Papaveri e lavanda
Papaveri e lavanda
Papaveri e lavanda di Debora Dolci
Sulla parete color lavanda della sala c’è un quadro di papaveri. Rosso!
Ines l’ha fatto di nuovo: cambia le cose in casa e non me lo dice.
Calo le chiavi sul mobiletto d’ingresso.
Lei spunta dalla cucina. «Ciao, coinquilina! Ben tornata, è andato bene l’esame?» Agita un cucchiaio sporco come saluto.
«Ma che cos’è quello?» Scarico la borsa sulla poltrona davanti alla TV.
«Ti piace? L’ha dipinto mia zia.»
Mugolo. «Un capolavoro...»
In un turbine di stoffa colorata e un tintinnio di bracciali Ines sparisce in cucina.
Mi pianto davanti ai papaveri. C’è odore d’incenso in casa. È una fragranza nuova.
«Ehi!» Ines è tornata. Sono rimasta piantata qui per un pezzo..
«Tieni. Rinforzo positivo post esame!» Mi porge un piattino con un babà e una pallina di gelato alla crema.
Lo prendo inspirando. Ah, l’odore del babà. Siedo, con il cucchiaino affondo nella pasta morbida.
«Grazie, Ines.» Sono una vera stronza. Sono cotta dopo l’esame e me la prendo con lei perché sorride e ha un pessimo gusto per i colori. E i vestiti. Ma mi conosce.
Ines mi siede vicino. «Forse il quadro non ci sta bene lì. Voglio dire: i colori sono troppo diversi.»
«No, no.» Gesticolo con il cucchiaino. Ho la bocca piena e bofonchio. «Li voglio vedere ogni giorno i papaveri.»
«E perché?»
«Mi ricordano che è bello non essere soli.»
Sulla parete color lavanda della sala c’è un quadro di papaveri. Rosso!
Ines l’ha fatto di nuovo: cambia le cose in casa e non me lo dice.
Calo le chiavi sul mobiletto d’ingresso.
Lei spunta dalla cucina. «Ciao, coinquilina! Ben tornata, è andato bene l’esame?» Agita un cucchiaio sporco come saluto.
«Ma che cos’è quello?» Scarico la borsa sulla poltrona davanti alla TV.
«Ti piace? L’ha dipinto mia zia.»
Mugolo. «Un capolavoro...»
In un turbine di stoffa colorata e un tintinnio di bracciali Ines sparisce in cucina.
Mi pianto davanti ai papaveri. C’è odore d’incenso in casa. È una fragranza nuova.
«Ehi!» Ines è tornata. Sono rimasta piantata qui per un pezzo..
«Tieni. Rinforzo positivo post esame!» Mi porge un piattino con un babà e una pallina di gelato alla crema.
Lo prendo inspirando. Ah, l’odore del babà. Siedo, con il cucchiaino affondo nella pasta morbida.
«Grazie, Ines.» Sono una vera stronza. Sono cotta dopo l’esame e me la prendo con lei perché sorride e ha un pessimo gusto per i colori. E i vestiti. Ma mi conosce.
Ines mi siede vicino. «Forse il quadro non ci sta bene lì. Voglio dire: i colori sono troppo diversi.»
«No, no.» Gesticolo con il cucchiaino. Ho la bocca piena e bofonchio. «Li voglio vedere ogni giorno i papaveri.»
«E perché?»
«Mi ricordano che è bello non essere soli.»
- maurizio.ferrero
- Messaggi: 529
Re: Papaveri e lavanda
Ciao Debora! Tempo e caratteri ok, divertiti in questa prima sfida dello scrittore dell'estate! :)
- Alessandro -JohnDoe- Canella
- Messaggi: 421
- Contatta:
Re: Papaveri e lavanda
Ciao Debora.
Bel racconto. Al netto di qualche errore di battitura di troppo per gli standard a cui ci hai abituato (ininfluenti ai fini del giudizio finale, sia ben chiaro), ho davvero apprezzato il testo. Riprendendo il commento fatto al buon Luca, il tuo è proprio quel genere di brano dotato di una struttura ben calibrata, dotato tanto di un messaggio da veicolare quanto di una storia compiuta. Certo, forse il percorso che porta la protagonista a mutare il suo pensiero è un po’ troppo repentino, ma parliamoci chiaro: in 1300 caratteri credo sia molto difficile (non dico impossibile) fare di più. Forse qualche carattere si poteva recuperare dai dialoghi, rendendoli più immediati (ad esempio da «Ciao, coinquilina! Ben tornata, è andato bene l’esame?» a «Ciao, [inserire nome troncato, tipo “Deb”]! Andato bene l’esame?»), ma da qui a dire se il tutto sarebbe bastato per esplicitare meglio il salto temporale di cui sopra il passo è lungo.
Insomma, ottima prova. Questo gruppo mi sta già mettendo in parecchia difficoltà nei posizionamenti. :)
Alla prossima.
Bel racconto. Al netto di qualche errore di battitura di troppo per gli standard a cui ci hai abituato (ininfluenti ai fini del giudizio finale, sia ben chiaro), ho davvero apprezzato il testo. Riprendendo il commento fatto al buon Luca, il tuo è proprio quel genere di brano dotato di una struttura ben calibrata, dotato tanto di un messaggio da veicolare quanto di una storia compiuta. Certo, forse il percorso che porta la protagonista a mutare il suo pensiero è un po’ troppo repentino, ma parliamoci chiaro: in 1300 caratteri credo sia molto difficile (non dico impossibile) fare di più. Forse qualche carattere si poteva recuperare dai dialoghi, rendendoli più immediati (ad esempio da «Ciao, coinquilina! Ben tornata, è andato bene l’esame?» a «Ciao, [inserire nome troncato, tipo “Deb”]! Andato bene l’esame?»), ma da qui a dire se il tutto sarebbe bastato per esplicitare meglio il salto temporale di cui sopra il passo è lungo.
Insomma, ottima prova. Questo gruppo mi sta già mettendo in parecchia difficoltà nei posizionamenti. :)
Alla prossima.
lupus in fabula
- Michael Dag
- Messaggi: 428
Re: Papaveri e lavanda
ciao debora! Ci si rivede
una buona prima persona come sempre, che in poche righe trasmette quello che dovrebbe. La scena è chiara, i ruoli sono definiti, il tema è rispettato.
purtroppo sono un pessimo giudice perché se non trovo morte e distruzione mi annoio in fretta, ma il senso di colpa della protagonista mi ha colpito. Una buona prova.
una buona prima persona come sempre, che in poche righe trasmette quello che dovrebbe. La scena è chiara, i ruoli sono definiti, il tema è rispettato.
purtroppo sono un pessimo giudice perché se non trovo morte e distruzione mi annoio in fretta, ma il senso di colpa della protagonista mi ha colpito. Una buona prova.
Re: Papaveri e lavanda
Ciao Debora,
un racconto attuale in cui è facile identificarsi. La coinquilina dotata di un gusto discutibile in fatto di colori e accostamenti, guadagna punti quando dimostra la sua gentilezza. Allora tutto è sopportabile e un quadro vistoso acquista punti e si riempie di significato. L'ultima frase è una ciliegina sulla torta di un racconto semplice, lineare e conclusivo.
un racconto attuale in cui è facile identificarsi. La coinquilina dotata di un gusto discutibile in fatto di colori e accostamenti, guadagna punti quando dimostra la sua gentilezza. Allora tutto è sopportabile e un quadro vistoso acquista punti e si riempie di significato. L'ultima frase è una ciliegina sulla torta di un racconto semplice, lineare e conclusivo.
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Papaveri e lavanda
Ciao Debora, un bel lavoro. Partiamo dal fatto che alle 23.20 m’è venuta una voglia incredibile di babà. Penso sia il dettaglio del cucchiaino che ci affonda.
Lavoro ben bilanciato dall’inizio alla fine, mi è piaciuto molto come all’interno del brano hai gestito l’inversione di polarità del valore "che palle non essere soli / che bello non essere soli".
Unica nota: fatico ad attribuire la battuta «Ehi!», lì c’è stata un po’ di confusione.
complimenti
andrea
Lavoro ben bilanciato dall’inizio alla fine, mi è piaciuto molto come all’interno del brano hai gestito l’inversione di polarità del valore "che palle non essere soli / che bello non essere soli".
Unica nota: fatico ad attribuire la battuta «Ehi!», lì c’è stata un po’ di confusione.
complimenti
andrea
Re: Papaveri e lavanda
Grazie a tutti, Alessandro, Michael, Angela e Andrea!
Concordo su tutto,
questo mi ha fatto sorridere:
Una volta ci provo solo per te, magari scappa fuori l'Apocalisse, chissà! :D
Dunque, qui la questione è delicata perché la parola coinquilina serve in poco spazio a evocare un rapporto ben preciso, nella mia esperienza (una decina di coinquiline) l'amicizia e il conflitto che possono nascere in questo contesto sono qualcosa di unico diverso da quello con la famiglia o con i partner. La correzione della battuta che proponi toglierebbe una parola che ha come scopo quello di evocare molto quindi io non la toglierei, per quanto riguarda Andato bene l'esame, ok, ci sta.
La battuta è di Ines. Invece che mettere il passato prossimo (è tornata) avrei dovuto inserire prima l'azione, Ines torna in sala e poi la battuta con il gesto di porgere il piatto.
Sempre puntualissimo, caro Andrea. Grazie
Concordo su tutto,
questo mi ha fatto sorridere:
Michael Dag ha scritto:se non trovo morte e distruzione mi annoio in fretta,
Una volta ci provo solo per te, magari scappa fuori l'Apocalisse, chissà! :D
John Doe ha scritto:Ciao Debora.
«Ciao, coinquilina! Ben tornata, è andato bene l’esame?» a «Ciao, [inserire nome troncato, tipo “Deb”]! Andato bene l’esame?»), ma da qui a dire se il tutto sarebbe bastato per esplicitare meglio il salto temporale di cui sopra il passo è lungo.
Dunque, qui la questione è delicata perché la parola coinquilina serve in poco spazio a evocare un rapporto ben preciso, nella mia esperienza (una decina di coinquiline) l'amicizia e il conflitto che possono nascere in questo contesto sono qualcosa di unico diverso da quello con la famiglia o con i partner. La correzione della battuta che proponi toglierebbe una parola che ha come scopo quello di evocare molto quindi io non la toglierei, per quanto riguarda Andato bene l'esame, ok, ci sta.
Andrea Lauro ha scritto:Unica nota: fatico ad attribuire la battuta «Ehi!», lì c’è stata un po’ di confusione.
La battuta è di Ines. Invece che mettere il passato prossimo (è tornata) avrei dovuto inserire prima l'azione, Ines torna in sala e poi la battuta con il gesto di porgere il piatto.
Sempre puntualissimo, caro Andrea. Grazie
- ItaliaLeggendaria
- Messaggi: 172
Re: Papaveri e lavanda
Ciao Debora, mi sembra sia la prima volta che ti leggo.
Trovo il tuo stile molto semplice e fluido, con i giusti particolari e un buon ritmo.
Un unica nota appena stonata è il cambio repentino della protagonista dal non poter vedere il quadro rosso sulla parete lilla al voler vedere ogni giorno quel pugno in un occhio. In un testo più lungo sarebbe stato bello vedere le evoluzioni del rapporto tra coinquiline.
Il tema c'è ed è usato in maniera alternativa.
Trovo il tuo stile molto semplice e fluido, con i giusti particolari e un buon ritmo.
Un unica nota appena stonata è il cambio repentino della protagonista dal non poter vedere il quadro rosso sulla parete lilla al voler vedere ogni giorno quel pugno in un occhio. In un testo più lungo sarebbe stato bello vedere le evoluzioni del rapporto tra coinquiline.
Il tema c'è ed è usato in maniera alternativa.
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- Messaggi: 3144
Re: Papaveri e lavanda
Tema centrato. Racconto molto suggestivo. Distribuisci i particolari con maestria (resta impresso il muro color lavanda sul quale spicca il quadro di papaveri rossi, e anche il babà con gelato come premio per l’esame). Ines sarà anche una persona vivace (ama cambiare la disposizione degli arredi, e aggiungerne, vedi il quadro della zia e anche le fragranze all’incenso che cambiano di continuo) ma è colta (il termine “rinforzo positivo” rimanda alla Psicologia dell’Apprendimento) e quindi sa dello sforzo della coinquilina nel sostenere e superare l’esame. Quanto alla coinquilina, appare un po’ infastidita, all’inizio, certo vivere con una persona estranea è dura, però, nel finale, davanti alla gentilezza di lei, ne apprezza la compagnia. Molto profondo. Complimenti
- Giovanni Attanasio
- Messaggi: 350
- Contatta:
Re: Papaveri e lavanda
La trovo una scenetta molto dolce e condita dai piccoli fraintendimenti della vita assieme (per qualsivoglia motivo). Le peculiarità di Ines sono introdotte in modo sapiente senza troppo forzarle nella testa del lettore. I dialoghi sono ben gestiti e separati dalle giuste pause che mantengono viva l’attenzione. Lettura piacevole.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Papaveri e lavanda
Ciao Debora,
ogni volta che leggo un tuo racconto lo trovo così fresco e interessante da catapultarmi subito nella sua atmosfera. Questo in particolare è un turbine di colori, sensazioni, profumi. Il tutto in una visione al femminile che ti avvolge, facendoti sentire uno spettatore seduto sul divano nella casa delle due ragazze. Tema perfettamente centrato e finale per niente scontato, che mette in valore tutto quello che hai seminato dalla prima parola.
Racconto da finale, bravissima!
ogni volta che leggo un tuo racconto lo trovo così fresco e interessante da catapultarmi subito nella sua atmosfera. Questo in particolare è un turbine di colori, sensazioni, profumi. Il tutto in una visione al femminile che ti avvolge, facendoti sentire uno spettatore seduto sul divano nella casa delle due ragazze. Tema perfettamente centrato e finale per niente scontato, che mette in valore tutto quello che hai seminato dalla prima parola.
Racconto da finale, bravissima!
Re: Papaveri e lavanda
Grazie a Giovanni (
Capisco la nota, lo spazio era poco e sapevo che poteva essere percepito come brusco, ma mi importava che non risultasse incoerente. Capita nella vita di prendersela con le persone che ci stanno più vicine per stanchezza ecc. e di essere nervosi o acidelli e capita anche che chi ci ama riesca a disarmarci con un semplice gesto di cura.
Alexandra, grazie! Hai colto moltissimo nel testo e sono contenta soprattutto di questo:
Buona edizione a tutti!
ha molto valore per me), Andrea (che è sempre troppo buono), Morena e Alexandra per i commenti!Giovanni Attanasio ha scritto:I dialoghi sono ben gestiti e separati dalle giuste pause che mantengono viva l’attenzione.
ItaliaLeggendaria ha scritto:Un unica nota appena stonata è il cambio repentino della protagonista...
Capisco la nota, lo spazio era poco e sapevo che poteva essere percepito come brusco, ma mi importava che non risultasse incoerente. Capita nella vita di prendersela con le persone che ci stanno più vicine per stanchezza ecc. e di essere nervosi o acidelli e capita anche che chi ci ama riesca a disarmarci con un semplice gesto di cura.
Alexandra, grazie! Hai colto moltissimo nel testo e sono contenta soprattutto di questo:
alexandra.fischer ha scritto:ma è colta (il termine “rinforzo positivo” rimanda alla Psicologia dell’Apprendimento) e quindi sa dello sforzo della coinquilina nel sostenere e superare l’esame.
Buona edizione a tutti!
Re: Papaveri e lavanda
Molto, molto bene Debora. Ti muovi con grazia a prescindere dallo spazio a tua disposizione e riesci a riempire i tuoi testi di vita, sempre. Sul breve, come in questo caso, riesci anche a lavorare di assenza come nel cambio repentino che a me non è giunto tale perché ci porti nel travaglio interiore della protagonista e tutto diventa chiaro nel momento che dai al lettore gli elementi sufficienti per portarlo a colorare i vuoti. Brava.
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