Vecchia Guardia
Vecchia Guardia
Vecchia guardia
Sangue sulla neve.
Nel karesansui, cinque yakuza armati di katane a lama monomolecolare circondano un uomo a torso nudo. I cadaveri di otto loro compagni testimoniano come questo scontro sia meno sbilanciato di quanto sembri.
Uno dei mafiosi scatta in avanti. Muscoli potenziati e ghiandole artificiali che secernono steroidi sintetici.
Il gigante evita la katana e scarica un diretto al volto.
La testa dello yakuza esplode.
Batto le mani per interrompere lo scontro.
- Ritiratevi. Non è un avversario per voi.
Gli uomini annuiscono e ripiegano verso la villa.
Il clangore dei battenti metallici che si sigillano segnala che siamo rimasti solo io e l’assalitore.
Ha capelli e barba lunghi e candidi. Il fisico è frutto tanto di addestramento disumano quanto di bioware di grado militare.
Il volto ha le rughe di chi ha visto più di quanto il suo cuore possa sopportare.
- Odin Valfǫðr – faccio un inchino.
- Alfred Goroshi – Lui saluta con un cenno del capo. Sul volto compare una piega amara che forse un decennio fa sarebbe stata un sorriso. – Non sapevo lavorassi per i Kobayashi.
- Pagano bene e non sono padroni peggiori di altri – scuoto le spalle. – Ti ha mandato Lady Viper?
Il volto resta impassibile e, in fondo, non è che mi importi davvero.
Sorrido.
- Ti avrei fatto fuori a Taipei se non fosse stato per Charles Benois. Diavolo d’un francese, sono quasi quarant’anni che aspetto di mettergli le mani addosso.
- Arrivi tardi: se l’è portato via un cancro una decina di anni fa. Di quelli brutti, che si attaccano al bioware e se la ridono di qualsiasi innesto genetico.
Restiamo in silenzio. La neve turbina attorno a noi, ma il freddo che viene dal cuore fa più male.
Tolgo la giacca e la lascio cadere a terra. Mi abbasso sulle gambe e distendo le braccia, sia quelle normali che quelle meccaniche che spuntano dalla schiena.
- Allora siamo gli ultimi della vecchia guardia. Scomparsi noi, non ne resterà più nessuno.
- Per tutto il male che abbiamo fatto, sarebbe stato meglio se l’inferno ci avesse già ingoiati.
Carichiamo.
Piego il capo di lato per evitare un pugno rapido come una cannonata e blocco Odin in una prova di forza.
Gli schianto gli arti meccanici sulle spalle. Il corpo scricchiola, ma non cede.
Urla. Prova a calciare, ma lo strattono di lato, rompendo l’equilibrio del colpo. Un secondo schianto delle braccia cibernetiche produce il rumore del metallo che s’incrina.
Odin si piega in avanti e mi sputa un fiotto di sangue sul petto.
Sollevo gli arti per un ultimo colpo e…
I suoi polsi si aprono e una coppia di lame ne scatta fuori, affondando nella carne. Odin si libera della presa e muove le braccia in direzioni opposte, squarciandomi il ventre.
Cado in ginocchio.
- È un onore morire per mano di un guerriero come te - Sollevo lo sguardo a incontrare gli occhi di Odin un’ultima volta. Gli offro il collo. – Quando verrà il momento, ti auguro di avere la stessa fortuna.
Lui scuote il capo e solleva il braccio destro.
- Sappiamo entrambi che è un privilegio che non merito.
Abbassa la lama.
di Agostino Langellotti
Sangue sulla neve.
Nel karesansui, cinque yakuza armati di katane a lama monomolecolare circondano un uomo a torso nudo. I cadaveri di otto loro compagni testimoniano come questo scontro sia meno sbilanciato di quanto sembri.
Uno dei mafiosi scatta in avanti. Muscoli potenziati e ghiandole artificiali che secernono steroidi sintetici.
Il gigante evita la katana e scarica un diretto al volto.
La testa dello yakuza esplode.
Batto le mani per interrompere lo scontro.
- Ritiratevi. Non è un avversario per voi.
Gli uomini annuiscono e ripiegano verso la villa.
Il clangore dei battenti metallici che si sigillano segnala che siamo rimasti solo io e l’assalitore.
Ha capelli e barba lunghi e candidi. Il fisico è frutto tanto di addestramento disumano quanto di bioware di grado militare.
Il volto ha le rughe di chi ha visto più di quanto il suo cuore possa sopportare.
- Odin Valfǫðr – faccio un inchino.
- Alfred Goroshi – Lui saluta con un cenno del capo. Sul volto compare una piega amara che forse un decennio fa sarebbe stata un sorriso. – Non sapevo lavorassi per i Kobayashi.
- Pagano bene e non sono padroni peggiori di altri – scuoto le spalle. – Ti ha mandato Lady Viper?
Il volto resta impassibile e, in fondo, non è che mi importi davvero.
Sorrido.
- Ti avrei fatto fuori a Taipei se non fosse stato per Charles Benois. Diavolo d’un francese, sono quasi quarant’anni che aspetto di mettergli le mani addosso.
- Arrivi tardi: se l’è portato via un cancro una decina di anni fa. Di quelli brutti, che si attaccano al bioware e se la ridono di qualsiasi innesto genetico.
Restiamo in silenzio. La neve turbina attorno a noi, ma il freddo che viene dal cuore fa più male.
Tolgo la giacca e la lascio cadere a terra. Mi abbasso sulle gambe e distendo le braccia, sia quelle normali che quelle meccaniche che spuntano dalla schiena.
- Allora siamo gli ultimi della vecchia guardia. Scomparsi noi, non ne resterà più nessuno.
- Per tutto il male che abbiamo fatto, sarebbe stato meglio se l’inferno ci avesse già ingoiati.
Carichiamo.
Piego il capo di lato per evitare un pugno rapido come una cannonata e blocco Odin in una prova di forza.
Gli schianto gli arti meccanici sulle spalle. Il corpo scricchiola, ma non cede.
Urla. Prova a calciare, ma lo strattono di lato, rompendo l’equilibrio del colpo. Un secondo schianto delle braccia cibernetiche produce il rumore del metallo che s’incrina.
Odin si piega in avanti e mi sputa un fiotto di sangue sul petto.
Sollevo gli arti per un ultimo colpo e…
I suoi polsi si aprono e una coppia di lame ne scatta fuori, affondando nella carne. Odin si libera della presa e muove le braccia in direzioni opposte, squarciandomi il ventre.
Cado in ginocchio.
- È un onore morire per mano di un guerriero come te - Sollevo lo sguardo a incontrare gli occhi di Odin un’ultima volta. Gli offro il collo. – Quando verrà il momento, ti auguro di avere la stessa fortuna.
Lui scuote il capo e solleva il braccio destro.
- Sappiamo entrambi che è un privilegio che non merito.
Abbassa la lama.
di Agostino Langellotti
Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino e benvenuto nella nuova Era! Caratteri e tempo ok, buona CRISTIANO SACCOCCIA EDITION!
Re: Vecchia Guardia
antico ha scritto:Ciao Agostino e benvenuto nella nuova Era! Caratteri e tempo ok, buona CRISTIANO SACCOCCIA EDITION!
Ciao, Antico. Rientro nel tempo normale o mi becco il malus?
Re: Vecchia Guardia
Pretorian ha scritto:antico ha scritto:Ciao Agostino e benvenuto nella nuova Era! Caratteri e tempo ok, buona CRISTIANO SACCOCCIA EDITION!
Ciao, Antico. Rientro nel tempo normale o mi becco il malus?
Niente malus perché risulta 01.00, fosse stato un minuto in più era malus minimo ;)
- Emiliano Maramonte
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Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino, piacere rileggerti e buona Era!
Il racconto è interessante perché frulla insieme una serie di ingredienti tipici del cyberpunk, dei manga di FS e di certi cartoni giapponesi (di cui però non sono molto ferrato). Mi pare che il tema sia stato centrato alla lettera, con una bella conclusione sanguinolenta. Lo stile è quello che ti contraddistingue, e cioè sempre gradevole, nulla di più nulla di meno. Cosa posso aggiungere? Probabilmente a causa di una scarsa affezione verso il tipo di impronta che hai dato alla storia, non mi sono sentito coinvolto, non ho sentito vibrare alcuna corda dentro di me. Ma qui siamo nel campo dei gusti personali, la tua perizia non si discute.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Il racconto è interessante perché frulla insieme una serie di ingredienti tipici del cyberpunk, dei manga di FS e di certi cartoni giapponesi (di cui però non sono molto ferrato). Mi pare che il tema sia stato centrato alla lettera, con una bella conclusione sanguinolenta. Lo stile è quello che ti contraddistingue, e cioè sempre gradevole, nulla di più nulla di meno. Cosa posso aggiungere? Probabilmente a causa di una scarsa affezione verso il tipo di impronta che hai dato alla storia, non mi sono sentito coinvolto, non ho sentito vibrare alcuna corda dentro di me. Ma qui siamo nel campo dei gusti personali, la tua perizia non si discute.
In bocca al lupo!
Emiliano.
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Re: Vecchia Guardia
Buongiorno Agostino,
hai proposto un bel racconto basato sull’azione dove hai mostrato poco, ma grazie ai particolari che hai sparso qua e là è possibile farsi un idea dei personaggi e immaginarne la storia.
Complimenti anche per la scelta dei nomi, io ho sempre problemi in questo senso.
Il duello finale è semplicemente stupendo, tutta la storia è piacevole da leggere.
hai proposto un bel racconto basato sull’azione dove hai mostrato poco, ma grazie ai particolari che hai sparso qua e là è possibile farsi un idea dei personaggi e immaginarne la storia.
Complimenti anche per la scelta dei nomi, io ho sempre problemi in questo senso.
Il duello finale è semplicemente stupendo, tutta la storia è piacevole da leggere.
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Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino!
Nel leggere il tuo racconto ho immaginato tutto in stile anime. Hai descritto bene la battaglia di questi mercenari assassini, anche se lo scontro vivo prende poco spazio rispetto al resto del racconto. In parte ne sono contenta perché lo spazio che hai usato per creare i retroscena dei due personaggi li ha resi vividi e più tridimensionali, ma dall'altro lato questa battaglia ha una risoluzione rapida determinata da un colpo imprevisto. E quindi, secondo me, ha perso un po' dell'epicità che si evinceva dai background dei due sfidanti. Con più caratteri disponibili sono certa che l'avresti resa meglio. L'inserimento della parte fantascientifica/robotica ha reso il tutto più originale e sfaccettato.
Il racconto lascia poi delle domande aperte sul motivo effettivo per cui si trovano lì e sono giunti allo scontro, un'ipotesi lasciata al lettore, ma è comunque soddisfacente. Perché hai dato abbastanza elementi per poter immaginare delle risposte.
In bocca al lupo per la gara!
Nel leggere il tuo racconto ho immaginato tutto in stile anime. Hai descritto bene la battaglia di questi mercenari assassini, anche se lo scontro vivo prende poco spazio rispetto al resto del racconto. In parte ne sono contenta perché lo spazio che hai usato per creare i retroscena dei due personaggi li ha resi vividi e più tridimensionali, ma dall'altro lato questa battaglia ha una risoluzione rapida determinata da un colpo imprevisto. E quindi, secondo me, ha perso un po' dell'epicità che si evinceva dai background dei due sfidanti. Con più caratteri disponibili sono certa che l'avresti resa meglio. L'inserimento della parte fantascientifica/robotica ha reso il tutto più originale e sfaccettato.
Il racconto lascia poi delle domande aperte sul motivo effettivo per cui si trovano lì e sono giunti allo scontro, un'ipotesi lasciata al lettore, ma è comunque soddisfacente. Perché hai dato abbastanza elementi per poter immaginare delle risposte.
In bocca al lupo per la gara!
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Re: Vecchia Guardia
Che bello! Non dico altro, ma... che scene potenti!
- giulio.palmieri
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Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino, bentrovato.
Il racconto si articola bene come un fumetto: quando la testa dello yakuza esplode mi aspettavo di vedere Ken Shiro sul campo.
Il tema è centrato e si sente che ti sei letteralmente divertito a costruire il background della storia, fino alla battaglia nel finale. Due appunti: troppi nomi, che in un contesto breve forse non permettono di contestualizzare del tutto la vicenda (lady viper, Charles Benoit, il karensansui, etc.) e che, essendo un racconto diciamo ascrivibile al fantasy, dovrebbero poi essere appronfonditi, anche perché generano curiosità. La frase nel finale: "Sappiamo entrambi che è un privilegio che non merito" mi suona un po' troppo lunga e non incisiva come dovrebbe. Comunque una buona prova. A rileggerci, buona edition.
Il racconto si articola bene come un fumetto: quando la testa dello yakuza esplode mi aspettavo di vedere Ken Shiro sul campo.
Il tema è centrato e si sente che ti sei letteralmente divertito a costruire il background della storia, fino alla battaglia nel finale. Due appunti: troppi nomi, che in un contesto breve forse non permettono di contestualizzare del tutto la vicenda (lady viper, Charles Benoit, il karensansui, etc.) e che, essendo un racconto diciamo ascrivibile al fantasy, dovrebbero poi essere appronfonditi, anche perché generano curiosità. La frase nel finale: "Sappiamo entrambi che è un privilegio che non merito" mi suona un po' troppo lunga e non incisiva come dovrebbe. Comunque una buona prova. A rileggerci, buona edition.
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 374
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Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino, piacere di ritrovarti.
A livello stilistico direi che è un racconto di ottima fattura, padroneggi la terminologia fantascientifica, rendi molto bene lo scenario e ogni descrizione e dialogo mi sembrano calibrati molto bene. Forse un po' troppi riferimenti di background buttati lì, che stridono in un contesto così ristretto come un micro-racconto. In una prima lettura mi avevano affaticato e rallentato, solo in una seconda li ho presi per quelli che sono (puri spunti per rendere l'idea degli ultimi superstiti) ed è andata meglio.
Per quanto riguarda la trama, hai fatto il compito con qualcosa di semplice e fin troppo letterale, dove ho avuto la sensazione che non ti sei impegnato troppo. Conoscendo la tua fantasia sono certo avresti potuto sfornare qualcosa di meglio.
Infine la traccia. C'è il sangue (direi proprio di sì), c'è l'ultima battaglia, e in un certo senso ci sono gli antieroi. Forse vedo poca redenzione/dannazione, che viene raggiunta con la morte in duello, ma mi convince poco.
Comunque una buona prova. A rileggerci.
A livello stilistico direi che è un racconto di ottima fattura, padroneggi la terminologia fantascientifica, rendi molto bene lo scenario e ogni descrizione e dialogo mi sembrano calibrati molto bene. Forse un po' troppi riferimenti di background buttati lì, che stridono in un contesto così ristretto come un micro-racconto. In una prima lettura mi avevano affaticato e rallentato, solo in una seconda li ho presi per quelli che sono (puri spunti per rendere l'idea degli ultimi superstiti) ed è andata meglio.
Per quanto riguarda la trama, hai fatto il compito con qualcosa di semplice e fin troppo letterale, dove ho avuto la sensazione che non ti sei impegnato troppo. Conoscendo la tua fantasia sono certo avresti potuto sfornare qualcosa di meglio.
Infine la traccia. C'è il sangue (direi proprio di sì), c'è l'ultima battaglia, e in un certo senso ci sono gli antieroi. Forse vedo poca redenzione/dannazione, che viene raggiunta con la morte in duello, ma mi convince poco.
Comunque una buona prova. A rileggerci.
- Bescottina
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Re: Vecchia Guardia
Ciao, Agostino.
Parto col farti i complimenti per l’immagine vividissima di Odin e per come sei riuscito a far emergere in poche parole l’atmosfera cyberpunk nipponica del tuo racconto. Anche la relazione che passa tra i due personaggi cardine della vicenda è estremamente chiara.
L’unico difetto dei dialoghi è la loro attribuzione: sia la battuta su Taipei che le successive – a parte quelle finali – le ho capite solo alla seconda lettura e avrebbero reso molto meglio se le avessi mantenute con una reggente che identificasse chi parlava.
Per il resto, a parte alcune finezze di fraseggio che sono sicura avresti notato in revisione (“questo scontro”, “per battere le mani”) due cose mi hanno fatto abbattere un po’ il punteggio, quindi la posizione in classifica.
Karesensui non è un termine intraducibile, anche se molto specifico. Ti sarebbe bastato “giardino zen” per rendere l’immagine più evocativa ai lettori (erano solo due caratteri di differenza). Pur essendo appassionata di cultura giapponese, il termine non mi ha evocato l’immagine di un luogo e mi ha distolta dal filo della storia perché ho dovuto cercare cosa fosse.
L’unica cosa che proprio non trovo è una parte del tema: sì, sono assassini prezzolati, quindi antieroi, ma dov’è la dannazione o la redenzione? Alfred combatte per denaro, muore una morte prevedibile per un sicario. Intendevi questa come dannazione? Non mi convince moltissimo, per questo trovo non abbia pienamente centrato il tema.
Detto questo complimenti per il racconto e a presto!
Parto col farti i complimenti per l’immagine vividissima di Odin e per come sei riuscito a far emergere in poche parole l’atmosfera cyberpunk nipponica del tuo racconto. Anche la relazione che passa tra i due personaggi cardine della vicenda è estremamente chiara.
L’unico difetto dei dialoghi è la loro attribuzione: sia la battuta su Taipei che le successive – a parte quelle finali – le ho capite solo alla seconda lettura e avrebbero reso molto meglio se le avessi mantenute con una reggente che identificasse chi parlava.
Per il resto, a parte alcune finezze di fraseggio che sono sicura avresti notato in revisione (“questo scontro”, “per battere le mani”) due cose mi hanno fatto abbattere un po’ il punteggio, quindi la posizione in classifica.
Karesensui non è un termine intraducibile, anche se molto specifico. Ti sarebbe bastato “giardino zen” per rendere l’immagine più evocativa ai lettori (erano solo due caratteri di differenza). Pur essendo appassionata di cultura giapponese, il termine non mi ha evocato l’immagine di un luogo e mi ha distolta dal filo della storia perché ho dovuto cercare cosa fosse.
L’unica cosa che proprio non trovo è una parte del tema: sì, sono assassini prezzolati, quindi antieroi, ma dov’è la dannazione o la redenzione? Alfred combatte per denaro, muore una morte prevedibile per un sicario. Intendevi questa come dannazione? Non mi convince moltissimo, per questo trovo non abbia pienamente centrato il tema.
Detto questo complimenti per il racconto e a presto!
Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino, piacere di leggerti!
Non so se mi fosse mai capitato di commentarli, ma leggerti sì, e stilisticamente ti confermi una certezza. Il racconto ha del potenziale, ma secondo me soffre moltissimo il limite di caratteri imposto: fosse stato di 5000 sono sicuro che saresti riuscito a renderlo più caratterizzato, anche se non so se è il termine migliore. Così è come se mi mancasse qualcosa: è perfettamente attinente al tema, e succede quel che mi aspettavo succedesse, con una bella chiusura.
Buona prova, per me, nel complesso, un po' penalizzata dal limite di caratteri.
Alla prossima!
Non so se mi fosse mai capitato di commentarli, ma leggerti sì, e stilisticamente ti confermi una certezza. Il racconto ha del potenziale, ma secondo me soffre moltissimo il limite di caratteri imposto: fosse stato di 5000 sono sicuro che saresti riuscito a renderlo più caratterizzato, anche se non so se è il termine migliore. Così è come se mi mancasse qualcosa: è perfettamente attinente al tema, e succede quel che mi aspettavo succedesse, con una bella chiusura.
Buona prova, per me, nel complesso, un po' penalizzata dal limite di caratteri.
Alla prossima!
Re: Vecchia Guardia
Ringrazio tutti per i commenti. Le vostre indicazioni sono preziose, in quanto mi aiutano cosa migliorare.
Leggendo a proposito dei "giardini zen" avevo trovato alcuni pareri secondo i quali il termine sarebbe una falsificazione occidentale, quindi avevo pensato che usare l'originale "karesensui" fosse più appropriato per un personaggio di origine asiatica. Cosa intendi con "Una reggente che identificasse chi parlava"?
Grazie per il resto
Grazie, Gabriele. Eh, io e il dono della sintesi non andiamo d'accordo. Il tema mi aveva davvero stimolato a palla, quindi avevo veramente un sacco di idee. Dovrei imparare a gestire meglio lo spazio.
Grazie dei tuoi complimenti.
Grazie, Giulio. Pensi che "è un privilegio che non meito" sarebbe stata più incisiva come frase?
Grazie <3
Grazie, Gaia, sono contento che ti sia piaciuto.
Eh, il tema aveva eccitato la mia creatività, quindi sono andato fuori scala con i caratteri e ho dovuto tagliare un sacco per restae nei limiti. Dovrei davvero imparare a essere più sintetico.
Grazie!
Simili complimenti da una penna eccezionale come la tua valgono doppio, Emiliano. In bocca al lupo anche a te.
Bescottina ha scritto:Ciao, Agostino.
Parto col farti i complimenti per l’immagine vividissima di Odin e per come sei riuscito a far emergere in poche parole l’atmosfera cyberpunk nipponica del tuo racconto. Anche la relazione che passa tra i due personaggi cardine della vicenda è estremamente chiara.
L’unico difetto dei dialoghi è la loro attribuzione: sia la battuta su Taipei che le successive – a parte quelle finali – le ho capite solo alla seconda lettura e avrebbero reso molto meglio se le avessi mantenute con una reggente che identificasse chi parlava.
Per il resto, a parte alcune finezze di fraseggio che sono sicura avresti notato in revisione (“questo scontro”, “per battere le mani”) due cose mi hanno fatto abbattere un po’ il punteggio, quindi la posizione in classifica.
Karesensui non è un termine intraducibile, anche se molto specifico. Ti sarebbe bastato “giardino zen” per rendere l’immagine più evocativa ai lettori (erano solo due caratteri di differenza). Pur essendo appassionata di cultura giapponese, il termine non mi ha evocato l’immagine di un luogo e mi ha distolta dal filo della storia perché ho dovuto cercare cosa fosse.
L’unica cosa che proprio non trovo è una parte del tema: sì, sono assassini prezzolati, quindi antieroi, ma dov’è la dannazione o la redenzione? Alfred combatte per denaro, muore una morte prevedibile per un sicario. Intendevi questa come dannazione? Non mi convince moltissimo, per questo trovo non abbia pienamente centrato il tema.
Detto questo complimenti per il racconto e a presto!
Leggendo a proposito dei "giardini zen" avevo trovato alcuni pareri secondo i quali il termine sarebbe una falsificazione occidentale, quindi avevo pensato che usare l'originale "karesensui" fosse più appropriato per un personaggio di origine asiatica. Cosa intendi con "Una reggente che identificasse chi parlava"?
Grazie per il resto
Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Agostino, piacere di ritrovarti.
A livello stilistico direi che è un racconto di ottima fattura, padroneggi la terminologia fantascientifica, rendi molto bene lo scenario e ogni descrizione e dialogo mi sembrano calibrati molto bene. Forse un po' troppi riferimenti di background buttati lì, che stridono in un contesto così ristretto come un micro-racconto. In una prima lettura mi avevano affaticato e rallentato, solo in una seconda li ho presi per quelli che sono (puri spunti per rendere l'idea degli ultimi superstiti) ed è andata meglio.
Per quanto riguarda la trama, hai fatto il compito con qualcosa di semplice e fin troppo letterale, dove ho avuto la sensazione che non ti sei impegnato troppo. Conoscendo la tua fantasia sono certo avresti potuto sfornare qualcosa di meglio.
Infine la traccia. C'è il sangue (direi proprio di sì), c'è l'ultima battaglia, e in un certo senso ci sono gli antieroi. Forse vedo poca redenzione/dannazione, che viene raggiunta con la morte in duello, ma mi convince poco.
Comunque una buona prova. A rileggerci.
Grazie, Gabriele. Eh, io e il dono della sintesi non andiamo d'accordo. Il tema mi aveva davvero stimolato a palla, quindi avevo veramente un sacco di idee. Dovrei imparare a gestire meglio lo spazio.
Grazie dei tuoi complimenti.
giulio.palmieri ha scritto:Ciao Agostino, bentrovato.
Il racconto si articola bene come un fumetto: quando la testa dello yakuza esplode mi aspettavo di vedere Ken Shiro sul campo.
Il tema è centrato e si sente che ti sei letteralmente divertito a costruire il background della storia, fino alla battaglia nel finale. Due appunti: troppi nomi, che in un contesto breve forse non permettono di contestualizzare del tutto la vicenda (lady viper, Charles Benoit, il karensansui, etc.) e che, essendo un racconto diciamo ascrivibile al fantasy, dovrebbero poi essere appronfonditi, anche perché generano curiosità. La frase nel finale: "Sappiamo entrambi che è un privilegio che non merito" mi suona un po' troppo lunga e non incisiva come dovrebbe. Comunque una buona prova. A rileggerci, buona edition.
Grazie, Giulio. Pensi che "è un privilegio che non meito" sarebbe stata più incisiva come frase?
Cinzia Fabretti ha scritto:Che bello! Non dico altro, ma... che scene potenti!
Grazie <3
Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Agostino!
Nel leggere il tuo racconto ho immaginato tutto in stile anime. Hai descritto bene la battaglia di questi mercenari assassini, anche se lo scontro vivo prende poco spazio rispetto al resto del racconto. In parte ne sono contenta perché lo spazio che hai usato per creare i retroscena dei due personaggi li ha resi vividi e più tridimensionali, ma dall'altro lato questa battaglia ha una risoluzione rapida determinata da un colpo imprevisto. E quindi, secondo me, ha perso un po' dell'epicità che si evinceva dai background dei due sfidanti. Con più caratteri disponibili sono certa che l'avresti resa meglio. L'inserimento della parte fantascientifica/robotica ha reso il tutto più originale e sfaccettato.
Il racconto lascia poi delle domande aperte sul motivo effettivo per cui si trovano lì e sono giunti allo scontro, un'ipotesi lasciata al lettore, ma è comunque soddisfacente. Perché hai dato abbastanza elementi per poter immaginare delle risposte.
In bocca al lupo per la gara!
Grazie, Gaia, sono contento che ti sia piaciuto.
Eh, il tema aveva eccitato la mia creatività, quindi sono andato fuori scala con i caratteri e ho dovuto tagliare un sacco per restae nei limiti. Dovrei davvero imparare a essere più sintetico.
Giovanni P ha scritto:Buongiorno Agostino,
hai proposto un bel racconto basato sull’azione dove hai mostrato poco, ma grazie ai particolari che hai sparso qua e là è possibile farsi un idea dei personaggi e immaginarne la storia.
Complimenti anche per la scelta dei nomi, io ho sempre problemi in questo senso.
Il duello finale è semplicemente stupendo, tutta la storia è piacevole da leggere.
Grazie!
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Agostino, piacere rileggerti e buona Era!
Il racconto è interessante perché frulla insieme una serie di ingredienti tipici del cyberpunk, dei manga di FS e di certi cartoni giapponesi (di cui però non sono molto ferrato). Mi pare che il tema sia stato centrato alla lettera, con una bella conclusione sanguinolenta. Lo stile è quello che ti contraddistingue, e cioè sempre gradevole, nulla di più nulla di meno. Cosa posso aggiungere? Probabilmente a causa di una scarsa affezione verso il tipo di impronta che hai dato alla storia, non mi sono sentito coinvolto, non ho sentito vibrare alcuna corda dentro di me. Ma qui siamo nel campo dei gusti personali, la tua perizia non si discute.
In bocca al lupo!
Emiliano.
Simili complimenti da una penna eccezionale come la tua valgono doppio, Emiliano. In bocca al lupo anche a te.
Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino e piacere di averti letto. La storia, lo svolgimento delle azioni e l'atmosfera che hai creato mi sono piaciuti molto. Mi sono persa un attimo all'inizio perché non capivo il pdv di chi fosse, e lo scopriamo quando dice: Batto le mani per interrompere lo scontro. e ci ho messo un momento a capire da che parte stesse.
Non ho capito subito chi fosse il gigante. Anche l'assalitore, poteva essere quello in mezzo, come lo yakuza che scatta in avanti.
Insomma, un bel racconto ma con punti da chiarire per fare in modo che scorra in modo più chiaro.
Buona edition e alla prossima!
Non ho capito subito chi fosse il gigante. Anche l'assalitore, poteva essere quello in mezzo, come lo yakuza che scatta in avanti.
Insomma, un bel racconto ma con punti da chiarire per fare in modo che scorra in modo più chiaro.
Buona edition e alla prossima!
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Re: Vecchia Guardia
Tema centrato. L’ambientazione è quella del Giappone. L’epoca è della cibernetica, che ha fatto passi da gigante. I due protagonisti, del mondo della Yakuza, sono ben delineati. I dialoghi sono veloci, scorrevoli e la scena di lotta è resa in modo magistrale. Il sangue scorre in abbondanza. Molto bello il finale, con l’addio del nemico che in fondo stima l’avversario. La storia è davvero avvincente e lo stile davvero efficace.
- Bescottina
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Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino,
hai ragione, "giardino zen" è improprio perché non è la traduzione letterale, che per noi non avrebbe alcun significato, ma in mancanza di spazio per mostrare cos'è il karesensui, per un pubblico occidentale diventa un termine vuoto. In un racconto più articolato, in cui invece c'è spazio per unire le descrizioni del luogo in cui i personaggi si muovono alle loro azioni facendoli interagire con l'ambiente, anche io propenderei per il termine in lingua originale. Ma in uno spazio così ristretto bisogna scegliere tra la correttezza del termine e l'immagine precisa da evocare.
Per la reggente ti faccio un esempio proprio dal tuo testo:
"- Odin Valfǫðr –" è la battuta; "faccio un inchino" è la reggente, cioè quel pezzettino che agganci per identificare chi dice cosa.
Pretorian ha scritto:Leggendo a proposito dei "giardini zen" avevo trovato alcuni pareri secondo i quali il termine sarebbe una falsificazione occidentale, quindi avevo pensato che usare l'originale "karesensui" fosse più appropriato per un personaggio di origine asiatica. Cosa intendi con "Una reggente che identificasse chi parlava"?
Grazie per il resto
hai ragione, "giardino zen" è improprio perché non è la traduzione letterale, che per noi non avrebbe alcun significato, ma in mancanza di spazio per mostrare cos'è il karesensui, per un pubblico occidentale diventa un termine vuoto. In un racconto più articolato, in cui invece c'è spazio per unire le descrizioni del luogo in cui i personaggi si muovono alle loro azioni facendoli interagire con l'ambiente, anche io propenderei per il termine in lingua originale. Ma in uno spazio così ristretto bisogna scegliere tra la correttezza del termine e l'immagine precisa da evocare.
Per la reggente ti faccio un esempio proprio dal tuo testo:
Pretorian ha scritto:- Odin Valfǫðr – faccio un inchino.
"- Odin Valfǫðr –" è la battuta; "faccio un inchino" è la reggente, cioè quel pezzettino che agganci per identificare chi dice cosa.
Re: Vecchia Guardia
Bescottina ha scritto:Ciao Agostino,Pretorian ha scritto:Leggendo a proposito dei "giardini zen" avevo trovato alcuni pareri secondo i quali il termine sarebbe una falsificazione occidentale, quindi avevo pensato che usare l'originale "karesensui" fosse più appropriato per un personaggio di origine asiatica. Cosa intendi con "Una reggente che identificasse chi parlava"?
Grazie per il resto
hai ragione, "giardino zen" è improprio perché non è la traduzione letterale, che per noi non avrebbe alcun significato, ma in mancanza di spazio per mostrare cos'è il karesensui, per un pubblico occidentale diventa un termine vuoto. In un racconto più articolato, in cui invece c'è spazio per unire le descrizioni del luogo in cui i personaggi si muovono alle loro azioni facendoli interagire con l'ambiente, anche io propenderei per il termine in lingua originale. Ma in uno spazio così ristretto bisogna scegliere tra la correttezza del termine e l'immagine precisa da evocare.
Per la reggente ti faccio un esempio proprio dal tuo testo:Pretorian ha scritto:- Odin Valfǫðr – faccio un inchino.
"- Odin Valfǫðr –" è la battuta; "faccio un inchino" è la reggente, cioè quel pezzettino che agganci per identificare chi dice cosa.
Comprendo. Grazie.
Tendenzialmente cerco di identificare chi parla tramite un'azione, senza dover mettere un "dico, affermo, parlo". Probabilmente avrei dovuto prima far inchinare il protagonista e poi farlo parlare.
Grazie della spiagazione: ne farò buon uso
- Bescottina
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Re: Vecchia Guardia
Pretorian ha scritto:Tendenzialmente cerco di identificare chi parla tramite un'azione, senza dover mettere un "dico, affermo, parlo". Probabilmente avrei dovuto prima far inchinare il protagonista e poi farlo parlare.
Grazie della spiagazione: ne farò buon uso
Ti capisco, lo faccio anche io ed è un ottimo modo di sfruttare la reggente! Ti basta mantenerle unite sulla stessa linea per rendere inequivocabile la cosa.
A presto :)
- L'inquisitore
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Re: Vecchia Guardia
Ciao Agostino, l'ambientazione cyberpunk unita alla giapponesità è interessante. La scena d'azione è ben realizzata, ma a mio parere è proprio un tipo di narrazione (descrizione delle azioni) che rende poco in prosa. Inoltre hai infarcito un pezzo tanto corto di riferimenti e nomi che hanno un po' appesantito la lettura.
Anch'io credo che un approfondimento sul loro passato e sui motivi che li hanno portati a questo punto avrebbe aggiunto profondità emotiva al racconto, cosa che manca del tutto, come se avessimo tagliato un pezzetto da una storia più lunga. Non si riesce ad apprezzarlo, perché non se ne colgono le implicazioni.
Pollice tendente al positivo.
Anch'io credo che un approfondimento sul loro passato e sui motivi che li hanno portati a questo punto avrebbe aggiunto profondità emotiva al racconto, cosa che manca del tutto, come se avessimo tagliato un pezzetto da una storia più lunga. Non si riesce ad apprezzarlo, perché non se ne colgono le implicazioni.
Pollice tendente al positivo.
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