[I] Solo un vecchio - di Angelo Frascella
- angelo.frascella
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[I] Solo un vecchio - di Angelo Frascella
“Hey, bello, che ci fai qui tutto solo?”
Era la terza donna che provava ad abbordarlo in quello strip bar. Terry si limitò a bere un altro sorso di whisky.
“Ma tu sei Hulk Hogan!”
Lui fece finta di nulla e continuò a guardare davanti a sé.
“Dai, Hulk, vieni al tavolo con me. Le mie amiche impazziranno.”
Terry Bollea decise che ne aveva abbastanza. Mise cinquanta dollari sul tavolo e s’incamminò verso l’uscita.
“Hogan, sei solo un vecchio” stava urlando la donna. Doveva averlo pensato anche Linda, il giorno in cui aveva deciso di lasciarlo.
Quando fu davanti alla porta, si guardò indietro. Ispirò ancora una volta l’odore di sudore, eccitazione e adrenalina, gustò le luci del palco, le urla del pubblico, gli applausi. Immaginò, per un momento, di essere tornato sul ring, in mezzo alla folla acclamante.
Fuori sarò di nuovo solo nel silenzio, nel buio e nel freddo.
Esitò. Poi strinse i denti e uscì.
Appena in casa, si sentì soffocare. Percorse a lunghe falcate l’immenso salone, assordato dall’eco dei propri passi, fino ad arrivare al mobile bar. Un rumore lo fece sussultare. “Linda?” chiamò d’istinto. Impossibile. La moglie era andata via da tempo e ora si scopava un diciannovenne. Di certo era stato il vento.
La schiena aveva ripreso a dolergli. Sei solo un vecchio, ripeté a se stesso.
Aprì il mobile, prese una bottiglia di Rhum e, da un cassetto, estrasse delle pasticche di Xanax. Le ingurgitò con l’alcol e si sedette sul divano.
Doveva essersi addormentato. Qualcosa l’aveva svegliato di botto. Un rumore. Si alzò e, barcollando, si diresse verso lo studio. Doveva esserci qualcuno. Ladri? Ogni passo era uno sforzo, come se fosse sul ponte di una nave in una tempesta.
Spalancò la porta e, nella penombra, vide una sagoma enorme.
Andrè the Giant! Il suo rivale era tornato dall’Aldilà per riprendersi il titolo di campione. Le orecchie si riempirono dell’ovazione della folla. Tese l’indice verso l’avversario e il pubblico gridò, come ogni volta: “YOU!”. L’adrenalina gli allagò i sensi, ricordandogli cosa significasse essere vivo.
Urlò: “Ti spezzo” e prese la rincorsa per colpirlo, con tutta la forza che aveva in corpo. Come un toro.
L’impatto fu tremendo e Terry si ritrovò a terra. Un rivolo di sangue gli usciva dalla fronte. Finalmente lucido, riconobbe il proprio avversario.
Sconfitto da una libreria!
Sei solo un vecchio.
Si rimise in piedi, nonostante il dolore. Si sentiva i pensieri in fiamme e, in quel fuoco, voleva bruciare. Aprì un cassetto, impugnò la pistola e se la puntò alla testa.
Se davvero vuoi morire, non sali su un cornicione, minacciando di buttarti. Lo fai e basta.
Mise il dito sul grilletto.
Hulk Hogan era morto quando aveva smesso di combattere. Era ora che lo facesse anche lui.
Addio, Terry.
DRIN
Il telefono.
Poteva essere Linda che voleva chiedergli scusa.
O suo figlio Nick, che gli annunciava la libertà condizionata.
Senza lasciare la pistola, si diresse verso l'apparecchio, afferrò la cornetta e rispose, con un sospiro: “Pronto?”
“Hulk, sono Laila. Oggi, quando eravamo nello studio di registrazione della nostra trasmissione, ti ho visto così assente che mi sono preoccupata. Non starai pensando ancora al suicidio?”
Terry gettò via la pistola: “Stai tranquilla Laila. Se davvero vuoi morire, non rispondi al telefono.”
Era la terza donna che provava ad abbordarlo in quello strip bar. Terry si limitò a bere un altro sorso di whisky.
“Ma tu sei Hulk Hogan!”
Lui fece finta di nulla e continuò a guardare davanti a sé.
“Dai, Hulk, vieni al tavolo con me. Le mie amiche impazziranno.”
Terry Bollea decise che ne aveva abbastanza. Mise cinquanta dollari sul tavolo e s’incamminò verso l’uscita.
“Hogan, sei solo un vecchio” stava urlando la donna. Doveva averlo pensato anche Linda, il giorno in cui aveva deciso di lasciarlo.
Quando fu davanti alla porta, si guardò indietro. Ispirò ancora una volta l’odore di sudore, eccitazione e adrenalina, gustò le luci del palco, le urla del pubblico, gli applausi. Immaginò, per un momento, di essere tornato sul ring, in mezzo alla folla acclamante.
Fuori sarò di nuovo solo nel silenzio, nel buio e nel freddo.
Esitò. Poi strinse i denti e uscì.
Appena in casa, si sentì soffocare. Percorse a lunghe falcate l’immenso salone, assordato dall’eco dei propri passi, fino ad arrivare al mobile bar. Un rumore lo fece sussultare. “Linda?” chiamò d’istinto. Impossibile. La moglie era andata via da tempo e ora si scopava un diciannovenne. Di certo era stato il vento.
La schiena aveva ripreso a dolergli. Sei solo un vecchio, ripeté a se stesso.
Aprì il mobile, prese una bottiglia di Rhum e, da un cassetto, estrasse delle pasticche di Xanax. Le ingurgitò con l’alcol e si sedette sul divano.
Doveva essersi addormentato. Qualcosa l’aveva svegliato di botto. Un rumore. Si alzò e, barcollando, si diresse verso lo studio. Doveva esserci qualcuno. Ladri? Ogni passo era uno sforzo, come se fosse sul ponte di una nave in una tempesta.
Spalancò la porta e, nella penombra, vide una sagoma enorme.
Andrè the Giant! Il suo rivale era tornato dall’Aldilà per riprendersi il titolo di campione. Le orecchie si riempirono dell’ovazione della folla. Tese l’indice verso l’avversario e il pubblico gridò, come ogni volta: “YOU!”. L’adrenalina gli allagò i sensi, ricordandogli cosa significasse essere vivo.
Urlò: “Ti spezzo” e prese la rincorsa per colpirlo, con tutta la forza che aveva in corpo. Come un toro.
L’impatto fu tremendo e Terry si ritrovò a terra. Un rivolo di sangue gli usciva dalla fronte. Finalmente lucido, riconobbe il proprio avversario.
Sconfitto da una libreria!
Sei solo un vecchio.
Si rimise in piedi, nonostante il dolore. Si sentiva i pensieri in fiamme e, in quel fuoco, voleva bruciare. Aprì un cassetto, impugnò la pistola e se la puntò alla testa.
Se davvero vuoi morire, non sali su un cornicione, minacciando di buttarti. Lo fai e basta.
Mise il dito sul grilletto.
Hulk Hogan era morto quando aveva smesso di combattere. Era ora che lo facesse anche lui.
Addio, Terry.
DRIN
Il telefono.
Poteva essere Linda che voleva chiedergli scusa.
O suo figlio Nick, che gli annunciava la libertà condizionata.
Senza lasciare la pistola, si diresse verso l'apparecchio, afferrò la cornetta e rispose, con un sospiro: “Pronto?”
“Hulk, sono Laila. Oggi, quando eravamo nello studio di registrazione della nostra trasmissione, ti ho visto così assente che mi sono preoccupata. Non starai pensando ancora al suicidio?”
Terry gettò via la pistola: “Stai tranquilla Laila. Se davvero vuoi morire, non rispondi al telefono.”
Ciao, Angelo.
Un ex combattente che combatte con la solitudine e un passato pesante: il tema è rispettato.
Non ho nessunissimo appunto da farti, il racconto mi è piaciuto e non tanto per la trama, che non ha niente di speciale e si può leggere pure su wikipedia (lo ammetto, ho cercato Terry Bollea su google e sono andato su "vita privata"!), ma per come esponi la vicenda: in modo limpido e originale, mentre la lettura va via scorrevole. Non riuscivo a immaginare cosa potesse avvenire istante per istante, e il primo obbiettivo di una storia deve essere quello della non prevedibilità (il lettore deve essere motivato ad andare avanti, insomma).
Certo, se avessi conosciuto in principio le vicende personali di Hulk Hogan non sarei stato tanto sorpreso, ma se non le conoscevo ci sarà pure un motivo?
Buon lavoro!
Un ex combattente che combatte con la solitudine e un passato pesante: il tema è rispettato.
Non ho nessunissimo appunto da farti, il racconto mi è piaciuto e non tanto per la trama, che non ha niente di speciale e si può leggere pure su wikipedia (lo ammetto, ho cercato Terry Bollea su google e sono andato su "vita privata"!), ma per come esponi la vicenda: in modo limpido e originale, mentre la lettura va via scorrevole. Non riuscivo a immaginare cosa potesse avvenire istante per istante, e il primo obbiettivo di una storia deve essere quello della non prevedibilità (il lettore deve essere motivato ad andare avanti, insomma).
Certo, se avessi conosciuto in principio le vicende personali di Hulk Hogan non sarei stato tanto sorpreso, ma se non le conoscevo ci sarà pure un motivo?
Buon lavoro!
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Grazie, Callagan.
In effetti, non avevo nessuna intenzione di nascondere l'origine della storia (per questo ho inserito per bene anche il cognome "Bollea"), per quanto poi ho dovuto lavorarci su (una cosa è una pagina di Wikipedia e un'altra è un racconto) e sono contento che il risultato ti sia piaciuto.
Tra l'altro è un modo di "lavorare" sui racconti molto diverso da quello a cui sono abituato ed è stata un'esperienza molto interessante.
Ciao e grazie ancora per lettura e commento
In effetti, non avevo nessuna intenzione di nascondere l'origine della storia (per questo ho inserito per bene anche il cognome "Bollea"), per quanto poi ho dovuto lavorarci su (una cosa è una pagina di Wikipedia e un'altra è un racconto) e sono contento che il risultato ti sia piaciuto.
Tra l'altro è un modo di "lavorare" sui racconti molto diverso da quello a cui sono abituato ed è stata un'esperienza molto interessante.
Ciao e grazie ancora per lettura e commento
- Filippo Santaniello
- Messaggi: 116
- Contatta:
E' sempre un piacere leggerti, Angelo. Te l'ho detto anche altre volte: scrivi bene! Quindi per me conta questo e il resto, come che avrei preferito un finale diverso in cui Terry è costretto a salire nuovamente sul ring magari per fare una scazzottata proprio coi ladri, è superfluo. Avanti così! Ciao!
Ciao Angelo, ben trovato.
Caspita, la “vera” storia di Hulk Hogan. Da ragazzino l'adoravo e leggere un racconto su di lui mi ha riportato a quei giorni di fine anni '80. Grazie :)
Scrivere una biografia non autorizzata è un bel rischio. Prima di tutto perché puoi contrariare i suoi tifosi e poi perché potresti non essere attendibile. Una cosa non mi torna. Hogan è praticamente rimasto sempre in attività. Magari per qualche anno non ha combattuto, ma non gli mancava di certo le comparse sul ring. Nel periodo in cui è stato mollato dalla moglie ha combattuto alcuni incontri. Non lo so, il racconto è ben costruito e molto evocativo, ma la scelta di usare un personaggio reale mi destabilizza.
Nel complesso è una buona prova.
Caspita, la “vera” storia di Hulk Hogan. Da ragazzino l'adoravo e leggere un racconto su di lui mi ha riportato a quei giorni di fine anni '80. Grazie :)
Scrivere una biografia non autorizzata è un bel rischio. Prima di tutto perché puoi contrariare i suoi tifosi e poi perché potresti non essere attendibile. Una cosa non mi torna. Hogan è praticamente rimasto sempre in attività. Magari per qualche anno non ha combattuto, ma non gli mancava di certo le comparse sul ring. Nel periodo in cui è stato mollato dalla moglie ha combattuto alcuni incontri. Non lo so, il racconto è ben costruito e molto evocativo, ma la scelta di usare un personaggio reale mi destabilizza.
Nel complesso è una buona prova.
- angelo.frascella
- Messaggi: 769
Ciao Francesco.
In effetti, negli ultimi secondi ero incerto se postarla o meno (più che i tifosi, mi preoccupano possibili risvolti legali)... in effetti però, mi sono detto. ho usato informazioni reperibili su Internet (estratte dalla sua autobiografia e che quindi lui stesso ci ha tenuto a far conoscere) e ci ho ricamato giusto un po' sopra per dare loro forma narrativa e quindi non dovrebbe essere diffamazione... però mi fai tornare il dubbio...
In effetti, negli ultimi secondi ero incerto se postarla o meno (più che i tifosi, mi preoccupano possibili risvolti legali)... in effetti però, mi sono detto. ho usato informazioni reperibili su Internet (estratte dalla sua autobiografia e che quindi lui stesso ci ha tenuto a far conoscere) e ci ho ricamato giusto un po' sopra per dare loro forma narrativa e quindi non dovrebbe essere diffamazione... però mi fai tornare il dubbio...
Ciao Angelo! Da ragazzina adoravo il wrestling e i colorati pesonaggi che lo rendevano tanto entusiasmante. Il mio preferito però era "Il Becchino" (The Undertaker)!!! La storia ha un ritmo davvero perfetto e quasi a volte, sembra virare verso una sottile ironia. La tua storia del decadimento di un idolo del ring come Huk Hogan, mi ha fatto venire in mente il bellissimo film con Mickey Rourke - The Wrestler. Immaginavo che non si sarebbe tolto la vita... e sono stata felice che sia andata proprio così! Un bella storia veramente! Ma tu sei una garanzia Angelo!
A presto!
A presto!
- Linda De Santi
- Messaggi: 497
Ciao Angelo! Che dire, se anche il tuo racconto non si componesse di elementi e personaggi che adoravo da piccola, basterebbe l'atmosfera che riesci a evocare con la tua scrittura a farmi apprezzare questo racconto.
Molto bello il tema dell'ex combattente ormai sceso dal ring che però non riesce a smettere di combattere. Anche se le dinamiche sono diverse, mi ha ricordato "The Wrestler" di Aronofsky, ci ho rivisto la stessa atmosfera.
Il finale mi ha commosso.
Davvero bello Angelo, complimenti!
Molto bello il tema dell'ex combattente ormai sceso dal ring che però non riesce a smettere di combattere. Anche se le dinamiche sono diverse, mi ha ricordato "The Wrestler" di Aronofsky, ci ho rivisto la stessa atmosfera.
Il finale mi ha commosso.
Davvero bello Angelo, complimenti!
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- Messaggi: 61
Ciao Angelo,
il racconto scorre ed è piacevole da leggere. Bella l'intuizione di creare una prima scena ordinaria, squallida come può essere una scena ambientata in uno strip bar. La bellezza sta in quel "E' solo un vecchio": lo riconoscono loro e lo riconosciamo anche noi. E da quella frase, il racconto è tutto in discesa. Anche se, devo essere sincera, mi aspettavo che la pistola sparasse. Come dice Cechov, se metti in scena una pistola, prima o poi sparerà. Mi è mancato questo.
Il sogno merita anche qualche parola. E' ben descritto, ti faccio i miei complimenti. Lo Xanax, le medicine, la vecchiaia: tutto è strutturato e costruito per portarci al sogno e allo scontro con la libreria.
A rileggerti.
il racconto scorre ed è piacevole da leggere. Bella l'intuizione di creare una prima scena ordinaria, squallida come può essere una scena ambientata in uno strip bar. La bellezza sta in quel "E' solo un vecchio": lo riconoscono loro e lo riconosciamo anche noi. E da quella frase, il racconto è tutto in discesa. Anche se, devo essere sincera, mi aspettavo che la pistola sparasse. Come dice Cechov, se metti in scena una pistola, prima o poi sparerà. Mi è mancato questo.
Il sogno merita anche qualche parola. E' ben descritto, ti faccio i miei complimenti. Lo Xanax, le medicine, la vecchiaia: tutto è strutturato e costruito per portarci al sogno e allo scontro con la libreria.
A rileggerti.
- invernomuto
- Messaggi: 270
Ciao Angelo.
Sei riuscito a mettere in scena un racconto marpione che tocca tutte le corde giuste, dallo sfruttare in modo brillante una persona realmente esistente e la sua storia al rendere viva e tangibile la sua solitudine e pateticità.
Il combattimento è presente in tutte le sue forme, dalla lotta alla depressione sino al poco riuscito tentativo di armadiomachia, e in generale ogni elemento funziona molto bene nel comporre l'immagine d'insieme e stupire il lettore paragrafo dopo paragrafo.
Un'ottima prova, continua così.
Sei riuscito a mettere in scena un racconto marpione che tocca tutte le corde giuste, dallo sfruttare in modo brillante una persona realmente esistente e la sua storia al rendere viva e tangibile la sua solitudine e pateticità.
Il combattimento è presente in tutte le sue forme, dalla lotta alla depressione sino al poco riuscito tentativo di armadiomachia, e in generale ogni elemento funziona molto bene nel comporre l'immagine d'insieme e stupire il lettore paragrafo dopo paragrafo.
Un'ottima prova, continua così.
Ciao Angelo,
tema rispettato: un lottatore che lottava per finta costretto a lottare per davvero nella vita reale.
Non conoscevo la sua storia, il tuo racconto è stato uno spunti per andarmi a documentare.
Molto bella la frase finale: “Stai tranquilla Laila. Se davvero vuoi morire, non rispondi al telefono.”
Il racconto mi sembra praticamente perfetto, nulla da dire, molto piacevole ri-leggerti.
Ciao & alla prossima
tema rispettato: un lottatore che lottava per finta costretto a lottare per davvero nella vita reale.
Non conoscevo la sua storia, il tuo racconto è stato uno spunti per andarmi a documentare.
Molto bella la frase finale: “Stai tranquilla Laila. Se davvero vuoi morire, non rispondi al telefono.”
Il racconto mi sembra praticamente perfetto, nulla da dire, molto piacevole ri-leggerti.
Ciao & alla prossima
Un buon racconto, senza difetti. Si legge che è un piacere, è godibile sia per chi conosce il personaggio sia per chi non lo conosce. Molto delicato. Inoltre il tema lo pervade fin nel suo profondo. In più, calza a pennello nei caratteri richiesti, insomma hai mostrato un gran controllo. Nient'altro da aggiungere se non che, ovviamente, il pollice è su.
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