Paradossi

Lunedì 21 giugno dalle 21.30 alle 23.30, 1300 caratteri a disposizione e un tema scelto dai Campioni dell'Arena Maurizio Ferrero e Wladimiro Borchi
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Antonio Pilato
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Paradossi

Messaggio#1 » lunedì 21 giugno 2021, 23:09

Paradossi



Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
Sollevata la cornetta, udii una voce maschile acuta: “Sovrintendente, deve venire subito qui in piazza! E’ terribile!”
“S-sì” risposi un po’ titubante.
Intimai a Radmila di rivestirsi: quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.
Salii in macchina e partii.
Giunsi dopo diversi minuti nel luogo, dove diverse vetture sembravano attendermi.
Osservai con ribrezzo la sagoma incatenata e squartata al centro della piazza, e trasalii subito per l’orrore: la testa e il busto erano l’unica cosa integra. Il maglione era di un ciano sbiadito, similmente ad alcune zone sul viso e sulle braccia. Il resto non si poteva descrivere.
Sussultai perché, per quanto fosse paradossalmente impossibile, il cadavere era quello di Radmila.



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maurizio.ferrero
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Re: Paradossi

Messaggio#2 » lunedì 21 giugno 2021, 23:12

Ciao Antonio! Tempo e caratteri ok, divertiti in questa prima sfida dello scrittore dell'estate! :)

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Andrea Partiti
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Re: Paradossi

Messaggio#3 » martedì 22 giugno 2021, 21:11

Il tuo racconto è ben lontano da quelle atmosfere di gotica cupezza che sono sicuro tu abbia tentato di trasmettere. L'incontro surreale nel finale del tuo racconto conduce a un noumeno che non ha senso.

> famiglia di basso borgo
Si dice "basso bordo", nasce come riferimento all'altezza della fiancata delle navi, anche se tipicamente si usa nell'altra direzione (alto bordo) perché nessuno farebbe una fiancata intenzionalmente bassa, ma intenzionalmente alta per mostrare prestigio sì.
Siccome è un'espressione che si accosta spesso a classi sociali, borghesia (per la vicinanza alla società bene a cui la vuoi vicina definendola d'alto bordo), capita di confondere bordo e borgo confondendo i due concetti.

> s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità
Mi sembra ridondante dirci che si intonavano se poi specifici che sono della stessa tonalità. Intonare, tonalità. Capisco che devi dirci che era tutta color sangue, ma a quel punto salta l'intonatura e vai subito al colore.

Edoardo Foresti
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Re: Paradossi

Messaggio#4 » martedì 22 giugno 2021, 23:16

Ciao Antonio!
Hai scritto un racconto dai toni cupi e con un'atmosfera dark, che però mi ha lasciato qualche dubbio.
I colori e la simbologia legata al magenta e al sangue ci sono, quindi il tema c'è. Ma credo che le criticità del racconto ruotino attorno alla prosa. Mi spiego meglio, leggendo ho intuito avessi un'idea chiara, sia nello svolgimento ma soprattutto nell'atmosfera da trasmettere ai lettori. Un misto di dark e noir.
Noto però una prosa forse eccessivamente ampollosa, che mi ha creato una certa dissonanza proprio perché la assocerei a un pov di un'altra epoca, non alla contemporaneità. Questo non solo lato lettori, che potrebbero apprezzare o meno la scelta in modo soggettivo, ma anche lato personaggio: se la vicenda è filtrata dal suo punto di vista, perché si esprime in modo così ricercato? Lo fa perché è acculturato, perché ha origini altolocate, o per altri motivi ancora?
Ho provato, in sintesi, un contrasto tra intenti e risultato, a causa di uno stile che non mi ha portato a quell'immersione e quell'empatia che cercavo.
Lato positivo, come accennavo prima, l'atmosfera, che non è semplice trasmettere in così pochi caratteri, così come è interessante il paradosso finale e le domande che crea. Un gancio forte, senza dubbio.
A rileggerci e buona edition!

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#5 » martedì 22 giugno 2021, 23:27

Edoardo Foresti ha scritto:Ciao Antonio!
Hai scritto un racconto dai toni cupi e con un'atmosfera dark, che però mi ha lasciato qualche dubbio.
I colori e la simbologia legata al magenta e al sangue ci sono, quindi il tema c'è. Ma credo che le criticità del racconto ruotino attorno alla prosa. Mi spiego meglio, leggendo ho intuito avessi un'idea chiara, sia nello svolgimento ma soprattutto nell'atmosfera da trasmettere ai lettori. Un misto di dark e noir.
Noto però una prosa forse eccessivamente ampollosa, che mi ha creato una certa dissonanza proprio perché la assocerei a un pov di un'altra epoca, non alla contemporaneità. Questo non solo lato lettori, che potrebbero apprezzare o meno la scelta in modo soggettivo, ma anche lato personaggio: se la vicenda è filtrata dal suo punto di vista, perché si esprime in modo così ricercato? Lo fa perché è acculturato, perché ha origini altolocate, o per altri motivi ancora?
Ho provato, in sintesi, un contrasto tra intenti e risultato, a causa di uno stile che non mi ha portato a quell'immersione e quell'empatia che cercavo.
Lato positivo, come accennavo prima, l'atmosfera, che non è semplice trasmettere in così pochi caratteri, così come è interessante il paradosso finale e le domande che crea. Un gancio forte, senza dubbio.
A rileggerci e buona edition!


Ciao Edoardo, grazie mille per i feedback, soprattutto rivolti all'atmosfera e al finale, sui quali tenevo molto! Ti rispondo giusto su un paio di questioni per esporti il mio punto di vista.
E se fosse ambientato proprio in un'altra epoca, come poi si denota dalla prosa "ampollosa"? Nessuno dice che debba per forza esser contemporanea questa vicenda, no?
L'espressione del protagonista rimanda proprio a un tempo passato... e sono contento che, seppur non sia stato compreso in pieno, ti sia arrivato questo messaggio!
Spero di aver chiarito, comunque sia, qualche tuo dubbio... altro non posso rivelare.

Ps: Non farti traviare da qualche altro commento, inutile e decisamente trascurabile, ma rifletti sempre e soltanto sulla tua lettura del lavoro.

Edoardo Foresti
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Re: Paradossi

Messaggio#6 » martedì 22 giugno 2021, 23:31

Antonio Pilato ha scritto:Ciao Edoardo, grazie mille per i feedback, soprattutto rivolti all'atmosfera e al finale, sui quali tenevo molto! Ti rispondo giusto su un paio di questioni per esporti il mio punto di vista.
E se fosse ambientato proprio in un'altra epoca, come poi si denota dalla prosa "ampollosa"? Nessuno dice che debba per forza esser contemporanea questa vicenda, no?
L'espressione del protagonista rimanda proprio a un tempo passato... e sono contento che, seppur non sia stato compreso in pieno, ti sia arrivato questo messaggio!
Spero di aver chiarito, comunque sia, qualche tuo dubbio... altro non posso rivelare.

Ps: Non farti traviare da qualche altro commento, inutile e decisamente trascurabile, ma rifletti sempre e soltanto sulla tua lettura del lavoro.

Interessante il fatto che ci sia dell'altro e che tu abbia progettato più di quanto si legge. Anche rischioso, perché in questo contesto quel "di più" non ci arriverà, ma sicuramente mi conferma che la scelta non è casuale, e questo lo apprezzo.
A presto!

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GiulianoCannoletta
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Re: Paradossi

Messaggio#7 » mercoledì 23 giugno 2021, 9:01

Ciao Antonio, piacere di averti letto.
Lo stile ampolloso del tuo testo è già stato segnalato. Devo dire che non mi è affatto dispiaciuto. Anzi, essendo un racconto in prima persona, ha aiutato a dare una caratterizzazione al sovrintendente nei pochi caratteri che avevi a disposizione. Il tema direi che è rispettato, nel cambio di colore dell'abito di Radmila.
Il racconto è a tratti un po' onirico e lascia molte domande aperte, cosa che mi piace fino a un certo punto. Ma credo che fosse proprio il tuo obiettivo mantenere un'atmosfera misteriosa e un po' inquietante, e in questo direi che hai raggiunto il tuo risultato.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
Julio Cortázar

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#8 » mercoledì 23 giugno 2021, 11:52

GiulianoCannoletta ha scritto:Ciao Antonio, piacere di averti letto.
Lo stile ampolloso del tuo testo è già stato segnalato. Devo dire che non mi è affatto dispiaciuto. Anzi, essendo un racconto in prima persona, ha aiutato a dare una caratterizzazione al sovrintendente nei pochi caratteri che avevi a disposizione. Il tema direi che è rispettato, nel cambio di colore dell'abito di Radmila.
Il racconto è a tratti un po' onirico e lascia molte domande aperte, cosa che mi piace fino a un certo punto. Ma credo che fosse proprio il tuo obiettivo mantenere un'atmosfera misteriosa e un po' inquietante, e in questo direi che hai raggiunto il tuo risultato.
A rileggerci presto!
Giuliano


Cia Giuliano, sì... era il mio obiettivo! Grazie per i feedback, a presto!

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Alessio
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Re: Paradossi

Messaggio#9 » giovedì 24 giugno 2021, 14:34

Ciao Antonio,
mi dispiace dirlo, ma il tuo racconto non mi ha detto niente, e penso che sia perché è tutto non solo raccontato, ma proprio spiattellato in faccia al lettore. Non mi arriva la tensione che dovrebbe esserci prima della rivelazione finale perché mi dici già prima come mi devo sentire. Temo che sia da rivedere il flusso delle informazioni che arriva al lettore e anche il modo in cui le fai arrivare.
È un peccato, perché l'idea era anche carina.
Il tema per me c'è.
Secondo me una prova che parte da una buona idea di base, ma la cui gestione è migliorabile sotto molti aspetti.
In bocca al lupo per la tua estate da scrittore. Alla prossima!

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#10 » giovedì 24 giugno 2021, 17:52

Alessio ha scritto:Ciao Antonio,
mi dispiace dirlo, ma il tuo racconto non mi ha detto niente, e penso che sia perché è tutto non solo raccontato, ma proprio spiattellato in faccia al lettore. Non mi arriva la tensione che dovrebbe esserci prima della rivelazione finale perché mi dici già prima come mi devo sentire. Temo che sia da rivedere il flusso delle informazioni che arriva al lettore e anche il modo in cui le fai arrivare.
È un peccato, perché l'idea era anche carina.
Il tema per me c'è.
Secondo me una prova che parte da una buona idea di base, ma la cui gestione è migliorabile sotto molti aspetti.
In bocca al lupo per la tua estate da scrittore. Alla prossima!


Che dire... mi spiace Alessio.

alexandra.fischer
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Re: Paradossi

Messaggio#11 » venerdì 25 giugno 2021, 15:59

PARADOSSI di Antonio Pilato Tema centrato. E in una storiella minima che rimanda ai racconti sul Multiverso che concludevano i libri di Urania per la qualità della scrittura, l’uso dei particolari. Il Sovrintendente di uno stato immaginario viene interrotto nell’intimità con la deliziosa Radmila in rosso (tacco e abiti) da una telefonata urgente. Accorso sul posto, trova il cadavere disintegrato abbigliato in color ciano della bella…Radmila. E oltretutto, incatenato e squartato. Storia che potrebbe essere l’incipit per qualcosa di più lungo.

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#12 » venerdì 25 giugno 2021, 16:45

alexandra.fischer ha scritto:PARADOSSI di Antonio Pilato Tema centrato. E in una storiella minima che rimanda ai racconti sul Multiverso che concludevano i libri di Urania per la qualità della scrittura, l’uso dei particolari. Il Sovrintendente di uno stato immaginario viene interrotto nell’intimità con la deliziosa Radmila in rosso (tacco e abiti) da una telefonata urgente. Accorso sul posto, trova il cadavere disintegrato abbigliato in color ciano della bella…Radmila. E oltretutto, incatenato e squartato. Storia che potrebbe essere l’incipit per qualcosa di più lungo.


Sicuramente diventerà una storia più lunga!

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Marco Travaglini
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Re: Paradossi

Messaggio#13 » venerdì 25 giugno 2021, 21:15

Ciao Antonio, ben trovato.

Sono stato molto indeciso fino alla fine riguardo al tema: a me piacerebbe che il tema fosse centrale, in questo caso per me non è così, ma diciamo che non è nemmeno così marginale da essere tolto del tutto lasciando il racconto inalterato, anche se nel tuo caso si tratta più di vestiti diversi e non colori diversi.
Ho viste che sono già state segnalate alcune inesattezze e ridondanze importanti a cui mi accodo.
Non ho compreso bene questo sovrintendente titubante al telefono con i sottoposti che sembra invece autoritario con Radmilla: lo stile di narrazione mi suggeriva un funzionario sicuro di sé, ma alla resa dei conti si è dimostrato tale solo con la ragazza e molto impressionabile per tutto il resto.
In generale l'ultima parte è un continuo di disgusto, trasalire, sussultare: tutto questo succede in pochi secondi in cui guarda il cadavere. Magari un trasalì in meno avrebbe aiutato, a mio modo di vedere.
C'è una frase che ho trovato un po' Lovecraftiana: "Il resto non si poteva descrivere." È una caratteristica che in genere non mi piace, perché in realtà tutto si può descrivere; immagino che in questo caso sia il protagonista a non volerlo descrivere per pudore, ma avrei aggiunto qualcosa che lo rendesse un pochino più chiaro.
Il titolo è un po' troppo spoiler forse, ci avvisa già che qualcosa di paradossale succederà. Forse qualcosa di più neutro sarebbe stato meglio per dare più valenza sia alla semina che arriva bene da quel "Uscii di casa prima di lei, ne sono certo", sia al finale che è molto intrigante (e confermo anche io, davvero un ottimo incipit che invoglia a continuare la lettura).
In tutto questo, mi è piaciuto molto lo stile iniziale, fino alla risposta al telefono.

A rileggerci presto.

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#14 » domenica 27 giugno 2021, 16:20

Marco Travaglini ha scritto:Ciao Antonio, ben trovato.

Sono stato molto indeciso fino alla fine riguardo al tema: a me piacerebbe che il tema fosse centrale, in questo caso per me non è così, ma diciamo che non è nemmeno così marginale da essere tolto del tutto lasciando il racconto inalterato, anche se nel tuo caso si tratta più di vestiti diversi e non colori diversi.
Ho viste che sono già state segnalate alcune inesattezze e ridondanze importanti a cui mi accodo.
Non ho compreso bene questo sovrintendente titubante al telefono con i sottoposti che sembra invece autoritario con Radmilla: lo stile di narrazione mi suggeriva un funzionario sicuro di sé, ma alla resa dei conti si è dimostrato tale solo con la ragazza e molto impressionabile per tutto il resto.
In generale l'ultima parte è un continuo di disgusto, trasalire, sussultare: tutto questo succede in pochi secondi in cui guarda il cadavere. Magari un trasalì in meno avrebbe aiutato, a mio modo di vedere.
C'è una frase che ho trovato un po' Lovecraftiana: "Il resto non si poteva descrivere." È una caratteristica che in genere non mi piace, perché in realtà tutto si può descrivere; immagino che in questo caso sia il protagonista a non volerlo descrivere per pudore, ma avrei aggiunto qualcosa che lo rendesse un pochino più chiaro.
Il titolo è un po' troppo spoiler forse, ci avvisa già che qualcosa di paradossale succederà. Forse qualcosa di più neutro sarebbe stato meglio per dare più valenza sia alla semina che arriva bene da quel "Uscii di casa prima di lei, ne sono certo", sia al finale che è molto intrigante (e confermo anche io, davvero un ottimo incipit che invoglia a continuare la lettura).
In tutto questo, mi è piaciuto molto lo stile iniziale, fino alla risposta al telefono.

A rileggerci presto.




Mi spiace che non ti sia piaciuto praticamente nulla del racconto: dal tuo feedback, non ti è arrivato nulla e a me non han detto nulla i suggerimenti. Peccato!

Alex Didò
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Re: Paradossi

Messaggio#15 » lunedì 28 giugno 2021, 9:26

Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha del potenziale, ma lo stile non mi ha convinto.
Esempio:
Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
È tutto raccontato. Quel ‘soave compagnia’, poi, mi ricorda gli incipit dei romanzi dell’800.
“S-sì” risposi un po’ titubante.
Dal balbettio si capisce già che è titubante. Perché ripeterlo?
quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.
È accaduto un fatto terribile e il PDV sta pensando alla tonalità dei vestiti di Radmila? Non è credibile.
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.
Non ho capito: se lui esce di casa prima di lei, allora lo sa che è uscito prima; se, invece, la vede uscire prima, allora lo sa che è uscito dopo.
Sussultai perché, per quanto fosse paradossalmente impossibile, il cadavere era quello di Radmila.
Infatti è impossibile, perlomeno poco credibile.
A rillegerci :)

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Marco Travaglini
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Re: Paradossi

Messaggio#16 » lunedì 28 giugno 2021, 13:15

Antonio Pilato ha scritto:Mi spiace che non ti sia piaciuto praticamente nulla del racconto: dal tuo feedback, non ti è arrivato nulla e a me non han detto nulla i suggerimenti. Peccato!


Oddio in realtà non è così, mi spiace che magari io non abbia esplicitato il peso che do a quei piccoli difetti. L'idea di fondo mi è piaciuta, è intrigante, e anche lo stile ottocentesco per me funziona in quest'ambientazione: al netto della correzione dei difetti che ti avevano già segnalato per me l'unica cosa importante (gli altri sono dettagli) è caratterizzare meglio il protagonista, far capire se sia un tipo sicuro e autoritario oppure insicuro, perché l'ho visto fare entrambe le parti.
Nel commento io ci metto tutto quello che mi viene in mente e che può essere di aiuto in una eventuale rifinitura post-concorso, mi spiace che nessuno dei miei suggerimenti sia arrivato; poi ovviamente non sono così fiscale nel momento in cui devo esprimere un giudizio, siamo pur sempre in una competizione a tempo. Per me in definitiva sarebbe un giudizio più che sufficiente, non dico da primi posti, ma nemmeno da ultimo.

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#17 » lunedì 28 giugno 2021, 15:48

Alex Didò ha scritto:Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha del potenziale, ma lo stile non mi ha convinto.
Esempio:
Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
È tutto raccontato. Quel ‘soave compagnia’, poi, mi ricorda gli incipit dei romanzi dell’800.
“S-sì” risposi un po’ titubante.
Dal balbettio si capisce già che è titubante. Perché ripeterlo?
quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.
È accaduto un fatto terribile e il PDV sta pensando alla tonalità dei vestiti di Radmila? Non è credibile.
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.
Non ho capito: se lui esce di casa prima di lei, allora lo sa che è uscito prima; se, invece, la vede uscire prima, allora lo sa che è uscito dopo.
Sussultai perché, per quanto fosse paradossalmente impossibile, il cadavere era quello di Radmila.
Infatti è impossibile, perlomeno poco credibile.
A rillegerci :)


Per forza è impossibile... basta leggere il titolo per capirne il "non-senso".

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Stefano.Moretto
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Re: Paradossi

Messaggio#18 » giovedì 1 luglio 2021, 13:37

Ciao Antonio, mi dispiace ma questo non è stato uno dei tuoi lavori migliori. L'unica cosa che riesco a percepire è una traccia di horror sul "con chi diavolo sono stato a letto?", ma non mi arriva nient'altro. Ci sono tanti problemi e non mi riferisco allo stile di scrittura, che può piacere o no, ma a un livello più profondo riguardo la distribuzione delle informazioni e le reazioni umane.
Cerco di farti vedere i punti più problematici.
Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
Sollevata la cornetta, udii una voce maschile acuta: “Sovrintendente, deve venire subito qui in piazza! E’ terribile!”
“S-sì” risposi un po’ titubante.

Prima usi un linguaggio ricercato, decisamente non del volgo, e poi fai reagire il personaggio facendolo balbettare titubante. Mi stai dando un'immagine incoerente per il poco che ne so: magari il personaggio è davvero uno a cui piace atteggiarsi da grande aristocratico, ma alla prima emergenza va nel panico; tuttavia qui non lo conosco abbastanza per saperlo o per poterlo capire da così poco, quindi quando inizia a balbettare mi cade un po' tutto il castello di carte. Per di più al telefono non è che gli abbiano detto qualcosa di sconcertante, per quello che ne sa potrebbe anche essere solo il suo dipendente che è sconvolto perché c'è un gatto su un albero che non riesce a scendere.
Intimai a Radmila di rivestirsi: quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.

Qui ho due problemi: il primo è che nonostante sia in emergenza fa caso ai colori dei suoi vestiti come se non li avesse mai visti prima, il secondo è che mi stai dando un'informazione in modo ridondante. Un vestito si intona perfettamente con un altro pezzo d'abbigliamento che è dello stesso colore –> basta dire che sono dello stesso colore, il fatto che si intonino è automatico, altrimenti hai anche la ripetizione cacofonica "intonava/tonalità".
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.

Questa informazione qui sembra uscire fuori a caso e anche un po' male. Se sei uscito prima di lei lo sai per forza, no? Quel "ne sono certo" non si capisce che funzione abbia. La frase dopo, "lei era venuta a piedi", sembra messa lì a caso, non si capisce che cosa dovrebbe aggiungere. Alla fine del racconto si capisce il perché di queste informazioni, ma messe così non vanno affatto bene. Inoltre sono pure inutili: è ovvio che anche se lei fosse uscita e si fosse teletrasportata sul luogo dell'omicidio non era lei il motivo per cui l'avevano chiamato, dato gli hanno telefonato mentre erano insieme.
Questi sono i problemi principali che ho riscontrato, spero che possa esserti utile.

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#19 » giovedì 1 luglio 2021, 17:21

Stefano.Moretto ha scritto:Ciao Antonio, mi dispiace ma questo non è stato uno dei tuoi lavori migliori. L'unica cosa che riesco a percepire è una traccia di horror sul "con chi diavolo sono stato a letto?", ma non mi arriva nient'altro. Ci sono tanti problemi e non mi riferisco allo stile di scrittura, che può piacere o no, ma a un livello più profondo riguardo la distribuzione delle informazioni e le reazioni umane.
Cerco di farti vedere i punti più problematici.
Mentre mi trovavo in soave compagnia di Radmila, audace signorina e figlia unica di un’anonima famiglia di basso borgo, ricevetti una telefonata.
Sollevata la cornetta, udii una voce maschile acuta: “Sovrintendente, deve venire subito qui in piazza! E’ terribile!”
“S-sì” risposi un po’ titubante.

Prima usi un linguaggio ricercato, decisamente non del volgo, e poi fai reagire il personaggio facendolo balbettare titubante. Mi stai dando un'immagine incoerente per il poco che ne so: magari il personaggio è davvero uno a cui piace atteggiarsi da grande aristocratico, ma alla prima emergenza va nel panico; tuttavia qui non lo conosco abbastanza per saperlo o per poterlo capire da così poco, quindi quando inizia a balbettare mi cade un po' tutto il castello di carte. Per di più al telefono non è che gli abbiano detto qualcosa di sconcertante, per quello che ne sa potrebbe anche essere solo il suo dipendente che è sconvolto perché c'è un gatto su un albero che non riesce a scendere.
Intimai a Radmila di rivestirsi: quel suo abito, color magenta, s’intonava perfettamente coi tacchi della stessa tonalità.

Qui ho due problemi: il primo è che nonostante sia in emergenza fa caso ai colori dei suoi vestiti come se non li avesse mai visti prima, il secondo è che mi stai dando un'informazione in modo ridondante. Un vestito si intona perfettamente con un altro pezzo d'abbigliamento che è dello stesso colore –> basta dire che sono dello stesso colore, il fatto che si intonino è automatico, altrimenti hai anche la ripetizione cacofonica "intonava/tonalità".
Uscii di casa prima di lei, ne sono certo. Lei era venuta a piedi.

Questa informazione qui sembra uscire fuori a caso e anche un po' male. Se sei uscito prima di lei lo sai per forza, no? Quel "ne sono certo" non si capisce che funzione abbia. La frase dopo, "lei era venuta a piedi", sembra messa lì a caso, non si capisce che cosa dovrebbe aggiungere. Alla fine del racconto si capisce il perché di queste informazioni, ma messe così non vanno affatto bene. Inoltre sono pure inutili: è ovvio che anche se lei fosse uscita e si fosse teletrasportata sul luogo dell'omicidio non era lei il motivo per cui l'avevano chiamato, dato gli hanno telefonato mentre erano insieme.
Questi sono i problemi principali che ho riscontrato, spero che possa esserti utile.


Ciao Stefano, ti rispondo in merito ai tre punti:
1. Sì, è un effetto voluto che serve a disorientare il lettore attraverso un disorientamento del personaggio, ma posso ben capire che non sia arrivato il messaggio;
2. Sì, sul discorso dei colori ho sbagliato: mi son fatto prender la mano fornendo troppa importanza al tema del contest;
3. Quell'espressione serve a incentivare il paradosso... il racconto è narrato tutto in forma "passata". Tu dici che era ovvio che non sarebbe potuta arrivare prima del protagonista, ma ho imparato che non per tutti vale la regola della "logica" di un'azione e allora ho voluto specificare, essere maggiormente incivisivo.

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Peter7413
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Re: Paradossi

Messaggio#20 » lunedì 5 luglio 2021, 12:33

Ciao Antonio! Nulla da dire sullo stile che trovo bello solido. Qualcosina ci sarebbe sul tema perché non mi è arrivato. Le problematiche vere, però, mi sembrano quelle concernenti il finale e quindi il paradosso perché, mio parere, potevi lavorarci di più fornendo maggiori elementi al lettore per infittire il mistero che, allo stato attuale, viene solo esposto e lasciato lì, cosa che mi ha provocato un certo qual senso di insoddisfazione acuito proprio dall'ottima presentazione, fino a quel punto.

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Antonio Pilato
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Re: Paradossi

Messaggio#21 » lunedì 5 luglio 2021, 16:48

Peter7413 ha scritto:Ciao Antonio! Nulla da dire sullo stile che trovo bello solido. Qualcosina ci sarebbe sul tema perché non mi è arrivato. Le problematiche vere, però, mi sembrano quelle concernenti il finale e quindi il paradosso perché, mio parere, potevi lavorarci di più fornendo maggiori elementi al lettore per infittire il mistero che, allo stato attuale, viene solo esposto e lasciato lì, cosa che mi ha provocato un certo qual senso di insoddisfazione acuito proprio dall'ottima presentazione, fino a quel punto.


Sì Peter, capisco bene il tuo punto di vista. Però, nel mio stile di scrittura è proprio il "creare nuove domande, dando una risposta a una sola domanda" a rappresentare l'intero obiettivo di tutta la mia narrativa.

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