Dio si sedette sulla cima della montagna
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Dio si sedette sulla cima della montagna
Dio si sedette sulla cima della montagna più alta e contemplò il creato. Lucifero, nuvola tra le nuvole, primo tra gli angeli, lo osservava in silenzio. Un attimo dopo, o forse un millennio, Dio posò lo sguardo su di lui: “Mi hai tradito”.
Lucifero, steso su una foglia, alzò un sopracciglio e sussurrò “Hai scelto gli uomini. Hai loro donato il creato. E a noi, il vuoto del cielo.”
In piedi nel bocciolo d’un fiore, Dio lo guardò per pochi secondi, o forse un’eternità. “Vi ho creati per primi. Dal primo momento pari a me. Non avete bisogno di nulla. Create ciò che volete per voi stessi”.
Cadendo in una goccia di pioggia Lucifero gridò il suo dolore. “Sono animali, incapaci di capire la tua grandezza, il tuo amore”.
“Sono bambini” protestò Dio, in equilibrio su un ago di pino. “Cresceranno con le loro forze. Lascerò loro scegliere cosa fare, chi essere. Non vuoi sapere cosa diverranno?”
Lucifero prese un oceano color smeraldo nella mano e lo lasciò colare piano fra un dito e l’altro. “Come acqua che cola tra le dita sono le tue speranze. Nella tua mano rimarrà solo il sale, a bruciare le ferite aperte che ti lasceranno”.
“Pensi che possano ferirmi?” ululò il vento.
“So che lo faranno” sospirò Lucifero. Con una spada di fuoco si scagliò contro Dio. “Preferisco ucciderti piuttosto che vederti soffrire per l’eternità”.
Con poche parole taglienti, Dio lo schiacciò. Accartocciato su se stesso, Lucifero singhiozzò la sua pena. Pianse la sua rabbia. “Io ti maledico!”
“Davvero lo vuoi?” si interessò Dio, nudo nel deserto.
“No” biascicò il primo tra gli angeli, rotolando verso il basso, sempre più giù. “Allora maledico gli uomini” sentenziò.
“Non te lo permetto”.
“È troppo tardi, l’ho fatto. Anch'io ho imposto loro una scelta”. Lo disse senza guardare Dio negli occhi, ne li guardò
mai più.
*
Emanuele guardò l’orologio per la quinta volta in altrettanti minuti e affrettò ancora il passo. Lucia gli aveva detto che era una questione di vita o di morte e che aveva assolutamente bisogno di lui. Sua moglie non era solita esagerare e lui aveva lasciato il lavoro appena possibile. L’aveva chiamata al cellulare, ma lei non aveva voluto parlarne per telefono, lo voleva sul posto, che in video non era la stessa cosa. Emanuele attraversò la strada tra un’auto e l’altra, facendosi mandare a quel paese da più di una persona. Tirò fuori il cellulare ancora una volta per controllare l’indirizzo. Il posto si chiamava “Hot as Hell”, mai sentito nominare. Poco dopo vide l’insegna con il nome, decorato con fiamme e fulmini. La moglie lo aspettava sull’uscio scuro, al centro di vetrine nere e lugubri.“Lucia, stai bene? Che posto è questo? Sembra un sexy shop”.
“Shhh, Manu ma sei matto?” Lucia si guardò intorno, forse preoccupata che qualcuno li potesse sentire. Lo prese per mano e lo tirò dentro “Vieni presto, che sta per chiudere”.
L’interno del negozio fu una sorpresa. Sale ben illuminate, vetrine e manichini con abiti alla moda, una musica celestiale in sottofondo. Emanuele si guardava intorno stordito, Lucia gli parlava nell’orecchio a macchinetta e lo guidava tra salotti e camerini. “Cioè non puoi capire! In questo posto si entra solo su invito! È Angelica che mi ha raccomandata all’amministrazione e quando mi è arrivata la lettera non potevo crederci”.
Emanuele la guardò con la bocca semi aperta e dopo qualche secondo si ricordò che anche lui poteva parlare “Cioè mi stai dicendo che siamo in un negozio di vestiti?”
Lucia si guardò alle spalle furtiva e con voce quasi isterica per l’emozione “Beh sì ma è il negozio più esclusivo della città!”
Le sopracciglia di Emanuele si erano trasferite al piano di sopra. “E la questione di vita o di morte?”
Erano arrivati davanti a un camerino. Lucia ci si infilò dentro e ritornò con in mano due vestitini estivi identici. Forse uno era appena più chiaro.“È per il matrimonio di Angelica, devo assolutamente fare la scelta giusta: verde pino o verde smeraldo?”
Lucifero, steso su una foglia, alzò un sopracciglio e sussurrò “Hai scelto gli uomini. Hai loro donato il creato. E a noi, il vuoto del cielo.”
In piedi nel bocciolo d’un fiore, Dio lo guardò per pochi secondi, o forse un’eternità. “Vi ho creati per primi. Dal primo momento pari a me. Non avete bisogno di nulla. Create ciò che volete per voi stessi”.
Cadendo in una goccia di pioggia Lucifero gridò il suo dolore. “Sono animali, incapaci di capire la tua grandezza, il tuo amore”.
“Sono bambini” protestò Dio, in equilibrio su un ago di pino. “Cresceranno con le loro forze. Lascerò loro scegliere cosa fare, chi essere. Non vuoi sapere cosa diverranno?”
Lucifero prese un oceano color smeraldo nella mano e lo lasciò colare piano fra un dito e l’altro. “Come acqua che cola tra le dita sono le tue speranze. Nella tua mano rimarrà solo il sale, a bruciare le ferite aperte che ti lasceranno”.
“Pensi che possano ferirmi?” ululò il vento.
“So che lo faranno” sospirò Lucifero. Con una spada di fuoco si scagliò contro Dio. “Preferisco ucciderti piuttosto che vederti soffrire per l’eternità”.
Con poche parole taglienti, Dio lo schiacciò. Accartocciato su se stesso, Lucifero singhiozzò la sua pena. Pianse la sua rabbia. “Io ti maledico!”
“Davvero lo vuoi?” si interessò Dio, nudo nel deserto.
“No” biascicò il primo tra gli angeli, rotolando verso il basso, sempre più giù. “Allora maledico gli uomini” sentenziò.
“Non te lo permetto”.
“È troppo tardi, l’ho fatto. Anch'io ho imposto loro una scelta”. Lo disse senza guardare Dio negli occhi, ne li guardò
mai più.
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Emanuele guardò l’orologio per la quinta volta in altrettanti minuti e affrettò ancora il passo. Lucia gli aveva detto che era una questione di vita o di morte e che aveva assolutamente bisogno di lui. Sua moglie non era solita esagerare e lui aveva lasciato il lavoro appena possibile. L’aveva chiamata al cellulare, ma lei non aveva voluto parlarne per telefono, lo voleva sul posto, che in video non era la stessa cosa. Emanuele attraversò la strada tra un’auto e l’altra, facendosi mandare a quel paese da più di una persona. Tirò fuori il cellulare ancora una volta per controllare l’indirizzo. Il posto si chiamava “Hot as Hell”, mai sentito nominare. Poco dopo vide l’insegna con il nome, decorato con fiamme e fulmini. La moglie lo aspettava sull’uscio scuro, al centro di vetrine nere e lugubri.“Lucia, stai bene? Che posto è questo? Sembra un sexy shop”.
“Shhh, Manu ma sei matto?” Lucia si guardò intorno, forse preoccupata che qualcuno li potesse sentire. Lo prese per mano e lo tirò dentro “Vieni presto, che sta per chiudere”.
L’interno del negozio fu una sorpresa. Sale ben illuminate, vetrine e manichini con abiti alla moda, una musica celestiale in sottofondo. Emanuele si guardava intorno stordito, Lucia gli parlava nell’orecchio a macchinetta e lo guidava tra salotti e camerini. “Cioè non puoi capire! In questo posto si entra solo su invito! È Angelica che mi ha raccomandata all’amministrazione e quando mi è arrivata la lettera non potevo crederci”.
Emanuele la guardò con la bocca semi aperta e dopo qualche secondo si ricordò che anche lui poteva parlare “Cioè mi stai dicendo che siamo in un negozio di vestiti?”
Lucia si guardò alle spalle furtiva e con voce quasi isterica per l’emozione “Beh sì ma è il negozio più esclusivo della città!”
Le sopracciglia di Emanuele si erano trasferite al piano di sopra. “E la questione di vita o di morte?”
Erano arrivati davanti a un camerino. Lucia ci si infilò dentro e ritornò con in mano due vestitini estivi identici. Forse uno era appena più chiaro.“È per il matrimonio di Angelica, devo assolutamente fare la scelta giusta: verde pino o verde smeraldo?”
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Problemi di connessione, forse ho pubblicato due volte.
Nel qual caso mi scuso.
Dovrebbero essere equivalenti, forse antico puoi eliminare l'ultima delle due?
Nel qual caso mi scuso.
Dovrebbero essere equivalenti, forse antico puoi eliminare l'ultima delle due?
Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Se sono equivalenti, tengo buona questa che è quella su cui poi hai scritto.
Dunque, caratteri e tempo ok, buona MASSIMO TIVOLI EDITION, Dash!
Dunque, caratteri e tempo ok, buona MASSIMO TIVOLI EDITION, Dash!
- Emilio Campo
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Ciao Dash. Molto originale come declinazione del tema.
Devo dirti la verità. In prima lettura mi ha spaesato il passaggio dalle entità metafisiche agli esseri umani. Non avevo capito subito il nesso tra le due sezioni. La seconda sezione mi aveva fatto ridere per il luogo comune dell’indecisione femminile e avevo considerato la prima parte un excursus da tralasciare.
Poi in seconda lettura, invece ho colto il collegamento e ho apprezzato il racconto molto di più.
Per quanto riguarda lo stile, nella parte “umana” tutto scorrevole e poco da dire. Se non forse che è più caratterizzato il personaggio della ragazza rispetto a quello del POV.
Mentre nella parte di dio e Lucifero, il taglio di telecamera costante mi ha sballottato. Non L ho apprezzato molto personalmente.
Devo dirti la verità. In prima lettura mi ha spaesato il passaggio dalle entità metafisiche agli esseri umani. Non avevo capito subito il nesso tra le due sezioni. La seconda sezione mi aveva fatto ridere per il luogo comune dell’indecisione femminile e avevo considerato la prima parte un excursus da tralasciare.
Poi in seconda lettura, invece ho colto il collegamento e ho apprezzato il racconto molto di più.
Per quanto riguarda lo stile, nella parte “umana” tutto scorrevole e poco da dire. Se non forse che è più caratterizzato il personaggio della ragazza rispetto a quello del POV.
Mentre nella parte di dio e Lucifero, il taglio di telecamera costante mi ha sballottato. Non L ho apprezzato molto personalmente.
- MatteoMantoani
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Il dialogo tra Dio e Lucifero è molto carino, la lotta tra questi due personaggi costituisce anche l'incipit di opere famose, da Faust a episodi della stessa Bibbia, come il libro di Giobbe. Mi sono piaciuti anche come questi due personaggi, a ogni nuova battuta di dialogo, si ritrovino in posti o in forme improbabili, come sopra alla corolla di un fiore o a un ago di pino.
E proprio il pino e lo smeraldo dell'oceano secondo me sono il legame tra prima e seconda parte... Ma.. davvero, mi vergogno eh, l'ho letto almeno cinque volte e non riesco a capire come le due parti si colleghino. Certo, il tema dell'indecisione delle donne è un luogo comune che fa sorridere, ma la scelta a cui allude Lucifero sarebbe quella del Bene invece del Male, da confrontare con quella dei vestiti? Oppure c'è qualche altro collegamento che devo fare magari usando il nome del negozio?
Davvero, sento che è una mancanza mia, vorrei arrivarci da solo ma mi arrendo... Puoi darmi un aiutino?
E proprio il pino e lo smeraldo dell'oceano secondo me sono il legame tra prima e seconda parte... Ma.. davvero, mi vergogno eh, l'ho letto almeno cinque volte e non riesco a capire come le due parti si colleghino. Certo, il tema dell'indecisione delle donne è un luogo comune che fa sorridere, ma la scelta a cui allude Lucifero sarebbe quella del Bene invece del Male, da confrontare con quella dei vestiti? Oppure c'è qualche altro collegamento che devo fare magari usando il nome del negozio?
Davvero, sento che è una mancanza mia, vorrei arrivarci da solo ma mi arrendo... Puoi darmi un aiutino?
- GiulianoCannoletta
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Ciao Dash, ben ritrovato, piacere di averti letto.
Se ho interpretato bene, hai giocato sulla contraddizione tra la possibilità di libero arbitrio che offrirebbe infinite, affascinanti scelte all'umanità, e il fatto che spesso decliniamo questa possibilità di scelta solo nelle questioni più frivole, trattandole come se fossero questioni vitali.
Mi pare che tu abbia alzato parecchio l'asticella, che è sicuramente un merito, ma a mio avviso l'equilibrio fra le due scene non funziona del tutto e il messaggio ha faticato ad arrivarmi a pieno.
Molto bello come hai reso il dialogo fra Dio e Lucifero fra boccioli di fiori e gocce di pioggia.
A rileggerci presto,
Giuliano
Se ho interpretato bene, hai giocato sulla contraddizione tra la possibilità di libero arbitrio che offrirebbe infinite, affascinanti scelte all'umanità, e il fatto che spesso decliniamo questa possibilità di scelta solo nelle questioni più frivole, trattandole come se fossero questioni vitali.
Mi pare che tu abbia alzato parecchio l'asticella, che è sicuramente un merito, ma a mio avviso l'equilibrio fra le due scene non funziona del tutto e il messaggio ha faticato ad arrivarmi a pieno.
Molto bello come hai reso il dialogo fra Dio e Lucifero fra boccioli di fiori e gocce di pioggia.
A rileggerci presto,
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar
Julio Cortázar
- giuseppe.gangemi
- Messaggi: 195
Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Ciao Dash J. Benton ben ritrovato,
il tuo racconto è una piccola opera teatrale in due atti: da un lato il confronto biblico tra Dio e Lucifero, dall’altro il realismo ironico del consumismo. L’idea di trasformare una maledizione cosmica nella condanna maschile a scegliere abiti con le proprie compagne è brillante e spiazzante. Hai mostrato notevole originalità, ma anche una buona padronanza del ritmo narrativo e della variazione dei toni. Se proprio volessimo trovare un punto debole, potremmo dire che il collegamento tra le due parti (divina e terrena) risulta un po’ meccanico, e avrebbe potuto beneficiare di un raccordo più sfumato. Ma resta un racconto che fa riflettere e sorridere, e che si distingue per stile e intelligenza.
Buona Massimo Tivoli Edition!
il tuo racconto è una piccola opera teatrale in due atti: da un lato il confronto biblico tra Dio e Lucifero, dall’altro il realismo ironico del consumismo. L’idea di trasformare una maledizione cosmica nella condanna maschile a scegliere abiti con le proprie compagne è brillante e spiazzante. Hai mostrato notevole originalità, ma anche una buona padronanza del ritmo narrativo e della variazione dei toni. Se proprio volessimo trovare un punto debole, potremmo dire che il collegamento tra le due parti (divina e terrena) risulta un po’ meccanico, e avrebbe potuto beneficiare di un raccordo più sfumato. Ma resta un racconto che fa riflettere e sorridere, e che si distingue per stile e intelligenza.
Buona Massimo Tivoli Edition!
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
Emilio Campo ha scritto:Ciao Dash. Molto originale come declinazione del tema.
Devo dirti la verità. In prima lettura mi ha spaesato il passaggio dalle entità metafisiche agli esseri umani. Non avevo capito subito il nesso tra le due sezioni. La seconda sezione mi aveva fatto ridere per il luogo comune dell’indecisione femminile e avevo considerato la prima parte un excursus da tralasciare.
Poi in seconda lettura, invece ho colto il collegamento e ho apprezzato il racconto molto di più.
Per quanto riguarda lo stile, nella parte “umana” tutto scorrevole e poco da dire. Se non forse che è più caratterizzato il personaggio della ragazza rispetto a quello del POV.
Mentre nella parte di dio e Lucifero, il taglio di telecamera costante mi ha sballottato. Non L ho apprezzato molto personalmente.
Ciao Emilio, grazie per il commento e per le annotazioni, sicuramente utili. Sono contento che la seconda parte ti abbia fatto ridere e che tu abbia colto il collegamento tra le due. Capisco quello che vuoi dire sul dialogo tra Dio e Lucifero e mi spiace che non ti sia piaciuto. Tra le due, è la mia parte preferita ☺️
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
MatteoMantoani ha scritto:Il dialogo tra Dio e Lucifero è molto carino, la lotta tra questi due personaggi costituisce anche l'incipit di opere famose, da Faust a episodi della stessa Bibbia, come il libro di Giobbe. Mi sono piaciuti anche come questi due personaggi, a ogni nuova battuta di dialogo, si ritrovino in posti o in forme improbabili, come sopra alla corolla di un fiore o a un ago di pino.
E proprio il pino e lo smeraldo dell'oceano secondo me sono il legame tra prima e seconda parte... Ma.. davvero, mi vergogno eh, l'ho letto almeno cinque volte e non riesco a capire come le due parti si colleghino. Certo, il tema dell'indecisione delle donne è un luogo comune che fa sorridere, ma la scelta a cui allude Lucifero sarebbe quella del Bene invece del Male, da confrontare con quella dei vestiti? Oppure c'è qualche altro collegamento che devo fare magari usando il nome del negozio?
Davvero, sento che è una mancanza mia, vorrei arrivarci da solo ma mi arrendo... Puoi darmi un aiutino?
Ciao Matteo, grazie per i commenti positivi.
Non c’è da vergognarsi, può capitare a tutti di non capire un racconto. Dal canto mio, non amo spiegare i miei racconti: se c’è bisogno di una spiegazione ulteriore, allora ho fallito nel mio intento narrativo. Fortunatamente, sia Giuliano Cannoletta sia (e specialmente) Giuseppe Gangemi hanno colto nel segno nei loro commenti, quindi ti invito a leggerli e spero che la loro interpretazione possa esserti d’aiuto.
Buona edizione!
PS. Molto bello il tuo racconto, forse tra i migliori trai tuoi che ho letto. Solo il finale mi è sembrato un po’ debole rispetto al resto. A rileggerci!
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Dash, ben ritrovato, piacere di averti letto.
Se ho interpretato bene, hai giocato sulla contraddizione tra la possibilità di libero arbitrio che offrirebbe infinite, affascinanti scelte all'umanità, e il fatto che spesso decliniamo questa possibilità di scelta solo nelle questioni più frivole, trattandole come se fossero questioni vitali.
Mi pare che tu abbia alzato parecchio l'asticella, che è sicuramente un merito, ma a mio avviso l'equilibrio fra le due scene non funziona del tutto e il messaggio ha faticato ad arrivarmi a pieno.
Molto bello come hai reso il dialogo fra Dio e Lucifero fra boccioli di fiori e gocce di pioggia.
A rileggerci presto,
Giuliano
Grazie Giuliano per il commento!
La critica relativa all’equilibrio tra le due scene e il loro collegamento mi è arrivata da varie parti (anche al di fuori di MC) quindi l’accetto di buon grado e ne faccio tesoro per il futuro!
Buona edizione!
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Re: Dio si sedette sulla cima della montagna
giuseppe.gangemi ha scritto:Ciao Dash J. Benton ben ritrovato,
il tuo racconto è una piccola opera teatrale in due atti: da un lato il confronto biblico tra Dio e Lucifero, dall’altro il realismo ironico del consumismo. L’idea di trasformare una maledizione cosmica nella condanna maschile a scegliere abiti con le proprie compagne è brillante e spiazzante. Hai mostrato notevole originalità, ma anche una buona padronanza del ritmo narrativo e della variazione dei toni. Se proprio volessimo trovare un punto debole, potremmo dire che il collegamento tra le due parti (divina e terrena) risulta un po’ meccanico, e avrebbe potuto beneficiare di un raccordo più sfumato. Ma resta un racconto che fa riflettere e sorridere, e che si distingue per stile e intelligenza.
Buona Massimo Tivoli Edition!
Ciao Giuseppe,
Ho trovato il tuo commento molto lusinghiero e te ne ringrazio. Direi che hai interpretato perfettamente il mio intento narrativo. :) Accetto e faccio tesoro della critica sul collegamento tra le due parti :)
Grazie e buona edizione!
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