LA MIA STANZA SEGRETA
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LA MIA STANZA SEGRETA
LA MIA STANZA SEGRETA
di Giuseppe De Micheli
Io sono fatto a compartimenti chiusi, con qualche porta che mi permette di passare da una camera all'altra.
Mi aggiro nel mio palazzo cercando la stanza segreta, quella che contiene una storia da raccontare. So che esiste, ma non riesco a trovarla.
La prima stanza in cui la cerco è quella della narrativa realistica. In essa tutto è una mimesi del mondo esterno. Ma è fredda, è difficile mimare il calore.
Batto sui muri, ma danno tutti un suono cupo, di pieno.
La porta di uscita dà nella camera della fantascienza. Qui la realtà si accontenta di essere ipotetica. E se la Terra fosse illuminata da sette soli? E se un umano si innamorasse di una aliena? E se un'armatura vuota si comportasse come un autentico cavaliere? Nella stanza c'è un bel camino, ma non basta per scaldarla. Occorre anche la legna. E se è buona legna farà un bel fuoco, una bella storia.
Cerco la porta nascosta della stanza segreta, ma anche qui i muri rispondono con un suono sordo, di pieno.
Varco la porta della terza stanza. E' aperta, piena di finestre che danno su magnifici orizzonti, boschi, pascoli, fiumi e ruscelli, valli e monti. L'aria è tiepida e la respiro a pieni polmoni. Qui non ci sono limiti. La stanza non ha regole, pesca direttamente dalla natura. Vedo volare draghi, nei boschi si annidano elfi, e gnomi affaccendati scavano miniere e mettono in luce tesori. Questa è la stanza, del fantastico, di Gigamesh, di Peter Pan, di Giuaninsensapaura.
Ma non è ancora la stanza dell'ispirazione, quella stanza segreta che... che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.
Mi siedo e lascio che lo sguardo corra fuori dalle finestre, e vedo che una di quelle dà sulla stanza del realismo e ne lascia ammirare l'armonia, e un'altra sulla stanza della fantascienza e ne illumina l'anelito al nuovo e... una su uno stanzino nello scantinato, che contiene un uovo.
Sul guscio c'è scritto “Mito di riferimento”.
Ho trovato la stanza segreta! Se rompo l'uovo vi troverò il mio mito di riferimento: il viaggio dell'eroe, o un enigma da risolvere, una vendetta, una tentazione, una trasformazione, un amore proibito, un sacrificio, un... uno qualsiasi dei cinque, dei sette, dei venti, dei trenatasei intrecci che i teorici della narrazione postulano.
Ma sono ancora punto e a capo: il mito di riferimento non è ancora la storia. Quella devo costruirla io. E per quella ci vogliono più di quattro ore.
Occorre una situazione iniziale, un protagonista che vuole cambiarla, un antagonista che si oppone al cambiamento, occorre articolare il conflitto, arrivare al climax, inventare lo scioglimento e la situazione finale.
Be', per stasera accontentatevi della scoperta della stanza segreta.
Al prossimo contest, chissà, potrei anche riuscire a raccontarvi una storia.
di Giuseppe De Micheli
Io sono fatto a compartimenti chiusi, con qualche porta che mi permette di passare da una camera all'altra.
Mi aggiro nel mio palazzo cercando la stanza segreta, quella che contiene una storia da raccontare. So che esiste, ma non riesco a trovarla.
La prima stanza in cui la cerco è quella della narrativa realistica. In essa tutto è una mimesi del mondo esterno. Ma è fredda, è difficile mimare il calore.
Batto sui muri, ma danno tutti un suono cupo, di pieno.
La porta di uscita dà nella camera della fantascienza. Qui la realtà si accontenta di essere ipotetica. E se la Terra fosse illuminata da sette soli? E se un umano si innamorasse di una aliena? E se un'armatura vuota si comportasse come un autentico cavaliere? Nella stanza c'è un bel camino, ma non basta per scaldarla. Occorre anche la legna. E se è buona legna farà un bel fuoco, una bella storia.
Cerco la porta nascosta della stanza segreta, ma anche qui i muri rispondono con un suono sordo, di pieno.
Varco la porta della terza stanza. E' aperta, piena di finestre che danno su magnifici orizzonti, boschi, pascoli, fiumi e ruscelli, valli e monti. L'aria è tiepida e la respiro a pieni polmoni. Qui non ci sono limiti. La stanza non ha regole, pesca direttamente dalla natura. Vedo volare draghi, nei boschi si annidano elfi, e gnomi affaccendati scavano miniere e mettono in luce tesori. Questa è la stanza, del fantastico, di Gigamesh, di Peter Pan, di Giuaninsensapaura.
Ma non è ancora la stanza dell'ispirazione, quella stanza segreta che... che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.
Mi siedo e lascio che lo sguardo corra fuori dalle finestre, e vedo che una di quelle dà sulla stanza del realismo e ne lascia ammirare l'armonia, e un'altra sulla stanza della fantascienza e ne illumina l'anelito al nuovo e... una su uno stanzino nello scantinato, che contiene un uovo.
Sul guscio c'è scritto “Mito di riferimento”.
Ho trovato la stanza segreta! Se rompo l'uovo vi troverò il mio mito di riferimento: il viaggio dell'eroe, o un enigma da risolvere, una vendetta, una tentazione, una trasformazione, un amore proibito, un sacrificio, un... uno qualsiasi dei cinque, dei sette, dei venti, dei trenatasei intrecci che i teorici della narrazione postulano.
Ma sono ancora punto e a capo: il mito di riferimento non è ancora la storia. Quella devo costruirla io. E per quella ci vogliono più di quattro ore.
Occorre una situazione iniziale, un protagonista che vuole cambiarla, un antagonista che si oppone al cambiamento, occorre articolare il conflitto, arrivare al climax, inventare lo scioglimento e la situazione finale.
Be', per stasera accontentatevi della scoperta della stanza segreta.
Al prossimo contest, chissà, potrei anche riuscire a raccontarvi una storia.
- Il Dottore
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Ciao, di nuovo, Giuseppe.
Tutto ok con i parametri. Ti consiglio di cancellare la versione precedente (in questo stanza non ho i diritti da moderatore e non posso farlo io)
Buona Valery Esperian Edition!
PS Puoi modificare il racconto fino all’una, sempre rimanendo nei parametri. In caso di modifiche nell’intervallo compreso tra le 01.01 e le 01.33 verrà assegnato un malus tempo.
Tutto ok con i parametri. Ti consiglio di cancellare la versione precedente (in questo stanza non ho i diritti da moderatore e non posso farlo io)
Buona Valery Esperian Edition!
PS Puoi modificare il racconto fino all’una, sempre rimanendo nei parametri. In caso di modifiche nell’intervallo compreso tra le 01.01 e le 01.33 verrà assegnato un malus tempo.
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
LA MIA STANZA SEGRETA di Giuseppe De Micheli La camera segreta del tuo racconto è mentale, mi ricorda molto la stanza di Goethe, intesa da lui anche come archivio mentale per riporre ciò che si apprende. Il paragone ispirazione-casa dalle molte stanze è molto affascinante, come anche il riferimento ai generi letterari che dovrebbero stimolarla (invece sono il punto di arrivo, mentre l’ispirazione è quello di partenza): realismo, SF, favola. Mi piace l’uovo mitologico come allegoria dell’ispirazione e anche il riferimento a Propp e alla “Morfologia della Fiaba”.
ATTENZIONE: trenatasei (si scrive: trentasei)
ATTENZIONE: trenatasei (si scrive: trentasei)
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Grazie Alexandra, precisa e puntuale nella sua analisi (e colta, il riferimento a Goethe è molto fine, non è da tutti) e perfetta nell'individuare gli errori. Di solito uso il correttore, si vede che mi è sfuggita la sottile linea rossa sotto trenatasei.
Mi potresti spiegare un po' di più la osservazione "...generi letterari che dovrebbero stimolarla (invece sono il punto di arrivo, mentre l’ispirazione è quello di partenza)". E' una critica al rovesciamento punto di partenza/punto di arrivo che ho fatto nel mio flusso di coscienza?
Grazie.
Giuseppe
Mi potresti spiegare un po' di più la osservazione "...generi letterari che dovrebbero stimolarla (invece sono il punto di arrivo, mentre l’ispirazione è quello di partenza)". E' una critica al rovesciamento punto di partenza/punto di arrivo che ho fatto nel mio flusso di coscienza?
Grazie.
Giuseppe
- CaterinaDP
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Ciao, Giuseppe.
Bel racconto, l’avventura della mente di uno scrittore, che viaggia per risolvere il suo problema fondamentale: come trovare l’idea che darà vita a un mondo.
Il viaggio dell’eroe scrittore.
Manca, però, quel piccolo sconvolgente evento che accompagni l’eroe scrittore, cioè te stesso, a cambiare l’ottica iniziale e ad avere quella illuminante scoperta che lo porti a risolvere il problema. Infatti il problema rimane senza soluzione.
Bel racconto, l’avventura della mente di uno scrittore, che viaggia per risolvere il suo problema fondamentale: come trovare l’idea che darà vita a un mondo.
Il viaggio dell’eroe scrittore.
Manca, però, quel piccolo sconvolgente evento che accompagni l’eroe scrittore, cioè te stesso, a cambiare l’ottica iniziale e ad avere quella illuminante scoperta che lo porti a risolvere il problema. Infatti il problema rimane senza soluzione.
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Grazie Caterina,
mi fa piacere quel 'bel' con cui apri il tuo commento.
Il problema rimane senza soluzione perché, come diceva non so più chi, la meta del viaggio è il viaggio stesso.
mi fa piacere quel 'bel' con cui apri il tuo commento.
Il problema rimane senza soluzione perché, come diceva non so più chi, la meta del viaggio è il viaggio stesso.
- Emiliano Maramonte
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Ciao!
Secondo esperimento di metanarrativa che leggo in questa competizione (il primo è di Massimo Tivoli). Un po' più interessante, articolato e più pieno di spunti, questo, ma devo dire noioso. Già verso la fine ero diventato insofferente alla lettura. Sì, certo, il viaggio dello scrittore, sì certo, il fascino della scoperta, sì certo il mito di riferimento ma poi? E addirittura, nelle ultime righe, sei consapevole che sia necessaria una struttura narrativa: situazione iniziale, protagonista, antagonista, conflitto, climax, scioglimento e finale, ma resta tutto lì, irrisolto, senza un vero accenno a una articolazione, a qualcosa che stravolga, anche emotivamente e che dia un'impronta tua, forte, al tutto. Per non parlare poi della frase finale: "Al prossimo contest, chissà, potrei anche riuscire a raccontarvi una storia.". Frase deludente e rinunciataria (seppure nella finzione di questo "racconto") che ti sminuisce come autore. Per quale motivo una storia non ce l'hai raccontata qui e ora (dato che, mi par di rilevare che la "cassetta degli attrezzi" da narratore ce l'hai)?
In ogni caso... in bocca al lupo!!!
Emiliano
Secondo esperimento di metanarrativa che leggo in questa competizione (il primo è di Massimo Tivoli). Un po' più interessante, articolato e più pieno di spunti, questo, ma devo dire noioso. Già verso la fine ero diventato insofferente alla lettura. Sì, certo, il viaggio dello scrittore, sì certo, il fascino della scoperta, sì certo il mito di riferimento ma poi? E addirittura, nelle ultime righe, sei consapevole che sia necessaria una struttura narrativa: situazione iniziale, protagonista, antagonista, conflitto, climax, scioglimento e finale, ma resta tutto lì, irrisolto, senza un vero accenno a una articolazione, a qualcosa che stravolga, anche emotivamente e che dia un'impronta tua, forte, al tutto. Per non parlare poi della frase finale: "Al prossimo contest, chissà, potrei anche riuscire a raccontarvi una storia.". Frase deludente e rinunciataria (seppure nella finzione di questo "racconto") che ti sminuisce come autore. Per quale motivo una storia non ce l'hai raccontata qui e ora (dato che, mi par di rilevare che la "cassetta degli attrezzi" da narratore ce l'hai)?
In ogni caso... in bocca al lupo!!!
Emiliano
Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Ciao Giuseppe,
Racconto interessante che va alle origini e alle motivazioni di un’idea e di un racconto.
Dal punto di vista stilistico molto solido e posato, in tema con la storia e il concetto che si vuole narrare.
Mi sarebbe piaciuto un lieto fine in cui si riusciva a trovare la storia da raccontare o almeno il suo abbozzo.
Ciao
Fabio
Racconto interessante che va alle origini e alle motivazioni di un’idea e di un racconto.
Dal punto di vista stilistico molto solido e posato, in tema con la storia e il concetto che si vuole narrare.
Mi sarebbe piaciuto un lieto fine in cui si riusciva a trovare la storia da raccontare o almeno il suo abbozzo.
Ciao
Fabio
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Ciao e complimenti.
Il viaggio nel proprio io, quando è più letterale che allegorico (che non vuol dire che non apprezzi i simboli), mi appassiona sempre molto.
Mi fa storcere un po' il naso la processione verso l'ispirazione che procede in quello che s'implica sia un crescendo dell'immaginazione dal realistico alla fantascienza al fantastico, il che semplifica in maniera, credo, enormemente impropria il rapporto tra fantasia e verosimiglianza: How I Met Your Mother scoppia d'immaginazione nei suoi primi passi, mentre Sanctuary è scritto usando tutto tranne la capacità di sognare, per dire.
Il viaggio nel proprio io, quando è più letterale che allegorico (che non vuol dire che non apprezzi i simboli), mi appassiona sempre molto.
Mi fa storcere un po' il naso la processione verso l'ispirazione che procede in quello che s'implica sia un crescendo dell'immaginazione dal realistico alla fantascienza al fantastico, il che semplifica in maniera, credo, enormemente impropria il rapporto tra fantasia e verosimiglianza: How I Met Your Mother scoppia d'immaginazione nei suoi primi passi, mentre Sanctuary è scritto usando tutto tranne la capacità di sognare, per dire.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.
- Andrea Partiti
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Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Approvo gli esperimenti, MC è perfetto per farne, ma a volte gli esperimenti non funzionano.
L'idea di partenza mi sembra ottima, le prime stanze fanno presa e mi fanno continuare la lettura per vedere dove vuoi andare a parare, ma il racconto atterra male e lascia un senso di insoddisfazione. Anziché concretizzarsi diventa ancora più meta, il che lo rende molto poco fruibile come racconto indipendente, al di fuori di questo contesto specifico di "gara".
L'idea di partenza mi sembra ottima, le prime stanze fanno presa e mi fanno continuare la lettura per vedere dove vuoi andare a parare, ma il racconto atterra male e lascia un senso di insoddisfazione. Anziché concretizzarsi diventa ancora più meta, il che lo rende molto poco fruibile come racconto indipendente, al di fuori di questo contesto specifico di "gara".
Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Bell'esperimento, un esercizio sicuramente interessante anche se nel finale sembra scoppiare in una bolla di sapone e la chiusa "al prossimo contest" mi sembra scelta sbagliata. Verò è che la lettura procede man mano in modo sempre più lento e proprio questo suo rallentare fa pensare a una chiusa più incisiva che porta alla delusione nel momento in cui la si scopre mancante. Direi che è proprio il caso di dire: "Ti aspetto al prossimo contest!"
Re: LA MIA STANZA SEGRETA
Non sono un amante della metanarrativa (a dire il vero non amo quasi nessun "meta"). Qui ti fai un giro tra i crucci dello scrittore al lavoro. Sarebbe anche un bel giro, volendo, ma ti stai rivolgendo a una platea di scrittori o presunti tali e... be' quel giro lo conosciamo bene e non ci è nuovo. Per renderlo interessante avresti dovuto come minimo dargli un taglio spiritoso, brillante, magari con richiami alla realtà di minuti contati. Insomma in questo girone il tuo non è uno dei racconti che mi hanno impressionato.
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