Odore di pulito
Odore di pulito
Odore di pulito
Delle sessantatré case stregate presenti in Toscana quella a Marina di Pisa era la preferita di Ciccio. Tutte le altre case infestate avevano un odore sgradevole, di rimpianti e di non detti, ma in quella villetta l’aria di mare aveva ripulito le stanze, lasciando soltanto un sottilissimo strato di sale sui mobili. Ci andava spesso, dopo la scuola. Quando voleva un po' di compagnia. Prendeva la bici, faceva viale D’Annunzio e si intrufolava dalla finestra nella casa abbandonata. Era lì che aveva conosciuto il suo migliore amico. Pilade aveva vissuto lì tutta la vita fino a che non era morto, in pace ma abbandonato da tutti, nel suo letto a due piazze. La moglie era morta ventidue anni prima di lui, in un incidente d’auto. Lui era alla guida. Ne era uscito illeso. I figli non gli avevano mai perdonato di essere sopravvissuto alla loro madre. Neanche lui se lo era mai perdonato.
Ciccio era seduto sulla poltrona in pelle vicino alla finestra. Tra le mani Shining. Gli veniva da ridere a pensare agli scrittori che si spaventavano dei fantasmi. “I fantasmi sono come le persone, ce ne sono di cattivi, ma in generale sono buoni”, pensava. Pilade ne era la prova: gli aveva insegnato come comportarsi con le ragazze e come evitare di vergognarsi del suo peso; gli aveva mostrato l’arte della pesca a mosca e le bellezze della letteratura di viaggio; lo aveva accolto tra le sue braccia incorporee, quando Marta gli aveva detto che non sarebbe uscita con un brutto ciccione brufoloso.
“Non importa quante cose imparerai, ci sarà sempre qualcosa pronto a sorprenderti, sia in positivo che in negativo. Tu devi solo essere pronto ad accogliere le cose positive e non lasciarti scoraggiare da quelle negative”.
Sfogliava le pagine aspettando che Pilade si facesse vivo.
Ciccio stava per finire la terza media, di lì a poco si sarebbe lasciato alle spalle quell’orribile periodo della sua vita, almeno così gli aveva assicurato Pilade. Le offese sarebbero finite, si sarebbe fatto nuovi amici e persino una ragazza.
Di solito Pilade non lo faceva aspettare così tanto.
La finestra accanto a lui si aprì di scatto. Benché fuori splendesse il sole una ventata gelida fece accapponare la pelle di Ciccio, che si affrettò a richiudere. Tornato a sedersi sulla poltrona si accorse di un biglietto per terra. C’era scritto “ci vediamo presto”.
Ciccio restò a fissare le scritto qualche secondo, poi scoppiò a piangere, disperato per la partenza di quello che era stato il suo unico vero amico.
Quello che Ciccio non sapeva è che lo avrebbe rivisto molto presto, subito dopo essere stato investito da un auto, tornando a casa, quello stesso giorno.
Francesco Cristaudo
Delle sessantatré case stregate presenti in Toscana quella a Marina di Pisa era la preferita di Ciccio. Tutte le altre case infestate avevano un odore sgradevole, di rimpianti e di non detti, ma in quella villetta l’aria di mare aveva ripulito le stanze, lasciando soltanto un sottilissimo strato di sale sui mobili. Ci andava spesso, dopo la scuola. Quando voleva un po' di compagnia. Prendeva la bici, faceva viale D’Annunzio e si intrufolava dalla finestra nella casa abbandonata. Era lì che aveva conosciuto il suo migliore amico. Pilade aveva vissuto lì tutta la vita fino a che non era morto, in pace ma abbandonato da tutti, nel suo letto a due piazze. La moglie era morta ventidue anni prima di lui, in un incidente d’auto. Lui era alla guida. Ne era uscito illeso. I figli non gli avevano mai perdonato di essere sopravvissuto alla loro madre. Neanche lui se lo era mai perdonato.
Ciccio era seduto sulla poltrona in pelle vicino alla finestra. Tra le mani Shining. Gli veniva da ridere a pensare agli scrittori che si spaventavano dei fantasmi. “I fantasmi sono come le persone, ce ne sono di cattivi, ma in generale sono buoni”, pensava. Pilade ne era la prova: gli aveva insegnato come comportarsi con le ragazze e come evitare di vergognarsi del suo peso; gli aveva mostrato l’arte della pesca a mosca e le bellezze della letteratura di viaggio; lo aveva accolto tra le sue braccia incorporee, quando Marta gli aveva detto che non sarebbe uscita con un brutto ciccione brufoloso.
“Non importa quante cose imparerai, ci sarà sempre qualcosa pronto a sorprenderti, sia in positivo che in negativo. Tu devi solo essere pronto ad accogliere le cose positive e non lasciarti scoraggiare da quelle negative”.
Sfogliava le pagine aspettando che Pilade si facesse vivo.
Ciccio stava per finire la terza media, di lì a poco si sarebbe lasciato alle spalle quell’orribile periodo della sua vita, almeno così gli aveva assicurato Pilade. Le offese sarebbero finite, si sarebbe fatto nuovi amici e persino una ragazza.
Di solito Pilade non lo faceva aspettare così tanto.
La finestra accanto a lui si aprì di scatto. Benché fuori splendesse il sole una ventata gelida fece accapponare la pelle di Ciccio, che si affrettò a richiudere. Tornato a sedersi sulla poltrona si accorse di un biglietto per terra. C’era scritto “ci vediamo presto”.
Ciccio restò a fissare le scritto qualche secondo, poi scoppiò a piangere, disperato per la partenza di quello che era stato il suo unico vero amico.
Quello che Ciccio non sapeva è che lo avrebbe rivisto molto presto, subito dopo essere stato investito da un auto, tornando a casa, quello stesso giorno.
Francesco Cristaudo
Re: Odore di pulito
Ciao Francesco e benvenuto su Minuti Contati! Tutto ok con i caratteri e il tempo, buona Cavaletto Edition!
- SalvatoreStefanelli
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Re: Odore di pulito
Ciao Francesco. Ti dirò: la storia è messa giù molto bene, con un narrato per niente stancante. Lascia sul palato il sapore dell'attesa, di sapere cosa accadrà. Ecco, il finale trovo sia l'unica pecca di tutta la storia. Visto che un poco di spazio, mi pare, tu l'avessi, potevi approfittarne e mostrarci la scena dell'incidente, con l'amico Pilade che si avvicina al protagonista dicendogli "Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti presto". Per il resto non mi pare che ci siano appunti da riferirti o refusi da farti notare.
- Emiliano Maramonte
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Re: Odore di pulito
Una storia semplice, lineare, lieve, tenera e, a tratti, commovente. Non è un racconto che procura particolari sussulti, né intensi picchi emotivi, ma colpisce perché con una manciata di elementi sa costruire un certo interesse e una certa curiosità, persino una buona suggestione complessiva. Finale un po’ furbesco ma, tutto sommato, funzionale all’intera trama. Gradevole. Si merita una piena sufficienza.
Alla terza riga dall’alto, avrei messi “salsedine sui mobili” invece di “sale sui mobili”. Quarta riga: “percorreva viale D’Annunzio”.
“Non importa quante cose imparerai, ci sarà sempre qualcosa pronto a sorprenderti, sia in positivo che in negativo.” – Io avrei messo “sia nel bene che nel male”, anche perché subito dopo ribadisci il termine “positivo”…
Alla terza riga dall’alto, avrei messi “salsedine sui mobili” invece di “sale sui mobili”. Quarta riga: “percorreva viale D’Annunzio”.
“Non importa quante cose imparerai, ci sarà sempre qualcosa pronto a sorprenderti, sia in positivo che in negativo.” – Io avrei messo “sia nel bene che nel male”, anche perché subito dopo ribadisci il termine “positivo”…
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- Messaggi: 3144
Re: Odore di pulito
ODORE DI PULITO Di Francesco Cristaudo Mi piace questo racconto: la casa che sa di pulito e ha i mobili ricoperti da uno strato di sale è abitata dal fantasma del gentile signor Pilade, mortovi dopo essere sopravvissuto a un incidente d’auto costato la vita alla moglie (strazianti i suoi sensi di colpa, acuiti da figli insensibili). Qui, la dimora stregata non è un luogo d’orrori, ma di malinconie serpeggianti. L’appassionato lettore di romanzi horror (vedi Shining letto accanto alla finestra) e di case stregate Ciccio, è un adolescente complessato e solitario ben felice di diventargli amico, ricevendone lezioni di vita (peccato che la sua duri troppo poco prima di metterle in pratica).
Attenzione a: Delle le sessantatré case stregate presenti in Toscana quella a Marina di Pisa (manca la virgola dopo quella).
Attenzione a: Delle le sessantatré case stregate presenti in Toscana quella a Marina di Pisa (manca la virgola dopo quella).
Re: Odore di pulito
Bene Francesco, ho letto il tuo racconto.
Preciso, pulito e breve. Stilisticamente nulla da eccepire, quindi bravo.
Incipit che cattura subito e molto azzeccata la frase sui fantasmi come le persone.
Potevi forse (mio gusto personale) osare un tantino di più con i caratteri a disposizione e dare elementi ulteriori per farciforse empatizzare maggiormente col povero Ciccio e poi arrivare al finale.
Ecco il finale, idea ottima, quindi bravo. Potevi però renderlo in qualche modo più incisivo, più crudo. Più coltellata (termine non a caso), magari forse spezzandolo dal contesto, e descrivendolo con più di pathos.
Comunque nel complesso una lettura lineare e piacevole e quindi un buon lavoro, meritevole di proseguire.
Preciso, pulito e breve. Stilisticamente nulla da eccepire, quindi bravo.
Incipit che cattura subito e molto azzeccata la frase sui fantasmi come le persone.
Potevi forse (mio gusto personale) osare un tantino di più con i caratteri a disposizione e dare elementi ulteriori per farciforse empatizzare maggiormente col povero Ciccio e poi arrivare al finale.
Ecco il finale, idea ottima, quindi bravo. Potevi però renderlo in qualche modo più incisivo, più crudo. Più coltellata (termine non a caso), magari forse spezzandolo dal contesto, e descrivendolo con più di pathos.
Comunque nel complesso una lettura lineare e piacevole e quindi un buon lavoro, meritevole di proseguire.
- diego.martelli
- Messaggi: 133
Re: Odore di pulito
Il racconto suscita empatia per il povero Ciccio: i suoi problemi di autostima e il suo talento per i fantasmi cospirano a rendere proprio un fantasma il suo solo amico, maestro e confidente. Quello che trovo un po' strano sono le premesse poi perdute nel finale: il fantasma che gli dice di non lasciarsi scoraggiare dalle avversità e che lo rassicura sul suo migliore futuro non lasciano presagire il fatto che il ragazzo muoia di lì a poco. Il biglietto del fantasma mi risulta un po' strano come espediente per comunicare; altresì mi sembra strana la reazione del ragazzo, che a fronte di un "ci vediamo presto" (una frase che non sembra certo un addio definitivo) si preoccupa di avere perso il suo unico amico e non di eventuali e lugubri sottotesti; il finale arriva un po' tranchant, nel senso che siamo lieti del fatto che il ragazzo si consolerà di non essere stato abbandonato dal fantasma, ma solo a caro prezzo e in un modo un po' troppo telefonato.
Re: Odore di pulito
Odore di pulito, di Francesco Cristaudo
Ciao Francesco,
tema centrato.
Grande atmosfera che un po’ mi ha ricordato “L’isola di Arturo” (E.Morante)
La storia scorre bene: buon incipit, bel finale, anche se triste; per fortuna nessuno di noi sa come e quando finirà la nostra esistenza… )
Bella la frase:
“Non importa quante cose imparerai, ci sarà sempre qualcosa pronto a sorprenderti, sia in positivo che in negativo. Tu devi solo essere pronto ad accogliere le cose positive e non lasciarti scoraggiare da quelle negative”
Nel complesso molto bene, Buona prova!
Ciao
Adriano
Ciao Francesco,
tema centrato.
Grande atmosfera che un po’ mi ha ricordato “L’isola di Arturo” (E.Morante)
La storia scorre bene: buon incipit, bel finale, anche se triste; per fortuna nessuno di noi sa come e quando finirà la nostra esistenza… )
Bella la frase:
“Non importa quante cose imparerai, ci sarà sempre qualcosa pronto a sorprenderti, sia in positivo che in negativo. Tu devi solo essere pronto ad accogliere le cose positive e non lasciarti scoraggiare da quelle negative”
Nel complesso molto bene, Buona prova!
Ciao
Adriano
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Odore di pulito
Ciao Francesco.
Molto carino il tuo racconto, ben disegnato il protagonista, un tredicenne un po' sfigato come spesso si sentono i ragazzini a quell'età. Ho apprezzato molto anche l'idea di affiancargli un fantasma buono, una sorta di modello e di amico da cui imparare le cose della vita.
Penso che la storia avrebbe reso di più se, sfruttando i caratteri che ancora avevi a dispiszione, avessi movimentato il tutto con qualche scena più "viva". Qualche dialogo, ad esempio, e anche un finale meno raccontato e più visivo.
Alla prossima
Molto carino il tuo racconto, ben disegnato il protagonista, un tredicenne un po' sfigato come spesso si sentono i ragazzini a quell'età. Ho apprezzato molto anche l'idea di affiancargli un fantasma buono, una sorta di modello e di amico da cui imparare le cose della vita.
Penso che la storia avrebbe reso di più se, sfruttando i caratteri che ancora avevi a dispiszione, avessi movimentato il tutto con qualche scena più "viva". Qualche dialogo, ad esempio, e anche un finale meno raccontato e più visivo.
Alla prossima
Maria Rosaria
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- Messaggi: 33
Re: Odore di pulito
Ciao Francesco, bel racconto. Lo stile scorrevole e leggero si adatta perfettamente alla storia. Il finale è d'effetto, sinistro al punto giusto e ammantato di un'amarezza un po' verghiana.
Due cose non mi hanno convinto: la frase “Non importa quante cose...” l'ho trovata un po' troppo didascalica. Inoltre mi pare eccessivo il pianto disperato di Ciccio dopo aver letto il biglietto: dopotutto Pilade gli scrive “ci vediamo presto”, un messaggio abbastanza rassicurante. Comunque sono aspetti che reputo secondari, il racconto mi è piaciuto. Bravo!
Due cose non mi hanno convinto: la frase “Non importa quante cose...” l'ho trovata un po' troppo didascalica. Inoltre mi pare eccessivo il pianto disperato di Ciccio dopo aver letto il biglietto: dopotutto Pilade gli scrive “ci vediamo presto”, un messaggio abbastanza rassicurante. Comunque sono aspetti che reputo secondari, il racconto mi è piaciuto. Bravo!
- Magneto was Right
- Messaggi: 30
Re: Odore di pulito
Ciao Francesco :) il racconto mi è piaciuto non poco. L’unico appunto, come qualcuno già detto, è il biglietto che non ha un collegamento con la reazione di Ciccio.
Non sono d’accordo con gli altri sul finale: secondo me la frase di chiusura funziona bene, descrivere di più la scena, l’avrebbe solo indebolita. Così invece, apparentemente senza pathos e asciutta, mi ha ricordato un poco la morte del cane in “io sono leggenda” di Matheson.
Non sono d’accordo con gli altri sul finale: secondo me la frase di chiusura funziona bene, descrivere di più la scena, l’avrebbe solo indebolita. Così invece, apparentemente senza pathos e asciutta, mi ha ricordato un poco la morte del cane in “io sono leggenda” di Matheson.
Re: Odore di pulito
Racconto molto particolare, mi è piaciuto. Un solo, a mio avviso, punto debole: avrei dedicato maggior spazio al perché dell'assenza di Pilade. Suppongo sia perché, sapendo quello che sarebbe presto successo al suo amichetto ed essendo sensibile a quel tipo di incidente, non abbia avuto il coraggio di manifestarglisi in quel fatale pomeriggio, ma avrei gradito un semino che mi indirizzasse in una qualche direzione. Per il resto, bello. Per me un pollice quasi su.
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