A casa prima di cena, di Fabio Scalini
A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Non ne può più di sentirselo dire. Ma come, non ce l’hai? No, vorrebbe rispondere. Non ce l’ho, e allora? Ma per non fare brutta figura, prova sempre a improvvisare. Solo che è difficile, perché da quando ce l’hanno proprio tutti, ha come l’impressione di non essere più capace di guardare.
Ad esempio, quelli che sono al tavolo di fianco: parlano fra loro, ma i loro occhi puntano nel vuoto, su cose e dettagli imprecisati. Non se ne rendono conto. Sarà sicuramente l’abitudine al punto di vista panoramico, quello più di moda. Solo che è il più difficile da imitare senza averlo mai sperimentato. Loro parlano, ridono, fissano una macchia sul muro bianco o l’angolo di una piastrella sbeccata, e intanto discutono di lavoro, amici, tradimenti, segretucci. Il solito, insomma. Un po’ gli manca.
La cameriera passa e sparecchia. Come fa a prendere il piatto con tutta questa precisione, mentre ha il viso rivolto da tutt’altra parte? Gli viene la naturale tentazione di imitarla, ma non c’è niente da osservare, nulla che dal suo misero e banale punto di vista organico possa dare un senso al suo sguardo.
Lei afferra il piatto, la tazzina, passa un colpo di strofinaccio e aspetta di sapere se ha altro da ordinare. Ora sta osservando una delle bottiglie dietro al bancone. Mezza vuota, senza etichetta. Bizzarro, gli viene quasi voglia di chiederle un bicchiere di quella roba. Lei insiste, perché comunque non può stare seduto tutta la mattina senza ordinare altro. E allora si prende l’ennesimo decaffeinato.
Il foglio nella tasca interna del cappotto pesa, scotta. Lo tira fuori. Non lo apre, lo rigira e basta. No, è solo un foglio. Ma quando lo rimette via, il peso torna e non se ne va.
Chissà cosa si prova a guardare da fuori. A cambiare prospettiva quando ti pare. Una panoramica, uno zoom da fuori, un grandangolo a carrello che passa fra i bicchieri sul tavolo. Un montaggio mentale per rendere speciale ogni momento. È sicuro che la cameriera stia scrutando la sala dall’angolo in alto, muovendosi come all’interno di un diorama. Vive il turno come un gioco dentro uno scenario, con l’obiettivo di arrivare a fine giornata.
Si ritrova la tazzina di decaffeinato fumante fra le mani. La ragazza l’ha lasciata guardando giù, il mento spinto contro la gola. Perché non hanno ancora trovato un modo per rendere più naturale la posizione della testa, quando si attiva il secondo punto di vista? Probabilmente è una questione tecnica.
No. Sta ragionando male. A nessuno importa cosa guardano gli altri con i loro veri occhi, perché nessuno li usa più. Soltanto lui e i quattro svitati che hanno tardato ad adeguarsi se ne possono rendere conto. È solo una questione di essere dentro o fuori.
Gli pizzica il petto sotto la camicia. Ritira fuori il foglio e fa per stritolarlo, sminuzzarlo, lacerarlo. Può ancora buttarlo via, fra i fazzoletti con le chiazze di crema e le mezze bustine di zucchero. Forse dovrebbe.
Lo apre. Due ore all’appuntamento. Punturina, non sentirà niente. A casa prima di cena.
E da domani, potrà guardare il mondo da tutti i punti di vista che vuole, sopra, sotto, fuori, dentro, panoramico, zoomato. A tre finestre la volta, modalità ispezione. Se dev’essere sincero, lo attira la funzione che si adegua a punto di vista degli altri. Niente più scelte. Se va di moda la visuale da fuori, che sia. Era già difficile guardarsi dritti negli occhi, prima di tutto questo. Se deve anche scegliere fra mille possibilità, tanto vale non guardare più e basta.
Ripiega il foglio, fa per appallottolarlo. Pesa, pesa davvero tanto. Un gesto, e potrebbe finire nel cestino. Nessuno che bada a lui, nessuno che lo giudica, ma non può averne la certezza. Ed è stanco di dire ti amo, mentre lei sorride al tostapane.
Si alza, ficca il foglio sul fondo della tasca del cappotto, paga con un gesto al nulla ed esce. Con qualsiasi punto di vista a disposizione, ora, sceglierebbe comunque di fissarsi la punta dei piedi.
Ad esempio, quelli che sono al tavolo di fianco: parlano fra loro, ma i loro occhi puntano nel vuoto, su cose e dettagli imprecisati. Non se ne rendono conto. Sarà sicuramente l’abitudine al punto di vista panoramico, quello più di moda. Solo che è il più difficile da imitare senza averlo mai sperimentato. Loro parlano, ridono, fissano una macchia sul muro bianco o l’angolo di una piastrella sbeccata, e intanto discutono di lavoro, amici, tradimenti, segretucci. Il solito, insomma. Un po’ gli manca.
La cameriera passa e sparecchia. Come fa a prendere il piatto con tutta questa precisione, mentre ha il viso rivolto da tutt’altra parte? Gli viene la naturale tentazione di imitarla, ma non c’è niente da osservare, nulla che dal suo misero e banale punto di vista organico possa dare un senso al suo sguardo.
Lei afferra il piatto, la tazzina, passa un colpo di strofinaccio e aspetta di sapere se ha altro da ordinare. Ora sta osservando una delle bottiglie dietro al bancone. Mezza vuota, senza etichetta. Bizzarro, gli viene quasi voglia di chiederle un bicchiere di quella roba. Lei insiste, perché comunque non può stare seduto tutta la mattina senza ordinare altro. E allora si prende l’ennesimo decaffeinato.
Il foglio nella tasca interna del cappotto pesa, scotta. Lo tira fuori. Non lo apre, lo rigira e basta. No, è solo un foglio. Ma quando lo rimette via, il peso torna e non se ne va.
Chissà cosa si prova a guardare da fuori. A cambiare prospettiva quando ti pare. Una panoramica, uno zoom da fuori, un grandangolo a carrello che passa fra i bicchieri sul tavolo. Un montaggio mentale per rendere speciale ogni momento. È sicuro che la cameriera stia scrutando la sala dall’angolo in alto, muovendosi come all’interno di un diorama. Vive il turno come un gioco dentro uno scenario, con l’obiettivo di arrivare a fine giornata.
Si ritrova la tazzina di decaffeinato fumante fra le mani. La ragazza l’ha lasciata guardando giù, il mento spinto contro la gola. Perché non hanno ancora trovato un modo per rendere più naturale la posizione della testa, quando si attiva il secondo punto di vista? Probabilmente è una questione tecnica.
No. Sta ragionando male. A nessuno importa cosa guardano gli altri con i loro veri occhi, perché nessuno li usa più. Soltanto lui e i quattro svitati che hanno tardato ad adeguarsi se ne possono rendere conto. È solo una questione di essere dentro o fuori.
Gli pizzica il petto sotto la camicia. Ritira fuori il foglio e fa per stritolarlo, sminuzzarlo, lacerarlo. Può ancora buttarlo via, fra i fazzoletti con le chiazze di crema e le mezze bustine di zucchero. Forse dovrebbe.
Lo apre. Due ore all’appuntamento. Punturina, non sentirà niente. A casa prima di cena.
E da domani, potrà guardare il mondo da tutti i punti di vista che vuole, sopra, sotto, fuori, dentro, panoramico, zoomato. A tre finestre la volta, modalità ispezione. Se dev’essere sincero, lo attira la funzione che si adegua a punto di vista degli altri. Niente più scelte. Se va di moda la visuale da fuori, che sia. Era già difficile guardarsi dritti negli occhi, prima di tutto questo. Se deve anche scegliere fra mille possibilità, tanto vale non guardare più e basta.
Ripiega il foglio, fa per appallottolarlo. Pesa, pesa davvero tanto. Un gesto, e potrebbe finire nel cestino. Nessuno che bada a lui, nessuno che lo giudica, ma non può averne la certezza. Ed è stanco di dire ti amo, mentre lei sorride al tostapane.
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio e benvenuto nell'Arena! Tutto ok con caratteri e tempo, buona BEPPE RONCARI EDITION!
Ps: se ancora non sei nel gruppo FB, valuta se entrarvi perché è un modo più diretto per vivere l'edizione e partecipare alla community, altrimenti va benissimo anche solo qui sul forum.
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Grazie!
Appena sono al PC cerco il gruppo su FB, non lo uso quasi mai e sul telefono non ce l'ho
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- Maurizio Chierchia
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio.
Allora, il racconto nasce da un interessante spunto. L'idea che le persone si stiano alienando sempre più, mescolata alla nuova tecnologia che hai inventato, è buona. Il problema sta in come ti sei approcciato alla storia. La stesura risulta complicata. All'inizio ho fatto fatica a capire come queste persone sfruttino la tecnologia del PDV, poi lentamente mi è stato più chiaro. Ho dovuto però rileggere più volte il racconto per capire bene gli ingranaggi della scena, e questo è un peccato.
Bella l'idea, un po' meno lo svolgimento. Il tema lo trovo comunque molto centrato.
Ti auguro una buna gara e a rileggerci presto!
Allora, il racconto nasce da un interessante spunto. L'idea che le persone si stiano alienando sempre più, mescolata alla nuova tecnologia che hai inventato, è buona. Il problema sta in come ti sei approcciato alla storia. La stesura risulta complicata. All'inizio ho fatto fatica a capire come queste persone sfruttino la tecnologia del PDV, poi lentamente mi è stato più chiaro. Ho dovuto però rileggere più volte il racconto per capire bene gli ingranaggi della scena, e questo è un peccato.
Bella l'idea, un po' meno lo svolgimento. Il tema lo trovo comunque molto centrato.
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Maurizio Chierchia
"Domani è già vicino"
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
grazie del commento!
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Tema centrato. Il protagonista riporta le sue sensazioni mentre è in un locale. Belle le descrizioni d’ambiente, a partire dalla piastrella sbreccata. Anche il personaggio della cameriera appare indovinato. Il gruppo di amici del protagonista gli domanda se ha una cosa. La spieghi verso la fine della storia, è una sostanza che permette di vedere il mondo nella sua interezza. E rendi bene l’alienazione del protagonista che vede la compagna sorridere al tostapane.
- MatteoMantoani
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio, piacere di leggerti e benvenuto tra noi.
Il tuo racconto si basa su un'idea interessante, e una declinazione del tema letterale e non banale. Rendi bene lo straniamento di questo mondo distopico dove nessuno ti guarda più in faccia, evoluzione dell'alienazione del mondo moderno? Trovo lo spunto intrigante, mi pace davvero. Certo, secondo me devi fare ancora un po' di attenzione a come gestisci le informazioni per rendere evidente da subito in cosa consiste la particolarità del mondo che descrivi, anche io ho apprezzato il racconto solo a una seconda lettura. Secondo me l'equilibrio e la gestione delle informazioni è molto difficile, qui nell'arena, hai poco tempo e poco spazio, quindi i racconti come il tuo sono di resa molto difficile, ma secondo me hai tutte le carte in regola per sfornare altri buoni racconti, già lo stile mi piace, certo, per il mio gusto avrei limato qualcosa qua e là, ma per me è un buono anche così.
Insomma, commento positivo, ti valuterò bene anche in classifica
Il tuo racconto si basa su un'idea interessante, e una declinazione del tema letterale e non banale. Rendi bene lo straniamento di questo mondo distopico dove nessuno ti guarda più in faccia, evoluzione dell'alienazione del mondo moderno? Trovo lo spunto intrigante, mi pace davvero. Certo, secondo me devi fare ancora un po' di attenzione a come gestisci le informazioni per rendere evidente da subito in cosa consiste la particolarità del mondo che descrivi, anche io ho apprezzato il racconto solo a una seconda lettura. Secondo me l'equilibrio e la gestione delle informazioni è molto difficile, qui nell'arena, hai poco tempo e poco spazio, quindi i racconti come il tuo sono di resa molto difficile, ma secondo me hai tutte le carte in regola per sfornare altri buoni racconti, già lo stile mi piace, certo, per il mio gusto avrei limato qualcosa qua e là, ma per me è un buono anche così.
Insomma, commento positivo, ti valuterò bene anche in classifica
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Buongiorno Fabio. Ho letto e poi riletto il tuo racconto. Lo ritengo quello che più ha centrato il tema, dando alla definizione ‘punto di vista’ una interpretazione diversa da quelle più intuitive. Non gli assegno la testa della classifica perché nella lettura qualcosa mi era sfuggita, è servito rileggere, capire. Naturalmente è perché parli di una tecnologia che non conosciamo e che dobbiamo sforzarci di immaginare, il limite di caratteri non ti consente di entrare in troppi particolari, lasci intuire e il lettore deve ricostruire. Comunque, l’ho trovo molto buono. Buona edition!
- HandyManny_D
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio,
Nel tuo racconto, l’insolito punto di vista diventa il vero protagonista.
L’idea è molto originale e intrigante. Il personaggio principale, indeciso fino all’ultimo se sottoporsi o meno a un intervento che gli permetterà di vedere il mondo da più angolazioni, valuta se davvero questa soluzione così alla moda sia davvero vincente.
La storia è straniante e, a tratti, si perde un po’ in dettagli che si potrebbero essere snelliti facilmente con una revisione, ma nel complesso è stata una prova davvero interessante.
Complimenti per l’originalità.
Ci si legge in giro!
Nel tuo racconto, l’insolito punto di vista diventa il vero protagonista.
L’idea è molto originale e intrigante. Il personaggio principale, indeciso fino all’ultimo se sottoporsi o meno a un intervento che gli permetterà di vedere il mondo da più angolazioni, valuta se davvero questa soluzione così alla moda sia davvero vincente.
La storia è straniante e, a tratti, si perde un po’ in dettagli che si potrebbero essere snelliti facilmente con una revisione, ma nel complesso è stata una prova davvero interessante.
Complimenti per l’originalità.
Ci si legge in giro!
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio,
idea davvero molto interessante e, ovviamente, tema centrato e centrale. Per paradosso quello che ti consiglierei di fare è proprio di centrarlo ancora di più. Trovo che, soprattutto nella prima parte, quando noi lettori non siamo ancora del tutto immersi forse una maggior differenziazione tra il parlante e i personaggi che gli orbitano intorno avrebbe aiutato. Forse un punto di vista interno in prima persona ti avrebbe aiutato a risolvere alcune piccole ambiguità generate dal ricorso al "lui" della terza persona e avrebbe calcato la differenza che il protagonista sente tra il suo sguardo e l'assenza di sguardo di tutti gli altri.
La scena finale del dire ti amo mentre lei sorride al tostapane è straziante e bellissima.
A rileggerci presto!
idea davvero molto interessante e, ovviamente, tema centrato e centrale. Per paradosso quello che ti consiglierei di fare è proprio di centrarlo ancora di più. Trovo che, soprattutto nella prima parte, quando noi lettori non siamo ancora del tutto immersi forse una maggior differenziazione tra il parlante e i personaggi che gli orbitano intorno avrebbe aiutato. Forse un punto di vista interno in prima persona ti avrebbe aiutato a risolvere alcune piccole ambiguità generate dal ricorso al "lui" della terza persona e avrebbe calcato la differenza che il protagonista sente tra il suo sguardo e l'assenza di sguardo di tutti gli altri.
La scena finale del dire ti amo mentre lei sorride al tostapane è straziante e bellissima.
A rileggerci presto!
Elettra Fusi
ProfElettra
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- KatyBlacksmith
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao, Fabio. Ben arrivato.
Il tema è decisamente centrato e mi è piaciuto il modo nel quale hai scelto di mostrare il dubbio, pressante, del protagonista. Adattarsi a un mondo più ampio ma innaturale di osservare il mondo e quindi di viverlo, oppure rimanere uno dei pochi che si basano solo sui mezzi del proprio corpo?
Che sottende a un messaggio più ampio, sull'autenticità e sulle distrazioni delle mille opportunità, che però ci fanno correre il rischio di... perdere di vista (pun intended) le cose fondamentali a vantaggio di qualcosa che forse non vale poi così tanto.
La vicenda viene svelata con coerenza e con il giusto stato emotivo: il continuo confronto tra un approccio naturale ma desueto e quello potenziato eppure manchevole, in qualche modo.
L'ho trovato un racconto con una storia solida e ben svolta.
Per me una buona prova. Buon divertimento con la dodicesima era!
Il tema è decisamente centrato e mi è piaciuto il modo nel quale hai scelto di mostrare il dubbio, pressante, del protagonista. Adattarsi a un mondo più ampio ma innaturale di osservare il mondo e quindi di viverlo, oppure rimanere uno dei pochi che si basano solo sui mezzi del proprio corpo?
Che sottende a un messaggio più ampio, sull'autenticità e sulle distrazioni delle mille opportunità, che però ci fanno correre il rischio di... perdere di vista (pun intended) le cose fondamentali a vantaggio di qualcosa che forse non vale poi così tanto.
La vicenda viene svelata con coerenza e con il giusto stato emotivo: il continuo confronto tra un approccio naturale ma desueto e quello potenziato eppure manchevole, in qualche modo.
L'ho trovato un racconto con una storia solida e ben svolta.
Per me una buona prova. Buon divertimento con la dodicesima era!
- Mario Mazzafoglie
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
A CASA PRIMA DI CENA - FABIO SCALINI
Ciao Fabio, un piacere leggerti.
Concordo con quanto detto da i commenti precedenti al mio. Hai avuto un'idea semplice ma allo stesso tempo geniale per declinare questo tema.
La resa, però, forse poteva essere di qualità maggiore per sfruttare a pieno le potenzialità dell'idea che hai avuto.
L'appunto più grande dal punto di vista tecnico te lo faccio per quanto riguarda l'inizio della storia, perchè capisco creare nel lettore delle domande e la voglia di sapere di cosa si stia parlando, ma leggere 5/6 righe senza capirci nulla personalmente è uno sviluppo che non riesco mai a farmi piacere. Semplicemente perchè ti costringe, una volta capito a cosa ci si riferisse, a tornare indietro per una seconda lettura. E io le seconde letture non le apprezzo molto.
Per il resto, per essere il tuo esordio, io direi che sei assolutamente sulla buona strada.
In bocca al lupo e alla prossima, buona edition.
Ciao Fabio, un piacere leggerti.
Concordo con quanto detto da i commenti precedenti al mio. Hai avuto un'idea semplice ma allo stesso tempo geniale per declinare questo tema.
La resa, però, forse poteva essere di qualità maggiore per sfruttare a pieno le potenzialità dell'idea che hai avuto.
L'appunto più grande dal punto di vista tecnico te lo faccio per quanto riguarda l'inizio della storia, perchè capisco creare nel lettore delle domande e la voglia di sapere di cosa si stia parlando, ma leggere 5/6 righe senza capirci nulla personalmente è uno sviluppo che non riesco mai a farmi piacere. Semplicemente perchè ti costringe, una volta capito a cosa ci si riferisse, a tornare indietro per una seconda lettura. E io le seconde letture non le apprezzo molto.
Per il resto, per essere il tuo esordio, io direi che sei assolutamente sulla buona strada.
In bocca al lupo e alla prossima, buona edition.
Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao! Ringrazio tutti per i commenti puntuali e costruttivi
F.
F.
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Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio, piacere di leggerti. Ti dirò… ho fatto un po’ di fatica a capire come stavano le cose, non mi era chiaro chi fossero e come facessero a “vedere” così i personaggi intorno al protagonista. Ho dovuto rileggere. Certo l’idea è geniale e meriterebbe uno sviluppo ulteriore… pensaci!
Tema centratissimo, mi è piaciuto molto il tono che hai dato al racconto. Buona edition!
Tema centratissimo, mi è piaciuto molto il tono che hai dato al racconto. Buona edition!
- IL GLADIATORE
- Messaggi: 147
Re: A casa prima di cena, di Fabio Scalini
Ciao Fabio, devo dire che il racconto ha un ottimo spunto e l'idea, oltre a centrare il tema, è intelligente e offre un sacco di spunti di riflessione. Purtroppo anche io rientro in quelli che hanno dovuto rileggerlo per entrare totalmente nella dinamica della storia. Gestire meglio l'inizio, magari palesando subito il contesto, avrebbe probabilmente giovato al racconto che comunque resta una prova buona che però non va oltre una valutazione di un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
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