Hybris
Hybris
Hybris
Jules tentava di assumere una posizione composta sulla poltrona, non aiutato dalla bassa gravità lunare. Agli occhi del suo collega sembrava sempre sul punto di prendere il volo.
«Confesso che faccio ancora fatica a crederci,» Assur non nascondeva una forte euforia, «fra pochi minuti un oggetto costruito dall’Uomo, dalla nostra corporazione oltretutto, raggiungerà la velocità della Luce! E… e se posso permettermi, sembri solo preoccupato.»
Persa la battaglia contro la poltrona, Jules si alzò bruscamente, pur con l’accortezza di tenersi alla consolle del computer per evitare cadute. Riacquistato l’equilibrio, si girò a guardare il collega: «Non so dirti, Assur, ma ci sono cose che non riesco a scacciare dalla testa. Il problema è che sono sensazioni, niente di concreto, niente di cui uno scienziato dovrebbe parlare.»
Assur guardò l’orologio: la sonda avrebbe raggiunto la velocità Luce, fra 13 minuti esatti.
L’ora Zero.
«Sensazioni? Beh, Jules, la probabilità che qualcosa vada storto ovviamente esiste, anche se tutto lascia pensare il contrario. L’unico vero problema è che, in quel caso, lo sapremo solo fra giorni, visto dove si trova la sonda.»
«No, non penso a questo, non mi preoccupa il fallimento,» Jules alzò la mano destra verso l’altro scienziato, come a fermare sul nascere le prevedibili obiezioni, «sono molto più preoccupato dal successo della missione.»
Assur perse in un attimo tutte le sue sicurezze; conosceva Jules da troppo tempo e sapeva bene come, dentro quell’uomo alto e sgraziato, si nascondesse uno scienziato di altissimo livello, da non sottovalutare mai: «Prova a farmi capire. Che ti suggeriscono queste “sensazioni”?»
Jules perse qualche secondo guardandosi intorno; era così claustrofobico quel piccolo centro controllo sulla base lunare, sentiva le paratie venirgli incontro, soffocarlo. Non era mai successo prima. «I nostri studi non sono mai riusciti a spiegare perché l’Universo si stia espandendo all’infinito, mentre tutti gli indizi vorrebbero che, ad un certo punto, avrebbe dovuto contrarsi, fino a tornare ad essere una singolarità, un punto pronto ad esplodere in un nuovo big bang, fino al nuovo collasso e via così in un loop infinito.» Assur fece per intervenire ma Jules lo fermò nuovamente con la mano: «I fotoni vanno alla velocità della Luce ma non hanno massa, la nostra sonda avrà una massa infinita, capito, massa infinita! E se questa massa avesse anche una gravità infinita?»
«Questo non vuol dire niente,» Assur sorrise, un po’ forzatamente, «ci studiamo da secoli, tutti i calcoli confermano che...»
«Non possiamo essere certi di tutto!» Jules si scoprì tremante: «Magari è per questo che non abbiamo trovato altre civiltà evolute,» disse, guardando verso il nulla, «forse anche noi facciamo parte del meccanismo, forse la singolarità si forma ogni volta che gli esseri viventi costruiscono un innesco, un inconsapevole reset dell’Universo.»
Assur lo guardò perplesso: «Assurdità! Comunque è l’ora Zer...»
Stefano Tanci (aka Kruaxi)
Jules tentava di assumere una posizione composta sulla poltrona, non aiutato dalla bassa gravità lunare. Agli occhi del suo collega sembrava sempre sul punto di prendere il volo.
«Confesso che faccio ancora fatica a crederci,» Assur non nascondeva una forte euforia, «fra pochi minuti un oggetto costruito dall’Uomo, dalla nostra corporazione oltretutto, raggiungerà la velocità della Luce! E… e se posso permettermi, sembri solo preoccupato.»
Persa la battaglia contro la poltrona, Jules si alzò bruscamente, pur con l’accortezza di tenersi alla consolle del computer per evitare cadute. Riacquistato l’equilibrio, si girò a guardare il collega: «Non so dirti, Assur, ma ci sono cose che non riesco a scacciare dalla testa. Il problema è che sono sensazioni, niente di concreto, niente di cui uno scienziato dovrebbe parlare.»
Assur guardò l’orologio: la sonda avrebbe raggiunto la velocità Luce, fra 13 minuti esatti.
L’ora Zero.
«Sensazioni? Beh, Jules, la probabilità che qualcosa vada storto ovviamente esiste, anche se tutto lascia pensare il contrario. L’unico vero problema è che, in quel caso, lo sapremo solo fra giorni, visto dove si trova la sonda.»
«No, non penso a questo, non mi preoccupa il fallimento,» Jules alzò la mano destra verso l’altro scienziato, come a fermare sul nascere le prevedibili obiezioni, «sono molto più preoccupato dal successo della missione.»
Assur perse in un attimo tutte le sue sicurezze; conosceva Jules da troppo tempo e sapeva bene come, dentro quell’uomo alto e sgraziato, si nascondesse uno scienziato di altissimo livello, da non sottovalutare mai: «Prova a farmi capire. Che ti suggeriscono queste “sensazioni”?»
Jules perse qualche secondo guardandosi intorno; era così claustrofobico quel piccolo centro controllo sulla base lunare, sentiva le paratie venirgli incontro, soffocarlo. Non era mai successo prima. «I nostri studi non sono mai riusciti a spiegare perché l’Universo si stia espandendo all’infinito, mentre tutti gli indizi vorrebbero che, ad un certo punto, avrebbe dovuto contrarsi, fino a tornare ad essere una singolarità, un punto pronto ad esplodere in un nuovo big bang, fino al nuovo collasso e via così in un loop infinito.» Assur fece per intervenire ma Jules lo fermò nuovamente con la mano: «I fotoni vanno alla velocità della Luce ma non hanno massa, la nostra sonda avrà una massa infinita, capito, massa infinita! E se questa massa avesse anche una gravità infinita?»
«Questo non vuol dire niente,» Assur sorrise, un po’ forzatamente, «ci studiamo da secoli, tutti i calcoli confermano che...»
«Non possiamo essere certi di tutto!» Jules si scoprì tremante: «Magari è per questo che non abbiamo trovato altre civiltà evolute,» disse, guardando verso il nulla, «forse anche noi facciamo parte del meccanismo, forse la singolarità si forma ogni volta che gli esseri viventi costruiscono un innesco, un inconsapevole reset dell’Universo.»
Assur lo guardò perplesso: «Assurdità! Comunque è l’ora Zer...»
Stefano Tanci (aka Kruaxi)
Re: Hybris
Ciao Stefano! Se non sbaglio, secondo MC per te! Caratteri e tempo ok, buona MARIA ELISA ALOISI EDITION!
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Re: Hybris
HYBRIS di Stefano Tanci Tema centrato. Piacerebbe agli scienziati e anche a chi studia filosofia della scienza. Infatti il racconto si rifà alla teoria di Einstein dell’universo in espansione, ossia gonfiato come un palloncino a partire dal big bang. L’idea del reset dell’universo privo di altre civiltà e quindi sempre intento a riprodurre se stesso è molto acuta. Il Lettore Amante della SF si trova a suo agio nell’atmosfera tesa che hai creato a proposito della sonda che i due scienziati devono ancora trovare per avere conferma dei loro dati. Intrigante l’idea della base lunare. Ottima rielaborazione della serie Spazio 19999. Bello anche il finale, con la parola Ora Zero mozzata. Probabile cambio di prospettiva da parte di Assur, lo scienziato metodico opposto al più chiaroveggente Jules.
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Re: Hybris
Hibris di Stefano Tacci
Stefano sono nuova in questo contest e mi approccio con delicatezza, non volermene se non ho colto il tuo racconto. Jules e Assue due astronauti che, a mio parere, non centrano l’effetto Droste. Un racconto di fantascienza in cui i protagonisti si pongono domande sulla possibilità che un oggetto costruito dall’uomo possa raggiungere la velocità della luce ( non capisco perché l’autore scriva uomo e luce in maiuscolo). Segue una spiegazione sull’universo che si espande senza alcuna intenzione di contrarsi e tornare indietro fino a un nuovo big bang per ripartire in un nuovo collasso, in un loop infinito. Ma se si viaggia alla velocità della luce? Domande senza risposte mentre si avvicina l’ora zer… un racconto che ti lascia un sorriso.
Per me è un 6,50
Stefano sono nuova in questo contest e mi approccio con delicatezza, non volermene se non ho colto il tuo racconto. Jules e Assue due astronauti che, a mio parere, non centrano l’effetto Droste. Un racconto di fantascienza in cui i protagonisti si pongono domande sulla possibilità che un oggetto costruito dall’uomo possa raggiungere la velocità della luce ( non capisco perché l’autore scriva uomo e luce in maiuscolo). Segue una spiegazione sull’universo che si espande senza alcuna intenzione di contrarsi e tornare indietro fino a un nuovo big bang per ripartire in un nuovo collasso, in un loop infinito. Ma se si viaggia alla velocità della luce? Domande senza risposte mentre si avvicina l’ora zer… un racconto che ti lascia un sorriso.
Per me è un 6,50
Re: Hybris
Ti ringrazio. Sono nuovo anche io, questa è soltanto la mia seconda partecipazione. Concordo certamente sul fatto che questo piccolo raccontino, sfruttando certi cliché fantascientifici, possa non essere di facilissima interpretazione per un lettore non avvezzo al genere. Questo già presupponendo che sia riuscito a dare un senso alla storia, cosa tutta da dimostrare. L'effetto Drosde (un ringraziamento a Google) lo vedo nell'alternarsi infinito fra esplosione, il big bang, ed implosione, il big crunch, dell'Universo; l'elemento "nuovo", spero, sta nel fatto che gli esseri viventi rientrano, inconsapevolmente, nel meccanismo, poiché sono loro, allorquando la civiltà più evoluta della galassia arriva a raggiungere la capacità di viaggiare alla velocità della luce, che provocano l'immediata implosione dell'Universo, precipitato nell'infinito pozzo gravitazionale prodotto dall'oggetto lanciato alla velocità della luce. Chiaramente un astrofisico inizia a ridere fino a morirne di questa "ipotesi".
Grazie mille. Gentilissima anche tu.
Grazie mille. Gentilissima anche tu.
- Andrea Lauro
- Messaggi: 596
Re: Hybris
Ciao Stefano, penso sia la prima volta che ti commento! Allora, il paragone tra il tuo racconto e quello di Cavanna viene spontaneo, perché entrambi vincete in due elementi differenti. Per stile è migliore il suo, per svolgimento della trama il tuo. Vai dritto al punto, segui il filo e arrivi al finale. E mi spingo più in là, perché devo porvi in una classifica: la storia vince sullo stile, quindi il tuo racconto è migliore. Quindi bene.
Attento però: sullo stile qualcosa c’è da sistemare. Non dico che mi sia dispiaciuto eh, in realtà mi ha ricordato molto Fhrhedherich Braun (non sapevo dove mettere le H, così le ho messe dappertutto). E siccome è la prima volta che ti leggo, potrebbe anche essere che tu abbia scritto apposta in old-style e tu sia un maledetto genio. Perché il contenuto si presta molto, anzi è proprio azzeccato. Se così non fosse, allora su testi differenti potresti avere delle difficoltà.
Partirei col mettere a posto la cosa più semplice di tutte, quella per cui non c’è bisogno di stare lì a pensare: togli le D eufoniche. Saltano all’occhio ed è una stupidata rimuoverle.
a presto e buona edition!
andrea
Attento però: sullo stile qualcosa c’è da sistemare. Non dico che mi sia dispiaciuto eh, in realtà mi ha ricordato molto Fhrhedherich Braun (non sapevo dove mettere le H, così le ho messe dappertutto). E siccome è la prima volta che ti leggo, potrebbe anche essere che tu abbia scritto apposta in old-style e tu sia un maledetto genio. Perché il contenuto si presta molto, anzi è proprio azzeccato. Se così non fosse, allora su testi differenti potresti avere delle difficoltà.
Partirei col mettere a posto la cosa più semplice di tutte, quella per cui non c’è bisogno di stare lì a pensare: togli le D eufoniche. Saltano all’occhio ed è una stupidata rimuoverle.
a presto e buona edition!
andrea
Re: Hybris
Grazie! Altri utili consigli ed... ehm... e interessanti considerazioni.
I dubbi che ti fai sono anche i miei, infatti sono qui per mettermi in gioco, soprattutto per colpa di un gruppo di scalmanati che ho trovato su YouTube: brutto posto, non frequentarlo.
Grazie ancora.
ps: La "D" eufonica è un brutto vizio che devo eliminare. Io la uso abitualmente anche nel parlato!
I dubbi che ti fai sono anche i miei, infatti sono qui per mettermi in gioco, soprattutto per colpa di un gruppo di scalmanati che ho trovato su YouTube: brutto posto, non frequentarlo.
Grazie ancora.
ps: La "D" eufonica è un brutto vizio che devo eliminare. Io la uso abitualmente anche nel parlato!
- david.callaghan
- Messaggi: 220
Re: Hybris
Ciao
piacere di leggerti kruaxi.
A me è piaciuto molto il tuo racconto, sopratutto per lo e l'atmosfera e lo stile "old style". Non avevo colto l'attinenza al tema inizialmente, ma effettivamente c'è tutta. Per me un ottima prova, anche perché sei uscito un po' dalle solite tematiche del foro. A rileggerti.
piacere di leggerti kruaxi.
A me è piaciuto molto il tuo racconto, sopratutto per lo e l'atmosfera e lo stile "old style". Non avevo colto l'attinenza al tema inizialmente, ma effettivamente c'è tutta. Per me un ottima prova, anche perché sei uscito un po' dalle solite tematiche del foro. A rileggerti.
Re: Hybris
Grazie mille anche a te. Sei stato molto gentile.
Stefano
Stefano
Ultima modifica di kruaxi il venerdì 1 aprile 2022, 1:20, modificato 1 volta in totale.
Re: Hybris
Ciao Stefano piacere di leggerti
Comincio col dire che apprezzo il riferimento alla cultura classica che c’è nel titolo.
Il racconto è ben strutturato e si realizza nel finale. Mi piace la fantascienza e ne leggo anche parecchia, spesso non ci capisco niente e il mio cervello si spegne un po’ di fronte agli spiegoni di fisica, ma è un problema mio.
Il tema è centrato nel riavvio dell’universo, se ho ben capito. Anche se non mi convince del tutto perché non ho colto l’immagine riprodotta all’interno dell’immagine stessa.
Lo stile è abbastanza solido. Hai scelto una terza persona molto tradizionale che richiama proprio lo stile di quell'epoca d’oro della fantascienza. Sto leggendo un romanzo di James Blish in questo momento e ti ritrovo nello stesso filone.
A mio parere ci sono degli aspetti su cui potresti lavorare anche volendo mantenere questa patina d’epoca.
Tre esempi per farti capire dove la lettura mi è parsa meno scorrevole. Sono mie opinioni bassate sull'esperienza, spero siano utili, altrimenti cestina pure.
«No, non penso a questo, non mi preoccupa il fallimento,» Jules alzò la mano destra verso l’altro scienziato, come a fermare sul nascere le prevedibili obiezioni, «sono molto più preoccupato dal successo della missione.» → di solito quando trovo queste cose storco il naso. Il tizio alza la mano, continua a parlare e non ci sono altre obiezioni, quindi perché dovrei aver bisogno della didascalia all’azione? Ci arrivo da sola. Poi dipende dai lettori, ci sono quelli che amano essere accompagnati.
Jules si alzò bruscamente, pur con l’accortezza di tenersi alla consolle del computer per evitare cadute. -> Jules si alzò bruscamente è un'immagine che il lettore deve costruire decidendo cosa significa bruscamente per lui e dopo la costruzione deve riavviare per aggiungere che Jules si regge alla consolle. Sono un sacco di parole per un'azione, la lunga costruzione che segue la frase principale rallenta la lettura.
un po’ forzatamente → se è un sorriso forzato lo è, sennò che significa? Mezzo sorriso, solleva solo un angolo della bocca, scopre i denti?
Refusi e ripetizioni (non li considero molto nella valutazione dati i tempi di MC)
Assur perse in un attimo tutte le sue sicurezze / Jules perse qualche secondo guardandosi intorno; → ripetizione,
Anche io trovo fastidiose le D eufoniche, quelle all’interno del dialogo potrebbero essere una sorta di parlata del personaggio?
Conclusione: non ho capito molto di tutte le questioni fisiche, ma mi piace il collegamento tra la superbia alla greca e l’atteggiamento di Jules. Finale che acchiappa il tema in modo intelligente anche se ci ragiono ancora un po’ sopra.
Comincio col dire che apprezzo il riferimento alla cultura classica che c’è nel titolo.
Il racconto è ben strutturato e si realizza nel finale. Mi piace la fantascienza e ne leggo anche parecchia, spesso non ci capisco niente e il mio cervello si spegne un po’ di fronte agli spiegoni di fisica, ma è un problema mio.
Il tema è centrato nel riavvio dell’universo, se ho ben capito. Anche se non mi convince del tutto perché non ho colto l’immagine riprodotta all’interno dell’immagine stessa.
Lo stile è abbastanza solido. Hai scelto una terza persona molto tradizionale che richiama proprio lo stile di quell'epoca d’oro della fantascienza. Sto leggendo un romanzo di James Blish in questo momento e ti ritrovo nello stesso filone.
A mio parere ci sono degli aspetti su cui potresti lavorare anche volendo mantenere questa patina d’epoca.
Tre esempi per farti capire dove la lettura mi è parsa meno scorrevole. Sono mie opinioni bassate sull'esperienza, spero siano utili, altrimenti cestina pure.
«No, non penso a questo, non mi preoccupa il fallimento,» Jules alzò la mano destra verso l’altro scienziato, come a fermare sul nascere le prevedibili obiezioni, «sono molto più preoccupato dal successo della missione.» → di solito quando trovo queste cose storco il naso. Il tizio alza la mano, continua a parlare e non ci sono altre obiezioni, quindi perché dovrei aver bisogno della didascalia all’azione? Ci arrivo da sola. Poi dipende dai lettori, ci sono quelli che amano essere accompagnati.
Jules si alzò bruscamente, pur con l’accortezza di tenersi alla consolle del computer per evitare cadute. -> Jules si alzò bruscamente è un'immagine che il lettore deve costruire decidendo cosa significa bruscamente per lui e dopo la costruzione deve riavviare per aggiungere che Jules si regge alla consolle. Sono un sacco di parole per un'azione, la lunga costruzione che segue la frase principale rallenta la lettura.
un po’ forzatamente → se è un sorriso forzato lo è, sennò che significa? Mezzo sorriso, solleva solo un angolo della bocca, scopre i denti?
Refusi e ripetizioni (non li considero molto nella valutazione dati i tempi di MC)
Assur perse in un attimo tutte le sue sicurezze / Jules perse qualche secondo guardandosi intorno; → ripetizione,
Anche io trovo fastidiose le D eufoniche, quelle all’interno del dialogo potrebbero essere una sorta di parlata del personaggio?
Conclusione: non ho capito molto di tutte le questioni fisiche, ma mi piace il collegamento tra la superbia alla greca e l’atteggiamento di Jules. Finale che acchiappa il tema in modo intelligente anche se ci ragiono ancora un po’ sopra.
Re: Hybris
Grazie, Debora.
Onestamente, per un dilettante allo sbaraglio quale il sottoscritto, le tue osservazioni sono incredibilmente preziose.
Davvero, grazie.
Stefano
Onestamente, per un dilettante allo sbaraglio quale il sottoscritto, le tue osservazioni sono incredibilmente preziose.
Davvero, grazie.
Stefano
- Maurizio Chierchia
- Messaggi: 303
Re: Hybris
Ciao Stefano,
Il tuo racconto è molto carino. Il finale tagliato per rendere al meglio la fine/inizio dell'universo è una bella pennellata. Anche il tema è centrato secondo me. Da quello che ho capito, l'effetto droste è nell'immagine dell'universo che nasce e muore in un loop infinito, causato da noi umani che ne rimarremo sempre ignari, appunto perché una volta capito distruggiamo di nuovo tutto. Ho capito bene?
Spero di sì!
Complimenti e buona gara!
Il tuo racconto è molto carino. Il finale tagliato per rendere al meglio la fine/inizio dell'universo è una bella pennellata. Anche il tema è centrato secondo me. Da quello che ho capito, l'effetto droste è nell'immagine dell'universo che nasce e muore in un loop infinito, causato da noi umani che ne rimarremo sempre ignari, appunto perché una volta capito distruggiamo di nuovo tutto. Ho capito bene?
Spero di sì!
Complimenti e buona gara!
Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"
"Domani è già vicino"
Re: Hybris
Ciao. Innanzi tutto grazie anche a te! Sì, in questa fantasia gli esseri viventi, loro malgrado, raggiungendo il culmine tecnologico (la velocità della luce), provocano l'immediato collasso dell'Universo e permettono la partenza di un nuovo ciclo. Grazie.
Stefano
Stefano
Re: Hybris
Stefano caro,
se non avessi letto la tua spiegazione non avrei davvero saputo capirci qualcosa, mi sono sentita come Penny quando Sheldon parla. Perciò partendo da questo mio limite posso solo commentare la forma ma poco il contenuto. L'effetto droste non l'ho visto o almeno a me non è risultato chiaro e me ne dolgo. La scrittura però è scorrevole e anche se non amo la punteggiatura nelle caporali credo tu abbia una bella penna.
Scusami ancora se non sono riuscita a dire di più. Da una Penny sconsolata un caro saluto
se non avessi letto la tua spiegazione non avrei davvero saputo capirci qualcosa, mi sono sentita come Penny quando Sheldon parla. Perciò partendo da questo mio limite posso solo commentare la forma ma poco il contenuto. L'effetto droste non l'ho visto o almeno a me non è risultato chiaro e me ne dolgo. La scrittura però è scorrevole e anche se non amo la punteggiatura nelle caporali credo tu abbia una bella penna.
Scusami ancora se non sono riuscita a dire di più. Da una Penny sconsolata un caro saluto
- Shanghai Kid
- Messaggi: 385
Re: Hybris
Ciao Stefano e piacere di averti letto!
Il tuo racconto è ben scritto e la lettura è fluida, quindi bravo. Scorre bene e il tema è centrato. La prova è assolutamente buona. Avrei tuttavia, ma forse qui si entra davvero troppo nella soggettività del lettore, empatizzare di più con i personaggi.
Se devo trovare una pecca al tuo pezzo che, torno a dirlo, è ben scritto, è che mi ha coinvolta poco, sia a livello emotivo che di trama.
La sua posizione in classifica sarà determinata unicamente da questo punto, poichè la storia funziona e scrivi bene.
Bel titolo comunque.
A rileggerti!
Elisa
Il tuo racconto è ben scritto e la lettura è fluida, quindi bravo. Scorre bene e il tema è centrato. La prova è assolutamente buona. Avrei tuttavia, ma forse qui si entra davvero troppo nella soggettività del lettore, empatizzare di più con i personaggi.
Se devo trovare una pecca al tuo pezzo che, torno a dirlo, è ben scritto, è che mi ha coinvolta poco, sia a livello emotivo che di trama.
La sua posizione in classifica sarà determinata unicamente da questo punto, poichè la storia funziona e scrivi bene.
Bel titolo comunque.
A rileggerti!
Elisa
Re: Hybris
Un sentito grazie anche a te, Elisa. Non preoccuparti, a me servono giudizi onesti, di certo non di scalare classifiche.
Grazie.
Stefano
Grazie.
Stefano
Re: Hybris
Bel racconto e bella idea, mi è piaciuto. Qualche criticità l'ho rinvenuta nella prima parte perché la descrizione del disagio di Jules non mi sembra efficace. Poi, vebbeh, c'è la tua scelta di ambientare la storia in una piccola stazione e fra due personaggi che, sostanzialmente, spiegano il tutto, diciamo che è un infodump ben mascherato (che però mi è piaciuto). Ritengo tuttavia che questa idea abbia una pluralità di alternative per essere raccontata in modo meno statico. Tema ben declinato. Detto questo, per me un'idea semplice messa giù in modo semplice e onesto che mi ha fatto tornare piacevolmente a una certa fantascienza di tanti anni fa con un'idea intrigante e pertanto metto un pollice quasi su che vuole anche essere un invito a passare dal Laboratorio dove puoi trovare un personaggio come Frascella (aka Dottore) per darti una mano a sistemarlo per poi portarlo in Vetrina.
Re: Hybris
Beh, grazie mille. È un iter che devo comprendere ma che non mancherò di seguire. Grazie ancora.
Stefano
Stefano
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