Il bio vicino di casa - DAY TWO
- Andrea Partiti
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Il bio vicino di casa - DAY TWO
Il mio vicino di casa ha una grossa compostiera di legno.
Ogni sera al tramonto esce di casa con un secchio in mano, apre il coperchio e vuota i rifiuti del giorno all’interno. Picchia per tre volte il secchio sul bordo per staccare tutto quel che aderisce alle pareti. Poi la richiude e torna in casa.
Tra i nostri giardini c’è solo una bassa staccionata e io me ne sto spesso in veranda a fumare, quindi ogni volta che lo vedo uscire per il suo deposito gli faccio un cenno di saluto. Lui mi risponde con un sorriso, o toccandosi la tesa di un cappello immaginario.
Il mio vicino di casa passa molto tempo nell’orto dietro casa. Lo vedo sudare, zappare, piantare e raccogliere, sia d’inverno che d’estate. Coltiva da sé le verdure e mangia seguendo le stagioni. Quando ci capita di parlare cerca sempre a convincermi che essere vegani è l’unico stile di vita responsabile, che l’agricoltura biodinamica gli ha cambiato la vita, l’ha messo in sintonia con la natura.
Io annuisco, lo ascolto, dico che mi informerò.
Poi torno in casa a farmi un tramezzino al tonno, perché ascoltarlo mi mette appetito.
Il mio vicino di casa è un animalista sfegatato.
Regolarmente torna a casa con cucciolate di gatti e cani abbandonati, oppure animali malati e bisognosi che sono stati abbandonati. Li tiene in casa o in un capanno vicino all’orto. Li cura se ne hanno bisogno, poi trova chi li adotta. Non ne ha mai tenuti con sé a lungo, dice, perché non sopporterebbe di doverli nutrire con della carne. È vegano lui, non vuole dover maneggiare mangimi preparati con i cadaveri di altri animali.
Non mi ha mai chiesto di adottarne uno, probabilmente pensa che io non sia affidabile, così scettico riguardo al suo stile di vita, l’unico corretto.
Il mio vicino di casa fa yoga. Ogni mattina all’alba aspetta il sorgere del sole sulla sua veranda, rivolta a est, poi stende un tappetino e per un’ora ritrova se stesso.
Da quando ha notato che lo osservavo con curiosità, non perde occasione per elogiare i benefici dello yoga, di come migliori postura, respirazione, sonno. Di come apra i chakra e illumini la mente.
Il mio vicino di casa era di fretta ed è scivolato nel vialetto. Sono stati giorni freddi ed è quasi il tramonto, doveva esserci del ghiaccio fresco.
L’ho visto cadere e sono accorso ad aiutarlo.
Aveva la spesa in mano. Il sacchetto di tela si è rovesciato sul prato e il mio vicino lo osserva con terrore, cercando di coprire quello che ne è uscito, di nasconderlo alla mia vista.
— Tutto bene? — gli chiedo, ignorando lo strano atteggiamento.
— Sì, va tutto bene, perfettamente, non serve aiutarmi grazie, — mi fa segno di andare, ma ormai sono vicino.
Per terra vedo una dozzina di vaschette di polistirolo nere. Piene di carne: cuore, fegato, cervella, polmone, animelle.
— Non è come sembra… — dice il mio vicino.
— Ehi, guarda che non ti giudico, mangia quel che ti pare! — lo rassicuro.
— È quasi il tramonto e non è stagione di cucciolate! — indica la compostiera. — Ma Lui ha fame ogni giorno.
Ogni sera al tramonto esce di casa con un secchio in mano, apre il coperchio e vuota i rifiuti del giorno all’interno. Picchia per tre volte il secchio sul bordo per staccare tutto quel che aderisce alle pareti. Poi la richiude e torna in casa.
Tra i nostri giardini c’è solo una bassa staccionata e io me ne sto spesso in veranda a fumare, quindi ogni volta che lo vedo uscire per il suo deposito gli faccio un cenno di saluto. Lui mi risponde con un sorriso, o toccandosi la tesa di un cappello immaginario.
Il mio vicino di casa passa molto tempo nell’orto dietro casa. Lo vedo sudare, zappare, piantare e raccogliere, sia d’inverno che d’estate. Coltiva da sé le verdure e mangia seguendo le stagioni. Quando ci capita di parlare cerca sempre a convincermi che essere vegani è l’unico stile di vita responsabile, che l’agricoltura biodinamica gli ha cambiato la vita, l’ha messo in sintonia con la natura.
Io annuisco, lo ascolto, dico che mi informerò.
Poi torno in casa a farmi un tramezzino al tonno, perché ascoltarlo mi mette appetito.
Il mio vicino di casa è un animalista sfegatato.
Regolarmente torna a casa con cucciolate di gatti e cani abbandonati, oppure animali malati e bisognosi che sono stati abbandonati. Li tiene in casa o in un capanno vicino all’orto. Li cura se ne hanno bisogno, poi trova chi li adotta. Non ne ha mai tenuti con sé a lungo, dice, perché non sopporterebbe di doverli nutrire con della carne. È vegano lui, non vuole dover maneggiare mangimi preparati con i cadaveri di altri animali.
Non mi ha mai chiesto di adottarne uno, probabilmente pensa che io non sia affidabile, così scettico riguardo al suo stile di vita, l’unico corretto.
Il mio vicino di casa fa yoga. Ogni mattina all’alba aspetta il sorgere del sole sulla sua veranda, rivolta a est, poi stende un tappetino e per un’ora ritrova se stesso.
Da quando ha notato che lo osservavo con curiosità, non perde occasione per elogiare i benefici dello yoga, di come migliori postura, respirazione, sonno. Di come apra i chakra e illumini la mente.
Il mio vicino di casa era di fretta ed è scivolato nel vialetto. Sono stati giorni freddi ed è quasi il tramonto, doveva esserci del ghiaccio fresco.
L’ho visto cadere e sono accorso ad aiutarlo.
Aveva la spesa in mano. Il sacchetto di tela si è rovesciato sul prato e il mio vicino lo osserva con terrore, cercando di coprire quello che ne è uscito, di nasconderlo alla mia vista.
— Tutto bene? — gli chiedo, ignorando lo strano atteggiamento.
— Sì, va tutto bene, perfettamente, non serve aiutarmi grazie, — mi fa segno di andare, ma ormai sono vicino.
Per terra vedo una dozzina di vaschette di polistirolo nere. Piene di carne: cuore, fegato, cervella, polmone, animelle.
— Non è come sembra… — dice il mio vicino.
— Ehi, guarda che non ti giudico, mangia quel che ti pare! — lo rassicuro.
— È quasi il tramonto e non è stagione di cucciolate! — indica la compostiera. — Ma Lui ha fame ogni giorno.
Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Ciao Andrea, un bis anche per te! Tutto a posto con i parametri, divertiti in questa Forlani Edition!
- Andrea Partiti
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Chiedo scusa per quel brutto "cerca sempre a convincermi" che è rimasto dal "prova sempre a convincermi" che c'era prima... :/
Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Ciao,
l'idea alla base del racconto mi è piaciuta, si potevano aggiustare un paio di cose a livello stilistico ma c'è anche da dire che il tempo era poco e con il senno di poi siamo tutti bravi ;)
Verso il finale è precipitato tutto un pochino... Non avrei personalmente fatto scoprire il mostro così, probabilmente avrei fatto ficcare il naso al personaggio in assenza del vicino.
C'è molta confusione sui tempi verbali, presente e passato remoto e poi trapassato e poi di nuovo presente. Almeno nello stesso periodo è bene non creare una non-sintonia. Esempio:
I
Avrei asciugato i periodi, nel senso che avrei tagliato molte parti non necessario.
Per il resto sono convinta che con più tempo a disposizione sarebbe andata meglio, ripeto poi che l'idea mi è piaciuta molto, è difficile sorprendermi ;)
l'idea alla base del racconto mi è piaciuta, si potevano aggiustare un paio di cose a livello stilistico ma c'è anche da dire che il tempo era poco e con il senno di poi siamo tutti bravi ;)
Verso il finale è precipitato tutto un pochino... Non avrei personalmente fatto scoprire il mostro così, probabilmente avrei fatto ficcare il naso al personaggio in assenza del vicino.
C'è molta confusione sui tempi verbali, presente e passato remoto e poi trapassato e poi di nuovo presente. Almeno nello stesso periodo è bene non creare una non-sintonia. Esempio:
I
l mio vicino di casa era di fretta ed è scivolato nel vialetto. Sono stati giorni freddi ed è quasi il tramonto, doveva esserci del ghiaccio fresco.
L’ho visto cadere e sono accorso ad aiutarlo.
Aveva la spesa in mano. Il sacchetto di tela si è rovesciato sul prato e il mio vicino lo osserva con terrore, cercando di coprire quello che ne è uscito, di nasconderlo alla mia vista.
Avrei asciugato i periodi, nel senso che avrei tagliato molte parti non necessario.
Per il resto sono convinta che con più tempo a disposizione sarebbe andata meglio, ripeto poi che l'idea mi è piaciuta molto, è difficile sorprendermi ;)
- Andrea Partiti
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Il mio piano originale era quello di fargli guardare nella compostiera, ma sul momento non mi è venuta una buona idea su come concludere il racconto una volta aperta (per non dover decidere cosa c'era dentro :D). Ci volevo mettere su un grosso lucchetto sospetto per stimolare la curiosità, magari per via del calore del compost all'interno.
Il vicino caduto e spaventato era più lineare, alla fine, e ho ceduto!
Ho provato a giocare passando dal presente in cui parla delle abitudini del vicino al presente di una scena che sta succedendo in tempo reale. Forse non è riuscito bene ^^
I verbi mi sembrano giusti per quello che avevo in mente. Ti faccio notare che non ci sono né il passato remoto né il trapassato (prossimo o remoto), che citi. Ho controllato in tutto il racconto, per scrupolo.
Uso presente/passato prossimo per quel che narro, impefetto per quel che è già compiuto. Mi sembra una combinazione estremamente banale e senza complicazioni di continuità.
Usare "Erano stati giorni freddi ed era quasi il tramonto, doveva esserci del ghiaccio fresco" avrebbe creato meno stridore, ma avrei perso l'effetto di dialogo diretto col lettore che ho usato fin dal principio.
Il vicino caduto e spaventato era più lineare, alla fine, e ho ceduto!
Ho provato a giocare passando dal presente in cui parla delle abitudini del vicino al presente di una scena che sta succedendo in tempo reale. Forse non è riuscito bene ^^
C'è molta confusione sui tempi verbali, presente e passato remoto e poi trapassato e poi di nuovo presente. Almeno nello stesso periodo è bene non creare una non-sintonia.
I verbi mi sembrano giusti per quello che avevo in mente. Ti faccio notare che non ci sono né il passato remoto né il trapassato (prossimo o remoto), che citi. Ho controllato in tutto il racconto, per scrupolo.
Uso presente/passato prossimo per quel che narro, impefetto per quel che è già compiuto. Mi sembra una combinazione estremamente banale e senza complicazioni di continuità.
Usare "Erano stati giorni freddi ed era quasi il tramonto, doveva esserci del ghiaccio fresco" avrebbe creato meno stridore, ma avrei perso l'effetto di dialogo diretto col lettore che ho usato fin dal principio.
Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Ciao ho passato in rivista il tuo racconto, per primo, e devo dire che è stato un piacevolissimo incipit. Non mi soffermo su tempi verbali o grammaticaglia affine, dal momento che io stesso ho sudato quattro pigiami a comporre qualcosa di umano nel tempo concesso, ma sul contenuto che mi ha avvinto fino al "colpo di scena" conclusivo sapientemente ben giocato. Stilisticamente trovo il racconto, asciutto e a tratti ironico, adeguato alla materia trattata.
Punto debole, paradossalmente magari, è la "troppa" aderenza al tema di Forlani: il vicino di casa in carne e ossa, cosa che io ho depennato a priori dal vaglio delle possibili trame.
Punto debole, paradossalmente magari, è la "troppa" aderenza al tema di Forlani: il vicino di casa in carne e ossa, cosa che io ho depennato a priori dal vaglio delle possibili trame.
Non è morto ciò che può vivere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire.
Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.
Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.
- angelo.frascella
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Ciao Andrea.
Il tuo racconto è divertente, però... il tema è un po' trito in questo periodo. Sembra che ci sia una corsa a ridicolizzare i vegani. Io non lo sono e all'inizio trovavo divertenti tutte le prese in giro, ma alla fine mi sembra che ormai si ripetano sempre le stesse cose e mi viene quasi da difendere chi ha fatti questa scelta estrema. Diciamo che l'effetto del racconto è stato, su di me, come quando guardando Zelig viene fuori l'ennesimo comico che fa le battute sul rapporto con uomini e donne, giocando sui luoghi comuni (l'uomo che non si lava, la donna complicata e che se dice sì, vuol dire no...). Magari le battute sono divertenti e sorrido, ma mi viene da dire "di nuovo?"
Tra l'altro l'approccio stilistico che ai scelto (quasi da blog o, comunque, da resoconto non narrativo... anzi magari proprio da monologo di Zelig) rinforza la precedente sensazione.
E ora vado a leggere l'altro,
Angelo
Il tuo racconto è divertente, però... il tema è un po' trito in questo periodo. Sembra che ci sia una corsa a ridicolizzare i vegani. Io non lo sono e all'inizio trovavo divertenti tutte le prese in giro, ma alla fine mi sembra che ormai si ripetano sempre le stesse cose e mi viene quasi da difendere chi ha fatti questa scelta estrema. Diciamo che l'effetto del racconto è stato, su di me, come quando guardando Zelig viene fuori l'ennesimo comico che fa le battute sul rapporto con uomini e donne, giocando sui luoghi comuni (l'uomo che non si lava, la donna complicata e che se dice sì, vuol dire no...). Magari le battute sono divertenti e sorrido, ma mi viene da dire "di nuovo?"
Tra l'altro l'approccio stilistico che ai scelto (quasi da blog o, comunque, da resoconto non narrativo... anzi magari proprio da monologo di Zelig) rinforza la precedente sensazione.
E ora vado a leggere l'altro,
Angelo
- Andrea Partiti
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
In mia difesa non volevo prendere in giro i vegani, era solo una delle caratteristiche per giustificare la compostiera gigante e creare contrasto con le abitudini alimentari del suo abitante. Estremizzarle il più possibile mi serviva per rendere credibile la scena finale, tutto lì.
- Linda De Santi
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Ciao di nuovo! Il racconto in sé non mi dispiace, la lettura è piacevole e divertente.
A livello di struttura, però, mi è piaciuto di più quello del DAY ONE: questo, infatti, si basa su dei presupposti un po' difficili da rendere credibili. Primo fra tutti: ma il protagonista sta sempre fuori sul portico, per conoscere tutte queste cose sul vicino? :) Okay, ha solo un'immagine di facciata visto che ignora il suo segreto, ma in ogni caso mi pare che conosca un sacco di dettagli sulla sua vita (forse ne basterebbe giusto qualcuno in meno: ai fini della storia, ad esempio, non ci serve sapere che pratica yoga). Anche l'atteggiamento del vicino è strano: sembra voler attirare a tutti costi l'attenzione del protagonista sbandierando i benefici del suo stile di vita, ma avendo un mostro in giardino forse sarebbe più plausibile un atteggiamento più schivo e riservato.
Insomma, un racconto piacevole, ma a mio parere quello del DAY ONE è riuscito meglio :)
Alla prossima!
A livello di struttura, però, mi è piaciuto di più quello del DAY ONE: questo, infatti, si basa su dei presupposti un po' difficili da rendere credibili. Primo fra tutti: ma il protagonista sta sempre fuori sul portico, per conoscere tutte queste cose sul vicino? :) Okay, ha solo un'immagine di facciata visto che ignora il suo segreto, ma in ogni caso mi pare che conosca un sacco di dettagli sulla sua vita (forse ne basterebbe giusto qualcuno in meno: ai fini della storia, ad esempio, non ci serve sapere che pratica yoga). Anche l'atteggiamento del vicino è strano: sembra voler attirare a tutti costi l'attenzione del protagonista sbandierando i benefici del suo stile di vita, ma avendo un mostro in giardino forse sarebbe più plausibile un atteggiamento più schivo e riservato.
Insomma, un racconto piacevole, ma a mio parere quello del DAY ONE è riuscito meglio :)
Alla prossima!
Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Ciao Andrea,
il tema è centrato pienamente.
Come al solito il racconto è scritto bene e si fa leggere.
Il ritmo ne guadagnerebbe se asciugassi alcuni periodi, manca un po’ l’opera di “taglio e montaggio”.
L’idea è carna ma non “stupefacente” (IMHO ovviamente)
Nella frase:
“Il mio vicino di casa fa yoga. Ogni mattina all’alba aspetta il sorgere del sole sulla sua veranda, rivolta a est, poi stende un tappetino e per un’ora ritrova se stesso.
Da quando ha notato che lo osservavo con curiosità, non perde occasione per elogiare i benefici dello yoga, di come migliori postura, respirazione, sonno. Di come apra i chakra e illumini la mente.”
Questa ripetizione sullo yoga non mi convince, taglierei; non ha nemmeno un senso forte rispetto al finale.
A presto
Adriano
il tema è centrato pienamente.
Come al solito il racconto è scritto bene e si fa leggere.
Il ritmo ne guadagnerebbe se asciugassi alcuni periodi, manca un po’ l’opera di “taglio e montaggio”.
L’idea è carna ma non “stupefacente” (IMHO ovviamente)
Nella frase:
“Il mio vicino di casa fa yoga. Ogni mattina all’alba aspetta il sorgere del sole sulla sua veranda, rivolta a est, poi stende un tappetino e per un’ora ritrova se stesso.
Da quando ha notato che lo osservavo con curiosità, non perde occasione per elogiare i benefici dello yoga, di come migliori postura, respirazione, sonno. Di come apra i chakra e illumini la mente.”
Questa ripetizione sullo yoga non mi convince, taglierei; non ha nemmeno un senso forte rispetto al finale.
A presto
Adriano
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Boh, che dire, illustri commentatori prima di me hanno trovato tanti difetti... non dubito che ci siano e che io non li abbia visti (tranne il difetto dei tempi verbali sbagliati che invece non sono sbagliati per niente, e su questo non ci piove, l'italiano non è un'opinione). Ma a me è piaciuto molto.
Ottima la scelta del tono, ottimo il vicino che fa 'l'amicone' per non destare sospetti, ottimo il narratore 'congelato' nella sua funzione di 'uomo che guarda'.
Ottimo.
Ottima la scelta del tono, ottimo il vicino che fa 'l'amicone' per non destare sospetti, ottimo il narratore 'congelato' nella sua funzione di 'uomo che guarda'.
Ottimo.
Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Anche questo scritto benissimo, anche qui un problemino a livello di strategia interna del racconto. Tutto è incentrato sulla compostiera, però la citi una volta sola all'inizio e una seconda volta alla fine, troppo poco per "montare" al punto giusto la rivelazione finale riguardo la vera ossessione che domina il vicino. Serve qualcosa di più, una semina migliore, non necessariamente troppo marcata, ma almeno un pelo di più, quello sì. Il tema c'è. Pollice tendente all'alto anche per questo e posizione migliore perché il problema da me rilevato nell'altro mi sembra essere più determinante per la resa complessiva.
- Andrea Partiti
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Re: Il bio vicino di casa - DAY TWO
Corretti typo e punteggiatura traballante da seconda serata stanca di scrittura.
(Anche gli animali salvati che spariscono fanno parte della preparazione al mostro nella compostiera.)
(Anche gli animali salvati che spariscono fanno parte della preparazione al mostro nella compostiera.)
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