Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche

BENVENUTI ALLA GIORGIA D'AVERSA EDITION, LA QUINTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 188° ALL TIME!
Questo è il gruppo ATENA della GIORGIA D'AVERSA EDITION con GIORGIA D'AVERSA come guest star.
Gli autori del gruppo ATENA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DEMETRA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo PERSEFONE.
Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da GIORGIA D'AVERSA. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ATENA:
Vieni con me, di Matteo Mantoani, ore 23.30, 3985 caratteri
Ghiande, di Daniela Battistini, ore 23.51, 3986 caratteri
Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari, ore 23.54, 3993 caratteri
Arboretum, di Emiliano Maramonte, ore 00.43, 3993 caratteri
Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici, ore 01.33, 3646 caratteri MALUS QUATTRO PUNTI
Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre, ore 01.00, 2228 caratteri
Aspettando il Götterdämmerung, di Mario Zanella, ore 23.08, 1650 caratteri
Druido della notte, di Bianchi Sara, ore 23.04, 3975 caratteri
Il libro, di Francesco Forciniti, ore 23.33, 3750 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo DEMETRA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 31 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo DEMETRA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DEMETRA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
BUONA GIORGIA D'AVERSA EDITION A TUTTI!
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Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Buongiorno, ecco i miei commenti e relativa classifica.
Vieni con me di Matteo Mantoani. Tema centrato. Nel racconto ci sono elementi originali: i sensori collegati alle radici di un albero. E il protagonista è lì, e ritrova il gatto che tanto amava e il nonno defunto. Le radici si estendono dai piedi dell’albero al cimitero. Il finale è agrodolce, perché il protagonista viene condotto via dal nonno e l’esperimento si interrompe come la sua vita. Ottima la scrittura e bella l’atmosfera che hai creato.
Ghiande di Daniela Battistini. Tema centrato. Storia dal ritmo veloce, dove la protagonista piange lo zio morto a novant’anni ed è piena di nostalgia per lui. La descrizione del suo dolore è efficace, rivede lo zio sotto forma di allucinazione, almeno così crede lei, perché lo zio le regala alcune ghiande prima di scomparire per sempre e limitarsi a vivere nel suo cuore. Commoventi i ricordi, l’acquisto delle patatine, il gioco delle carte e il ruolo di pacere durante le liti della protagonista con la sorella.
Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari. Tema centrato. Storia coraggiosa, dove il padre scopre l’omosessualità della figlia. Il quotidiano è reso bene, con il caffè del mattino e la “Gazzetta dello sport”: il padre, nonostante l’età è un ultras. La madre è al mercato, così l’incontro fra il padre e la giovane Andrea rimane fra loro e la protagonista. Molto buona la scrittura, a parte la frase corretta qui sotto.
Attenzione:
you must be Sara’s dad
Arboretum di Emiliano Maramonte. Tema centrato. Storia molto particolare, con tanto di numeri a velocizzarne il ritmo. Epsilon, un essere tentacolare, è addetto alla manutenzione di un totem con tanto di dati, ma qualcosa si inceppa. Così Epsilon fugge da Global City, va in periferia dove vede l’umanità. E per non perdere il modulo si tiene stretto il connettore e lo aggancia alle terminazioni sintetiche di un albero. In questo modo, rinasce a nuova vita.
Noi restiamo fuori di Mauro Bennici. Tema centrato. Ucronia molto ben congegnata, con una parte dell’umanità costretta a restare fuori, mentre l’altra è in un bunker e si fa vedere per offrire un sacrificio che le consenta di usare la superficie terrestre per cinque mesi. Molto ben descritta la casa, ma attenzione ai tempi verbali. È consigliabile scrivere tutto al presente.
Mestiere di famiglia di Taylor Blackfyre. Tema centrato. Il mestiere di famiglia è combattere il male con il male, ed è questa la lezione che il nonno da al piccolo nipote, facendolo assistere a un incendio sulla collina, domato dai pompieri ricorrendo al fuoco e allo scavo di buche. Storia molto ben scritta, in pochi caratteri rendi con efficacia lo stato d’animo del piccolo che non intende cedere alle lacrime davanti al nonno.
Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella. Tema centrato. Racconto ispirato alla mitologia nordica, dove un fratello si rivolge all’altro. Dei tre fratelli, secondo lui, è più fortunato quello alato. Lui è uno scoiattolo mentre suo fratello è un drago, Fafnir. E rendi molto bene la sua immagine sofferente di drago con la mascella squarciata dall’Yggdrasil e le anime dei morti che cercano di sfuggire alla sua pelle. C’è anche un’allusione a Sigfrido, che Odino sta allevando. Bello il finale con l’allusione al Ragnarok dove finalmente saranno riuniti.
Druido nella notte di Bianchi Sara. Tema centrato. Trama fantasy, dove Shea, nel corso di una fuga notturna nella foresta, viene aggredita e violentata da tre stranieri. Un albero secolare le propone di dare via la sua mortalità in cambio del potere e lei, malgrado il dolore, accetta e si prende la sua vendetta sugli stranieri. Molto ben resa l’atmosfera della fuga e il patto con l’albero, che trafigge Shea nel trasmetterle il potere da druido.
Il libro di Francesco Forciniti. Tema centrato. Storia horror dove il protagonista porta l’amico Tom perché lo aiuti a profanare delle tombe. Il tutto, in vista di un rituale negromantico dove il protagonista avrà il potere di incontrare gli avi scomparsi in cambio di un sacrificio. La vittima è il protagonista. Nel finale da brividi si vedono le scheletriche radici del cipresso.
Attenzione:
Fidati di me, Tom.
Sì, fantastico.
Classifica soffertissima, siete tutti ottimi autori:
Vieni con me di Matteo Mantoani 1
Arboretum di Emiliano Maramonte 2
Druido nella notte di Bianchi Sara 3
Noi restiamo fuori di Mauro Bennici 4
Ghiande di Daniela Battistini 5
Il libro di Francesco Forciniti 6
Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella 7
Mestiere di famiglia di Taylor Blackfyre 8
Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari 9
Vieni con me di Matteo Mantoani. Tema centrato. Nel racconto ci sono elementi originali: i sensori collegati alle radici di un albero. E il protagonista è lì, e ritrova il gatto che tanto amava e il nonno defunto. Le radici si estendono dai piedi dell’albero al cimitero. Il finale è agrodolce, perché il protagonista viene condotto via dal nonno e l’esperimento si interrompe come la sua vita. Ottima la scrittura e bella l’atmosfera che hai creato.
Ghiande di Daniela Battistini. Tema centrato. Storia dal ritmo veloce, dove la protagonista piange lo zio morto a novant’anni ed è piena di nostalgia per lui. La descrizione del suo dolore è efficace, rivede lo zio sotto forma di allucinazione, almeno così crede lei, perché lo zio le regala alcune ghiande prima di scomparire per sempre e limitarsi a vivere nel suo cuore. Commoventi i ricordi, l’acquisto delle patatine, il gioco delle carte e il ruolo di pacere durante le liti della protagonista con la sorella.
Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari. Tema centrato. Storia coraggiosa, dove il padre scopre l’omosessualità della figlia. Il quotidiano è reso bene, con il caffè del mattino e la “Gazzetta dello sport”: il padre, nonostante l’età è un ultras. La madre è al mercato, così l’incontro fra il padre e la giovane Andrea rimane fra loro e la protagonista. Molto buona la scrittura, a parte la frase corretta qui sotto.
Attenzione:
you must be Sara’s dad
Arboretum di Emiliano Maramonte. Tema centrato. Storia molto particolare, con tanto di numeri a velocizzarne il ritmo. Epsilon, un essere tentacolare, è addetto alla manutenzione di un totem con tanto di dati, ma qualcosa si inceppa. Così Epsilon fugge da Global City, va in periferia dove vede l’umanità. E per non perdere il modulo si tiene stretto il connettore e lo aggancia alle terminazioni sintetiche di un albero. In questo modo, rinasce a nuova vita.
Noi restiamo fuori di Mauro Bennici. Tema centrato. Ucronia molto ben congegnata, con una parte dell’umanità costretta a restare fuori, mentre l’altra è in un bunker e si fa vedere per offrire un sacrificio che le consenta di usare la superficie terrestre per cinque mesi. Molto ben descritta la casa, ma attenzione ai tempi verbali. È consigliabile scrivere tutto al presente.
Mestiere di famiglia di Taylor Blackfyre. Tema centrato. Il mestiere di famiglia è combattere il male con il male, ed è questa la lezione che il nonno da al piccolo nipote, facendolo assistere a un incendio sulla collina, domato dai pompieri ricorrendo al fuoco e allo scavo di buche. Storia molto ben scritta, in pochi caratteri rendi con efficacia lo stato d’animo del piccolo che non intende cedere alle lacrime davanti al nonno.
Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella. Tema centrato. Racconto ispirato alla mitologia nordica, dove un fratello si rivolge all’altro. Dei tre fratelli, secondo lui, è più fortunato quello alato. Lui è uno scoiattolo mentre suo fratello è un drago, Fafnir. E rendi molto bene la sua immagine sofferente di drago con la mascella squarciata dall’Yggdrasil e le anime dei morti che cercano di sfuggire alla sua pelle. C’è anche un’allusione a Sigfrido, che Odino sta allevando. Bello il finale con l’allusione al Ragnarok dove finalmente saranno riuniti.
Druido nella notte di Bianchi Sara. Tema centrato. Trama fantasy, dove Shea, nel corso di una fuga notturna nella foresta, viene aggredita e violentata da tre stranieri. Un albero secolare le propone di dare via la sua mortalità in cambio del potere e lei, malgrado il dolore, accetta e si prende la sua vendetta sugli stranieri. Molto ben resa l’atmosfera della fuga e il patto con l’albero, che trafigge Shea nel trasmetterle il potere da druido.
Il libro di Francesco Forciniti. Tema centrato. Storia horror dove il protagonista porta l’amico Tom perché lo aiuti a profanare delle tombe. Il tutto, in vista di un rituale negromantico dove il protagonista avrà il potere di incontrare gli avi scomparsi in cambio di un sacrificio. La vittima è il protagonista. Nel finale da brividi si vedono le scheletriche radici del cipresso.
Attenzione:
Fidati di me, Tom.
Sì, fantastico.
Classifica soffertissima, siete tutti ottimi autori:
Vieni con me di Matteo Mantoani 1
Arboretum di Emiliano Maramonte 2
Druido nella notte di Bianchi Sara 3
Noi restiamo fuori di Mauro Bennici 4
Ghiande di Daniela Battistini 5
Il libro di Francesco Forciniti 6
Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella 7
Mestiere di famiglia di Taylor Blackfyre 8
Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari 9
- matt_heels
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Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Mi trovo a comporre la mia seconda classifica, e anche qui non senza difficoltà. Ho usato ancora dei parametri per aiutarmi, con valutazioni numeriche, ma moltissime posizioni sono state decise davvero per un soffio. Il livello generale è davvero alto, e anche i racconti nelle ultime posizioni presentano idee e spunti splendidi. Posso soltanto complimentarvi con tutte e tutti voi!
1. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
2. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
3. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
4. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
5. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
6. "Ghiande" di Daniela Battistini
7. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
9. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
1. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
2. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
3. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
4. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
5. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
6. "Ghiande" di Daniela Battistini
7. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
9. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
1. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
2. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
3. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
4. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
5. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
6. "Ghiande" di Daniela Battistini
7. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
9. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
1. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
► Mostra testo
2. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
► Mostra testo
3. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
► Mostra testo
4. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
► Mostra testo
5. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
► Mostra testo
6. "Ghiande" di Daniela Battistini
► Mostra testo
7. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
► Mostra testo
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
► Mostra testo
9. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
► Mostra testo
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Oltre alla mia dovete ancora ricevere altre sette classifiche.
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- Messaggi: 423
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Ciao a tutti! Mi dispiace che, al momento, siano riusciti a rispondere pochi partecipanti ai commenti fatti. Comunque questa è la mia classifica, ma complimenti a tutti per aver partecipato.
1) Arboretum, di Emiliano Maramonte
2) Vieni con me, di Matteo Mantoani
3) Ghiande, di Daniela Battistini
4) Druido della notte, di Sara Bianchi
5) Noi restiamo fuori, di Mario Bennici
6) Il libro, di Francesco Forciniti
7) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
8) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
9) Aspettando il gotterdarmerung, di Mario Zannella
E commenti in ordine sparso.
Ps. Come si a fare la funzione del "mostra testo"? Se qualcuno me lo spiega poi ci provo anche io, dato che scrivo sempre temi-commenti. Grazie!
Vieni con me, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, il racconto è come sempre di alto livello stilistico e scorre molto bene. Mi è piaciuto molto il colpo di scena di Timmy perché non l’ho saputo prevedere, e pensavo che rispondesse con il nome dell’entità sotterranea. Ha reso il tutto molto particolare e significativo, sia per il protagonista, sia per me che mi sono ritrovata a chiedermi che cosa ci fosse davvero nel sottosuolo. Come consiglio ti direi che forse avresti potuto migliorare il passaggio in cui la tuta va in avaria. Non sono riuscita a percepire la paura di Andrea, il suo senso di soffocamento. E mi è parso come se lui volesse in qualche maniera morire. E magari le figure che gli vengono proiettate negli occhi potrebbero sfarfallare o diventare annebbiate, sia per le lacrime, sia per la conseguenza della morte imminente. O le spie e le luci degli allarmi potrebbero sovrapporsi ai ricordi, in modo da far risultare quel passaggio meno schematico. Non so se riesco a spiegarmi bene, però avrei tipo messo la luce della spia sulla testa del nonno. Forse ci sarebbe stata anche una comunicazione con l'esterno? Magari con un’equipe che seguiva l'esperimento? E che tenta di tirarlo fuori? Anche se non so se ci saresti stato con i caratteri. E molto probabilmente avrebbe complicato tutto. Infine avrei aggiunto qualche particolare che rendesse più forte la scelta del Tarvisio, perché è vero che il racconto è ambientato nel sottosuolo ma allo stesso tempo rimane solo un nome identificativo. Magari il nonno poteva dirgli qualcosa in dialetto. Ricordo che una volta avevi scritto un racconto con i personaggi che lo parlavano.
L’idea comunque mi piace molto e hai svolto il tema in un modo che mi sembra molto originale.
Ghiande di Daniela Battistini
Ciao Daniela. Come consiglio posso dirti che avrei cambiato alcuni termini in favore di altri più “semplici”. Quando si scrive in prima persona, la narrazione è formata da racconti/pensieri nella testa del personaggio, e secondo me bisognerebbe sempre usare parole comuni. A meno che non ci sia un motivo. Termini come “bolo”, “belluino”, “manto felino” li trovo stonati, e fin troppo ricercati per il pensiero di una persona comune. Altrimenti sembra più una filosofa o una poetessa, o qualcuno che è vissuto in un'epoca passata. Pensala come se il personaggio stesse sempre parlando con qualcuno, suona più strano: “guarda che bel manto felino ha questo gatto!” che un più semplice: “guarda che bel pelo ha questo gatto!”
Però questa è solo una piccola parentesi, perché il racconto mi è piaciuto. Sei fortissima nel creare ambientazioni realistiche e farle vivere anche al lettore. Abito in campagna e il tuo racconto mi ha fatto sentire proprio a casa.
Alla fine c'è solo questo evento paranormale che forse avrebbe meritato due righe in più, perché mi ha lasciata con qualche domanda. Capisco che è un'allucinazione, però prende anche una piega molto reale dato che le cadono un mucchio di ghiande tra le mani. Quindi forse avrei inserito un qualche animale che scuoteva il ramo, per renderlo più realistico, con lei che lo attribuiva comunque allo zio. Però comunque penso che tu abbia fatto un buon lavoro. Hai reso bene il dolore della protagonista, il suo senso di colpa, e il legame con lo zio attraverso quei piccoli ricordi che mi sembrano scelti con cura.
Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari
Ciao Stefano. Allora c'è una piccola ripetizione sulla frase dove dici che il papà era “seduto al tavolo”, e poi di nuovo “gazzetta aperta sul tavolo”. Però non fa niente, perché alla fine non è semplice scrivere a Minuti Contati e qualche errore ci sta. Sul sorriso, forse non avrei usato “sardonico” come aggettivo dato che hai utilizzato una narratrice in prima persona.
E anche il papà che arriva alla conclusione del fatto che Andrea è un nome da femmina in Inghilterra, l’ho trovata un po’ troppo studiata e frettolosa come risposta e ragionamento che fa il padre. Anche perché lui spera che sua figlia non sia lesbica, a quanto ho capito. Quindi lo avrei tolto come passaggio, o reso meglio. Tipo magari poteva dire “È irlandese? E perché allora si chiama Andrea?”
Mi piace molto il gioco del titolo, con la prima scena sulla moka e il fatto che si attacchi molto bene come figura anche al padre di Sara. Da un lato sei riuscito a delineare molto bene il quadretto del contorno domestico, dall'altro secondo me dovresti aumentare la sensazione di ansia di Sara quando comincia a vuotare il sacco.
È un racconto che comunque porta a riflettere.
Arboretum di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano. Il testo mi sembra ben scritto. Ho dovuto leggerlo con estrema attenzione, ma solo perché ha tantissimi micro passaggi e perché non leggo fantascienza, quindi qualche dettaglio in più mi sarebbe servito per immaginare meglio. Mi avrebbe aiutata con alcuni elementi, ecco, anche se capisco benissimo che il limite dei caratteri grava sempre sulle nostre povere teste. Ho immaginato il protagonista come un robot tentacolare. Tipo un polpo. Però ci sono moltissimi nomi e marchingegni meccanici: il modulo nero, il vettore universale, global city, il systema che per me hanno reso più complesso il testo. Nonostante questo però mi ha comunque meravigliata, perché è un mondo immaginario ben congegnato, pieno di elementi, dove tutto si incastra in modo perfetto e trova un suo senso. E penso che non sia stato per nulla semplice crearlo in un tempo limitato. Si nota che è il tuo campo, e che ci sai fare. Il mio unico consiglio rimane appunto magari di mettere meno elementi così da avere qualche carattere in più per descriverli, e aiutare l'immaginazione anche per chi non è un appassionato di fantascienza.
Noi restiamo fuori di Mario Bennici
Ciao Mario. Anche io ho notato che i tempi verbali cozzano tra di loro, e si mischiano, e ti direi di riscrivere quelle frasi al presente. Le immagini che hai scelto di evocare sono davvero suggestive e in alcuni punti mi hanno lasciato davvero incantata. Tipo quello della panchina o la richiesta dei mesi con le dita mancanti.
Forse modificherei solo la prima perché è il vento a ululare e non le schegge di vetro.
Non ho capito subito che quel “noi” lasciati fuori fossero tipo degli dei. Però a una seconda rilettura ci ho ragionato. Fammi sapere se ho capito bene, oppure no. Per quanto riguarda la bambina, invece, mi è rimasto il dubbio se questo signore della superficie voglia mangiarla o meno, dato che dice che non la sporcherà di sangue quando mangerà. Se mangerà lei sarebbe stato meglio scrivere “ti mangerò”. Tanto faceva già abbastanza paura il fatto che le avrebbe strappato i capelli. E forse l'avrei mantenuta più come personaggio normale che come punto di vista legato al lettore, ma solo perché ha davvero troppo poco spazio. E quindi mi sono sentita connessa alla bambina, ma come messa in standby quando era il signore a guardare il panorama e svolgere le azioni. A parte questo, mi sembra un buon racconto e mi ha davvero intrattenuto. C'è del “non detto” che bisogna collegare con gli elementi/indizi che hai scritto, ma è una cosa che mi piace fare, anche se forse alcuni indizi potevano essere un pelo più chiari, e meno misteriosi. Anche perché non sapevo cosa fossero i ghoul. Penso che sia il racconto che preferisco tra i tuoi che ho letto finora.
Mestiere di famiglia di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor e ben tornato nell'arena. Mi dispiace che hai scritto in velocità. Il tuo racconto è molto semplice rispetto agli altri che ho letto, ma ho apprezzato molto l'idea del richiamo delle radici attraverso un lavoro condiviso. Tuttavia avrei anche spinto di più in questa direzione. Avrei piantato meglio la volontà nel bambino, quella convinzione che anche lui, da grande, sarebbe stato un eroe, e avrebbe seguito le orme del nonno. Magari i genitori del bambino potevano essere appunto tra i pompieri che stanno spegnendo l'incendio, il bambino poteva essere preoccupato per loro, il nonno lo avrebbe confortato ecc ecc... Ho letto nella tua risposta, poi, che il padre del bambino poteva essere morto in un incendio. Beh ci sta come idea! Avrebbe reso tutto molto più vivido e di impatto a livello emotivo se lo mettevi anche nel testo. La prima parte si concentra quasi tutta sul fatto di arrivare su questa altura per vedere i pompieri all'opera e, secondo me, porta via troppo spazio al vero focus del racconto. L'avrei ridotta, per appunto lasciare più spazio al lavoro dei pompieri e magari fornire un indizio su come poteva essere stato scatenato quell’incendio, se per colpa di qualche piromane o per cause più naturali. E per lo sviluppo di un background dei personaggi. La conclusione con la frase del nonno però l’ho adorata. Davvero ben pensata.
Aspettando il gotterdarmerung di Mario Zannella
Ciao Mario! Sono molto contenta di vedere che continui a partecipare. Ho visto che non hai utilizzato tutti i caratteri a disposizione ed è vero che non è obbligatorio, però secondo me, avresti potuto farlo. Non so se non avevi tempo o è stata una tua decisione. Ci sono molti elementi particolari, quindi avrei comunque aggiunto qualche dettaglio in più per rendere tutto più “visibile” e chiaro anche per chi non conosce la storia. Per esempio il fratello fortunato che vola e fa la linguaccia come faccio a figurarmi che bestia sia, se non conosco la leggenda di cui parli?
Non ho poi compreso il soggetto nella frase “Era un bel tipo da nano [...]” chi era un bel tipo da nano? Intendi Fafnir?
Mi sembra un racconto dove in pratica un personaggio dice qualcosa, racconta degli eventi, e manca un forte conflitto. Più come una sorta di prologo a qualcosa.
Però mi piace molto il registro che hai scelto di utilizzare, facendo sentire il lettore parte dei tre fratelli. È trascinante. Anche se forse il fratello-lettore a cui stai parlando non lo avrei fatto dormire. Perché come fa a darti ascolto se sta dormendo? E perché non ha una reazione quando le radici lo trafiggono nella bocca? Mi piace molto come scrivi, il mio problema è solo nel contenuto che potrebbe essere reso più significativo, magari anche andando di fantasia, continuando sul filo della battuta “e vabbè sti cazzi” che mi ha fatto sorridere.
Druido nella notte di Sara Bianchi
Ciao Sara! Il tuo racconto ha una bella atmosfera cupa e una sorta di tensione che rimane salda dall'inizio alla fine. Ho qualche annotazione da farti che secondo me potrebbe migliorare il testo. C'è una sorta di ripetizione tra l'inizio (prime righe) e quando lei riprende a correre, dopo che uno dei furfanti la chiama. I rami che schioccano e i vestiti/capelli che si impigliano. Ne toglierei una per guadagnare caratteri, perché alla fine stai solo ripetendo qualcosa di ambientale che già hai portato all'immaginazione del lettore. Inoltre se lei sente chiaramente cosa dicono, con una frase così lunga, spingerei sul fatto che sono sempre più vicini, già da quando appunto viene chiamata. Magari potrebbe notare anche una sagoma, o un'ombra, tra i tronchi. C'è poi una cosa che mi ha lasciata perplessa. Come fanno quegli uomini a sapere il nome della protagonista? Se poi lei li chiama stranieri. E non si chiede come mai ne siano a conoscenza, dove lo abbiano sentito o altro… Aggiungerei questo dettaglio. La parte della fuga serve a settare l'ambientazione, ma da un lato ti prende spazio per il colpo di scena finale, che secondo me avrebbe meritato qualche riga in più. Quindi forse l'avrei fatto iniziare proprio da quando viene chiamata e arriva al dirupo. Anche nella parte più brutta e oscura, quando abusano di lei, avrei aggiunto qualche sensazione di orrore/ribellione di Shea. Perché l’hai presentata comunque con un animo combattivo, o almeno questo è quello che ho percepito.
In generale è comunque un buon racconto, che mi è piaciuto, e non mi aspettavo che diventasse lei stessa il Druido, ma che qualcuno sarebbe venuta a salvarla. Quindi mi ha anche sorpreso. Brava!
Il libro di Francesco Forciniti
Ciao Francesco! Anche per me i dialoghi iniziali sono da migliorare per far capire chi stia parlando. C'è anche troppe volte la ripetizione del nome di Tom che li rende un po’ artefatti. Alla fine comunque in scena sono solo due personaggi, battuta e risposta, quindi non ha molto senso che compaia così tante volte. Ma poi il problema più grosso nei dialoghi, secondo me, è che chiaramente stanno avendo un discorso che loro hanno già fatto in precedenza. Altrimenti come avrebbe fatto a convincere Tom ad aiutarlo e accompagnarlo in questa pazza avventura? Il fatto che gli dica del whisky e Tom gli chieda che cosa faranno dopo aver riesumato la tomba, mi sembra quasi più una specie di informazione per noi lettori che dobbiamo capire cosa stanno facendo, che per Tom stesso. Renderei quella parte di dialoghi più realistica e meno una spiegazione artefatta su come i personaggi siano arrivati a quel punto. Quando appare il libro, il racconto si fa molto molto più interessante, è un colpo di scena ben fatto, e c'è anche quella tensione data dal tradimento. In questo sei stato davvero molto bravo. L’idea con cui hai esposto il tema di questa sfida mi piace molto, così come tutta l'ambientazione del cimitero.
1) Arboretum, di Emiliano Maramonte
2) Vieni con me, di Matteo Mantoani
3) Ghiande, di Daniela Battistini
4) Druido della notte, di Sara Bianchi
5) Noi restiamo fuori, di Mario Bennici
6) Il libro, di Francesco Forciniti
7) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
8) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
9) Aspettando il gotterdarmerung, di Mario Zannella
E commenti in ordine sparso.
Ps. Come si a fare la funzione del "mostra testo"? Se qualcuno me lo spiega poi ci provo anche io, dato che scrivo sempre temi-commenti. Grazie!
Vieni con me, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, il racconto è come sempre di alto livello stilistico e scorre molto bene. Mi è piaciuto molto il colpo di scena di Timmy perché non l’ho saputo prevedere, e pensavo che rispondesse con il nome dell’entità sotterranea. Ha reso il tutto molto particolare e significativo, sia per il protagonista, sia per me che mi sono ritrovata a chiedermi che cosa ci fosse davvero nel sottosuolo. Come consiglio ti direi che forse avresti potuto migliorare il passaggio in cui la tuta va in avaria. Non sono riuscita a percepire la paura di Andrea, il suo senso di soffocamento. E mi è parso come se lui volesse in qualche maniera morire. E magari le figure che gli vengono proiettate negli occhi potrebbero sfarfallare o diventare annebbiate, sia per le lacrime, sia per la conseguenza della morte imminente. O le spie e le luci degli allarmi potrebbero sovrapporsi ai ricordi, in modo da far risultare quel passaggio meno schematico. Non so se riesco a spiegarmi bene, però avrei tipo messo la luce della spia sulla testa del nonno. Forse ci sarebbe stata anche una comunicazione con l'esterno? Magari con un’equipe che seguiva l'esperimento? E che tenta di tirarlo fuori? Anche se non so se ci saresti stato con i caratteri. E molto probabilmente avrebbe complicato tutto. Infine avrei aggiunto qualche particolare che rendesse più forte la scelta del Tarvisio, perché è vero che il racconto è ambientato nel sottosuolo ma allo stesso tempo rimane solo un nome identificativo. Magari il nonno poteva dirgli qualcosa in dialetto. Ricordo che una volta avevi scritto un racconto con i personaggi che lo parlavano.
L’idea comunque mi piace molto e hai svolto il tema in un modo che mi sembra molto originale.
Ghiande di Daniela Battistini
Ciao Daniela. Come consiglio posso dirti che avrei cambiato alcuni termini in favore di altri più “semplici”. Quando si scrive in prima persona, la narrazione è formata da racconti/pensieri nella testa del personaggio, e secondo me bisognerebbe sempre usare parole comuni. A meno che non ci sia un motivo. Termini come “bolo”, “belluino”, “manto felino” li trovo stonati, e fin troppo ricercati per il pensiero di una persona comune. Altrimenti sembra più una filosofa o una poetessa, o qualcuno che è vissuto in un'epoca passata. Pensala come se il personaggio stesse sempre parlando con qualcuno, suona più strano: “guarda che bel manto felino ha questo gatto!” che un più semplice: “guarda che bel pelo ha questo gatto!”
Però questa è solo una piccola parentesi, perché il racconto mi è piaciuto. Sei fortissima nel creare ambientazioni realistiche e farle vivere anche al lettore. Abito in campagna e il tuo racconto mi ha fatto sentire proprio a casa.
Alla fine c'è solo questo evento paranormale che forse avrebbe meritato due righe in più, perché mi ha lasciata con qualche domanda. Capisco che è un'allucinazione, però prende anche una piega molto reale dato che le cadono un mucchio di ghiande tra le mani. Quindi forse avrei inserito un qualche animale che scuoteva il ramo, per renderlo più realistico, con lei che lo attribuiva comunque allo zio. Però comunque penso che tu abbia fatto un buon lavoro. Hai reso bene il dolore della protagonista, il suo senso di colpa, e il legame con lo zio attraverso quei piccoli ricordi che mi sembrano scelti con cura.
Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari
Ciao Stefano. Allora c'è una piccola ripetizione sulla frase dove dici che il papà era “seduto al tavolo”, e poi di nuovo “gazzetta aperta sul tavolo”. Però non fa niente, perché alla fine non è semplice scrivere a Minuti Contati e qualche errore ci sta. Sul sorriso, forse non avrei usato “sardonico” come aggettivo dato che hai utilizzato una narratrice in prima persona.
E anche il papà che arriva alla conclusione del fatto che Andrea è un nome da femmina in Inghilterra, l’ho trovata un po’ troppo studiata e frettolosa come risposta e ragionamento che fa il padre. Anche perché lui spera che sua figlia non sia lesbica, a quanto ho capito. Quindi lo avrei tolto come passaggio, o reso meglio. Tipo magari poteva dire “È irlandese? E perché allora si chiama Andrea?”
Mi piace molto il gioco del titolo, con la prima scena sulla moka e il fatto che si attacchi molto bene come figura anche al padre di Sara. Da un lato sei riuscito a delineare molto bene il quadretto del contorno domestico, dall'altro secondo me dovresti aumentare la sensazione di ansia di Sara quando comincia a vuotare il sacco.
È un racconto che comunque porta a riflettere.
Arboretum di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano. Il testo mi sembra ben scritto. Ho dovuto leggerlo con estrema attenzione, ma solo perché ha tantissimi micro passaggi e perché non leggo fantascienza, quindi qualche dettaglio in più mi sarebbe servito per immaginare meglio. Mi avrebbe aiutata con alcuni elementi, ecco, anche se capisco benissimo che il limite dei caratteri grava sempre sulle nostre povere teste. Ho immaginato il protagonista come un robot tentacolare. Tipo un polpo. Però ci sono moltissimi nomi e marchingegni meccanici: il modulo nero, il vettore universale, global city, il systema che per me hanno reso più complesso il testo. Nonostante questo però mi ha comunque meravigliata, perché è un mondo immaginario ben congegnato, pieno di elementi, dove tutto si incastra in modo perfetto e trova un suo senso. E penso che non sia stato per nulla semplice crearlo in un tempo limitato. Si nota che è il tuo campo, e che ci sai fare. Il mio unico consiglio rimane appunto magari di mettere meno elementi così da avere qualche carattere in più per descriverli, e aiutare l'immaginazione anche per chi non è un appassionato di fantascienza.
Noi restiamo fuori di Mario Bennici
Ciao Mario. Anche io ho notato che i tempi verbali cozzano tra di loro, e si mischiano, e ti direi di riscrivere quelle frasi al presente. Le immagini che hai scelto di evocare sono davvero suggestive e in alcuni punti mi hanno lasciato davvero incantata. Tipo quello della panchina o la richiesta dei mesi con le dita mancanti.
Forse modificherei solo la prima perché è il vento a ululare e non le schegge di vetro.
Non ho capito subito che quel “noi” lasciati fuori fossero tipo degli dei. Però a una seconda rilettura ci ho ragionato. Fammi sapere se ho capito bene, oppure no. Per quanto riguarda la bambina, invece, mi è rimasto il dubbio se questo signore della superficie voglia mangiarla o meno, dato che dice che non la sporcherà di sangue quando mangerà. Se mangerà lei sarebbe stato meglio scrivere “ti mangerò”. Tanto faceva già abbastanza paura il fatto che le avrebbe strappato i capelli. E forse l'avrei mantenuta più come personaggio normale che come punto di vista legato al lettore, ma solo perché ha davvero troppo poco spazio. E quindi mi sono sentita connessa alla bambina, ma come messa in standby quando era il signore a guardare il panorama e svolgere le azioni. A parte questo, mi sembra un buon racconto e mi ha davvero intrattenuto. C'è del “non detto” che bisogna collegare con gli elementi/indizi che hai scritto, ma è una cosa che mi piace fare, anche se forse alcuni indizi potevano essere un pelo più chiari, e meno misteriosi. Anche perché non sapevo cosa fossero i ghoul. Penso che sia il racconto che preferisco tra i tuoi che ho letto finora.
Mestiere di famiglia di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor e ben tornato nell'arena. Mi dispiace che hai scritto in velocità. Il tuo racconto è molto semplice rispetto agli altri che ho letto, ma ho apprezzato molto l'idea del richiamo delle radici attraverso un lavoro condiviso. Tuttavia avrei anche spinto di più in questa direzione. Avrei piantato meglio la volontà nel bambino, quella convinzione che anche lui, da grande, sarebbe stato un eroe, e avrebbe seguito le orme del nonno. Magari i genitori del bambino potevano essere appunto tra i pompieri che stanno spegnendo l'incendio, il bambino poteva essere preoccupato per loro, il nonno lo avrebbe confortato ecc ecc... Ho letto nella tua risposta, poi, che il padre del bambino poteva essere morto in un incendio. Beh ci sta come idea! Avrebbe reso tutto molto più vivido e di impatto a livello emotivo se lo mettevi anche nel testo. La prima parte si concentra quasi tutta sul fatto di arrivare su questa altura per vedere i pompieri all'opera e, secondo me, porta via troppo spazio al vero focus del racconto. L'avrei ridotta, per appunto lasciare più spazio al lavoro dei pompieri e magari fornire un indizio su come poteva essere stato scatenato quell’incendio, se per colpa di qualche piromane o per cause più naturali. E per lo sviluppo di un background dei personaggi. La conclusione con la frase del nonno però l’ho adorata. Davvero ben pensata.
Aspettando il gotterdarmerung di Mario Zannella
Ciao Mario! Sono molto contenta di vedere che continui a partecipare. Ho visto che non hai utilizzato tutti i caratteri a disposizione ed è vero che non è obbligatorio, però secondo me, avresti potuto farlo. Non so se non avevi tempo o è stata una tua decisione. Ci sono molti elementi particolari, quindi avrei comunque aggiunto qualche dettaglio in più per rendere tutto più “visibile” e chiaro anche per chi non conosce la storia. Per esempio il fratello fortunato che vola e fa la linguaccia come faccio a figurarmi che bestia sia, se non conosco la leggenda di cui parli?
Non ho poi compreso il soggetto nella frase “Era un bel tipo da nano [...]” chi era un bel tipo da nano? Intendi Fafnir?
Mi sembra un racconto dove in pratica un personaggio dice qualcosa, racconta degli eventi, e manca un forte conflitto. Più come una sorta di prologo a qualcosa.
Però mi piace molto il registro che hai scelto di utilizzare, facendo sentire il lettore parte dei tre fratelli. È trascinante. Anche se forse il fratello-lettore a cui stai parlando non lo avrei fatto dormire. Perché come fa a darti ascolto se sta dormendo? E perché non ha una reazione quando le radici lo trafiggono nella bocca? Mi piace molto come scrivi, il mio problema è solo nel contenuto che potrebbe essere reso più significativo, magari anche andando di fantasia, continuando sul filo della battuta “e vabbè sti cazzi” che mi ha fatto sorridere.
Druido nella notte di Sara Bianchi
Ciao Sara! Il tuo racconto ha una bella atmosfera cupa e una sorta di tensione che rimane salda dall'inizio alla fine. Ho qualche annotazione da farti che secondo me potrebbe migliorare il testo. C'è una sorta di ripetizione tra l'inizio (prime righe) e quando lei riprende a correre, dopo che uno dei furfanti la chiama. I rami che schioccano e i vestiti/capelli che si impigliano. Ne toglierei una per guadagnare caratteri, perché alla fine stai solo ripetendo qualcosa di ambientale che già hai portato all'immaginazione del lettore. Inoltre se lei sente chiaramente cosa dicono, con una frase così lunga, spingerei sul fatto che sono sempre più vicini, già da quando appunto viene chiamata. Magari potrebbe notare anche una sagoma, o un'ombra, tra i tronchi. C'è poi una cosa che mi ha lasciata perplessa. Come fanno quegli uomini a sapere il nome della protagonista? Se poi lei li chiama stranieri. E non si chiede come mai ne siano a conoscenza, dove lo abbiano sentito o altro… Aggiungerei questo dettaglio. La parte della fuga serve a settare l'ambientazione, ma da un lato ti prende spazio per il colpo di scena finale, che secondo me avrebbe meritato qualche riga in più. Quindi forse l'avrei fatto iniziare proprio da quando viene chiamata e arriva al dirupo. Anche nella parte più brutta e oscura, quando abusano di lei, avrei aggiunto qualche sensazione di orrore/ribellione di Shea. Perché l’hai presentata comunque con un animo combattivo, o almeno questo è quello che ho percepito.
In generale è comunque un buon racconto, che mi è piaciuto, e non mi aspettavo che diventasse lei stessa il Druido, ma che qualcuno sarebbe venuta a salvarla. Quindi mi ha anche sorpreso. Brava!
Il libro di Francesco Forciniti
Ciao Francesco! Anche per me i dialoghi iniziali sono da migliorare per far capire chi stia parlando. C'è anche troppe volte la ripetizione del nome di Tom che li rende un po’ artefatti. Alla fine comunque in scena sono solo due personaggi, battuta e risposta, quindi non ha molto senso che compaia così tante volte. Ma poi il problema più grosso nei dialoghi, secondo me, è che chiaramente stanno avendo un discorso che loro hanno già fatto in precedenza. Altrimenti come avrebbe fatto a convincere Tom ad aiutarlo e accompagnarlo in questa pazza avventura? Il fatto che gli dica del whisky e Tom gli chieda che cosa faranno dopo aver riesumato la tomba, mi sembra quasi più una specie di informazione per noi lettori che dobbiamo capire cosa stanno facendo, che per Tom stesso. Renderei quella parte di dialoghi più realistica e meno una spiegazione artefatta su come i personaggi siano arrivati a quel punto. Quando appare il libro, il racconto si fa molto molto più interessante, è un colpo di scena ben fatto, e c'è anche quella tensione data dal tradimento. In questo sei stato davvero molto bravo. L’idea con cui hai esposto il tema di questa sfida mi piace molto, così come tutta l'ambientazione del cimitero.
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Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Ciao a tutti,
di seguito la mia classifica. Secondo me che in questo caso il tema ha giocato tanto… trovo che abbia messo molti in difficoltà (me incluso) e che alcuni l’abbiano centrato più letteralmente che metaforicamente. In ogni caso è stata una classifica difficile, con molti parimeriti dove poche parole avrebbero spostato da una posizione all’altra. Bravi tutti!
1. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
2. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
3. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
4. "Ghiande" di Daniela Battistini
5. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
6. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
7. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
9. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
1. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
Ciao Mauro!
Racconto molto evocativo, con immagini e sensazioni forti. Forse limerei un pelo le similitudini, che a volte tolgono impatto piuttosto che aggiungere, e starei attento ai tempi verbali. Se il racconto è al presente, allora i vetri ululano, non ululavano. Pensavo fosse un typo ma ne ho visti un paio, quindi mi è venuto il dubbio che fosse voluto.
Il tema per me è centrato due volte, sia nelle radici del pov sia nel fatto che quelli che l'hanno abbandonato ora dipendono da lui (dalle loro radici). Non mi è sfuggita neanche l'ispirazione Falloutiana, che apprezzo :)
Forse un po' tanta carne al fuoco, non tutta spiegata. Il pov è...un signore dei ghul? Che per qualche motivo ora controlla altri ghul? Se è così, non farebbe prima a mangiare tutti e basta?
Comunque, non voglio spaccare il capello. Al netto di qualche accorgimento, ottimo racconto, un ninnolo sopra “non riempire la valvola di sfogo”, di cui preferisco lo stile ma ho trovato stonata la chiusa. Per me primo posto.
2. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
Ciao Stefano!
C'è del racconto in questa immersiva :P
Scritto MOLTO bene, il flusso di pensieri azioni e dialogo scorre senza intoppi. Consiglio: avrei fatto capire da subito che il pov è una lei, ho letto pensando di essere un maschio fino a metà racconto. Per il resto per me funziona tutto, a parte due cose:
1) Trovo il tema poco centrato. È una bella storia, parla di scontro generazionale... però dove sono le radici profonde?
2) La chiusa stona. Tutto il tono è serio, finalmente la protagonista viene salvata in calcio d'angolo dall'apparizione della ragazza... e poi la butta in caciara con un pensierino sul fatto che non segue il calcio? Per funzionare ti sarebbe servita una cosa ANCORA peggio del fatto che fosse una donna (che so: aspetta che scopra che è un alieno)... che però non c'è.
La soluzione a entrambi i problemi sarebbe stata un pensiero "tragico". Se alla fine si fosse scoperto che anche la figlia, nonostante tutto, con una terrona o una nera non ci si sarebbe mai messa, allora avresti riallacciato al tema delle radici da cui, per quanto ci si provi, non si può scappare del tutto. Però in generale direi ottima prova, soprattutto per l'esecuzione, per me al secondo posto di un capello. :)
3. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
Ciao Matteo!
Il racconto mi è piaciuto, e il tema dell’entità che conosce qualcuno attraverso i ricordi dei suoi cari morti è intrigante e fa molto “mente alveare”.
Lo stile scorre bene, anche se in alcune frasi avrei preferito un uso meno "libero" della virgola a favore dei punti.
Riguardo al tema, lo trovo centrato forse più letteralmente che metaforicamente. Se ci fosse stato un legame tra il passato di Andrea e la ragione per cui doveva morire forse avresti preso due piccioni con una fava (che so, il nonno era un boscaiolo pazzo e l'albero si vendica). Invece così, se l'alieno non fosse un albero, sarebbe la storia di un organismo che ha avuto accesso ai ricordi di animali e persone care al protagonista e li usa per parlargli...e per ucciderlo. Ma mi manca un po' il perché. Al netto di tutto, direi una bella prova :)
4. "Ghiande" di Daniela Battistini
Ciao Daniela!
Sei riuscita molto bene a descrivere il dolore per il lutto, quindi per questo molto bene! Purtroppo mi è mancato un po' di conflitto. C’è tanto dolore, ma non so se da solo è sufficiente.
Per quanto riguarda il tema, non lo definirei centratissimo, ma potrebbe essere una questione di interpretazioni. Per me voleva riferirsi a qualcosa del passato che ci ha segnato, che ci ha cambiato, che ci ha reso in un modo che anche volendo non possiamo cambiare...e non so se un lutto con un collegamento a un albero è abbastanza, ecco. In generale quindi esecuzione molto buona, qualche guizzo in più a livello di trama l'avrebbe reso più interessante.
5. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
Il racconto mi è piaciuto, ma secondo me hai peccato di eccessiva ambizione, e il limite dei 4k caratteri ti ha un po' azzoppato. La scelta di renderlo un essere tentacolato, per esempio, non aggiunge molto e distacca dalla lettura, perché io continuo a non capire come sono messi, questi sei tentacoli. Per il resto il racconto scorre bene, ma succedono davvero troppe cose e molte domande rimangono senza risposta. Siamo in una situazione dove gli alieni hanno colonizzato il pianeta? O sono androidi? Una mente alveare? Oltretutto, noi rimaniamo un po' esterni, perché capiamo le decisioni di Epsilon ma non cosa lo spinge a prenderle. Algoritmo di secondo livello...cosa vuol dire? La sua esistenza fino a quel momento era triste? Vuota? Vediamo che trova le risate, le emozioni, ma non capiamo perché le sceglie (almeno, io non lo capisco).
In generale direi buona prova, ma credo che se avessi avuto il doppio delle parole avrebbe reso molto meglio.
6. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
Ciao Sara!
Racconto che scorre bene, ma un po’ altalenante. In alcuni punti trovo la prosa molto forte, in altri meno (all'inizio sembra che stia passeggiando, ci vogliono un paio di righe per capire che scappa). Tutta la parte della fuga per me risulta un po' lunga, a scapito di qualcosa che mi facesse entrare più in sintonia con il pov e della descrizione dello stupro vero e proprio, che è solo "riassunta" e sarebbe stata ben più d'impatto. Anche il collegamento con la quercia sembra un po' casuale...forse con qualche semina precedente avresti risolto (ad esempio se quello fosse stato il bosco maledetto dove nessuno entra perché si dice che vi dimorino i druidi della notte, o qualcosa del genere).
Il problema secondo me è un po’ il tema. Forse è centrato "letteralmente", ma mi manca la parte dove quello che siamo è in legato indissolubilmente al nostro passato, o ai nostri antenati… quindi non lo trovo davvero centrato.
7. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
Ciao Mario!
Racconto asciuttissimo, con un tono del pov molto caratterizzato e abbastanza immersivo. Purtroppo i riferimenti alla mitologia norrena sono così tanti, e il contesto così poco, che chi non sapesse nulla del background dubito capirebbe. Il tema è abbastanza centrato, però più che un racconto è il riassunto di un qualcosa che è avvenuto, e questo per me gli toglie molto impatto. Se avessi magari costruito la scena in cui il drago viene sconfitto e trafitto dalle radici, e terminato con questa sorta di "ode", ci avresti guadagnato...e i caratteri li avevi!
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
Ciao Francesco!
Tema centrato più letteralmente che metaforicamente. L'idea dei due tombaroli non è male, ma per me l'esecuzione pecca un po'. Non amo la prima persona, ancora meno la prima persona passata, ma il grande vantaggio che ti dà è che rende più facile evitare il narratore esterno... eppure tu l'hai usato comunque. Esempio:
"In uno stato confusionale dato dal forte effetto del libro e dalle mie parole" suona molto strano. Se io sono dentro un'altra persona, non posso sapere che qualcuno è in uno stato confusionale. Però, posso vedere che sbarra gli occhi, che inizia a tremare, che si morde le unghie… mostra questo, e non cadere nel tranello di raccontare cosa tu, narratore, sai, ma che il pov non può sapere.
Sempre tornando al pov, si sente poco la sua interiorità, che ci arriva più per le battute di Tom stesso, tipo "non guardarmi in quel modo, sembri un vampiro assetato di sangue". Capisco che tu non abbia voluto rivelare il vero intento del pov per preservare il sacrificio come colpo di scena finale, ma allora perché scegliere questo pov? Sarebbe stato più interessante leggere la storia dal punto di vista di Tom, che prima dice "bue badilate e mi sparo un bel whisky" poi inizia a sentire che qualcosa non va, si preoccupa, si preoccupa...e poi bam, scopre che ora lo ammazzano!
9. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor!
Secondo me il tema ti ha messo un po' in difficoltà (come a molti, incluso il sottoscritto). Il racconto scorre bene, anche se è un po' esterno, e passa l'ammirazione del bambino nei confronti di questo nonno invincibile... però poi? Salgono in cima, vedono i pompieri, frase criptica, chiusa. Sono loro che hanno appiccato l'incendio? Sono una sorta di vigilanti che uccidono i criminali? Sono semplicemente serial killer? Il finale aperto ci sta, ma deve avere una rosa limitata di interpretazioni, e invece qui mi sembra un po' buttato lì.
In generale direi che mi è mancato qualcosa, forse mi sarebbe servito un guizzo o una spiegazione in più per renderlo memorabile.
di seguito la mia classifica. Secondo me che in questo caso il tema ha giocato tanto… trovo che abbia messo molti in difficoltà (me incluso) e che alcuni l’abbiano centrato più letteralmente che metaforicamente. In ogni caso è stata una classifica difficile, con molti parimeriti dove poche parole avrebbero spostato da una posizione all’altra. Bravi tutti!
1. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
2. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
3. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
4. "Ghiande" di Daniela Battistini
5. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
6. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
7. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
9. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
1. "Noi restiamo fuori" di Mauro Bennici
Ciao Mauro!
Racconto molto evocativo, con immagini e sensazioni forti. Forse limerei un pelo le similitudini, che a volte tolgono impatto piuttosto che aggiungere, e starei attento ai tempi verbali. Se il racconto è al presente, allora i vetri ululano, non ululavano. Pensavo fosse un typo ma ne ho visti un paio, quindi mi è venuto il dubbio che fosse voluto.
Il tema per me è centrato due volte, sia nelle radici del pov sia nel fatto che quelli che l'hanno abbandonato ora dipendono da lui (dalle loro radici). Non mi è sfuggita neanche l'ispirazione Falloutiana, che apprezzo :)
Forse un po' tanta carne al fuoco, non tutta spiegata. Il pov è...un signore dei ghul? Che per qualche motivo ora controlla altri ghul? Se è così, non farebbe prima a mangiare tutti e basta?
Comunque, non voglio spaccare il capello. Al netto di qualche accorgimento, ottimo racconto, un ninnolo sopra “non riempire la valvola di sfogo”, di cui preferisco lo stile ma ho trovato stonata la chiusa. Per me primo posto.
2. "Non riempire oltre la valvola di sfogo" di Stefano Floccari
Ciao Stefano!
C'è del racconto in questa immersiva :P
Scritto MOLTO bene, il flusso di pensieri azioni e dialogo scorre senza intoppi. Consiglio: avrei fatto capire da subito che il pov è una lei, ho letto pensando di essere un maschio fino a metà racconto. Per il resto per me funziona tutto, a parte due cose:
1) Trovo il tema poco centrato. È una bella storia, parla di scontro generazionale... però dove sono le radici profonde?
2) La chiusa stona. Tutto il tono è serio, finalmente la protagonista viene salvata in calcio d'angolo dall'apparizione della ragazza... e poi la butta in caciara con un pensierino sul fatto che non segue il calcio? Per funzionare ti sarebbe servita una cosa ANCORA peggio del fatto che fosse una donna (che so: aspetta che scopra che è un alieno)... che però non c'è.
La soluzione a entrambi i problemi sarebbe stata un pensiero "tragico". Se alla fine si fosse scoperto che anche la figlia, nonostante tutto, con una terrona o una nera non ci si sarebbe mai messa, allora avresti riallacciato al tema delle radici da cui, per quanto ci si provi, non si può scappare del tutto. Però in generale direi ottima prova, soprattutto per l'esecuzione, per me al secondo posto di un capello. :)
3. "Vieni con me" di Matteo Mantoani
Ciao Matteo!
Il racconto mi è piaciuto, e il tema dell’entità che conosce qualcuno attraverso i ricordi dei suoi cari morti è intrigante e fa molto “mente alveare”.
Lo stile scorre bene, anche se in alcune frasi avrei preferito un uso meno "libero" della virgola a favore dei punti.
Riguardo al tema, lo trovo centrato forse più letteralmente che metaforicamente. Se ci fosse stato un legame tra il passato di Andrea e la ragione per cui doveva morire forse avresti preso due piccioni con una fava (che so, il nonno era un boscaiolo pazzo e l'albero si vendica). Invece così, se l'alieno non fosse un albero, sarebbe la storia di un organismo che ha avuto accesso ai ricordi di animali e persone care al protagonista e li usa per parlargli...e per ucciderlo. Ma mi manca un po' il perché. Al netto di tutto, direi una bella prova :)
4. "Ghiande" di Daniela Battistini
Ciao Daniela!
Sei riuscita molto bene a descrivere il dolore per il lutto, quindi per questo molto bene! Purtroppo mi è mancato un po' di conflitto. C’è tanto dolore, ma non so se da solo è sufficiente.
Per quanto riguarda il tema, non lo definirei centratissimo, ma potrebbe essere una questione di interpretazioni. Per me voleva riferirsi a qualcosa del passato che ci ha segnato, che ci ha cambiato, che ci ha reso in un modo che anche volendo non possiamo cambiare...e non so se un lutto con un collegamento a un albero è abbastanza, ecco. In generale quindi esecuzione molto buona, qualche guizzo in più a livello di trama l'avrebbe reso più interessante.
5. "Arboretum" di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
Il racconto mi è piaciuto, ma secondo me hai peccato di eccessiva ambizione, e il limite dei 4k caratteri ti ha un po' azzoppato. La scelta di renderlo un essere tentacolato, per esempio, non aggiunge molto e distacca dalla lettura, perché io continuo a non capire come sono messi, questi sei tentacoli. Per il resto il racconto scorre bene, ma succedono davvero troppe cose e molte domande rimangono senza risposta. Siamo in una situazione dove gli alieni hanno colonizzato il pianeta? O sono androidi? Una mente alveare? Oltretutto, noi rimaniamo un po' esterni, perché capiamo le decisioni di Epsilon ma non cosa lo spinge a prenderle. Algoritmo di secondo livello...cosa vuol dire? La sua esistenza fino a quel momento era triste? Vuota? Vediamo che trova le risate, le emozioni, ma non capiamo perché le sceglie (almeno, io non lo capisco).
In generale direi buona prova, ma credo che se avessi avuto il doppio delle parole avrebbe reso molto meglio.
6. "Druido nella notte" di Sara Bianchi
Ciao Sara!
Racconto che scorre bene, ma un po’ altalenante. In alcuni punti trovo la prosa molto forte, in altri meno (all'inizio sembra che stia passeggiando, ci vogliono un paio di righe per capire che scappa). Tutta la parte della fuga per me risulta un po' lunga, a scapito di qualcosa che mi facesse entrare più in sintonia con il pov e della descrizione dello stupro vero e proprio, che è solo "riassunta" e sarebbe stata ben più d'impatto. Anche il collegamento con la quercia sembra un po' casuale...forse con qualche semina precedente avresti risolto (ad esempio se quello fosse stato il bosco maledetto dove nessuno entra perché si dice che vi dimorino i druidi della notte, o qualcosa del genere).
Il problema secondo me è un po’ il tema. Forse è centrato "letteralmente", ma mi manca la parte dove quello che siamo è in legato indissolubilmente al nostro passato, o ai nostri antenati… quindi non lo trovo davvero centrato.
7. "Aspettando il Götterdämmerung" di Mario Zanella
Ciao Mario!
Racconto asciuttissimo, con un tono del pov molto caratterizzato e abbastanza immersivo. Purtroppo i riferimenti alla mitologia norrena sono così tanti, e il contesto così poco, che chi non sapesse nulla del background dubito capirebbe. Il tema è abbastanza centrato, però più che un racconto è il riassunto di un qualcosa che è avvenuto, e questo per me gli toglie molto impatto. Se avessi magari costruito la scena in cui il drago viene sconfitto e trafitto dalle radici, e terminato con questa sorta di "ode", ci avresti guadagnato...e i caratteri li avevi!
8. "Il libro" di Francesco Forciniti
Ciao Francesco!
Tema centrato più letteralmente che metaforicamente. L'idea dei due tombaroli non è male, ma per me l'esecuzione pecca un po'. Non amo la prima persona, ancora meno la prima persona passata, ma il grande vantaggio che ti dà è che rende più facile evitare il narratore esterno... eppure tu l'hai usato comunque. Esempio:
"In uno stato confusionale dato dal forte effetto del libro e dalle mie parole" suona molto strano. Se io sono dentro un'altra persona, non posso sapere che qualcuno è in uno stato confusionale. Però, posso vedere che sbarra gli occhi, che inizia a tremare, che si morde le unghie… mostra questo, e non cadere nel tranello di raccontare cosa tu, narratore, sai, ma che il pov non può sapere.
Sempre tornando al pov, si sente poco la sua interiorità, che ci arriva più per le battute di Tom stesso, tipo "non guardarmi in quel modo, sembri un vampiro assetato di sangue". Capisco che tu non abbia voluto rivelare il vero intento del pov per preservare il sacrificio come colpo di scena finale, ma allora perché scegliere questo pov? Sarebbe stato più interessante leggere la storia dal punto di vista di Tom, che prima dice "bue badilate e mi sparo un bel whisky" poi inizia a sentire che qualcosa non va, si preoccupa, si preoccupa...e poi bam, scopre che ora lo ammazzano!
9. "Mestiere di famiglia" di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor!
Secondo me il tema ti ha messo un po' in difficoltà (come a molti, incluso il sottoscritto). Il racconto scorre bene, anche se è un po' esterno, e passa l'ammirazione del bambino nei confronti di questo nonno invincibile... però poi? Salgono in cima, vedono i pompieri, frase criptica, chiusa. Sono loro che hanno appiccato l'incendio? Sono una sorta di vigilanti che uccidono i criminali? Sono semplicemente serial killer? Il finale aperto ci sta, ma deve avere una rosa limitata di interpretazioni, e invece qui mi sembra un po' buttato lì.
In generale direi che mi è mancato qualcosa, forse mi sarebbe servito un guizzo o una spiegazione in più per renderlo memorabile.
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Eccomi, come sempre i racconti alla fine vanno messi in fila.
1. Vieni con me, di Matteo Mantoani
Ciao, Matteo, felice di leggerti e commentarti. Un approccio originale al tema delle radici che le radici le prende sia alla lettera che in senso lato. Mi è piaciuto molto sia dal punto di vista della storia che per il modo in cui l'hai scritta. C'è un po' di tecnologia e tu la usi come piace a me, non come fine della storia ma come strumento per creare le condizioni che ti permettono di dire quello che vuoi dire. Bello anche stilisticamente. Complimenti.
2. Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
Ciao, Mauro. Racconto che su di me ha funzionato moltissimo. Evocativo e potente. Se vogliamo la cosa che mi convince meno è la chiosa, forse leggermente forzata, ma niente di importante. Buona insomma la storia, buona l'impostazione e lo stile. da capire il collegamento con il tema, ma c'è e ben posto. Insomma non ci trovo difetti veri e mi piace. Complimenti. Una sola piccola nota formale. Nella prima parte inizi con il passato di ululavano e poi passi al presente. Altro non vedo. Alla prossima.
3. Il libro, di Francesco Forciniti
Ciao, Francesco. Daje, seconda storia dark del gruppo. Non che le ami particolarmente, ma variare è sempre cosa buona. Allora la tua trama mi intriga e mi piace. C'è mistero e sentimenti umani, pessimi e buoni. E ci sta che il più buono, quello che ti sta facendo un favore, finisca in pasto agli alberi. Mi è piaciuto insomma. Anche lo stile non mi dispiace affatto, considerando tempi e spazi a disposizione. Alla prossima.
4. Druido della notte, di Bianchi Sara
Ciao, Sara. Un piccolo horror, una rarità da queste parti. O almeno, per me è un horror, black fantasy etc. La storia funziona bene, scorre e si legge senza intoppi particolari. Qualche aggiustamento stilistico secondo me andrebbe fatto perché in qualche punto l'uso dei termini sembra un po' forzato (soddisfare i nostri pruriti?), in altri capisco il tentativo di non scivolare troppo sul volgare. Una nota personale, proprio a gusto, perché farla trasformare sopo lo stupro e non durante o prima? Albero pigro eheheh Alla prossima, magari con un altro dark.
5. Ghiande, di Daniela Battistini
Ciao, Daniela. Molto giocato sulle emozioni questo racconto. Appena l'ho finito di leggere mi sono venute in mente le atmosfere dolce amare che a volte finisco per mettere nelle mie storie. Una in particolare, che non ho mai resa pubblica. E questo per dire che se mi è piaciuto è anche perché in qualche modo hai trovato il modo di fare risuonare in me che leggo le sensazioni che volevi. E questo è sempre un successo per chi scrive. Prova positiva e ditone in su per me, quindi.
6. Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
Ciao, Stefano. La prima cosa che voglio dire è che ci vuole un po' di fegato per affrontare un tema come il coming out. Se dovessi farlo io sarei preso da un milione di dubbi, avrei bisogno di conferme e mi toccherebbe alla fine confrontarmi con qualche amica o amico che il momento l'ha affrontato. Poi certo potrei immaginare, ma è un po' come scrivere di sesso, c'è sempre la paura di essere ridicoli, inadeguati, insufficienti. Detto questo ho letto la storia e al di là di qualche asperità nel flusso direi che ci siamo, certo è difficile gestire bene i sentimenti dei due personaggi senza rischiare di esagerare in un verso o nell'altro, e in qualche momento qualche cosa non è fluida, però c'è da dire che anche i sentimenti in momenti come quelli non scorrono fluidi ma probabilmente si muovono a balzelloni. Il finale non è un banale lieto fine, sappiamo benissimo che sarà complicato, ma lasci aperto lo spiraglio, se non per una conversione del genitore, quanto meno per una tolleranza e un cammino di accettazione. Per me è pollice su. Due cosine che ho notato, uno è un refuso che mi ha fatto sorridere, dead al posto di dad (hai sprecato un prezioso carattere per giunta ehehe). L'altro non so, lascio a te decidere, all'inizio quando parli della moka secondo me "eppure" non dice quello che volevi. Era perfetto se avessi detto prima che la moka fa caffé scarso, eppure mamma etc. Ma hai detto il contrario, tutti riescono a cavarci qualcosa di decente. Forse funziona meglio un "però" o ancora meglio un "ma" non so. L'ho scritto per puro amore di discussione, essendo in dubbio anche io.
7. Arboretum, di Emiliano Maramonte
Ciao, Emiliano. Racconto suggestivo, un po' costretto nei caratteri che avevamo. Molto viene lasciato alla fantasia del lettore, che nel mio caso si fa un sacco di domande e si da qualche risposta. Il tema in questo caso è decisamente fisico, radici dell'albero, un albero particolare. Stile asciuttissimo, tendiamo tutti a dimagrire qui su minuti contati. Non mi dispiace. Diciamo che alla fine della lettura mi trovo più incuriosito che emozionato. Ma anche interessato a leggerne di più, il che direi che è un bene.
8. Aspettando il Götterdämmerung
Salve Mario. Dopo aver letto il tuo racconto ho cercato e trovato gli elementi mitologici che hai utilizzato. In definitiva credo che la suggestione del tema ti abbia portato a questa coppia di personaggi che vivono associati all'albero Yggdrasil. Al di là del mito tu crei qualche altro elemento, un'aspettativa di ritorno in auge dei due e di rovesciamento dell'ordine odierno. Il tutto con uno stile che ondeggia un po' tra il solenne e la taverna (il che potrebbe essere anche divertente considerata l'ambientazione). Interessante, devo capire come valutarlo ma è interessante.
9. Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
Ciao, Taylor. Ho sentimenti contrastanti sul tuo racconto. Vediamo prima quelli positivi. Il racconto è ben scritto, racconta un piccolo episodio e ruota intorno al rapporto del bimbo con il nonno. Tutto è costruito per dare un messaggio finale. Tecnicamente la cosa funziona, lo stile è buono, la storia si legge. Quello che invece non mi convince è proprio il messaggio. Prima di tutto perché ci lascia un po' in sospensione, come a dire: che intendi, che fai, perché? Anticipo che io faccio la recensione prima di leggere quelle degli altri, perciò se hai già risposto ti leggero successivamente. Ma in sintesi credo che avessi anche un po' di spazio in più da usare per farci capire un pochino che cosa intendesse il nonno. Alla prossima.
1. Vieni con me, di Matteo Mantoani
Ciao, Matteo, felice di leggerti e commentarti. Un approccio originale al tema delle radici che le radici le prende sia alla lettera che in senso lato. Mi è piaciuto molto sia dal punto di vista della storia che per il modo in cui l'hai scritta. C'è un po' di tecnologia e tu la usi come piace a me, non come fine della storia ma come strumento per creare le condizioni che ti permettono di dire quello che vuoi dire. Bello anche stilisticamente. Complimenti.
2. Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
Ciao, Mauro. Racconto che su di me ha funzionato moltissimo. Evocativo e potente. Se vogliamo la cosa che mi convince meno è la chiosa, forse leggermente forzata, ma niente di importante. Buona insomma la storia, buona l'impostazione e lo stile. da capire il collegamento con il tema, ma c'è e ben posto. Insomma non ci trovo difetti veri e mi piace. Complimenti. Una sola piccola nota formale. Nella prima parte inizi con il passato di ululavano e poi passi al presente. Altro non vedo. Alla prossima.
3. Il libro, di Francesco Forciniti
Ciao, Francesco. Daje, seconda storia dark del gruppo. Non che le ami particolarmente, ma variare è sempre cosa buona. Allora la tua trama mi intriga e mi piace. C'è mistero e sentimenti umani, pessimi e buoni. E ci sta che il più buono, quello che ti sta facendo un favore, finisca in pasto agli alberi. Mi è piaciuto insomma. Anche lo stile non mi dispiace affatto, considerando tempi e spazi a disposizione. Alla prossima.
4. Druido della notte, di Bianchi Sara
Ciao, Sara. Un piccolo horror, una rarità da queste parti. O almeno, per me è un horror, black fantasy etc. La storia funziona bene, scorre e si legge senza intoppi particolari. Qualche aggiustamento stilistico secondo me andrebbe fatto perché in qualche punto l'uso dei termini sembra un po' forzato (soddisfare i nostri pruriti?), in altri capisco il tentativo di non scivolare troppo sul volgare. Una nota personale, proprio a gusto, perché farla trasformare sopo lo stupro e non durante o prima? Albero pigro eheheh Alla prossima, magari con un altro dark.
5. Ghiande, di Daniela Battistini
Ciao, Daniela. Molto giocato sulle emozioni questo racconto. Appena l'ho finito di leggere mi sono venute in mente le atmosfere dolce amare che a volte finisco per mettere nelle mie storie. Una in particolare, che non ho mai resa pubblica. E questo per dire che se mi è piaciuto è anche perché in qualche modo hai trovato il modo di fare risuonare in me che leggo le sensazioni che volevi. E questo è sempre un successo per chi scrive. Prova positiva e ditone in su per me, quindi.
6. Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
Ciao, Stefano. La prima cosa che voglio dire è che ci vuole un po' di fegato per affrontare un tema come il coming out. Se dovessi farlo io sarei preso da un milione di dubbi, avrei bisogno di conferme e mi toccherebbe alla fine confrontarmi con qualche amica o amico che il momento l'ha affrontato. Poi certo potrei immaginare, ma è un po' come scrivere di sesso, c'è sempre la paura di essere ridicoli, inadeguati, insufficienti. Detto questo ho letto la storia e al di là di qualche asperità nel flusso direi che ci siamo, certo è difficile gestire bene i sentimenti dei due personaggi senza rischiare di esagerare in un verso o nell'altro, e in qualche momento qualche cosa non è fluida, però c'è da dire che anche i sentimenti in momenti come quelli non scorrono fluidi ma probabilmente si muovono a balzelloni. Il finale non è un banale lieto fine, sappiamo benissimo che sarà complicato, ma lasci aperto lo spiraglio, se non per una conversione del genitore, quanto meno per una tolleranza e un cammino di accettazione. Per me è pollice su. Due cosine che ho notato, uno è un refuso che mi ha fatto sorridere, dead al posto di dad (hai sprecato un prezioso carattere per giunta ehehe). L'altro non so, lascio a te decidere, all'inizio quando parli della moka secondo me "eppure" non dice quello che volevi. Era perfetto se avessi detto prima che la moka fa caffé scarso, eppure mamma etc. Ma hai detto il contrario, tutti riescono a cavarci qualcosa di decente. Forse funziona meglio un "però" o ancora meglio un "ma" non so. L'ho scritto per puro amore di discussione, essendo in dubbio anche io.
7. Arboretum, di Emiliano Maramonte
Ciao, Emiliano. Racconto suggestivo, un po' costretto nei caratteri che avevamo. Molto viene lasciato alla fantasia del lettore, che nel mio caso si fa un sacco di domande e si da qualche risposta. Il tema in questo caso è decisamente fisico, radici dell'albero, un albero particolare. Stile asciuttissimo, tendiamo tutti a dimagrire qui su minuti contati. Non mi dispiace. Diciamo che alla fine della lettura mi trovo più incuriosito che emozionato. Ma anche interessato a leggerne di più, il che direi che è un bene.
8. Aspettando il Götterdämmerung
Salve Mario. Dopo aver letto il tuo racconto ho cercato e trovato gli elementi mitologici che hai utilizzato. In definitiva credo che la suggestione del tema ti abbia portato a questa coppia di personaggi che vivono associati all'albero Yggdrasil. Al di là del mito tu crei qualche altro elemento, un'aspettativa di ritorno in auge dei due e di rovesciamento dell'ordine odierno. Il tutto con uno stile che ondeggia un po' tra il solenne e la taverna (il che potrebbe essere anche divertente considerata l'ambientazione). Interessante, devo capire come valutarlo ma è interessante.
9. Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
Ciao, Taylor. Ho sentimenti contrastanti sul tuo racconto. Vediamo prima quelli positivi. Il racconto è ben scritto, racconta un piccolo episodio e ruota intorno al rapporto del bimbo con il nonno. Tutto è costruito per dare un messaggio finale. Tecnicamente la cosa funziona, lo stile è buono, la storia si legge. Quello che invece non mi convince è proprio il messaggio. Prima di tutto perché ci lascia un po' in sospensione, come a dire: che intendi, che fai, perché? Anticipo che io faccio la recensione prima di leggere quelle degli altri, perciò se hai già risposto ti leggero successivamente. Ma in sintesi credo che avessi anche un po' di spazio in più da usare per farci capire un pochino che cosa intendesse il nonno. Alla prossima.
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
ecco la mia, difficilissima, classifica:
1 Vieni con me
wow! tema centrato, emozioni altissime! Ti vedevo, sotto terra, pur non riuscendo a immaginare bene la tuta, ma ti "vedevo" comunicare con le radici che ti circondavano, sottili, attorcigliate...direi ottimo lavoro, davvero. Quanto ho ancora da imparare, leggendo tutti voi! Bel racconto, originale e coinvolgente non ostante non sia a lieto fine; mi piace anche l'immagine del tuo gatto sulle ginocchia di tuo nonno, credo che un po' a tutti piaccia immaginare un "aldilà" dove ricongiungersi con i nostri cari. Bravo!
2 Druido della notte
un horror in miniatura, ben congeniato e ben scritto, Forse anch'io, come hanno scritto altri, avrei preferito una Shea meno arrendevole all'abuso (vero comunque che in un tre contro una è difficile da realizzare una ribellione), ottima la parte finale della quercia che s'impossessa della ragazza per farle avere il suo riscatto. Ho notato anch'io la ripetizione nella fuga e, quando i caratteri sono contati, si dovrebbe fare attenzione a queste cose, bellissimo racconto, brava.
3 Mestiere di famiglia
Ho ansimato con il bambino durante la salita, tirato dal nonno...immagine resa benissimo, non capivo come potesse, salendo, l'aria diventare più calda quando, solitamente, è il contrario ma il gesto di alzare il foulard al collo ha reso tutto credibilissimo.
Anche i pompieri che cercano di arginare il fuoco...la frase finale poi è indimenticabile, Ottimo lavoro
4 Non riempire oltre la valvola
Non colgo la centratura del tema ma mi è piaciuto, come ti hanno già scritto il conflitto emerge non subito ma c'è, forte e intenso; anche mio papà era razzista e omofobo, quando mi chiedeva per la prima volta chi era il ragazzo che mi scriveva da militare la seconda domanda, dopo "quanti anni ha?" è stata "è italiano?" (allora, 48 anni fa, per papà l'Italia finiva in toscana) questo per dirti che ho compreso benissimo la situazione, l'hai resa ottimamente e ho abbracciato virtualmente quella figlia coraggiosa e vincente. Brava.
5 Ghiande
sinceramente non mi hai proprio emozionata, non mi piace "grido belluino" (non so proprio che significa), trovo che il tema avrebbe dato più spazio al coinvolgimento emotivo che, invece, non c'è. Il giorno del funerale non è mai così distante a quello del decesso...come puoi sederti su terra secca quando pioveva addirittura nell'abitacolo dell'auto? (altra incongruenza), se le foglie di vite sono rosse o arancioni non possono essere secchi i tralci privati dai grappoli; sono piccole cose che però hanno reso "pesante" la lettura. So di avere molto da imparare e non riesco a giudicare con competenza tecnica per cui ti lascio un commento di pancia.
6 Il libro
un altro piccolo horror, bello. Avrei cercato ulteriori sinonimi per "spalate" e "colpi di badile" e, soprattutto, "tirai fuori la cosa che mi aveva spinto sin qui" non "che mi spinse", è una stonatura. Ben strutturato, si "vedono" i protagonisti sudare, affaticati dalle badilate, si "vedono" le bare apparire una per una, si sente il tanfo del libro e si arriva al finale dove la vittima è il protagonista. Scorrevole, ben scritto (a parte ciò che ti ho segnalato).bravo.
7 Noi restiamo fuori
loredana ha scritto:
Coma hanno già osservato altri, i tempi verbali cozzanti...io ho notato il movimento solitario "mi trascino" , poco prima c'era stata la carezza a "bambina mia", la stessa che poi riappare improvvisamente cono aver ricevuto il dono...questa mancanza mi ha destabilizzata, ha reso difficile seguire il racconto. Eppure è ben caratterizzato e spiegato, il bunker, la processione, Scenario gotico, post apocalittico (le ossa, al sole, ingialliscono non diventano più bianche) ben esplicitato. Qualche magagna insomma, ma bravo.
8 Arboretum
concordo con gli altri commenti; tema centrato, testo scorrevole. Anch'io ho immaginato Epsilon robot tentacolare e mi ha emozionata il finale. Non è il mio genere di lettura preferita ma la tua padronanza "della lingua" è stata tale da incuriosirmi e coinvolgermi. Ho trovato il racconto piacevole, scorrevole, mi era perfino simpatico Epsilon! bravo, ottimo lavoro se pure detto da una che ne capisce poco.
9 Aspettando il Götterdämmerung
Ripeterei quel che ha scritto Alexandra. Buono il tema, eccellente la descrizione del drago sofferente, come bella in genere tutta la descrizione della scena, il fratello alato, lo scoiattolo, l'oro al posto delle squame del serpente... il mito di Odino lo conosco
così e così ma vi ho trovato molto e mi è piaciuto il racconto, forse sin troppo sintetico. Atmosfera avvolgente; per me è solo il secondo racconto che mando e che "classifico"... ragazze/i, che fatica DOVERE stilare una graduatoria!
1 Vieni con me
wow! tema centrato, emozioni altissime! Ti vedevo, sotto terra, pur non riuscendo a immaginare bene la tuta, ma ti "vedevo" comunicare con le radici che ti circondavano, sottili, attorcigliate...direi ottimo lavoro, davvero. Quanto ho ancora da imparare, leggendo tutti voi! Bel racconto, originale e coinvolgente non ostante non sia a lieto fine; mi piace anche l'immagine del tuo gatto sulle ginocchia di tuo nonno, credo che un po' a tutti piaccia immaginare un "aldilà" dove ricongiungersi con i nostri cari. Bravo!
2 Druido della notte
un horror in miniatura, ben congeniato e ben scritto, Forse anch'io, come hanno scritto altri, avrei preferito una Shea meno arrendevole all'abuso (vero comunque che in un tre contro una è difficile da realizzare una ribellione), ottima la parte finale della quercia che s'impossessa della ragazza per farle avere il suo riscatto. Ho notato anch'io la ripetizione nella fuga e, quando i caratteri sono contati, si dovrebbe fare attenzione a queste cose, bellissimo racconto, brava.
3 Mestiere di famiglia
Ho ansimato con il bambino durante la salita, tirato dal nonno...immagine resa benissimo, non capivo come potesse, salendo, l'aria diventare più calda quando, solitamente, è il contrario ma il gesto di alzare il foulard al collo ha reso tutto credibilissimo.
Anche i pompieri che cercano di arginare il fuoco...la frase finale poi è indimenticabile, Ottimo lavoro
4 Non riempire oltre la valvola
Non colgo la centratura del tema ma mi è piaciuto, come ti hanno già scritto il conflitto emerge non subito ma c'è, forte e intenso; anche mio papà era razzista e omofobo, quando mi chiedeva per la prima volta chi era il ragazzo che mi scriveva da militare la seconda domanda, dopo "quanti anni ha?" è stata "è italiano?" (allora, 48 anni fa, per papà l'Italia finiva in toscana) questo per dirti che ho compreso benissimo la situazione, l'hai resa ottimamente e ho abbracciato virtualmente quella figlia coraggiosa e vincente. Brava.
5 Ghiande
sinceramente non mi hai proprio emozionata, non mi piace "grido belluino" (non so proprio che significa), trovo che il tema avrebbe dato più spazio al coinvolgimento emotivo che, invece, non c'è. Il giorno del funerale non è mai così distante a quello del decesso...come puoi sederti su terra secca quando pioveva addirittura nell'abitacolo dell'auto? (altra incongruenza), se le foglie di vite sono rosse o arancioni non possono essere secchi i tralci privati dai grappoli; sono piccole cose che però hanno reso "pesante" la lettura. So di avere molto da imparare e non riesco a giudicare con competenza tecnica per cui ti lascio un commento di pancia.
6 Il libro
un altro piccolo horror, bello. Avrei cercato ulteriori sinonimi per "spalate" e "colpi di badile" e, soprattutto, "tirai fuori la cosa che mi aveva spinto sin qui" non "che mi spinse", è una stonatura. Ben strutturato, si "vedono" i protagonisti sudare, affaticati dalle badilate, si "vedono" le bare apparire una per una, si sente il tanfo del libro e si arriva al finale dove la vittima è il protagonista. Scorrevole, ben scritto (a parte ciò che ti ho segnalato).bravo.
7 Noi restiamo fuori
loredana ha scritto:
Coma hanno già osservato altri, i tempi verbali cozzanti...io ho notato il movimento solitario "mi trascino" , poco prima c'era stata la carezza a "bambina mia", la stessa che poi riappare improvvisamente cono aver ricevuto il dono...questa mancanza mi ha destabilizzata, ha reso difficile seguire il racconto. Eppure è ben caratterizzato e spiegato, il bunker, la processione, Scenario gotico, post apocalittico (le ossa, al sole, ingialliscono non diventano più bianche) ben esplicitato. Qualche magagna insomma, ma bravo.
8 Arboretum
concordo con gli altri commenti; tema centrato, testo scorrevole. Anch'io ho immaginato Epsilon robot tentacolare e mi ha emozionata il finale. Non è il mio genere di lettura preferita ma la tua padronanza "della lingua" è stata tale da incuriosirmi e coinvolgermi. Ho trovato il racconto piacevole, scorrevole, mi era perfino simpatico Epsilon! bravo, ottimo lavoro se pure detto da una che ne capisce poco.
9 Aspettando il Götterdämmerung
Ripeterei quel che ha scritto Alexandra. Buono il tema, eccellente la descrizione del drago sofferente, come bella in genere tutta la descrizione della scena, il fratello alato, lo scoiattolo, l'oro al posto delle squame del serpente... il mito di Odino lo conosco
così e così ma vi ho trovato molto e mi è piaciuto il racconto, forse sin troppo sintetico. Atmosfera avvolgente; per me è solo il secondo racconto che mando e che "classifico"... ragazze/i, che fatica DOVERE stilare una graduatoria!
- CristianoSaccoccia
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Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Ciao ragazzacci e ragazzacce che vi siete cimentati in questa oscura sfida, ecco i miei pareri con classifica:
1- Arboretum di Emiliano Maramonte
Emiliano, a viola categorico mi hai convinto a metterti primo. Racconto magistrale di pura SF dalle mille "diramazioni". Davvero ottima fantasia e ottima padronanza dello stile che viene usato e implementato con precisione nella cornice del genere di appartenenza. Tema ovviamente centrato. Personalmente volevo qualche dialogo extra, ma forse perché oggi mi sento chiacchierone. Buona gara.
2 - Noi restiamo fuori di Mauro Bennicci
Mauro complimenti, meriti il podio, ottima capacità descrittiva e grande scelta lessicale. Mi è molto piaciuta la tua penna in questa esibizione narrativa post apocalittica. Hai usato sensazioni e personaggi coerenti col genere ma li hai manovrati a tuo piacimento come un vero demiurgo dell'orrore. Davvero sono molto soddisfatto, mi piacerebbe leggere un romanzo in questo stile-modo di approcciarsi.
3 -il libro di Frafo
Ciao per me il tuo racconto ha ottimi spunti, mi è piaciuto il parallelo radici genealogiche e radici "rituali" dell'albero in tutto in salsa creepy weird. Lo avrei reso più accattivante con dialoghi più brillanti, e calcando la mano con un bel po' di pathos tra i due. Ma diciamo che sembra un racconto da "pulp magazines" e in tal senso è funzionale e gradevole. Dai buona prova, non è facile intrattenermi!
4 -Vieni con me di Matteo Mantoani
Ciao Matteo racconto interessante e ben eseguito, il tema ovviamente centrato. Per mio gusto personale mi aspettavo di più, topoi eco-fantascientifici già visti ma sfruttati in ottica funzionale. Diciamo che a livello emotivo non mi ha scosso, lo valuto come un esercizio fine a se stesso. Seppur piacevole. Forse sembra un commento critico, ma non lo è. Aspetto di leggerti al massimo della forma.
5- Mestiere di famiglia di Taylor
Per i miei gusti il racconto funziona, ben congegnato e interessante. Sicuramente nella parte medio-alta della classifica. Il male che sconfigge il male è sempre accattivante per me e il tema delle radici per me funziona comunque. Unico difetto, avrei allungato il tutto per approfondire con certi dialoghi il legame familiare tra i due. Ma va bene, sono comunque accontentato.
6- Druido della notte di Sara Bianchi
Il racconto non è male ma sinceramente non ho trovato una grande potenza emotiva, quindi anche se a livello tecnico non ho molto da segnalare mi è sembrato un testo prevedibile e per questo non ha fatto breccia dentro di me. Un peccato, ma forse sono strano io e non so cogliere bene i sentimenti degli altri. Che dire Sara, non è una critica, ma secondo me puoi dare molto di più e puoi darlo anche molto meglio.
7- Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari
Ciao Stefano, personalmente non mi piacciono i racconti-esercizio, e noto che il tuo pezzo sia una esercitazione (certo è la finalità di MC, ma cerco sempre qualcos'altro nella lettura). Sul lato tecnico mi sembra un testo scorrevole e con dialoghi intessuti bene per portare al finale. Ma diciamo che era tutto prevedibile e già visto, quindi sapevo che sarebbe finita così. Vorrei leggerti quando hai in mente qualcosa che ti ispira davvero qualcosa in più.
8- “Aspettando il Götterdämmerung” di Mario Zanella
Purtroppo il racconto non mi è entrato dentro, pur essendo un lettore e un appassionato di saghe nordiche e mitologie norrene. Forse andava ampliato e reso meno evocativo, sarei rimasto sul terra terra mantenendo il tono da "taverna". Mi piaceva ma forse mi sembra cozzare con la epicità intrinseca del materiale che hai metabolizzato. Quindi parere soggettivo, non è nei miei gusti.
9- Ghiande di Daniela Battistini
Ciao Daniela, ammetto che il racconto soffre di molti difetti, tra cui l'uso di aggettivi casuali a mio modo di intendere la scrittura, il che mi ha distratto dal racconto e ammetto che sia una storia un poco zoppicante. La finalità che vuoi trasmettere non mi è arrivata e non ho ottenuto nessun legame empatico col tuo scritto. A mio avviso dovresti rivedere i tuoi obiettivi e poi pensare allo stile. Che secondo me rallenta la potenza evocativa del testo.
1- Arboretum di Emiliano Maramonte
Emiliano, a viola categorico mi hai convinto a metterti primo. Racconto magistrale di pura SF dalle mille "diramazioni". Davvero ottima fantasia e ottima padronanza dello stile che viene usato e implementato con precisione nella cornice del genere di appartenenza. Tema ovviamente centrato. Personalmente volevo qualche dialogo extra, ma forse perché oggi mi sento chiacchierone. Buona gara.
2 - Noi restiamo fuori di Mauro Bennicci
Mauro complimenti, meriti il podio, ottima capacità descrittiva e grande scelta lessicale. Mi è molto piaciuta la tua penna in questa esibizione narrativa post apocalittica. Hai usato sensazioni e personaggi coerenti col genere ma li hai manovrati a tuo piacimento come un vero demiurgo dell'orrore. Davvero sono molto soddisfatto, mi piacerebbe leggere un romanzo in questo stile-modo di approcciarsi.
3 -il libro di Frafo
Ciao per me il tuo racconto ha ottimi spunti, mi è piaciuto il parallelo radici genealogiche e radici "rituali" dell'albero in tutto in salsa creepy weird. Lo avrei reso più accattivante con dialoghi più brillanti, e calcando la mano con un bel po' di pathos tra i due. Ma diciamo che sembra un racconto da "pulp magazines" e in tal senso è funzionale e gradevole. Dai buona prova, non è facile intrattenermi!
4 -Vieni con me di Matteo Mantoani
Ciao Matteo racconto interessante e ben eseguito, il tema ovviamente centrato. Per mio gusto personale mi aspettavo di più, topoi eco-fantascientifici già visti ma sfruttati in ottica funzionale. Diciamo che a livello emotivo non mi ha scosso, lo valuto come un esercizio fine a se stesso. Seppur piacevole. Forse sembra un commento critico, ma non lo è. Aspetto di leggerti al massimo della forma.
5- Mestiere di famiglia di Taylor
Per i miei gusti il racconto funziona, ben congegnato e interessante. Sicuramente nella parte medio-alta della classifica. Il male che sconfigge il male è sempre accattivante per me e il tema delle radici per me funziona comunque. Unico difetto, avrei allungato il tutto per approfondire con certi dialoghi il legame familiare tra i due. Ma va bene, sono comunque accontentato.
6- Druido della notte di Sara Bianchi
Il racconto non è male ma sinceramente non ho trovato una grande potenza emotiva, quindi anche se a livello tecnico non ho molto da segnalare mi è sembrato un testo prevedibile e per questo non ha fatto breccia dentro di me. Un peccato, ma forse sono strano io e non so cogliere bene i sentimenti degli altri. Che dire Sara, non è una critica, ma secondo me puoi dare molto di più e puoi darlo anche molto meglio.
7- Non riempire oltre la valvola di sfogo di Stefano Floccari
Ciao Stefano, personalmente non mi piacciono i racconti-esercizio, e noto che il tuo pezzo sia una esercitazione (certo è la finalità di MC, ma cerco sempre qualcos'altro nella lettura). Sul lato tecnico mi sembra un testo scorrevole e con dialoghi intessuti bene per portare al finale. Ma diciamo che era tutto prevedibile e già visto, quindi sapevo che sarebbe finita così. Vorrei leggerti quando hai in mente qualcosa che ti ispira davvero qualcosa in più.
8- “Aspettando il Götterdämmerung” di Mario Zanella
Purtroppo il racconto non mi è entrato dentro, pur essendo un lettore e un appassionato di saghe nordiche e mitologie norrene. Forse andava ampliato e reso meno evocativo, sarei rimasto sul terra terra mantenendo il tono da "taverna". Mi piaceva ma forse mi sembra cozzare con la epicità intrinseca del materiale che hai metabolizzato. Quindi parere soggettivo, non è nei miei gusti.
9- Ghiande di Daniela Battistini
Ciao Daniela, ammetto che il racconto soffre di molti difetti, tra cui l'uso di aggettivi casuali a mio modo di intendere la scrittura, il che mi ha distratto dal racconto e ammetto che sia una storia un poco zoppicante. La finalità che vuoi trasmettere non mi è arrivata e non ho ottenuto nessun legame empatico col tuo scritto. A mio avviso dovresti rivedere i tuoi obiettivi e poi pensare allo stile. Che secondo me rallenta la potenza evocativa del testo.
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Ecco la mia classifica :
1) Druido della notte, di Bianchi Sara
2) Il libro, di Francesco Forciniti
3) Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
4) Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella
5) Vieni con me, di Matteo Mantoani
6) Ghiande, di Daniela Battistini
7) Arboretum, di Emiliano Maramonte
8) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
9) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
e i miei commenti :
1) Druido della notte, di Bianchi Sara
Il tema e’ stato centrato. Le radici si sentono affondare per tutto il racconto. Inizialmente sono le radici della violenza messa in atto dai tre “uomini” che inseguono Shea, radici che si allungano fino a raggiungerla e squarciarla nel fisico e nella mente. Poi sono quelle della quercia secolare, che stringono il patto con Shea per poi affondare la sua vendetta sui tre. Molto buono lo stile (l’ inseguimento e molto ben descritto e coinvolge da subito), appropriato il lessico e racconto scorrevole con ritmo in crescendo fino alla fine.
2) Il libro, di Francesco Forciniti
Il tema e’ stato centrato. Bella l’idea che il tema e’ rientrato nella formula di un antico libro magico. Infatti, fin dove affondano le radici è il luogo dove il protagonista deve portare la sua vittima sacrificale per ottenere i poteri dei suoi antenati. Buono lo stile, azzeccato il lessico e il racconto procede scorrevole fino al colpo di scena finale inatteso (spunta il libro e poi la rivelazione finale). A tal proposito, una semina, magari anticipando la presenza del libro a metà racconto, avrebbe dato un effetto più coinvolgente al colpo di scena finale.
3) Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
Il tema e’ stato centrato. Scenario post-atomico e le radici non affondano più. Sono radici spezzate mostrate nell’ambientazione e nei ghul sopravvissuti all’esterno. Buono lo stile con alternanza di scene ben mostrate e un monologo che rendono inquietante tutto il racconto. Appropriato anche lessico. Il ritmo è scorrevole con il finale, mi riferisco soprattutto all’ultimo paragrafo, che mi ha dato la sensazione di essere “strappato” dal resto del racconto, con l’effetto di risultare come l’ urlo angosciato del protagonista.
4) Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella
Il tema e’ stato centrato. Racconto ispirato alla mitologia norrena e le radici in questione sono niente di meno che quelle dell’albero sacro Yggdrasill! La mitologia mi ha sempre affascinato, soprattutto quella classica, quindi non ti nascondo che dopo aver letto il tuo racconto sono andato a recuperare alcune info per poterlo apprezzare in pieno. Sei riuscito in breve spazio a dare un buonissimo spaccato dello Yggdrasill e delle tre creature che lo abitano! Quindi buono lo stile, appropriato il lessico (che rende appieno il continuo insultarsi/tormentasi/litigare eterno tra loro) e scorrevole il ritmo.
5) Vieni con me, di Matteo Mantoani
Il tema e’ stato centrato. Oltre a quello che mostri e racconti; l’esperimento dello scienziato Andrea che decide di condurre il suo esperimento per entrare in contatto con il sistema radicale della sua terra, scoprendo che le radici hanno conoscenza di tutto, e tutti gli esseri viventi che hanno accolto. Correggimi se sbaglio, ho percepito anche le radici figurative della curiosità e del rimorso che affondano in Andrea così in profondità da fargli ignorare gli allarmi della sua tuta e condurlo cosi alla morte. Un riunirsi a quanto gli è più caro e che aveva trascurato per il suo lavoro. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo.
6) Ghiande, di Daniela Battistini
Il tema e’ stato centrato, soprattutto nella parte finale. Le Ghiande che il nonno ha consegnato alla nipote, dopo essersele portate al cuore, hanno messo radici proprio nel cuore della nipote, con la speranza di far cresce in lei la forza e luce che in vita il nonno gli ha sempre mostrato.
Ho trovato particolarmente forte la descrizione del lutto della protagonista, soprattutto attraverso il dialogo con la figura del nonno così tangibile da sembrarle un’allucinazione. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo.
7) Arboretum, di Emiliano Maramonte
Il tema e’ stato centrato. Racconto fantascientifico dove la macchina Epsilon, in un mondo cablato e gestito dalla Unità Centrale del Systema, a seguito di una anomalia, scopre l’ Arboretum. Epsilon si trova ad un bivio: restare fedele alle macchine o affidarsi al vecchio albero spoglio. La scelta di connettersi al vecchio albero lo porta, attraverso le sue radici, a scoprire l’ umanità e a rinascere corpo vivo. Bella la contrapposizione tra programmazione e meraviglia. Buono lo stile, appropriato il lessico ma ho trovato il ritmo troppo spezzato nei capitoli, anche se la numerazione binaria gli hanno dato una forma ancora più digitalizzata che alla fine lo hanno fatto apprezzare.
8) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
Il tema e’ stato centrato. Correggimi se sbaglio, ma le radici che affondano per tutto il racconto sono quelle della società/costume di un popolo (italiano) che hai ben mostrato (caffè alla mattina, tifoso di calcio con la gazzetta) in un padre che, preoccupato più del suo “ruolo” che si è costruito in essa, ha perso la sua individualità e riesce solo ad etichettare la figlia dopo la sua rivelazione, senza tentare una sorta di comunicazione. Buono lo stile, appropriato il lessico (immagino che il Sara’s dead sia un refuso di Sara’s dad anche se, dato il padre, ci stava! :-) ) e scorrevole il ritmo.
9) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
Il tema e’ stato centrato. In questo caso le radici non affondano in qualcuno o qualcosa ma nel futuro, con il tramandare un mestiere di generazione in generazione. La forza e la tenacia sia del nonno che del bambino sono mostrate bene per tutto il racconto. Breve ma intensa anche l’azione dei pompieri. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo con la bella chiusura del combattere il fuoco con il fuoco e il male con il male.
1) Druido della notte, di Bianchi Sara
2) Il libro, di Francesco Forciniti
3) Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
4) Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella
5) Vieni con me, di Matteo Mantoani
6) Ghiande, di Daniela Battistini
7) Arboretum, di Emiliano Maramonte
8) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
9) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
e i miei commenti :
1) Druido della notte, di Bianchi Sara
Il tema e’ stato centrato. Le radici si sentono affondare per tutto il racconto. Inizialmente sono le radici della violenza messa in atto dai tre “uomini” che inseguono Shea, radici che si allungano fino a raggiungerla e squarciarla nel fisico e nella mente. Poi sono quelle della quercia secolare, che stringono il patto con Shea per poi affondare la sua vendetta sui tre. Molto buono lo stile (l’ inseguimento e molto ben descritto e coinvolge da subito), appropriato il lessico e racconto scorrevole con ritmo in crescendo fino alla fine.
2) Il libro, di Francesco Forciniti
Il tema e’ stato centrato. Bella l’idea che il tema e’ rientrato nella formula di un antico libro magico. Infatti, fin dove affondano le radici è il luogo dove il protagonista deve portare la sua vittima sacrificale per ottenere i poteri dei suoi antenati. Buono lo stile, azzeccato il lessico e il racconto procede scorrevole fino al colpo di scena finale inatteso (spunta il libro e poi la rivelazione finale). A tal proposito, una semina, magari anticipando la presenza del libro a metà racconto, avrebbe dato un effetto più coinvolgente al colpo di scena finale.
3) Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
Il tema e’ stato centrato. Scenario post-atomico e le radici non affondano più. Sono radici spezzate mostrate nell’ambientazione e nei ghul sopravvissuti all’esterno. Buono lo stile con alternanza di scene ben mostrate e un monologo che rendono inquietante tutto il racconto. Appropriato anche lessico. Il ritmo è scorrevole con il finale, mi riferisco soprattutto all’ultimo paragrafo, che mi ha dato la sensazione di essere “strappato” dal resto del racconto, con l’effetto di risultare come l’ urlo angosciato del protagonista.
4) Aspettando il Götterdämmerung di Mario Zanella
Il tema e’ stato centrato. Racconto ispirato alla mitologia norrena e le radici in questione sono niente di meno che quelle dell’albero sacro Yggdrasill! La mitologia mi ha sempre affascinato, soprattutto quella classica, quindi non ti nascondo che dopo aver letto il tuo racconto sono andato a recuperare alcune info per poterlo apprezzare in pieno. Sei riuscito in breve spazio a dare un buonissimo spaccato dello Yggdrasill e delle tre creature che lo abitano! Quindi buono lo stile, appropriato il lessico (che rende appieno il continuo insultarsi/tormentasi/litigare eterno tra loro) e scorrevole il ritmo.
5) Vieni con me, di Matteo Mantoani
Il tema e’ stato centrato. Oltre a quello che mostri e racconti; l’esperimento dello scienziato Andrea che decide di condurre il suo esperimento per entrare in contatto con il sistema radicale della sua terra, scoprendo che le radici hanno conoscenza di tutto, e tutti gli esseri viventi che hanno accolto. Correggimi se sbaglio, ho percepito anche le radici figurative della curiosità e del rimorso che affondano in Andrea così in profondità da fargli ignorare gli allarmi della sua tuta e condurlo cosi alla morte. Un riunirsi a quanto gli è più caro e che aveva trascurato per il suo lavoro. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo.
6) Ghiande, di Daniela Battistini
Il tema e’ stato centrato, soprattutto nella parte finale. Le Ghiande che il nonno ha consegnato alla nipote, dopo essersele portate al cuore, hanno messo radici proprio nel cuore della nipote, con la speranza di far cresce in lei la forza e luce che in vita il nonno gli ha sempre mostrato.
Ho trovato particolarmente forte la descrizione del lutto della protagonista, soprattutto attraverso il dialogo con la figura del nonno così tangibile da sembrarle un’allucinazione. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo.
7) Arboretum, di Emiliano Maramonte
Il tema e’ stato centrato. Racconto fantascientifico dove la macchina Epsilon, in un mondo cablato e gestito dalla Unità Centrale del Systema, a seguito di una anomalia, scopre l’ Arboretum. Epsilon si trova ad un bivio: restare fedele alle macchine o affidarsi al vecchio albero spoglio. La scelta di connettersi al vecchio albero lo porta, attraverso le sue radici, a scoprire l’ umanità e a rinascere corpo vivo. Bella la contrapposizione tra programmazione e meraviglia. Buono lo stile, appropriato il lessico ma ho trovato il ritmo troppo spezzato nei capitoli, anche se la numerazione binaria gli hanno dato una forma ancora più digitalizzata che alla fine lo hanno fatto apprezzare.
8) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
Il tema e’ stato centrato. Correggimi se sbaglio, ma le radici che affondano per tutto il racconto sono quelle della società/costume di un popolo (italiano) che hai ben mostrato (caffè alla mattina, tifoso di calcio con la gazzetta) in un padre che, preoccupato più del suo “ruolo” che si è costruito in essa, ha perso la sua individualità e riesce solo ad etichettare la figlia dopo la sua rivelazione, senza tentare una sorta di comunicazione. Buono lo stile, appropriato il lessico (immagino che il Sara’s dead sia un refuso di Sara’s dad anche se, dato il padre, ci stava! :-) ) e scorrevole il ritmo.
9) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
Il tema e’ stato centrato. In questo caso le radici non affondano in qualcuno o qualcosa ma nel futuro, con il tramandare un mestiere di generazione in generazione. La forza e la tenacia sia del nonno che del bambino sono mostrate bene per tutto il racconto. Breve ma intensa anche l’azione dei pompieri. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo con la bella chiusura del combattere il fuoco con il fuoco e il male con il male.
- Azzurra Mackenzie
- Messaggi: 17
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Buona sera ecco la mia lista
1.Arboretum
2.Il libro
3.Noi rimaniamo fuori
4.Vieni con me
5.Aspettando il Götterdämmerung
6.Mestiere di famiglia
7.Druido nella notte
8.Non riempire oltre la valvola di sfogo
9.Ghiande
1-ARBORETUM
Carino e molto intelligente il modo in cui ha declinato il tema delle radici.
Mi ha molto interessato lo stile e l'uso dei numeri che alimenta la tensione. Poi hai toccato proprio le mie corde, amando questo tipo di storie con creature aliene assurde e toni molto vintage.
Pure il fatto che si connette agli alberi, che vivono per secoli per poter studiare l'umanità e la vita terrestre mi è molto piaciuta.
2-IL LIBRO
Mi ha fatto molto ricordare Ladri di cadaveri con un twist alla M.R. James. Con l'albero che è sia entità che un elemento che collega tutte le generazioni. L'atmosfera lugubre e molto pulp è ben bilanciata. Lo stile non ho nulla a livello tecnico da criticare. Mi è piaciuto davvero molto, tantissimi complimenti.
3-NOI RIMANIAMO FUORI
Ho adorato il tema come l'hai declinato. Un ottimo horror distopico che sinceramente vorrei trasformato in un romanzo.
Stile ineccepibile e devastante nella sua pulizia e qualità.
In più mi ha fatto pensare a un retelling horror fantascientifico con i ghoul del mito di Persefone e Ade, con il sacrificio e il tempo limitato per coltivare la terra per poi tornare sotto.
Davvero un applauso.
4-VIENI CON ME
E' molto tenero come racconto, lo stile è molto fluido ma risulta anche un pochino banale. Nel senso come mio stimolo è di tentare di osare con termini meno usati per lo stile o provare anche altri tipi di stili tanto qui è una palestra per sperimentare anche queste cose. E non è una critica negativa ma un consiglio.
Per il resto l'idea è molto SF, mi ha fatto pensare vagamente a un VanderMeer se decidesse di fare cozy. Molto carino.
5-ASPETTANDO IL GOTTERDAMMERUNG
(scusa se manco gli accenti nel titolo) Io lo ammetto...non so nulla di mitologia norrena, quindi per mia ignoranza non credo di aver compreso tutti i riferimenti. Ma non è né un difetto, né un problema. Parliamo dello stile. A chiunque fa la seconda persona do sempre consigli più tecnici perché è un pov davvero complicatissimo da gestire, che usato bene da ottimi risultati. Con te si percepisce la carica emotiva forte che porta il dolore del fratello. E la brevità del racconto alleggerisce la lettura che con questo stile rischiava di appesantire il troppo.
6-MESTIERE DI FAMIGLIA
Allora mi è piaciuto molto il fatto che hai trattato il tema delle radici, non in senso letterale ma con un effettivo passaggio generazionale. Un nonno che trasmette al nipote un insegnamento che è radice della loro stessa famiglia.
Però per il fatto che ci si concentra molto sulla salita, si riduce lo spazio di dialogo tra i due, e rimane vago il legame tra il "male contro il male" e i pompieri riferito a questa cosa che fa parte della loro famiglia. Però per il resto è un racconto più che riuscito.
7-DRUIDO NELLA NOTTE
Allora, è scritto bene. Non ha gravi difetti tecnici. E' un buon horror, bello forte. Unica cosa perdonami, non sono fan di certi tipi di horror e storie. Ma per gusto mio personale. Infatti alcune descrizioni dello stupro mi hanno fatto storcere il naso. Ma è una questione mia. Pura e soggettiva.
Per il resto ripeto che è un buon racconto. Ma non mi ha lasciato nulla se non l'amaro in bocca. Ma per me puoi dare davvero molto di più e sei sicuramente brava.
8-NON RIEMPIRE OLTRE LA VALOLA DI SFOGO
E' una bella storia di coming out.
Lo stile è pulito a parte due refusi, tipo quel "dead" al posto di "dad" mi aveva fatto immaginare che il padre della ragazza era un fantasma hahaha.
Però ho trovato il tema delle radici davvero troppo fievole, cioè al massimo mi fa pensare al legame con la Lombardia della protagonista tramite la caffettiera e il padre. Ma nel conflitto c'è tutt'altro.
9-GHIANDE
A parte che purtroppo e non è colpa di nessuno, mi ci aggiungo pure io, abbiamo quasi tutti declinato il tema allo stesso modo, qui più che altro ho avuto proprio difficoltà a comprendere certe situazioni per via della prosa. Ho capito che la ragazza ha perso il nonno e lui le da un ultimo segno con delle ghiande. Ma non sono riuscito a capire la loro relazione.
Non ho effettivamente provato quasi nulla leggendolo.
1.Arboretum
2.Il libro
3.Noi rimaniamo fuori
4.Vieni con me
5.Aspettando il Götterdämmerung
6.Mestiere di famiglia
7.Druido nella notte
8.Non riempire oltre la valvola di sfogo
9.Ghiande
1-ARBORETUM
Carino e molto intelligente il modo in cui ha declinato il tema delle radici.
Mi ha molto interessato lo stile e l'uso dei numeri che alimenta la tensione. Poi hai toccato proprio le mie corde, amando questo tipo di storie con creature aliene assurde e toni molto vintage.
Pure il fatto che si connette agli alberi, che vivono per secoli per poter studiare l'umanità e la vita terrestre mi è molto piaciuta.
2-IL LIBRO
Mi ha fatto molto ricordare Ladri di cadaveri con un twist alla M.R. James. Con l'albero che è sia entità che un elemento che collega tutte le generazioni. L'atmosfera lugubre e molto pulp è ben bilanciata. Lo stile non ho nulla a livello tecnico da criticare. Mi è piaciuto davvero molto, tantissimi complimenti.
3-NOI RIMANIAMO FUORI
Ho adorato il tema come l'hai declinato. Un ottimo horror distopico che sinceramente vorrei trasformato in un romanzo.
Stile ineccepibile e devastante nella sua pulizia e qualità.
In più mi ha fatto pensare a un retelling horror fantascientifico con i ghoul del mito di Persefone e Ade, con il sacrificio e il tempo limitato per coltivare la terra per poi tornare sotto.
Davvero un applauso.
4-VIENI CON ME
E' molto tenero come racconto, lo stile è molto fluido ma risulta anche un pochino banale. Nel senso come mio stimolo è di tentare di osare con termini meno usati per lo stile o provare anche altri tipi di stili tanto qui è una palestra per sperimentare anche queste cose. E non è una critica negativa ma un consiglio.
Per il resto l'idea è molto SF, mi ha fatto pensare vagamente a un VanderMeer se decidesse di fare cozy. Molto carino.
5-ASPETTANDO IL GOTTERDAMMERUNG
(scusa se manco gli accenti nel titolo) Io lo ammetto...non so nulla di mitologia norrena, quindi per mia ignoranza non credo di aver compreso tutti i riferimenti. Ma non è né un difetto, né un problema. Parliamo dello stile. A chiunque fa la seconda persona do sempre consigli più tecnici perché è un pov davvero complicatissimo da gestire, che usato bene da ottimi risultati. Con te si percepisce la carica emotiva forte che porta il dolore del fratello. E la brevità del racconto alleggerisce la lettura che con questo stile rischiava di appesantire il troppo.
6-MESTIERE DI FAMIGLIA
Allora mi è piaciuto molto il fatto che hai trattato il tema delle radici, non in senso letterale ma con un effettivo passaggio generazionale. Un nonno che trasmette al nipote un insegnamento che è radice della loro stessa famiglia.
Però per il fatto che ci si concentra molto sulla salita, si riduce lo spazio di dialogo tra i due, e rimane vago il legame tra il "male contro il male" e i pompieri riferito a questa cosa che fa parte della loro famiglia. Però per il resto è un racconto più che riuscito.
7-DRUIDO NELLA NOTTE
Allora, è scritto bene. Non ha gravi difetti tecnici. E' un buon horror, bello forte. Unica cosa perdonami, non sono fan di certi tipi di horror e storie. Ma per gusto mio personale. Infatti alcune descrizioni dello stupro mi hanno fatto storcere il naso. Ma è una questione mia. Pura e soggettiva.
Per il resto ripeto che è un buon racconto. Ma non mi ha lasciato nulla se non l'amaro in bocca. Ma per me puoi dare davvero molto di più e sei sicuramente brava.
8-NON RIEMPIRE OLTRE LA VALOLA DI SFOGO
E' una bella storia di coming out.
Lo stile è pulito a parte due refusi, tipo quel "dead" al posto di "dad" mi aveva fatto immaginare che il padre della ragazza era un fantasma hahaha.
Però ho trovato il tema delle radici davvero troppo fievole, cioè al massimo mi fa pensare al legame con la Lombardia della protagonista tramite la caffettiera e il padre. Ma nel conflitto c'è tutt'altro.
9-GHIANDE
A parte che purtroppo e non è colpa di nessuno, mi ci aggiungo pure io, abbiamo quasi tutti declinato il tema allo stesso modo, qui più che altro ho avuto proprio difficoltà a comprendere certe situazioni per via della prosa. Ho capito che la ragazza ha perso il nonno e lui le da un ultimo segno con delle ghiande. Ma non sono riuscito a capire la loro relazione.
Non ho effettivamente provato quasi nulla leggendolo.
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Vi manca solo la mia classifica.
Re: Gruppo ATENA: Lista racconti e classifiche
Ecco a voi i miei commenti e classifica:
1) Vieni con me, di Matteo Mantoani
Un racconto che esplora un'idea molto interessante e lo fa anche bene, pur con alcune limitazioni che ne inficiano la massima resa. Manca un po' di contesto perché un esperimento è pur sempre un esperimento e ci sarà stato qualcuno ad analizzare i dati. Vero che per farsi avvolgere in tal modo dalle radici sarà passato un fracco di tempo, però ne va resa l'idea, cosa che tu decidi di non affrontare. Il dialogo stesso con l'entita penso sia andato avanti per lungo tempo, ben più velocemente della semplice lettura, magari giorni o mesi, ma anche qui non ne vedo traccia. Lato empatia: la sfiori, non saprei come altro definire la sensazione che mi ha lasciato la lettura. Lettura ottima, sottolineo. Tema declinato al top. Per me un pollice quasi su per tanti motivi, ma con la sensazione che manchi quel quid.
2) Il libro, di Francesco Forciniti
Bel racconto, mi è piaciuto. Non ho avuto problemi con i dialoghi, mi è sempre apparso piuttosto chiaro chi stesse parlando. Nessun problema anche con la lingua del libro, ho capito cosa intendessi anche se, a tal proposito, forse un po' più di semina con contesto ci sarebbe stata bene. Parere personale: la parola checkpoint non si sposa per niente bene con il tono, anche un po' antico nonostante i tempi moderni, che hai voluto dare alla narrazione. Insomma, un racconto che dirigi con giudizio verso il suo approdo che vede il suo unico problema in una certa mancanza di guizzo in quanto troppi elementi arrivano forse troppo in ritardo mentre avresti potuto amalgamarli meglio (cipresso, per aggiungerne uno). E quella frase finale messa lì a chiudere avrebbe forse avuto maggiore funzionalità se lui l'avesse letta alla vittima sacrificale una volta che le radici l'avessero già imprigionato. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e ti piazzo davanti ai parivalutati per una mancanza di punti deboli veri e propri.
3) Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
Al netto dei problemi nella declinazione dei tempi da te sottolineati, il racconto mi è piaciuto anche se forse un po' troppo derivativo da FALLOUT (per Gaia, serie storica di gdr videoludici oltre che una delle migliori serie tv del 2024). A parte questo, è cmq una più che buona reinterpretazione che però perde un po' nella realizzazione della figlie morta che per lui non è tale (renderei più chiaro questo aspetto). La declinazione del tema è buona. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che si piazza davanti al parivalutato racconto di Maramonte per un finale più efficace.
4) Arboretum, di Emiliano Maramonte
Dunque, qui ci ho visto parecchio di WALL-E ed è sicuramente un bene. Ho faticato tantissimo con tutti i termini tecnici, ma a un certo punto ho deciso di non decrittare tutto e lasciarmi andare al flow e sono entrato (questo per dire che i termini tecnici è anche giusto usarli perché è un modo per dare un alone al tutto, anche se rimane distante dal lettore). Non mi convince però il finale perché l'unità centrale ha deciso di disassemblarlo e il fatto che venga ritrasformato in loco (o almeno così ho capito) non depone molto a una sua sopravvivenza prolungata. Buona la declinazione del tema. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e anche brillante.
5) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
Dunque, partiamo dai due problemi principali: 1) si capisce troppo tardi che la protagonista è una lei e 2) forse potevi lavorare un po' meglio i dialoghi con il padre seminando anche qualcosa del loro back tipo eventi in cui lui, nonostante tutto, aveva reagito, nell'immediato, cercando di fronteggiare le proprie limitazioni. In effetti sei stato un po' troppo duro sia con lui che con la madre perché, dopotutto, hanno (suppongo) aiutato la figlia negli studi e nel suo intento di andare all'estero rimanendo sempre disponibili per lei. Altro problemuccio: ma se neppure la madre le ha viste entrare sono davvero sgusciate nella notte! Forse un pelo eccessivo. Detto questo, il racconto mi è piaciuto, il tema mi sembra declinato bene e la reazione del padre mi è sembrata umanissima nel suo lottare tra la cultura generale in cui è infognato e ciò che c'è da fare con la compagna della figlia. Ho trovato il tutto davvero molto gradevole. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solito e discretamente brillante. Bello il titolo.
6) Druido della notte, di Bianchi Sara
Azione ben messa in scena, manca un po' di contesto per accompagnarci verso un finale che non sembri arrivare come un deus ex machina, dal nulla. Quindi un backgroud migliore su Shea, seminato durante la fuga, sarebbe stato funzionale (che so, magari lei era vista come LA STRANA dalla comunità e si stava dirigendo volutamente verso quella quercia con cui aveva sempre percepito delle affinità). Quindi c'è da lavorarlo meglio per non fare sembrare che il tutto accada per caso. Detto questo, si legge bene e il tema mi sembra ben declinato. Per me un pollice tendente al positivo in modo discretamente solido anche se non brillante.
7) Ghiande, di Daniela Battistini
Un buon testo che purtroppo non potrò posizionare bene in questo gruppo composto da racconti a mio parere "più completi". Ha ragione chi ha segnalato l'assenza di un qualsivoglia conflitto che, in questo caso, sarebbe dovuto essere con se stessi nel trovare la forza di andare avanti. Ti lascia andare a tutta una serie di informazioni lavorandole poco nel personaggio e comprendo che il fatto che sia un qualcosa di molto personale ti abbia influenzato. Però, ecco, seminare più background, mostrarci l'importanza dello zio nel corso della vita della protagonista mostrandoci episodi chiave che ci facciano capire il perché che fosse così importante, avrebbe aiutato parecchio a immergerci in questo flow mentale che l'ha portata anche a saltare il suo funerale preferendo attendere il passaggio del feretro sotto casa: ecco, questo mi ha colpito parecchi e mi sono chiesto perché, pur continuando lei a ripetersi di essere stata assente agli eventi importanti della vita dello zio non sia ad accompagnarlo verso il cimitero o il forno crematorio prederendo il pelo del sui gatto. Insomma, per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo anche solido, ma non brillante, questa volta.
8) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
Un racconto troppo breve per quello che volevi raccontare, semplicemente non sei riuscito a farlo mancando totalmente il background che avrebbe aiutato il lettore a dare un senso al discorso finale del nonno. Ma ora mi chiedo: con le tue qualità (quello che c'è si legge superbene) avresti ottenuto un risultatone se tu avessi deciso di cambiare in corsa, perché non l'hai valutato rimanendo, evidentemente, alla tua idea originaria? Sarebbe stato semplice: il nonno era un piromane, il bimbo adorante ne avrebbe seguito le orme e si sono arrampicati sulla vicina collina per vedere come i pompieri sconfiggevano il frutto del loro lavoro per migliorare la volta successiva. Il tema? Fin dove affondano le radici del male e il nonno le stavasistemando per benino nel nipote. Allo stato attuale per me si tratta di un pollice ni pur con la sottolineatura che ciò che c'è è più che godibile.
9) Aspettando il Götterdämmerung, di Mario Zanella
Non sono un grande fan dei racconti in cui si richiede una conoscenza esterna al lettore senza dargli delle chiavi di lettura e questo direi che è proprio parte di quella categoria con l'aggravante di non avere utilizzato tutti i caratteri a disposizione per cercare di rendere la lettura a portata di tutti. Sostanzialmente, non ci ho capito molto e trovo esagerato chiedere al lettore una ricerca anche solo di dieci minuti per decittarne due di lettura. Questo mese non ci siamo e mi dispiace parecchio. Rallenta, cerca di raccontare storie per tutti pur mantenendo il tuo marchio di fabbrica, le qualità le hai. Questo mese siamo su un pollice ni.
1) Vieni con me, di Matteo Mantoani
Un racconto che esplora un'idea molto interessante e lo fa anche bene, pur con alcune limitazioni che ne inficiano la massima resa. Manca un po' di contesto perché un esperimento è pur sempre un esperimento e ci sarà stato qualcuno ad analizzare i dati. Vero che per farsi avvolgere in tal modo dalle radici sarà passato un fracco di tempo, però ne va resa l'idea, cosa che tu decidi di non affrontare. Il dialogo stesso con l'entita penso sia andato avanti per lungo tempo, ben più velocemente della semplice lettura, magari giorni o mesi, ma anche qui non ne vedo traccia. Lato empatia: la sfiori, non saprei come altro definire la sensazione che mi ha lasciato la lettura. Lettura ottima, sottolineo. Tema declinato al top. Per me un pollice quasi su per tanti motivi, ma con la sensazione che manchi quel quid.
2) Il libro, di Francesco Forciniti
Bel racconto, mi è piaciuto. Non ho avuto problemi con i dialoghi, mi è sempre apparso piuttosto chiaro chi stesse parlando. Nessun problema anche con la lingua del libro, ho capito cosa intendessi anche se, a tal proposito, forse un po' più di semina con contesto ci sarebbe stata bene. Parere personale: la parola checkpoint non si sposa per niente bene con il tono, anche un po' antico nonostante i tempi moderni, che hai voluto dare alla narrazione. Insomma, un racconto che dirigi con giudizio verso il suo approdo che vede il suo unico problema in una certa mancanza di guizzo in quanto troppi elementi arrivano forse troppo in ritardo mentre avresti potuto amalgamarli meglio (cipresso, per aggiungerne uno). E quella frase finale messa lì a chiudere avrebbe forse avuto maggiore funzionalità se lui l'avesse letta alla vittima sacrificale una volta che le radici l'avessero già imprigionato. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante e ti piazzo davanti ai parivalutati per una mancanza di punti deboli veri e propri.
3) Noi restiamo fuori, di Mauro Bennici
Al netto dei problemi nella declinazione dei tempi da te sottolineati, il racconto mi è piaciuto anche se forse un po' troppo derivativo da FALLOUT (per Gaia, serie storica di gdr videoludici oltre che una delle migliori serie tv del 2024). A parte questo, è cmq una più che buona reinterpretazione che però perde un po' nella realizzazione della figlie morta che per lui non è tale (renderei più chiaro questo aspetto). La declinazione del tema è buona. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante che si piazza davanti al parivalutato racconto di Maramonte per un finale più efficace.
4) Arboretum, di Emiliano Maramonte
Dunque, qui ci ho visto parecchio di WALL-E ed è sicuramente un bene. Ho faticato tantissimo con tutti i termini tecnici, ma a un certo punto ho deciso di non decrittare tutto e lasciarmi andare al flow e sono entrato (questo per dire che i termini tecnici è anche giusto usarli perché è un modo per dare un alone al tutto, anche se rimane distante dal lettore). Non mi convince però il finale perché l'unità centrale ha deciso di disassemblarlo e il fatto che venga ritrasformato in loco (o almeno così ho capito) non depone molto a una sua sopravvivenza prolungata. Buona la declinazione del tema. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e anche brillante.
5) Non riempire oltre la valvola di sfogo, di Stefano Floccari
Dunque, partiamo dai due problemi principali: 1) si capisce troppo tardi che la protagonista è una lei e 2) forse potevi lavorare un po' meglio i dialoghi con il padre seminando anche qualcosa del loro back tipo eventi in cui lui, nonostante tutto, aveva reagito, nell'immediato, cercando di fronteggiare le proprie limitazioni. In effetti sei stato un po' troppo duro sia con lui che con la madre perché, dopotutto, hanno (suppongo) aiutato la figlia negli studi e nel suo intento di andare all'estero rimanendo sempre disponibili per lei. Altro problemuccio: ma se neppure la madre le ha viste entrare sono davvero sgusciate nella notte! Forse un pelo eccessivo. Detto questo, il racconto mi è piaciuto, il tema mi sembra declinato bene e la reazione del padre mi è sembrata umanissima nel suo lottare tra la cultura generale in cui è infognato e ciò che c'è da fare con la compagna della figlia. Ho trovato il tutto davvero molto gradevole. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solito e discretamente brillante. Bello il titolo.
6) Druido della notte, di Bianchi Sara
Azione ben messa in scena, manca un po' di contesto per accompagnarci verso un finale che non sembri arrivare come un deus ex machina, dal nulla. Quindi un backgroud migliore su Shea, seminato durante la fuga, sarebbe stato funzionale (che so, magari lei era vista come LA STRANA dalla comunità e si stava dirigendo volutamente verso quella quercia con cui aveva sempre percepito delle affinità). Quindi c'è da lavorarlo meglio per non fare sembrare che il tutto accada per caso. Detto questo, si legge bene e il tema mi sembra ben declinato. Per me un pollice tendente al positivo in modo discretamente solido anche se non brillante.
7) Ghiande, di Daniela Battistini
Un buon testo che purtroppo non potrò posizionare bene in questo gruppo composto da racconti a mio parere "più completi". Ha ragione chi ha segnalato l'assenza di un qualsivoglia conflitto che, in questo caso, sarebbe dovuto essere con se stessi nel trovare la forza di andare avanti. Ti lascia andare a tutta una serie di informazioni lavorandole poco nel personaggio e comprendo che il fatto che sia un qualcosa di molto personale ti abbia influenzato. Però, ecco, seminare più background, mostrarci l'importanza dello zio nel corso della vita della protagonista mostrandoci episodi chiave che ci facciano capire il perché che fosse così importante, avrebbe aiutato parecchio a immergerci in questo flow mentale che l'ha portata anche a saltare il suo funerale preferendo attendere il passaggio del feretro sotto casa: ecco, questo mi ha colpito parecchi e mi sono chiesto perché, pur continuando lei a ripetersi di essere stata assente agli eventi importanti della vita dello zio non sia ad accompagnarlo verso il cimitero o il forno crematorio prederendo il pelo del sui gatto. Insomma, per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo anche solido, ma non brillante, questa volta.
8) Mestiere di famiglia, di Taylor Blackfyre
Un racconto troppo breve per quello che volevi raccontare, semplicemente non sei riuscito a farlo mancando totalmente il background che avrebbe aiutato il lettore a dare un senso al discorso finale del nonno. Ma ora mi chiedo: con le tue qualità (quello che c'è si legge superbene) avresti ottenuto un risultatone se tu avessi deciso di cambiare in corsa, perché non l'hai valutato rimanendo, evidentemente, alla tua idea originaria? Sarebbe stato semplice: il nonno era un piromane, il bimbo adorante ne avrebbe seguito le orme e si sono arrampicati sulla vicina collina per vedere come i pompieri sconfiggevano il frutto del loro lavoro per migliorare la volta successiva. Il tema? Fin dove affondano le radici del male e il nonno le stavasistemando per benino nel nipote. Allo stato attuale per me si tratta di un pollice ni pur con la sottolineatura che ciò che c'è è più che godibile.
9) Aspettando il Götterdämmerung, di Mario Zanella
Non sono un grande fan dei racconti in cui si richiede una conoscenza esterna al lettore senza dargli delle chiavi di lettura e questo direi che è proprio parte di quella categoria con l'aggravante di non avere utilizzato tutti i caratteri a disposizione per cercare di rendere la lettura a portata di tutti. Sostanzialmente, non ci ho capito molto e trovo esagerato chiedere al lettore una ricerca anche solo di dieci minuti per decittarne due di lettura. Questo mese non ci siamo e mi dispiace parecchio. Rallenta, cerca di raccontare storie per tutti pur mantenendo il tuo marchio di fabbrica, le qualità le hai. Questo mese siamo su un pollice ni.
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