Pronto?
- Stefano.Moretto
- Messaggi: 500
- Contatta:
Pronto?
–Pronto?
–Ciao Federico
–Scusa, parlo con...
–Luca. Luca Manfredi. Ti ricordi di me?
–Mio dio, bro, non ci sentiamo da... dieci anni? Neanche avevo più il tuo numero!
–Questo un po' mi offende
–No bro, fidati, sei tu che sei inquietante ad avere ancora il mio dopo così tanto tempo.
–Okay Fede, va bene. Non è per questo che ti ho chiamato.
–Dimmi allora, che succede?
–Ho fatto un casino Fede... non so neanche da che parte cominciare
–Prova dall'inizio, bro.
–Piantala di chiamarmi bro, non abbiamo più quindici anni.
–Senti, ti fai vivo dopo una vita, non dirmi come devo chiamarti o ti riattacco in faccia. Bro.
–Satana, dammi la forza.
–Senti, tra un po' devo andare, quindi o mi dici il motivo della chiamata o ti riattacco.
–Sto per diventare padre.
–Ma... congratulazioni!
–No cazzo! Congratulazioni mettitele in culo Fede, non c'è proprio niente da congratulare! Che cazzo fo ora?
–Be', se vuoi ti aiuto col gender reveal party, mi diverto a farli per gli amici. Possiamo ancora chiamarci così noi due?
–Che cazzo è un... no. No, no, no. Non posso diventare padre. Cazzo, ho solo venticinque anni. Non siamo più nel millenovecentonovanta quando potevi diventare padre e comprare casa e andare in vacanza in america e sposarti tutto nello stesso anno con uno stipendio mensile che
–Bro, respira.
–...
–Bravo, così. Calmati ora. E spiega meglio.
–È tutta colpa sua Fede. C'ha due occhi azzurri che ti ci perdi dentro, quando mi guarda io non capisco più un cazzo. Lei lo sa. Lo sa che non capisco un cazzo quando mi guarda così. E mi guarda così proprio in quel mom
–Bro, non volevo sapere della posizione in cui l'avete concepito. Cioè, interessante, non fraintendere, ma penso ci siano cose più urgenti.
–Sì, scusa. Ho conosciuto Maria due anni fa. In una discoteca in centro.
–Centro? Stai ancora a Firenze?
–No, mi sono trasferito a Milano.
–Ma che figo! Io sto qua vicino ora, dai che ci vediamo per una birra e mi racconti faccia a faccia!
–No Fede non hai capito. Io scappo. Me ne vado in Messico, sai che ho offerte di lavoro ovunque nel mondo? Se voglio posso sparire e non mi ritrova più neanche Sherlock Holmes.
–Okay, okay, sei un po' agitato, è comprensibile. Finisci di raccontare.
–Dicevo, l'ho conosciuta un paio d'anni fa. Stiamo insieme, ma abbiamo sempre messo in chiaro che non era una cosa seria. Cioè, non vedevo altre, ma non avevo pensato a... firmare un contratto, non so come trasmettere il concetto ho il cervello in corto.
–Non avevi mai pensato di sposarti, chiaro.
–Esatto. Insomma, finora è sempre andato tutto bene, ma l'altro giorno... non lo so che cazzo è andato storto. E ora arriva questa cosa.
–Bambino.
–Non dire quella parola. Lo fa sembrare reale.
–Bro, lo è. È reale.
–No cazzo, non lo è. Si possono disconoscere i figli, vero? Devo farlo in comune o basta che vado all'ospedale?
–Cioè, tu mi chiami dopo dieci fottuti anni che non ci sentiamo, e sottolineo che sei tu ad aver tagliato i ponti per andartene con quel gruppo di quattro sfigati che chiamavi "il clan", e ora mi chiami per sapere come disconoscere i figli? I quattro sfigati che fine hanno fatto?
–Quelli ancora vivi sono in galera.
–Serio, bro?
–Cristo, vorrei non esserlo.
–Ci credo che pensi a certe puttanate allora, sei stato con gentaglia fin troppo a lungo.
–Ma io non posso. Non so come si fa, e non so neanche se voglio.
–Ricordi che i nostri genitori si conoscevano?
–Sì, che centra ora?
–Mio padre mi raccontava storie. Del tuo, intendo. Ha fatto una marea di cazzate, bro. Ma veramente tante, alcune forse il tuo neanche te le ha raccontate.
–Sì, mio padre era un coglione, lo so anch'io. E quindi?
–E tu sei venuto su... decente. Insomma, sei stato amico di quattro idioti, e mi pare di capire che sei ancora a piede libero, no?
–Sì. Li ho mandati a cagare quando ho capito che stavano pisciando fuori dal vaso.
–Ecco. Se persino un coglione come tuo padre ha tirato su una persona decente come te, vedrai che anche tu riuscirai a essere un padre... decente. E magari tuo figlio sarà persino capace di scegliersi gli amici. Se glielo insegnerai. È sangue del tuo sangue, e da questo non puoi scappare. Puoi solo sperare che sia... buon sangue.
–Perché? Perché sei così dannatamente ragionevole? Dieci anni schivavi le responsabilità come fossero proiettili, speravo che mi avresti dato una scappatoia!
–Bro, hai presente quando ti ho detto che devo andare?
–Ah. Cazzo, di già? Dio, ho davvero bisogno di qualcuno con cui parlare adesso...
–No vabbè, possiamo parlare mentre sto in macchina. Quello che volevo dire è che sto andando a prendere mio figlio all'asilo. Quindi so cosa stai passando, e fidati: ne vale la pena.
–Dio.
–Andrà tutto bene, Luca. Fidati. Vediamoci per una birra, okay? Stasera?
–Okay... Okay. grazie Fede. Ah, posso chiederti un'ultima cosa?
–Dimmi.
–Che cazzo è un gender reveal party?
–Ciao Federico
–Scusa, parlo con...
–Luca. Luca Manfredi. Ti ricordi di me?
–Mio dio, bro, non ci sentiamo da... dieci anni? Neanche avevo più il tuo numero!
–Questo un po' mi offende
–No bro, fidati, sei tu che sei inquietante ad avere ancora il mio dopo così tanto tempo.
–Okay Fede, va bene. Non è per questo che ti ho chiamato.
–Dimmi allora, che succede?
–Ho fatto un casino Fede... non so neanche da che parte cominciare
–Prova dall'inizio, bro.
–Piantala di chiamarmi bro, non abbiamo più quindici anni.
–Senti, ti fai vivo dopo una vita, non dirmi come devo chiamarti o ti riattacco in faccia. Bro.
–Satana, dammi la forza.
–Senti, tra un po' devo andare, quindi o mi dici il motivo della chiamata o ti riattacco.
–Sto per diventare padre.
–Ma... congratulazioni!
–No cazzo! Congratulazioni mettitele in culo Fede, non c'è proprio niente da congratulare! Che cazzo fo ora?
–Be', se vuoi ti aiuto col gender reveal party, mi diverto a farli per gli amici. Possiamo ancora chiamarci così noi due?
–Che cazzo è un... no. No, no, no. Non posso diventare padre. Cazzo, ho solo venticinque anni. Non siamo più nel millenovecentonovanta quando potevi diventare padre e comprare casa e andare in vacanza in america e sposarti tutto nello stesso anno con uno stipendio mensile che
–Bro, respira.
–...
–Bravo, così. Calmati ora. E spiega meglio.
–È tutta colpa sua Fede. C'ha due occhi azzurri che ti ci perdi dentro, quando mi guarda io non capisco più un cazzo. Lei lo sa. Lo sa che non capisco un cazzo quando mi guarda così. E mi guarda così proprio in quel mom
–Bro, non volevo sapere della posizione in cui l'avete concepito. Cioè, interessante, non fraintendere, ma penso ci siano cose più urgenti.
–Sì, scusa. Ho conosciuto Maria due anni fa. In una discoteca in centro.
–Centro? Stai ancora a Firenze?
–No, mi sono trasferito a Milano.
–Ma che figo! Io sto qua vicino ora, dai che ci vediamo per una birra e mi racconti faccia a faccia!
–No Fede non hai capito. Io scappo. Me ne vado in Messico, sai che ho offerte di lavoro ovunque nel mondo? Se voglio posso sparire e non mi ritrova più neanche Sherlock Holmes.
–Okay, okay, sei un po' agitato, è comprensibile. Finisci di raccontare.
–Dicevo, l'ho conosciuta un paio d'anni fa. Stiamo insieme, ma abbiamo sempre messo in chiaro che non era una cosa seria. Cioè, non vedevo altre, ma non avevo pensato a... firmare un contratto, non so come trasmettere il concetto ho il cervello in corto.
–Non avevi mai pensato di sposarti, chiaro.
–Esatto. Insomma, finora è sempre andato tutto bene, ma l'altro giorno... non lo so che cazzo è andato storto. E ora arriva questa cosa.
–Bambino.
–Non dire quella parola. Lo fa sembrare reale.
–Bro, lo è. È reale.
–No cazzo, non lo è. Si possono disconoscere i figli, vero? Devo farlo in comune o basta che vado all'ospedale?
–Cioè, tu mi chiami dopo dieci fottuti anni che non ci sentiamo, e sottolineo che sei tu ad aver tagliato i ponti per andartene con quel gruppo di quattro sfigati che chiamavi "il clan", e ora mi chiami per sapere come disconoscere i figli? I quattro sfigati che fine hanno fatto?
–Quelli ancora vivi sono in galera.
–Serio, bro?
–Cristo, vorrei non esserlo.
–Ci credo che pensi a certe puttanate allora, sei stato con gentaglia fin troppo a lungo.
–Ma io non posso. Non so come si fa, e non so neanche se voglio.
–Ricordi che i nostri genitori si conoscevano?
–Sì, che centra ora?
–Mio padre mi raccontava storie. Del tuo, intendo. Ha fatto una marea di cazzate, bro. Ma veramente tante, alcune forse il tuo neanche te le ha raccontate.
–Sì, mio padre era un coglione, lo so anch'io. E quindi?
–E tu sei venuto su... decente. Insomma, sei stato amico di quattro idioti, e mi pare di capire che sei ancora a piede libero, no?
–Sì. Li ho mandati a cagare quando ho capito che stavano pisciando fuori dal vaso.
–Ecco. Se persino un coglione come tuo padre ha tirato su una persona decente come te, vedrai che anche tu riuscirai a essere un padre... decente. E magari tuo figlio sarà persino capace di scegliersi gli amici. Se glielo insegnerai. È sangue del tuo sangue, e da questo non puoi scappare. Puoi solo sperare che sia... buon sangue.
–Perché? Perché sei così dannatamente ragionevole? Dieci anni schivavi le responsabilità come fossero proiettili, speravo che mi avresti dato una scappatoia!
–Bro, hai presente quando ti ho detto che devo andare?
–Ah. Cazzo, di già? Dio, ho davvero bisogno di qualcuno con cui parlare adesso...
–No vabbè, possiamo parlare mentre sto in macchina. Quello che volevo dire è che sto andando a prendere mio figlio all'asilo. Quindi so cosa stai passando, e fidati: ne vale la pena.
–Dio.
–Andrà tutto bene, Luca. Fidati. Vediamoci per una birra, okay? Stasera?
–Okay... Okay. grazie Fede. Ah, posso chiederti un'ultima cosa?
–Dimmi.
–Che cazzo è un gender reveal party?
Re: Pronto?
Ciao Stefano! Tutto ok con i parametri, buona LUCA FAGIOLO EDITION!
-
- Messaggi: 3145
Re: Pronto?
Tema centrato. Attraverso una lunga telefonata, il lettore scopre un mondo. Quello di Luca, che sta per diventare padre a venticinque anni e vorrebbe fuggire in Messico e disconoscere il figlio in arrivo, ma Federico lo rincuora, dicendogli di essere diventato padre a sua volta, non è poi così terribile. E poi si complimenta con lui per essere uscito da una brutta compagnia. Racconto molto ben scritto, che si legge in un fiato.
-
- Messaggi: 423
Re: Pronto?
Ciao Stefano! Il racconto in sé mi è piaciuto. Forse c'è un po’ di ridondanza nel ricordare che non si sentono da dieci anni che avrei evitato. Di solito a scrivere racconti così c'è il rischio che i personaggi sembrino voci nel vuoto, ma i tuoi hanno una loro personalità e riesco a percepire bene le loro emozioni.
L’unica cosa che mi ha confuso è proprio quel “Bro” che mi ha fatto pensare a un ragazzino adolescente, all'inizio. Però capisco che lo hai usato per diversificare la voce del vecchio amico e cercare di dargli un timbro marcato.
Forse avrei usato qualcosa per renderlo un filo più originale. Magari attraverso qualche racconto con le bravate fatte del padre di Luca, invece che della brutta compagnia di amici su cui è meglio non contare, descrivendone due o tre. Così da dare ancora più forza all'insegnamento che emerge dal testo.
In ogni caso rimane un buon racconto che non mi aspettavo di leggere.
In bocca al lupo per la gara!
L’unica cosa che mi ha confuso è proprio quel “Bro” che mi ha fatto pensare a un ragazzino adolescente, all'inizio. Però capisco che lo hai usato per diversificare la voce del vecchio amico e cercare di dargli un timbro marcato.
Forse avrei usato qualcosa per renderlo un filo più originale. Magari attraverso qualche racconto con le bravate fatte del padre di Luca, invece che della brutta compagnia di amici su cui è meglio non contare, descrivendone due o tre. Così da dare ancora più forza all'insegnamento che emerge dal testo.
In ogni caso rimane un buon racconto che non mi aspettavo di leggere.
In bocca al lupo per la gara!
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Pronto?
Ciao Stefano, devo dirti che leggere un racconto interamente costruito con i dialoghi mi ha fatto un certo effetto. Da una parte la storia scorre rapidissima e ho potuto leggerlo con semplicità. Il ritmo veloce lo rende godibile da inizio a fine.
Dall'altra parte, il racconto è sicuramente originale, sei stato capace di inserire la preoccupazione e il terrore del personaggio che telefona.
Un racconto che non ha grandi colpi di scena (ma non devono necessariamente esserci). Il tema lo hai gestito bene, andando a infilarci la parte sul padre e l'amico che glielo rammenta.
L'unica considerazione che faccio, come valutazione del racconto dalla parte proprio di lettore è che, in un racconto del genere, si fatica a empatizzare con i personaggi perchè non c'è un reale pdv focalizzato. Si fa un pò il tifo per uno dei due, magari. Si assiste alla telefonata e si aspetta che concluda. Non so se mi sono riuscito a spiegare. Fa meno breccia di racconti strutturati come mi è già capitato di leggere e commentare di tuo, ecco.
Buona edition, alla prossima!
Dall'altra parte, il racconto è sicuramente originale, sei stato capace di inserire la preoccupazione e il terrore del personaggio che telefona.
Un racconto che non ha grandi colpi di scena (ma non devono necessariamente esserci). Il tema lo hai gestito bene, andando a infilarci la parte sul padre e l'amico che glielo rammenta.
L'unica considerazione che faccio, come valutazione del racconto dalla parte proprio di lettore è che, in un racconto del genere, si fatica a empatizzare con i personaggi perchè non c'è un reale pdv focalizzato. Si fa un pò il tifo per uno dei due, magari. Si assiste alla telefonata e si aspetta che concluda. Non so se mi sono riuscito a spiegare. Fa meno breccia di racconti strutturati come mi è già capitato di leggere e commentare di tuo, ecco.
Buona edition, alla prossima!
Manuel Marinari
Re: Pronto?
Ciao Stefano,
Sicuro hai scelto una strada non facile con il discorso diretto senza dialogue tag o descrizioni esterne, però effettivamente sia la soluzione del corsivo sia il fatto che i due personaggi fossero ben caratterizzati mi ha fatto sembrare il tutto abbastanza credibile. Ci sono solo pochi punti dove i dialoghi mi sono sembrati meno realistici degli altri, tendenzialmente quelli un po' troppo lunghi o con incisi (Soprattutto quello "e sottolineo che sei stato tu...") però mi è sempre sembrato tutto molto ben scritto e i momenti di humour sono sempre arrivati nel momento giusto come in una vera conversazione tra amici che non si sentono da un po' ma vedono riaffiorare i loro vecchi automatismi. Ho apprezzato la concordanza finale col fatto che la fretta del ricevente sia dettata dal fatto di dover andare a prendere il figlio a scuola.
La scena nel complesso mi è sembrata funzionare, anche se forse un po' stranito che tra tutte le persone che il chiamante poteva chiamare scelga di chiamare proprio un amico di dieci anni prima, casualmente un amico che ha un figlio (cosa che però lui sembra non sapere), come pure casualmente un amico che sa cose sul padre del chiamante che lui stesso non sapeva. Mi rendo conto che così facendo tutto riesce a tornare alla perfezione a livello narrativo e che il cerchio si chiuda ma forse proprio questa perfezione del cerchio me lo fa risultare un po' strano.
Detto questo, è stata comunque una buona prova! Se non la metterò nella parte alta della mia lista è solo perché ho preferito maggiormente altri racconti e perché con questa struttura di pure dialogo mi sembra giocare un po' in un campionato a parte rispetto agli altri racconti. In bocca al lupo per la Fagiolo Edition!
Alla prossima!
Sicuro hai scelto una strada non facile con il discorso diretto senza dialogue tag o descrizioni esterne, però effettivamente sia la soluzione del corsivo sia il fatto che i due personaggi fossero ben caratterizzati mi ha fatto sembrare il tutto abbastanza credibile. Ci sono solo pochi punti dove i dialoghi mi sono sembrati meno realistici degli altri, tendenzialmente quelli un po' troppo lunghi o con incisi (Soprattutto quello "e sottolineo che sei stato tu...") però mi è sempre sembrato tutto molto ben scritto e i momenti di humour sono sempre arrivati nel momento giusto come in una vera conversazione tra amici che non si sentono da un po' ma vedono riaffiorare i loro vecchi automatismi. Ho apprezzato la concordanza finale col fatto che la fretta del ricevente sia dettata dal fatto di dover andare a prendere il figlio a scuola.
La scena nel complesso mi è sembrata funzionare, anche se forse un po' stranito che tra tutte le persone che il chiamante poteva chiamare scelga di chiamare proprio un amico di dieci anni prima, casualmente un amico che ha un figlio (cosa che però lui sembra non sapere), come pure casualmente un amico che sa cose sul padre del chiamante che lui stesso non sapeva. Mi rendo conto che così facendo tutto riesce a tornare alla perfezione a livello narrativo e che il cerchio si chiuda ma forse proprio questa perfezione del cerchio me lo fa risultare un po' strano.
Detto questo, è stata comunque una buona prova! Se non la metterò nella parte alta della mia lista è solo perché ho preferito maggiormente altri racconti e perché con questa struttura di pure dialogo mi sembra giocare un po' in un campionato a parte rispetto agli altri racconti. In bocca al lupo per la Fagiolo Edition!
Alla prossima!
Re: Pronto?
Ciao Stefano, premetto una cosa: per me sarà difficile giudicare questo racconto perché è stato strano leggere uno scritto fatto totalmente di dialoghi. La cosa che mi è piaciuta molto è stata quella di aver reso i due personaggi comunque totalmente riconoscibili, anche senza l’utilizzo del corsivo (comunque necessaria per capire “dove siamo” spazialmente), è facilissimo capire chi sta dicendo cosa.
Come ti hanno già detto, trovo un po’ inverosimile che una persona contatti un’altra dopo dieci anni, senza un motivo apparente (forse sono io che non lo trovo). Magari avrei sfoltito alcuni dialoghi per trovare uno spazio dove inserire un “Motivo” plausibile per questo ritorno.
Bella scelta, che comunque ho letto molto volentieri e mi sono divertito ad analizzare.
Come ti hanno già detto, trovo un po’ inverosimile che una persona contatti un’altra dopo dieci anni, senza un motivo apparente (forse sono io che non lo trovo). Magari avrei sfoltito alcuni dialoghi per trovare uno spazio dove inserire un “Motivo” plausibile per questo ritorno.
Bella scelta, che comunque ho letto molto volentieri e mi sono divertito ad analizzare.
- BruceLagogrigio
- Messaggi: 455
Re: Pronto?
Pronto?, di Stefano Moretto
In prima persona (telefonata). Tempo verbale: presente. Ambientazione: realistica non specificata (Milano, Firenze. Genere: narrativa contemporanea / umoristica. Tema centrato.
Ciao Stefano. Piacere di rileggerti. Sarebbe sempre piaciuto fare anche a me un racconto solo di dialoghi magari al telefono, ma l’ho sempre percepito come rischioso. Lo stile è fresco, diretto, vivace e colloquiale, con un uso efficace dell’ironia. Le battute creano ritmo e tengono alta l’attenzione. I personaggi sono ben delineati attraverso il dialogo, anche senza descrizioni fisiche o ambientali. Anche a me il “bro” non mi ha fatto impazzire. Sarà molto difficile da posizionare in classifica. Comunque bella prova.
Bruce.
In prima persona (telefonata). Tempo verbale: presente. Ambientazione: realistica non specificata (Milano, Firenze. Genere: narrativa contemporanea / umoristica. Tema centrato.
Ciao Stefano. Piacere di rileggerti. Sarebbe sempre piaciuto fare anche a me un racconto solo di dialoghi magari al telefono, ma l’ho sempre percepito come rischioso. Lo stile è fresco, diretto, vivace e colloquiale, con un uso efficace dell’ironia. Le battute creano ritmo e tengono alta l’attenzione. I personaggi sono ben delineati attraverso il dialogo, anche senza descrizioni fisiche o ambientali. Anche a me il “bro” non mi ha fatto impazzire. Sarà molto difficile da posizionare in classifica. Comunque bella prova.
Bruce.
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 376
Re: Pronto?
Hanno già detto tutto gli altri che non so cosa dirti di diverso. L'uso del Bro non mi ha dato particolari fastidi, devo dire. Invece mi ha fatto davvero molto strano la telefonata per una cosa così importante tra due persone che non si sentono da dieci anni. Allora mi sono detto che un tempo dovevano essere dei grandi amici e, ora che uno dei due si sente nei guai e non sa che pesci prendere, si rivolge all'altro per esasperazione chiedendogli aiuto. Il racconto tutto dialogo, se scritto bene come il tuo, fila via liscio. In qualche modo si riesce, pur se si passa da uno all'altro in maniera serrata, e stare nel loro punto di vista senza problemi. Il ritmo è ottimo, aggiungerei. Il piccolo colpo di scena finale, quello dell'amico che gli svela di essere padre, pure ci sta bene. Non mi è sembrato tanto strano che Federico, attraverso i racconti del padre, sappia del padre dell'altro così tante cose da essere persino più informato: il padre di Luca potrebbe pure non aver voluto rivelare al figlio tante faccende per imbarazzo. Una buona storia, ma non so bene dove piazzarla.
Re: Pronto?
Ciao Stefano, piacere di leggerti. Ti hanno già scritto sopra che il tutto è un po’ inverosimile ma capisco che tu abbia voluto fare un certo discorso e dire certe cose che sono arrivate ma lo hanno fatto molto forzatamente. Bravo comunque a destreggiarti così bene con questo tipo di dialogo che non è assolutamente facile da gestire: a parte alcuni punti mi è parso credibile e soprattutto non ho mai perso il filo di chi diceva cosa. Buona edition!
Re: Pronto?
I racconti tutti dialogati sono sempre interessanti e li leggo con piacere. Qui c'è un problema grosso grosso: non semini abbastanza nel corso delle linee di dialogo. Sostanzialmente, ci dici davvero poco dei due protagonisti e del loro back, non ci racconti storie nella storia e il tutto rimane decisamente statico. Si muove nel finale quando sveli il motivo per cui ha chiamato l'amico e questo va a chiudere con quel bel finale, ma ci lasci senza una prospettiva perché, sostanzialmente, alla fine del protagonista sappiamo solo che non vuole avere un figlio, non vuole impegnarsi, era andato via anni prima con alcuni sbandati che poi aveva lasciato e che non ama sentirsi chiamare "bro" (che, poi, già nel 2010 ci si chiamava BRO? Non ricordo). Tema infilato molto a forza. Per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma non in modo solido e neppure brillante.
Torna a “Luca Fagiolo Edition - la Terza della Dodicesima Era - 186° All Time”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti