Prometeo
- francescocascione
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Prometeo
Ogni notte lo stesso sogno. Lo stesso maledettissimo sogno.
Alle volte ha la forma di un ricordo, altre è il frammento di futuro possibile, così terribile da finire sempre con l’eco di un mio urlo nelle orecchie.
Nel sogno c’è Lei. Perfetta. Rosa fresca e profumata; di una bellezza tersa come il cielo di una mattina di tramontana.
La incontro ogni notte. La perdo ogni notte. Finché notte e giorno esisteranno.
Ogni notte torno al giorno in cui la incontrai, alla prima volta che, sebbene eterno, mi sentii vivo. Il primo raggio di sole sulla pelle, il primo bagno in mare, il primo bacio sulle sue labbra.
Sogno il suo profumo, i colori del sole che parevano impazzire sulla sua pelle.
Siamo stati amanti tra le stelle, compagni su una spiaggia a fissare il momento eterno nel quale il sole sparisce nel mare. Felici.
Vengo da un mondo che inizia dove finisce il vostro. Abbiamo luci, suoni, odori che basterebbe solo descriverli per far precipitare nella follia assoluta il più assennato tra gli uomini.
Sulla Terra, di questo mondo, ne conoscete frammenti che qualche dio annoiato ha concesso ai folli, agli artisti.
Van Gogh stesso impazzì per averne percepito più di quanto sia ammesso.
Ero un dio tra gli dei finché non mi sporsi sul vostro mondo, chiamato dalla Sua bellezza.
Era come il suono di un’arpa ed io, vivo da sempre, ne fui attratto come una falena dal fuoco.
Agli dei è concesso di contemplare, di giocare con gli umani, guidarli persino.
Possiamo ammirare senza amare. Perché non esiste forza più potente e pericolosa.
Pena l’esilio.
Il vostro mondo, il nostro Inferno.
Ma l’averla vista trasformò la contemplazione in desiderio, il desiderio in follia. Io l’amai da prima che il tempo fosse, e lei mi riamò.
Per incontrarla dovetti cambiare le regole. Creai un mondo sospeso tra il mio ed il suo dove potessimo incontrarci. Il Sogno.
In esso ci siamo incontrati ed amati come mai nessuno prima e dopo di noi.
Mi innamorai e si innamorò. Il mio amore la sua condanna, il suo amore, la mia.
Donai quel mondo agli uomini pur di condividerlo con Lei. Il mio più grande errore.
Gli uomini iniziarono a desiderare, ad amare, arrivano a toccare quasi la casa degli dei, ad ambire a scalzarli per sostituirli.
Fui scoperto. E punito.
Mi chiamarono traditore. Mi condannarono come solo chi non conosce pietà può fare.
Fu esilio per entrambi. Io sulla Terra, lei per sempre prigioniera del nostro mondo.
Ogni notte rivivo la poesia del nostro incontro, e ogni notte la mia anima è strappata come quando condannarono me alla Terra e lei a restare prigioniera di quello stesso mondo che io stesso creai per noi. La sua prigione.
Ogni notte la rivedo e Lei mi odia più forte. Mi illudo di poterla liberare, di tornare ad essere felici. Ma è solo illusione che evapora all’alba.
Lei è donna che incontrai e persi, che incontrerò e perderò.
La rivedo ogni notte.
La perdo ogni notte.
Sogno il suo odio e maledico la mia immortalità.
Assaporare il cielo per bestemmiare ancora più forte l’inferno. Questa la mia maledizione.
Alle volte ha la forma di un ricordo, altre è il frammento di futuro possibile, così terribile da finire sempre con l’eco di un mio urlo nelle orecchie.
Nel sogno c’è Lei. Perfetta. Rosa fresca e profumata; di una bellezza tersa come il cielo di una mattina di tramontana.
La incontro ogni notte. La perdo ogni notte. Finché notte e giorno esisteranno.
Ogni notte torno al giorno in cui la incontrai, alla prima volta che, sebbene eterno, mi sentii vivo. Il primo raggio di sole sulla pelle, il primo bagno in mare, il primo bacio sulle sue labbra.
Sogno il suo profumo, i colori del sole che parevano impazzire sulla sua pelle.
Siamo stati amanti tra le stelle, compagni su una spiaggia a fissare il momento eterno nel quale il sole sparisce nel mare. Felici.
Vengo da un mondo che inizia dove finisce il vostro. Abbiamo luci, suoni, odori che basterebbe solo descriverli per far precipitare nella follia assoluta il più assennato tra gli uomini.
Sulla Terra, di questo mondo, ne conoscete frammenti che qualche dio annoiato ha concesso ai folli, agli artisti.
Van Gogh stesso impazzì per averne percepito più di quanto sia ammesso.
Ero un dio tra gli dei finché non mi sporsi sul vostro mondo, chiamato dalla Sua bellezza.
Era come il suono di un’arpa ed io, vivo da sempre, ne fui attratto come una falena dal fuoco.
Agli dei è concesso di contemplare, di giocare con gli umani, guidarli persino.
Possiamo ammirare senza amare. Perché non esiste forza più potente e pericolosa.
Pena l’esilio.
Il vostro mondo, il nostro Inferno.
Ma l’averla vista trasformò la contemplazione in desiderio, il desiderio in follia. Io l’amai da prima che il tempo fosse, e lei mi riamò.
Per incontrarla dovetti cambiare le regole. Creai un mondo sospeso tra il mio ed il suo dove potessimo incontrarci. Il Sogno.
In esso ci siamo incontrati ed amati come mai nessuno prima e dopo di noi.
Mi innamorai e si innamorò. Il mio amore la sua condanna, il suo amore, la mia.
Donai quel mondo agli uomini pur di condividerlo con Lei. Il mio più grande errore.
Gli uomini iniziarono a desiderare, ad amare, arrivano a toccare quasi la casa degli dei, ad ambire a scalzarli per sostituirli.
Fui scoperto. E punito.
Mi chiamarono traditore. Mi condannarono come solo chi non conosce pietà può fare.
Fu esilio per entrambi. Io sulla Terra, lei per sempre prigioniera del nostro mondo.
Ogni notte rivivo la poesia del nostro incontro, e ogni notte la mia anima è strappata come quando condannarono me alla Terra e lei a restare prigioniera di quello stesso mondo che io stesso creai per noi. La sua prigione.
Ogni notte la rivedo e Lei mi odia più forte. Mi illudo di poterla liberare, di tornare ad essere felici. Ma è solo illusione che evapora all’alba.
Lei è donna che incontrai e persi, che incontrerò e perderò.
La rivedo ogni notte.
La perdo ogni notte.
Sogno il suo odio e maledico la mia immortalità.
Assaporare il cielo per bestemmiare ancora più forte l’inferno. Questa la mia maledizione.
Re: Prometeo
Benvenuto a Minuti Contati, Francesco! Limiti rispettati, buona Tarenzi Edition!
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Re: Prometeo
Ciao Francesco!
Il tuo racconto è davvero incredibile. E' bello, straziante, nostalgico. Racconti un amore dannatamente umano, provato da un angelo, che crea il sogno come momento di contatto tra il mondo divino e quello terrestre. In questo mi ricordi certi tratti del Romanticismo tedesco, e l'ho molto apprezzato. Arrivi dritto all'anima del lettore, e nonostante la carica emotiva il racconto scorre che è un piacere. Quando finisce si resta svuotati.
Complimentissimi, davvero!
Il tuo racconto è davvero incredibile. E' bello, straziante, nostalgico. Racconti un amore dannatamente umano, provato da un angelo, che crea il sogno come momento di contatto tra il mondo divino e quello terrestre. In questo mi ricordi certi tratti del Romanticismo tedesco, e l'ho molto apprezzato. Arrivi dritto all'anima del lettore, e nonostante la carica emotiva il racconto scorre che è un piacere. Quando finisce si resta svuotati.
Complimentissimi, davvero!
- Jacopo Berti
- Messaggi: 441
Re: Prometeo
Mi è piaciuto, sì, ma non sono proprio entusiasta della riuscita complessiva. Dipende certamente dalla sensibilità di ciascuno: per la mia personale, basta una caduta di stile, un calcare un po' troppo la mano e il romantico diventa subito lezioso, quasi parodico. In alcuni punti lo sfiori, e io storco un po' il naso.
Il tema mi pare rispettato: in questo senso il fulcro è l'idea che il mondo mortale sia l'inferno per gli immortali.
Il riferimento a Prometeo, a quel che ricordo, è centrato solo in parte.
Alcune osservazioni più circostanziate:
"Rosa fresca e profumata; di una bellezza tersa come il cielo di una mattina di tramontana". Questo è uno dei punti stucchevoli: citare Cielo d'Alcamo e poi qualcosa che sembra Jovanotti.
"Abbiamo luci, suoni, odori che basterebbe solo descriverli per far precipitare nella follia assoluta il più assennato tra gli uomini." "CHE [...] descriver-LI": la ripetizione del complemento oggetto è ridondante (e scoretta in questo registro). Non so se sia un refuso o la scelta di un linguaggio un po' più colloquiale. Comunque, anche come scelta, secondo me stona.
"Fu esilio per entrambi. Io sulla Terra, lei per sempre prigioniera del nostro mondo.
Ogni notte rivivo la poesia del nostro incontro, e ogni notte la mia anima è strappata come quando condannarono me alla Terra e lei a restare prigioniera di quello stesso mondo che io stesso creai per noi. La sua prigione." Prigioniera-mondo; prigioniera-mondo; prigione. Forse si riusciva a rendere con qualche ripetizione in meno.
Il tema mi pare rispettato: in questo senso il fulcro è l'idea che il mondo mortale sia l'inferno per gli immortali.
Il riferimento a Prometeo, a quel che ricordo, è centrato solo in parte.
Alcune osservazioni più circostanziate:
"Rosa fresca e profumata; di una bellezza tersa come il cielo di una mattina di tramontana". Questo è uno dei punti stucchevoli: citare Cielo d'Alcamo e poi qualcosa che sembra Jovanotti.
"Abbiamo luci, suoni, odori che basterebbe solo descriverli per far precipitare nella follia assoluta il più assennato tra gli uomini." "CHE [...] descriver-LI": la ripetizione del complemento oggetto è ridondante (e scoretta in questo registro). Non so se sia un refuso o la scelta di un linguaggio un po' più colloquiale. Comunque, anche come scelta, secondo me stona.
"Fu esilio per entrambi. Io sulla Terra, lei per sempre prigioniera del nostro mondo.
Ogni notte rivivo la poesia del nostro incontro, e ogni notte la mia anima è strappata come quando condannarono me alla Terra e lei a restare prigioniera di quello stesso mondo che io stesso creai per noi. La sua prigione." Prigioniera-mondo; prigioniera-mondo; prigione. Forse si riusciva a rendere con qualche ripetizione in meno.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
- francescocascione
- Messaggi: 101
Re: Prometeo
Per prima cosa grazie per complimenti. Fanno sempre piacere
E grazie per gli appunti ai quali rispondo con piacere.
- Prometeo è usato in senso allegorico e ho giocato con il mito originale rielaborandolo. Alla fine credo rispetti l'idea della mito del dio che fa un dono agli uomini per elevarli.
- "CHE [...] descriver-LI":
Vero. È Refuso, puro e semplice, mi piacerebbe invocare la licenza poetica ma sarei poco credibile.
Letto, riletto e revisionato, ma questo si era nascosto bene, ed io me lo sono perso.
Ogni volta che lo vedo darei testate contro il primo spigolo.
- Cielo D'Alcamo. Bravo!
Nel racconto mi sono divertito a mettere rimandi, riferimenti a più elementi. È un vezzo che mi fa divertire, cerando di evitare di essere autoreferenziale. Il lettore ha un senso di déjà vu ed io riesco a tenerlo sul pezzo.
L'idea è quella di usare riferimenti comuni (anche solo come ricordi) per creare una specie di spazio condiviso.
Il numero di caratteri, secondo me, non permette di contestualizzare a pieno. Attingere ad una specie di memoria collettiva rende me e chi legge complici e la storia più diretta.
Il riferimento a Jovanotti invece è stato assolutamente casuale ed io stesso ci ho fatto caso solo a lavoro finito. Quel riferimento ai giorni di tramontana nasce da qualcos altro. Sono genovese e le giornate invernali di tramontana, viste proprio in questi giorni, tolgono il fiato.
Per come la vedo io e Lorenzo abbiamo attinto il pennello nella stessa tavolozza
- Prigioniera-mondo; prigioniera-mondo; prigione
Avrei potuto evitarlo, è vero, ma non ho voluto. Il fastidio di una ripetizione voleva essere suono per rendere il tormento. Per questo invoco la licenza poetica.
Grazie!
E grazie per gli appunti ai quali rispondo con piacere.
- Prometeo è usato in senso allegorico e ho giocato con il mito originale rielaborandolo. Alla fine credo rispetti l'idea della mito del dio che fa un dono agli uomini per elevarli.
- "CHE [...] descriver-LI":
Vero. È Refuso, puro e semplice, mi piacerebbe invocare la licenza poetica ma sarei poco credibile.
Letto, riletto e revisionato, ma questo si era nascosto bene, ed io me lo sono perso.
Ogni volta che lo vedo darei testate contro il primo spigolo.
- Cielo D'Alcamo. Bravo!
Nel racconto mi sono divertito a mettere rimandi, riferimenti a più elementi. È un vezzo che mi fa divertire, cerando di evitare di essere autoreferenziale. Il lettore ha un senso di déjà vu ed io riesco a tenerlo sul pezzo.
L'idea è quella di usare riferimenti comuni (anche solo come ricordi) per creare una specie di spazio condiviso.
Il numero di caratteri, secondo me, non permette di contestualizzare a pieno. Attingere ad una specie di memoria collettiva rende me e chi legge complici e la storia più diretta.
Il riferimento a Jovanotti invece è stato assolutamente casuale ed io stesso ci ho fatto caso solo a lavoro finito. Quel riferimento ai giorni di tramontana nasce da qualcos altro. Sono genovese e le giornate invernali di tramontana, viste proprio in questi giorni, tolgono il fiato.
Per come la vedo io e Lorenzo abbiamo attinto il pennello nella stessa tavolozza
- Prigioniera-mondo; prigioniera-mondo; prigione
Avrei potuto evitarlo, è vero, ma non ho voluto. Il fastidio di una ripetizione voleva essere suono per rendere il tormento. Per questo invoco la licenza poetica.
Grazie!
Ultima modifica di francescocascione il mercoledì 20 gennaio 2016, 14:12, modificato 1 volta in totale.
Re: Prometeo
Quel che mi piace, molto, di questo racconto sono le idee che vi sono dietro. Fin dal titolo, che richiama un mito che niente c'entra con quanto raccontato ma al cui significato si può assimilare la figura e la storia del protagonista, in questo racconto c'è una bella idea dietro l'altra fino alla stupenda chiusa finale. Quello che, secondo me, penalizza questo racconto è lo stile che trovo esageratamente pesante, si sarebbe potuta rendere l'immensità e la grandiosità dell'amore e degli eventi narrati senza essere così didascalici. Ma tolto questo è una bella prova :)
La Morte è l'ultima schiava che dà un senso al nostro vivere
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Re: Prometeo
Mi piace questo Prometeo che decade dalla condizione divina per amore di una donna. Tutto era così perfetto, nella sua storia d’amore con lei, da fargli decidere di farne partecipi gli uomini. Il fuoco è visto come Fuoco Ispirativo, passione (nel tuo rimando a Van Gogh) in cui Cielo e Inferno si mescolano (il Fuoco dell’ispirazione scalda e brucia allo stesso tempo). La cacciata di Prometeo trasforma anche la donna amata in una presenza ineffabile. Torna da lui nei sogni, torturandolo con i ricordi dell’antica passione, divenendo Cielo e Inferno a sua volta. Molto poetico il linguaggio.
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Re: Prometeo
Ciao Francesco, e complimenti per questa splendida storia.
Se a una prima lettura (fatta la sera prima di un esame e con un mal di testa terribile, devo premetterlo) il linguaggio poetico che accompagna questa storia d'amore classica e intensa mi era sembrato in un paio di punti ingombrante, rileggendolo oggi non solo non mi disturba, ma mi accompagna in modo fluido e delicato nel dolore fulcro del racconto. In breve, ottimo stile. In più, anche se ho chiamato la storia d'amore "classica", sono rimasto piacevolmente sorpreso e colpito dalla visione di un Prometeo che dona il Sogno all'umanità per amore, una scelta ben realizzata che dà ulteriore valore e intensità a un gran bel racconto.
In quattro parole, mi piace un sacco.
Se a una prima lettura (fatta la sera prima di un esame e con un mal di testa terribile, devo premetterlo) il linguaggio poetico che accompagna questa storia d'amore classica e intensa mi era sembrato in un paio di punti ingombrante, rileggendolo oggi non solo non mi disturba, ma mi accompagna in modo fluido e delicato nel dolore fulcro del racconto. In breve, ottimo stile. In più, anche se ho chiamato la storia d'amore "classica", sono rimasto piacevolmente sorpreso e colpito dalla visione di un Prometeo che dona il Sogno all'umanità per amore, una scelta ben realizzata che dà ulteriore valore e intensità a un gran bel racconto.
In quattro parole, mi piace un sacco.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Re: Prometeo
Buona idea quella del dio che crea un mondo, il Sogno, dove incontrare la sua amata.
Lo stile non mi conquista fino in fondo. Non so spiegare bene perché, parlo da lettore qui, l'impressione che ne traggo è positiva, è piacevole da leggere, ma mi rimane un filo di fastidio qui e là forse perché da una tragedia del genere mi sarei aspettato toni più rabbiosi, meno rassegnati. Un ottimo racconto comunque.
Lo stile non mi conquista fino in fondo. Non so spiegare bene perché, parlo da lettore qui, l'impressione che ne traggo è positiva, è piacevole da leggere, ma mi rimane un filo di fastidio qui e là forse perché da una tragedia del genere mi sarei aspettato toni più rabbiosi, meno rassegnati. Un ottimo racconto comunque.
- Andrea Partiti
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Re: Prometeo
Sono venuto a leggerti perché la mia prima idea per un racconto era basata su un mito di Prometeo riammodernato in versione informatica. Volevo vedere quanto ero andato lontano dall'altra interpretazione (la tua). Beh, decisamente lontano :)
Hai scritto un bel racconto, forse giusto un pelo troppo "serio e pesante", qua e là servirebbe un po' di respiro dall'infernale negatività, un po' di luce, un po' di speranza da schiacciare sotto i piedi nella scena finale, che dopo tutta quella cupezza quasi non fa più effetto.
Hai scritto un bel racconto, forse giusto un pelo troppo "serio e pesante", qua e là servirebbe un po' di respiro dall'infernale negatività, un po' di luce, un po' di speranza da schiacciare sotto i piedi nella scena finale, che dopo tutta quella cupezza quasi non fa più effetto.
Re: Prometeo
Ciao,
questo racconto mi spiazza, perché le idee che ci sono sotto sono decisamente belle, ma lo stile, per quanto adatto al personaggio, mi fa venire il latte alle ginocchia per quanto è lamentoso. Eppure nelle prime battute sembrava poter portare con se un po' di rabbia.
Non mi è piaciuto quando nomini direttamente Van Goth, sei sempre stato sul "generico", non capisco perché questa scivolata nel "particolare": non dai il nome al suo più grande amore o ai suoi "nemici", ma decidi che dobbiamo sapere il nome di un artista che ha dato di testa (ho capito che volevi rafforzare il concetto precedente, ma non credo fosse necessario).
Un'altra frase che ho riletto più volte, nonostante la sua semplicità è
Agli dei è concesso di contemplare, di giocare con gli umani, guidarli persino.
Come enumerazione non mi convince del tutto, in più "contemplare" non è quello che mi aspetto da un dio verso gli umani, piuttosto il contrario.
questo racconto mi spiazza, perché le idee che ci sono sotto sono decisamente belle, ma lo stile, per quanto adatto al personaggio, mi fa venire il latte alle ginocchia per quanto è lamentoso. Eppure nelle prime battute sembrava poter portare con se un po' di rabbia.
Non mi è piaciuto quando nomini direttamente Van Goth, sei sempre stato sul "generico", non capisco perché questa scivolata nel "particolare": non dai il nome al suo più grande amore o ai suoi "nemici", ma decidi che dobbiamo sapere il nome di un artista che ha dato di testa (ho capito che volevi rafforzare il concetto precedente, ma non credo fosse necessario).
Un'altra frase che ho riletto più volte, nonostante la sua semplicità è
Agli dei è concesso di contemplare, di giocare con gli umani, guidarli persino.
Come enumerazione non mi convince del tutto, in più "contemplare" non è quello che mi aspetto da un dio verso gli umani, piuttosto il contrario.
- AmbraStancampiano
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Re: Prometeo
Ciao, benvenuto :)
il tuo racconto parte da un'idea molto bella, e presenta una buona interpretazione del mito di prometeo e del topos della storia d'amore tra dei e uomini; la resa però è molto appesantita dallo stile eccessivamente aggettivato e, in effetti, un po' lamentoso. Ti confesso che anche io, come qualcun altro prima, a una prima lettura non sono riuscita ad apprezzarlo quanto avrei dovuto, proprio per questo motivo.
E' bella l'idea del regalare il mondo del sogno anche agli altri esseri umani, ma forse controproducente per gli scopi di Prometeo e della sua amata; ciò non vuol dire che non sia valida, ma nel tuo pezzo passa un po' all'acqua di rose, mentre forse necessita di una maggiore argomentazione.
Comunque la trovo una buona prova e lo stile, un po' alleggerito, è parecchio interessante :)
il tuo racconto parte da un'idea molto bella, e presenta una buona interpretazione del mito di prometeo e del topos della storia d'amore tra dei e uomini; la resa però è molto appesantita dallo stile eccessivamente aggettivato e, in effetti, un po' lamentoso. Ti confesso che anche io, come qualcun altro prima, a una prima lettura non sono riuscita ad apprezzarlo quanto avrei dovuto, proprio per questo motivo.
E' bella l'idea del regalare il mondo del sogno anche agli altri esseri umani, ma forse controproducente per gli scopi di Prometeo e della sua amata; ciò non vuol dire che non sia valida, ma nel tuo pezzo passa un po' all'acqua di rose, mentre forse necessita di una maggiore argomentazione.
Comunque la trovo una buona prova e lo stile, un po' alleggerito, è parecchio interessante :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
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Re: Prometeo
Ciao! Complimenti per la raffinatezza stile e la delicatezza delle immagini con cui descrivi la condizione di questo novello Prometeo tormentato dalle pene d’amore anziché dall’aquila. Penso che lo scritto giri attorno alla stessa idea finendo per ripetersi senza variazioni e lo animerei un po', anche se mi sembra tu abbia raggiunto il tuo proposito ed è già un ottimo risultato.
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Re: Prometeo
Ciao Francesco,
il racconto mi pare in tema, e in quanto a stile lo trovo ben scritto.
Alcuni passaggi mi sono piaciuti molto, come questo:
Altri, invece, mi hanno convinto meno, come la questione, un po’ trita, di folli e artisti unici conoscitori di cose che i normali umani nemmeno possono immaginare.
In generale l’ho trovato un pochino noiosetto da seguire, tutto imperniato com’è sullo sfogo, triste e, permettimi, un po’ lagnosetto, dell’angelo.
Tanto più che la vicenda non ha un vero sviluppo, e più o meno come inizia finisce.
Colpisce molto a una prima lettura per lo stile, ma alla fine non mi lascia un granché.
Parere personale, come sempre.
A rileggerci.
il racconto mi pare in tema, e in quanto a stile lo trovo ben scritto.
Alcuni passaggi mi sono piaciuti molto, come questo:
...la prima volta che, sebbene eterno, mi sentii vivo.
Altri, invece, mi hanno convinto meno, come la questione, un po’ trita, di folli e artisti unici conoscitori di cose che i normali umani nemmeno possono immaginare.
In generale l’ho trovato un pochino noiosetto da seguire, tutto imperniato com’è sullo sfogo, triste e, permettimi, un po’ lagnosetto, dell’angelo.
Tanto più che la vicenda non ha un vero sviluppo, e più o meno come inizia finisce.
Colpisce molto a una prima lettura per lo stile, ma alla fine non mi lascia un granché.
Parere personale, come sempre.
A rileggerci.
- alessandra.corra
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Re: Prometeo
Ciao,
Ho sempre subito un fascino particolare per quelle storie allegoriche sui miti; quindi anche l'idea di un Dio che crea un mondo apposta per la donna amata, l'ho apprezzata. Però ho trovato un linguaggio troppo lirico, cosa che rallenta la lettura. Mettendo a posto lo stile sarebbe un ottimo racconto.
Ho sempre subito un fascino particolare per quelle storie allegoriche sui miti; quindi anche l'idea di un Dio che crea un mondo apposta per la donna amata, l'ho apprezzata. Però ho trovato un linguaggio troppo lirico, cosa che rallenta la lettura. Mettendo a posto lo stile sarebbe un ottimo racconto.
- Monica Patrizi
- Messaggi: 127
Re: Prometeo
Ciao Francesco,
il tuo è un bel racconto, con uno stile delicato ed raffinato, anche se in alcuni punti appesantito da un uso eccessivo di aggettivi. Mi sono piaciuti molto alcuni passaggi, come ad esempio: "di una bellezza tersa come il cielo di una mattina di tramontana." Tuttavia, come altri hanno segnalato, la vicenda non sembra avere un vero sviluppo e pur apparendo equilibrata, risulta appiattita dal ripetersi dell'evento iniziale. A rileggerci.
il tuo è un bel racconto, con uno stile delicato ed raffinato, anche se in alcuni punti appesantito da un uso eccessivo di aggettivi. Mi sono piaciuti molto alcuni passaggi, come ad esempio: "di una bellezza tersa come il cielo di una mattina di tramontana." Tuttavia, come altri hanno segnalato, la vicenda non sembra avere un vero sviluppo e pur apparendo equilibrata, risulta appiattita dal ripetersi dell'evento iniziale. A rileggerci.
- alberto.dellarossa
- Messaggi: 230
Re: Prometeo
Ciao Francesco.
Ennesimo racconto d'amore con caduta all'inferno di questa edizione (perdonatemi tutti, ma non potevo non farlo notare). Detto questo il tuo racconto ha sicuramente il pregio di una scrittura piuttosto sicura e di uno stile piuttosto buono. Il racconto dà il meglio nella prima parte, laddove nella seconda diventa forse un po' didascalico. Mi dai delle ottime premesse, con il giusto grado di poesia, per poi sfiorare l'infodump. In qualsiasi caso una prova discreta, anche se proverei a osare un po' di più.
Ennesimo racconto d'amore con caduta all'inferno di questa edizione (perdonatemi tutti, ma non potevo non farlo notare). Detto questo il tuo racconto ha sicuramente il pregio di una scrittura piuttosto sicura e di uno stile piuttosto buono. Il racconto dà il meglio nella prima parte, laddove nella seconda diventa forse un po' didascalico. Mi dai delle ottime premesse, con il giusto grado di poesia, per poi sfiorare l'infodump. In qualsiasi caso una prova discreta, anche se proverei a osare un po' di più.
Re: Prometeo
Un po’ confusionario. Ripeti, e ripeti, e ripeti, il tutto con eccesso di narrazione. Non ho trovato mistero o ganci per proseguire, il racconto si avvita su se stesso senza riuscire a trovare un quid che gli dia forza. Azzardo, credo tu abbia patito più di altri il primo approccio a Minuti Contati, al tempo e ai caratteri limitati, e si vede. No problem, avrai modo di adattarti, anche perché il riuscire a rendere al massimo in limiti imposti è fondamentale per chiunque voglia portare a un livello superiore, di maggior controllo, il proprio talento di scrittore. Pollice giù a questo giro. See you next edition!
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