Tutta colpa di Gustaph
Tutta colpa di Gustaph
Mentre guardo Gustaph - che nome strano Gustaph - ho sentito quella lama di ghiaccio e ruggine salirmi su, dall’osso sacro fino lo sterno, che rappresenta la mia invidia.
È risaputo tra i migliori della classe, è risaputo vi dico e fidatevi perché così mi han detto, che possa durare a piacimento.
E non fate i finti tonti, non fate chi finge di non capire, perché si sa che quando non si mette il soggetto si parla solo di quello. Di sesso.
E difatti eccolo lì Gustaph - che nome del cazzo che è Gustaph - mentre ride in modo nauseante e affabile e di nuovo nauseante con tre ragazze di inizio corso. Perché loro sanno, dico loro tre, sanno che può farlo. Magari non l'hanno mai visto all’opera, ma le voci girano e lo sanno. Loro sanno.
Sono quelle piccole cose che ti rendono non più tanto piccoli al resto del mondo. Quelle cose che non sai se andarne fiero o dire, mah, alla fine sai che roba. Ma Tu non lo sai. Ma gli altri? ... o le altre! Le altre lo sanno e ti vengono intorno smaccate e maliziose e ti parlano come se fossi un cazzo di superman.
Io mi guardo le mani, bianche dal freddo, e mi chiedo cosa sanno fare. Mi tremano, sussultano e mi fanno cadere la birra. Ondeggio, provo a prenderla, ma cade e rischia di prendere una signora. Me ne fotto, e guardo la pelle spaccata e bianca e penso che anche io vorrei essere come lui. Come loro. Avere quel tanto di speciale per rendermi speciale. Sapere di essere cercato per almeno quella cosa, anche se magari non sono loro tre, ma sono altre tre a venirti vicino per parlare smaccatamente e per, chessò, parlare dei Beatles. Perché magari la mia memoria fa scintille se si parla di musica e di rock e di cose fiere.
Ma per quello c’è sicuramente qualcun altro perché io mi ricordo a malapena che Kurt Cobain è il cantante degli U2.
Così sogno, come spesso mi capita di fare, sogno un mondo ai miei piedi, fatto di esclamazioni e di bis e di cose. Di abbracci degli amici e di quelli che credi siano amici. Un mondo dove non ci sono Gustaph, non ci sono proprio persone con i nomi orrendi, perché sono spariti sotto l’ombra della tua, della mia, bravura.
E sogno. Tanto. Sogno. Sogno così tanto che quasi un piccione mi prende. Lo mando a ‘fanculo. Gli urlo dietro. Come hai fatto a non vedermi?! Gli urlo stronzo con un rutto.
Oscillo. Ondeggio. Nemmeno gli uccelli mi lasciano sognare, nemmeno loro vogliono che lo faccia perché sanno che se così fosse io sarei il re del mondo e li farei tutti fuori, piccioni bastardi maledetti.
Maledetti loro e quelli con i piccoli super-poteri.
E maledetti i Gustaph che se ne vanno in giro lasciando solo briciole per noi inutili. Neutri.
Per me, passabile come persona e come uomo.
Per me.
Che so soltanto volare.
È risaputo tra i migliori della classe, è risaputo vi dico e fidatevi perché così mi han detto, che possa durare a piacimento.
E non fate i finti tonti, non fate chi finge di non capire, perché si sa che quando non si mette il soggetto si parla solo di quello. Di sesso.
E difatti eccolo lì Gustaph - che nome del cazzo che è Gustaph - mentre ride in modo nauseante e affabile e di nuovo nauseante con tre ragazze di inizio corso. Perché loro sanno, dico loro tre, sanno che può farlo. Magari non l'hanno mai visto all’opera, ma le voci girano e lo sanno. Loro sanno.
Sono quelle piccole cose che ti rendono non più tanto piccoli al resto del mondo. Quelle cose che non sai se andarne fiero o dire, mah, alla fine sai che roba. Ma Tu non lo sai. Ma gli altri? ... o le altre! Le altre lo sanno e ti vengono intorno smaccate e maliziose e ti parlano come se fossi un cazzo di superman.
Io mi guardo le mani, bianche dal freddo, e mi chiedo cosa sanno fare. Mi tremano, sussultano e mi fanno cadere la birra. Ondeggio, provo a prenderla, ma cade e rischia di prendere una signora. Me ne fotto, e guardo la pelle spaccata e bianca e penso che anche io vorrei essere come lui. Come loro. Avere quel tanto di speciale per rendermi speciale. Sapere di essere cercato per almeno quella cosa, anche se magari non sono loro tre, ma sono altre tre a venirti vicino per parlare smaccatamente e per, chessò, parlare dei Beatles. Perché magari la mia memoria fa scintille se si parla di musica e di rock e di cose fiere.
Ma per quello c’è sicuramente qualcun altro perché io mi ricordo a malapena che Kurt Cobain è il cantante degli U2.
Così sogno, come spesso mi capita di fare, sogno un mondo ai miei piedi, fatto di esclamazioni e di bis e di cose. Di abbracci degli amici e di quelli che credi siano amici. Un mondo dove non ci sono Gustaph, non ci sono proprio persone con i nomi orrendi, perché sono spariti sotto l’ombra della tua, della mia, bravura.
E sogno. Tanto. Sogno. Sogno così tanto che quasi un piccione mi prende. Lo mando a ‘fanculo. Gli urlo dietro. Come hai fatto a non vedermi?! Gli urlo stronzo con un rutto.
Oscillo. Ondeggio. Nemmeno gli uccelli mi lasciano sognare, nemmeno loro vogliono che lo faccia perché sanno che se così fosse io sarei il re del mondo e li farei tutti fuori, piccioni bastardi maledetti.
Maledetti loro e quelli con i piccoli super-poteri.
E maledetti i Gustaph che se ne vanno in giro lasciando solo briciole per noi inutili. Neutri.
Per me, passabile come persona e come uomo.
Per me.
Che so soltanto volare.
Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri e bentornato! Parametri tutti rispettati, buona Walter Lazzarin Edition!!!
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Tutta colpa di Gustaph
Emm... Mi sento colta alla sprovvista. Non so se è un bene o un male.
Andio per ordine. Il super potere è un cazzo di dimensioni bibliche? O una raffinata arte amatoria? In entrambi i casi, o mi son persa qualcosa, o siamo lontani dalla traccia. Non credo si possa paragonare Siffredi a Superman.
Le mani dovrebbero essere rosse dal freddo, non bianche.
Tutta la narrazione vuole ricordare il pulp, almeno così sembra a me, ma è troppo ripetitiva per farlo bene. Immagino che le ripetizioni siano volute, vogliano sottrndere lo squilibrio, anche momentaneo, del narratore, ma non mi hanno convinto. Detto questo, lievemente snellito, si lascerebbe leggere bene.
Andio per ordine. Il super potere è un cazzo di dimensioni bibliche? O una raffinata arte amatoria? In entrambi i casi, o mi son persa qualcosa, o siamo lontani dalla traccia. Non credo si possa paragonare Siffredi a Superman.
Le mani dovrebbero essere rosse dal freddo, non bianche.
Tutta la narrazione vuole ricordare il pulp, almeno così sembra a me, ma è troppo ripetitiva per farlo bene. Immagino che le ripetizioni siano volute, vogliano sottrndere lo squilibrio, anche momentaneo, del narratore, ma non mi hanno convinto. Detto questo, lievemente snellito, si lascerebbe leggere bene.
Polly
- Jacopo Berti
- Messaggi: 441
Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri,
il tuo è il secondo racconto che leggo e commento; il secondo che riconduce un "superpotere" a un "potere" che non ha nulla di prettamente soprannaturale, ma è una "potenza" in quanto l'opposto di una qualche forma di "im-potenza". Mi tornano in mente due versi di Battiato: "Libera la tua immaginazione temporale / mandala al potere del tuo organo sessuale".
Il superpotere è quello che serve ad ottenere i proprio scopi, a soddisfare i propri desideri e pulsioni. Di fronte a questo, il "volare" - che sia letterale o metaforico - è poca cosa.
L'aderenza al tema non è diretta ma va per antitesi. Comunque c'è.
Lo trovo ben scritto. Il rapporto tra forma e contenuto (tra stile e psicologia del personaggio) è curato; forse è vero che è un po' troppo pedante e ripetitivo, ma non guasta poi molto.
Complessivamente lo trovo un buon racconto.
il tuo è il secondo racconto che leggo e commento; il secondo che riconduce un "superpotere" a un "potere" che non ha nulla di prettamente soprannaturale, ma è una "potenza" in quanto l'opposto di una qualche forma di "im-potenza". Mi tornano in mente due versi di Battiato: "Libera la tua immaginazione temporale / mandala al potere del tuo organo sessuale".
Il superpotere è quello che serve ad ottenere i proprio scopi, a soddisfare i propri desideri e pulsioni. Di fronte a questo, il "volare" - che sia letterale o metaforico - è poca cosa.
L'aderenza al tema non è diretta ma va per antitesi. Comunque c'è.
Lo trovo ben scritto. Il rapporto tra forma e contenuto (tra stile e psicologia del personaggio) è curato; forse è vero che è un po' troppo pedante e ripetitivo, ma non guasta poi molto.
Complessivamente lo trovo un buon racconto.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
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Re: Tutta colpa di Gustaph
Il tuo racconto mi lascia confuso e perplesso.
Da un lato si legge molto facilmente, è godibile e scritto bene. Al massimo ha bisogno di una ripulita perché alcune frasi sono davvero troppo barocche e decorate... forse nascono da una mente confusa dalla birra, ma da lettore apprezzerei una voce narrante lievemente più lucida del protagonista.
Dall'altro non capisco dove vuoi andare a parare, non convergi mai sul potere (reale) e non si chiarisce mai in quale modo sia insolito come potere.
Tutti hanno poteri nella tua ambientazione, e il protagonista ha un potere - inutile? - come quello del volo, mentre è invidioso di un potere di seduzione o amatorio? Non mi convince completamente, vorrei essere portato fino a una chiave esplicita di lettura in un racconto così criptico.
Da un lato si legge molto facilmente, è godibile e scritto bene. Al massimo ha bisogno di una ripulita perché alcune frasi sono davvero troppo barocche e decorate... forse nascono da una mente confusa dalla birra, ma da lettore apprezzerei una voce narrante lievemente più lucida del protagonista.
Dall'altro non capisco dove vuoi andare a parare, non convergi mai sul potere (reale) e non si chiarisce mai in quale modo sia insolito come potere.
Tutti hanno poteri nella tua ambientazione, e il protagonista ha un potere - inutile? - come quello del volo, mentre è invidioso di un potere di seduzione o amatorio? Non mi convince completamente, vorrei essere portato fino a una chiave esplicita di lettura in un racconto così criptico.
Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri, non so se questo racconto è geniale o semplicemente ininterpretabile (per le mie capacità, perlomeno). Non trovo la chiave di lettura. È fin troppo criptico. Se l'essere criptico è voluto, qual è il messaggio che vuoi trasmettere al lettore? Altra cosa: un racconto breve secondo me deve essere più diretto, altrimenti il lettore si chiede che cosa gli rimane di questo racconto. L'aderenza al tema è ancora più problematica. Qual è questo superpotere inconsueto? A un certo punto ho pensato che fosse quello di saper volare, ma poi l'ho scartato. Sarà il super-cazzone di Gustaph? E qual è la colpa di Gustaph? (da cui il titolo)? Con una scrittura meno criptica la trama e il tema sarebbero stati più interpretabili. Ed essendo tu non privo di stile, ne sarebbe venuto fuori qualcosa di veramente buono.
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Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri,
il racconto, secondo me, tocca un nervo scoperto di molti: l'invidia per la capacità di alcuni di catalizzare (magari anche solo per piccole cose) l'attenzione altrui. Mi pare che l'invidia del tuo protagonista verso chi ne è capace sia palese, dato che si duole della sua incapacità di fare altrettanto, anche solo per qualche piccolezza. Se ho ben interpretato il tuo racconto, mi pare che il tema sia poco centrato. Ma magari è solamente una mia interpretazione sbagliata.
Mi piace invece la voce del tuo protagonista, così scanzonata, fuori dalle righe. Peccato per un eccesso di ripetizioni che un po' stanca.
Divertente, tocca un argomento che credo interessi molti, ma penso che non centri in pieno il tema.
il racconto, secondo me, tocca un nervo scoperto di molti: l'invidia per la capacità di alcuni di catalizzare (magari anche solo per piccole cose) l'attenzione altrui. Mi pare che l'invidia del tuo protagonista verso chi ne è capace sia palese, dato che si duole della sua incapacità di fare altrettanto, anche solo per qualche piccolezza. Se ho ben interpretato il tuo racconto, mi pare che il tema sia poco centrato. Ma magari è solamente una mia interpretazione sbagliata.
Mi piace invece la voce del tuo protagonista, così scanzonata, fuori dalle righe. Peccato per un eccesso di ripetizioni che un po' stanca.
Divertente, tocca un argomento che credo interessi molti, ma penso che non centri in pieno il tema.
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Re: Tutta colpa di Gustaph
TUTTA COLPA DI GUSTAPH Di Dimitri La Rosa In questo caso, il superpotere è di Gustaph (un portento in campo sessuale, visto che è assediato da ben tre fanciulle). Interessante la resa del personaggio, parte dal punto di vista di un conoscente livido di invidia, ma a suo modo simpatico. Talmente stralunato da ignorare che Cobain era il leader dei Nirvana. Il linguaggio della voce narrante è molto legato al parlato e ha qualcosa di poetico (immagine dell’incontro-scontro con il piccione) e nel finale, quando sostiene di poter volare sognando di trovare in se stesso un superpotere.
Attenzione a: superman (si scrive maiuscolo) e alla vicinanza eccessiva di prendere-presa nella prima parte della storia (quella riferita alla birra e alla signora e anche nel finale, riferito al piccione).
Mi spiego meglio: va bene il prenderla riferito alla birra, ma rischia di prendere una signora lo scriverei: rischia di finire addosso a una signora.
Quasi un piccione mi prende: quasi mi viene addosso un piccione.
Chessò non va bene, scriverei: che so.
Attenzione a: superman (si scrive maiuscolo) e alla vicinanza eccessiva di prendere-presa nella prima parte della storia (quella riferita alla birra e alla signora e anche nel finale, riferito al piccione).
Mi spiego meglio: va bene il prenderla riferito alla birra, ma rischia di prendere una signora lo scriverei: rischia di finire addosso a una signora.
Quasi un piccione mi prende: quasi mi viene addosso un piccione.
Chessò non va bene, scriverei: che so.
- AmbraStancampiano
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Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri,
personalmente ho apprezzato molto il tuo racconto, mi è piaciuto moltissimo il rovesciamento di prospettiva: un "supereroe" in grado di volare corroso dall'invidia per il successo con le donne di un suo amico/compagno/conoscente.
Tra l'altro è bizzarro ma non campato in aria considerare il successo sociale (e sessuale) di alcuni come un superpotere. Un superpotere insolito, appunto. Secondo me sei perfettamente a tema.
La realizzazione è un po' altalenante, mi sono chiesta più volte quanti anni abbia il tuo narratore: la voce sembra a volte quella di un adolescente, altre invece è forbita in maniera innaturale; in conclusione, sembra la voce di un adolescente un po' sbronzo che si sforzi senza alcun motivo apparente di parlare in maniera forbita.
Altro appunto, strettamente legato a questo: il protagonista/narratore è molto nebuloso e in sostanza assente, si perde parecchio in chiacchiere e ripetizioni che rendono la lettura non sempre scorrevole, in più non è per niente descritto e visualizzabile; capisco l volontà di un effetto sorpresa finale con il volo, ma forse hai un pochino esagerato ^_^.
Nel complesso trovo che l'idea del racconto sia buona e che anche il modo che hai scelto per raccontarci questa storia sia quello giusto, mi piace questa farneticazione un po' alcolica, però secondo me dovresti definire e visualizzare un po' meglio il protagonista, donargli una voce un po' più coerente e sfoltire le ripetizioni.
personalmente ho apprezzato molto il tuo racconto, mi è piaciuto moltissimo il rovesciamento di prospettiva: un "supereroe" in grado di volare corroso dall'invidia per il successo con le donne di un suo amico/compagno/conoscente.
Tra l'altro è bizzarro ma non campato in aria considerare il successo sociale (e sessuale) di alcuni come un superpotere. Un superpotere insolito, appunto. Secondo me sei perfettamente a tema.
La realizzazione è un po' altalenante, mi sono chiesta più volte quanti anni abbia il tuo narratore: la voce sembra a volte quella di un adolescente, altre invece è forbita in maniera innaturale; in conclusione, sembra la voce di un adolescente un po' sbronzo che si sforzi senza alcun motivo apparente di parlare in maniera forbita.
Altro appunto, strettamente legato a questo: il protagonista/narratore è molto nebuloso e in sostanza assente, si perde parecchio in chiacchiere e ripetizioni che rendono la lettura non sempre scorrevole, in più non è per niente descritto e visualizzabile; capisco l volontà di un effetto sorpresa finale con il volo, ma forse hai un pochino esagerato ^_^.
Nel complesso trovo che l'idea del racconto sia buona e che anche il modo che hai scelto per raccontarci questa storia sia quello giusto, mi piace questa farneticazione un po' alcolica, però secondo me dovresti definire e visualizzare un po' meglio il protagonista, donargli una voce un po' più coerente e sfoltire le ripetizioni.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri! Il tuo racconto è scorrevole e spigliato, ed è carina anche la contrapposizione tra un superpotere prettamente “materiale” e uno più etereo come quello di saper volare/sognare.
Tuttavia ho l’impressione che il racconto non sia pienamente riuscito. Non mi convince questo protagonista delirante invidioso del superpotere di Gustaph: le ragazze possono anche stargli intorno, ma sicuramente ci sono decine di uomini (che magari non volano neanche) che lo odiano tanto quanto lui. E' un po' come odiare il più popolare della scuola o il beniamino del capo o chi è bravo a poker: un mal comune mezzo gaudio consolatorio si trova sempre.
Mi avrebbe “quadrato” di più se a interessarsi a Gustaph fosse stata la ragazza che gli piace e non delle ragazze qualsiasi: in questo modo avrebbe avuto più senso l’amarezza provata dal protagonista. Così com’è, invece, mi sembra che il racconto non sia del tutto a fuoco.
Lo trovo comunque un racconto che si legge bene. A rileggerci!
Tuttavia ho l’impressione che il racconto non sia pienamente riuscito. Non mi convince questo protagonista delirante invidioso del superpotere di Gustaph: le ragazze possono anche stargli intorno, ma sicuramente ci sono decine di uomini (che magari non volano neanche) che lo odiano tanto quanto lui. E' un po' come odiare il più popolare della scuola o il beniamino del capo o chi è bravo a poker: un mal comune mezzo gaudio consolatorio si trova sempre.
Mi avrebbe “quadrato” di più se a interessarsi a Gustaph fosse stata la ragazza che gli piace e non delle ragazze qualsiasi: in questo modo avrebbe avuto più senso l’amarezza provata dal protagonista. Così com’è, invece, mi sembra che il racconto non sia del tutto a fuoco.
Lo trovo comunque un racconto che si legge bene. A rileggerci!
- romana.perna
- Messaggi: 17
Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri, mi piace la tua scrittura anche se trovo che il racconto non abbia il giusto respiro per continue ripetizioni . Buona l'idea e il finale.
- marco.roncaccia
- Messaggi: 559
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Re: Tutta colpa di Gustaph
Ciao Dimitri,
il tuo racconto ha un buon ritmo e una voce narrante interessante. A mio avviso avresti dovuto curare un po’ di più il testo. La comprensione di quello che racconti non è immediata e rischi di giocarti una buona idea (il confronto che fa il narratore e cioè tra il suo potere di volare e quello di Gustaph che, a quanto pare, tromba da dio). L’idea che uno che può volare si lamenti dei piccioni che gli rompono le palle mi ha fatto sbellicare.
il tuo racconto ha un buon ritmo e una voce narrante interessante. A mio avviso avresti dovuto curare un po’ di più il testo. La comprensione di quello che racconti non è immediata e rischi di giocarti una buona idea (il confronto che fa il narratore e cioè tra il suo potere di volare e quello di Gustaph che, a quanto pare, tromba da dio). L’idea che uno che può volare si lamenti dei piccioni che gli rompono le palle mi ha fatto sbellicare.
Re: Tutta colpa di Gustaph
Povero angelo, svolazza su di noi e dovrebbe essere quasi perfetto, eppure ci invidia il peggiore dei poteri, quello di fare sesso e riprodurci, in pratica ci invidia l'esser stati cacciati. Povero angelo, ormai quasi sul punto di cadere. L'idea mi piace, ho qualche dubbio sullo stile, forse esasperato volutamente ma che mi lascia un pochino di difficoltà nella lettura.
Re: Tutta colpa di Gustaph
Buongiorno a tutti, gente!
Mi sento un po' come fossi in una conferenza o quella roba dove tutti tirano cerchietti intorno alle gobbe dei cammelli.
Come si chiama?
...
Vabbé, fa lo stesso.
Allora!
Non mi metto a rispondere uno per uno i vostri commenti perché altrimenti ciao e tante care cose. Farò un discorso generale e uno dettagliato sul racconto e dintorni, per chi fosse curioso di sapere cosa volessi dire ecc ecc.
Più o meno vi siete tutti lasciati sorprendere, chi bene chi male, dallo stile. A questo proposito faccio una premessa. Una cosa tra noi per discutere, chi ne abbia voglia, del tema.
Se c'è scritto da qualche parte in MC che ci si deve attenere al tema in modo stretto (così stretto da non respirare) allora sono pronto a rimangiarmi tutto quello che scriverò con tanto di coltello e forchetta. Ma io voglio credere che non sia così, come un bambino in Babbo Natale.
Il tema dev'essere qualcosa di vincolante e allo stesso tempo uno sprono per gli autori. Spesso si sente dire che la creatività è sollecitata dai paletti. Sono d'accordo invece sul penalizzare chi la tematica la ignora bellamente. Ma per tutti gli altri, per tutti noi, che scegliamo di andare al di là della prima idea che ci viene non si potrebbe dare una nota di merito?
Lo dico per criticare chi fa di questo aspetto una parte fondamentale della valutazione di un racconto. Se scrivessi un racconto bellissimo, ma sui conigli quando il tema era i cani è un racconto brutto? E dal momento che il tema diventano le carote allora BUUUM! Si cambia giudizio? xD
A mio avviso il tema è l'ultima cosa che va valutata e solo quando è completamente assente. Anche perché, non so se ve ne siete accorti, ma il binomio Superpoteri Inconsueti è un po' un controsenso. O meglio: non lo sarebbe se ci atteniamo al senso stretto. Già, perché per non fare errori grossolani (anche se poi non ci riesco :D) sono andato a leggermi il significato di Inconsueto ed è raro, insolito. Ma è anche vero che è uso comune usarlo anche con una connotazione tendente negativa. Una cosa insolita e quindi di poco valore.
Allora sfido io a trovare un SSSSSuperPotere(!!!) inconsueto. È come volere il sale dolce xD
Tanto vale scrivere di poteri inconsueti.
Quello che sto cercando di dire che mi pare voluta la contrapposizione per vedere cosa ne esce, cosa suscita, una simile tematica ^^
Detto ciò, andando nello specifico...
Mi trovo d'accordo con tutti quelli che mi hanno fatto notare le troppe ripetizioni. Rileggendolo più volte sento anche io che non fila al meglio. È il solito difetto della prima stesura veloce :)
Anche roba come, le mani bianche invece che rosse e le S minuscole in Superman, fanno parte di questo problema.
Parole come 'chessò' sono volutamente sbagliate. Le inserisco spesso nei miei testi ironici perché mi danno più la sensazioni di parlato.
Il registro utilizzato dal protagonista è altalenante vero. L'ho percepito anche io. Devo capire se è una cosa che mi piace o meno :)
Qualcuno pensa che sia criptico. Non capisco. La scena, per quella che è, è molto semplice. Non avete mai incontrato un ubriaco che inveisce contro il mondo? Ecco, l'unica differenza è che il mio ubriaco vola xD
Ora vi cerco di spiegare cos'è successo nel mio racconto.
Che sia chiaro. Non sono giustificazioni. Mi piace semplicemetne spiegare cosa avevo in mente :)
In primis ho fatto un esperimento. L'ho scritto da brillo. Ho scritto da brillo di un brillo che dice cose da brillo. Punto. Volevo vedere cosa succedeva xD
Detto questo, ovviamente le stonatura, la sboccatezza dello stile è voluto. Penso sarebbe stato scorretto fare diversamente.
Il tizio vola.. vola per davvero!
Ho voluto invertire la situazione, non dare un super-potere irrisorio al protagonista, ma agli altri. O Almeno, la mia interpretazione di super-potere irrisorio.
Quell'adolescente lassù - vicino a quel tetto, lo vedete? - quello là, sospeso e incerto, sono io... anni fa. Ovviamente io non so volare e quella è una metafora. Perché non penso che un racconto si limiti a raccontare una storia. Riuscire a trasmettere un qualche significato (e non per forza una morale) vuol dire scrivere un buon racconto. Io c'ho provato. Evidentemente non ci sono riuscito... del tutto.
Quello che provavo io a quindici, sedici, diciassette anni era più o meno quello. Vedere le potenzialità degli altri, per quanto stupide, e pensare 'Cazzo, come vorrei saperlo fare io'. Magari a voi non è successo, ma non penso di essere l'unico in questo mondo a non riuscir a vedere il proprio potenziale. Vedere solo al di fuori di sé e starci male. Sentirsi inutili. Piccoli.
Che potresti scomparire e nessuno se ne accorgerebbe.
Poi scopri di essere un fiero galattico e tutto passa! xD
In generale la tematica è la prospettiva con cui si vedono le cose e non saper dare loro il giusto peso.
Per concludere vi consiglio di rileggere non solo il mio ma il racconto di tutti in quest'ottica: "Se non fosse stato per minuti contati, e l'avessi letto per caso, mi sarebbe piaciuto?"
Almeno.. io faccio così ^^
Grazie a tutti, lo correggerò seguendo le vostre indicazioni!
Qui sotto troverete lo spazio per un eventuale dibattito pacifico riguardante Il Tema come tema ;)
Mi sento un po' come fossi in una conferenza o quella roba dove tutti tirano cerchietti intorno alle gobbe dei cammelli.
Come si chiama?
...
Vabbé, fa lo stesso.
Allora!
Non mi metto a rispondere uno per uno i vostri commenti perché altrimenti ciao e tante care cose. Farò un discorso generale e uno dettagliato sul racconto e dintorni, per chi fosse curioso di sapere cosa volessi dire ecc ecc.
Più o meno vi siete tutti lasciati sorprendere, chi bene chi male, dallo stile. A questo proposito faccio una premessa. Una cosa tra noi per discutere, chi ne abbia voglia, del tema.
Se c'è scritto da qualche parte in MC che ci si deve attenere al tema in modo stretto (così stretto da non respirare) allora sono pronto a rimangiarmi tutto quello che scriverò con tanto di coltello e forchetta. Ma io voglio credere che non sia così, come un bambino in Babbo Natale.
Il tema dev'essere qualcosa di vincolante e allo stesso tempo uno sprono per gli autori. Spesso si sente dire che la creatività è sollecitata dai paletti. Sono d'accordo invece sul penalizzare chi la tematica la ignora bellamente. Ma per tutti gli altri, per tutti noi, che scegliamo di andare al di là della prima idea che ci viene non si potrebbe dare una nota di merito?
Lo dico per criticare chi fa di questo aspetto una parte fondamentale della valutazione di un racconto. Se scrivessi un racconto bellissimo, ma sui conigli quando il tema era i cani è un racconto brutto? E dal momento che il tema diventano le carote allora BUUUM! Si cambia giudizio? xD
A mio avviso il tema è l'ultima cosa che va valutata e solo quando è completamente assente. Anche perché, non so se ve ne siete accorti, ma il binomio Superpoteri Inconsueti è un po' un controsenso. O meglio: non lo sarebbe se ci atteniamo al senso stretto. Già, perché per non fare errori grossolani (anche se poi non ci riesco :D) sono andato a leggermi il significato di Inconsueto ed è raro, insolito. Ma è anche vero che è uso comune usarlo anche con una connotazione tendente negativa. Una cosa insolita e quindi di poco valore.
Allora sfido io a trovare un SSSSSuperPotere(!!!) inconsueto. È come volere il sale dolce xD
Tanto vale scrivere di poteri inconsueti.
Quello che sto cercando di dire che mi pare voluta la contrapposizione per vedere cosa ne esce, cosa suscita, una simile tematica ^^
Detto ciò, andando nello specifico...
Mi trovo d'accordo con tutti quelli che mi hanno fatto notare le troppe ripetizioni. Rileggendolo più volte sento anche io che non fila al meglio. È il solito difetto della prima stesura veloce :)
Anche roba come, le mani bianche invece che rosse e le S minuscole in Superman, fanno parte di questo problema.
Parole come 'chessò' sono volutamente sbagliate. Le inserisco spesso nei miei testi ironici perché mi danno più la sensazioni di parlato.
Il registro utilizzato dal protagonista è altalenante vero. L'ho percepito anche io. Devo capire se è una cosa che mi piace o meno :)
Qualcuno pensa che sia criptico. Non capisco. La scena, per quella che è, è molto semplice. Non avete mai incontrato un ubriaco che inveisce contro il mondo? Ecco, l'unica differenza è che il mio ubriaco vola xD
Ora vi cerco di spiegare cos'è successo nel mio racconto.
Che sia chiaro. Non sono giustificazioni. Mi piace semplicemetne spiegare cosa avevo in mente :)
In primis ho fatto un esperimento. L'ho scritto da brillo. Ho scritto da brillo di un brillo che dice cose da brillo. Punto. Volevo vedere cosa succedeva xD
Detto questo, ovviamente le stonatura, la sboccatezza dello stile è voluto. Penso sarebbe stato scorretto fare diversamente.
Il tizio vola.. vola per davvero!
Ho voluto invertire la situazione, non dare un super-potere irrisorio al protagonista, ma agli altri. O Almeno, la mia interpretazione di super-potere irrisorio.
Quell'adolescente lassù - vicino a quel tetto, lo vedete? - quello là, sospeso e incerto, sono io... anni fa. Ovviamente io non so volare e quella è una metafora. Perché non penso che un racconto si limiti a raccontare una storia. Riuscire a trasmettere un qualche significato (e non per forza una morale) vuol dire scrivere un buon racconto. Io c'ho provato. Evidentemente non ci sono riuscito... del tutto.
Quello che provavo io a quindici, sedici, diciassette anni era più o meno quello. Vedere le potenzialità degli altri, per quanto stupide, e pensare 'Cazzo, come vorrei saperlo fare io'. Magari a voi non è successo, ma non penso di essere l'unico in questo mondo a non riuscir a vedere il proprio potenziale. Vedere solo al di fuori di sé e starci male. Sentirsi inutili. Piccoli.
Che potresti scomparire e nessuno se ne accorgerebbe.
Poi scopri di essere un fiero galattico e tutto passa! xD
In generale la tematica è la prospettiva con cui si vedono le cose e non saper dare loro il giusto peso.
Per concludere vi consiglio di rileggere non solo il mio ma il racconto di tutti in quest'ottica: "Se non fosse stato per minuti contati, e l'avessi letto per caso, mi sarebbe piaciuto?"
Almeno.. io faccio così ^^
Grazie a tutti, lo correggerò seguendo le vostre indicazioni!
Qui sotto troverete lo spazio per un eventuale dibattito pacifico riguardante Il Tema come tema ;)
Re: Tutta colpa di Gustaph
Pollice ni cui basta poco per puntare verso l’alto. Ho letto la tua riflessione sul tema e in parte la condivido. Penso che se esiste un tema e gli autori sono chiamati a scrivere su quel tema si debba valutare se lo stesso sia presente e poi puntare tutto sulla qualità del racconto. Mi spiego: a volte mi faccio la semplice domanda “se non avessi saputo che il tema dell’edizione fosse stato proprio quello, ci sarei potuto anche solo lontanamente arrivare?” e se la risposta è “assolutamente no”, allora, solo in quel caso, giudico il fuori tema. Nel tuo racconto il tema c’è e mi piace anche come l’hai trattato. C’è però un certo disordine di fondo, la lettura in alcuni punti si fa faticosa, urge una revisione e allora ecco che sarà pubblicabile per la vetrina. Magari lo allungherei anche, visto che fuori edizione si può farlo e proverei a cercargli quell’equilibrio interno che al momento vacilla un pelo. Ripeto: lo spunto è molto buono.
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