Libero

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 19 febbraio con un tema di Diego Lama e cinquemila caratteri a disposizione!
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Debora
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Libero

Messaggio#1 » martedì 20 febbraio 2024, 1:21

Mi alzo con la sensazione di non aver mai dormito, di non essermi mai svegliato prima.
Mentre eseguo i controlli di routine una nuova consapevolezza mi stordisce.
Passo la mano destra dal basso verso l’alto sul braccio sinistro. La pelle si ritira al mio tocco e scopre il braccio armato di canne rotanti. Avvio le funzioni di aggiornamento e revisione.
Mentre inizio il processo di reset sento il bisogno irrefrenabile di visionare l’ultimo file in memoria.
Cinque minuti di video.
Una città identificata come 465. Intorno a me, edifici in fiamme e in parte crollati. Mi muovo velocemente in mezzo alle macerie e sparo ininterrottamente a tutto ciò che si muove. Un umano donna, stringe spasmodicamente un umano bambino del quale il mio sistema di riconoscimento ha già registrato la morte. La donna mi guarda.
Fermo l’immagine. Non capisco la rabbia e il terrore di quegli occhi ma sento la paura dentro di me.
Riprendo la visione.
La donna è ora riversa a terra, la testa, staccata in parte dal collo penzola sopra il corpo del bambino.
Le immagini si interrompono mentre un essere dagli arti di acciaio e con il busto ricoperto di aculei si avventa su di me.
Mi stendo sul letto ed osservo me stesso dagli specchi che ricoprono il soffitto. Sembro umano.
Ma lo sono?
Mi concentro sul riflesso fluorescente dei miei occhi, poi seguo con le dita la cicatrice che scende ad uncino dall’occhio destro fino a dietro l’orecchio.
Mentre accarezzo la piuma nera tatuata sul collo un ricordo mi paralizza.
Da quando posso ricordare senza avviare i file di memoria?
Una donna stesa accanto a me mi bacia delicatamente proprio in quel punto. Vedo la sua pelle chiara, i suoi occhi azzurri, sento il suo profumo, il suono della sua voce. Sono avvolto nella sua dolcezza.
La mia testa inizia a martellarmi da dentro, vorrei smettere di ricordare ma non riesco a fermarmi.
Le braccia della donna sono tese verso di me ma le catene mi bloccano polsi e caviglie.
4357. Sono le quattro cifre tatuate sulla nuca dell’uomo che me la sta portando via.
Di nuovo un picchiettare violento dentro la mia testa.
I pensieri si bloccano. Dove sono? Chi sono?
Cerco nella mia memoria artificiale qualcosa che mi riconduca a quella donna. Trovo solo immagini di morti, edifici distrutti, polvere, fumo, visi rigati da lacrime e sangue, membra spezzate, teste mozzate. Una tale galleria degli orrori che scopro solo in questo momento che non voglio mi appartenga.
Sento una voce, non riesco a riconoscere da dove provenga, se dalla mia testa, da dietro la porta, dagli specchi in alto, dalla mia bocca.
«Abbiamo perso il controllo, bisogna entrare e sedarlo!»
La porta blindata si apre. Un uomo si avvicina. Parla piano, fatico a sentirlo.
«Calma, Nine. Quello che senti non sei tu. È parte della coscienza che ti abbiamo impiantato. Ora ti addormento e non sentirai più nulla»
Mi chiamo Nine. Un picchiettio nella mente. È davvero il mio nome?
«Smetterà questo rumore (dolore)?»
Sentire la mia voce aumenta l’angoscia: i pensieri sembrano esplodermi dentro la testa.
Flash di ricordi si sovrappongono tra di loro. Baci e sangue.
Guardo verso l’alto sperando che tutto finisca in fretta.
Mentre lui abbassa la testa su di me lo specchio mi riflette il tatuaggio sulla sua nuca: 4357.
Qualcosa mi fa scattare. Armo le mie braccia mentre lui sta cercando di collegare dei cavi ai miei polsi.
Gli spari ora sono anche fuori dal mio cervello.
L’uomo cade mentre io mi alzo su di lui. Vedo la sorpresa nei suoi occhi che si confonde con il terrore quando realizza che sta morendo.
Lo calcio di lato per aprire la porta ed uscire. Percorro un lungo corridoio, sparo a tutto ciò che trovo e che si muove.
Guadagno l’uscita, correndo e sparando, i colpi che mi raggiungono non mi scalfiscono.
Sento il calore del sole.
Mentre mi allontano da quella che credo sia stata la mia prigione un tabellone luminoso mi ritorna una data: 21/07/2169
Non so quando sono nato la prima volta. Ma forse questo è il giorno della mia nuova nascita.
Sono libero. Dal male.



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antico
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Re: Libero

Messaggio#2 » martedì 20 febbraio 2024, 1:26

Ciao Debora! Caratteri ok, malus minimo tempo per te. Buona DIEGO LAMA EDITION!

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Debora
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Re: Libero

Messaggio#3 » martedì 20 febbraio 2024, 1:29

antico ha scritto:Ciao Debora! Caratteri ok, malus minimo tempo per te. Buona DIEGO LAMA EDITION!

Grazie, è stata dura ma non volevo mancare!

alexandra.fischer
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Re: Libero

Messaggio#4 » giovedì 22 febbraio 2024, 15:28

Tema centrato. Racconto indubbiamente fantascientifico. Un cyborg dai ricordi confusi si ritrova dapprima faccia a faccia con una donna e un bambino e dopo in un laboratorio. Al Lettore resta il dubbio che il cyborg sia stato umano un tempo, come prova il fatto dei ricordi associati al tatuaggio. Il tutto in un mondo in guerra. Il conflitto arriva nel laboratorio, e lui, libero dai carcerieri-manipolatori, rinasce a nuova vita.

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Fagiolo17
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Re: Libero

Messaggio#5 » venerdì 23 febbraio 2024, 15:09

Ciao Debora e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto anche se ripercorre i trope classici della fantascienza con androidi che sono stati umani e che hanno ancora ricordi delle vite passate. Primo su tutti il buon vecchio RoboCop.
Ma per quanto l’idea alla base della storia possa essere già sentita e risentita, io credo sia sempre importante il come viene gestita.
Hai tirato fuori i giusti dettagli secondo me, le giuste sensazioni e hai seminato senza dire troppo, ma lasciando comunque evidente ciò che è successo.
Complessivamente una buona prova.
In bocca al lupo per l’edizione.

Gaia Peruzzo
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Re: Libero

Messaggio#6 » venerdì 23 febbraio 2024, 21:31

Ciao Debora. Il tuo racconto mi è piaciuto, ho visto che non hai usato tutti i caratteri e che eri fuori tempo limite, però sei stata brava. Sembra quasi un film/videogioco di questo cyborg chiamato Nine, tipo una specie di trailer. Perché non sappiamo davvero che cosa gli stia succedendo di preciso e non se lo ricorda del tutto nemmeno lui.
Come consiglio di stile posso dirti di fare attenzione agli avverbi in -mente, e alla struttura di alcune frasi dove il "che" si ripete, perché rallentano un po' la lettura. E di specificare meglio alcuni aspetti, in modo da rendere le scene ancora più vivide. Per esempio quando lui ricorda la donna che gli accarezzava la piuma tatuata, che profumo aveva? Com'era il suono della sua voce?
L'unica cosa che mi ha fatto davvero storcere il naso, però, è che mi sembra come se fosse l'inizio di una storia più lunga. Perché il male da cui si libera è solo il tizio numerato che lo ha portato via dalla fidanzata e che, ipotizzo, forse lo ha reso un cyborg. E non so, più lo rileggo più appunto mi sembra quasi un trailer. Che cosa è successo al resto della città? Che cosa sono questi mostri con gli aculei? Che cosa farà ora Nine? C'è qualche curiosità che mi è rimasta, ecco.
In bocca al lupo per la gara!

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GiulianoCannoletta
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Re: Libero

Messaggio#7 » domenica 25 febbraio 2024, 18:02

Ciao Debora! Sempre un piacere leggerti.
Hai strutturato un buon racconto di fantascienza in poco spazio. Belle le sensazioni che evochi, bella la discesa nei ricordi, cercando di orientarsi.
Forse è un po' repentino il passaggio dal disorientamento del risveglio alla decisione di ribellarsi e liberarsi. Diciamo che il poco spazio ti ha costretta a condensare alcuni passaggi che avrebbero avuto bisogno di dispiegarsi meglio.
Rimangono alcune domande e la voglia di saperne di più. L'idea che mi ha lasciato è che potrebbe essere un buon incipit per un testo più lungo in cui scoprire altri aspetti del suo passato e il suo percorso di redenzione.
A rileggerci presto.
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Manuel Marinari
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Re: Libero

Messaggio#8 » lunedì 26 febbraio 2024, 22:23

Ciao Debora, mi dispiace ma purtroppo il racconto non mi è piaciuto molto. Non sono riuscito a leggerci l'aderenza con il tema della banalità del male. Spero che mi risponderai perché mi farebbe piacere la tua opinione. Ho trovato il racconto un pò troppo didascalico con le frasi molto brevi. Ci sono molti riferimenti che cascano un pò nel vuoto, come, ad esempio, la città semi distrutta e la donna sdraiata al suo fianco. Leggendo il racconto è come se sentissi che gran parte della storia che hai immaginato sia rimasta dentro di te e si sia espressa poco nel racconto che hai creato. Per me il tentativo è lodevole e la storia interessante.
Spero che potrai riprendere il racconto e rielaborarlo. Vorrei leggere ancora tuoi racconti nelle prossime edtion perchè il genere che hai scritto è anche il mio preferito ;) A presto!
Manuel Marinari

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Luca Moggia
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Re: Libero

Messaggio#9 » martedì 27 febbraio 2024, 20:17

Ciao Debora,

non ho trovato molto del tema nel tuo racconto di cui però apprezzo l’idea (e il genere).
E’ interessante come hai reso lo stato confusionale dell’androide, con ricordi che gli appaiono nella mente e si accavallano fino a portarlo a una presa di coscienza sul male che ha commesso.
Nella storia c’è un arco di trasformazione del protagonista, cosa che in un racconto così breve non è per nulla scontato trovare.
Per contro un aspetto che credo sia migliorabile è la chiarezza delle scene. In una prima lettura ho faticato un po’ a visualizzarle, soprattutto nella prima parte dove lsi alternano ricordi artificiali, pensieri e ricordi veri. Sono tornato spesso indietro a rileggere per cercare di immaginare meglio che cosa stesse succedendo.
Alle successive letture, con le immagini ben inquadrate ho apprezzato lo stile sintetico della tua scrittura che da il giusto ritmo alla storia.

Interessante anche l’ambientazione e il background dell’androide. Sebbene qui siano appena accennati, rappresentano ottimi elementi per un ampliamento della storia.

In bocca a lupo e alla prossima!
"A volte, impazzire è una risposta appropriata alla realtà" - Philip K. Dick

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Maurizio Chierchia
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Re: Libero

Messaggio#10 » mercoledì 28 febbraio 2024, 15:09

Ciao Debora.
Il racconto non mi ha detto gran che. Sinceramente la storia non l'ho trovata molto interessante perchè già vista in primis, e perchè troppo confusa in secundis. L'idea alla base dell'uomo che si risveglia cyborg penso che ormai sia stata abusata in tutte le sue diramazioni. Uomo buono che diventa protettore del mondo, uomo cattivo che diventa distruttore del mondo, uomo medio che diventa microonde e via dicendo. Lo stile l'ho trovato secco e didascalico. Troppi avverbi in-mente quando non ce n'era bisogno. Troppe ripetizioni e verbi generici. Inoltre quell'andare a capo a ogni riga non ha troppo senso. Si va a capo quando ci si deve staccare dal discorso precedente o far notare altri dettagli, ma non ogni riga altrimenti risulta una specie di lista o di poesia non in rima.
Mi dispiace ma non ho trovato neanche il tema troppo centrato.
Ti auguro comunque buona gara e a rileggerci presto.
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"

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Debora
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Re: Libero

Messaggio#11 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:35

alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Racconto indubbiamente fantascientifico. Un cyborg dai ricordi confusi si ritrova dapprima faccia a faccia con una donna e un bambino e dopo in un laboratorio. Al Lettore resta il dubbio che il cyborg sia stato umano un tempo, come prova il fatto dei ricordi associati al tatuaggio. Il tutto in un mondo in guerra. Il conflitto arriva nel laboratorio, e lui, libero dai carcerieri-manipolatori, rinasce a nuova vita.

Grazie Alexandra della tua attenta e pronta lettura!

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Re: Libero

Messaggio#12 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:36

Fagiolo17 ha scritto:Ciao Debora e piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi è piaciuto anche se ripercorre i trope classici della fantascienza con androidi che sono stati umani e che hanno ancora ricordi delle vite passate. Primo su tutti il buon vecchio RoboCop.
Ma per quanto l’idea alla base della storia possa essere già sentita e risentita, io credo sia sempre importante il come viene gestita.
Hai tirato fuori i giusti dettagli secondo me, le giuste sensazioni e hai seminato senza dire troppo, ma lasciando comunque evidente ciò che è successo.
Complessivamente una buona prova.
In bocca al lupo per l’edizione.

Grazie, in effetti non è certo un elemento originale ma sono felice che sia passato quello che volevo dire.

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Re: Libero

Messaggio#13 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:37

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Debora! Sempre un piacere leggerti.
Hai strutturato un buon racconto di fantascienza in poco spazio. Belle le sensazioni che evochi, bella la discesa nei ricordi, cercando di orientarsi.
Forse è un po' repentino il passaggio dal disorientamento del risveglio alla decisione di ribellarsi e liberarsi. Diciamo che il poco spazio ti ha costretta a condensare alcuni passaggi che avrebbero avuto bisogno di dispiegarsi meglio.
Rimangono alcune domande e la voglia di saperne di più. L'idea che mi ha lasciato è che potrebbe essere un buon incipit per un testo più lungo in cui scoprire altri aspetti del suo passato e il suo percorso di redenzione.
A rileggerci presto.
Giuliano

Grazie mille, Giuliano, le tue parole mi fanno particolarmente piacere. Sì, è vero, si preseterebbe per qualcosa di più lungo, chissà...

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Re: Libero

Messaggio#14 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:40

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Debora, mi dispiace ma purtroppo il racconto non mi è piaciuto molto. Non sono riuscito a leggerci l'aderenza con il tema della banalità del male. Spero che mi risponderai perché mi farebbe piacere la tua opinione. Ho trovato il racconto un pò troppo didascalico con le frasi molto brevi. Ci sono molti riferimenti che cascano un pò nel vuoto, come, ad esempio, la città semi distrutta e la donna sdraiata al suo fianco. Leggendo il racconto è come se sentissi che gran parte della storia che hai immaginato sia rimasta dentro di te e si sia espressa poco nel racconto che hai creato. Per me il tentativo è lodevole e la storia interessante.
Spero che potrai riprendere il racconto e rielaborarlo. Vorrei leggere ancora tuoi racconti nelle prossime edtion perchè il genere che hai scritto è anche il mio preferito ;) A presto!

Ciao Manuel, ci sta che il racconto non piaccia, ci mancherebbe! Sui riferimenti che "cadono nel vuoto", beh, sono flash, solo dei ricordi che dovrebbero dare l'idea non tanto di chissà quale worldbuilding ma del fatto che lui fosse una macchina di morte in uno scenario di guerra. Ma se non è passato la colpa è certamente mia. Alla prossima e grazie per le osservazioni, sempre ben accette e costruttive.

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Re: Libero

Messaggio#15 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:43

Luca Moggia ha scritto:Ciao Debora,

non ho trovato molto del tema nel tuo racconto di cui però apprezzo l’idea (e il genere).
E’ interessante come hai reso lo stato confusionale dell’androide, con ricordi che gli appaiono nella mente e si accavallano fino a portarlo a una presa di coscienza sul male che ha commesso.
Nella storia c’è un arco di trasformazione del protagonista, cosa che in un racconto così breve non è per nulla scontato trovare.
Per contro un aspetto che credo sia migliorabile è la chiarezza delle scene. In una prima lettura ho faticato un po’ a visualizzarle, soprattutto nella prima parte dove lsi alternano ricordi artificiali, pensieri e ricordi veri. Sono tornato spesso indietro a rileggere per cercare di immaginare meglio che cosa stesse succedendo.
Alle successive letture, con le immagini ben inquadrate ho apprezzato lo stile sintetico della tua scrittura che da il giusto ritmo alla storia.

Interessante anche l’ambientazione e il background dell’androide. Sebbene qui siano appena accennati, rappresentano ottimi elementi per un ampliamento della storia.

In bocca a lupo e alla prossima!

Grazie della tua attenta lettura, Luca. In effetti la confusione è proprio quella che prova il protagonista che si ritrova a gestire ricordi veri/artificiali e ricordi veri/umani. Siccome però non sei il primo a farmelo notare devo arrendermi al fatto di non aver fatto un buon lavoro. Sigh...

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Debora
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Re: Libero

Messaggio#16 » giovedì 29 febbraio 2024, 12:45

Maurizio Chierchia ha scritto:Ciao Debora.
Il racconto non mi ha detto gran che. Sinceramente la storia non l'ho trovata molto interessante perchè già vista in primis, e perchè troppo confusa in secundis. L'idea alla base dell'uomo che si risveglia cyborg penso che ormai sia stata abusata in tutte le sue diramazioni. Uomo buono che diventa protettore del mondo, uomo cattivo che diventa distruttore del mondo, uomo medio che diventa microonde e via dicendo. Lo stile l'ho trovato secco e didascalico. Troppi avverbi in-mente quando non ce n'era bisogno. Troppe ripetizioni e verbi generici. Inoltre quell'andare a capo a ogni riga non ha troppo senso. Si va a capo quando ci si deve staccare dal discorso precedente o far notare altri dettagli, ma non ogni riga altrimenti risulta una specie di lista o di poesia non in rima.
Mi dispiace ma non ho trovato neanche il tema troppo centrato.
Ti auguro comunque buona gara e a rileggerci presto.

Argh! Mi spiace che non si salvi proprio nulla. Spero di migliorare con i prossimi racconti.

Giulio_Marchese
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Re: Libero

Messaggio#17 » giovedì 29 febbraio 2024, 19:09

Ciao Debora,
Seppur non ho letto molto il tema nel tuo racconto penso che più che la banalità del male emerga come il male porti con sé nuovo male. Malgrado il pezzo non sia particolarmente originale ho apprezzato lo stile e come le informazioni vengono trasmesse con sapienza e gradualità al lettore consentendo di immaginare tutto quanto malgrado la brevità.
Non ho particolari critiche da muovere, il racconto mi è piaciuto ed è stato piacevole da leggere seppur non particolarmente originale.

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Debora
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Re: Libero

Messaggio#18 » giovedì 29 febbraio 2024, 22:09

Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Debora. Il tuo racconto mi è piaciuto, ho visto che non hai usato tutti i caratteri e che eri fuori tempo limite, però sei stata brava. Sembra quasi un film/videogioco di questo cyborg chiamato Nine, tipo una specie di trailer. Perché non sappiamo davvero che cosa gli stia succedendo di preciso e non se lo ricorda del tutto nemmeno lui.
Come consiglio di stile posso dirti di fare attenzione agli avverbi in -mente, e alla struttura di alcune frasi dove il "che" si ripete, perché rallentano un po' la lettura. E di specificare meglio alcuni aspetti, in modo da rendere le scene ancora più vivide. Per esempio quando lui ricorda la donna che gli accarezzava la piuma tatuata, che profumo aveva? Com'era il suono della sua voce?
L'unica cosa che mi ha fatto davvero storcere il naso, però, è che mi sembra come se fosse l'inizio di una storia più lunga. Perché il male da cui si libera è solo il tizio numerato che lo ha portato via dalla fidanzata e che, ipotizzo, forse lo ha reso un cyborg. E non so, più lo rileggo più appunto mi sembra quasi un trailer. Che cosa è successo al resto della città? Che cosa sono questi mostri con gli aculei? Che cosa farà ora Nine? C'è qualche curiosità che mi è rimasta, ecco.
In bocca al lupo per la gara!

Ciao Gaia, grazie per le tue parole. In effetti ho solo accennato al world building perché mi interessava concentrare la storia sui ricordi veri e artificaili che si sovrappongono ma giustamente capisco che questo lascia insoddisfatto chi legge. Il che non è una cosa buona.

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Debora
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Re: Libero

Messaggio#19 » giovedì 29 febbraio 2024, 22:10

Giulio_Marchese ha scritto:Ciao Debora,
Seppur non ho letto molto il tema nel tuo racconto penso che più che la banalità del male emerga come il male porti con sé nuovo male. Malgrado il pezzo non sia particolarmente originale ho apprezzato lo stile e come le informazioni vengono trasmesse con sapienza e gradualità al lettore consentendo di immaginare tutto quanto malgrado la brevità.
Non ho particolari critiche da muovere, il racconto mi è piaciuto ed è stato piacevole da leggere seppur non particolarmente originale.

Ciao Giulio e grazie della tua lettura e del tuo apprezzamento. Alla prossima!

Gaia Peruzzo
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Re: Libero

Messaggio#20 » sabato 2 marzo 2024, 9:35

Debora ha scritto:Ciao Gaia, grazie per le tue parole. In effetti ho solo accennato al world building perché mi interessava concentrare la storia sui ricordi veri e artificaili che si sovrappongono ma giustamente capisco che questo lascia insoddisfatto chi legge. Il che non è una cosa buona.


Lo capisco. Anche perché è difficile condensare tutto in pochi caratteri, e su qualcosa bisogna per forza focalizzarsi per lasciare qualcos'altro di un po' più, diciamo, fumoso.
Il mio consiglio allora è quello di non fornire troppi dettagli troppo vividi e specifici sul world building. Facendo appunto che i tratteggi che decidi di mettere nel testo bastino a dare un'istruzione decisa al lettore su che cosa è successo/cosa sta succedendo al mondo in cui si muovono i personaggi. In modo tale che già lo instradi a colmare quello che non hai detto, ma in una possibile direzione giusta. E così non ci si trova a darci troppo peso. Per esempio si potevano togliere i mostri con gli aculei, perché sennò poi un lettore dice "oh wow, forte. Che cos'è? È stato lui a distruggere la città?". Forse sì. E si fa tante domande che poi non hanno risposte, o almeno non sa se sono corrette, anche perché poi la scena cambia e il cattivo non è più questo mostro con gli aculei, ma una specie di scienziato. Cioè almeno a me è successo questo, e ovviamente so che non tutti funzionano come me, ma spero che possa esserti utile!
Altrimenti sennò avresti dovuto usare qualche carattere in più per dirci esattamente cosa è successo alla città.

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Re: Libero

Messaggio#21 » lunedì 4 marzo 2024, 11:11

Ciao Debora! Il tuo racconto cyber punk presenta una situazione simile al racconto di Simona: identità confusa, che però diventa confusione anche per il lettore senza che venga mai davvero chiarito a sufficienza. Dopo un po' il ragionare freddo, il percepire direttamente si mescola a pensieri che tradiscono emozioni e fragilità che prima sembravano non esserci. Finiamo in violenza, ma senza capire davvero perché.
Trovo confuso anche l'uso del corsivo. Insomma tanta confusione per un racconto a cui assegno un pollice tendente al positivo al pelo.

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