Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
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Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Mi sento uno schifo. Quanto ho dormito?
Luigi lanciò un’occhiata alla sveglia: mancava un quarto alle undici.
La testa gli girava come una trottola; l’emicrania batteva regolare come il batacchio di una campana. Si accorse d’essersi addormentato con i vestiti sudati appiccicati addosso. Si trascinò in bagno e svuotò la vescica sofferente. Aprì il rubinetto dell’acqua fredda, lo scroscio del getto sembrava il frastuono di una cascata. Si lavò le mani e si schiaffeggiò il viso, tanti piccoli aghi gli trafissero la pelle. Serrò denti e palpebre finché non arrivò una botta di lucidità. Poi fissò lo specchio. Dedicò al suo riflesso un sorriso esagerato. Però, cazzo, che festa! Gente figa, drink a fiumi, fumo e il miglior dj in circolazione. Nessuno avrebbe scordato il suo quarantesimo compleanno.
«Sono fortunato» disse a voce alta. Assunse un’espressione solenne. «Ehi, tu mi piaci. Sei un vincente, un imprenditore con le palle!» Si strofinò i palmi umidi sui pantaloni e scoprì di avere un oggetto in tasca. Lo tirò fuori, era una carta da gioco.
Da dove sbucava, quella?
Ah, certo, Arianna. Adesso ricordava.
Era la fidanzata di Romeo, una donna bellissima ma strana forte. Leggeva i tarocchi agli invitati. Un po’ tutti avevano alzato il gomito e ridevano come scemi, ma lei no.
«Aspetta un momento» disse allo specchio. «Lo sai? Quella matta blaterava cose senza senso. Mi ha detto che sono incompleto. Mi ha detto che non sarei quello che sono se…» Si interruppe stupito.
Come cazzo lo sapeva? «… se non avessi dato ascolto a mia madre.»
Alzò la carta e la scrutò angosciato: l’Appeso. «Presto vedrai, mi ha detto.»
Posò lo sguardo sul suo gemello speculare.
C’era qualcosa, oltre la superficie. Sovrapposta alla sua immagine comparve una scena fosca e angosciante. C’era un uomo che gli somigliava molto, ma appariva emaciato, triste. Aveva la barba incolta, i capelli in disordine. Luigi si stropicciò gli occhi, ma la visione non si dissolse. Notò una stanza squallida arredata con pochi mobili. L’ambiente era immerso in un’atmosfera fosca, quasi funebre.
Luigi non capiva. Erano forse gli effetti residui della sbornia? Un senso di pietà lo colse, e sussultò quando comprese che…
«…quello sono io!» Aveva un aspetto migliore. Era elegante, bello… forse anche ricco!
Una risata nervosa gli sfuggì dalla gola. «Ma com’è possibile?» Si avvicinò allo specchio. «Sei proprio tu?» Corse alla libreria e frugò in una pila di schizzi a matita. Estrasse il foglio ingiallito di un autoritratto. Era uguale al riflesso che era comparso nello specchio.
Aveva spesso fantasticato su una vita diversa.
Che cosa sarebbe successo se ti avessi dato ascolto, mamma? Non lo sapeva, ma la visione apparsa dal nulla in una mattina come tante altre forse era la risposta.
Luigi fissò Luigi più di quanto non volesse. Poi la superficie dello specchio tornò normale. Spostò lo sguardo sul dipinto che stava ultimando, raffigurava la figura stilizzata di un giovane appeso per una caviglia. Perché lo aveva disegnato?
Luigi recuperò la bottiglia di birra e la maledisse. Quel liquido infame ingigantiva i rimpianti.
«Buon compleanno» si augurò, con un sorriso amaro.
Luigi lanciò un’occhiata alla sveglia: mancava un quarto alle undici.
La testa gli girava come una trottola; l’emicrania batteva regolare come il batacchio di una campana. Si accorse d’essersi addormentato con i vestiti sudati appiccicati addosso. Si trascinò in bagno e svuotò la vescica sofferente. Aprì il rubinetto dell’acqua fredda, lo scroscio del getto sembrava il frastuono di una cascata. Si lavò le mani e si schiaffeggiò il viso, tanti piccoli aghi gli trafissero la pelle. Serrò denti e palpebre finché non arrivò una botta di lucidità. Poi fissò lo specchio. Dedicò al suo riflesso un sorriso esagerato. Però, cazzo, che festa! Gente figa, drink a fiumi, fumo e il miglior dj in circolazione. Nessuno avrebbe scordato il suo quarantesimo compleanno.
«Sono fortunato» disse a voce alta. Assunse un’espressione solenne. «Ehi, tu mi piaci. Sei un vincente, un imprenditore con le palle!» Si strofinò i palmi umidi sui pantaloni e scoprì di avere un oggetto in tasca. Lo tirò fuori, era una carta da gioco.
Da dove sbucava, quella?
Ah, certo, Arianna. Adesso ricordava.
Era la fidanzata di Romeo, una donna bellissima ma strana forte. Leggeva i tarocchi agli invitati. Un po’ tutti avevano alzato il gomito e ridevano come scemi, ma lei no.
«Aspetta un momento» disse allo specchio. «Lo sai? Quella matta blaterava cose senza senso. Mi ha detto che sono incompleto. Mi ha detto che non sarei quello che sono se…» Si interruppe stupito.
Come cazzo lo sapeva? «… se non avessi dato ascolto a mia madre.»
Alzò la carta e la scrutò angosciato: l’Appeso. «Presto vedrai, mi ha detto.»
Posò lo sguardo sul suo gemello speculare.
C’era qualcosa, oltre la superficie. Sovrapposta alla sua immagine comparve una scena fosca e angosciante. C’era un uomo che gli somigliava molto, ma appariva emaciato, triste. Aveva la barba incolta, i capelli in disordine. Luigi si stropicciò gli occhi, ma la visione non si dissolse. Notò una stanza squallida arredata con pochi mobili. L’ambiente era immerso in un’atmosfera fosca, quasi funebre.
Luigi non capiva. Erano forse gli effetti residui della sbornia? Un senso di pietà lo colse, e sussultò quando comprese che…
«…quello sono io!» Aveva un aspetto migliore. Era elegante, bello… forse anche ricco!
Una risata nervosa gli sfuggì dalla gola. «Ma com’è possibile?» Si avvicinò allo specchio. «Sei proprio tu?» Corse alla libreria e frugò in una pila di schizzi a matita. Estrasse il foglio ingiallito di un autoritratto. Era uguale al riflesso che era comparso nello specchio.
Aveva spesso fantasticato su una vita diversa.
Che cosa sarebbe successo se ti avessi dato ascolto, mamma? Non lo sapeva, ma la visione apparsa dal nulla in una mattina come tante altre forse era la risposta.
Luigi fissò Luigi più di quanto non volesse. Poi la superficie dello specchio tornò normale. Spostò lo sguardo sul dipinto che stava ultimando, raffigurava la figura stilizzata di un giovane appeso per una caviglia. Perché lo aveva disegnato?
Luigi recuperò la bottiglia di birra e la maledisse. Quel liquido infame ingigantiva i rimpianti.
«Buon compleanno» si augurò, con un sorriso amaro.
Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano! Caratteri e tempo ok anche per te, divertiti in questa BEPPE RONCARI EDITION!
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Buongiorno Emiliano
il tuo racconto mi ha lasciato perplesso. Lo stile di scrittura e il modo in cui hai organizzato gli eventi che ruotano attorno al protagonista mi sono piaciuti, la storia in se è interessante.
Secondo me non hai però centrato il tema del contest, un evento sovrannaturale risveglia emozioni e ripianti nella mente confusa dai postumi del protagonista, ma non c’è un altr punto di vista.
Mi farebbe piacere una spiegazione da parte tua, magari ho tavisato o letto male.
Grazie .
il tuo racconto mi ha lasciato perplesso. Lo stile di scrittura e il modo in cui hai organizzato gli eventi che ruotano attorno al protagonista mi sono piaciuti, la storia in se è interessante.
Secondo me non hai però centrato il tema del contest, un evento sovrannaturale risveglia emozioni e ripianti nella mente confusa dai postumi del protagonista, ma non c’è un altr punto di vista.
Mi farebbe piacere una spiegazione da parte tua, magari ho tavisato o letto male.
Grazie .
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Tema centrato. Luigi è ben descritto attraverso i suoi gesti quotidiani. Il flashback dell’amica cartomante inquieta il lettore, come pure la carta dell’Appeso, ma è quando si guarda allo specchio che compare la brutta sorpresa, Luigi non è poi così in forma. Allora prende uno schizzo dalla libreria e vede che l’immagine allo specchio e l’autoritratto coincidono. Un dopo festa con il senso di colpa del non aver dato retta alla madre. Proprio come diceva la lettura dei tarocchi alla festa. Bello il finale amaro. Nell’insieme, un ottimo racconto.
- Signor_Darcy
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano.
Un buon racconto che tuttavia mi lascia qualche dubbio per quanto riguarda l’attinenza al tema: cambiano magari le condizioni al contorno, mentali soprattutto, ma in definitiva il punto di vista è sempre quello del protagonista. A meno di non intendere come “insolito” uno stato transitorio figlio di fumi dell’alcol ed effetti lasciati da Arianna.
Mi crea un po’ di confusione quell’”Aveva un’aspetto elegante […] forse anche ricco!”: è riferito alla prima immagine che vede?
La vicenda è strutturata bene, anche se personalmente non amo l’utilizzo che fai dei tre puntini di sospensione – formalmente corretto, beninteso.
“gemello speculare” forse poteva essere reso semplicemente con “riflesso”.
Occhio infine agli errori di distrazione: “Presto vedrai, mi ha detto” ha delle virgolette fuori posto.
Una buona prova, tutto sommato.
Un buon racconto che tuttavia mi lascia qualche dubbio per quanto riguarda l’attinenza al tema: cambiano magari le condizioni al contorno, mentali soprattutto, ma in definitiva il punto di vista è sempre quello del protagonista. A meno di non intendere come “insolito” uno stato transitorio figlio di fumi dell’alcol ed effetti lasciati da Arianna.
Mi crea un po’ di confusione quell’”Aveva un’aspetto elegante […] forse anche ricco!”: è riferito alla prima immagine che vede?
La vicenda è strutturata bene, anche se personalmente non amo l’utilizzo che fai dei tre puntini di sospensione – formalmente corretto, beninteso.
“gemello speculare” forse poteva essere reso semplicemente con “riflesso”.
Occhio infine agli errori di distrazione: “Presto vedrai, mi ha detto” ha delle virgolette fuori posto.
Una buona prova, tutto sommato.
- Emiliano Maramonte
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Giovanni P ha scritto:Buongiorno Emiliano
il tuo racconto mi ha lasciato perplesso. Lo stile di scrittura e il modo in cui hai organizzato gli eventi che ruotano attorno al protagonista mi sono piaciuti, la storia in se è interessante.
Secondo me non hai però centrato il tema del contest, un evento sovrannaturale risveglia emozioni e ripianti nella mente confusa dai postumi del protagonista, ma non c’è un altr punto di vista.
Mi farebbe piacere una spiegazione da parte tua, magari ho tavisato o letto male.
Grazie .
Ti ringrazio per la lettura, per il feedback e... per la (giustificata) perplessità!
Risponderò appena commenterà qualcuno/a in più, per non rovinare l'effetto della lettura.
- Emiliano Maramonte
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Luigi è ben descritto attraverso i suoi gesti quotidiani. Il flashback dell’amica cartomante inquieta il lettore, come pure la carta dell’Appeso, ma è quando si guarda allo specchio che compare la brutta sorpresa, Luigi non è poi così in forma. Allora prende uno schizzo dalla libreria e vede che l’immagine allo specchio e l’autoritratto coincidono. Un dopo festa con il senso di colpa del non aver dato retta alla madre. Proprio come diceva la lettura dei tarocchi alla festa. Bello il finale amaro. Nell’insieme, un ottimo racconto.
Grazie, Alexandra! Lieto che ti sia piaciuto!
Buona gara!
- Stefano Scudeler
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano!
Devo dire che è stato MOLTO difficile cogliere il senso del racconto (sperando di averlo capito).
Sarà perché ci sono dei cambi di prospettiva repentini e mi sono perso col senso della frase "NON sarei quello che sono se... NON avessi dato ascolto a mia madre". Credo sia questa doppia negazione a complicare le cose.
Fa un po' a pugni con "Che cosa sarebbe successo se ti avessi dato ascolto, mamma?"
Alla fine interpreto il racconto così: un uomo bello e di successo fa festone e la cartomante gli dice che vedrà cosa sarebbe successo se avesse dato ascolto a sua madre. Il protagonista si vede povero, magro e brutto ma poi rinsavisce e si rende conto che ha sognato: è bello e ricco.
Se questa è l'interpretazione corretta, non mi è piaciuto il messaggio perché sembra dire "non ascoltate le vostre mamme".
Quindi sono ancora convinto di non aver capito cosa volevi trasmettere e l'attinenza al tema.
Forse ti saresti semplificato le cose adottando il punto di vista dell'appeso, la carta.
Devo dire che è stato MOLTO difficile cogliere il senso del racconto (sperando di averlo capito).
Sarà perché ci sono dei cambi di prospettiva repentini e mi sono perso col senso della frase "NON sarei quello che sono se... NON avessi dato ascolto a mia madre". Credo sia questa doppia negazione a complicare le cose.
Fa un po' a pugni con "Che cosa sarebbe successo se ti avessi dato ascolto, mamma?"
Alla fine interpreto il racconto così: un uomo bello e di successo fa festone e la cartomante gli dice che vedrà cosa sarebbe successo se avesse dato ascolto a sua madre. Il protagonista si vede povero, magro e brutto ma poi rinsavisce e si rende conto che ha sognato: è bello e ricco.
Se questa è l'interpretazione corretta, non mi è piaciuto il messaggio perché sembra dire "non ascoltate le vostre mamme".
Quindi sono ancora convinto di non aver capito cosa volevi trasmettere e l'attinenza al tema.
Forse ti saresti semplificato le cose adottando il punto di vista dell'appeso, la carta.
- Luca Nesler
- Messaggi: 728
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano! Quanto tempo! Devo dire che avrei accorciato un pelo la routine tra la sveglia e lo specchio, poi il racconto si fa molto intrigante. Purtroppo non ho colto appieno il significato. Partiamo dall'altra parte dello specchio e poi ci spostiamo senza soluzione di continuità nella realtà? Vicevera? Mi pare di capire che siamo di fronte a una sorta di Sliding Doors. Diciamo che le premesse sono molto interessanti, mi piace l'idea, ma non sono riuscito bene a collegare il finale. Forse potrebbe essere un buon pretesto per un racconto più lungo, magari wierd o horro, dove esplorare cosa ci fa davvero compiere le scelte decisive o quanto costano alla fine. Lieto di averti letto!
- AndreaCrevola
- Messaggi: 215
Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, perdona il ritardo di questo commento!
Il racconto di un uomo che al mattino vede un sé diverso nello specchio, dopo una festa "impegnativa". Stilisticamente buono ma con uno sviluppo un po' complesso da seguire. Sinceramente, tra specchio e ritratto mi sono un po' smarrito. La presenza dei tarocchi e l'esperienza allucinatoria dello specchio mi avevano inoltre indotto a pensare a una conclusione con degli elementi magici o occulti che dessero una spiegazione a quello che avevo appena letto. La storia si conclude invece con una riflessione del protagonista che sembra rimpiangere di non essere quello visto nello specchio... ma non capisco perché sia desiderabile.
Anche il legame con sua madre non mi è chiaro: c'è questa frase "non sarei quello che sono se non avessi dato ascolto a mia madre." Alla lettera, io la leggo come se il protagonista avesse sì dato ascolto alla madre e che, quindi, ora è un uomo di successo. Se invece non gli avesse dato ascolto, non lo sarebbe stato. Sul finale, invece, sembra che NON gli abbia dato ascolto... insomma, non ho capito bene e quindi anche perché abbia dei rimpianti per questo.
E digli che far colazione con la birra non è mai una buona idea :-)
Il racconto di un uomo che al mattino vede un sé diverso nello specchio, dopo una festa "impegnativa". Stilisticamente buono ma con uno sviluppo un po' complesso da seguire. Sinceramente, tra specchio e ritratto mi sono un po' smarrito. La presenza dei tarocchi e l'esperienza allucinatoria dello specchio mi avevano inoltre indotto a pensare a una conclusione con degli elementi magici o occulti che dessero una spiegazione a quello che avevo appena letto. La storia si conclude invece con una riflessione del protagonista che sembra rimpiangere di non essere quello visto nello specchio... ma non capisco perché sia desiderabile.
Anche il legame con sua madre non mi è chiaro: c'è questa frase "non sarei quello che sono se non avessi dato ascolto a mia madre." Alla lettera, io la leggo come se il protagonista avesse sì dato ascolto alla madre e che, quindi, ora è un uomo di successo. Se invece non gli avesse dato ascolto, non lo sarebbe stato. Sul finale, invece, sembra che NON gli abbia dato ascolto... insomma, non ho capito bene e quindi anche perché abbia dei rimpianti per questo.
E digli che far colazione con la birra non è mai una buona idea :-)
- Taylor_Blackfyre
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,
ho riletto il tuo racconto più volte ma, per quanto sia ben scritto, continuo a non capirne bene la logica. Luigi è bello e ricco, o non avrebbe potuto organizzare quell'epica festa di compleanno. Tuttavia a metà racconto sembra essere povero e trascurato e vedere come sarebbe stato se avesse ascoltato la madre. Attendo la tua spiegazione con grande interesse, voglio capire cosa mi sfugge. Non mi sembra, comunque, molto attinente al tema.
Intanto, buona edition!
ho riletto il tuo racconto più volte ma, per quanto sia ben scritto, continuo a non capirne bene la logica. Luigi è bello e ricco, o non avrebbe potuto organizzare quell'epica festa di compleanno. Tuttavia a metà racconto sembra essere povero e trascurato e vedere come sarebbe stato se avesse ascoltato la madre. Attendo la tua spiegazione con grande interesse, voglio capire cosa mi sfugge. Non mi sembra, comunque, molto attinente al tema.
Intanto, buona edition!
- Emiliano Maramonte
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Re: Luigi allo specchio di Emiliano Maramonte
Mi scuso per essere stato poco presente in questi giorni, nell'interazione con gli alti autori e autrici, ma sono stati 10 giorni alquanto complessi. Ringrazio tutti per il tempo dedicatomi, per le critiche, i consigli e gli apprezzamenti. Non è mia abitudine rispondere in maniera collettiva, preferisco interloquire direttamente, ma stavolta mi tocca.
Probabilmente il racconto è il risultato di un po' di stanchezza creativa. Ho curato poco la gestione generale della trama e sono stato poco attento.
In breve: nella storia ho rappresentato due aspetti diversi della vita di un unico personaggio - Luigi - giocando sul meccanismo sdoganato dal film "Sliding doors"; qui però a metà della trama ho provato a ribaltare il punto di vista, come se avessi voluto indurre il lettore a guardare al di là dello specchio, o meglio, da entrambi i lati.
Luigi avrebbe dovuto seguire la sua passione di artista e quindi vivere in povertà o seguire i suggerimenti di sua madre (studia, diventa qualcuno, sii più concreto e cose così) e realizzarsi davvero?
Purtroppo il meccanismo infernale di MC fa sì che, a causa di una banale distrazione, un intero racconto possa essere frainteso o stravolto, è il caso di quel maledetto "NON" di cui proprio non mi sono accorto.
Dov'è il PDV inedito? Qualcuno mi ha scritto che il racconto è fuori tema... Probabilmente è così, o probabilmente non lo è. Avete mai pensato a tutte le scelte che non avete mai fatto? Come avrebbero potuto condizionare la vostra vita? E se vi si concedesse la possibilità di adottare un PDV diverso della vostra stessa esistenza, non sarebbe inedito, in un certo senso?
Buona Edition!
Probabilmente il racconto è il risultato di un po' di stanchezza creativa. Ho curato poco la gestione generale della trama e sono stato poco attento.
In breve: nella storia ho rappresentato due aspetti diversi della vita di un unico personaggio - Luigi - giocando sul meccanismo sdoganato dal film "Sliding doors"; qui però a metà della trama ho provato a ribaltare il punto di vista, come se avessi voluto indurre il lettore a guardare al di là dello specchio, o meglio, da entrambi i lati.
Luigi avrebbe dovuto seguire la sua passione di artista e quindi vivere in povertà o seguire i suggerimenti di sua madre (studia, diventa qualcuno, sii più concreto e cose così) e realizzarsi davvero?
Purtroppo il meccanismo infernale di MC fa sì che, a causa di una banale distrazione, un intero racconto possa essere frainteso o stravolto, è il caso di quel maledetto "NON" di cui proprio non mi sono accorto.
Dov'è il PDV inedito? Qualcuno mi ha scritto che il racconto è fuori tema... Probabilmente è così, o probabilmente non lo è. Avete mai pensato a tutte le scelte che non avete mai fatto? Come avrebbero potuto condizionare la vostra vita? E se vi si concedesse la possibilità di adottare un PDV diverso della vostra stessa esistenza, non sarebbe inedito, in un certo senso?
Buona Edition!
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