Test psicologico n°3
- Linda De Santi
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Test psicologico n°3
1- Luca Dini.
2- Il 28 agosto 2008 a Firenze.
3- A Firenze, in via delle Case Dipinte 23.
4- Ho un buon rapporto con la mia mamma. Mi porta sempre al ristorante, soprattutto quando la mia baby-sitter, Diana, non può venire a preparare la cena.
5- Ho un buon rapporto anche con mia nonna. O meglio, ce l’avevo prima dell’incidente. Però se scrivo così sembra che è morta e questo non è vero. Credo.
6- In camera mia, stavo giocando con i soldatini e gli indiani.
7- C’era solo mia nonna, Diana non era potuta venire.
8- Perché mi annoiavo. Sapevo che nel cofanetto c’erano i nastri di mia nonna e sono andato a prenderlo.
9- Volevo appendere gli indiani al comò.
10- Non è che mi avesse detto di non prenderlo. Aveva detto che lo poteva usare solo lei, però in quel momento non lo stava usando e allora l’ho preso io. Come facevo a immaginare cosa stava per succedere?
11- Non lo so. Forse aveva davvero detto di non prendere il cofanetto.
12- A dire la verità, niente. Sembravano nastri normali.
13- Quando se n’è accorta ha iniziato a strillare.
14- Non penso che mia nonna sia strana. Cioè, a volte dice cose in un'altra lingua, altre volte prepara strani intrugli con le piante, ma in fondo tutte le nonne fanno cose strane. La nonna di Mirko una volta ha tentato di accendere il forno con il dentifricio.
15- Mi ha strappato il nastro rosso dalle mani. Non so perché, visto che ci stavo solo giocando. Mi stava tutto avvolto intorno al braccio, bello stretto. Faceva lo stesso verso del mio gatto quando gli faccio le carezze.
16- A dire la verità non lo so. Quando lo ha tirato, è come se il nastro le fosse saltato al collo.
17- All’inizio credevo che stava scherzando. Prima ha balbettato, poi è diventata tutta rossa, poi ha iniziato a soffiare e si toccava il collo (non ho capito se si stava allacciando il nastro o cercava di toglierselo).
18- La sua testa si è gonfiata. È diventata proprio come un palloncino, solo che al posto del nodo per non far uscire l’aria c’era il nastro rosso.
19- “Le sto bene?” Ha detto proprio così.
20- Penso che ha anche detto che erano secoli che aspettava che qualcuno lo indossasse.
21- Non c’è stato verso. Ci abbiamo provato io, mamma, il dottore e pure qualcuno degli uomini con l’uniforme che sono arrivati dopo.
22- È ancora lì.
23- Come ho scritto anche prima, non credo che mia nonna è pazza. Però ora ha la testa tutta gonfia, dice cose strane e parla con un’altra voce.
24- Ad esempio, stamattina ha chiesto a mia madre se poteva metterle il nastro viola al polso, perché il nastro rosso da solo si annoiava.
25- Un po' sballottato. Mia madre mi ha portato prima in ospedale e poi qui. È già la terza volta che vengo e che mi fanno delle domande come queste.
26- Non so cosa vuol dire paranormale.
27- Sinceramente no. Sono solo un po’ assonnato perché tutti mi fanno domande in continuazione.
28- Vorrei tornare a casa mia. Mi manca mia nonna, e anche Diana e il mio gatto.
29- Certo che mi piacciono i fiori.
30- Non so se vorrei fare il fioraio.
31- Certo che ho detto la verità.
Firmato,
Luca Dini
2- Il 28 agosto 2008 a Firenze.
3- A Firenze, in via delle Case Dipinte 23.
4- Ho un buon rapporto con la mia mamma. Mi porta sempre al ristorante, soprattutto quando la mia baby-sitter, Diana, non può venire a preparare la cena.
5- Ho un buon rapporto anche con mia nonna. O meglio, ce l’avevo prima dell’incidente. Però se scrivo così sembra che è morta e questo non è vero. Credo.
6- In camera mia, stavo giocando con i soldatini e gli indiani.
7- C’era solo mia nonna, Diana non era potuta venire.
8- Perché mi annoiavo. Sapevo che nel cofanetto c’erano i nastri di mia nonna e sono andato a prenderlo.
9- Volevo appendere gli indiani al comò.
10- Non è che mi avesse detto di non prenderlo. Aveva detto che lo poteva usare solo lei, però in quel momento non lo stava usando e allora l’ho preso io. Come facevo a immaginare cosa stava per succedere?
11- Non lo so. Forse aveva davvero detto di non prendere il cofanetto.
12- A dire la verità, niente. Sembravano nastri normali.
13- Quando se n’è accorta ha iniziato a strillare.
14- Non penso che mia nonna sia strana. Cioè, a volte dice cose in un'altra lingua, altre volte prepara strani intrugli con le piante, ma in fondo tutte le nonne fanno cose strane. La nonna di Mirko una volta ha tentato di accendere il forno con il dentifricio.
15- Mi ha strappato il nastro rosso dalle mani. Non so perché, visto che ci stavo solo giocando. Mi stava tutto avvolto intorno al braccio, bello stretto. Faceva lo stesso verso del mio gatto quando gli faccio le carezze.
16- A dire la verità non lo so. Quando lo ha tirato, è come se il nastro le fosse saltato al collo.
17- All’inizio credevo che stava scherzando. Prima ha balbettato, poi è diventata tutta rossa, poi ha iniziato a soffiare e si toccava il collo (non ho capito se si stava allacciando il nastro o cercava di toglierselo).
18- La sua testa si è gonfiata. È diventata proprio come un palloncino, solo che al posto del nodo per non far uscire l’aria c’era il nastro rosso.
19- “Le sto bene?” Ha detto proprio così.
20- Penso che ha anche detto che erano secoli che aspettava che qualcuno lo indossasse.
21- Non c’è stato verso. Ci abbiamo provato io, mamma, il dottore e pure qualcuno degli uomini con l’uniforme che sono arrivati dopo.
22- È ancora lì.
23- Come ho scritto anche prima, non credo che mia nonna è pazza. Però ora ha la testa tutta gonfia, dice cose strane e parla con un’altra voce.
24- Ad esempio, stamattina ha chiesto a mia madre se poteva metterle il nastro viola al polso, perché il nastro rosso da solo si annoiava.
25- Un po' sballottato. Mia madre mi ha portato prima in ospedale e poi qui. È già la terza volta che vengo e che mi fanno delle domande come queste.
26- Non so cosa vuol dire paranormale.
27- Sinceramente no. Sono solo un po’ assonnato perché tutti mi fanno domande in continuazione.
28- Vorrei tornare a casa mia. Mi manca mia nonna, e anche Diana e il mio gatto.
29- Certo che mi piacciono i fiori.
30- Non so se vorrei fare il fioraio.
31- Certo che ho detto la verità.
Firmato,
Luca Dini
Ultima modifica di Linda De Santi il lunedì 19 marzo 2018, 23:39, modificato 1 volta in totale.
Re: Test psicologico n°3
Ciao Linda! Hai messo anche un bel 3 nel titolo, brava brava :D Tutto ok con caratteri e tempo, buona Guerri Edition!
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Re: Test psicologico n°3
TEST PSICOLOGICO NUMERO TRE di Linda De Santi Originale modo di mostrare il punto di vista del piccolo protagonista (un test psicologico simile a quelli delle caserme) e dei suoi rapporti con il soprannaturale, e nella fattispecie, un nastro rosso stregato appartenuto alla nonna in possesso di capacità magiche (a differenza della nonna del suo amico, purtroppo malata di Alzheimer). Ottima anche la scrittura.
Re: Test psicologico n°3
Ciao, Linda!
Mi trovo in difficoltà perché credo di non aver capito bene che cosa sia successo. Una nonna strega, dei nastri maledetti, perché test psicologici al bambino? Mi limiterò, intanto, a commentare la forma del testo e attenderò i prossimi commenti per ottenere qualche chiarimento.
Ho apprezzato l’idea di un test psicologico come metodo per raccontare una storia anche se questo somiglia un po’ più ad un interrogatorio un po’ addolcito dall’età dell’imputato, se non fosse per le domande su fiori e fioraio (e, ovviamente, per il titolo del racconto). La scrittura mi sembra particolarmente precisa per un bambino di dieci anni (quale suppongo sia il protagonista), ma io trovo sempre difficile scrivere con la voce di un bambino perché temo sempre che si possa cadere nel banale o eccedere in precisione. Tu non sei certo caduta nella banalità.
A mio parere, nel complesso, la storia incuriosisce e si fa leggere tutta fino alla fine ma, proprio sul finire, non svela abbastanza il mistero.
Mi trovo in difficoltà perché credo di non aver capito bene che cosa sia successo. Una nonna strega, dei nastri maledetti, perché test psicologici al bambino? Mi limiterò, intanto, a commentare la forma del testo e attenderò i prossimi commenti per ottenere qualche chiarimento.
Ho apprezzato l’idea di un test psicologico come metodo per raccontare una storia anche se questo somiglia un po’ più ad un interrogatorio un po’ addolcito dall’età dell’imputato, se non fosse per le domande su fiori e fioraio (e, ovviamente, per il titolo del racconto). La scrittura mi sembra particolarmente precisa per un bambino di dieci anni (quale suppongo sia il protagonista), ma io trovo sempre difficile scrivere con la voce di un bambino perché temo sempre che si possa cadere nel banale o eccedere in precisione. Tu non sei certo caduta nella banalità.
A mio parere, nel complesso, la storia incuriosisce e si fa leggere tutta fino alla fine ma, proprio sul finire, non svela abbastanza il mistero.
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Re: Test psicologico n°3
Ciao, Linda.
La storia, con l'idea della nonna strega e del nastro magico vivente, è molto carina. Interessante l'idea di metterla nella forma di un test psicologico. Tra l'altro, accende nel lettore il dubbio che tutto ciò che il bambino sta raccontando sia accaduto solo nella sua mente (ragione per cui lo stanno sottoponendo al test). Quello che secondo me non funziona del tutto è che, a parte che per le prime e le ultime domande (quelle quasi mitologiche su fiori e fiorai... ma che ti posso assicurare ci sono nei test che si facevano per il servizio militare) le risposte sono troppo specifiche per essere relative a domande generiche (come possono essere quelle di un test preformato). Questo secondo me rappresenta un po' il limite del "gioco" letterario che hai provato a impostare.
A rileggerci,
Angelo
La storia, con l'idea della nonna strega e del nastro magico vivente, è molto carina. Interessante l'idea di metterla nella forma di un test psicologico. Tra l'altro, accende nel lettore il dubbio che tutto ciò che il bambino sta raccontando sia accaduto solo nella sua mente (ragione per cui lo stanno sottoponendo al test). Quello che secondo me non funziona del tutto è che, a parte che per le prime e le ultime domande (quelle quasi mitologiche su fiori e fiorai... ma che ti posso assicurare ci sono nei test che si facevano per il servizio militare) le risposte sono troppo specifiche per essere relative a domande generiche (come possono essere quelle di un test preformato). Questo secondo me rappresenta un po' il limite del "gioco" letterario che hai provato a impostare.
A rileggerci,
Angelo
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Re: Test psicologico n°3
@Canadria: grazie per il commento!
Il protagonista assiste alla scena in cui un nastro tenta di strangolare sua nonna, le fa gonfiare la testa come un palloncino e poi s’impossessa della sua mente. Un test psicologico per capire come ha vissuto quest’esperienza e quanti traumi ha subìto secondo me non è così implausibile :) L’idea era anche quella di istillare il dubbio che Luca potesse aver immaginato tutto, ma se questa cosa non ti è arrivata, di certo è colpa mia.
Sulla scrittura del bambino, non volevo mettere errori di grammatica (anche perché penso che siano difficilissimi da simulare), perciò ho optato per una scrittura semplice e in cui ogni tanto viene falcidiato un congiuntivo. Di nuovo, se ti è sembrata troppo precisa vuol dire che non sono riuscita del tutto nel mio intento (ma non mi sembra neppure una scrittura impossibile per un bambino di dieci anni).
Grazie ancora e a presto!
@Angelo: grazie anche a te per le tue osservazioni.
Di fatto le domande che vengono poste non sono generiche, ma molto specifiche: sono fatte su misura per lui, da qualcuno che sa già bene cos’è accaduto (tant'è che è il test numero 3 che gli viene proposto).
All’inizio e alla fine ci sono domande più generiche, è vero, ma d’altronde molti questionari sono fatti così: le domande complesse stanno in mezzo, mentre nella parte iniziale e finale ci sono le domande semplici.
In ogni caso, rifletterò su quanto mi hai fatto notare. Grazie, a presto!
Il protagonista assiste alla scena in cui un nastro tenta di strangolare sua nonna, le fa gonfiare la testa come un palloncino e poi s’impossessa della sua mente. Un test psicologico per capire come ha vissuto quest’esperienza e quanti traumi ha subìto secondo me non è così implausibile :) L’idea era anche quella di istillare il dubbio che Luca potesse aver immaginato tutto, ma se questa cosa non ti è arrivata, di certo è colpa mia.
Sulla scrittura del bambino, non volevo mettere errori di grammatica (anche perché penso che siano difficilissimi da simulare), perciò ho optato per una scrittura semplice e in cui ogni tanto viene falcidiato un congiuntivo. Di nuovo, se ti è sembrata troppo precisa vuol dire che non sono riuscita del tutto nel mio intento (ma non mi sembra neppure una scrittura impossibile per un bambino di dieci anni).
Grazie ancora e a presto!
@Angelo: grazie anche a te per le tue osservazioni.
Di fatto le domande che vengono poste non sono generiche, ma molto specifiche: sono fatte su misura per lui, da qualcuno che sa già bene cos’è accaduto (tant'è che è il test numero 3 che gli viene proposto).
All’inizio e alla fine ci sono domande più generiche, è vero, ma d’altronde molti questionari sono fatti così: le domande complesse stanno in mezzo, mentre nella parte iniziale e finale ci sono le domande semplici.
In ogni caso, rifletterò su quanto mi hai fatto notare. Grazie, a presto!
Re: Test psicologico n°3
Bello! L'idea mi convince molto, dalla terza quarta risposta sono risalita a leggere le prime immaginandomi le domande. Il racconto fila, mi piace molto l'idea del paranormale, e la maniera in cui l'hai declinato.. Però adesso -mannaggia a te!- vado a buttare il nastro rosso che uso fuori per legare le piante.
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
Re: Test psicologico n°3
Buongiorno! :)
Parto subito col dire che è molto interessante la forma che hai adottato per il racconto, ma la trovo un po' confusionaria.
A me leggendo è parso un adulto che risponde verbalmente a delle domande per un indagine, ma mi pare di evincere che sia un bambino che scrive per.un test. Non pare un test, perché nei test si calcola un risultato (o quello che credo da ignorante). Pare troppo adulto per i termini che usa, ma la dialettica di un bambino (sempre che lo sia. Magari è un uomo stupido) è sempre complicata da restituire. Non sembra un "test" scritto sempre da come vengono poste alcune risposte.
Aggiungo il fatto che - a mio gusto personale - sia un peccato della paranormalità. Un po' perché è quasi fiabesca come situazione ed è fuori contesto. Un po' perché trovo più interessante l'incidente che un bambino poteva aver causato senza volerle e i problemi psicologici che poteva accusare (scusami, ho scritto di cazzo ma spero si capisca ^^).
Bom.
Alla prossima :)
Parto subito col dire che è molto interessante la forma che hai adottato per il racconto, ma la trovo un po' confusionaria.
A me leggendo è parso un adulto che risponde verbalmente a delle domande per un indagine, ma mi pare di evincere che sia un bambino che scrive per.un test. Non pare un test, perché nei test si calcola un risultato (o quello che credo da ignorante). Pare troppo adulto per i termini che usa, ma la dialettica di un bambino (sempre che lo sia. Magari è un uomo stupido) è sempre complicata da restituire. Non sembra un "test" scritto sempre da come vengono poste alcune risposte.
Aggiungo il fatto che - a mio gusto personale - sia un peccato della paranormalità. Un po' perché è quasi fiabesca come situazione ed è fuori contesto. Un po' perché trovo più interessante l'incidente che un bambino poteva aver causato senza volerle e i problemi psicologici che poteva accusare (scusami, ho scritto di cazzo ma spero si capisca ^^).
Bom.
Alla prossima :)
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Re: Test psicologico n°3
Dunque, in breve.
Non preoccuparti per la scrittura più o meno da bambino o da adulto e simili. CI sono casi in cui una prosa è "palesemente infantile" e casi in cui è "palesemente adulta"; il tuo racconto si avvicina con semplicità e senza esagerare al primo polo, ed è lontano chilometri dal secondo. Lavorando con ragazzi anche dell'età del protagonista, il lessico che hai usato è più realistico di quello che qualcuno appiccica alla sua idea di bambino.
La scelta formale è molto interessante: se era un esperimento per verificarne la validità, consideralo riuscito: spero di leggere presto altre prove analoghe, magari con strategie non identiche ma sempre con l'approccio di portare il lettore alla storia da una prospettiva inusuale.
Il tema c'è, ma non nel modo più interessante del mondo. Non è una critica al racconto, che mi è piaciuto, ma se avessi sostituito il nastro rosso con una sciarpa arancione o con una collana d'argento, non sarebbe cambiato molto.
Questa frase è un po' affettata, suona artificiosa: 14- Non penso che mia nonna sia strana. Cioè, a volte dice cose in un'altra lingua, altre volte prepara strani intrugli con le piante, ma in fondo tutte le nonne fanno cose strane. Preferirei avere le stregonerie della nonna diluite, non prese direttamente dalla checklist dei film di streghe anni '90 e stipate tutte nella stessa risposta.
Valutazione di certo positiva, complimenti.
Non preoccuparti per la scrittura più o meno da bambino o da adulto e simili. CI sono casi in cui una prosa è "palesemente infantile" e casi in cui è "palesemente adulta"; il tuo racconto si avvicina con semplicità e senza esagerare al primo polo, ed è lontano chilometri dal secondo. Lavorando con ragazzi anche dell'età del protagonista, il lessico che hai usato è più realistico di quello che qualcuno appiccica alla sua idea di bambino.
La scelta formale è molto interessante: se era un esperimento per verificarne la validità, consideralo riuscito: spero di leggere presto altre prove analoghe, magari con strategie non identiche ma sempre con l'approccio di portare il lettore alla storia da una prospettiva inusuale.
Il tema c'è, ma non nel modo più interessante del mondo. Non è una critica al racconto, che mi è piaciuto, ma se avessi sostituito il nastro rosso con una sciarpa arancione o con una collana d'argento, non sarebbe cambiato molto.
Questa frase è un po' affettata, suona artificiosa: 14- Non penso che mia nonna sia strana. Cioè, a volte dice cose in un'altra lingua, altre volte prepara strani intrugli con le piante, ma in fondo tutte le nonne fanno cose strane. Preferirei avere le stregonerie della nonna diluite, non prese direttamente dalla checklist dei film di streghe anni '90 e stipate tutte nella stessa risposta.
Valutazione di certo positiva, complimenti.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Re: Test psicologico n°3
Bellissima idea quella del test che piano piano svela la storia come se si stesse srotolando un nastro! Mi ha appassionato tantissimo fino a circa metà, quando ancora in me c’erano solo domande e nessuna risposta. Quando le risposte sono arrivate, mi hanno deluso non tanto nel contenuto, ma piuttosto nella forma. Mi aspettavo più mistero anche nel finale, qualcosa che facesse raggelare il sangue, ma poi non l’ho trovato. In definitiva, davvero complimenti, specialmente per la gestione delle informazioni, donate col contagocce, poco alla volta!
- diego.martelli
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Re: Test psicologico n°3
Test psicologico n.3, di Linda De Santi, ore 23.39, 3024 caratteri
Ho apprezzato molto la struttura, e trovato spiritose le soluzioni e le idee! Il tema soprannaturale viene stemperato dalla soggettività del bambino, rendendo la cosa più buffa che spaventosa, e rendendo leggera e frizzante una scrittura che la struttura a questionario poteva appesantire.
Anche a me sembra un bambino di dieci anni decisamente lucido e preciso, tanto che ne sono rimasto un po' confuso; mi aspettavo che il racconto finisse per raccontare e giustificare il perché della sua maturità espressiva. Ho trovato l'accenno ai fiori e al fioraio, e quindi al test psicologico standard per il servizio di leva, simpatico ma fuorviante, perché mi ha condotto verso associazioni di idee che non c'entravano nulla con il resto del testo.
Ho apprezzato molto la struttura, e trovato spiritose le soluzioni e le idee! Il tema soprannaturale viene stemperato dalla soggettività del bambino, rendendo la cosa più buffa che spaventosa, e rendendo leggera e frizzante una scrittura che la struttura a questionario poteva appesantire.
Anche a me sembra un bambino di dieci anni decisamente lucido e preciso, tanto che ne sono rimasto un po' confuso; mi aspettavo che il racconto finisse per raccontare e giustificare il perché della sua maturità espressiva. Ho trovato l'accenno ai fiori e al fioraio, e quindi al test psicologico standard per il servizio di leva, simpatico ma fuorviante, perché mi ha condotto verso associazioni di idee che non c'entravano nulla con il resto del testo.
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