Dio perdona, la Frittatensuppe no
- giuseppe.gangemi
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Dio perdona, la Frittatensuppe no
Il comandante Gustav andava avanti e indietro all'interno della sala ristorante e tentava di coordinare i primi soccorsi.
I passeggeri del suo dirigibile avevano cominciato da qualche minuto a stare male e svenivano con il viso spiaccicato nei piatti delle pietanze: numerose nobildonne asburgiche stavano rischiando di affogare nella Frittatensuppe. Ormai per Gustav si trattava di una corsa contro il tempo in nome della vita.
"Non arriveremo mai a Vienna tutti vivi" disse il comandante afferrando la chioma di una donna e salvandola così dall'affogamento in una zuppa all'aglio.
Dopo questo gesto eroico, Gustav volse lo sguardo verso il tavolo del suo passeggero più facoltoso con cui desiderava imparentarsi: un vecchio e ricchissimo industriale di Praga, pieno di denari e privo di qualsiasi goccia di sangue blu.
Il capitalista, che si diceva fosse di origini italiane, era rosso in viso e tossiva come un trattore Skoda.
"Signor Helmut" disse il comandate al ricco passeggero "se proprio deve morire, lo faccia dopo aver sposato mia figlia!"
Helmut per un po' sentì ancora la voce del comandante che lodava le doti della figlia eterna zitella, ma alla fine svenne sommerso e nauseato da discorsi su banchetti nuziali e liste nozze.
Helmut sognò di quando era italiano e si chiamava Giovanni.
A Venezia era un giovane gondoliere che portava in giro i membri dell'alta società.
Lavorando in questo contesto aveva sentito molte storie ed era venuto a conoscenza di alcuni circoli in cui intere fortune venivano giocate ai dadi.
Il sogno di Giovanni era quello di poter partecipare a uno di questi eventi.
Un giorno una gondola che precedeva la sua si ribaltò e una donna cadde nel canale.
Giovanni si gettò all'istante e la salvò.
Il marito della donna diede come ricompensa a Giovanni una piccola somma di denaro e la possibilità di poter giocare nel circolo clandestino.
Giovanni andò alla bisca e il suo sogno divenne realtà. Si sedette al tavolo dei dadi e incominciò a inanellare una serie di lanci vincenti. Ripulì numerosi presenti e con l'ultimo lancio della serata privò di tutti i beni l'uomo che gli aveva permesso di essere lì quella sera. Tutti i presenti però non accettarono la sconfitta e si rifiutarono di cedere la loro ricchezza nelle mani callose di un misero gondoliere.
Giovanni riuscì a salvarsi e a portare via la sua vincita da quella sala soltanto dopo aver preso come ostaggio la donna che aveva salvato in mattinata.
Quando si sentì al sicuro buttò la donna in un canale facendola affogare.
Giovanni ritornò a essere Helmet e si svegliò.
Intorno a lui la baraonda non era cessata e i tentavi del capitano di salvare la gente dagli infidi brodi continuavano.
Helmut stordito si guardò intorno. In ogni angolo della sala si lottava disperatamente contro la morte.
Il suo sguardo si fermò su un cuoco che dalla porta della sala lo guardava con aria divertita.
Il cuoco urlò a Helmut:"Morirai affogato nella Frittatensuppe!"
I passeggeri del suo dirigibile avevano cominciato da qualche minuto a stare male e svenivano con il viso spiaccicato nei piatti delle pietanze: numerose nobildonne asburgiche stavano rischiando di affogare nella Frittatensuppe. Ormai per Gustav si trattava di una corsa contro il tempo in nome della vita.
"Non arriveremo mai a Vienna tutti vivi" disse il comandante afferrando la chioma di una donna e salvandola così dall'affogamento in una zuppa all'aglio.
Dopo questo gesto eroico, Gustav volse lo sguardo verso il tavolo del suo passeggero più facoltoso con cui desiderava imparentarsi: un vecchio e ricchissimo industriale di Praga, pieno di denari e privo di qualsiasi goccia di sangue blu.
Il capitalista, che si diceva fosse di origini italiane, era rosso in viso e tossiva come un trattore Skoda.
"Signor Helmut" disse il comandate al ricco passeggero "se proprio deve morire, lo faccia dopo aver sposato mia figlia!"
Helmut per un po' sentì ancora la voce del comandante che lodava le doti della figlia eterna zitella, ma alla fine svenne sommerso e nauseato da discorsi su banchetti nuziali e liste nozze.
Helmut sognò di quando era italiano e si chiamava Giovanni.
A Venezia era un giovane gondoliere che portava in giro i membri dell'alta società.
Lavorando in questo contesto aveva sentito molte storie ed era venuto a conoscenza di alcuni circoli in cui intere fortune venivano giocate ai dadi.
Il sogno di Giovanni era quello di poter partecipare a uno di questi eventi.
Un giorno una gondola che precedeva la sua si ribaltò e una donna cadde nel canale.
Giovanni si gettò all'istante e la salvò.
Il marito della donna diede come ricompensa a Giovanni una piccola somma di denaro e la possibilità di poter giocare nel circolo clandestino.
Giovanni andò alla bisca e il suo sogno divenne realtà. Si sedette al tavolo dei dadi e incominciò a inanellare una serie di lanci vincenti. Ripulì numerosi presenti e con l'ultimo lancio della serata privò di tutti i beni l'uomo che gli aveva permesso di essere lì quella sera. Tutti i presenti però non accettarono la sconfitta e si rifiutarono di cedere la loro ricchezza nelle mani callose di un misero gondoliere.
Giovanni riuscì a salvarsi e a portare via la sua vincita da quella sala soltanto dopo aver preso come ostaggio la donna che aveva salvato in mattinata.
Quando si sentì al sicuro buttò la donna in un canale facendola affogare.
Giovanni ritornò a essere Helmet e si svegliò.
Intorno a lui la baraonda non era cessata e i tentavi del capitano di salvare la gente dagli infidi brodi continuavano.
Helmut stordito si guardò intorno. In ogni angolo della sala si lottava disperatamente contro la morte.
Il suo sguardo si fermò su un cuoco che dalla porta della sala lo guardava con aria divertita.
Il cuoco urlò a Helmut:"Morirai affogato nella Frittatensuppe!"
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Ola Giuseppe! Tutti rispettati i parametri, buona Troccoli Edition!
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Ben trovato Pep.
Non so, mi sembra il riassunto di un racconto. La parte iniziale, va bene, ma il centro è troppo condensato. Racconti una serie di avvenimenti in poche righe, avvenimenti che avresti potuto filtrare per guadagnare spazio. Potevi omettere che Giovanni fosse un gondoliere, bastava che avesse salvato la donna dal canale.
O addirittura, poteva averla affogata dal principio, e avresti potuto mostrarci la scena senza doverti dilungare a far la cronistoria, di come il marito di lei, e perché, volesse Giovanni morto. Oltretutto, che sia lui il cuoco, il marito di lei intendo, caduto in disgrazia, lo immagino io, perché darebbe un senso alla vicenda, tu, in effetti, non me lo dici.
Abbastanza bizzarro anche che lavori proprio in quel dirigibile, che sappia chi c'è a bordo... Insomma, è un po' campato in aria.
Immagino e penso che questa storia, con tre o quattro mila caratteri in più, sarebbe tutta un'altra cosa. Quindi, tienila, ampliala, perché se lo merita.
Non so, mi sembra il riassunto di un racconto. La parte iniziale, va bene, ma il centro è troppo condensato. Racconti una serie di avvenimenti in poche righe, avvenimenti che avresti potuto filtrare per guadagnare spazio. Potevi omettere che Giovanni fosse un gondoliere, bastava che avesse salvato la donna dal canale.
O addirittura, poteva averla affogata dal principio, e avresti potuto mostrarci la scena senza doverti dilungare a far la cronistoria, di come il marito di lei, e perché, volesse Giovanni morto. Oltretutto, che sia lui il cuoco, il marito di lei intendo, caduto in disgrazia, lo immagino io, perché darebbe un senso alla vicenda, tu, in effetti, non me lo dici.
Abbastanza bizzarro anche che lavori proprio in quel dirigibile, che sappia chi c'è a bordo... Insomma, è un po' campato in aria.
Immagino e penso che questa storia, con tre o quattro mila caratteri in più, sarebbe tutta un'altra cosa. Quindi, tienila, ampliala, perché se lo merita.
Polly
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- Messaggi: 417
- Contatta:
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
ciao e ben ritrovato
racconto che secondo me comincia molto bene, con ottimo ritmo e ironia, e qualche piccola sbavatura 'da minuti contati' non rovina la buonissima partenza.
Solo che poi si passa al 'sogno' in modo brusco (personalmente, non ho capito bene come potesse addormentarsi in quel momento, per esempio, a meno di non considerare il 'sogno' un 'pensiero') e si entra in una sezione che sembra davvero un riassunto, come ha fatto notare Polly. E nemmeno chiarissimo nelle sue dinamiche.
Se spendi un po' di tempo secondo me può diventare ottimo.
racconto che secondo me comincia molto bene, con ottimo ritmo e ironia, e qualche piccola sbavatura 'da minuti contati' non rovina la buonissima partenza.
Solo che poi si passa al 'sogno' in modo brusco (personalmente, non ho capito bene come potesse addormentarsi in quel momento, per esempio, a meno di non considerare il 'sogno' un 'pensiero') e si entra in una sezione che sembra davvero un riassunto, come ha fatto notare Polly. E nemmeno chiarissimo nelle sue dinamiche.
Se spendi un po' di tempo secondo me può diventare ottimo.
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Ciao Giuseppe.
L’idea è carina, ma nell’insieme il racconto zoppica.
C’è una prima parte in cui il protagonista è un capitano indaffarato a salvare vite. La situazione è surreale, con le persone che affogano nella zuppa e l’idea del capitano che cerca di convincere Helmut a sposare la figlia prima di morire aggiunge un altro tocco di ironia.
Questo tono però si annacqua subito dopo in una narrazione troppo sintetica e poco coinvolgente e nel finale troppo descrittivo.
Il mio suggerimento è di decidere se il tono della storia debba essere ironico o realistico e di modificare il racconto sulla base di questa decisione eliminando dettagli inutili e lavorando sullo stile per ottenere la giusta atmosfera.
A rileggerci
Angelo
L’idea è carina, ma nell’insieme il racconto zoppica.
C’è una prima parte in cui il protagonista è un capitano indaffarato a salvare vite. La situazione è surreale, con le persone che affogano nella zuppa e l’idea del capitano che cerca di convincere Helmut a sposare la figlia prima di morire aggiunge un altro tocco di ironia.
Questo tono però si annacqua subito dopo in una narrazione troppo sintetica e poco coinvolgente e nel finale troppo descrittivo.
Il mio suggerimento è di decidere se il tono della storia debba essere ironico o realistico e di modificare il racconto sulla base di questa decisione eliminando dettagli inutili e lavorando sullo stile per ottenere la giusta atmosfera.
A rileggerci
Angelo
- Jacopo Berti
- Messaggi: 441
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Ciao Giuseppe,
purtroppo un racconto con questo titolo poteva essere un capolavoro dall'inizio alla fine o un disastro, senza vie di mezzo.
L'inizio mi è piaciuto! Bravo! Mi hai convinto a credere al surreale e al grottesco della morte asburgica in dirigibile per annegamento nella Frittatensuppe!
Poi però riassumi una storia poco interessante e un po' sconclusionata, in un lungo e noioso flashback, di cui ti sono già stati segnalati i difetti.
Mi spiace, ma secondo me non ci siamo.
purtroppo un racconto con questo titolo poteva essere un capolavoro dall'inizio alla fine o un disastro, senza vie di mezzo.
L'inizio mi è piaciuto! Bravo! Mi hai convinto a credere al surreale e al grottesco della morte asburgica in dirigibile per annegamento nella Frittatensuppe!
Poi però riassumi una storia poco interessante e un po' sconclusionata, in un lungo e noioso flashback, di cui ti sono già stati segnalati i difetti.
Mi spiace, ma secondo me non ci siamo.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Prima parte che mi ha fatto letteralmente sobbalzare dalla sedia. Ritmo, ironia, storia.
Poi il sogno, oltre a cambiare l'esistenza del protagonista, modifica anche la continuazione del racconto!
Mi aspettavo altre battute e colpi di scena e invece il testo cambia tono, diventa più amaro e meno leggero.
Secondo la mia opinione, anche se il racconto ironico rappresenta un'impresa ardua da costruire, continuare su quella strada avrebbe portato molti benefici al testo.
Penalizzo la classifica per la seconda parte, ed è un gran peccato perché la prima, secondo me, era stata pensata alla perfezione. Aspetto la prossima (ironica?) lettura!
Poi il sogno, oltre a cambiare l'esistenza del protagonista, modifica anche la continuazione del racconto!
Mi aspettavo altre battute e colpi di scena e invece il testo cambia tono, diventa più amaro e meno leggero.
Secondo la mia opinione, anche se il racconto ironico rappresenta un'impresa ardua da costruire, continuare su quella strada avrebbe portato molti benefici al testo.
Penalizzo la classifica per la seconda parte, ed è un gran peccato perché la prima, secondo me, era stata pensata alla perfezione. Aspetto la prossima (ironica?) lettura!
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Ciao Giuseppe,
ti dico subito che sono partito prevenuto perché - è più forte di me - di fronte ai racconti comici mi chiudo come quando mi trovo davanti ad un comico televisivo: penso che siano particolarmente difficili da scrivere e che se non si raggiunge lo scopo rimangano del tutto svuotati da qualsiasi altro valore. Lo dico perché il titolo del tuo racconto lo piazza - efficacemente da questo punto di vista - immediatamente in quella categoria creando inevitabilmente delle aspettative.
A questo elemento hai poi aggiunto un'ambientazione ben precisa, se non sbaglio quella dello steampunk, e quindi ulteriori aspettative e carne al fuoco: vitale era dunque per te mantenere il ritmo e soprattutto il focus ben centrato sul tuo obiettivo.
Se ci sei riuscito nella parte iniziale del racconto con un ottimo ritmo, hai secondo me perso il focus a partire dal sogno, peccato perché in quella situazione assurda che avevi creato l'elemento onirico poteva certamente aiutarti nel compito comico dandoti una libertà incredibile.
Dopo hai iniziato a seguire una storia secondo me troppo (e penso inutilmente) complicata che ti ha lasciato senza caratteri per sfoggiare il tuo stile come hai fatto nelle prime righe...peccato, resto comunque curioso di leggerti la prossima volta^^
ti dico subito che sono partito prevenuto perché - è più forte di me - di fronte ai racconti comici mi chiudo come quando mi trovo davanti ad un comico televisivo: penso che siano particolarmente difficili da scrivere e che se non si raggiunge lo scopo rimangano del tutto svuotati da qualsiasi altro valore. Lo dico perché il titolo del tuo racconto lo piazza - efficacemente da questo punto di vista - immediatamente in quella categoria creando inevitabilmente delle aspettative.
A questo elemento hai poi aggiunto un'ambientazione ben precisa, se non sbaglio quella dello steampunk, e quindi ulteriori aspettative e carne al fuoco: vitale era dunque per te mantenere il ritmo e soprattutto il focus ben centrato sul tuo obiettivo.
Se ci sei riuscito nella parte iniziale del racconto con un ottimo ritmo, hai secondo me perso il focus a partire dal sogno, peccato perché in quella situazione assurda che avevi creato l'elemento onirico poteva certamente aiutarti nel compito comico dandoti una libertà incredibile.
Dopo hai iniziato a seguire una storia secondo me troppo (e penso inutilmente) complicata che ti ha lasciato senza caratteri per sfoggiare il tuo stile come hai fatto nelle prime righe...peccato, resto comunque curioso di leggerti la prossima volta^^
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
ciao Giussssssssssssss! ma quanto tempoooooooo! come va? beh… scusa, non mi dilungo, che poi il tempo è quello che è ^_^”, e passiamo al racconto :)
wow, allora, vado in ordine: bella la prima parte, meno la seconda, la terza, beh, si ricollega alla prima e torna su toni grotteschi e ironici… allora, che è successo? a parte aver sbagliato nel raccordo finale il nome di Helmut con Helmet… trovo che il pezzo non sia affatto male, ma va riordinato :)
innanzitutto Gius il pezzo non parla di un sogno, ma di un ricordo o, forse, dovevo intendere il sogno di rivalsa? beh, il collegamento è chiaro: un poveraccio che non avrebbe mai potuto permettersi nulla dalla vita diventa un signore facoltoso e questa sua fortuna lo porterà a perdere la vita: morale? i soldi non cambiano il destino, ma i sogni sì? perché lui dopo la bisca si è arricchito, ma poi perché ha dovuto uccidere la ragazza? mh… non so. ci sono delle cose che non mi tornano e che non trovo utili alla storia, ma magari non ho colto io dove volevi arrivare ^_^”
nel complesso Gius il pezzo non è affatto male, dagli più respiro, prendi tempo e caratteri che ti servono e via!!!
alla prossima :) ciao ciao, Lau
ps. ottimo titolo!
wow, allora, vado in ordine: bella la prima parte, meno la seconda, la terza, beh, si ricollega alla prima e torna su toni grotteschi e ironici… allora, che è successo? a parte aver sbagliato nel raccordo finale il nome di Helmut con Helmet… trovo che il pezzo non sia affatto male, ma va riordinato :)
innanzitutto Gius il pezzo non parla di un sogno, ma di un ricordo o, forse, dovevo intendere il sogno di rivalsa? beh, il collegamento è chiaro: un poveraccio che non avrebbe mai potuto permettersi nulla dalla vita diventa un signore facoltoso e questa sua fortuna lo porterà a perdere la vita: morale? i soldi non cambiano il destino, ma i sogni sì? perché lui dopo la bisca si è arricchito, ma poi perché ha dovuto uccidere la ragazza? mh… non so. ci sono delle cose che non mi tornano e che non trovo utili alla storia, ma magari non ho colto io dove volevi arrivare ^_^”
nel complesso Gius il pezzo non è affatto male, dagli più respiro, prendi tempo e caratteri che ti servono e via!!!
alla prossima :) ciao ciao, Lau
ps. ottimo titolo!
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Ciao, Giuseppe!
L’avvio della storia mi è piaciuto moltissimo: divertente, curioso, veloce e simpatico. Poi? Non ho ben capito che cosa è successo nella parte centrale: sembra il breve riassunto di un’altra storia, qualcosa che adesso non ci interessa. Forse mi è sfuggito qualcosa? Il finale torna a riproporre lo stesso brio iniziale, ma qualcosa si è perso durante il racconto.
L’avvio della storia mi è piaciuto moltissimo: divertente, curioso, veloce e simpatico. Poi? Non ho ben capito che cosa è successo nella parte centrale: sembra il breve riassunto di un’altra storia, qualcosa che adesso non ci interessa. Forse mi è sfuggito qualcosa? Il finale torna a riproporre lo stesso brio iniziale, ma qualcosa si è perso durante il racconto.
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
L’idea mi piace parecchio. Certo i pochi caratteri permessi non hanno giovato alla tua storia, dovendo inserire una reminiscenza complessa, che doveva dare un volto e un’anima al tuo personaggio. Mi sono un po’ persa con la parte grottesca, non venendo abbastanza coinvolta e devo dire che il finale mi ha lasciata un vuoto… Stai raccontando un frammento di tempo, tutto vortica intorno a lui, stanno per morire, sta per succedere l’inevitabile… avrei voluto più azione, più energia.
Credo che ne verrebbe fuori un bel racconto lungo, con più dettagli, più azione.
Credo che ne verrebbe fuori un bel racconto lungo, con più dettagli, più azione.
Re: Dio perdona, la Frittatensuppe no
Prima parte davvero buona e ben controllata, ne avevi il controllo e si percepisce. Poi lo perdi e procedi per inerzia lungo un canalone che tende a sminuire tutto quanto lo ha preceduto. Non posso darti altro consiglio se non quello di tagliare tutta la seconda parte e ripartire dalla prima, mi sembra evidente che il tempo ti è stato tiranno (e probabilmente anche la stanchezza). Pollice che arriva al pelo al ni, questa volta.
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