BENVENUTI ALLA STEFANIA TONIOLO EDITION, LA SESTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 190° ALL TIME!
Questo è il gruppo ZOMBIE della STEFANIA TONIOLO EDITION con STEFANIA TONIOLO come guest star.
Gli autori del gruppo ZOMBIE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo VAMPIRO.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo FRANKENSTEIN.
Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da STEFANIA TONIOLO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ZOMBIE:
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 MARZO per commentare i racconti del gruppo VAMPIRO Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo VAMPIRO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo VAMPIRO. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
1) Ufficio Collocamento mostri - Stefano Scudeler 2) Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba 3) Il lento addio - Cristiano Saccoccia 4) Malombra - Bruce Lagogrigio 5) Che razza di amore! - Marco Sacchi 6) Corale - M.Maponi 7) Andante con moto - Corrado Gioannini 8) Una pagina del diario di Soy - Francesco Forciniti 9) Se non posso... - Valerio Baldini
Il lento addio - Cristiano Saccoccia
► Mostra testo
Ciao Cristiano, un piacere leggerti. Manco un po' da Mc e non mi sembra di aver mai letto qualcosa di tuo. Faccio questa premessa per dire che anche se è la prima volta che mi imbatto in un tuo racconto ho la percezione che il tuo stile sia unico e originale. Qualcuno ti ha fatto notare la presenza di alcuni lirismi sparsi qua e là nel testo, ma per quanto mi riguarda se non sono pesanti e ingombranti (come nel tuo caso) a me non danno fastidio, anzi. La "moda" della scrittura immersiva ha spento un po' di magia nella scrittura, per cui, almeno per me, ben venga qualche frase più evocativa come quelle che hai disseminato tu nel testo, anche a discapito della vividezza delle immagini mentali. Per quanto riguarda i punti dolenti, anche io credo che la trama presenti un problema di incoerenza riguardo alla responsabilità del mostro nel primo incidente. Rileggendo il racconto dopo aver scoperto questo dettaglio, ci si rende conto che tutta la storia fa fatica a mantenersi in piedi. Per cui il mio giudizio è sospeso a metà tra la capacità narrativa e stilistica da una parte, e la struttura della storia in sè dall'altra. Alla prossima, buona edition.
Corale - M.Maponi
► Mostra testo
Ciao M., un piacere leggerti. Mi accodo a chi ti ha detto che il tuo testo evoca immediatamente un certo tipo di cinema collegato a quella guerra. Lo reputo un pregio, perchè vuol dire che la tua scrittura è stata subito in grado di generare immagini mentali forte nel lettore. Dal punto di vista puramente stilistico non ho trovato particolari sbavature ma nemmeno pregi che mi abbiano fatto apparire la tua scrittura unica e originale. Detto questo, anche dal mio punto di vista, il collegamento tra le due scene andava elaborato in maniera più coerente e diretta, impedendo al lettore di avere dei dubbi su quanto stesse leggendo. Con qualche accorgimento avresti potuto facilmente raggiungere questo obiettivo. Alla prossima, buona edition.
Malombra - Bruce Lagogrigio
► Mostra testo
Ciao Bruce, un piacere leggerti. Per quanto mi riguarda, il punto forte di questo racconto è l'ambientazione. In poche pennellate hai subito reso l'idea del contesto storico e ambientale in cui ci troviamo. Sembra una cosa normale, e invece nella maggior parte dei racconti che leggo, arrivo a metà del testo e ancora non capisco cosa dovrei immaginare. Per cui complimenti. Detto questo, dal punto di vista della trama ho trovato qualche lacuna. In un tuo precedente commento ho letto che hai lasciato porte aperte a varie interpretazioni, ma a gusto mio personale preferisco avere tutto chiaro quando leggo qualcosa. Alla prossima, buona edition.
Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba
► Mostra testo
Ciao Jacopo, un piacere leggerti. Il tuo racconto mi è piaciuto per la sua semplicità. Spesso si ricerca ambientazioni surreali e personaggi supersoninici per colpire il lettore, e invece tu te ne esci con una storia semplice e immediata che scorre dall'inizio alla fine con chiarezza. La trama è coerente, e la lettura scorre dall'inizio alla fine senza bisogno di ulteriori letture, cosa che apprezzo sempre molto. Complimenti. Alla prossima, buona edition.
Ufficio Collocamento mostri - Stefano Scudeler
► Mostra testo
Ciao Stefano, un piacer leggerti. Il racconto mi è piaciuto molto, con pochi personaggi in scena e tutti ben delineati. Non ricordo di aver letto qualcosa di tuo in passato (manco da qualche mese) ma il tuo stile mi ha piacevolmente sorpreso, con una scrittura pulita e diretta: bilanci bene dialoghi, azioni e contesto. Bravo. La sensazione che hanno avuto gli altri, riguardo al fatto che manchi qualcosa, l'ho avuta in realtà anche io. Sembra che tu abbia tagliato qua e là il finale per rientrare nei caratteri e qualche particolare ne è rimasto fuori. Detto questo, per me è assolutamente una buona prova. Alla prossima, buona edition.
Una pagina del diario di Soy - Francesco Forciniti
► Mostra testo
Ciao Francesco, un piacere leggerti. Non amo particolarmente i racconti da diario segreto. Ti dico questo perchè la ritengo una maniera pigra per scrivere un racconto. Con una costruzione attenta e lavorata avresti potuto costruire una scena nel presente e sicuramente avresti avuto un impatto maggiore sul lettore che avrebbe vissuto l'esperienza in maniera più focalizzata rispetto al diario. E' come quando uno ti racconta un sogno, non riesce a coinvolgerti emotivamente. Detto questo, la storia in sè mi è piaciuta e dato il tono della stessa non starei tanto a pensare a buchi di trama o a cose del genere. E' un racconto senza grandi pretese e per tale deve essere analizzato. Alla prossima, buona edition.
Andante con moto - Corrado Gioannini
► Mostra testo
Ciao Corrado, un piacere leggerti. Il tuo racconto racchiude tensione e un briciolo di poesia. Il protagonista sembra tormentato tra la sua ambizione e i suoi sentimenti, per cui è un buon lavoro dal punto di vista della costruzione del personaggio. Lo stile a volte melodico si addice al personaggio innamorato. La pecca del racconto, secondo me, è la divisione in 3 parti, cerco di spiegarmi: in soli 5000 caratteri preferirei vedere una scena che inizia e finisce "qui e ora", e non 3 blocchi separati. Potrei farmene passare 2, ma 3 li ritengo ecessivi. Spezzettano il testo e l'immersione del lettore che deve creare nuove immagini mentali a ogni paragrafo. Alla prossima, buona edition.
Che razza di amore! - Marco Sacchi
► Mostra testo
Ciao Marco, un piacere leggerti. Allora, dal mio punto di vista la forza di questo racconto è rappresentato dallo stile narrativo colloquiale, e per questo motivo concordo anche con chi ti ha detto che potevi evitare quel virgolettato su alcune parole. La storia si legge bene e nnìon ha bisogno di ulteriori riletture a meno che non si voglia apprezzare meglio qualche dettaglio sparso nel testo. Carino il modo in cui hai disegnato la protagonista e il colpo di scena finale. Per me è una buona prova. Alla prossima, buona edition.
Se non posso... - Valerio Baldini
► Mostra testo
Ciao Valerio, un piacere leggerti. Il tuo racconto non è male, soprattutto per essere la tua prima volta qui. Hai creato una storia ben delineata, coerente e il tema mi sembra centrato. Le pecche, a mio avviso, sono dal punto di vista stilistico. Ti elenco le 3 cose che balzano subito all'occhio e che non avrai difficoltà a migliorare immediatamente: 1. Fai frasi più brevi, spezzandole quando c'è un cambio di soggetto. 2. Niente spazi vuoti accanto alle " " nei dialoghi. 3. Inizia i dialoghi con il Maiuscolo. 4. Più fantasia nel titolo Alla prossima, buona edition.
1) Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba 2) Ufficio Collocamento mostri - Stefano Scudeler 3) Il lento addio - Cristiano Saccoccia 4) Corale - M.Maponi 5) Malombra - Bruce Lagogrigio 6) Che razza di amore! - Marco Sacchi 7) Se non posso... - Valerio Baldini 8) Una pagina del diario di Soy - Francesco Forciniti 9) Andante con moto - Corrado Gioannini
Il lento addio - Cristiano Saccoccia
► Mostra testo
Ciao Cristiano,
Contento di essere di nuovo qui a leggere un tuo racconto ;)
Il testo è di un lirismo meraviglioso. Frasi che mischiano sensazioni, emozioni, colori e suoni. Il mostro mutaforma è ottimo.
Se devo trovare una nota stonata è il finale. Come mostro avrei goduto nell'essere la causa della morte di Mike e quindi della sofferenza di Melody (cosa di cui si nutre). Mi sarei aspettato che come dono, il mostro scaraventasse Melody nello stesso "limbo" di Mike. E, alla fine, Melody, ignara del tentacolo maledetto, che ringrazia il Mostro per il suo gesto d'amore. Non so ^_^
Alla prossima!
Corale - M.Maponi
► Mostra testo
Ciao Matteo,
Hanno già detto tutto prima.
Sai cosa mi ha portato fuori strada? La domanda finale del primo pezzo «Dove hai preso la giacca di un pilota?» Perché sembra un cliffhanger. Così nella seconda parte cercavo la spiegazione. Cercavo la storia del pilota, del suo cambiamento terrore/amore. Serve appunto una seconda lettura per comprendere che il punto di contatto è la ragazzina.
Alla prossima!
Malombra - Bruce Lagogrigio
► Mostra testo
Ciao Bruce,
Mi trovo in difficolta con questo commento. Il racconto è ben scritto, si legge bene, i personaggi sono caratterizzati e hanno un proprio essere. Il tema è rispettato. Ma, non riesco a farmi carico della sofferenza di nessuno dei due. Che vivano o muoiano non mi importa: non riesco a tifare per loro.
Forse un piccolo refuso sulla lite finale: "Scende dal letto".
Alla prossima!
Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba
► Mostra testo
Ciao Jacopo,
Racconto spassoso. I bambini sono vividi come le loro emozioni. L'ambientazione la trovo perfetta e che siano in un orfanotrofio si comprende senza problemi.
Andando alle cose che mi hanno fatto pensare: – perché ci si trasforma di sabato e non con la luna piena? Come un vero "mannaro" farebbe. – come fa un bambino di sette anni a portarsi in braccio un topo-umano di quattro/cinque anni? – ci sono soltanto tre bambini in tutta la stanza?
Il tema è sfiorato, ma presente. Il protagonista che dal voler generare terrore cambia per proteggere in futuro il topo-mannaro. Quindi implicitamente si farà amare invece di "terrorizzare".
Alla prossima!
Ufficio Collocamento mostri - Stefano Scudeler
► Mostra testo
Ciao Stefano,
Pierre è un bel tipetto, ben caratterizzato e con uno stile tutto suo. Le noti dolenti del testo sono nei tagli che lasciano dei vuoti (errore che faccio spesso anche io…)
Ho visto un pizzico di Monster&Co. tra uffici di collocamento e mostri che non devono fare i mostri, così ho "alleggerito" l'inizio. Stereotipi da vampiro, perché non ci va giù pesante contro i mannari?
L'inibitore alla Buffy sarebbe da spiegare meglio. Cosa fa? Quando lo si indossa?
Riprendi il racconto e metti tutto quello che non ci stava perché merita di essere letto nella sua interezza.
Alla prossima!
Una pagina del diario di Soy - Francesco Forciniti
► Mostra testo
Ciao Francesco,
Testo che si legge tutto d'un fiato. Lo stato di tensione e aspettativa è creato veramente bene! All'inizio credevo che fossimo dentro la famiglia Addams dopo la reazione della sorella. Con le ossa rotte è difficile essere furiosi. La scena della tarantola è da "Il ragazzo di campagna", esilarante :D
Per la scena finale degli spilli ti hanno già detto. Sai con cosa avrei giocato? Con l'ammoniaca! Ci sono diversi dolci che si fanno con l'ammoniaca alimentare e, in assenza di quella, avrebbe potuto usare l'altra :X
Alla prossima!
Andante con moto - Corrado Gioannini
► Mostra testo
Ciao Corrado,
Ho avuto parecchie difficoltà con il testo. Soprattutto nei pensieri del protagonista (e per via dei termini usati). La storia ha tanto potenziale, ma ha bisogno di più spazio per prendere forma e arrivare al suo massimo.
MinutiContati è terribile e sono sicuro che le cose che sto per dirti valgano forse solo per me (e per chi conosce la storia di Venezia: che poi è il problema di scrivere testi "storici"). La faccio breve: 1) Se compone madrigale e questa forma è ancora in voga a Venezia siamo al massimo nel XVI secolo. 2) Il protagonista non avrebbe mai usato il termine Cobra Egiziano, perché da ottomano avrebbe usato il nome arabo (o quello in voga: Ureo). Anche perché il nome Cobra Egiziano nasce nel XVIII secolo. Ma capisco che serve per farlo arrivare a noi lettori. Prova a giocare con altri termini per dire la stessa cosa ;) 3) Perché dovrebbe essere un problema la differenza di età? I matrimoni tra persone di età diversa era normalissima soprattutto tra uomini avanti negli anni e giovani donne. 4) Il Doge non veniva chiamato Signoria, perché la (Serenissima) Signoria era il "governo" di Venezia.
Alla prossima!
Che razza di amore! - Marco Sacchi
► Mostra testo
Ciao Marco,
Racconto ben scritto, in particolare la descrizione dei luoghi e del recente passato. Il finale quasi a "la sentinella" ci sta. Non sono convintissimo del tema però. L'esercito invasore dovrebbe vedere noi umani come inferiori, averne ribrezzo e non terrore. La sentinella dovrebbe generare terrore in Nina? Ma lei se ne innamora senza che lui faccia qualcosa per "cambiare"?
Alla prossima!
Se non posso... - Valerio Baldini
► Mostra testo
Ciao Valerio,
Tema potente e, con variazioni, attuale. La realizzazione è altalenante ma su MinutiContati si migliora in fretta (esperienza diretta). Hai uno stile definito che allo stesso tempo mi ha fatto bloccare e tornare indietro in più di un passaggio soprattutto per la lunghezza delle frasi. Alcune andrebbero spezzate, almeno quando cambiano i soggetti e le azioni diventano multiple.
Bello! Un racconto/favola per adulti raccontata da bambini. bambini che ci hai fatto vedere nitidamente, Sofia che gioca con dentino da latte, Daniele che si diverte a fare spaventare gli altri, il piccolo topo mannaro... all'inizio avevo pensato all'ora del riposino pomeridiano in una scuola materna, invece è un orfanotrofio, Questo ci rende i piccoli ancora più simpatici e si fa il tifo affinché riescano a salvare Fabio nelle sue prossime trasformazioni.
2 Ufficio collocamento mostri
Ciao Stefano, piacere di leggerti. Fantastico! Pierre mi ha conquistata dal suo “oui cherie”, anch’io ho immaginato hotel Transilvania e tutto il brano scorre bene. Han ragione, manca il finale ma io capisco bene la tortura tempo/numero battute. Buona l'idea dell' ufficio collocamento che non sa più come inserire Pierre che sembra combinare guai in serie. Bravo, bel racconto.
3 Corale
A me è piaciuto molto, avevo subito collegato la ragazzina alla prima parte del racconto (non so se è sintonia, abitudine mia a fare collegamenti). Mi hai riportata all'adolescenza, quando a scuola si facevano assemblee e manifestazioni contro la guerra in Vietnam, alle letture e, sì, anche come ti han già scritto, ai film visti. Quando noi ragazzi avevamo desiderio di cambiare il mondo! Ottimo brano, per me ultima arrivata, siete tutti bravissimi e sarà arduo anche stavolta stilare una classifica.
4 Il lento addio
Wow! Davvero in una frase hai saputo descrivere tutto, mi hai raggelata ed emozionata con Melody che non teme, anzi, affronta il mostro. Io l'ho "vista" più piccola degli otto anni che le hanno attribuito e, sì, hai ragione: si può puzzare di botte e moccio. Vero, c'è qualche refuso ma quando scrivo nell'arena (da poco tempo, in verità), anch'io rileggo velocemente e invio, in una gara contro me stessa e contro le battute contate. Bel pezzo, davvero complimenti.
5 Malombra
Un piacere leggerti. Bella storia, ben sviluppata anche con gli intermezzi in corsivo. Passa in sordina il rammarico del ragazzo salvato che uccide Malombra senza nemmeno sapere come stiano le cose in realtà ma è anche il bello della narrazione. Un vecchio avaro di parole, che non spiega; fa del bene e basta, giusto per amore. Bella l'ambientazione quasi post atomica, bravo.
6 Se non posso seminare terrore, ispirerò amore
Prima esperienza in minuti contati? Wow! Davvero un buon lavoro. Sì, hai terminato un po’ di corsa; è vero il sogno è potente, ma un’azione anziché solo l’intenzione del cambiamento sarebbe stata più centrata. Buon lavoro comunque. Sempre più difficile stilare la classifica, imparerò mai a non affezionarmi agli autori?
7 Andante con moto
Ciao Corrado, piacere leggerti. A me è piaciuto. Vero, qualche imprecisione c’è ma di queste ti han già scritto; io ho amato proprio la voce colta e delicata del maestro di violino, che cela una duplice identità di spia (ai giorni nostri sarebbe un terrorista). Al solito sarà arduo stilare la classifica.
8 Che razza di amore
Ciao Marco. Bel racconto! La nonnina inguaribile ottimista e impunita farabutta è il Top! Bella l’ambientazione com’è bello il narrato in prima persona di Nina, innamorata di un extraterrestre che nella scena finale lascia basiti. Forse non centratissimo il tema, ma con un minimo di fantasia ci si può arrivare
9 Una pagina del diario di Soy
Et voilà Giovannino Stoppani 2.0. Come Giamburrasca crea scherzi atroci, per nulla divertenti se non per se stesso e ancora non ne è soddisfatto! Non è una critica, ma a me ha subito fatto pensare a Giamburrasca, solo un po’ più delinquente. Il racconto però scorre bene, dall’inizio alla fine e potrebbe fare anche sorridere se non fosse fin troppo reale. Bravo, con un pizzico di sana invidia perché a me mai sarebbe in mente una cosa così!
Salve a tutti! Classifica difficilissima! Mi avete messo in difficoltà! Ogni racconto ha presentato elementi di interesse, stili accattivanti e storie di livello. Ho dovuto fare delle scelte difficili, come al solito. Buona Edition! Emiliano.
CLASSIFICA
1. MALOMBRA di Bruce Lagogrigio 2. IL TOPO MANNARO NON ESISTE di Jacopo Saba 3. IL LENTO ADDIO di Cristian Saccoccia 4. ANDANTE CON MOTO di Corrado Gioannini 5. UFFICIO COLLOCAMENTO MOSTRI di Stefano Scudeler 6. CORALE di M.Maponi 7. UNA PAGINA DEL DIARIO DI SOY di Francesco Forciniti 8. CHE RAZZA DI AMORE! di Marco Sacchi 9. SE NON POSSO SEMINARE TERRORE, ISPIRERO' AMORE di Valerio Baldini
Il Lento Addio, di Cristiano Saccoccia Lasciami dire che sono felicissimo di rivederti nella lista dei concorrenti per questa Edition. E ti leggo sempre con molta curiosità e partecipazione, visto che i tuoi racconti sono molto profondi e coinvolgenti. Anche questa volta, secondo me, non hai deluso. Hai rappresentato con immagini forti un male secolare che brama energia vitale e si nutre del dolore umano. Ma in questo caso l'entità (mi sento di chiamarla così) scopre un dolore ancora più grande che la sconvolge, fino al finale a sorpresa. A me l'incipit è piaciuto tanto e, spesso, ammiro gli autori e le autrici che con un'unica frase catturano un'intero concetto o immagine; mi riferisco a: "La stanza piange ombre". E' una frase di una suggestione enorme, e sono riuscito a figurarmi un intrico di ombre che si allunga sulle pareti e in ogni dove. Devo ammettere, però, che non è un racconto facile: si incrociano molte implicazioni, tante sequenze e sottintesi da ricostruire e integrare. Non è un grosso inconveniente, intendiamoci, ma induce a più letture per afferrare tutti i contorni. Ho apprezzato, inoltre, la reazione strafottente di Melody nei confronti dell'entità; non terrore, non spavento, non ritrosia ma confronto/affronto, come se ella stessa fosse un'entità pregna di un male peggiore di quello che aveva di fronte. E' comunque un racconto che fa riflettere, e molto. Qualche refuso di troppo, qualche virtuosismo di troppo, ma tutto perfettamente in linea col tuo stile solido ed elaborato. Mi permetto solo di farti una tiratina di orecchie per la (maledetta) fretta che affligge alcuni partecipanti storici di MC. Prenditi anche una mezz'ora in più, per rileggere a mente fredda, per cesellare qua e là, perché alla fin fine il tempo c'è e deve giocare a nostro favore, non metterci il bastone tra le ruote, va addomesticato e coccolato... Tema centrato.
CORALE, di M.Maponi Mentre leggevo il racconto, ho avuto la sensazione di guardare un "classicone" cinematografico sul Vietnam. Inutile citare titoli del passato, ché tanto sono così famosi che persino le pietre potrebbero citarli a memoria! E siccome io questi classiconi li adoro, ho apprezzato il registro e lo stile che hai impresso alla storia. Infatti c'è un po' di tutto: dalla spacconeria degli americani, alla follia di quella maledetta guerra; dai piccoli drammi umani alle grandi questioni esistenziali. Insomma, sotto questo profilo hai fatto un gran lavoro. Quello che davvero manca è una struttura. Le due sequenze narrative sono (o sembrano) disgiunte tra loro e sparigliano il naturale quadro mentale che il lettore ricostruisce quando prova ad annodare i fili della trama. Inoltre i riferimenti storici al Vietnam, soprattutto nella seconda parte, si fanno più frequenti e circostanziati e chi non ha una conoscenza più approfondita di quel periodo fa davvero fatica a seguire il testo. Mio gusto personale: io avrei preferito un racconto tutto "in presa diretta", con un focus su un'unica situazione. Ad esempio se avessi proseguito la narrazione della prima parte, avrei gradito di più, anche perché era in corso un bell'episodio drammatico e crudo, rappresentativo (in parte) di ciò che è stato il Vietnam. Comunque, stile coerente e solido e tema centrato.
Malombra, di Bruce Lagogrigio Che dire? Poco, in verità, perché il racconto mi ha colpito davvero tanto, sotto diversi punti di vista. Hai costruito un mondo narrativo variegato, una situazione profonda, con un intero arco di trasformazione che va a chiudere il cerchio di una storia emozionante. Mi è piaciuta la figura del vecchio/malombra che, attraverso il soldato ferito, trova una redenzione personale dai risvolti arcani. Molto bello anche il retroterra folkloristico che non conoscevo. Tema centratissimo, un sincero applauso e un grosso in bocca al lupo!
Il topo mannaro non esiste, di Jacopo Saba Non starò troppo a girarci intorno: il racconto mi è piaciuto molto, soprattutto il modo in cui hai costruito l'interazione tra i bambini dell'orfanotrofio, per tutta la durata della vicenda. Ho proprio avuto la sensazione di essere lì con loro, di vivere con loro l'avventura. Anche il mistero del "topo mannaro" è risultato avvincente, anche perché hai saputo giocare con le aspettative del lettore, imboccandolo con una scabrosa storia di pedofilia e invece era tutt'altro. Unico vero punto critico è il colpo di scena: non ho ben capito se Fabio era un topino che gli altri bambini allevavano nella loro stanza oppure era un bambino come loro ma, in qualche modo, trasformatosi in topo. Te lo chiedo perché nella prima parte Fabio parla come tutti gli altri, mentre nella scena finale viene descritto come un vero e proprio animaletto. Tema centrato!
Ufficio collocamento mostri, di Stefano Scudeler La storia nel complesso mi è piaciuta molto. E' scritta benissimo, con uno stile spassoso e scanzonato ma anche serio, dove è necessario. Sei stato bravo a costruire un mostro di spessore, che, devo ammettere, sembra vivo sulla pagina. E' un volpone di vecchia data (be', 217 anni non sono pochi...) però alla fine trova il modo di dimostrare che è anche capace di seminare compassione (più che amore). Molto divertenti gli scambi di battute nell'Ufficio di collocamento, che sapientemente lasciano intravedere un mondo in cui soprannaturale e umano si intrecciano. Unica vera pecca un po' di buchi di trama, già indicati da qualcuno prima di me, quindi non mi ripeto, però una piena sufficienza ci sta tutta.
Una pagina del diario di Soy, di Francesco Forciniti Dico subito quello che mi è piaciuto: il registro della storia. Il protagonista è cattivo, ironico, dissacrante (verso la famiglia), bastardo all'inverosimile, quindi attira l'attenzione su di sé nel modo giusto. E hai gestito questo stile senza sbavature o sbandamenti tecnici, insomma, hai fatto un buon lavoro. Invece quello che non mi è piaciuto è l'impianto della trama. Mi spiego meglio: il ragazzino malvagio è calato in una realtà famigliare che, tutto sommato, sembra normale. I genitori non paiono, almeno da ciò che traspare dal racconto, mostri o psicopatici, ma si scambiano dolcezze, sono sorridenti, affettuosi, soprattutto quando lui regala loro i biscottini "contaminati" dagli spilli. Allora la sua malvagità da cosa deriva? Potrei capire un'indole del genere in una famiglia disfunzionale o in una come quella di "Non aprite quella porta", il cui retroterra è già marcio, perverso, ma qui il contrasto è troppo stridente, senza contare che fa scherzi terribili (al limite della mutilazione o, peggio, della morte) e in famiglia subiscono passivamente? Voglio pure passarci sopra, pensando a una specie di parodia piena di humor nero, ma secondo me questo è un punto critico. Potevi giustificare il qualche modo questi suoi comportamenti, magari riducendo i caratteri per le descrizioni e destinandoli a un po' di semina in più. Tema (quasi) centrato.
Andante con moto, di Corrado Gioannini Anche se la storia e lo stile sono un po' lontani dai miei gusti in fatto di letture, tuttavia mi sono immerso nella storia cercando di comprendere appieno il contesto. Ho trovato coerente il periodo storico con il linguaggio barocco ed elegante, ed essendo io (come altri lettori) abituato a uno stile "all'americana", cioè asciutto e con pochi fronzoli, a tratti ho fatto fatica, ho dovuto ritornare indietro e rileggere, ma in fin dei conti non è grave. Non conoscendo bene il retroterra del periodo storico, alcuni momenti della trama mi sono risultati oscuri, la comprensibilità complessiva è stata minata. Il tema, però, è centrato. Ancora adesso non so che valutazione (e conseguente collocazione in classifica) assegnare al tuo racconto: non mi ha deluso, ma neanche esaltato.
Che razza di amore!, di Marco Sacchi Se ho capito bene, siamo in uno scenario bellico/distopico/fantascientifico in cui una sopravvissuta, Nina, agisce per farsi notare nientemeno che da uno degli invasori, poiché ne è innamorata! L'elemento che mi è piaciuto di più è lo stile: molto colloquiale, diretto e anche ironico al punto giusto. La narrazione, insomma, è assai gradevole. Oltretutto, mi fa molto piacere rilevare un testo senza grosse sbavature tecniche e ben condotto dall'inizio alla fine. Solo un piccolo appunto, l'uso delle virgolette. Se il testo ha un registro ironico, chiamare "ferro" una pistola o "raggio di sole" lo spasimante, non necessita di virgolettato perché il lettore capisce da sé l'enfasi di queste espressioni. Finale carino, con un buon colpo di scena. Tema, mi sembra, centrato.
Se non posso seminare terrore, ispirerò amore, di Baldini Valerio Lo capisco, perché ci sono passato anche io, il primo impatto con Minuti Contati è disorientante, sia dal punto di vista delle diaboliche quattro ore, sia da quello dell'interazione incrociata con gli altri concorrenti. Però, lasciami dire, che se deciderai di continuare, è una palestra formidabile umanamente e tecnicamente! Quindi tieni duro! La storia ha una sua profondità: il capitano di una nave che trasporta schiavi, scende al porto per bersi la proverbiale bottiglia di rum, ma, alla locanda, ha un sogno e cambia atteggiamento nei confronti della vita. Sarebbe stata una trama bomba se te la fossi giocata con un preciso schema. Poi ti spiego. Intanto due parole sullo stile, che ho trovato un po' "old style", con un narrazione piena di frasi lunghe e di "raccontato" (che però non è un inconveniente da strapparsi i capelli); occhio poi alla gestione grammaticale, perché ho visto tanta confusione nell'uso delle virgolette del discorso diretto e della punteggiatura, ma questo aspetto si può sistemare con l'esercizio e lo studio. Uno schema, dicevo. In racconti brevi come quelli di Minuti Contati bisogna partire da un incipit accattivante, per poi gettare in faccia al lettore un conflitto narrativo, e chiudere in bellezza con un bello schiaffo emotivo. Attenzione: questo non è Vangelo, ma è una formula di buon senso per dare al lettore un motivo per leggere la tua storia. Nel caso specifico del tuo racconto, per fare un esempio banale, potevi mostrare il capitano Wolf che va a controllare che tutto sia a posto nella stiva piena di schiavi e cominci a mostrare che le sue certezze cominciano a vacillare, magari ha visto troppa sofferenza e prova un dilemma morale. Quando scende dalla nave, accade qualcosa. La butto lì: una schiava con un bambino chiede aiuto per il proprio figlio che sta male, e questo può essere un elemento scatenante per accostare una sua situazione personale (magari la figlia ha avuto la turbecolosi ed è morta, chessò), all'evento. E qui Wolf ha il colpo di grazia e cambia atteggiamento. Climax. Fine. Il tema è centrato solo in senso molto lato, in quanto hai ripreso la frase del tema, ma manca proprio la fase di passaggio dal terrore all'amore.
Ciao a tutti! Come faccio ormai da qualche edizione, usero’ dei “criteri” di giudizio per rendere più facile (per me) la valutazione e (spero) più utili per voi i commenti. Dunque non è un tentativo di “mettervi i voti” ma una risposta al bisogno di fare una classifica. In piu’, provero’ a copiare Julia Strife che sta valutando il mio gruppo e che aggiunge alla fine delle “frasi preferite”, idea che mi e’ molto piaciuta. Bravi tutti in ogni caso, ottimi racconti e classifica difficile.
1. Il topo mannaro non esiste 22/25
Gusto personale: ciao Jacopo. Un racconto molto simpatico e originale, in cui riesci a portarci nel vivo dell’azione con i piccoli protagonisti, ci sorprendi e ci intenerisci. Non condivido il dubbio di Maramonte su Fabio, per me hai reso con chiarezza la situazione. E non so perche’ altri hanno parlato di bidello pedofilo: per me e’ solo un bidello puzzone e magari antipatico. Qual’era la tua intenzione? 5/5
Aderenza al tema: qui non sono sicurissimo del rispetto del tema: chi semina terrore? Il topo Mannaro? O Andrea a Fabio? Nel qual caso parlare di “terrore” e’ forse eccessivo, ma ammetto che la sua evoluzione che fa si che poi voglia proteggere Fabio corrisponde al tema. 4/5
Stile: bello lo stile, pulito, senza inutili virtuosismi o voli pindarici, ne metafore esagerate. E con un linguaggio adatto al POV, come ti e’ gia’ stato fatto notare. 4/5
Coerenza interna: Ecco, unica pecca forse proprio sul linguaggio: poco verosimile che Andrea qualifichi il dentino di Marta come “incisivo da latte”. Scrivere solo e subito “dentino” sarebbe stato piu’ consono alla situazione e ci avrebbe comunque suggerito l’eta’ dei protagonisti. 4/5
Forma: Nulla da rilevare. 5/5
Frase preferita: una nuova star… strag… un nuovo piano.
2. Una pagina del diario di Soy 21/25
Gusto personale: Ciao Francesco. Che dire. Il protagonista cerca di seminare terrore ma la sua famiglia non gli da soddisfazione. Io invece si’, sono terrorizzato all’idea di avere un figlio cosi :) Un bel racconto scanzonato, al limite dell’inverosimile, ma riesci quasi sempre ad essere credibile (l’eccezione e’ il finale, ma ci arrivero’ piu’ tardi). Una lettura piacevole che ci porta fino alla fine tutto d’un fiato. 5/5
Aderenza al tema: tema centrato. Il protagonista cerca consciamente di seminare terrore e quando pensa di non riuscirci, cambia tattica e prova a fare qualcosa di amorevole. 5/5
Stile: Lo stile e’ coerente con la scelta di una pagina di diario di un ragazzo adolescente o pre adolescente. Degno di nota il passaggio molto fluido dal racconto del primo scherzo al secondo, usando Okto come filo conduttore. 4/5
Coerenza interna: Allora qui ci sono un paio di problemini. Uno ti e’ gia’ stato fatto notare da Mantoani sugli spilli, quindi non ripeto. L’altro riguarda la morte improvvisa della famiglia: anche se avessero ingoiato degli spilli senza rendersene conto, la morte per emoraggia interna sarebbe stata lunga e dolorosa. Inoltre, il nostro Soy, per quanto malvagio e con qualche rotella fuori posto, non sembra completamente fuori dalla realta’: dovrebbe pur capire che i genitori non si muovono perche’ li ha ammazzati; invece si mette tranquillqmente a scrivere una pagina di diario. O allora, e’ molto piu’ psicopatico di quanto ci hai fatto intendere...? 2/5
Forma: Nulla da dire. 5/5
Frasi preferite: Prendendo spunto da quell'atmosfera a me sconosciuta, oggi ho deciso di provare a fare qualcosa di carino. Si dice così se non sbaglio. / Li ho fatti con molta cura e tanto.. come si dice.. non importa
3. Malombra 21/25
Gusto personale: Ciao Bruce. Un bel racconto che richiede una certa attenzione ai dettagli per essere ben compreso ma che poi soddisfa con la sua coerenza. Riesci ad articolare una trama complessa chiaramente e senza essere schiavo dell’ordine cronologico dei fatti. In piu’ ci presenti una situazione fantasy facendo un world building discreto ma efficace. Insomma una buona prova. Se devo trovarci una pecca, non sono riuscito ad empatizzare con i due protagonisti principali e il “perdono” del vecchio verso il suo assassino mi sembra troppo rapido, ma in 5000 caratteri ci sta. 3/5
Aderenza al tema: interessante e originale come tu abbia preso alla lettera il “seminare terrore.” Tema rispettato. 4/5
Stile: Mi piacciono le tue frasi corte e la tua prosa evocativa. 4/5
Coerenza interna: niente da eccepire. 5/5
Forma: Tutto in ordine mi sembra. 5/5
Frasi preferite: La terra è secca sotto le mie dita rugose, screpolata come la corteccia di un albero morto. / “Semi,” rispondo. “Di cosa?” “Di piante.” “Che piante?” “Piante che crescono”
4. Che razza di amore! 19/25
Gusto personale: Ciao Marco. Un bel racconto che ci immerge in una realtà post-bellica ben resa. personalmente in prima lettura avevo immaginato l’ucraina. Protagonista interessante, un po’ matta ma simpatica, cresciuta da una nonna sopra le righe. Mi sono immaginato una ragazza piuttosto giovane, magari in shock post traumatico che le causa una “crisi di Stoccolma” verso gli invasori. Colpo di scena finale completamente inaspettato. In seconda lettura ho riconosciuto che hai fatto un po’ di semina, ma molto molto discreta (una delle forze armate più spietate che la terra abbia mai visto, armi più moderne e tecnologiche, etc). 5/5
Aderenza al tema: purtroppo non vedo l’aderenza al tema. Se Nina fosse stata una guerrigliera della resistenza che cambia per amore, o se il suo innamorato avesse fatto qualcosa per terrorizzarla prima di accettare le sue avances, capirei. Ma così com'è, trovo che il racconto non arrivi a centrare il tema. 2/5
Stile: bello lo stile, con la ragazza che racconta con abbondanza di parole e digressioni e che contribuisce a caratterizzare la protagonista. In alcuni punti però sembra fin troppo che lei stia parlando/raccontando a qualcuno (una pagina di diario, degli amici, il lettore) ma visto che ciò non è specificato, la cosa mi é risultata stonata. Mi riferisco in concreto a questo passaggio: “Quante inesattezze in un singolo pensiero! Riformulo.” E poi:” Ed ecco la seconda inesattezza:” O magari volevi dare l’impressione che lei sia un po’ matterella? Il racconto, secondo me, funziona lo stesso se quelle frasi le togli. 4/5
Coerenza interna: niente da segnalare. 5/5
Forma: attenzione ai possessivi, spesso inutili: mia nonna , la mia nonnina. 3/5
Frase preferita: inguaribile ottimista o impunita farabutta?/Ma non li cercavamo nei boschi, lì era difficile trovarli. Noi andavamo nel giardino del signor Annoni che aveva l'ottimo passatempo di coltivare proprio i funghetti preferiti di nonna. Riempivamo il cestino. E già che c'eravamo, prendevamo anche l'insalata./Da dietro spunta uno dei suoi sinuosi tentacoli e, finalmente, mi ventosa il culo.
5. Il lento addio 19/25
Gusto personale: Ciao Cristiano, credo che sia la terza volra consecutiva che mi capita di giudicare un tuo racconto. Non ti nascondo che leggendo il racconto la prima volta ho pensato “Wow!” Hai scelto, come tua abbitudine, un contenuto forte, che colpisce il lettore. Dolore, morte, senso di colpa. E lo hai accompagnato con una scrittura assolutamente originale e d’impatto. Mi hai impressionato ancora una volta. Bravo. Grande delusione per il titolo corto (scherzo, io prediligo i titoli corti ma ammiro segretamente i tuoi titoli chilometrici). 5/5
Aderenza al tema: sulla prima parte del tema (seminare terrore) ci siamo. Il Lento Addio fa bene il suo lavoro. Ma leggendo non ho ben capito dove sia l’amore. Il fatto di uccidere Melody per farla smettere di soffrire e’ un atto d’amore? 2/5
Stile: Hai indubbiamente uno stile unico e originale e molto riconoscibile. Una prosa fantasiosa ed evocativa, con accostamenti arditi che pero’ ti riescono bene nella maggior parte dei casi (in questo senso, sono piu’ dell’avviso di Maramonte che di Mantoani). Complimenti davvero. 5/5
Coerenza interna: in questo racconto ho riscontrato vari problemi. Il lento addio a volte sembra un essere sofisticato e crudele, con pensieri tipo “un numero elevato a una potenza sconosciuta”, mentre altre volte usa espressioni quasi infantili, tipo “giuro che sclero” o “non ti mangerò, potesti farmi venire la diarrea”. Altra cosa che mi ha confuso: il lento addio sembra nutrirsi della sofferenza, tristezza e dolore delle persone, ma poi sembra sconvolto quando percepisce il dolore di Melody e sua madre nei confronti della perdita di Mike. Ancora: il mostro sembra conoscere la vita della famiglia, ha persino causato indirettamente (con un colpo di scena finale d’innegabile impatto) la morte di Mike, ma durante il racconto sembra non saperlo o non ricordarlo. 3/5
Forma: Qualche errore veniale di battitura (potesti farmi venire la diarrea). 4/5
Frasi preferite: La stanza piange ombre. / E poi piange dagli occhi inverno. Piange inverno. Piange. / La tristezza è evoluzione. / nel tuo corpicino soffice come un mattino. Nuvola rosa. / Cado nella palude della minestrina col formaggino.
6. Ufficio collocamento mostri 18/25
Gusto personale: Ciao Stefano! Curioso che in questa edizione ci siano stati almeno due uffici di collocamento, tre vampiri e svariati mostri! Il tuo racconto mi e’ piaciuto. Il protagonista e’ spassoso, col suo cinismo e le sue esclamazioni in francese. E il world building e’ simpatico, con forse una pizzicata al “politicamente corretto” a tutti i costi con quel “diversamente spaventosi”. Anche i dialoghi sono ben fatti e la parte finale, piu’ dinamica, e’ ben resa. Il difetto che ho riscontrato e’ stato il finale frettoloso, cosa che ti e’ gia’ stata fatta notare e a cui hai risposto, per cui non mi dilungo. 4/5
Aderenza al tema: Ho letto i commenti e capisco quello che avresti voluto fare. Ma restando solo sul testo che hai inviato, la parte dove il protagonista dovrebbe “ispirare amore” resta un po’ leggera. Nel finale sta salvando Giorgia (e anche li, io avevo un dubbio prima di guardare i commenti: ha ripulito il sangue per salvarla o per berlo?) che conosce e che gli va chiaramente a genio, ma e’ sufficiente per “ispirare amore”? 2/5
Stile: Buono lo stile, con qualche frase che forse potrebbe essere migliorata (tipo: Il suo sangue mi farebbe venire il diabete solo ad assaggiarlo da quanto grasso è.) 3/5
Coerenza interna: Niente da segnalare. 5/5
Forma: In generale ok. Forse in questo scambio manca un passaggio: a cosa si riferisce “mai per colpa mia”? Forse sarebbe stato meglio dire “Hai perso cinque lavori...” «Ah no? Ti sono stati affidati cinque lavori da quando è stato siglato l'accordo mos... ehm... esseri diversamente spaventosi – umani. Cinque, in meno di due anni.» «Ma mai per colpa mia. Solo sospetti. Niente prove.» Gli indico i fogli sulla scrivania. 4/5
Frasi preferite: Mérde. L'agente di collocamento oggi è Mottura. Mottura di palle. Erano due vecchiette, ma chi le conta. Mérde. Doppia mérde.
7. Andante con moto 18/25
Gusto personale: Ciao Corrado.Ci regali una bella foto di Venezia. Ma come in una foto, la vicenda è un po statica. Per me è stato un po’ anticlimatico che dopo tanta preparazione, non avvenga nulla, e il protagonista vada alla festa e basta. Certo, riconosco che tutto ciò permette l’evoluzione del protagonista e l’adesione al tema. Però come lettura, sebben piacevole, non mi ha appassionato. Anche l’assenza di interazioni, che riduce il tutto a un lungo pensiero del protagonista, non mi ha convinto al 100%. 2/5
Aderenza al tema: ci sta tutta. Il nostro protagonista freme da anni per fare il suo attentato, e quando finalmente è tutto pronto, ci si mette l’acqua alta a bloccarlo. Allora lasciamo perdere la guerra, e facciamo l’amore (con la musica). 4/5
Stile: usi uno stile ricercato che ben si addice ad un maestro di musica, poliglotta, agente segreto dell’epoca in cui si ambienta il racconto. Ho visto la tua spiegazione nei commenti riguardo il cambio di registro improvviso, io forse avrei usato qualcosa di diverso (la trappola va alle ortiche) ma è questione di preferenze. 3/5
Coerenza interna: nulla da segnalare. 5/5
Forma: un piccolo errore di battitura “tuoi sguardo“, veniale. 4/5
Frase preferita: Il ticchettio leggero della pioggia e lo sciabordio che sale dal canale sono di sottofondo ai miei pensieri.
8. CORALE 17/25
Gusto personale: Una buona prova che soffre di un’inversione dell’ordine delle scene secondo me infelice e di scarsa chiarezza nella prima parte. Non ho capito il titolo ne’ la rilevanza / utilita’ della strofa di de Andre’ (non conosco la canzone). 3/5
Aderenza al tema: Ho letto le tue risposte ai commenti precedenti. Il gesto d’amore del protagonista arriva cronologicamente prima del “terrore” provocato dai suoi commilitoni, quindi il tema è preso un po’ obliquamente. Invertire le due scene non corregge questa situazione, invece rende il racconto di più difficile comprensione. Sarebbe stato forse piu logico raccontare un episodio di guerra in cui il protagonista terrorizza i vietnamiti, prima di “ravvedersi” e di regalare la giacca alla bambina. Questo avrebbe anche permesso di introdurre il protagonista fin da subito e di caratterizzarlo meglio, nonché di dare al lettore la possibilità di fare il tifo per lui. 3/5
Stile: La seconda parte del racconto è molto ben scritta, uno stile efficace ed evocativo. La prima parte invece ha troppi elementi non spiegati (sia i termini suki suki e gook, sia la situazione che diventa comprensibile solo dopo la lettura della seconda parte) che fanno si che la (mia) lettura incespichi a più riprese. 3/5
Coerenza interna: Il racconto e’ coerente, non ho riscontrato nulla fuori posto. 5/5
Forma: “Jimmy, fai che tradurre”: un errore di battitura? O forse non ho capèito cosa vuoi dire. 4/5
Frasi preferite: Erano due acri di terra giusti giusti per coltivare la malaria. / Pericolosi comunisti con un bue e due sacchi di riso per spalla.
9. SE NON POSSO SEMINARE TERRORE, ISPIRERO' AMORE 15/25
Gusto personale: Ciao Valerio! Benvenuto sull’arena. Se questo e’ il tuo primo racconto su Minuti contati, complimenti davvero. Un’ottima prima prova (molto migliore della mia prima volta un paio di anni fa!) Quindi non ti scoraggiare se i commenti e le critiche abbondano, sono fatti per aiutare e aiutarci a migliorare. Ci sono pero’ varie cose da migliorare e poi ti ritrovi in un gruppo molto valido. Ma viste le basi, sono sicuro che gia’ dalla prossima volta andra’ meglio! 3/5
Aderenza al tema: Un po’ forzata. C’e’ uno schiavista che fa un sogno e decide di essere buono. Avrei preferito che dopo il sogno, tu ci avessi mostrato il cambiamento in un gesto, un piccolo episodio che ci fa capire che il sogno lo ha cambiato. Invece ce lo dici cosi’, direttamente, e la cosa perde efficacia. 3/5
Stile: Uno stile ancora un po’ acerbo. Le frasi sono un po’ troppo lunghe, sia per delle espressioni un po’ verbose sia per la mancanza di punti. I dialoghi sono a volte poco naturali. Esempio 1: Le onde sovrastano la prua della nave, la stiva si inonda di schizzi dal sapore salmastro del mare, ammassati come animali, decine di persone lottano con i conati e la paura della forza del mare che inclina la nave prima a destra poi a sinistra ,in su, in giù, molti pregano i loro Dei affinchè questo tormento abbia fine, altri piangono, urlano, altri tremanti si rannicchiano negli angoli piu' bui forse per sperare che non vengano toccati dal male che sta imperversando sopra loro. Io (senza modificare le parole) l’avrei scritta cosi’: Le onde sovrastano la prua della nave e la stiva si inonda di schizzi dal sapore salmastro del mare. Ammassati come animali, decine di persone lottano con i conati e la paura della forza del mare che inclina la nave prima a destra poi a sinistra ,in su, in giù. Molti pregano i loro Dei affinchè questo tormento abbia fine. Altri piangono, urlano, altri tremanti si rannicchiano negli angoli piu' bui forse per sperare che non vengano toccati dal male che sta imperversando sopra loro. In realta’ l’avrei accorciata un po’ evitando qualche ripetizione (altri, altri) e qualche aggettivo inutile (l’acqua del mare e’ per definizione salmastra), etc. Esempio 2: “ basta urlare, fate silenzio e ammucchiate i corpi inutili al centro della stiva “. Avrei detto solo Basta urlare! O Fate silenzio!, ma non entrambi. E “inutili” e’ superfluo: vuol dire che ci sono dei corpi utili che non vanno gettati in mare? 2/5
Coerenza interna: Non ci sono problemi di coerenza che io abbia rilevato. 5/5
Forma: Qualche maiuscola che manca, qualche accordo maschile-femminile da rivedere (ammassati come animali, decine di persone), anche i tempi verbali a volte inciampano (la maggior parte del racconto e’ al presente ma ogni tanto c’e’ un passato che si intrufola (le lacrime presero il sopravvento). 2/5
Frase preferita: il cuore si gonfia di un amore ormai coperto dalle macerie di una vita sospesa dal dolore
Ciao a tutti! Devo dire che è stata sudata questa classifica :)
Veniamo al dunque:
Classifica:
1 – Il Lento Addio, di Cristiano Saccoccia 2 – CORALE, di M.Maponi 3 – Malombra, di Bruce Lagogrigio 4 - Ufficio collocamento mostri, di Stefano Scudeler 5 – Il topo mannaro non esiste, di Jacopo Saba 6 – Andante con moto, di Corrado Gioannini 7 - Che razza di amore!, di Marco Sacchi 8 – Una pagina del diario di Soy, di Francesco Forciniti 9 – Se non posso seminare terrore, ispirerò amore, di Baldini Valerio
E di seguito i commenti :)
Il lento addio - Cristiano Saccoccia
► Mostra testo
Ciao, Cristiano! Finalmente tocca a me giudicare un tuo racconto, non vedevo l'ora. Partiamo dalla storia: mi è piaciuta molto sia l'idea di fondo, che lo svolgimento, che lo stile che hai scelto. Avevo un'idea molto simile che ho accantonato, perché a differenza tua non sono brava a essere così sintetica e a creare figure retoriche così d'impatto, quindi complimenti. Veniamo all'aspetto che ho in assoluto preferito del racconto: il modo in cui hai reso camaleontico il mostro. È estremamente chiaro che il suo aspetto sia mutevole, e non "statico" come ci si aspetta, e sei stato molto bravo a sottolinearlo nei passaggi: Ogni volta che annaspi tra le coperte strani artigli e barbigli affiorano dal cosmo petrolio del mio corpo. La tristezza è evoluzione. La assaggio con le ventose di arti oblunghi. Colo tra le fessure del legno e mi vaporizzo tra le intercapedini di intonaco e materiale isolante. A differenza di Matteo, non vedo tutti questi "buchi di trama". È chiaro che per il mostro l'evento della morte accidentale di Mike sia un dettaglio ininfluente, che abbia ricordato di aver fatto inciampare Melody solo quando rivede il ricordo dell'accaduto nei ricordi della bambina perché, appunto, poco interessante per lui.
Oltre che essere evocative, le tue figure retoriche sono molto chiare. Non c'è stato nulla che mi abbia fatta inciampare nella comprensione del testo. L'ovale bianco è senza dubbio l'impronta lasciata dalla foto appesa al muro che è stata scalzata via, come scrivi chiaramente nella frase precedente, quindi il flusso informativo viene rispettato, e rende bene l'idea che tra l'evento e il momento in cui il mostro si interessa sia passato del tempo. Oltre a questo indizio minore, hai inserito anche la situazione familiare: la madre che urla, il padre che puzza di alcool, Melody che viene picchiata, sono tutte cose che arrivano in un momento tardo, quando la situazione ha avuto un tempo ragionevole per degenerare. Attento solo a refusi e punteggiatura, che ti è scappata in qua e in là. Per il resto, ottima prova!
CORALE, di M.Maponi
► Mostra testo
Ciao, M! Ci ritroviamo ancora :) Intanto complimenti, è stato un piacere da leggere. Senza indugio andrò dritta ai commenti e come sempre, mescolo pro e contro:
M.M ha scritto:La ragazzina non era una di quelle adatte a fare suki suki.
Già dall'apertura, mi è stato chiaro quale fosse il contesto del racconto. Ho letto da poco "Quando le montagne cantano" che racconta proprio di quel periodo, quindi era un riferimento che avevo molto chiaro (se non lo hai ancora letto e ti interessa il periodo storico, te lo consiglio vivamente). Il fatto che tu sia riuscito a rendere lampante il contesto con una sola frase, grazie alla precisione con cui l'hai scelta, per me è un grande pregio. La pecca è che tutto dipende dalla conoscenza del lettore in merito al contesto in cui veniva usato suki suki, ma in tutto il resto del racconto è estremamente chiaro che parli del Vietnam e cosa possa essere fare suki suki è facilmente intuibile, quindi in ogni caso è un'ottima apertura.
In così poche parole sei riuscito a dare vita a due scene estremamente vivide, ben caratterizzate e anche con l'inversione cronologica degli eventi per me il tema lo hai centrato bene.
Unico difetto è stato proprio fare il collegamento tra le scene, che ho colto solo alla seconda lettura. I problemi sono essenzialmente due: - la domanda di Frankie che chiude scena 1 è un cliffhanger. L'aspettativa che si forma è che scena 2 sia una conseguenza di quel momento, non la causa. Purtroppo, usare le date per indicare gli eventi è è sempre un rischio. Le date rimangono poco impresse ed è un attimo pensare che scena 2 sia cronologicamente posteriore alla 1, perché intanto ci si è dimenticati la prima data. - il fatto che la giacca sia l'elemento che lega le scene e che identifica la ragazzina si perde un po'. Nella prima scena lo hai usato come cliffhanger, e questo gli dà la sua importanza, ma nella seconda tutto quello che abbiamo è:
M.M ha scritto:Sul bordo della risaia, spostò il cibo nella tasca della giacca, la sfilò e coprì entrambi i corpi sotto il verde mimetico.
È un passaggio velocissimo, ottimo quando in un racconto lungo/romanzo vuoi inserire la semina che poi creerà un colpo di scena, senza far capire al lettore che il momento è fondamentale, ma qui siamo in chiusura di un racconto breve e i rimandi alla giacca sono solo due. Un terzo inserimento dell'elemento "giacca" (un po' come hai fatto con l'elemento "elicottero/iroquis" che invece è estremamente chiaro) ti avrebbe aiutato a spostare la concentrazione su quello e avrebbe reso più chiaro che l'attenzione doveva essere posta su quell'elemento per l'identificazione della ragazzina.
I miei complimenti per il modo in cui sei riuscito a ritrarre due scene così vivide in così pochi caratteri. Gran bella prova! Sarà un piacere leggere il tuo libro appena sfoltisco un po' della mia TBR (T_T)
A presto e buona edition
Malombra, di Bruce Lagogrigio
► Mostra testo
Ciao Bruce! È veramente un piacere rileggerti con questo racconto e, ti dirò, vorrei leggere qualcosa di più lungo su questa ambientazione. Hai giocato su due cose che amo molto: un'ambientazione dark contenente un elemento che normalmente viene associato a qualcosa di gioioso e luminoso. Sei riuscito a colpire in pieno nel mio immaginario amo questo tipo di sovversioni.
Il colpo di scena ha funzionato in pieno, all'inizio avevo pensato anche io che fosse il vecchio a piantare i girasoli per vendicare il figlio.
Uniche due pecche: - non mi è chiarissimo perché il vecchio tenga il segreto su cosa stia facendo, mi manca una motivazione che nel racconto non trovo (ed è uno dei motivi per cui vorrei leggere qualcosa di più lungo, sono convinta che possa essere un elemento caratterizzante dell'ambientazione molto interessante per sviluppare qualcosa di più complesso); - ho sentito i personaggi emotivamente lontani. Molto belli e chiari tutti i flashback del vecchio, vividi e non avevano bisogno di altro, ma la parte del finale è un po' sacrificata e non permette di cogliere a pieno né il dolore del vecchio, né il rammarico del soldato, ed è un peccato. Avrei preferito una chiusa meno didascalica e più emotiva, ma tra limite caratteri e la necessità di passare un concetto in meno spazio possibile, capisco che tu abbia riassunto la spiegazione del tema del racconto nell'ultima battuta del vecchio.
Tra i tuoi racconti che ho letto fino adesso, devo dire che questo è il mio preferito (e anche quello di cui vorrei leggere molto di più). Ottima prova e buona edition!
Ufficio collocamento mostri, di Stefano Scudeler
► Mostra testo
Ciao Stefano!
Lo sai già, il tuo è il primo racconto che ho letto. Mi è piaciuta tantissimo la vena ironica che hai dato al tutto, il carattere di Pierre è molto solido, le relazioni tra lui e gli altri personaggi per me sono molto chiare. I tagli necessari che hai fatto per poter stare nei caratteri ti hanno penalizzato il finale, che è tronco e vorrei sinceramente leggere la versione senza tagli, perché sono convinta che sia un'idea che valga la pena leggere nella sua interezza. Non mi manca un conflitto interno di Pierre sul salvarla/non salvarla, per me è evidente che lui abbia una cotta per lei fin dall'inizio, e anche la semina dell'insetto in soffitta e del fatto che il morso sia lo stesso è chiara. Altro motivo per cui vorrei leggerlo nella sua interezza.
L'unica cosa che mi ha leggermente confusa è la storia dell'inibitore: se lui per poter "bere" Giorgia ha bisogno che qualcuno disattivi l'inibitore, come ha fatto a fare fuori tutta la gente per cui lo hanno "licenziato" dagli altri lavori? Questo è l'unico passaggio che mi lascia perplessa.
Credo, in generale, che fosse una vicenda che necessitava di più caratteri, anche solo 1000 in più, per essere completa, ma è un racconto molto gradevole, leggibile e che scorre molto bene!
Ci rileggiamo al prossimo MC e in bocca al lupo per questa edition :)
Il topo mannaro non esiste, di Jacopo Saba
► Mostra testo
Ciao Jacopo! È stato un piacere leggere questo racconto, soprattutto perché usare il POV di un bambino è sempre difficilissimo e tu ci sei riuscito in maniera ottimale. Niente da dire su registro, tono e stile. Alla prima lettura l'ho trovato credibile e tanto basta per farmi dire che è un buon racconto.
Ho fatto più fatica, invece, a trovare la coerenza col tema che mi è arrivata dopo leggendo le tue spiegazioni e le interpretazioni degli altri. Mi spiego, mi è piaciuto che Andrea sia passato dal voler spaventare gli altri e provare loro che il topo mannaro esiste, al volerne negare l'esistenza per proteggere Fabio, ma più che un "seminare terrore/ispirare amore" lo percepisco più come una presa in carico di responsabilità fatta in due modi diversi: "io sono il più grande, quindi se dico che esiste il topo mannaro mi devono credere e darò loro le prove di quanto dico", che poi diventa un "io sono il più grande e se per proteggere i miei amici devo dire che il topo non esiste, allora non esiste". Non so se sono riuscita a spiegarmi bene, ma insomma la percepisco un po' tirata come attinenza al tema.
Al netto di questo, è stato un racconto molto piacevole da leggere e ben riuscito! A rileggerci presto e buona edition :)
Andante con moto, di Corrado Gioannini
► Mostra testo
Ciao, Corrado! Piacere di leggerti, non ricordo se ho già letto altro di tuo (ho preso una pausa forzata da MC e già è tanto se ricordo il mio nome).
Allora, ho trovato il tuo racconto interessante, ma un po' sacrificato. Ora, ti farò un commento lunghissimo, perché ha tanto potenziale.
Leggendo i commenti so che non avevi pensato il racconto in "tre atti", ma la separazione grafica dà l'idea invece che siano tre momenti ben separati, quindi seguirò la scansione grafica che gli hai dato. Il primo "blocco" e il "secondo" stridono un po'. Nel primo flusso di coscienza il tuo narratore non sta parlando con sé stesso, come invece fa nel secondo, ma con un qualcuno di esterno, nello specifico con questo passaggio:
gioco ha scritto:Sul piano dello scrittoio c’è la mia maschera, nello scomparto segreto, al sicuro, riposa il frutto di anni di pianificazione, il mio capolavoro fatale. In questo periodo dell’anno il mio lavoro è più facile, posso muovermi ovunque senza esser riconosciuto e senza destar sospetti. Appena il crepuscolo spegnerà l’ultimo bagliore del giorno, riprenderò il giro e controllerò gli inneschi nelle cisterne. Son lustri che attendo quell’ordine che non arriva mai, e gli anni mi pesano sulle spalle come travi. Succeda quel che succeda, farò di testa mia. Il leone di San Marco conoscerà la peste più feroce che mai si sia veduta. E se l’esercito osmanico non è alle porte pronto ad approfittarne, beh… peggio per loro! Entro dopodomani tutto sarà pronto, farò scattare la trappola l’ultimo giorno del Carnevale.
queste sono tutte informazioni che il narratore dà a un qualcuno di esterno.
Se tu avessi aperto col secondo blocco, in cui il nostro protagonista si rivolge a Marieta, avresti potuto inserire quei dettagli sul piano e sulla maschera all'interno del conflitto interiore del personaggio, avrebbe avuto molto di più il sapore di un soliloquio e il tell sarebbe stato perfettamente funzionale a mostrare questo conflitto interiore (il posizionamento della maschera nello scrittoio, per esempio, sarebbe stato più fluido e avrebbe tolto quell'alone incerto al "lei" iniziale). Avremmo potuto anche immaginarci, senza avere un contesto, che il soliloquio avveniva alla presenza di Marieta e che infine lui si convinceva a procedere col piano nonostante tutto. Credo, non lo so, che questa fosse la tua prima intenzione, ma non è chiarissimo. Unire i due paragrafi ti avrebbe permesso anche di seminare le informazioni necessarie in meno caratteri per avere una chiusa più chiara.
Veniamo alla chiusura: anche questa scivola un po' fuori dal soliloquio, sono informazioni molto strane da darsi da soli, quando vengono contestualizzate in quel modo.
gioco ha scritto:Maledetta sia Venezia con tutti i suoi santi! Proprio oggi!? La trappola va a farsi fottere. Mi ci van quasi due settimane per risistemare tutti gli inneschi, ogni volta che fa acqua alta. Che Allah voglia fermare la mia mano? Forse mi punisce perché non ho seguito gli ordini del sultano? Andrò comunque alla festa a palazzo, e non dovrò preoccuparmi di venir via presto.
Questo posso immaginare lo pensi, tra sé e sé mentre controlla gli inneschi, non ho bisogno del mostrato dell'ambientazione perché mi mostri il conflitto interiore. Le azioni importano fino a un certo punto, soprattutto nei racconti così brevi. Ma questo:
gioco ha scritto:Una stanchezza senza confini si insinua nelle mie ossa. E nella mia coscienza.
e questo:
gioco ha scritto:Per la prima volta in vita mia sento l’incertezza insinuarsi nella mia mente. Ma è una sensazione leggera, quasi inebriante, come un’ombra.
mi sbalzano fuori dal soliloquio. Il tuo personaggio si sta rivolgendo a qualcuno per dirgli come si sente. Ha un conflitto molto chiaro in testa e avresti potuto salvarti quei caratteri per ampliare il conflitto interiore e portarlo al suo "basta fare la spia" che ora ha un cambiamento troppo repentino. Cosa lo porta a questa decisione? Manca quel pezzo di ragionamento fondamentale che nel testo proprio non c'è, quando invece il resto dei conflitti li hai fatti emergere.
Ok, scusa per il commento chilometrico, ma ci tenevo a farlo perché l'idea di base mi piace molto, ma leggendo anche uno dei tuoi commenti di spiegazione non è passata a pieno quella che era la tua intenzione e con un paio di aggiustamenti potresti ottenere quello che era il tuo scopo (se l'ho capita bene dai tuoi commenti).
Che razza di amore!, di Marco Sacchi
► Mostra testo
Ciao Marco, benvenuto a Minuti Contati! È la prima volta che ti leggo, quindi piacere di conoscerti :)
Allora, per riuscire a fare il commento sono dovuta andare a leggere un po' di alcune tue spiegazioni in merito, perché il tema... completamente passato in sordina. Prima di dire qualcosa in merito, volevo capire nella tua intenzione come era stato declinato. Per quanto sia un racconto piacevole, divertente e con un plot twist finale molto carino, aver tenuto "fuori scena" il tema non ha giocato a tuo vantaggio, perché purtroppo hai dovuto spiegarlo. Per i prossimi MC, ti consiglio sempre di usare il POV più attinente possibile al tema, per non scontrarti con questo inconveniente.
Spero di rileggerti presto :)
Una pagina del diario di Soy, di Francesco Forciniti
► Mostra testo
Ciao, Francesco. Credo sia la prima volta che ti leggo a MC.
Allora... mi dispiace non essere entusiasta come i miei predecessori, ma sebbene mi sia piaciuto il modo in cui hai declinato l'aderenza al tema, e abbia apprezzato come tu abbia reso un personaggio così chiaramente disturbato (non ho sentito la mancanza di un motivo), il modo in cui hai messo in scena l'evento mi ha distaccata immediatamente dal racconto.
La pagina di diario funziona per certi tipi di racconto, ma questo incipit:
frafo ha scritto:Mi chiamo Soy, non ho amici e il mio hobby preferito è fare scherzi. Vivo in casa con la mia famiglia, ma li vedo poco perché se non sono a scuola, sono chiuso in camera. È lì che pianifico i miei scherzi diabolici. Si perché, io non faccio ridere, faccio terrore.
più che dirmi che è un diario, mi dice che il personaggio ha bisogno di presentarsi a un lettore (immaginario o meno). Se fosse la pagina di un diario, Soy non avrebbe bisogno di presentarsi, perché i diari non sono scritti per essere letti da qualcuno: io so chi sono, non mi devo presentare a me stesso.
Ci sono racconti in cui la soluzione "diario rivolto a un lettore" è valida, ma qui assume un aspetto abbastanza amatoriale. La differenza è: lo scopo. Mi spiego con un esempio: "1922" di King. Lì, il protagonista affida le sue memorie a un diario allo scopo di raccontare a chi lo leggerà come sono andate veramente le cose e come è arrivato al momento in cui scrivere gli eventi è diventato necessario. Soy non ha uno scopo. È un personaggio conscio di essere un personaggio e fora la quarta parete senza motivo: l'unico motivo è che serviva all'autore per mettere in scena tutta quella serie di situazioni disturbanti. A conti fatti, l'effetto è lo stesso della Personaggia X che si sveglia e mentre si veste per iniziare la giornata racconta ai lettori di essere "quella diversa dalle altre".
Il finale con lui che si chiede come mai non si alzino, al netto del fantasioso funzionamento degli "spilli", poteva anche funzionare con un narratore inaffidabile che finge l'innocenza, ma nei commenti hai dato una spiegazione sulla scelta degli spilli che mi ha fatto pensare che tu non abbia pensato davvero al personaggio di Soy. Per tutto il tempo, Soy sa esattamente quanto sono "pericolosi" gli scherzi che fa e il passarlo come "ingenuità" è davvero poco credibile.
Peccato, perché l'idea aveva del potenziale. Spero di rileggerti con un altro racconto.
Se non posso seminare terrore, ispirerò amore, di Baldini Valerio
► Mostra testo
Ciao, Valerio, benvenuto a Minuti Contati!
Come ti hanno già detto nei commenti precedenti, non farti scoraggiare dai commenti, ma prendi ogni critica come uno spunto per pensare a come potresti rimaneggiare il racconto - le riscritture sono una grande palestra - e come potresti applicarle ai prossimi racconti.
Hai aperto con "Qualcuno ha detto: “meglio essere temuti che amati”." che di per sé fa una "promessa" al lettore, promessa che però non viene rispettata. Mi aspettavo di leggere di un protagonista saldo in questa convinzione, che però vive un'esperienza che gli fa cambiare idea. Per quanto sia evocativa la scena della nave che attracca (al netto di ripetizioni e periodi eccessivamente lunghi, come ti hanno già fatto notare), è contenutisticamente vuota. Dà una buona immagine a "volo d'aquila", ma non ci porta nel vivo del protagonista. Tutto il suo arco di evoluzione si snoda nelle ultime righe e senza che accada qualcosa: lui sogna la figlia, per caso, come avrebbe potuto sognarla in qualsiasi altro momento. È l'effetto "epifania", che ti sconsiglio di usare: toglie mordente e credibilità. Nei racconti c'è sempre bisogno di un meccanismo "causa-effetto" che crei una concatenazione logica di eventi. Qui abbiamo, ridotto al succo: capitano di nave schiavista attracca al porto --> va in taverna --> beve --> si sposta in locanda --> sogna la figlia --> decide di smettere di essere cattivo è un impianto un po' debole e come vedi non ci sono collegamenti logici tra i passaggi, sono disconnessi.
Il consiglio di Emiliano, per esempio, è ottimo e i collegamenti logici tra le fasi potrebbero andare più o meno così: capitano di nave schiavista attracca al porto --> nello "scarico merci", una schiava chiede aiuto per il figlio malato --> il figlio ha la stessa malattia che ha ucciso la figlia del capitano --> il capitano si immedesima, si chiede: e se fosse mia figlia? Se qualcuno l'avesse aiutata invece di ignorarla, come è successo? Si sarebbe salvata? --> il capitano salva il figlio della schiava e decide di non commerciare più esseri umani Ogni passo porta all'altro, insomma. Nel tuo schema va tutto bene fino a "si sposta in locanda", poi sogna senza motivo la figlia e ha un'epifania perché deve. Per i prossimi racconti, puoi provare a farti uno schema a punti per vedere se ci sono collegamenti logici tra le azioni, in modo che ogni evento abbia una ricaduta sui successivi.
Sarò felice di rileggerti nelle prossime edizioni! Buona edition! Barbara
Ciao Jacopo. Racconto divertente, ben scritto, che svia l'attenzione su un presunto "bidello pedofilo" e poi torna in pista con una soluzione all'enigma molto più sensata e originale. Molto bella la parlata dei bambini, che trovo ben resa, le difficoltà nel pronunciare la parola "strategia" sono una bella trovata per riuscire a calarci nell'ambientazione. Insomma, ho poco da dire, carino, divertente, mi è piaciuto.
2) Malombra, di Bruce Lagogrigio
► Mostra testo
Ciao Bruce, piacere di rileggerti. Allora, un bel racconto, mi sono piaciuti gli elementi sovrannaturali e medievaleggianti. Credo, se lo interpreto nel modo corretto, che si rifaccia al tema della tolleranza e della vendetta. Dimmi se ho capito bene: questi malombra sono delle creature che vivono in mezzo agli umani in pace, ma ogni tanto subiscono persecuzioni e violenze, il figlio del protagonista muore a causa di uno di questi attacchi e il suo sangue anima i girasoli, che poi se ne vanno in giro a seminare violenza e morte tra la gente. Il protagonista si rende conto che il male va fermato, e cerca di piantare del lino per creare rovi e siepi che fermino l'avanzata dei girasoli. Corretto? Mi pare che la narrazione non incastri bene tutti gli elementi, per esempio tutto il tema del sangue che anima i girasoli è una mia supposizione, mentre potrebbe anche essere che sia stato il protagonista ad animarli per vendicare suo figlio, e poi si penta verso il finale. Dimmi tu.
3) Ufficio collocamento mostri, di Stefano Scudeler
► Mostra testo
Ciao Stefano, piacere di rileggerti. Allora, il racconto ha dalla sua un'idea originale e spassosa, non so perché ma ci ho visto un po' di Hotel Transilvania, e la cosa mi ha fatto sorridere e mi ha intrattenuto. Semini diverse cose interessanti, ma la mia percezione è che manchi qualcosa. Citi il morso del ragno all'inizio del racconto, e poi alla fine la tipa rischia la morte a causa dello stesso ragno (o no?), ma c'è un legame tra i due morsi? C'è poi il fatto che questo vampiro è certamente un simpatico mascalzone, e peraltro è anche caratterizzato molto bene, con i suoi intercalari, i suoi desideri, il suo conflitto interiore e tutto il resto, e già lui basterebbe per portare al lettore qualcosa di molto buono, c'è però quel finale che mi arriva monco.. la salva e.. quindi? Come finisce il racconto? Pierre e Giorgia fanno amicizia? Oppure lui fa la pace col Mottura? Manca qualcosa che chiuda i punti che apri durante il racconto e fornisca un'esperienza di lettura completa, perché così mi dà troppo la sensazione di incompiuto, ed è un vero peccato perché, ripeto, l'ambientazione c'è e anche il personaggio.. peccato davvero
4) Che razza di amore, di Marco Sacchi
► Mostra testo
Ciao Marco, Leggendo il tuo racconto non posso fare a meno di pensare.. a questo. https://it.wikipedia.org/wiki/Il_sogno_ ... _pescatore Scherzi a parte, voce narrante sviluppa molto bene, con uno stile che la rende unica e ben caratterizzata. Molto divertente e interessante tutta la lettura fino all'irriverente finale. Per me una prova ben riuscita, che mi ha divertito e piacevolmente colpito.
5) Corale, di Matteo Maponi
► Mostra testo
Ciao Matteo, piacere di rileggerti. Allora, un racconto decisamente riuscito se andiamo a guardare l'ambientazione e gli elementi che hai seminato nel modo corretto per rievocare la guerra del Vietnam. Mi pare di leggere un testo scritto da qualcuno che si è informato sul tema, o che comunque lo ha studiato, mi sono piaciuti i termini in slang e anche il linguaggio tecnico del personale militare, che aggiunge forza e realismo al racconto. Le due scene sono entrambe evocative e molto ben riuscite, sebbene le trovi un pochino slegate: hanno anche personaggi diversi. Ad ogni modo, credo di aver capito come hai sviluppato il tema della gara: tutto gira attorno al rapporto tra questi soldati e i bambini vietnamiti che subiscono la guerra. Il rapporto è di paura/amore, perché i bambini ispirano pietà in quanto innocenti e indifesi, e viene spontaneo regalare loro cioccolato e caramelle, mentre i genitori magari sono dei vietcong che ti sparano addosso. Insomma, un racconto molto interessante, molto ben riuscito per la caratterizzazione dei personaggi e per la ricostruzione dell'ambientazione storica, anche se avrei preferito due scene più legate le une con le altre (avevi anche mille caratteri in più...)
6) Una pagina del diario di Soy, di Francesco Forciniti
► Mostra testo
Ciao Francesco, piacere di rileggerti. Ok, un racconto molto interessante che si legge dall'inizio alla fine con interesse, scritto in modo scorrevole e con uno stile immediato che arriva dritto al punto, ma comunque personale e ben caratterizzato. Tutta la lettura procede spedita fino al finale in cui, devo dirlo, mi aspettavo qualcosa del genere ;) ma in questo caso non è un problema, perché c'è una certa tensione che si scarica appunto nel finale e quello che conta è che c'è l'attesa e l'ansia di arrivare a scoprire l'inevitabile.. sui biscotti con dentro gli spilli ci sono un paio di cose che non mi tornano: lui deve sapere benissimo che gli spilli fanno male, anche se nella spiegazione fa l'innocente. Devo anche assumere che magari gli spilli non sono in tutti i biscotti? Perché quello di prova non gli fa niente, e anche i genitori mangiano biscotti senza problemi fino a quando, all'improvviso, si sentono male.. e non è che puoi andare avanti molto a masticare spilli prima di renderti conto di quello che sta succedendo.. avrei allora cambiato la ricetta finale in questo senso, come per esempio: "una volta finiti, i chiodi di garofano li ho sostituiti con piccoli spilli". Insomma, un racconto interessante in cui c'è un bambino che sembra scappato dalla famiglia Addams, e che fa del suo peggio in una famiglia normale. Divertente, al netto di quel piccolo particolare sopra.
7) Andante con moto, di Corrado Gioannini
► Mostra testo
Ciao Corrado, piacere di ritrovarti. Ok, allora un racconto che ha dalla sua l'ambientazione veneziana, che fa sempre il suo perché, e uno sfondo storico interessante. Lato mio, ho letto tutto dall'inizio alla fine senza problemi, mi sono giusto fermato un paio di volte a rimuginare su alcuni passaggi che ho trovato un po' più difficili da leggere, ma credo sia solo un mio problema quindi non influenzerà il giudizio finale. Quello che migliorerei del racconto è la prima persona, capisco che in poco spazio c'è tutta una vicenda con degli elementi importanti da mettere giù, ma qui è tanto tanto tell e forse alcuni spazi potevano essere gestiti meglio, per esempio tutta la prima parte che si ferma a descrivere lui che suona il violino è interessante ma è una digressione importante per quanto riguarda invece la trama principale, quindi l'avrei snellita un pelo. La vicenda in sé secondo me non è così originale, ma non sarebbe un problema di base perché comunque gli elementi dell'ambientazione sono dei sempreverde, però unita alla prima persona un po' così così depotenzia tutto e lo rende un po' come un grosso boccone saporito ma difficile da masticare. Insomma, tanta roba, poco spazio, di conseguenza tanto tell, un errore che ho fatto anche io nell'edizione special.
8) Il lento addio, di Cristiano Saccoccia
► Mostra testo
Ciao Cristiano, sono davvero contento di essere chiamato a leggerti e a commentarti.
Prima di tutto: una bella storia, complimenti, se hai davvero concepito questo racconto in così poco tempo hai davvero una fervida fantasia e un "muscolo creativo" molto allenato.
E ora veniamo alle "mazzate" :) Sinceramente, il tuo racconto sebbene interessante e con una prosa decisamente evocativa, pecca per chiarezza espositiva e per alcuni buchi di trama abbastanza importanti. Attenzione, forse sono io che preferisco un testo chiaro e immediato piuttosto di uno lirico, però, alcune cose che ti segnalerò sono decisamente oggettive e quindi, vista anche la nostra recente discussione, vorrei essere il più chiaro possibile andando a riportare tutti i passaggi che rappresentano dei punti di miglioramento del tuo racconto, nell'ottica di fornirti un'analisi che ha l'unico scopo di esserti utile, ricalcando lo spirito che anima questa community e quest'Arena, al di là della garetta che è solo il pepe in più.
Se posso essere sincero, il giudizio complessivo che dovrò dare al tuo racconto, per quanto la lettura dello stesso mi abbia spinto a proseguire proprio grazie alla struttura evocativa, al linguaggio comunque interessante, alle belle immagini che sei riuscito a trasmettere, sarà influenzato da questi difetti che magari sono frutto dell'"effetto Minuti Contati", in quanto avevi molto tempo ancora per rileggere e renderti conto tu stesso di queste cose.
9) se non posso seminare terrore, ispirerò amore, di Valerio Baldini
► Mostra testo
Ciao Valerio, benvenuto tra noi! Uhm.. alooooora.... L'idea c'è, e l'ambientazione anche è interessante, la nave negriera è una scena forte che cattura l'attenzione. Questi sono i punti forti del tuo racconto, ma in sincerità trovo più punti di miglioramento che di forza. La narrazione andrebbe asciugata un pochino, manterrei la visione su un singolo personaggio seguendo il concetto di "punto di vista", andrei a riscrivere alcuni punti del racconto per mostrare dettagli che siano effettivamente utili alla trama e non digressioni poco interessanti (per esempio, il nome della proprietaria della locanda) per risparmiare spazio per gli elementi davvero a valore aggiunto (l'hai fatto, a volte, per esempio il dettaglio dei gabbiani e della spazzatura è molto buono e aiuta a immergersi nell'ambientazione). La trama anche è qualcosa di terribilmente già visto e comunque gestito con un po' troppa faciloneria: basta un sogno vivido per cambiare il cuore di un negriero? Mi pare un po' troppo forzato e gratuito. Insomma, per me è un nì: vedo una penna con del talento, ma anche un fiore che deve sbocciare. Un inizio nell'arena a cui do una sufficienza, ma che con un po' di impegno e costanza può diventare un ottimo.
1) Malombra 2) Ufficio collocamento mostri 3) Il topo mannaro non esiste 4) Una pagina del diario di Soy 5) Il Lento Addio 6) Corale 7) Andante con moto 8) Che razza di amore! 9) Se non posso seminare terrore, ispirero amore
Di seguito i miei commenti.
1) Malombra
► Mostra testo
Ciao Bruce, piacere di leggerti!
Racconto affascinante e profondo. Ho apprezzato la storia tragica ma significativa del protagonista, che incarna perfettamente il tema. Il twist finale è ben riuscito: inizialmente credevo fosse lui a piantare i girasoli mostri, ma il colpo di scena ha funzionato. Il fatto che, nonostante tutto, tenti di fermare quei mostri in nome dell’amore e del perdono è davvero potente.
L’unico punto meno chiaro è perché nasconda le sue vere intenzioni. Essendo un Malombra, vuole proteggersi dal giudizio del cavaliere, che infatti non capisce la sua scelta, ma forse questo aspetto poteva essere approfondito meglio.
Lo stile asciutto e scorrevole rende la lettura piacevole.
Grazie e buona edition!
2) Ufficio collocamento mostri
► Mostra testo
Ciao Stefano, piacere di fare la tua conoscenza e di poterti leggere.
La storia mi è piaciuta, soprattutto per la vena leggera e umoristica che ho percepito. Ho particolarmente apprezzato l'originalità di un accordo tra umani e mostri e il fatto che ci fosse un "ufficio di ricollocamento". E poi il personaggio del vampiro, una vecchia volpe, ha messo la ciliegina sulla torta.
Tuttavia, non mi è molto chiaro il legame tra lui e Giorgia. Mi è chiaro che fin da subito lui si accorge che Giorgia non stia particolarmente bene, e infatti poi verrà portata all'ospedale a causa del morso del ragno. Quello che mi manca è il rapporto che c'è tra i due, ovvero, perché lui si muove a compassione e cerca di salvarla. Immagino che tra i due si sia instaurata una sorta di amicizia, o comunque confidenza, per tutte le "visite" che Pierre ha fatto all'ufficio. Stessa cosa, ma ribaltata, con Mottura. Perché i due non si sopportano? Magari proprio perché Pierre è una causa persa? E allora perché Giorgia ha confidenza con lui? Varrebbe la pena caratterizzare meglio questo rapporto tra i due, proprio perché poi è la chiava per capire come mai Pierre alla fine decida di "ispirare amore". Ci sta bene, invece, il discorso della relazione tra Giorgia e Mottura, soprattutto perché poi quest'ultimo deve fidarsi di Pierre per salvare la sua compagna.
In generale, come dicevo prima, la storia mi è piaciuta e si legge anche molto bene. Ho trovato uno stile semplice e asciutto che favorisce una lettura snella.
Grazie e buona edition!
3) Il topo mannaro non esiste
► Mostra testo
Ciao Jacopo, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto. Molto simpatico e soprattutto ben caratterizzato e contestualizzato per quanto riguarda gli orfanelli protagonisti. Lo sviluppo è curioso e ho apprezzato il twist finale sulla vera identità del topo mannaro. Anche stilisticamente si legge bene e in maniera scorrevole. Soprattutto i dialoghi sono ben fatti, specialmente nella caratterizzazione di discorsi di bambini, che non conoscono bene alcune parole e parlano con un lessico abbastanza semplice. Da come leggo poi, il tema mi sembra abbastanza centrato.
Grazie e buona edition!
4) Una pagina del diario di Soy
► Mostra testo
Ciao Francesco, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto! Lo stile in forma di diario è molto coinvolgente e scorre bene, sembra quasi di leggere un diario di Gianburrasca, ma con un tocco più inquietante. Il twist finale è interessante e sorprendente, anche se un po’ prevedibile. La parte dei biscotti è veramente disturbante, ma mi chiedo come abbiano fatto a non accorgersene dei chiodi! Soprattutto considerando che lo stesso Soy ne mangia qualcuno, mi sembra un po’ strano che non ci siano conseguenze per lui. In ogni caso, è una storia che ti prende e ti fa riflettere su quanto può essere distorta la mente di un ragazzo. Tema centrato, a mio avviso.
Grazie e buona edition!
5) Il Lento Addio
► Mostra testo
Ciao Cristiano, piacere di conoscerti e di leggerti.
Un racconto davvero incisivo. L’atmosfera è densa e opprimente, il linguaggio evocativo e le immagini sono così forti da restare impresse nella mente. Il "Lento Addio" è un'entità affascinante e inquietante, e il suo rapporto con Melody è uno degli aspetti più interessanti del testo. C'è una crudele poesia in tutto questo, e il dolore della protagonista viene trasmesso con grande impatto emotivo.
Tuttavia, concordo con quanto già evidenziato più su da Matteo: la narrazione soffre di alcuni problemi di chiarezza. Ci sono punti in cui il testo diventa troppo criptico, rendendo difficile seguire gli eventi e la loro logica interna. Ad esempio, il colpo di scena finale sul tentacolo che ha causato la tragedia è potente, ma sembra quasi scollegato dal resto del racconto: il mostro stesso non ne è consapevole fino alla fine, e questo crea una dissonanza nel suo ruolo. Inoltre, la questione dell’età di Melody e il tempo trascorso dalla morte di Mike non è chiarissima, il che rende difficile contestualizzare la sua sofferenza e il motivo per cui il mostro si manifesta proprio ora.
Dal punto di vista stilistico, il linguaggio poetico è sicuramente un punto di forza, ma a volte rischia di rendere la lettura meno scorrevole. Alcune immagini, per quanto affascinanti, risultano difficili da visualizzare o interpretare.
In definitiva, è un racconto che colpisce e resta impresso, ma avrebbe bisogno di un po’ di lavoro sulla coerenza interna e sulla scorrevolezza per risultare ancora più incisivo.
Grazie e buona edition!
6) Corale
► Mostra testo
Ciao Matteo, piacere di conoscerti e di leggerti.
Un racconto crudo, immersivo e scritto con grande attenzione ai dettagli. L’ambientazione della guerra del Vietnam è resa con precisione, grazie all’uso di uno slang credibile e di un linguaggio tecnico che rafforza la sensazione di autenticità. La durezza della guerra emerge senza filtri, attraverso gli occhi di soldati che oscillano tra cinismo, disgusto e momenti di umanità.
Le due scene sono entrambe molto evocative e riescono a trasmettere il senso di alienazione e brutalità che caratterizzava quel conflitto. Anche io ho avuto qualche difficoltà nell'associare le due scene: hanno personaggi diversi e, pur condividendo il tema del rapporto tra soldati e bambini, il legame tra i due momenti non è immediato. Il dettaglio della giacca militare non mi è risaltato alla mente immediatamente. Ho dovuto rileggerlo per capire. Magari una maggiore connessione narrativa avrebbe reso il tutto più coeso.
Dal punto di vista tematico, non riesco a cogliere una piena centratura del tema, sebbene è chiaro che il soldato che salva i bambini sta "ispirando amore" invece di seminare terrore. Però, ecco, anche qui forse una incisività maggiore lo avrebbe reso più esplicito.
In definitiva, un testo forte, ben scritto e capace di trasportare il lettore in un’epoca e in un’atmosfera precise. Con una maggiore connessione tra le due scene, sarebbe stato ancora più incisivo.
Grazie e buona edition!
7) Andante con moto
► Mostra testo
Ciao Corrado, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il racconto mi ha colpito molto, soprattutto per l'ambientazione, che è ricca e coinvolgente. La trasformazione del protagonista, da spia cinica e fredda a uomo che scopre l’amore per Marieta, è interessante e ben costruita, anche se a tratti mi ha lasciato qualche dubbio. Il passaggio da un momento in cui il protagonista maledice l'acqua alta che rovina la sua trappola, a quello in cui decide che “si fotta il sultano” e si concentra su Marieta e la sua musica, non mi è sembrato del tutto chiaro. Questo cambio di atteggiamento mi sembra un po' brusco, forse sarebbe stato utile un ulteriore sviluppo emotivo che giustificasse meglio il suo abbandono della missione e il suo nuovo obiettivo. Lo stile, pur essendo molto adatto alla voce narrante del protagonista, a tratti risulta un po’ pomposo e rende la lettura meno fluida. Tuttavia, questo non toglie valore alla forza emotiva del racconto, che riesce comunque a trasmettere l'intensità dei sentimenti del protagonista.
Grazie e buona edizione!
8) Che razza di amore!
► Mostra testo
Ciao Marco, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il tuo racconto è sorprendente e coinvolgente, con un twist finale davvero efficace. Il lettore parte convinto di trovarsi in uno scenario di resistenza post-apocalittica, solo per scoprire che la protagonista ha ben altri piani rispetto alla semplice sopravvivenza: l’amore, per di più con un invasore. Questo ribaltamento è intrigante e lascia il segno. Lo stile è pulito e scorrevole, con una narrazione in prima persona che rende il tutto molto immersivo. La protagonista ha una voce chiara e personale, e il parallelismo tra il saccheggio e la raccolta dei funghi con la nonna è un dettaglio che dà profondità al personaggio, rendendolo più umano. L’unico dubbio è sull’aderenza al tema "se non posso seminare terrore, ispirerò amore". Il legame tra il concetto e la storia c’è, ma è un po’ sfumato: l’invasore, che dovrebbe ispirare terrore, finisce per essere l’oggetto dell’amore della protagonista, ma per il resto del mondo continua a essere una minaccia. Se l’intento era giocare con questa ambiguità, allora funziona, ma forse si poteva rendere ancora più evidente il contrasto. Nel complesso, un ottimo racconto con un finale che colpisce e un personaggio che, nonostante il contesto, riesce a mantenere una leggerezza quasi ironica.
Grazie e buona edition!
9) Se non posso seminare terrore, ispirero amore
► Mostra testo
Ciao Valerio, piacere di conoscerti e di leggerti.
Il tuo racconto ha un forte impatto visivo e riesce a trasmettere in modo vivido la brutalità della tratta degli schiavi. Le immagini sono potenti, il lettore viene immerso nella disperazione della stiva e poi nel cinismo della compravendita sulla banchina. L’arco del protagonista è interessante, con il cambiamento interiore che si manifesta attraverso il sogno e il ricordo della figlia, anche se la sua redenzione arriva in modo un po’ repentino. Uno dei punti di forza è sicuramente l’ambientazione, che si percepisce come cruda e realistica. Il modo in cui i marinai reagiscono, chi con indifferenza e chi con disgusto, aggiunge profondità alla narrazione e mostra come il male possa essere normalizzato da chi ci convive ogni giorno. Anche il dettaglio dei gabbiani che cercano cibo tra la spazzatura è un bel tocco: enfatizza la brutalità della scena senza bisogno di spiegazioni dirette. Dal punto di vista stilistico, però, ci sono alcuni punti che rallentano la lettura. In particolare, nelle prime battute, le frasi molto lunghe e spesso coordinate con virgole rendono il ritmo un po’ macchinoso. Specialmente il terzo periodo potrebbe essere spezzato per facilitare la comprensione. Per quanto riguarda l’aderenza al tema, il collegamento c’è, ma risulta un po’ forzato. Il concetto di "se non posso seminare terrore, ispirerò amore" viene interpretato in modo molto letterale, con il protagonista che passa dal seminare terrore a voler ispirare amore dopo un singolo sogno. Il cambiamento interiore avrebbe forse avuto più forza se fosse stato più graduale, magari con qualche accenno precedente a un’inquietudine latente nel personaggio. Nel complesso, è un racconto evocativo e d’impatto, con un’ottima ambientazione e un protagonista che ha un percorso interessante, anche se il suo cambiamento avrebbe potuto essere sviluppato con più sfumature.
Grazie e buona edition!
Grazie e buona edition a tutti!
Ultima modifica di mdestefano il giovedì 27 marzo 2025, 21:05, modificato 1 volta in totale.
1. Corale - M. Maponi 2. Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba 3. Malombra - Bruce Lagogrigio 4. Ufficio Collocamento Mostri - Stefano Scudeler 5. Una pagina del diario di Soy - Francesco Forciniti 6. Che razza di amore - Marco Sacchi 7. Andante con moto - Corrado Gioannini 8. Il lento addio - Cristiano Saccoccia 9. Se non posso seminare terrore, ispirerò amore - Valerio Baldini
1. Buonasera! felice gara! Ora devo trovare più parole per dire che mi è davvero molto piaciuto il racconto, parole che non siano "perfavorescrivineancora".
Facendo le persone serie: ho dovuto rileggere due volte il racconto prima di capire che l'ordine cronologico è invertito, e forse è colpa mia che leggo quando sono stanca o forse bisognava rendere più esplicita la cosa. una volta capito l'ordine invertito, ho capito anche come hai interpretato il tema, e finalmente ho capito il racconto. MI è piaciuta molto la scelta di ambientare il tutto in vietnam, visto che ti permette di giocare sul mostro metaforico anzichè sul mostro letterale. da un punto di vista grammaticale e linguistico nulla da eccepire.
2. Ciao!!
Mi unisco al coro di chi dice che sei stato bravo a rendere i dialoghi dei bambini: sono davvero ben riusciti, sono plausibili e riescono anche a essere divertenti.
In particolare, ho trovato azzeccato il continuo incepparsi sulla parola strategia, così come il finale: giocare sull'ovvio (il mostro è il bidello) e poi mettere lì il fatto che in realtà il mostro è uno dei bimbi ti ha permesso anche di rendere la storia molto più accattivante. Non so quanto possa essere una mia lettura o una tua intenzione, ma il fatto che i bimbi si trovino in un orfanotrofio, che si possano sentire "mostri" perchè diversi e senza una famiglia, ma comunque mai soli, rende lo sviluppo del tema molto più bello.
3. Ciao!! mi è piaciuto davvero molto come hai sviluppato il tema: lasciar supporre al lettore che il protagonista sia quello che pianta i girasoli maligni, per poi ribaltare la situazione e farci scoprire che in realtà lui cerca di fermarli è un'ottima idea. Si notano anche tutte le ottime idee per il worldbuilding di fondo, tra la questione della "malombra" (che a quanto pare è una creatura non ben vista) e la questione del "farli crescere con l'amore". in generale l'ho trovato un ottimo racconto scorrevole, che non mi dispiacerebbe di vedere più ampliato!
4. Ciao!!!
Leggerti mi ha divertita un sacco: l'idea di un accordo mostri (pardon: spaventosi non umani) e umani è davvero interessante, e la personalità del vampiro traspare in maniera limpidissima dalle sue parole. Questo ti ha permesso di giocare con il tema: il vampiro alla fine è un po' un bugiardo a cui piace anche fin troppo la carne umana, ma alla fine cede e decide di salvare l'umana, in un moto di pietà nei suoi confronti e nei confronti dell'umano con cui lavora.
Sarebbe stato meglio forse gestire in maniera diversa le due parti del racconto: l'inizio, con l'elenco della gente che si è mangiato, è molto più lungo della seconda parte, e paiono quasi slegate. Equilibrare inizio e fine ti avrebbe permesso di rendere il tutto più omogeneo :)
5. Ciao!
Partiamo dal fatto che questo racconto mi ha divertita tanto quanto inquietata: un personaggio a là Gianburrasca, ma con una vena "malvagia", che fa scherzi crudeli per ottenere l'attenzione degli altri, da una parte è buffo (perchè gli scherzi sono divertenti), dall'altra inquieta (perchè sono scherzi che fanno male). è facile identificarlo con il mostro, sopratutto quando gli sfuggono gli spilli nei biscotti, ma è anche facile identificarlo con un bambino che non sa cosa voglia davvero dire essere amati. in generale un racconto scorrevole, ben scritto, e con una interpretazione del tema molto interessante :) 6. Ciao!!
Per capire a pieno il tuo racconto ho dovuto leggerlo due volte, e solo alla fine ho capito che i soldati erano alieni. La narrazione fluida, con una protagonista impertinente e un po' matta, rende il tutto molto semplice e bello da leggere. Da un punto di vista tematico, invece, bisogna spendere qualche minuto in più per capire che la Nina, per un giro strano che non si capisce bene, si è innamorata di un soldato. Sa di storia conosciuta, ma non per questo è un'idea meno interessante. Avrebbe forse giovato un poco spendere qualche parola in più su questi soldati, rendere un po' più esplicito il tutto - ma in questo caso si tratta di un suggerimento dovuto al gusto personale.
7. Ciao!
Partiamo dal fatto che questo racconto mi ha divertita tanto quanto inquietata: un personaggio a là Gianburrasca, ma con una vena "malvagia", che fa scherzi crudeli per ottenere l'attenzione degli altri, da una parte è buffo (perchè gli scherzi sono divertenti), dall'altra inquieta (perchè sono scherzi che fanno male). è facile identificarlo con il mostro, sopratutto quando gli sfuggono gli spilli nei biscotti, ma è anche facile identificarlo con un bambino che non sa cosa voglia davvero dire essere amati. in generale un racconto scorrevole, ben scritto, e con una interpretazione del tema molto interessante :)
8. Ciao cristiano! è forse la prima volta che ti leggo davvero ahah. Dunque: il racconto a me non è poi così tanto piaciuto. Credo il problema maggiore me l'abbia causato lo stile, che ho trovato forzatamente lirico, come se non ti appartenesse. Si poteva forse approfondire di più il tema, in particolare la parte "ispirerò amore", aggiungendo magari un po' di introspezione nel mostro nel momento del dialogo con Melody. mi aggiungo anche al coro di chi ti dice che manca un po' di coerenza interna: prima il mostro non sa chi ha causato la tragedia, poi l'ha causata lui. A livello invece puramente linguistico grammaticale, ci sono parecchi scivoloni che mi hanno fatto sospirare non poco. A partire da "alchol" per arrivare a "l'educazione prima, piacere Melody e tu?" [questo nello specifico mi ha fatto chiedere se hai mai parlato con un ottenne strafottente, ma avrei messo un punto dopo "prima", per rendere più incisivo il dialogo] e per poi giungere, in definitiva, a "Un numero elevato a una potenza sconosciuta ". non chiarissimo.
Buona gara!
9. Ciao!
Il racconto, di per sé, non è male (tematicamente). Quello che rende complessa la lettura e ne inficia anzi parte è lo stile e in generale tutto l'aspetto linguistico grammaticale.
Le frasi sono strutturate male, troppo lunghe o troppi brevi, e dove sono troppo lunghe mancano le virgole e le congiunzioni (non ripeterò i commenti dei colleghi, ma sono d'accordo). Questo va a influire sul ritmo: laddove la struttura del racconto è molto semplice - e non molto solida - delle frasi costruite meglio avrebbero reso il tutto più leggibile. Hai scelto il mare come ambientazione, ti avrebbe permesso di giocare molto su questa cosa.
Il finale, in particolare, l'ho trovato un po' debole. Bella, come idea, ma il tormento interiore del capitano avrebbe meritato molto più spazio.
Dovete solo più ricevere la classifica de IL GLADIATORE. NB: La classifica di Manuel De Stefano viene considerata valida nonostante la mancanza di un commento in quanto ho appurato che lo ha fatto sotto il racconto dimenticandosi di copiarlo. Manuel si prenderà comunque un malus se non integrerà entro il termine del tempo. Sottolineo che dovesse capitare un'altra volta non farò più pesare la sua inesperienza e procederò, come di regola, con squalifica e invalidazione di classifica.
foxie ha scritto:Ciao!! Ecco la mia classifica coi commenti:
1. Corale - M. Maponi 2. Il topo mannaro non esiste - Jacopo Saba 3. Malombra - Bruce Lagogrigio 4. Ufficio Collocamento Mostri - Stefano Scudeler 5. Una pagina del diario di Soy - Francesco Forciniti 6. Che razza di amore - Marco Sacchi 7. Andante con moto - Corrado Gioannini 8. Il lento addio - Cristiano Saccoccia 9. Se non posso seminare terrore, ispirerò amore - Valerio Baldini
1. Buonasera! felice gara! Ora devo trovare più parole per dire che mi è davvero molto piaciuto il racconto, parole che non siano "perfavorescrivineancora".
Facendo le persone serie: ho dovuto rileggere due volte il racconto prima di capire che l'ordine cronologico è invertito, e forse è colpa mia che leggo quando sono stanca o forse bisognava rendere più esplicita la cosa. una volta capito l'ordine invertito, ho capito anche come hai interpretato il tema, e finalmente ho capito il racconto. MI è piaciuta molto la scelta di ambientare il tutto in vietnam, visto che ti permette di giocare sul mostro metaforico anzichè sul mostro letterale. da un punto di vista grammaticale e linguistico nulla da eccepire.
2. Ciao!!
Mi unisco al coro di chi dice che sei stato bravo a rendere i dialoghi dei bambini: sono davvero ben riusciti, sono plausibili e riescono anche a essere divertenti.
In particolare, ho trovato azzeccato il continuo incepparsi sulla parola strategia, così come il finale: giocare sull'ovvio (il mostro è il bidello) e poi mettere lì il fatto che in realtà il mostro è uno dei bimbi ti ha permesso anche di rendere la storia molto più accattivante. Non so quanto possa essere una mia lettura o una tua intenzione, ma il fatto che i bimbi si trovino in un orfanotrofio, che si possano sentire "mostri" perchè diversi e senza una famiglia, ma comunque mai soli, rende lo sviluppo del tema molto più bello.
3. Ciao!! mi è piaciuto davvero molto come hai sviluppato il tema: lasciar supporre al lettore che il protagonista sia quello che pianta i girasoli maligni, per poi ribaltare la situazione e farci scoprire che in realtà lui cerca di fermarli è un'ottima idea. Si notano anche tutte le ottime idee per il worldbuilding di fondo, tra la questione della "malombra" (che a quanto pare è una creatura non ben vista) e la questione del "farli crescere con l'amore". in generale l'ho trovato un ottimo racconto scorrevole, che non mi dispiacerebbe di vedere più ampliato!
4. Ciao!!!
Leggerti mi ha divertita un sacco: l'idea di un accordo mostri (pardon: spaventosi non umani) e umani è davvero interessante, e la personalità del vampiro traspare in maniera limpidissima dalle sue parole. Questo ti ha permesso di giocare con il tema: il vampiro alla fine è un po' un bugiardo a cui piace anche fin troppo la carne umana, ma alla fine cede e decide di salvare l'umana, in un moto di pietà nei suoi confronti e nei confronti dell'umano con cui lavora.
Sarebbe stato meglio forse gestire in maniera diversa le due parti del racconto: l'inizio, con l'elenco della gente che si è mangiato, è molto più lungo della seconda parte, e paiono quasi slegate. Equilibrare inizio e fine ti avrebbe permesso di rendere il tutto più omogeneo :)
5. Ciao!
Partiamo dal fatto che questo racconto mi ha divertita tanto quanto inquietata: un personaggio a là Gianburrasca, ma con una vena "malvagia", che fa scherzi crudeli per ottenere l'attenzione degli altri, da una parte è buffo (perchè gli scherzi sono divertenti), dall'altra inquieta (perchè sono scherzi che fanno male). è facile identificarlo con il mostro, sopratutto quando gli sfuggono gli spilli nei biscotti, ma è anche facile identificarlo con un bambino che non sa cosa voglia davvero dire essere amati. in generale un racconto scorrevole, ben scritto, e con una interpretazione del tema molto interessante :) 6. Ciao!!
Per capire a pieno il tuo racconto ho dovuto leggerlo due volte, e solo alla fine ho capito che i soldati erano alieni. La narrazione fluida, con una protagonista impertinente e un po' matta, rende il tutto molto semplice e bello da leggere. Da un punto di vista tematico, invece, bisogna spendere qualche minuto in più per capire che la Nina, per un giro strano che non si capisce bene, si è innamorata di un soldato. Sa di storia conosciuta, ma non per questo è un'idea meno interessante. Avrebbe forse giovato un poco spendere qualche parola in più su questi soldati, rendere un po' più esplicito il tutto - ma in questo caso si tratta di un suggerimento dovuto al gusto personale.
7. Ciao!
Partiamo dal fatto che questo racconto mi ha divertita tanto quanto inquietata: un personaggio a là Gianburrasca, ma con una vena "malvagia", che fa scherzi crudeli per ottenere l'attenzione degli altri, da una parte è buffo (perchè gli scherzi sono divertenti), dall'altra inquieta (perchè sono scherzi che fanno male). è facile identificarlo con il mostro, sopratutto quando gli sfuggono gli spilli nei biscotti, ma è anche facile identificarlo con un bambino che non sa cosa voglia davvero dire essere amati. in generale un racconto scorrevole, ben scritto, e con una interpretazione del tema molto interessante :)
8. Ciao cristiano! è forse la prima volta che ti leggo davvero ahah. Dunque: il racconto a me non è poi così tanto piaciuto. Credo il problema maggiore me l'abbia causato lo stile, che ho trovato forzatamente lirico, come se non ti appartenesse. Si poteva forse approfondire di più il tema, in particolare la parte "ispirerò amore", aggiungendo magari un po' di introspezione nel mostro nel momento del dialogo con Melody. mi aggiungo anche al coro di chi ti dice che manca un po' di coerenza interna: prima il mostro non sa chi ha causato la tragedia, poi l'ha causata lui. A livello invece puramente linguistico grammaticale, ci sono parecchi scivoloni che mi hanno fatto sospirare non poco. A partire da "alchol" per arrivare a "l'educazione prima, piacere Melody e tu?" [questo nello specifico mi ha fatto chiedere se hai mai parlato con un ottenne strafottente, ma avrei messo un punto dopo "prima", per rendere più incisivo il dialogo] e per poi giungere, in definitiva, a "Un numero elevato a una potenza sconosciuta ". non chiarissimo.
Buona gara!
9. Ciao!
Il racconto, di per sé, non è male (tematicamente). Quello che rende complessa la lettura e ne inficia anzi parte è lo stile e in generale tutto l'aspetto linguistico grammaticale.
Le frasi sono strutturate male, troppo lunghe o troppi brevi, e dove sono troppo lunghe mancano le virgole e le congiunzioni (non ripeterò i commenti dei colleghi, ma sono d'accordo). Questo va a influire sul ritmo: laddove la struttura del racconto è molto semplice - e non molto solida - delle frasi costruite meglio avrebbero reso il tutto più leggibile. Hai scelto il mare come ambientazione, ti avrebbe permesso di giocare molto su questa cosa.
Il finale, in particolare, l'ho trovato un po' debole. Bella, come idea, ma il tormento interiore del capitano avrebbe meritato molto più spazio.
Ciao, credo tu abbia fatto pasticci col copincolla: l commento al mio racconto... non e' al mio racconto :-D
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman) gioco - Corrado Gioannini
gioco ha scritto:Ciao, credo tu abbia fatto pasticci col copincolla: l commento al mio racconto... non e' al mio racconto :-D
Grazie per la segnalazione. Ho controllato e il commento, in effetti, te lo aveva fatto e ci sono stati problemi con il copia incolla. Considerato che si tratta della prima volta per Ester, per questa volta no problem.
antico ha scritto: Grazie per la segnalazione. Ho controllato e il commento, in effetti, te lo aveva fatto e ci sono stati problemi con il copia incolla. Considerato che si tratta della prima volta per Ester, per questa volta no problem.
Si' si' certo! Volevo solo suggerire di aggiornare il post!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman) gioco - Corrado Gioannini
1 - Il Lento Addio, di Cristiano Saccoccia 2 - CORALE, di M.Maponi 3 -Il topo mannaro non esiste, di Jacopo Saba 4 - Malombra, di Bruce Lagogrigio 5 - Ufficio collocamento mostri, di Stefano Scudeler 6 - Una pagina del diario di Soy, di Francesco Forciniti 7 - Andante con moto, di Corrado Gioannini 8 - Che razza di amore!, di Marco Sacchi 9 - Se non posso seminare terrore, ispirerò amore, di Baldini Valerio
IL LENTO ADDIO - Ciao Cristiano, ci regali un racconto forte, spiazzante e molto simbolico. Lo stile è crudo ma poetico e a tratti lirico e questo aiuta a immergersi completamente nelle figure allegoriche e nei simbooli che magistralmente semini. Purtroppo hai fatto centro con una frase che sembra non avere senso ma che è schifosamente vera: si può puzzare di schiaffi, è quello che succede quando in faccia ne arrivano così tanti da restare appiccicati e marcirci sopra. Bravo! Non sono d'accordo sulla mancanza di trama perché nel groviglio di simboli e allegorie, si vede chiaramente il quadro drammatico della storia. Ottima la capacità di far empatizzare il lettore con i personaggi, anche con quel "Lento addio" che a tratti di mostro sembra avere solo l'etichetta. Un pollice su senza dubbi o tentennamenti.
CORALE - Ciao Matteo, devo dire che il racconto mi ha lasciato scosso, disturbato e senza fiato e quindi ha fatto centro. La sensazione è che non sia stato scritto per piacere, perché non deve piacere ma deve parlare e lo fa gìa da quel piccolo dettaglio della giacca. Un dettaglio buttato lì - proprio come la giacca - che diventa simbolo dell'anima che si sfalda completamente in guerra ma che,, allo stesso tempo, riesce a conservare briciole di umanità. La bambina incontra entrambe le facce e tu la dipingi al solito con una prestazione da pollice quasi su.
IL TOPO MANNARO NON ESISTE - Ciao Jacopo, ho apprezzato molto il tuo racconto, hai uno stile molto fluido e, visto il POV di un bambino, hai anche un'ottima capacità di calarti nel personaggio che crei e farlo tuo fino a renderlo vivo e credibile. Come ti è già stato detto, scegliere il POV di un bambino è molto pericoloso perché si rischia di creare una macchietta. Tu invece sei riuscito a farcelo sentire così tanto da portarci insieme a loro nell'orfanotrofio. Ottima gestione della trama, forse avrei seminato un po' di più prima per rendere meno improvviso il twist finale ma sono davvero dettagli. La valutazione è un pollice quasi su e si piazza sul podio dietro a Maponi. Complimenti ancora.
MALOMBRA - CIao Bruce, un racconto ben scritto ma che presenta forse alcune criticità da limare. A volte per esempio il racconto rischia di essere un po' ermetico. L’elemento dei "girasoli neri" è potente ma resta vago: evocativo, sì, ma non del tutto chiaro nel suo funzionamento interno al mondo narrativo. Alcuni salti temporali e flashback (come quello di Mahl) sono gestiti con poesia, ma rischiano di confondere il lettore per mancanza di contesto esplicito. Ma queste sono le uniche "Pecche" di una storia che funziona e che hai costruito con una grande sensibilità stilistica. La figura del vecchio seminatore è forte, archetipica, e la sua connessione con la terra e col figlio perduto crea un livello emotivo profondo. La capacità di creare empatia è un dono che sai ben gestire. La valutazione è un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante. Ti piazzi uno scalino sotto il podio ma davvero per pochi "centesimi".
UFFICIO COLLOCAMENTO MOSTRI - Ciao Stefano, un racconto molto buono con uno stile per niente pesante, anzi, funzionale e adatto al tono ironico e sarcastico del racconto, soprattutto l'incipit è davvero ben gestito. Sei bravo a bilanciare bene la miscela di horror e commedia sociale e la fai funzionare a meraviglia. Forse un po' di forzature sul finale come il passaggio da gag alla scena del morso salvifico risulta affrettato e avrebbe forse meritato un minimo di sviluppo emotivo in più. Nel complesso però una valutazione comunque molto positiva con un pollice tendente al positivo in modo molto brillante ma non del tutto solido.
UNA PAGINA DEL DIARIO DI SOY - Ciao Francesco, il racconto colpisce per la voce narrante, perché Soy è un personaggio disturbato ma affascinante, con una visione del mondo completamente deviata. La scrittura è scorrevole, ha ritmo e regge bene l’andamento grottesco della vicenda. I momenti più forti, come l’episodio della sorella o della tarantola, funzionano nel costruire un tono che oscilla tra il comico nero e il patologico. Ci sono però alcuni difetti e criticità che vanno a pesare sulla valutazione: la struttura narrativa rischia di diventare un po’ monocorde; Soy resta inchiodato nella sua logica malata senza che ci sia un vero arco di trasformazione o una svolta interna. Il finale è davvero potente, ma, come ti è stato già fatto notare, prevedibile. Quando annuncia di voler “fare qualcosa di carino”, il lettore attento sa già dove si andrà a parare. L’ultima frase ha un buon impatto, ma sarebbe stata più efficace se il racconto avesse seminato meglio qualche ambiguità tra tenerezza e orrore. Nel complesso, è un testo che si legge con piacere e inquietudine, ma che avrebbe potuto osare di più nella costruzione psicologica. La valutazione è un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
ANDANTE CON MOTO - Ciao Corrado. Un racconto scritto bene, con un protagonista tormentato e ambiguo. La prosa è ricercata, a volte forse un po’ enfatica, ma coerente con l’ambientazione storica e lo stato d’animo del narratore. Ci porti a Venezia e la rendi bene con pochi ma efficaci dettagli sensoriali. Ottima l’idea del doppio registro — musica e spionaggio — che conferisce spessore. Trovo però che la struttura rischi di essere troppo riflessiva; manca una vera scena d’azione o un momento forte che dia un po' di slancio narrativo. Il conflitto interno è interessante ma si risolve con un cambio di rotta troppo repentino e poco motivato. Il finale è suggestivo ma un po’ sospeso, più poetico che risolutivo. Nel complesso un buon testo, stilisticamente maturo, che avrebbe brillato ancora di più con una tensione narrativa più concreta. La valutazione è un pollice tendente al positivo in modo poco brillante ma solido.
CHE RAZZA DI AMORE! - Ciao Marco, il tuo è un testo piacevole, ben scritto, con una protagonista memorabile e un equilibrio riuscito tra cinismo e romanticismo alieno. Mi piace come hai caratterizzato Nina, folle e tenera allo stesso tempo e come hai ben gestito il contrasto tra il tono leggero e il contesto tragico. Non è una cosa scontata ed è segno di grande abilità narrativa. Ho trovato però poca progressione narrativa sena un vero arco o conflitto, anche se nel complesso la valutazione è un pollice tendente al positivo in modo brillante e poco solido.
SE NON POSSO SEMINARE TERRORE, ISPIRERò AMORE - Ciao Valerio, il racconto ha un messaggio forte e sincero, sorretto da un impianto narrativo chiaro: la redenzione di un uomo spezzato dal dolore. Mi è piaciuto l'incipit, crudo ed efficace, che crea subito disagio e coinvolgimento. Il sogno con la figlia morta è toccante, anche se prevedibile come svolta. Stilisticamente, però, il testo presenta diverse criticità: l’uso eccessivo di aggettivi, punteggiatura non troppo coerente, ripetizioni e frasi lunghe rendono la lettura faticosa. Il finale, pur emotivo, avrebbe più forza con un linguaggio più asciutto e controllato. Il racconto ha grandi intenzioni e un cuore vero, ma manca di rifinitura formale e coerenza stilistica per raggiungere del tutto il suo potenziale. Direi che hai molto margine di miglioramento e sei nel posto giusto. Da segnalare la tua capacità di creare empatia e di mettere il cuore in quello che scrivi. In questa palestra, pulendo lo stile e maturando la capacità di maneggiare gli strumenti, puoi davvero dire la tua. Una valutazione di un pollice tendente al positivo in modo solido ma non brillante. TopCiao Valerio, il racconto ha un messaggio forte e sincero, sorretto da un impianto narrativo chiaro: la redenzione di un uomo spezzato dal dolore. Mi è piaciuto l'incipit, crudo ed efficace, che crea subito disagio e coinvolgimento. Il sogno con la figlia morta è toccante, anche se prevedibile come svolta. Stilisticamente, però, il testo presenta diverse criticità: l’uso eccessivo di aggettivi, punteggiatura non troppo coerente, ripetizioni e frasi lunghe rendono la lettura faticosa. Il finale, pur emotivo, avrebbe più forza con un linguaggio più asciutto e controllato. Il racconto ha grandi intenzioni e un cuore vero, ma manca di rifinitura formale e coerenza stilistica per raggiungere del tutto il suo potenziale. Direi che hai molto margine di miglioramento e sei nel posto giusto. Da segnalare la tua capacità di creare empatia e di mettere il cuore in quello che scrivi. In questa palestra, pulendo lo stile e maturando la capacità di maneggiare gli strumenti, puoi davvero dire la tua. Una valutazione di un pollice tendente al positivo in modo solido ma non brillante.