LIBROGAME
- beppe.roncari
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LIBROGAME
1.
Un colpo alla testa. Questo è quello che deve essere successo. Il nero ti urla negli occhi aperti. I palmi sentono qualcosa di umido fra i peli della moquette.
Flash di luce. La pelle tira sulle dita.
Ti porti la mano agli occhi. Ti tocchi la testa. Fa male. Sangue. Ma non è il tuo.
Torna la luce a fiotti di dolore lancinante nelle palle degli occhi.
Ciocche di capelli biondi e carne, e rosso rappreso nel mezzo. Un viso. Lisa. Lisa è stata uccisa.
Sei stato tu? Vai al 2. Se invece pensi di essere innocente corri al 3.
2.
I poliziotti sono perplessi. Non sei stato in grado di spiegare che cosa è successo ma ti sei accusato di omicidio. Ti hanno portato via, ovvio. Ma non ti hanno creduto. Non ti hanno neanche messo le manette.
La notte è lunga in caserma. Non ti hanno neppure messo in cella.
Il giorno arriva con un mal di testa che fa a gara con la cervicale.
- Signor Valente!
È il tuo nome: - Sì?
- Sono molto positivo. Per fortuna gli inquirenti non hanno trovato nessun riscontro. Ma come le è venuto in mente di accusarsi?
Rispondi: - È stato lo shock. (Vai al 5.) Oppure dici: - Non so perché l'ho fatto. Ma sono stato io. (Vai al 6.)
3.
- Non sono stato io! Non sono stato io!
Urli mentre ti strattonano e sbattono per le scale.
- L'ho sempre detto, io, che era un violento! - Urla la signora dei gatti, in vestaglia sul pianerottolo.
Non si è neanche trovata l'arma del delitto (un "corpo contundente"). Non hanno tenuto minimamente conto della tua ferita alla tempia. Non ti fanno neanche parlare. Altro che "tutto quello che direte potrà essere usato contro di voi". Passano due, forse tre giorni, un buco per latrina, tre compagni di cella che non parlano una sillaba di italiano.
La tua avventura finisce qui. Vuoi un altro finale? Torna indietro e scegli di nuovo.
4.
C'è metodo nella tua pazzia. Hai ucciso tua moglie a testate. E nel processo ti sei cancellato la memoria. Il delitto perfetto. Certo, non è bello farsi pulire il culo dall'inserviente del centro di salute mentale. Ma sempre meglio che lasciartelo ripassare da tre compagni di cella che non spiccicano una parola di italiano.
Non ti piace questa follia? Torna indietro e scegli di nuovo.
5.
- Shock? Shock? Vuole davvero basare la sua difesa sull'infermità mentale? Ma lei è pazzo!
Sei pazzo? Vai al 4. Se sei sano, scivola al 6.
6.
L'avvocato d'ufficio - una figura uscita da un fumetto dozzinale - si toglie gli occhiali e si tortura le tempie sudate.
- E come l'avrebbe ammazzata, sua moglie? A testate?
Ti batte il sangue sulla fronte. Sotto il bernoccolo. Chissà. Forse è andata proprio così.
Non ti piace questo finale? Torna indietro e scegli di nuovo.
Un colpo alla testa. Questo è quello che deve essere successo. Il nero ti urla negli occhi aperti. I palmi sentono qualcosa di umido fra i peli della moquette.
Flash di luce. La pelle tira sulle dita.
Ti porti la mano agli occhi. Ti tocchi la testa. Fa male. Sangue. Ma non è il tuo.
Torna la luce a fiotti di dolore lancinante nelle palle degli occhi.
Ciocche di capelli biondi e carne, e rosso rappreso nel mezzo. Un viso. Lisa. Lisa è stata uccisa.
Sei stato tu? Vai al 2. Se invece pensi di essere innocente corri al 3.
2.
I poliziotti sono perplessi. Non sei stato in grado di spiegare che cosa è successo ma ti sei accusato di omicidio. Ti hanno portato via, ovvio. Ma non ti hanno creduto. Non ti hanno neanche messo le manette.
La notte è lunga in caserma. Non ti hanno neppure messo in cella.
Il giorno arriva con un mal di testa che fa a gara con la cervicale.
- Signor Valente!
È il tuo nome: - Sì?
- Sono molto positivo. Per fortuna gli inquirenti non hanno trovato nessun riscontro. Ma come le è venuto in mente di accusarsi?
Rispondi: - È stato lo shock. (Vai al 5.) Oppure dici: - Non so perché l'ho fatto. Ma sono stato io. (Vai al 6.)
3.
- Non sono stato io! Non sono stato io!
Urli mentre ti strattonano e sbattono per le scale.
- L'ho sempre detto, io, che era un violento! - Urla la signora dei gatti, in vestaglia sul pianerottolo.
Non si è neanche trovata l'arma del delitto (un "corpo contundente"). Non hanno tenuto minimamente conto della tua ferita alla tempia. Non ti fanno neanche parlare. Altro che "tutto quello che direte potrà essere usato contro di voi". Passano due, forse tre giorni, un buco per latrina, tre compagni di cella che non parlano una sillaba di italiano.
La tua avventura finisce qui. Vuoi un altro finale? Torna indietro e scegli di nuovo.
4.
C'è metodo nella tua pazzia. Hai ucciso tua moglie a testate. E nel processo ti sei cancellato la memoria. Il delitto perfetto. Certo, non è bello farsi pulire il culo dall'inserviente del centro di salute mentale. Ma sempre meglio che lasciartelo ripassare da tre compagni di cella che non spiccicano una parola di italiano.
Non ti piace questa follia? Torna indietro e scegli di nuovo.
5.
- Shock? Shock? Vuole davvero basare la sua difesa sull'infermità mentale? Ma lei è pazzo!
Sei pazzo? Vai al 4. Se sei sano, scivola al 6.
6.
L'avvocato d'ufficio - una figura uscita da un fumetto dozzinale - si toglie gli occhiali e si tortura le tempie sudate.
- E come l'avrebbe ammazzata, sua moglie? A testate?
Ti batte il sangue sulla fronte. Sotto il bernoccolo. Chissà. Forse è andata proprio così.
Non ti piace questo finale? Torna indietro e scegli di nuovo.
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Ciao Beppe!
Esperimento (lo posso chiamare così?) scritto molto bene (anche visti i caratteri a disposizione) e interessante. Se non mi sono perso, il puzzle si ricompone comunque per raccontare una sola storia, qualsiasi strada si scelga, quindi il racconto è completo, però c’è qualcosa che non mi soddisfa e mi lascia perplesso, parlo di quel “…nel processo ti sei fatto cancellarla memoria”: da chi? E, soprattutto, perché?
Idea geniale, ma ti confesso che ho trovato la lettura (tra andare e tornare, più e più volte) un po’ faticosa. Segnalo un paio di dettagli tecnici: 1. un sospettato di omicidio non dividerebbe la cella con nessuno, ne avrebbe una tutta sua per molto tempo; 2. l’idea delle testate è spiazzante, però un semplice bernoccolo su di lui, come effetto collaterale, è davvero troppo poco.
Il tema mi pare abbastanza centrato: Valente è di sicuro coinvolto, ma che si senta (e lo sia) assolto non è affatto chiaro.
Esperimento (lo posso chiamare così?) scritto molto bene (anche visti i caratteri a disposizione) e interessante. Se non mi sono perso, il puzzle si ricompone comunque per raccontare una sola storia, qualsiasi strada si scelga, quindi il racconto è completo, però c’è qualcosa che non mi soddisfa e mi lascia perplesso, parlo di quel “…nel processo ti sei fatto cancellarla memoria”: da chi? E, soprattutto, perché?
Idea geniale, ma ti confesso che ho trovato la lettura (tra andare e tornare, più e più volte) un po’ faticosa. Segnalo un paio di dettagli tecnici: 1. un sospettato di omicidio non dividerebbe la cella con nessuno, ne avrebbe una tutta sua per molto tempo; 2. l’idea delle testate è spiazzante, però un semplice bernoccolo su di lui, come effetto collaterale, è davvero troppo poco.
Il tema mi pare abbastanza centrato: Valente è di sicuro coinvolto, ma che si senta (e lo sia) assolto non è affatto chiaro.
- beppe.roncari
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Ciao Luca!
Grazie del commento, fin troppo buono.
Come dici tu, il mio è un "esperimento" che ricostruisce un'unica storia.
Il protagonista, dopo aver ucciso la moglie a testate, non ha un semplice bernoccolo, ma una vera perdita della memoria di aver commesso il fatto. Almeno, questo nelle mie intenzioni iniziali. :)
Alla prossima, ciao!
Grazie del commento, fin troppo buono.
Come dici tu, il mio è un "esperimento" che ricostruisce un'unica storia.
Il protagonista, dopo aver ucciso la moglie a testate, non ha un semplice bernoccolo, ma una vera perdita della memoria di aver commesso il fatto. Almeno, questo nelle mie intenzioni iniziali. :)
Alla prossima, ciao!
- angelo.frascella
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Ciao Beppe
Come per Maurizio, anche qui siamo in un genere particolare: quello del libro-game in cui più che raccontare una storia se ne raccontano diverse sulla base del percorso scelto dal lettore (possiamo definirla letteratura quantistica? :) Così, se in sé il racconto è scritto bene e funziona, risulta, nel complesso, più un virtuosismo in cui si apprezza la bravura dell’autore, ma rimane un po’ fine a se stesso, che non un vero racconto capace di emozionare. Quindi, come per Maurizio, giudizio positivo ma limitato intrinsecamente dalla particolarità dell’approccio.
Buona scrittura
Angelo
Come per Maurizio, anche qui siamo in un genere particolare: quello del libro-game in cui più che raccontare una storia se ne raccontano diverse sulla base del percorso scelto dal lettore (possiamo definirla letteratura quantistica? :) Così, se in sé il racconto è scritto bene e funziona, risulta, nel complesso, più un virtuosismo in cui si apprezza la bravura dell’autore, ma rimane un po’ fine a se stesso, che non un vero racconto capace di emozionare. Quindi, come per Maurizio, giudizio positivo ma limitato intrinsecamente dalla particolarità dell’approccio.
Buona scrittura
Angelo
- marco.roncaccia
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Ciao collega di incipit del cognome,
del tuo racconto mi è piaciuta l’idea sperimentale, l’utilizzo della seconda persona (di cui sono un fan), la scrittura agile senza fronzoli e l’ironia. Sono rimasto ammirato da come te la sei cavata bene con così pochi caratteri avendo scelto comunque di complicarti la vita con una struttura algoritmica. La narrazione però è sacrificato dalla struttura (come del resto lo era nei vecchi LibroGame) ed in nessuna delle sue tre versioni il mio coinvolgimento è andato oltre una sonora risata per i finali, a mio avviso, il punto di maggior forza di questa prova.
Un appunto (scherzoso) sul tema: era al plurale. Avresti potuto dare del voi al protagonista e sperimentare così una seconda persona plurale ☺. Oppure avresti dovuto ipotizzare un complice di testate.
del tuo racconto mi è piaciuta l’idea sperimentale, l’utilizzo della seconda persona (di cui sono un fan), la scrittura agile senza fronzoli e l’ironia. Sono rimasto ammirato da come te la sei cavata bene con così pochi caratteri avendo scelto comunque di complicarti la vita con una struttura algoritmica. La narrazione però è sacrificato dalla struttura (come del resto lo era nei vecchi LibroGame) ed in nessuna delle sue tre versioni il mio coinvolgimento è andato oltre una sonora risata per i finali, a mio avviso, il punto di maggior forza di questa prova.
Un appunto (scherzoso) sul tema: era al plurale. Avresti potuto dare del voi al protagonista e sperimentare così una seconda persona plurale ☺. Oppure avresti dovuto ipotizzare un complice di testate.
- erika.adale
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Ciao Beppe, un'ottima idea realizzata bene, un piccolo virtuosismo. Un plauso per quella seconda persona che trovo vada usata con parsimonia, ma qui ci sta d'incanto...in fondo, se è il lettore che sceglie le svolte della storia, l'identificazione con il protagonista deve essere completa.
Sei stato bravo. Però, così come mi capitava da bambina quando su "Topolino" le avventure dei paperi con finali a scelta multipla, tendo a considerare il tutto più un gioco che una storia vera e propria e mi faccio coinvolgere poco.
A rileggerci.
Sei stato bravo. Però, così come mi capitava da bambina quando su "Topolino" le avventure dei paperi con finali a scelta multipla, tendo a considerare il tutto più un gioco che una storia vera e propria e mi faccio coinvolgere poco.
A rileggerci.
Ciao Beppe,
bell'esperimento, però un librogame in così poche battute ha tanti limiti. Non c'è una vera storia, non c'è lo spazio per articolarne una credibile, ne tanto meno per avere lo straccio di un sentimento. Insomma, il racconto nasce e muore nella stessa idea. Resta lodevole il tentativo, che conferma l'estro di molti tuoi racconti.
Ciao
bell'esperimento, però un librogame in così poche battute ha tanti limiti. Non c'è una vera storia, non c'è lo spazio per articolarne una credibile, ne tanto meno per avere lo straccio di un sentimento. Insomma, il racconto nasce e muore nella stessa idea. Resta lodevole il tentativo, che conferma l'estro di molti tuoi racconti.
Ciao
- beppe.roncari
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1.
Ehi, hai ricevuto complimenti e critiche. Che fai, li accetti?
Solo le critiche. Vai al 2.
Solo i complimenti. Torna all'1.
Entrambi. Vai al 3.
2.
I tuoi lettori sono stati fin troppo buoni. Vuoi un finale diverso? Riscrivi! ;-)
3.
Ti sono sempre piaciuti i libri-gioco, ma qui ti sei lasciato prendere un po' troppo la mano. Prendi i complimenti per l'esercizio di stile e portali a casa, sii più interessante per i tuoi lettori la prossima volta. ;-)
Ehi, hai ricevuto complimenti e critiche. Che fai, li accetti?
Solo le critiche. Vai al 2.
Solo i complimenti. Torna all'1.
Entrambi. Vai al 3.
2.
I tuoi lettori sono stati fin troppo buoni. Vuoi un finale diverso? Riscrivi! ;-)
3.
Ti sono sempre piaciuti i libri-gioco, ma qui ti sei lasciato prendere un po' troppo la mano. Prendi i complimenti per l'esercizio di stile e portali a casa, sii più interessante per i tuoi lettori la prossima volta. ;-)
La struttura è affascinante e l’idea di portarla in un Minuti Contati decisamente coraggiosa e intrigante. Ma quel punto 4… Che bello sarebbe stato se tu non l’avessi rimandato da nessuna parte e, finito di leggere, il lettore disattento l’avesse perso mentre quello più attento l’avrebbe potuto recuperare per scoprirci il vero tesoro del tutto, qualcosa che sconvolgesse l’impianto, una scatola nera sigillata nella struttura… Devo essere sincero: da te me lo sarei aspettato e fino all’ultimo lo stavi per realizzare. Tra l’altro, in un racconto così breve avresti potuto davvero farlo senza rischiare che troppi lettori se lo perdessero. Detto questo, ho percepito, durante la mia lettura, un primo punto un pelo duro da leggere, ho dovuto riprenderlo un paio di volte e ancora non ero partito. Inoltre, come ovvio, la storia è solo un pretesto per il gioco e, di conseguenza, risulta poco appetibile… E anche qui forse, anzi di sicuro, potevi fare molto di più.
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