e avverto una sporgenza nelle carni, come se vi fosse impiantato un pezzo di ferro.
Non oso toglierlo, ma indietreggio.
Il dolore cessa. La tenebra parla ancora.
La luce è sofferenza.
Assimilo l’informazione, con un brivido che non è dipeso dal buio. Mi raggomitolo come un cucciolo sperduto, in cerca di calore.
Dormi, dice la tenebra. Lasciati andare.
Chiudo gli occhi, o almeno credo di farlo.
Quello scricciolo luminoso, tuttavia, è ancora lì. Non si spegne. E mi parla.
Svegliati.
La luce.
La luce...
...è lontana.
Mi desto di soprassalto. Soffoco. Affondo.
La tenebra mi sta stritolando dentro di sé.
Dormi.
Sempre più distante, la luce lancia il suo disperato richiamo.
Si sta perdendo...
No.
Io mi sto perdendo.
Lo so, d’improvviso.
Dormi.
No, non voglio!
Il terrore mi dà lo slancio. Per poco. Fitte scudiscianti in tutto il corpo mi fanno crollare supino. Mascelle di metallo mi masticano le gambe, mille fratture mi dilaniano le braccia, facendomi urlare senza voce.
Ma avanzo.
La luce piange. Riesco a sentire la
(frenata)
sua voce riempirmi le orecchie.
Svegliati!
E la riconosco.
Un altro metro, con un corpo che ulula di dolore. Qualcosa mi ostruisce la gola. Tossisco vetri sanguinolenti, assieme ai miei denti. Residui
(dell’incidente)
di ricordi che afferro pian piano. Li supero, strisciando.
Non lasciarti andare! mi supplica la luce.
Avanzo. Ogni metro conquistato è un
(frammento di lamiera)
nuovo tormento lancinante. La testa mi scoppia, come se l’avessi usata per sfondare un
(parabrezza)
muro. Ma continuo.
Sono qui...
La luce palpita, vivida come non mai. E’ davanti a me.
Svegliati...
Posso raggiungerla. Devo.
Il mio corpo si ribella. Anche la tenebra: dormi!
“No”, dico, finalmente.
Allungo il braccio verso il bagliore. Lo sfioro.
La luce.
La luce...
“VENITE QUI, PRESTO!”
Neon bianchi sopra la mia testa, che feriscono lo sguardo.
C’è trambusto, attorno a me. Qualcuno che corre, un bip-bip regolare che scandisce il mio battito. Odore di medicinale. Arti rigidi, tubicini ovunque.
Mille parole, da voci sconosciute, mi turbinano attorno: sveglio, coma, miracolo.
La luce è sofferenza, bisbigliano le tenebre, un’ultima volta.
Lo so. L’ho visto. So com’è ridotto il mio corpo. Ogni ricordo è ormai vivido. L’incidente d’auto. Il tremendo impatto. Nulla che potesse supporre un “dopo”.
“Sono qui...”
Ma non per lei.
Sara. Mia moglie. E’ al mio capezzale, che piange di sollievo.
E’ lei che mi ha destato. Che mi ha chiamato.
La luce.
La mia luce...
“Sono sveglio” sussurro.
Uccidi scrivendo.
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L’amore è la luce che illumina la nostra vita, che sia quella che non si spegne mai, non lo so, ma di sicuro è piacevole pensarlo. La narrazione scorre bene e la brevità delle frasi rende lo smarrimento e la precarietà della situazione del protagonista. La scelta di un repertorio lessicale nudo e crudo trasmette le sensazioni dure dell’incidente che mi hanno pungolato fino al finale, dolcissimo, con la comparsa della moglie in veste quasi angelica. Ad alcuni potrà sembrare banale, ma io sono un inguaribile sentimentale.
- Daniele_picciuti
- Messaggi: 68
- Contatta:
Racconto che si legge d'un fiato, mi è piaciuta l'alternanza con le frasi in corsivo e tra parentesi, questo dormiveglia tra incoscienza e realtà. Forse l'uso che fai della "luce che non si spegne mai" è quello più prevedibile, ma riesci con quel finale a discostarti dallo stereotipo. Il fatto che la luce non fosse l'al di là o l'al di qua, ma l'amore, o colei che lui ama (e che capisco non essersi salvata come lui) è quel qualcosa in più che dà una connotazione personale alla storia.
Il mondo che ho creato non è solo parte di me, ma esiste, come esiste la fede.
- Flavia Imperi
- Messaggi: 316
- Contatta:
Un tema già visto, sviluppato con uno stile originale, fluido, evocativo. Questo racconto mi ha trascinato in quel limbo fra la morte e la vita, e nonostante piano piano intuissi quello che era successo, ero totalmente presa. In poche frasi già facevo il tifo per il protagonista. Tecnica impeccabile, trapela consapevolezza nella scrittura. Complimenti, davvero un ottimo lavoro.
Siamo storie di storie
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- Messaggi: 28
Il tema è perfettamente rispettato. Il testo è scritto bene, con uno stile coinvolgente e padronanza di linguaggio, ma purtroppo risente del contenuto. L'associazione luce e risveglio, così come quella tra coma e incidente stradale, sono entrambe un po' prevedibili. Tuttavia, ho apprezzato in particolare i sussurri delle tenebre e il riferimento finale alla moglie.
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Ciao Eleonora.
Ci sono dei temi ricorrenti in MC e uno di questi è l’incidente stradale dal punto di vista della vittima. Nonostante questo, il tuo racconto è scritto molto bene. All’inizio non è ben chiaro cosa stia accadendo e credevo di trovarmi di fronte alla superstite di un attacco di un mostro o di un serial killer torturatore. Mi è piaciuto il fatto che la rivelazione non cali dall’alto tutta d’un colpo, ma venga fornita al lettore piano piano, in parallelo alla presa di coscienza del protagonista. Molto bello anche dal punto di vista stilistico.
A rileggerci
Ci sono dei temi ricorrenti in MC e uno di questi è l’incidente stradale dal punto di vista della vittima. Nonostante questo, il tuo racconto è scritto molto bene. All’inizio non è ben chiaro cosa stia accadendo e credevo di trovarmi di fronte alla superstite di un attacco di un mostro o di un serial killer torturatore. Mi è piaciuto il fatto che la rivelazione non cali dall’alto tutta d’un colpo, ma venga fornita al lettore piano piano, in parallelo alla presa di coscienza del protagonista. Molto bello anche dal punto di vista stilistico.
A rileggerci
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Ciao Elena! Racconto ben scritto e ben gestito, tuttavia non mi prende. Il tema è un po' sfruttato e io non sono mai riuscita ad apprezzare i lunghi flussi di coscienza con tanti punti e a capo. Che il protagonista si sta svegliando dal coma è abbastanza chiaro da subito, sei stata molto brava a far sì che il lettore si cali immediatamente nella lotta tra la vita e il nulla che sta affrontando, ma a parte questo non mi ha suscitato particolari emozioni. Tema rispettato e buono stile comunque.
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- Messaggi: 584
Ciao Elena,
il racconto è scritto bene e in maniera piuttosto originale, nonostante il tema non sia originalissimo: l'incidente, la luce in fondo al tunnel, il richiamo delle tenebre.
Alcuni spunti stilistitici sono interessanti, come le parti tra parentesi.
Nel complesso un buon racconto, ben scritto e rispettoso del tema del contest, che però non mi ha preso particolarmente.
il racconto è scritto bene e in maniera piuttosto originale, nonostante il tema non sia originalissimo: l'incidente, la luce in fondo al tunnel, il richiamo delle tenebre.
Alcuni spunti stilistitici sono interessanti, come le parti tra parentesi.
Nel complesso un buon racconto, ben scritto e rispettoso del tema del contest, che però non mi ha preso particolarmente.
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- Messaggi: 72
Ciao Eleonora,
è un piacere anche per me ritrovarti e rileggerti. Il tuo racconto è molto bello, è forte. Riesco quasi a sentire ogni rumore, per quanto hai ben descritto tutto. Mi piace come hai giocato col capoverso, sembra quasi una poesia, così. Ho apprezzato molto anche l’elemento delle parole tra parentesi, che coincidono come fossero una seconda voce, fuoricampo. Come una di quelle canzoni a due voci.
La parte finale, quella del suo risveglio, della luce vista in sua moglie, è molto dolce.
Un buon lavoro, brava.
è un piacere anche per me ritrovarti e rileggerti. Il tuo racconto è molto bello, è forte. Riesco quasi a sentire ogni rumore, per quanto hai ben descritto tutto. Mi piace come hai giocato col capoverso, sembra quasi una poesia, così. Ho apprezzato molto anche l’elemento delle parole tra parentesi, che coincidono come fossero una seconda voce, fuoricampo. Come una di quelle canzoni a due voci.
La parte finale, quella del suo risveglio, della luce vista in sua moglie, è molto dolce.
Un buon lavoro, brava.
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
- eleonora.rossetti
- Messaggi: 553
- marco.roncaccia
- Messaggi: 559
- Contatta:
Risveglio di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
del tuo racconto mi piace soprattutto il montaggio. E’ ben scritto, come del resto mi aspetto da te. Però trovo che la luce in fondo al tunnel di quello che si risveglia dopo essere andato in coma sia un tema un po’ abusato e sicuramente poco originale, nel finale poi, secondo me, il cliché prende il sopravvento e ti fa perdere lo smalto che aveva invece la prima parte con la presentazione incrociata delle due voci. E’ un racconto, a mio avviso, parecchio al di sotto del tuo potenziale.
Ciao Eleonora,
del tuo racconto mi piace soprattutto il montaggio. E’ ben scritto, come del resto mi aspetto da te. Però trovo che la luce in fondo al tunnel di quello che si risveglia dopo essere andato in coma sia un tema un po’ abusato e sicuramente poco originale, nel finale poi, secondo me, il cliché prende il sopravvento e ti fa perdere lo smalto che aveva invece la prima parte con la presentazione incrociata delle due voci. E’ un racconto, a mio avviso, parecchio al di sotto del tuo potenziale.
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- Messaggi: 45
Ciao Eleonora! Il tema è rispettato, la luce alla quale riesce ad avvicinarsi, nonostante sembri così distante, l'amore di una donna, di una moglie che proprio nei momenti di vera necessità non si spegne mai, è a mio avviso il fulcro del tuo racconto; ma il registro di stile non è sempre coerente, per esempio all'inizio.
Un racconto d'"impatto". Molto bello il montaggio, efficace la tecnica utilizzata. Il contrasto tra tenebra e luce risulta efficace. Non si può parlare di tensione, ma riesci a tenere avvinghiato il lettore fino alla fine, anche quando si capisce cosa stia succedendo, anche quando tutto è chiaro nonostante la luce ancora lontana. Eppure regge perché non era la sorpresa finale il focus, ma la costruzione. Per me pollice SU.
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