Malombra di Bruce Lagogrigio

Appuntamento con un tema di Stefania Toniolo, vincitrice del Premio Amazon Storyteller 2024, fissato alle ore 21.00 di lunedì 17 marzo.
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BruceLagogrigio
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Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#1 » martedì 18 marzo 2025, 0:55

La terra è secca sotto le mie dita rugose, screpolata come la corteccia di un albero morto. Prendo un seme dal sacco di lino, lo stringo tra il pollice e l’indice. Il suo peso minuscolo mi conforta; è liscio e freddo tra le dita. Lo infilo nel terreno, lo copro con cura, come se stessi seppellendo qualcosa di prezioso. O di morto.

Nel vento c’è odore di sangue.
Alzo lo sguardo. Un cavallo avanza barcollando tra la terra brulla. Un soldato giace riverso sul suo dorso. La corazza squarciata, il mantello candido intriso di sangue. Il cavallo si ferma a pochi passi da me, sbuffa, poi crolla. L’uomo scivola giù, gemendo.
Mi avvicino. È giovane. Troppo giovane. Dalla feritoia dell’elmo, occhi neri. Gli stessi di mio figlio.
"Aiutami, vecchio" geme.
Indugio. Potrei lasciarlo lì. Potrei lasciare che il terreno lo inghiotta. Invece mi chino, lo sollevo. È leggero, fragile.

Spalanco la porta di casa, adagio il ragazzo sul tavolo.
“Chi sei?” gli chiedo, mentre strappo via la sua armatura.
“Il figlio di Corsier” sussurra, ansimando.
“Sei solo?”
“No” mormora. “Eravamo in tanti, ma sono tutti morti.”
“Come?”
“I girasoli” sussurra ansimando. “Erano enormi. Troppo. Hanno distrutto i villaggi, la mia città. Li abbiamo inseguiti, attaccati. Tutto inutile.”
Chiude gli occhi. Il suo respiro è affannoso.
“Volevo essere un eroe” dice, più a se stesso che a me. Chiude gli occhi sofferente.
Esamino le ferite. Profonde. Sporche. Ha ben poche possibilità. Potrei provare a salvarlo. Potrei..

Mahl corre tra i campi. Ride felice del suo nuovo giocattolo. Gli occhi neri scintillano. I denti bianchi come luce d’alba.
“Papà guarda.”
L’aquilone danza nel cielo.


La fronte del ragazzo non scotta più. La febbre si è abbassata da qualche giorno. Sembra stare meglio, ma il dolore è ancora scritto sul suo volto. Mi osserva in silenzio mentre mescolo il decotto di rosa spina. La pentola borbotta sul fuoco.
“Cosa sono quei semi che vai a piantare ogni giorno?” mi chiede, indicando il sacco di lino.
“Semi,” rispondo.
“Di cosa?”
“Di piante.”
“Che piante?”
“Piante che crescono” dico, senza guardarlo.
“Vecchio, parli come se avessi paura delle tue stesse parole” fa lui, con una risatina strozzata e due colpi di tosse.
Lo fisso. “E tu parli come se fossi ancora in forze per fare lo sbruffone.”
Ride ancora, ma il suono si trasforma in un gemito. Si porta una mano al fianco, dove la ferita è più profonda.
“Perché sei qui?” mi chiede guardando il soffitto. “In questo posto dimenticato, tutto solo?”
"Perché è qui che devo essere" taglio corto.
“E i girasoli? Li hai visti?”
Verso il decotto. “Li ho visti.”
“E non hai paura?”
“Ho paura di molte cose” dico. “Ma non di loro.”
“Perché?”
“Perché so cosa sono.”
Lui mi fissa, gli occhi pieni di domande. Ma non rispondo. Non ancora.

Gli zoccoli dei cavalli rombano tra i campi.
“Mahl, dove sei? Scappa via!”
I cani abbaiano, le balestre scattano. L'aquilone vola libero sospinto dal vento. Su. Sempre più su.
Grido.


I colpi a vuoto della spada del ragazzo che si allena fuori dalla baracca mi tranquillizzano. Uno strumento di morte può veramente farmi questo effetto? È assurdo.
Alzo le spalle e prendo il sacchetto di lino. Esco anche io. I campi mi aspettano.
“Ho fatto un giro qui intorno. C’è solo terra arida per miglia. Perché li pianti?” mi chiede sull’uscio della porta.
“Perché è necessario.”
“Per chi?”
“Per me. Per tutti.”

“Mahl! Figlio mio! Resisti!"
Sangue nero sgorga dal suo petto e cade copioso nella terra. L’asta della freccia sembra un fiore nel suo corpicino.


Qualcosa mi scuote dai miei incubi. Apro gli occhi di scatto.
Il ragazzo mi fissa con rabbia stringendomi le spalle.
“Sei stato tu a creare quei girasoli neri!” urla. “Sei stato tu a uccidere i miei compagni! A devastare le città!”
“No.”
Non mi ascolta e mi tira un pugno violentissimo. Piego la testa. Sputo sangue scuro.
“Sangue nero!” grida. “Lo sapevo! Non sei umano! Sei un Malombra!”
Un secondo pugno.
Cerco di divincolarmi, ma è lui a lasciarmi. Scende dal letto e impugna la spada.
“Mostro! Tu non semini piante! Semini terrore!”
La lama mi trafigge il fianco. Il metallo freddo è quasi un sollievo.
Mi accascio sul pavimento incapace di muovermi. Un uomo così piccolo è riuscito ad uccidermi così facilmente?
“Stavo piantando è vero… ma non quello che pensi. Seminavo rovi bianchi che avrebbero imprigionato i girasoli. Ma… ne ho piantati troppo pochi. La terra… è così arida… e io non ho più amore.”
Mi fissa confuso. “Volevi fermarli?”
“Sì… loro… mio figlio… tutti…”

“Mostro! Mostro!” la voce degli uomini rimbomba nelle mie orecchie mentre Mahl esala l’ultimo suo respiro. I girasoli alti attorno a noi. Macchiati del suo sangue.

Il ragazzo lascia cadere la spada. Piange come un bambino.
“Mi dispiace” sussurra.
“Avrei dovuto dirti tutto… Prendi i semi e continua piantarli.”
“Non so se sarò capace di farli crescere.”
“È molto semplice. Piantali non per vendetta, ma per amore per la tua gente. Il mondo non merita altro terrore. Ora vai e... ama.”
Chiudo gli occhi e per la prima volta, dopo tanto tempo, vedo veramente mio figlio.
Ultima modifica di BruceLagogrigio il martedì 18 marzo 2025, 0:57, modificato 1 volta in totale.


L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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antico
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#2 » martedì 18 marzo 2025, 0:57

Ciao Bruce! Parametri ok, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!

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BruceLagogrigio
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#3 » martedì 18 marzo 2025, 0:59

antico ha scritto:Ciao Bruce! Parametri ok, buona STEFANIA TONIOLO EDITION!


Grazie Antico. Buona Edition a tutti!
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MatteoMantoani
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#4 » martedì 18 marzo 2025, 10:33

Ciao Bruce, piacere di rileggerti.
Allora, un bel racconto, mi sono piaciuti gli elementi sovrannaturali e medievaleggianti. Credo, se lo interpreto nel modo corretto, che si rifaccia al tema della tolleranza e della vendetta. Dimmi se ho capito bene: questi malombra sono delle creature che vivono in mezzo agli umani in pace, ma ogni tanto subiscono persecuzioni e violenze, il figlio del protagonista muore a causa di uno di questi attacchi e il suo sangue anima i girasoli, che poi se ne vanno in giro a seminare violenza e morte tra la gente. Il protagonista si rende conto che il male va fermato, e cerca di piantare del lino per creare rovi e siepi che fermino l'avanzata dei girasoli. Corretto? Mi pare che la narrazione non incastri bene tutti gli elementi, per esempio tutto il tema del sangue che anima i girasoli è una mia supposizione, mentre potrebbe anche essere che sia stato il protagonista ad animarli per vendicare suo figlio, e poi si penta verso il finale. Dimmi tu.

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BruceLagogrigio
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#5 » martedì 18 marzo 2025, 13:32

MatteoMantoani ha scritto:Ciao Bruce, piacere di rileggerti.
Allora, un bel racconto, mi sono piaciuti gli elementi sovrannaturali e medievaleggianti. Credo, se lo interpreto nel modo corretto, che si rifaccia al tema della tolleranza e della vendetta. Dimmi se ho capito bene: questi malombra sono delle creature che vivono in mezzo agli umani in pace, ma ogni tanto subiscono persecuzioni e violenze, il figlio del protagonista muore a causa di uno di questi attacchi e il suo sangue anima i girasoli, che poi se ne vanno in giro a seminare violenza e morte tra la gente. Il protagonista si rende conto che il male va fermato, e cerca di piantare del lino per creare rovi e siepi che fermino l'avanzata dei girasoli. Corretto? Mi pare che la narrazione non incastri bene tutti gli elementi, per esempio tutto il tema del sangue che anima i girasoli è una mia supposizione, mentre potrebbe anche essere che sia stato il protagonista ad animarli per vendicare suo figlio, e poi si penta verso il finale. Dimmi tu.


Ciao Matteo, piacere mio. La tua ipotesi del sangue è corretta per come l'avevo pensata anche se ho lasciato aperta l'idea più vendicativa. Stavo un po' studiando queste creature fantastiche (di ispirazione folkloristica italiana) in questi giorni e mi andava di farci un racconto. Unico appunto è che la borsa è fatta di lino, ma i semi non sono specificati. A meno che ho scritto refusi. Grazie! Alla prossima.
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MatteoMantoani
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#6 » martedì 18 marzo 2025, 14:07

BruceLagogrigio ha scritto:
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Bruce, piacere di rileggerti.
Allora, un bel racconto, mi sono piaciuti gli elementi sovrannaturali e medievaleggianti. Credo, se lo interpreto nel modo corretto, che si rifaccia al tema della tolleranza e della vendetta. Dimmi se ho capito bene: questi malombra sono delle creature che vivono in mezzo agli umani in pace, ma ogni tanto subiscono persecuzioni e violenze, il figlio del protagonista muore a causa di uno di questi attacchi e il suo sangue anima i girasoli, che poi se ne vanno in giro a seminare violenza e morte tra la gente. Il protagonista si rende conto che il male va fermato, e cerca di piantare del lino per creare rovi e siepi che fermino l'avanzata dei girasoli. Corretto? Mi pare che la narrazione non incastri bene tutti gli elementi, per esempio tutto il tema del sangue che anima i girasoli è una mia supposizione, mentre potrebbe anche essere che sia stato il protagonista ad animarli per vendicare suo figlio, e poi si penta verso il finale. Dimmi tu.


Ciao Matteo, piacere mio. La tua ipotesi del sangue è corretta per come l'avevo pensata anche se ho lasciato aperta l'idea più vendicativa. Stavo un po' studiando queste creature fantastiche (di ispirazione folkloristica italiana) in questi giorni e mi andava di farci un racconto. Unico appunto è che la borsa è fatta di lino, ma i semi non sono specificati. A meno che ho scritto refusi. Grazie! Alla prossima.

Hai ragione! Chissà perché ho inteso che i semi sono di lino, sarà perché sono tanto piccoli, come li avevi descritti. Interessante il tema dei malombra, non sapevo ci fosse un folklore sopra, approfondirò

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Emiliano Maramonte
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#7 » mercoledì 19 marzo 2025, 11:50

Ciao Bruce, sono felice di poterti rileggere!!!!
Che dire? Poco, in verità, perché il racconto mi ha colpito davvero tanto, sotto diversi punti di vista. Hai costruito un mondo narrativo variegato, una situazione profonda, con un intero arco di trasformazione che va a chiudere il cerchio di una storia emozionante. Mi è piaciuta la figura del vecchio/malombra che, attraverso il soldato ferito, trova una redenzione personale dai risvolti arcani. Molto bello anche il retroterra folkloristico che non conoscevo.
Tema centratissimo, un sincero applauso e un grosso in bocca al lupo!

Emiliano.

loredana
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#8 » mercoledì 19 marzo 2025, 19:22

Un piacere leggerti. Bella storia, ben sviluppata anche con gli intermezzi in corsivo. Passa in sordina il rammarico del ragazzo salvato che uccide Malombra senza nemmeno sapere come stiano le cose in realtà ma è anche il bello della narrazione. Un vecchio avaro di parole, che non spiega; fa del bene e basta, giusto per amore. Bella l'ambientazione quasi post atomica, bravo.

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BruceLagogrigio
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#9 » giovedì 20 marzo 2025, 18:27

Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Bruce, sono felice di poterti rileggere!!!!
Che dire? Poco, in verità, perché il racconto mi ha colpito davvero tanto, sotto diversi punti di vista. Hai costruito un mondo narrativo variegato, una situazione profonda, con un intero arco di trasformazione che va a chiudere il cerchio di una storia emozionante. Mi è piaciuta la figura del vecchio/malombra che, attraverso il soldato ferito, trova una redenzione personale dai risvolti arcani. Molto bello anche il retroterra folkloristico che non conoscevo.
Tema centratissimo, un sincero applauso e un grosso in bocca al lupo!

Emiliano.


Grazie Emiliano! Molto contento ti sia piaciuto! Crepi il lupo (sì può ancora dire :S) e alla prossima!
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Dash J. Benton
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#10 » giovedì 20 marzo 2025, 19:45

Gusto personale: Ciao Bruce. Un bel racconto che richiede una certa attenzione ai dettagli per essere ben compreso ma che poi soddisfa con la sua coerenza. Riesci ad articolare una trama complessa chiaramente e senza essere schiavo dell’ordine cronologico dei fatti. In piu’ ci presenti una situazione fantasy facendo un world building discreto ma efficace. Insomma una buona prova. Se devo trovarci una pecca, non sono riuscito ad empatizzare con i due protagonisti principali e il “perdono” del vecchio verso il suo assassino mi sembra troppo rapido, ma in 5000 caratteri ci sta.

Aderenza al tema: interessante e originale come tu abbia preso alla lettera il “seminare terrore.” Tema rispettato.

Stile: Mi piacciono le tue frasi corte e la tua prosa evocativa. Ottima la frase d'apertura.

Coerenza interna: niente da eccepire.

Forma: Tutto in ordine mi sembra.

Frasi preferite: La terra è secca sotto le mie dita rugose, screpolata come la corteccia di un albero morto. /
“Semi,” rispondo.
“Di cosa?”
“Di piante.”
“Che piante?”
“Piante che crescono”

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Mauro Bennici
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#11 » sabato 22 marzo 2025, 14:08

Ciao Bruce,

Mi trovo in difficolta con questo commento.
Il racconto è ben scritto, si legge bene, i personaggi sono caratterizzati e hanno un proprio essere. Il tema è rispettato.
Ma, non riesco a farmi carico della sofferenza di nessuno dei due. Che vivano o muoiano non mi importa: non riesco a tifare per loro.

Forse un piccolo refuso sulla lite finale: "Scende dal letto".

Alla prossima!

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Mario Mazzafoglie
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#12 » sabato 22 marzo 2025, 15:27

Malombra - Bruce Lagogrigio

Ciao Bruce, un piacere leggerti.
Per quanto mi riguarda, il punto forte di questo racconto è l'ambientazione. In poche pennellate hai subito reso l'idea del contesto storico e ambientale in cui ci troviamo. Sembra una cosa normale, e invece nella maggior parte dei racconti che leggo, arrivo a metà del testo e ancora non capisco cosa dovrei immaginare.
Per cui complimenti.
Detto questo, dal punto di vista della trama ho trovato qualche lacuna. In un tuo precedente commento ho letto che hai lasciato porte aperte a varie interpretazioni, ma a gusto mio personale preferisco avere tutto chiaro quando leggo qualcosa.
Alla prossima, buona edition.

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BruceLagogrigio
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#13 » lunedì 24 marzo 2025, 9:43

loredana ha scritto:Un piacere leggerti. Bella storia, ben sviluppata anche con gli intermezzi in corsivo. Passa in sordina il rammarico del ragazzo salvato che uccide Malombra senza nemmeno sapere come stiano le cose in realtà ma è anche il bello della narrazione. Un vecchio avaro di parole, che non spiega; fa del bene e basta, giusto per amore. Bella l'ambientazione quasi post atomica, bravo.


Ciao Loredana, grazie! L'impulsività dei giovani e la riflessione dei vecchi.
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BruceLagogrigio
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#14 » lunedì 24 marzo 2025, 9:45

Dash J. Benton ha scritto:Gusto personale: Ciao Bruce. Un bel racconto che richiede una certa attenzione ai dettagli per essere ben compreso ma che poi soddisfa con la sua coerenza. Riesci ad articolare una trama complessa chiaramente e senza essere schiavo dell’ordine cronologico dei fatti. In piu’ ci presenti una situazione fantasy facendo un world building discreto ma efficace. Insomma una buona prova. Se devo trovarci una pecca, non sono riuscito ad empatizzare con i due protagonisti principali e il “perdono” del vecchio verso il suo assassino mi sembra troppo rapido, ma in 5000 caratteri ci sta.

Aderenza al tema: interessante e originale come tu abbia preso alla lettera il “seminare terrore.” Tema rispettato.

Stile: Mi piacciono le tue frasi corte e la tua prosa evocativa. Ottima la frase d'apertura.

Coerenza interna: niente da eccepire.

Forma: Tutto in ordine mi sembra.

Frasi preferite: La terra è secca sotto le mie dita rugose, screpolata come la corteccia di un albero morto. /
“Semi,” rispondo.
“Di cosa?”
“Di piante.”
“Che piante?”
“Piante che crescono”


Ciao Dash, grazie per il commento. Devo lavorarci sull'empatizzare allora. Le frasi corte sono il mio punto forte! Alla prossima!
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mdestefano
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#15 » lunedì 24 marzo 2025, 9:47

BruceLagogrigio ha scritto:La terra è secca sotto le mie dita rugose, screpolata come la corteccia di un albero morto. Prendo un seme dal sacco di lino, lo stringo tra il pollice e l’indice. Il suo peso minuscolo mi conforta; è liscio e freddo tra le dita. Lo infilo nel terreno, lo copro con cura, come se stessi seppellendo qualcosa di prezioso. O di morto.

Nel vento c’è odore di sangue.
Alzo lo sguardo. Un cavallo avanza barcollando tra la terra brulla. Un soldato giace riverso sul suo dorso. La corazza squarciata, il mantello candido intriso di sangue. Il cavallo si ferma a pochi passi da me, sbuffa, poi crolla. L’uomo scivola giù, gemendo.
Mi avvicino. È giovane. Troppo giovane. Dalla feritoia dell’elmo, occhi neri. Gli stessi di mio figlio.
"Aiutami, vecchio" geme.
Indugio. Potrei lasciarlo lì. Potrei lasciare che il terreno lo inghiotta. Invece mi chino, lo sollevo. È leggero, fragile.

Spalanco la porta di casa, adagio il ragazzo sul tavolo.
“Chi sei?” gli chiedo, mentre strappo via la sua armatura.
“Il figlio di Corsier” sussurra, ansimando.
“Sei solo?”
“No” mormora. “Eravamo in tanti, ma sono tutti morti.”
“Come?”
“I girasoli” sussurra ansimando. “Erano enormi. Troppo. Hanno distrutto i villaggi, la mia città. Li abbiamo inseguiti, attaccati. Tutto inutile.”
Chiude gli occhi. Il suo respiro è affannoso.
“Volevo essere un eroe” dice, più a se stesso che a me. Chiude gli occhi sofferente.
Esamino le ferite. Profonde. Sporche. Ha ben poche possibilità. Potrei provare a salvarlo. Potrei..

Mahl corre tra i campi. Ride felice del suo nuovo giocattolo. Gli occhi neri scintillano. I denti bianchi come luce d’alba.
“Papà guarda.”
L’aquilone danza nel cielo.


La fronte del ragazzo non scotta più. La febbre si è abbassata da qualche giorno. Sembra stare meglio, ma il dolore è ancora scritto sul suo volto. Mi osserva in silenzio mentre mescolo il decotto di rosa spina. La pentola borbotta sul fuoco.
“Cosa sono quei semi che vai a piantare ogni giorno?” mi chiede, indicando il sacco di lino.
“Semi,” rispondo.
“Di cosa?”
“Di piante.”
“Che piante?”
“Piante che crescono” dico, senza guardarlo.
“Vecchio, parli come se avessi paura delle tue stesse parole” fa lui, con una risatina strozzata e due colpi di tosse.
Lo fisso. “E tu parli come se fossi ancora in forze per fare lo sbruffone.”
Ride ancora, ma il suono si trasforma in un gemito. Si porta una mano al fianco, dove la ferita è più profonda.
“Perché sei qui?” mi chiede guardando il soffitto. “In questo posto dimenticato, tutto solo?”
"Perché è qui che devo essere" taglio corto.
“E i girasoli? Li hai visti?”
Verso il decotto. “Li ho visti.”
“E non hai paura?”
“Ho paura di molte cose” dico. “Ma non di loro.”
“Perché?”
“Perché so cosa sono.”
Lui mi fissa, gli occhi pieni di domande. Ma non rispondo. Non ancora.

Gli zoccoli dei cavalli rombano tra i campi.
“Mahl, dove sei? Scappa via!”
I cani abbaiano, le balestre scattano. L'aquilone vola libero sospinto dal vento. Su. Sempre più su.
Grido.


I colpi a vuoto della spada del ragazzo che si allena fuori dalla baracca mi tranquillizzano. Uno strumento di morte può veramente farmi questo effetto? È assurdo.
Alzo le spalle e prendo il sacchetto di lino. Esco anche io. I campi mi aspettano.
“Ho fatto un giro qui intorno. C’è solo terra arida per miglia. Perché li pianti?” mi chiede sull’uscio della porta.
“Perché è necessario.”
“Per chi?”
“Per me. Per tutti.”

“Mahl! Figlio mio! Resisti!"
Sangue nero sgorga dal suo petto e cade copioso nella terra. L’asta della freccia sembra un fiore nel suo corpicino.


Qualcosa mi scuote dai miei incubi. Apro gli occhi di scatto.
Il ragazzo mi fissa con rabbia stringendomi le spalle.
“Sei stato tu a creare quei girasoli neri!” urla. “Sei stato tu a uccidere i miei compagni! A devastare le città!”
“No.”
Non mi ascolta e mi tira un pugno violentissimo. Piego la testa. Sputo sangue scuro.
“Sangue nero!” grida. “Lo sapevo! Non sei umano! Sei un Malombra!”
Un secondo pugno.
Cerco di divincolarmi, ma è lui a lasciarmi. Scende dal letto e impugna la spada.
“Mostro! Tu non semini piante! Semini terrore!”
La lama mi trafigge il fianco. Il metallo freddo è quasi un sollievo.
Mi accascio sul pavimento incapace di muovermi. Un uomo così piccolo è riuscito ad uccidermi così facilmente?
“Stavo piantando è vero… ma non quello che pensi. Seminavo rovi bianchi che avrebbero imprigionato i girasoli. Ma… ne ho piantati troppo pochi. La terra… è così arida… e io non ho più amore.”
Mi fissa confuso. “Volevi fermarli?”
“Sì… loro… mio figlio… tutti…”

“Mostro! Mostro!” la voce degli uomini rimbomba nelle mie orecchie mentre Mahl esala l’ultimo suo respiro. I girasoli alti attorno a noi. Macchiati del suo sangue.

Il ragazzo lascia cadere la spada. Piange come un bambino.
“Mi dispiace” sussurra.
“Avrei dovuto dirti tutto… Prendi i semi e continua piantarli.”
“Non so se sarò capace di farli crescere.”
“È molto semplice. Piantali non per vendetta, ma per amore per la tua gente. Il mondo non merita altro terrore. Ora vai e... ama.”
Chiudo gli occhi e per la prima volta, dopo tanto tempo, vedo veramente mio figlio.


Ciao Bruce, piacere di leggerti!

Racconto affascinante e profondo. Ho apprezzato la storia tragica ma significativa del protagonista, che incarna perfettamente il tema. Il twist finale è ben riuscito: inizialmente credevo fosse lui a piantare i girasoli mostri, ma il colpo di scena ha funzionato. Il fatto che, nonostante tutto, tenti di fermare quei mostri in nome dell’amore e del perdono è davvero potente.

L’unico punto meno chiaro è perché nasconda le sue vere intenzioni. Essendo un Malombra, vuole proteggersi dal giudizio del cavaliere, che infatti non capisce la sua scelta, ma forse questo aspetto poteva essere approfondito meglio.

Lo stile asciutto e scorrevole rende la lettura piacevole.

Grazie e buona edition!
Manuel De Stefano

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Bescottina
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#16 » lunedì 24 marzo 2025, 11:33

Ciao Bruce!
È veramente un piacere rileggerti con questo racconto e, ti dirò, vorrei leggere qualcosa di più lungo su questa ambientazione.
Hai giocato su due cose che amo molto: un'ambientazione dark contenente un elemento che normalmente viene associato a qualcosa di gioioso e luminoso. Sei riuscito a colpire in pieno nel mio immaginario amo questo tipo di sovversioni.

Il colpo di scena ha funzionato in pieno, all'inizio avevo pensato anche io che fosse il vecchio a piantare i girasoli per vendicare il figlio.

Uniche due pecche:
- non mi è chiarissimo perché il vecchio tenga il segreto su cosa stia facendo, mi manca una motivazione che nel racconto non trovo (ed è uno dei motivi per cui vorrei leggere qualcosa di più lungo, sono convinta che possa essere un elemento caratterizzante dell'ambientazione molto interessante per sviluppare qualcosa di più complesso);
- ho sentito i personaggi emotivamente lontani. Molto belli e chiari tutti i flashback del vecchio, vividi e non avevano bisogno di altro, ma la parte del finale è un po' sacrificata e non permette di cogliere a pieno né il dolore del vecchio, né il rammarico del soldato, ed è un peccato. Avrei preferito una chiusa meno didascalica e più emotiva, ma tra limite caratteri e la necessità di passare un concetto in meno spazio possibile, capisco che tu abbia riassunto la spiegazione del tema del racconto nell'ultima battuta del vecchio.

Tra i tuoi racconti che ho letto fino adesso, devo dire che questo è il mio preferito (e anche quello di cui vorrei leggere molto di più).
Ottima prova e buona edition!

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BruceLagogrigio
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#17 » mercoledì 26 marzo 2025, 20:17

Mauro Bennici ha scritto:Ciao Bruce,

Mi trovo in difficolta con questo commento.
Il racconto è ben scritto, si legge bene, i personaggi sono caratterizzati e hanno un proprio essere. Il tema è rispettato.
Ma, non riesco a farmi carico della sofferenza di nessuno dei due. Che vivano o muoiano non mi importa: non riesco a tifare per loro.

Forse un piccolo refuso sulla lite finale: "Scende dal letto".

Alla prossima!


Ciao Mauro, caspita peccato ci sia stata poca immersione. E sì che è una cosa a cui punto molto. Forse sono stato sopraffatto dalla storia o forse il vecchi malombra era effettivamente freddo e stanco di emozioni da non trasportare con il suo Pov. Però è sicuramente una cosa a cui dovrò prestare più attenzione. Ti ringrazio! Mmm il refuso mi sfugge. Ciao!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

foxie
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#18 » mercoledì 26 marzo 2025, 21:26

Ciao!!
mi è piaciuto davvero molto come hai sviluppato il tema: lasciar supporre al lettore che il protagonista sia quello che pianta i girasoli maligni, per poi ribaltare la situazione e farci scoprire che in realtà lui cerca di fermarli è un'ottima idea.
Si notano anche tutte le ottime idee per il worldbuilding di fondo, tra la questione della "malombra" (che a quanto pare è una creatura non ben vista) e la questione del "farli crescere con l'amore".
in generale l'ho trovato un ottimo racconto scorrevole, che non mi dispiacerebbe di vedere più ampliato!

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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#19 » martedì 1 aprile 2025, 21:49

CIao Bruce, un racconto ben scritto ma che presenta forse alcune criticità da limare. A volte per esempio il racconto rischia di essere un po' ermetico. L’elemento dei "girasoli neri" è potente ma resta vago: evocativo, sì, ma non del tutto chiaro nel suo funzionamento interno al mondo narrativo. Alcuni salti temporali e flashback (come quello di Mahl) sono gestiti con poesia, ma rischiano di confondere il lettore per mancanza di contesto esplicito. Ma queste sono le uniche "Pecche" di una storia che funziona e che hai costruito con una grande sensibilità stilistica. La figura del vecchio seminatore è forte, archetipica, e la sua connessione con la terra e col figlio perduto crea un livello emotivo profondo. La capacità di creare empatia è un dono che sai ben gestire.
La valutazione è un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante. Ti piazzi uno scalino sotto il podio ma davvero per pochi "centesimi".

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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#20 » mercoledì 2 aprile 2025, 16:06

Mario Mazzafoglie ha scritto:Malombra - Bruce Lagogrigio

Ciao Bruce, un piacere leggerti.
Per quanto mi riguarda, il punto forte di questo racconto è l'ambientazione. In poche pennellate hai subito reso l'idea del contesto storico e ambientale in cui ci troviamo. Sembra una cosa normale, e invece nella maggior parte dei racconti che leggo, arrivo a metà del testo e ancora non capisco cosa dovrei immaginare.
Per cui complimenti.
Detto questo, dal punto di vista della trama ho trovato qualche lacuna. In un tuo precedente commento ho letto che hai lasciato porte aperte a varie interpretazioni, ma a gusto mio personale preferisco avere tutto chiaro quando leggo qualcosa.
Alla prossima, buona edition.


Ciao, ho lavorato molto sull'ambientazione quei complimenti graditissimi. Per le interpretazioni capisco c'è a chi piace più unidirezionali e lo comprendo. Diciamo che in questo caso c'era solo due ipotesi di cui una prevalente, ma chissà.

Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#21 » martedì 22 aprile 2025, 12:33

mdestefano ha scritto:
BruceLagogrigio ha scritto:La terra è secca sotto le mie dita rugose, screpolata come la corteccia di un albero morto. Prendo un seme dal sacco di lino, lo stringo tra il pollice e l’indice. Il suo peso minuscolo mi conforta; è liscio e freddo tra le dita. Lo infilo nel terreno, lo copro con cura, come se stessi seppellendo qualcosa di prezioso. O di morto.

Nel vento c’è odore di sangue.
Alzo lo sguardo. Un cavallo avanza barcollando tra la terra brulla. Un soldato giace riverso sul suo dorso. La corazza squarciata, il mantello candido intriso di sangue. Il cavallo si ferma a pochi passi da me, sbuffa, poi crolla. L’uomo scivola giù, gemendo.
Mi avvicino. È giovane. Troppo giovane. Dalla feritoia dell’elmo, occhi neri. Gli stessi di mio figlio.
"Aiutami, vecchio" geme.
Indugio. Potrei lasciarlo lì. Potrei lasciare che il terreno lo inghiotta. Invece mi chino, lo sollevo. È leggero, fragile.

Spalanco la porta di casa, adagio il ragazzo sul tavolo.
“Chi sei?” gli chiedo, mentre strappo via la sua armatura.
“Il figlio di Corsier” sussurra, ansimando.
“Sei solo?”
“No” mormora. “Eravamo in tanti, ma sono tutti morti.”
“Come?”
“I girasoli” sussurra ansimando. “Erano enormi. Troppo. Hanno distrutto i villaggi, la mia città. Li abbiamo inseguiti, attaccati. Tutto inutile.”
Chiude gli occhi. Il suo respiro è affannoso.
“Volevo essere un eroe” dice, più a se stesso che a me. Chiude gli occhi sofferente.
Esamino le ferite. Profonde. Sporche. Ha ben poche possibilità. Potrei provare a salvarlo. Potrei..

Mahl corre tra i campi. Ride felice del suo nuovo giocattolo. Gli occhi neri scintillano. I denti bianchi come luce d’alba.
“Papà guarda.”
L’aquilone danza nel cielo.


La fronte del ragazzo non scotta più. La febbre si è abbassata da qualche giorno. Sembra stare meglio, ma il dolore è ancora scritto sul suo volto. Mi osserva in silenzio mentre mescolo il decotto di rosa spina. La pentola borbotta sul fuoco.
“Cosa sono quei semi che vai a piantare ogni giorno?” mi chiede, indicando il sacco di lino.
“Semi,” rispondo.
“Di cosa?”
“Di piante.”
“Che piante?”
“Piante che crescono” dico, senza guardarlo.
“Vecchio, parli come se avessi paura delle tue stesse parole” fa lui, con una risatina strozzata e due colpi di tosse.
Lo fisso. “E tu parli come se fossi ancora in forze per fare lo sbruffone.”
Ride ancora, ma il suono si trasforma in un gemito. Si porta una mano al fianco, dove la ferita è più profonda.
“Perché sei qui?” mi chiede guardando il soffitto. “In questo posto dimenticato, tutto solo?”
"Perché è qui che devo essere" taglio corto.
“E i girasoli? Li hai visti?”
Verso il decotto. “Li ho visti.”
“E non hai paura?”
“Ho paura di molte cose” dico. “Ma non di loro.”
“Perché?”
“Perché so cosa sono.”
Lui mi fissa, gli occhi pieni di domande. Ma non rispondo. Non ancora.

Gli zoccoli dei cavalli rombano tra i campi.
“Mahl, dove sei? Scappa via!”
I cani abbaiano, le balestre scattano. L'aquilone vola libero sospinto dal vento. Su. Sempre più su.
Grido.


I colpi a vuoto della spada del ragazzo che si allena fuori dalla baracca mi tranquillizzano. Uno strumento di morte può veramente farmi questo effetto? È assurdo.
Alzo le spalle e prendo il sacchetto di lino. Esco anche io. I campi mi aspettano.
“Ho fatto un giro qui intorno. C’è solo terra arida per miglia. Perché li pianti?” mi chiede sull’uscio della porta.
“Perché è necessario.”
“Per chi?”
“Per me. Per tutti.”

“Mahl! Figlio mio! Resisti!"
Sangue nero sgorga dal suo petto e cade copioso nella terra. L’asta della freccia sembra un fiore nel suo corpicino.


Qualcosa mi scuote dai miei incubi. Apro gli occhi di scatto.
Il ragazzo mi fissa con rabbia stringendomi le spalle.
“Sei stato tu a creare quei girasoli neri!” urla. “Sei stato tu a uccidere i miei compagni! A devastare le città!”
“No.”
Non mi ascolta e mi tira un pugno violentissimo. Piego la testa. Sputo sangue scuro.
“Sangue nero!” grida. “Lo sapevo! Non sei umano! Sei un Malombra!”
Un secondo pugno.
Cerco di divincolarmi, ma è lui a lasciarmi. Scende dal letto e impugna la spada.
“Mostro! Tu non semini piante! Semini terrore!”
La lama mi trafigge il fianco. Il metallo freddo è quasi un sollievo.
Mi accascio sul pavimento incapace di muovermi. Un uomo così piccolo è riuscito ad uccidermi così facilmente?
“Stavo piantando è vero… ma non quello che pensi. Seminavo rovi bianchi che avrebbero imprigionato i girasoli. Ma… ne ho piantati troppo pochi. La terra… è così arida… e io non ho più amore.”
Mi fissa confuso. “Volevi fermarli?”
“Sì… loro… mio figlio… tutti…”

“Mostro! Mostro!” la voce degli uomini rimbomba nelle mie orecchie mentre Mahl esala l’ultimo suo respiro. I girasoli alti attorno a noi. Macchiati del suo sangue.

Il ragazzo lascia cadere la spada. Piange come un bambino.
“Mi dispiace” sussurra.
“Avrei dovuto dirti tutto… Prendi i semi e continua piantarli.”
“Non so se sarò capace di farli crescere.”
“È molto semplice. Piantali non per vendetta, ma per amore per la tua gente. Il mondo non merita altro terrore. Ora vai e... ama.”
Chiudo gli occhi e per la prima volta, dopo tanto tempo, vedo veramente mio figlio.


Ciao Bruce, piacere di leggerti!

Racconto affascinante e profondo. Ho apprezzato la storia tragica ma significativa del protagonista, che incarna perfettamente il tema. Il twist finale è ben riuscito: inizialmente credevo fosse lui a piantare i girasoli mostri, ma il colpo di scena ha funzionato. Il fatto che, nonostante tutto, tenti di fermare quei mostri in nome dell’amore e del perdono è davvero potente.

L’unico punto meno chiaro è perché nasconda le sue vere intenzioni. Essendo un Malombra, vuole proteggersi dal giudizio del cavaliere, che infatti non capisce la sua scelta, ma forse questo aspetto poteva essere approfondito meglio.

Lo stile asciutto e scorrevole rende la lettura piacevole.

Grazie e buona edition!


Ciao Manuel grazie per il commento e gli apprezzamenti! Contentissimo ti sia piaciuto! Sì, esatto, dire cosa stava facendo era come svelare la propria identità. Alla prossima!
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Re: Malombra di Bruce Lagogrigio

Messaggio#22 » mercoledì 23 aprile 2025, 10:01

Bescottina ha scritto:Ciao Bruce!
È veramente un piacere rileggerti con questo racconto e, ti dirò, vorrei leggere qualcosa di più lungo su questa ambientazione.
Hai giocato su due cose che amo molto: un'ambientazione dark contenente un elemento che normalmente viene associato a qualcosa di gioioso e luminoso. Sei riuscito a colpire in pieno nel mio immaginario amo questo tipo di sovversioni.

Il colpo di scena ha funzionato in pieno, all'inizio avevo pensato anche io che fosse il vecchio a piantare i girasoli per vendicare il figlio.

Uniche due pecche:
- non mi è chiarissimo perché il vecchio tenga il segreto su cosa stia facendo, mi manca una motivazione che nel racconto non trovo (ed è uno dei motivi per cui vorrei leggere qualcosa di più lungo, sono convinta che possa essere un elemento caratterizzante dell'ambientazione molto interessante per sviluppare qualcosa di più complesso);
- ho sentito i personaggi emotivamente lontani. Molto belli e chiari tutti i flashback del vecchio, vividi e non avevano bisogno di altro, ma la parte del finale è un po' sacrificata e non permette di cogliere a pieno né il dolore del vecchio, né il rammarico del soldato, ed è un peccato. Avrei preferito una chiusa meno didascalica e più emotiva, ma tra limite caratteri e la necessità di passare un concetto in meno spazio possibile, capisco che tu abbia riassunto la spiegazione del tema del racconto nell'ultima battuta del vecchio.

Tra i tuoi racconti che ho letto fino adesso, devo dire che questo è il mio preferito (e anche quello di cui vorrei leggere molto di più).
Ottima prova e buona edition!


Ciao Bescottina, mi ricordo! avevi letto quello sulla luna! Contentissimo ti sia piaciuto di più questo (che resta fra i miei preferiti). Peccato per l'empatizzazione anche altri hanno riscontrato la stessa problematica. Adesso posso scriverlo: ho infilato qualche riferimento a Lucio Corsi ahah. Sicuramente proverò a svilupparlo un po' di più se troverò l'occasione. A rileggerci.
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