Zenzero e cannella
Zenzero e cannella
Ti odio. Così quanto ti amo.
Da quel primo abbraccio lungo il fiume di una città dimenticata nel tempo, dopo la nostre chiacchierate durante le quali capivo la metà di quello che dicevi, per colpa di quel tuo fottuto modo di mangiare le lettere insieme alla voce roca e bassa per le troppe sigarette. Pronunciavi il mio nome come se lo incidessi sulla pelle nuda, con un pennino da calamaio antico e cesellato.
Ho amato anche quello. Così come l'ho odiato.
Sai, amavo il mare, anche più di te.
Ne amavo l’odore, la risacca, il sale, la spuma, le maree.
L'ho amato fino a quando ho sbattuto la faccia nel blu screziato dei tuoi occhi, rapiti dallo stesso colore di quello stesso mare dove ci bagnavamo insieme i piedi. Quel mare che cambiava tonalità a seconda della luce, nel tuo caso anche dell'umore.
Vedi, gli incontri alchemici come i nostri sono i più pericolosi, perché ti regalano schianti inevitabili. È inutile dire che in questi casi il dolore quasi lo brami. Perché te ne piace il sapore e il retrogusto è irrinunciabile. Il fatto è che c’era amore, tanto amore, sempre vincolato con identica proporzione ad altrettanto odio.
Amore di zenzero e cannella per tutto quello che provavo, e odio velenoso perché sentivo di non poterne farne a meno. La passione spesso è un oblio senza fine dalla quale non si esce in alcun modo.
Anche oggi, malgrado siano passate tante altre stagioni, quel brivido è ancora inciso a pelle, vivido più che mai.
Ancora amo e odio i sogni che mi hai lasciato come eredità scomoda, perché sono vividi nell’inconscio. Lo sono al punto tale da sembrare tangibili, e nel cuore delle notti mi fanno serrare le cosce alle lenzuola bianche di cotone ruvido, mi fanno strusciare come una plebea affamata e stanca, sporca di voglia e di parole da non sussurrare.
Ricordo bene a ogni sogno quel tuo trattarmi da puttana, bagnata di desideri ansimanti.
Nessun uomo che mi ha avuta dopo ha saputo coglierli come facevi tu, nel fondo di quel duello d’estasi velenosa dove ci siamo spinti.
Amavo e odiavo il tuo modo di fottermi anima e corpo, lasciandomi dentro e fuori i segni del tuo possesso; amavo e odiavo il tuo pompare duro dentro la mia carne, un supplizio così bello da regalarmi il piacere delle lacrime, fino a quando non diventavano amare.
Amavo e odiavo quel tuo girarmi a faccia sotto per montarmi, per fottermi. Dove finivi per lasciare i tuoi umori caldi che io accettavo come nettare di cui nutrirmi. Era poesia pura, una lirica inedita, mai cantata.
E in questa notte di pensieri sparsi ovunque, con le mani che ripercorrono veloci sulla tastiera quel sentimento di amore-odio che ci ha unito e diviso, a occhi chiusi ripercorro la marque che sento ancora e sempre in rilievo sulla schiena, quella dove hai inciso la colonna sonora del nostro viverci, e un lieve sentore di zenzero e cannella mi avvolge nuovamente, carico di poetica sensualità.
Da quel primo abbraccio lungo il fiume di una città dimenticata nel tempo, dopo la nostre chiacchierate durante le quali capivo la metà di quello che dicevi, per colpa di quel tuo fottuto modo di mangiare le lettere insieme alla voce roca e bassa per le troppe sigarette. Pronunciavi il mio nome come se lo incidessi sulla pelle nuda, con un pennino da calamaio antico e cesellato.
Ho amato anche quello. Così come l'ho odiato.
Sai, amavo il mare, anche più di te.
Ne amavo l’odore, la risacca, il sale, la spuma, le maree.
L'ho amato fino a quando ho sbattuto la faccia nel blu screziato dei tuoi occhi, rapiti dallo stesso colore di quello stesso mare dove ci bagnavamo insieme i piedi. Quel mare che cambiava tonalità a seconda della luce, nel tuo caso anche dell'umore.
Vedi, gli incontri alchemici come i nostri sono i più pericolosi, perché ti regalano schianti inevitabili. È inutile dire che in questi casi il dolore quasi lo brami. Perché te ne piace il sapore e il retrogusto è irrinunciabile. Il fatto è che c’era amore, tanto amore, sempre vincolato con identica proporzione ad altrettanto odio.
Amore di zenzero e cannella per tutto quello che provavo, e odio velenoso perché sentivo di non poterne farne a meno. La passione spesso è un oblio senza fine dalla quale non si esce in alcun modo.
Anche oggi, malgrado siano passate tante altre stagioni, quel brivido è ancora inciso a pelle, vivido più che mai.
Ancora amo e odio i sogni che mi hai lasciato come eredità scomoda, perché sono vividi nell’inconscio. Lo sono al punto tale da sembrare tangibili, e nel cuore delle notti mi fanno serrare le cosce alle lenzuola bianche di cotone ruvido, mi fanno strusciare come una plebea affamata e stanca, sporca di voglia e di parole da non sussurrare.
Ricordo bene a ogni sogno quel tuo trattarmi da puttana, bagnata di desideri ansimanti.
Nessun uomo che mi ha avuta dopo ha saputo coglierli come facevi tu, nel fondo di quel duello d’estasi velenosa dove ci siamo spinti.
Amavo e odiavo il tuo modo di fottermi anima e corpo, lasciandomi dentro e fuori i segni del tuo possesso; amavo e odiavo il tuo pompare duro dentro la mia carne, un supplizio così bello da regalarmi il piacere delle lacrime, fino a quando non diventavano amare.
Amavo e odiavo quel tuo girarmi a faccia sotto per montarmi, per fottermi. Dove finivi per lasciare i tuoi umori caldi che io accettavo come nettare di cui nutrirmi. Era poesia pura, una lirica inedita, mai cantata.
E in questa notte di pensieri sparsi ovunque, con le mani che ripercorrono veloci sulla tastiera quel sentimento di amore-odio che ci ha unito e diviso, a occhi chiusi ripercorro la marque che sento ancora e sempre in rilievo sulla schiena, quella dove hai inciso la colonna sonora del nostro viverci, e un lieve sentore di zenzero e cannella mi avvolge nuovamente, carico di poetica sensualità.
Re: Zenzero e cannella
Benvenuta su Minuti Contati, Alemar! Parametri tutti rispettati, divertiti in questa Eliselle Edition!
- leonardo.marconi
- Messaggi: 63
Re: Zenzero e cannella
Ciao Alemar, la tua mi sembra una prova stilistica ben riuscita, azzeccata e perfetta nell'ambra del ricordo dell'amore più vero, quello che fa anche male. In molti possono vantare questo trofeo/fardello dentro di sè. Ma come ogni ricordo prezioso, resta lì dov'è, senza "nuocere". Nel senso che vive di vibrazioni di ritorno, riflesse, non sue. "Vaga in questa notte serena il ricordo, palpitazione tenue, un nodo alla gola..." cantava Giovanni Ferretti più di vent'anni fa. Lì probabilmente era l'eroina , qua un'altra forma di dipendenza: la nostalgia per l'eterno non ritorno della passione straripante, irripetibile. Ma devo aggiungere che se la mia paura inizialmente era leggere qualcosa che cadesse nel macchiettistico...beh alla fine mi son dovuto ricredere. La "marque", mi resta quel mistero sulla schiena: è un segno ormai evidente o soltanto una prova che il protagonista serba dentro per quel ch'è successo? Ciao!
Re: Zenzero e cannella
Ciao Leonardo,
Grazie per la tua recensione! Che dire, la traccia mi ha ispirato questo racconto, è stato il primo pensiero che si è affacciato e l'ho raccolto. Amore e odio a parer mio sono le facce di una sola medaglia, molto spesso convivono viaggiando in parallelo. Per quanto riguarda la marque.. non ho resistito! Sono sotto l'influenza del libro che rapisce le mie notti: la trilogia di Phèdre, la più capace cortigiana di Terre d'Ange. Sono romanzi scritti da Jacqueline Carey. È un fantasy sensuale, e mi ha rapita. Non conosco molto bene il genere, ma questo mi piace molto, la traduzione è notevole.
Tornando al mio racconto, la marque è solo nel ricordo struggente di lei, non si riferisce a un vero tatuaggio.
Se non è risultato chiaro durante la lettura è una pecca soltanto mia!
Grazie ancora per le tue parole. Sono felice ti sia piaciuto!
Grazie per la tua recensione! Che dire, la traccia mi ha ispirato questo racconto, è stato il primo pensiero che si è affacciato e l'ho raccolto. Amore e odio a parer mio sono le facce di una sola medaglia, molto spesso convivono viaggiando in parallelo. Per quanto riguarda la marque.. non ho resistito! Sono sotto l'influenza del libro che rapisce le mie notti: la trilogia di Phèdre, la più capace cortigiana di Terre d'Ange. Sono romanzi scritti da Jacqueline Carey. È un fantasy sensuale, e mi ha rapita. Non conosco molto bene il genere, ma questo mi piace molto, la traduzione è notevole.
Tornando al mio racconto, la marque è solo nel ricordo struggente di lei, non si riferisce a un vero tatuaggio.
Se non è risultato chiaro durante la lettura è una pecca soltanto mia!
Grazie ancora per le tue parole. Sono felice ti sia piaciuto!
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Zenzero e cannella
Ciao Alemar,
un racconto che hai ben costruito e che non cade nel banale. In parte in chiaroscuro per alcuni passaggi che ho trovato troppo carichi, tipo: 'Dove finivi per lasciare i tuoi umori caldi che io accettavo come nettare di cui nutrirmi. Era poesia pura, una lirica inedita, mai cantata.' Oppure come il primo periodo che ho riletto più volte e non mi convince (Da quel primo.... ... sigarette).
Ma ci sono ottimi spunti: l'idea stessa di questo sfogo alternato da amore e odio oppure le emozioni evocate.
Sul finale, leggendo "con le mani che ripercorrono veloci", ero certo chiudessi con un atto sensuale solitario, al profumo di zenzero e cannella. Ma il tuo è un buon finale!
Alla prossima,
G.
un racconto che hai ben costruito e che non cade nel banale. In parte in chiaroscuro per alcuni passaggi che ho trovato troppo carichi, tipo: 'Dove finivi per lasciare i tuoi umori caldi che io accettavo come nettare di cui nutrirmi. Era poesia pura, una lirica inedita, mai cantata.' Oppure come il primo periodo che ho riletto più volte e non mi convince (Da quel primo.... ... sigarette).
Ma ci sono ottimi spunti: l'idea stessa di questo sfogo alternato da amore e odio oppure le emozioni evocate.
Sul finale, leggendo "con le mani che ripercorrono veloci", ero certo chiudessi con un atto sensuale solitario, al profumo di zenzero e cannella. Ma il tuo è un buon finale!
Alla prossima,
G.
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- Messaggi: 171
Re: Zenzero e cannella
Una prosa che tende a gonfiarsi, imbarocchirsi, rischiando il grottesco ("fotturo modo di mangiarsi le lettere" perchè fottuto? "schianti inevitabili" rischiano di rovinare l'atmosfera sognante della narratrice). Una prosa di sensazioni e non di avvenimenti, sensazioni però che potrebbero derivare da altro, e non specifici delle cose narrate, cioè dal rapporto sadomaso. In complesso un pregevole racconto, anche se non spinto in profondità.
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Re: Zenzero e cannella
Ciao Alemar,
In questo tuo pezzo mostri una gran capacità di usare le parole, fino a spingerti a virtuosismi (rischiando talvolta l'eccesso). Dal mio punto di vista però manca il racconto: non c'è trama, ambientazione, sviluppo di personaggi, ma solo un vortice di parole ed emozioni. In questo senso faccio fatica a giudicarlo e confrontarlo con gli altri racconti in gara. In un contest di prosa poetica ti avrei messo sicuramente in cima.
A rileggerci,
Angelo
In questo tuo pezzo mostri una gran capacità di usare le parole, fino a spingerti a virtuosismi (rischiando talvolta l'eccesso). Dal mio punto di vista però manca il racconto: non c'è trama, ambientazione, sviluppo di personaggi, ma solo un vortice di parole ed emozioni. In questo senso faccio fatica a giudicarlo e confrontarlo con gli altri racconti in gara. In un contest di prosa poetica ti avrei messo sicuramente in cima.
A rileggerci,
Angelo
- marco.roncaccia
- Messaggi: 559
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Re: Zenzero e cannella
Ciao Alemar,
La tua mi sembra più una prova di stile che un racconto vero e proprio. A meno per come sono abituato a considerare il racconto. È una pagina che vedrei bene dentro a un romanzo, ma del racconto mancano alcuni tratti essenziali. La protagonista attraversa il tuo testo senza alcun cambiamento. Non c'è movimento alcuno, nessuna prova seppur solo psicologica che deve superare. La vediamo rievocare i tratti emotivi e sessuali di una relazione ma questo è quanto.
La tua mi sembra più una prova di stile che un racconto vero e proprio. A meno per come sono abituato a considerare il racconto. È una pagina che vedrei bene dentro a un romanzo, ma del racconto mancano alcuni tratti essenziali. La protagonista attraversa il tuo testo senza alcun cambiamento. Non c'è movimento alcuno, nessuna prova seppur solo psicologica che deve superare. La vediamo rievocare i tratti emotivi e sessuali di una relazione ma questo è quanto.
- AmbraStancampiano
- Messaggi: 477
- Contatta:
Re: Zenzero e cannella
Ciao Alemar,
Il pezzo è stilisticamente di pregio, mi piacciono molto alcune delle immagini che dai e il modo in cui accoppi alcune parole, creando piccoli mondi. Alcune idee sono davvero interessanti, altre un po' meno. Un esempio per tutti è quel "fottute" che, nonostante anch'io usi spesso le parolacce nei miei racconti, in quella posizione non ha molto senso e comunica un tipo di irritazione molto vaga e superficiale. A volte ti incarti in alcuni periodi e in ripetizioni infelici, ma lo stile è sicuramente notevole e adeguato al tono della narrazione.
Riguardo la narrazione concordo però con chi fatica a ravvisare un racconto vero e proprio nella tua prova; si tratta più che altro di un flusso di coscienza, della descrizione di uno stato d'animo legato a una serie di ricordi legati solo dal filo di una storia d'amore passata, senza seguire una trama nè creare un vero e proprio arco narrativo.
A rileggerci!
Il pezzo è stilisticamente di pregio, mi piacciono molto alcune delle immagini che dai e il modo in cui accoppi alcune parole, creando piccoli mondi. Alcune idee sono davvero interessanti, altre un po' meno. Un esempio per tutti è quel "fottute" che, nonostante anch'io usi spesso le parolacce nei miei racconti, in quella posizione non ha molto senso e comunica un tipo di irritazione molto vaga e superficiale. A volte ti incarti in alcuni periodi e in ripetizioni infelici, ma lo stile è sicuramente notevole e adeguato al tono della narrazione.
Riguardo la narrazione concordo però con chi fatica a ravvisare un racconto vero e proprio nella tua prova; si tratta più che altro di un flusso di coscienza, della descrizione di uno stato d'animo legato a una serie di ricordi legati solo dal filo di una storia d'amore passata, senza seguire una trama nè creare un vero e proprio arco narrativo.
A rileggerci!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
Re: Zenzero e cannella
Ho letto il racconto con piacere, mi sono piaciute le immagini, forti, intense, contrastanti forse a volte a anche un po' troppo. Il bello è che riesci a fare vivere al lettore queste emozioni. Anche io sn d accordo a dire che la trama un po' stenta, ma mi sono emozionato ugualmente ed è la cosa più importante.
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- Messaggi: 265
Re: Zenzero e cannella
Ciao Alemar, se non sbaglio è la tua prima edizione quindi benvenuta.
Devo ammetterlo non amo particolarmente i monologhi, soprattutto quelli “sdolcinati” che solitamente fanno parte di romanzi di cui non sono un lettore.
Il difetto principale è che non c'è una storia, qualcosa si intravede ma resta un ombra sullo sfondo.
Non so bene come valutarlo, c'è stile e tecnica, ma il racconto non mi piace.
Devo ammetterlo non amo particolarmente i monologhi, soprattutto quelli “sdolcinati” che solitamente fanno parte di romanzi di cui non sono un lettore.
Il difetto principale è che non c'è una storia, qualcosa si intravede ma resta un ombra sullo sfondo.
Non so bene come valutarlo, c'è stile e tecnica, ma il racconto non mi piace.
Re: Zenzero e cannella
Cribbio. Grandissima forma, pregevole controllo, hai una penna molto evoluta. Però il tutto si ferma non proprio a un flusso di coscienza (perché i pensieri sono rielaborati e organizzati), ma in qualcosa che non è racconto e neppure poesia. Occhio a un elemento di criticità: che il rapporto tra i due sia "tribolato" lo fai dire alla tua protagonista, ma senza portarci dentro al loro conflitto. Quindi il tutto rimane molto esterno al lettore. In pratica fai molto tell e poco show e questo, a prescindere da ogni altra riflessione, è un problema. Detto questo, ho apprezzato il pezzo e sono assai curioso di rileggerti nei mesi a venire. Come valutazione devo però attestarmi, per i due ordini di problemi sopra esposti, su un pollice ni tendente verso l'alto. Ti consiglio di provare a proporlo nel Laboratorio, magari revisionandolo in base ai commenti ricevuti.
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