Il sogno di una mano
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Il sogno di una mano
Emiliano Dominici
Il sogno di una mano
Stamani mi sono svegliato con una sensazione di burro, caldo e appiccicoso. Nel sogno ero in uno sgabuzzino buio, una mano calda si è posata sul mio braccio, ho trovato l’interruttore, ho acceso la luce e per un attimo ho visto questa mano. Mi sono svegliato ricordando solo la sensazione di calore sul braccio.
Durante la colazione ci ho ripensato, d’improvviso l’ho rivista, aveva delle macchie viola. Ho capito subito. Era la mano di mia madre.
Frugando nell’armadio trovo una vecchia camicia che non mi metto da anni. La indosso per uscire. Guido senza pensare. È domenica, mi ritrovo nel parcheggio del cimitero. Scendo e mi incammino lungo il corridoio principale. Mi fermo. Guardo in basso. Guardo la foto di mia madre.
“Guarda come sono brutta in questa foto…”
“Brutta? Secondo me sei presa bene.”
“Sì, con questi capelli. E poi guarda che sfondo, tutti quei palazzoni…”
“A me piace, di solito nelle foto fai quei sorrisi forzati… Qui invece guardi lontano, sei seria…”
“Ho capito, la metto da parte per la tomba.”
Una volta ammalata, non abbiamo più parlato di queste cose. Lei faceva finta di niente, io non ho mai trovato il coraggio di iniziare il discorso.
Passavamo le ore in silenzio. Seduti sul divano, lei nell’angolo, la sigaretta sempre accesa, gli occhiali in punta, leggeva un giallo. Anch’io leggevo un libro. Dopo un’ora facevamo una pausa, io le spalmavo la pomata sulle macchie che aveva sulle braccia, sul dorso delle mani e sullo sterno: come urtava qualcosa, le veniva un livido. Dopo la pomata, continuavamo a leggere. Poi qualcuno veniva a casa, io salutavo e andavo via.
“Mamma, tu credi?”
“In che cosa?”
“Che c’è un dio.”
“Perché, sennò cosa c’è?”
“A cosa credi, tu?”
“Credo che c’è Dio, e che c’è stato Gesù che è venuto sulla terra…”
“Mamma, io non ci credo.”
“Sei sempre stato pessimista…”
Nella bara le abbiamo messo il giallo che stava leggendo, un pacchetto di MS e un accendino. Tutto è bruciato insieme a lei. Era una bella giornata di sole. Stavo seduto sul marmo freddo che costeggia le aiuole. Giocavo con un cane bianco e nero. Tutti gli amici erano lì. Sapevano quanto soffrivo? Ognuno ha il suo, di dolore, e non è elegante stilare classifiche in tal senso.
“Mamma, perché mi hai fatto nascere?”
“In che senso?”
“Se uno non vuole nascere, perché deve nascere per forza?”
“Come fai a dire che non volevi nascere? Avevo solo una tuba e un’ovaia. Io dico che volevi nascere per forza!”
“Va bene, ma ora che sono nato non voglio morire.”
“Che discorsi, tutti bisogna morire, prima o poi.”
Mia madre è stata bruciata e l’urna con le sue ceneri deposta nella tomba di suo padre e sua madre. Credo che un pizzicotto l’abbia preso mia sorella. Fa comodo avere un pezzo della propria madre nel salotto. Mi ha detto che guardando bene si riconoscono dei minuscoli frammenti di ossa. Un po’ come le conchiglie frantumate sulla sabbia. Ecco, mia madre adesso è quella.
La saluto ed esco dal cimitero. Nonostante ci sia il sole, ho i piedi gelati.
Il sogno di una mano
Stamani mi sono svegliato con una sensazione di burro, caldo e appiccicoso. Nel sogno ero in uno sgabuzzino buio, una mano calda si è posata sul mio braccio, ho trovato l’interruttore, ho acceso la luce e per un attimo ho visto questa mano. Mi sono svegliato ricordando solo la sensazione di calore sul braccio.
Durante la colazione ci ho ripensato, d’improvviso l’ho rivista, aveva delle macchie viola. Ho capito subito. Era la mano di mia madre.
Frugando nell’armadio trovo una vecchia camicia che non mi metto da anni. La indosso per uscire. Guido senza pensare. È domenica, mi ritrovo nel parcheggio del cimitero. Scendo e mi incammino lungo il corridoio principale. Mi fermo. Guardo in basso. Guardo la foto di mia madre.
“Guarda come sono brutta in questa foto…”
“Brutta? Secondo me sei presa bene.”
“Sì, con questi capelli. E poi guarda che sfondo, tutti quei palazzoni…”
“A me piace, di solito nelle foto fai quei sorrisi forzati… Qui invece guardi lontano, sei seria…”
“Ho capito, la metto da parte per la tomba.”
Una volta ammalata, non abbiamo più parlato di queste cose. Lei faceva finta di niente, io non ho mai trovato il coraggio di iniziare il discorso.
Passavamo le ore in silenzio. Seduti sul divano, lei nell’angolo, la sigaretta sempre accesa, gli occhiali in punta, leggeva un giallo. Anch’io leggevo un libro. Dopo un’ora facevamo una pausa, io le spalmavo la pomata sulle macchie che aveva sulle braccia, sul dorso delle mani e sullo sterno: come urtava qualcosa, le veniva un livido. Dopo la pomata, continuavamo a leggere. Poi qualcuno veniva a casa, io salutavo e andavo via.
“Mamma, tu credi?”
“In che cosa?”
“Che c’è un dio.”
“Perché, sennò cosa c’è?”
“A cosa credi, tu?”
“Credo che c’è Dio, e che c’è stato Gesù che è venuto sulla terra…”
“Mamma, io non ci credo.”
“Sei sempre stato pessimista…”
Nella bara le abbiamo messo il giallo che stava leggendo, un pacchetto di MS e un accendino. Tutto è bruciato insieme a lei. Era una bella giornata di sole. Stavo seduto sul marmo freddo che costeggia le aiuole. Giocavo con un cane bianco e nero. Tutti gli amici erano lì. Sapevano quanto soffrivo? Ognuno ha il suo, di dolore, e non è elegante stilare classifiche in tal senso.
“Mamma, perché mi hai fatto nascere?”
“In che senso?”
“Se uno non vuole nascere, perché deve nascere per forza?”
“Come fai a dire che non volevi nascere? Avevo solo una tuba e un’ovaia. Io dico che volevi nascere per forza!”
“Va bene, ma ora che sono nato non voglio morire.”
“Che discorsi, tutti bisogna morire, prima o poi.”
Mia madre è stata bruciata e l’urna con le sue ceneri deposta nella tomba di suo padre e sua madre. Credo che un pizzicotto l’abbia preso mia sorella. Fa comodo avere un pezzo della propria madre nel salotto. Mi ha detto che guardando bene si riconoscono dei minuscoli frammenti di ossa. Un po’ come le conchiglie frantumate sulla sabbia. Ecco, mia madre adesso è quella.
La saluto ed esco dal cimitero. Nonostante ci sia il sole, ho i piedi gelati.
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano e benvenuto a Minuti Contati! Se lo riterrai opportuno, ti invito a entrare nel gruppo fb www.minuticontati.com (lo so, prima o poi gli cambieremo il nome con qualcosa che ricordi di meno un indirizzo). Per come la vedo, il gruppo fb è un po' come sedersi in prima fila per godersi al massimo l'edizione. Detto questo: tutto ok con i parametri, buona Paparozzi Edition!
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Re: Il sogno di una mano
ciao antico, grazie. non ho capito però dove devo postare la classifica e i giudizi sui racconti.
Re: Il sogno di una mano
Avrai visto che ho diviso i racconti in due gruppi, tu devi commentare non i racconti del tuo gruppo, ma dell'altro. L'ideale è commentare ogni racconto nel suo tread in modo da dare la possibilità di fare partire un confronto con l'autore, ma non è obbligatorio mentre lo è, invece, postare la classifica (dal primo all'ultimo) con tanto di commenti allegati (anche se li avrai già scritti sotto ogni racconto) nel tread del gruppo che devi commentare (che nel tuo caso è QUESTO). E occhio al limite minimo di 300 caratteri spazi inclusi per commento perché anche quello è un obbligo ed è nato per evitare la possibilità di classifiche o letture fatte con superficialità, cosa che purtroppo è accaduta, talvolta, nel passato (e qui si ricollega anche il perché dell'obbligo del postarli unitamente alla classifica, cosa che rende possibile in controllo).
Re: Il sogno di una mano
Caro Emiliano,
il maggior pregio del tuo racconto è certamente la figura della madre, un personaggio che sento vero e che ti permette di creare ottimi dialoghi: anche se nei tre mini-scambi si parla sempre di morte e aldilà, contrappone leggerenza alla pesantezza della voce narrante e spezza molto il tono grave che, in generale, ha inevitabilmente il tuo racconto.
D'altra parte si tratta di un quadro di un uomo che affronta un lutto nel suo personalissimo modo (incubi, piedi gelidi), con una voce narrante molto fredda, quasi apatica/estranea (curiosità: era proprio questa la tua idea?).
Ecco, quello che funziona meno secondo me è l'introduzione (a partire dal titolo): il sogno della mano non mi è sembrato particolarmente efficace come introduzione della tematica e anzi personalmente mi aveva fatto pensare a tutt'altro e trovarmi a leggere poi un racconto del genere è stato di primo impatto straniante. Allo stesso modo è straniante l'apertura sulla sorella e la stranezza del pezzo di ceneri conservato.
Comunque...buon contest a rileggerci!
il maggior pregio del tuo racconto è certamente la figura della madre, un personaggio che sento vero e che ti permette di creare ottimi dialoghi: anche se nei tre mini-scambi si parla sempre di morte e aldilà, contrappone leggerenza alla pesantezza della voce narrante e spezza molto il tono grave che, in generale, ha inevitabilmente il tuo racconto.
D'altra parte si tratta di un quadro di un uomo che affronta un lutto nel suo personalissimo modo (incubi, piedi gelidi), con una voce narrante molto fredda, quasi apatica/estranea (curiosità: era proprio questa la tua idea?).
Ecco, quello che funziona meno secondo me è l'introduzione (a partire dal titolo): il sogno della mano non mi è sembrato particolarmente efficace come introduzione della tematica e anzi personalmente mi aveva fatto pensare a tutt'altro e trovarmi a leggere poi un racconto del genere è stato di primo impatto straniante. Allo stesso modo è straniante l'apertura sulla sorella e la stranezza del pezzo di ceneri conservato.
Comunque...buon contest a rileggerci!
Re: Il sogno di una mano
IL SOGNO DI UNA MANO
Ciao Emiliano, benvenuto.
Allora il racconto scorre ed ha uno stile semplice e immediato e questo è un bene per un esercizio breve come questo secondo me.
Cosa non funziona? Secondo me sia il titolo che l’incipit rendono poco. Questa mano con le macchie viola, un po’ macabra che però lascia una sensazione di burro appiccicoso francamente non mi è piaciuta (gusto personale ovvio).
Un altro problema è che la storia rimane un po’ piatta, ossia non decolla, non c’è un cambio di ritmo e anche il finale si adagia senza particolari brividi. Non sto dicendo che sarebbe stato utile un colpo di scena, quello no perché in questo racconto sarebbe stato forse fuori luogo ma un po’ di spinta in più invece sì.
Ad ogni modo una lettura piacevole che vedrò come inserire in classifica.
Ciao Emiliano, benvenuto.
Allora il racconto scorre ed ha uno stile semplice e immediato e questo è un bene per un esercizio breve come questo secondo me.
Cosa non funziona? Secondo me sia il titolo che l’incipit rendono poco. Questa mano con le macchie viola, un po’ macabra che però lascia una sensazione di burro appiccicoso francamente non mi è piaciuta (gusto personale ovvio).
Un altro problema è che la storia rimane un po’ piatta, ossia non decolla, non c’è un cambio di ritmo e anche il finale si adagia senza particolari brividi. Non sto dicendo che sarebbe stato utile un colpo di scena, quello no perché in questo racconto sarebbe stato forse fuori luogo ma un po’ di spinta in più invece sì.
Ad ogni modo una lettura piacevole che vedrò come inserire in classifica.
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 376
Re: Il sogno di una mano
Devo dire che il responso di Il calmo, ricalca un po' quello che ho pensato anch'io. Il sogno iniziale non rende bene e l'incipit fa pensare che possa accadere altro che non una scena di vita normale e intimamente dolorosa come quella che descrivi. Così come per il finale, debole, non perché non ci sia il colpo di scena, non sarebbe servito, anzi, ma perché non c'è un alzarsi di emozioni in chi legge. Mi verrebbe da dire che il finale è apatico. Non sapevo che si potessero dividere le ceneri di un morto e conservarne una parte per ognuno degli eredi, mi sembra macabro...
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano, piacere di conoscerti.
Il racconto trasuda emozioni vere e ho molto apprezzato i dialoghi. Devo in parte ripetere ciò che ha scritto chi mi ha preceduto: la storia della mano appiccicosa, se da un lato è funzionale al racconto, dall'altro è fuorviante e l'ho sentita distaccata dal resto. Che è piacevole, scorrevole.
Un racconto che non ha un colpo di scena finale e non lo ritengo un difetto. In questo caso ci sta, perché è la storia dell'avvicendarsi della vita e della morte. Dei sentimenti genuini tra genitori e figli.
È il primo che leggo e non immagino come classificarlo, comunque un lavoro con una buona base, seppur rivedibile in alcune parti.
Saluti,
G.
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Il racconto trasuda emozioni vere e ho molto apprezzato i dialoghi. Devo in parte ripetere ciò che ha scritto chi mi ha preceduto: la storia della mano appiccicosa, se da un lato è funzionale al racconto, dall'altro è fuorviante e l'ho sentita distaccata dal resto. Che è piacevole, scorrevole.
Un racconto che non ha un colpo di scena finale e non lo ritengo un difetto. In questo caso ci sta, perché è la storia dell'avvicendarsi della vita e della morte. Dei sentimenti genuini tra genitori e figli.
È il primo che leggo e non immagino come classificarlo, comunque un lavoro con una buona base, seppur rivedibile in alcune parti.
Saluti,
G.
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- Messaggi: 592
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano,
Ripeto sostanzialmente quanto detto dagli altri, forse in modo più netto: il racconto sarebbe perfetto (o quasi) tagliando in toto il pezzo iniziale e partendo dal dialogo sulla foto. Per il resto, c'è una bella atmosfera malinconica, attraverso cui emerge bene il personaggio della madre del protagonista.
Ripeto sostanzialmente quanto detto dagli altri, forse in modo più netto: il racconto sarebbe perfetto (o quasi) tagliando in toto il pezzo iniziale e partendo dal dialogo sulla foto. Per il resto, c'è una bella atmosfera malinconica, attraverso cui emerge bene il personaggio della madre del protagonista.
- AmbraStancampiano
- Messaggi: 477
- Contatta:
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano, piacere.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, perché riesce a tratteggiare con estrema precisione lo stato d'animo apparentemente distaccato che il dolore di una perdita ingente come questa spesso comporta. In più, riesci a farci conoscere la madre del narratore in maniera intima grazie a una manciata di battute e qualche particolare.
Condivido l'impressione di chi critica l'incipit, che in effetti sembra accennare un horror, ma il sogno è davvero funzionale al racconto ed anche abbastanza verosimile, almeno in me la meccanica sogni-lutto funziona a questo modo, poi col poco spazio a disposizione era difficile fare di meglio.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, perché riesce a tratteggiare con estrema precisione lo stato d'animo apparentemente distaccato che il dolore di una perdita ingente come questa spesso comporta. In più, riesci a farci conoscere la madre del narratore in maniera intima grazie a una manciata di battute e qualche particolare.
Condivido l'impressione di chi critica l'incipit, che in effetti sembra accennare un horror, ma il sogno è davvero funzionale al racconto ed anche abbastanza verosimile, almeno in me la meccanica sogni-lutto funziona a questo modo, poi col poco spazio a disposizione era difficile fare di meglio.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano,
ben venuto!
Il tuo racconto fila, ed è scritto molto bene, mi piace il tuo stile e il modo in cui hai trattato il tema.
L'unico neo, se vogliamo, è che la narrazione è un po' monocorde, ma in una storia del genere - che incredibilmente mi tocca da vicino in questi giorni, mi è successo un avvenimento simile- non c'è spazio per crolli e/o ascese epiche.
Gran bella prova, spero di leggerti ancora nelle prossime edizioni!
ben venuto!
Il tuo racconto fila, ed è scritto molto bene, mi piace il tuo stile e il modo in cui hai trattato il tema.
L'unico neo, se vogliamo, è che la narrazione è un po' monocorde, ma in una storia del genere - che incredibilmente mi tocca da vicino in questi giorni, mi è successo un avvenimento simile- non c'è spazio per crolli e/o ascese epiche.
Gran bella prova, spero di leggerti ancora nelle prossime edizioni!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Il sogno di una mano
Il sogno per me non è un problema. I sogni sono strani, inquietanti, non sempre hanno una spiegazione lineare. Se il tuo protagonista fa un sogno horror e burroso e questo lo spinge a rivivere un lutto, da lettore lo accetto.
Quello che mi piace meno sono i dialoghi, molto artificiosi. Sono troppo puliti e innaturali per essere credibili. Chi fa un discorso su dio che si apre e si chiude in otto battute? Chi parla di una foto in quella maniera, senza perdersi nei ricordi, senza raccontare qualcosa di collegato?
Capisco il voler rendere autoconclusivo ogni paragrafo, ma nel farlo hai snaturato i dialoghi. Avrei preferito un estratto da una conversazione diversa, più lunga ed elaborata. A un discorso lasciato aperto e non mostrato posso credere, a dei discorsi che si concludono in maniera così netta e artificiale.
Quello che mi piace meno sono i dialoghi, molto artificiosi. Sono troppo puliti e innaturali per essere credibili. Chi fa un discorso su dio che si apre e si chiude in otto battute? Chi parla di una foto in quella maniera, senza perdersi nei ricordi, senza raccontare qualcosa di collegato?
Capisco il voler rendere autoconclusivo ogni paragrafo, ma nel farlo hai snaturato i dialoghi. Avrei preferito un estratto da una conversazione diversa, più lunga ed elaborata. A un discorso lasciato aperto e non mostrato posso credere, a dei discorsi che si concludono in maniera così netta e artificiale.
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano,
ma quanto sei bravo? Ho letto molto, molto volentieri. Storia vera, interessante, cruda e delicata insieme. Racconto che sfiora con delicatezza temi scottanti in modo talmente credibile da far pensare a qualcosa di autobiografico, ma siccome ‘sta cosa dell’autobiografia me l’hanno piazzata diverse volte sotto i miei, di racconti, ti concedo il beneficio del dubbio.
Non bisogna per forza essere passati da una strada per saperla descrivere alla perfezione.
Anche lo stile a tratti asciutto mi è stato particolarmente gradito. Sarà questione di gusti...
Grazie per le belle emozioni, alla prossima!
ma quanto sei bravo? Ho letto molto, molto volentieri. Storia vera, interessante, cruda e delicata insieme. Racconto che sfiora con delicatezza temi scottanti in modo talmente credibile da far pensare a qualcosa di autobiografico, ma siccome ‘sta cosa dell’autobiografia me l’hanno piazzata diverse volte sotto i miei, di racconti, ti concedo il beneficio del dubbio.
Non bisogna per forza essere passati da una strada per saperla descrivere alla perfezione.
Anche lo stile a tratti asciutto mi è stato particolarmente gradito. Sarà questione di gusti...
Grazie per le belle emozioni, alla prossima!
Re: Il sogno di una mano
Ciao Emiliano,
storia delicata con punte elevate di cinismo e allo stesso tempo di leggerezza. Un bell'amalgama di entrambe.
L'inizio del racconto, anche se intenso a livello di sensazioni, sembra quasi distaccarsi dal resto del testo. ci sta che l'incipit stacchi un po' dal resto ma in questo caso mi sono un po' perso.
Ho apprezzato i flash back e l'uso dei dialoghi: in poche righe hanno saputo tratteggiare il rapporto tra madre e figlio.
Ciao
Fabio
storia delicata con punte elevate di cinismo e allo stesso tempo di leggerezza. Un bell'amalgama di entrambe.
L'inizio del racconto, anche se intenso a livello di sensazioni, sembra quasi distaccarsi dal resto del testo. ci sta che l'incipit stacchi un po' dal resto ma in questo caso mi sono un po' perso.
Ho apprezzato i flash back e l'uso dei dialoghi: in poche righe hanno saputo tratteggiare il rapporto tra madre e figlio.
Ciao
Fabio
Re: Il sogno di una mano
Nulla da dire sulla qualità della scrittura e il racconto si legge con piacere. Per quanto posso capire, l'intento dell'autore era quello di parlare della madre del suo protagonista e del loro rapporto, dei ricordi, di sensazioni. Bene, ma non benissimo perché alcune scelte non mi sono sembrate così decisive, a partire proprio dal sogno di questa mano che non essendo richiamata in altre occasioni e con significato all'interno del racconto non acquisisce importanza. Gli stessi spezzoni di dialogo sembrano essere estrapolati senza poi essere amalgamati sufficientemente nel mix che poi si origina nel racconto. Insomma, da oliare, sistemare per rendere il tutto più incisivo. Per il momento mi fermo a un pollice ni che però tende verso il positivo perché la strada per l'ottimizzazione del racconto s'intravede, seppure ancora non definita al suo meglio.
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