Asso di picche
- Manuel Marinari
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Asso di picche
Non metto piede qui dentro da quando si chiamava Asso di picche.
La luce al neon della nuova insegna illumina la strada.
Settimo cielo. Chi cazzo ha preso in gestione ‘sta bettola? Un’orda di suore sbronze?
Spalanco la porta, il fetore di sudore e alcol mi svernicia la faccia. Dentro è rimasto tale e quale a come lo ricordavo: la penombra, le solite facce smunte.
Manca solo il povero Renato dietro il bancone. Uomo fragile, Renato, come una foglia secca che cade in autunno.
Non lo voleva neanche fare, lui, quel colpo in banca. “Nano, ho un brutto presentimento, stavolta ci lasciamo la pelle.” La posta in palio era troppa alta per noi, scassinatori di edicole.
Tutta colpa mia, averlo abbandonato lì, con gli sbirri alle calcagna.
Il cigolio del parquet mi da il benvenuto. Tutti si voltano, hanno gli occhi sgranati.
Il nano è appena uscito di galera, stendete un tappeto rosso.
C’è una ragazzina tatuata a spillare birre. Avrà una ventina d’anni e riempie i boccali a due tizi in piedi davanti a lei. La tipa dietro il bancone non mi molla un secondo con lo sguardo. Avrei voglia di farmi una scopata, ma non sono il tuo tipo bella, lascia perdere. Il nano è meglio perderlo che trovarlo.
Eccolo lì, Massi. Seduto al solito tavolo in fondo, quello dove progettavamo i peggiori colpi della storia, tra una striscia di coca e uno shot di rum. Dove abbiamo preparato anche l’ultima rapina, dodici anni fa.
Massi alza gli occhi «Nano! Finalmente, il mio fratellino! Chi non muore si rivede...»
Figlio di puttana, in tutto questo tempo, il fratello grande non si è preso cura di quello più piccolo. Vorrei sfondarti di botte.
«Cosa pensavi?» Appoggio il culo sulla sedia di fronte a lui. «Che sarei uscito da quelle quattro mura di merda steso dentro una bara?»
«Se esci morto da Regina Coeli è già qualcosa se ti infilano in un sacco nero.»
Lui scoppia a ridere, io mi trattengo. Si avvicina e mi abbraccia. Ma dura poco, prima le cose importanti.
«Lo sai perché sono qui, vero Massi?»
«Non perdi tempo, eh. Sei uscito soltanto stamattina.» Schiocca le dita. «Hei, bella, due shot di Zacapa!»
«Ma sì, offro io.» Vorrei sbattergli la testa sul tavolo. Mi prudono le mani, ma me le infilo nelle tasche della giacca, per ora. «Due bicchieri di rum posso anche permettermeli, con tutti i soldi che mi devi. Eh, Massi?»
«Dai, non fare così, beviamo qualcosa, poi parliamo di soldi.»
«Non fare così?» Sfioro la pistola nella tasca. «Non sei venuto mai a farmi visita in tutti questi anni. Mi hai lasciato nella merda!»
La ragazza arriva alle mie spalle, appoggia il vassoio col rum sul tavolo. «Ecco a voi.» La tipa fa un gran sorriso a Massi. Mi guarda e digrigna i denti. «Il primo giro lo offre la casa.»
Ha la maglia scollata e il seno sporgente. Massi la stringe in vita e infila la sua testa di cazzo tra le tette.
«Falla finita, Massi!» La tipa si divincola e se ne va.
«Sei la solita testa di cazzo, avrà si e no vent’anni.»
Massi le guarda il culo finché non gira dietro il bancone e si tocca in mezzo ai pantaloni. «Grazie, Rebecca!» Prende il bicchiere in mano, e lo fa tintinnare col mio. «Salute!»
Sbattiamo il bicchiere sul tavolo e ci tracanniamo il rum. Mi scende giù in gola e brucia come fuoco.
Mi lacrimano gli occhi. «Come hai detto che si chiama la barista?» Ho la gola in fiamme.
«Si chiama Rebecca.»
«Che coincidenza.» Mi brucia il petto e mi gira la testa. «Come la figlioletta del povero Renato.»
Tossisco, mi manca l’aria.
«Eh, già. Ti ha aspettato per tanto tempo.»
«Cosa?» Mi tremano le gambe. «Non mi sento bene, Massi.»
Mi stringo le mani alla gola. Mi manca il respiro.
«Povero nano, pensavi di venire qui a chiedere il conto? Beh, non eri il solo.»
«Figlio di putt...» Mi accascio a terra.
Massi si avvicina, sento il suo alito sulla mia faccia.
«Hai lasciato morire suo padre, povero Renato. Pace all’anima sua. Dal suo punto di vista, anche lei aveva da chiedere il conto... a te.»
Chiudo gli occhi, è finita.
Meglio morire al vecchio Asso di picche che in galera, steso in un sacco nero.
La luce al neon della nuova insegna illumina la strada.
Settimo cielo. Chi cazzo ha preso in gestione ‘sta bettola? Un’orda di suore sbronze?
Spalanco la porta, il fetore di sudore e alcol mi svernicia la faccia. Dentro è rimasto tale e quale a come lo ricordavo: la penombra, le solite facce smunte.
Manca solo il povero Renato dietro il bancone. Uomo fragile, Renato, come una foglia secca che cade in autunno.
Non lo voleva neanche fare, lui, quel colpo in banca. “Nano, ho un brutto presentimento, stavolta ci lasciamo la pelle.” La posta in palio era troppa alta per noi, scassinatori di edicole.
Tutta colpa mia, averlo abbandonato lì, con gli sbirri alle calcagna.
Il cigolio del parquet mi da il benvenuto. Tutti si voltano, hanno gli occhi sgranati.
Il nano è appena uscito di galera, stendete un tappeto rosso.
C’è una ragazzina tatuata a spillare birre. Avrà una ventina d’anni e riempie i boccali a due tizi in piedi davanti a lei. La tipa dietro il bancone non mi molla un secondo con lo sguardo. Avrei voglia di farmi una scopata, ma non sono il tuo tipo bella, lascia perdere. Il nano è meglio perderlo che trovarlo.
Eccolo lì, Massi. Seduto al solito tavolo in fondo, quello dove progettavamo i peggiori colpi della storia, tra una striscia di coca e uno shot di rum. Dove abbiamo preparato anche l’ultima rapina, dodici anni fa.
Massi alza gli occhi «Nano! Finalmente, il mio fratellino! Chi non muore si rivede...»
Figlio di puttana, in tutto questo tempo, il fratello grande non si è preso cura di quello più piccolo. Vorrei sfondarti di botte.
«Cosa pensavi?» Appoggio il culo sulla sedia di fronte a lui. «Che sarei uscito da quelle quattro mura di merda steso dentro una bara?»
«Se esci morto da Regina Coeli è già qualcosa se ti infilano in un sacco nero.»
Lui scoppia a ridere, io mi trattengo. Si avvicina e mi abbraccia. Ma dura poco, prima le cose importanti.
«Lo sai perché sono qui, vero Massi?»
«Non perdi tempo, eh. Sei uscito soltanto stamattina.» Schiocca le dita. «Hei, bella, due shot di Zacapa!»
«Ma sì, offro io.» Vorrei sbattergli la testa sul tavolo. Mi prudono le mani, ma me le infilo nelle tasche della giacca, per ora. «Due bicchieri di rum posso anche permettermeli, con tutti i soldi che mi devi. Eh, Massi?»
«Dai, non fare così, beviamo qualcosa, poi parliamo di soldi.»
«Non fare così?» Sfioro la pistola nella tasca. «Non sei venuto mai a farmi visita in tutti questi anni. Mi hai lasciato nella merda!»
La ragazza arriva alle mie spalle, appoggia il vassoio col rum sul tavolo. «Ecco a voi.» La tipa fa un gran sorriso a Massi. Mi guarda e digrigna i denti. «Il primo giro lo offre la casa.»
Ha la maglia scollata e il seno sporgente. Massi la stringe in vita e infila la sua testa di cazzo tra le tette.
«Falla finita, Massi!» La tipa si divincola e se ne va.
«Sei la solita testa di cazzo, avrà si e no vent’anni.»
Massi le guarda il culo finché non gira dietro il bancone e si tocca in mezzo ai pantaloni. «Grazie, Rebecca!» Prende il bicchiere in mano, e lo fa tintinnare col mio. «Salute!»
Sbattiamo il bicchiere sul tavolo e ci tracanniamo il rum. Mi scende giù in gola e brucia come fuoco.
Mi lacrimano gli occhi. «Come hai detto che si chiama la barista?» Ho la gola in fiamme.
«Si chiama Rebecca.»
«Che coincidenza.» Mi brucia il petto e mi gira la testa. «Come la figlioletta del povero Renato.»
Tossisco, mi manca l’aria.
«Eh, già. Ti ha aspettato per tanto tempo.»
«Cosa?» Mi tremano le gambe. «Non mi sento bene, Massi.»
Mi stringo le mani alla gola. Mi manca il respiro.
«Povero nano, pensavi di venire qui a chiedere il conto? Beh, non eri il solo.»
«Figlio di putt...» Mi accascio a terra.
Massi si avvicina, sento il suo alito sulla mia faccia.
«Hai lasciato morire suo padre, povero Renato. Pace all’anima sua. Dal suo punto di vista, anche lei aveva da chiedere il conto... a te.»
Chiudo gli occhi, è finita.
Meglio morire al vecchio Asso di picche che in galera, steso in un sacco nero.
Manuel Marinari
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Asso di picche
antico ha scritto:Ciao Manuel! Tutto ok, buona BEPPE RONCARI EDITION!
Grazie Antico!
Manuel Marinari
Re: Asso di picche
Ciao! Le mie considerazioni, postate anche nel thread del gruppo Lucia:
Non molto attinente al tema, nel senso, non ci vedo nulla di insolito: è una scena piuttosto classica da storia urbana e violenta, con personaggi da galera e il tipico bar "peggiore di Caracas". Un po' troppo sboccato, ma questi sono gusti. Buoni i dialoghi. Il fatto che la morte del protagonista sia una vendetta ordita dalla cameriera, a mio avviso pretendeva che la cameriera avesse un qualche ruolo nel finale, mentre resta fuori scena.
Non molto attinente al tema, nel senso, non ci vedo nulla di insolito: è una scena piuttosto classica da storia urbana e violenta, con personaggi da galera e il tipico bar "peggiore di Caracas". Un po' troppo sboccato, ma questi sono gusti. Buoni i dialoghi. Il fatto che la morte del protagonista sia una vendetta ordita dalla cameriera, a mio avviso pretendeva che la cameriera avesse un qualche ruolo nel finale, mentre resta fuori scena.
I miei romanzi: https://www.fabioscalini.com
- Mauro Bennici
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Re: Asso di picche
Ciao Manuel,
Il racconto non mi convince. La ragazza sta per uccidere un uomo e sembra la cosa più naturale del mondo, come se lo avesse sempre fatto. Serve un cliente con un bicchiere avvelenato e non vediamo le sue paure, le sue ansie.
Nemmeno un gesto di insicurezza, una mano che traballa.
Sulle descrizioni del bar pesa l'assenza di sensorialità. Ho avuto l'impressione di un'immagine da film più che di una pagina di letteratura.
Il primo paragrafo mi ha costretto a tornare indietro nella lettura: "Non metto piede qui dentro" suggerisce che lui sia già dentro il locale.
Alla prossima!
Il racconto non mi convince. La ragazza sta per uccidere un uomo e sembra la cosa più naturale del mondo, come se lo avesse sempre fatto. Serve un cliente con un bicchiere avvelenato e non vediamo le sue paure, le sue ansie.
Nemmeno un gesto di insicurezza, una mano che traballa.
Sulle descrizioni del bar pesa l'assenza di sensorialità. Ho avuto l'impressione di un'immagine da film più che di una pagina di letteratura.
Il primo paragrafo mi ha costretto a tornare indietro nella lettura: "Non metto piede qui dentro" suggerisce che lui sia già dentro il locale.
Alla prossima!
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Asso di picche
Scalo ha scritto:Ciao! Le mie considerazioni, postate anche nel thread del gruppo Lucia:
Non molto attinente al tema, nel senso, non ci vedo nulla di insolito: è una scena piuttosto classica da storia urbana e violenta, con personaggi da galera e il tipico bar "peggiore di Caracas". Un po' troppo sboccato, ma questi sono gusti. Buoni i dialoghi. Il fatto che la morte del protagonista sia una vendetta ordita dalla cameriera, a mio avviso pretendeva che la cameriera avesse un qualche ruolo nel finale, mentre resta fuori scena.
Ciao Scalo, grazie per il commento. Sì, la ragazza entra poco in scena. Una caratterizzazione più accurata sarebbe servita. Ho tentato un colpo di scena.
Alla prossima!
Manuel Marinari
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
maurob ha scritto:Ciao Manuel,
Il racconto non mi convince. La ragazza sta per uccidere un uomo e sembra la cosa più naturale del mondo, come se lo avesse sempre fatto. Serve un cliente con un bicchiere avvelenato e non vediamo le sue paure, le sue ansie.
Nemmeno un gesto di insicurezza, una mano che traballa.
Sulle descrizioni del bar pesa l'assenza di sensorialità. Ho avuto l'impressione di un'immagine da film più che di una pagina di letteratura.
Il primo paragrafo mi ha costretto a tornare indietro nella lettura: "Non metto piede qui dentro" suggerisce che lui sia già dentro il locale.
Alla prossima!
Ciao Mauro, grazie del commento. Si, sono d’accordo sulla mancanza sensoriale e sul pdv che poteva accorgersi di qualcosa. Ho puntato sul colpo di scena.
Alla prossima!
Manuel Marinari
Re: Asso di picche
Ciao Manuel, piacere di leggerti!
Bomba. Il tuo racconto mi è piaciuto un sacco. Un'unica pecca: avrei approfondito lo sguardo della ragazza quando lui la nota la prima volta, poi se volevi mantenere la sorpresa per il finale potevi anche calcare sul fatto che lui, non volendo essere preso dall'idea di andarci, con la ragazza, la ignorante di proposito.
La scrittura è bella dinamica, scorre alla grande, il colpo di scena arriva bene e le semine funzionano altrettanto bene.
Gran bella prova, sarai in alto in classifica.
A rileggerci presto e in bocca al lupo per l'edition!
Bomba. Il tuo racconto mi è piaciuto un sacco. Un'unica pecca: avrei approfondito lo sguardo della ragazza quando lui la nota la prima volta, poi se volevi mantenere la sorpresa per il finale potevi anche calcare sul fatto che lui, non volendo essere preso dall'idea di andarci, con la ragazza, la ignorante di proposito.
La scrittura è bella dinamica, scorre alla grande, il colpo di scena arriva bene e le semine funzionano altrettanto bene.
Gran bella prova, sarai in alto in classifica.
A rileggerci presto e in bocca al lupo per l'edition!
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- Messaggi: 187
Re: Asso di picche
Ciao Manuel!
Bel racconto. Mi è piaciuta la tua interpretazione del tema.
Ci sentiamo tutti protagonisti della nostra storia e dimentichiamo che a volte siamo solo comparse (o persino i cattivi!) nella storia di qualcun altro.
Ben descritta l’ambientazione e sei riuscito in pochi caratteri a farci capire il background della storia.
Se devo trovare dei difetti, i dialoghi sono un po’ esagerati: si direbbe che i protagonisti si sforzano di sembrare cattivi più di quanto non lo siano realmente.
Poi due punti per me poco chiari: questo paragrafo sembra suggerire che ci siano due donne dietro il bancone (la ragazzina e poi la tipa), ma penso sia sempre la stessa? “ C’è una ragazzina tatuata a spillare birre. Avrà una ventina d’anni e riempie i boccali a due tizi in piedi davanti a lei. La tipa dietro il bancone non mi molla un secondo con lo sguardo. ”
E poi la frase del fratello maggiore-fratello minore: oltre ad essere forse non necessaria, non è chiaro se i due sono veramente fratelli o è un modo di dire.
Comunque una buona prova!
Bel racconto. Mi è piaciuta la tua interpretazione del tema.
Ci sentiamo tutti protagonisti della nostra storia e dimentichiamo che a volte siamo solo comparse (o persino i cattivi!) nella storia di qualcun altro.
Ben descritta l’ambientazione e sei riuscito in pochi caratteri a farci capire il background della storia.
Se devo trovare dei difetti, i dialoghi sono un po’ esagerati: si direbbe che i protagonisti si sforzano di sembrare cattivi più di quanto non lo siano realmente.
Poi due punti per me poco chiari: questo paragrafo sembra suggerire che ci siano due donne dietro il bancone (la ragazzina e poi la tipa), ma penso sia sempre la stessa? “ C’è una ragazzina tatuata a spillare birre. Avrà una ventina d’anni e riempie i boccali a due tizi in piedi davanti a lei. La tipa dietro il bancone non mi molla un secondo con lo sguardo. ”
E poi la frase del fratello maggiore-fratello minore: oltre ad essere forse non necessaria, non è chiaro se i due sono veramente fratelli o è un modo di dire.
Comunque una buona prova!
- SalvatoreStefanelli
- Messaggi: 376
Re: Asso di picche
Eccomi anche da te, Manuel.
Passo subito a dirti cosa penso del tuo racconto.
In effetti vedo un'attinenza labile con il tema, proprio al limite. In quanto alla storia, mi è piaciuta ma non è manchevole di difetti. Non ricordo chi ti ha fatto notare la prima frase come errata, io penso invece che non ci sia nessun errore se mi figuro il protagonista appena fuori la porta del locale. Un po' di confusione la dà la frase sulla ragazzina e la tipa dietro al bancone, ma non più di tanto, però avresti potuto metterla meglio. Il dialogo tra il nano e Massi ci può stare, però è vero che non si capisce se i due sono davvero fratelli, come farebbe supporre il primo scambio di battute tra i due e il pensiero del protagonista, anche perché un fratello deve avercela davvero a morte con l'altro per godere del suo avvelenamento. Ecco, quello che proprio mi ha stonato di tutta la storia è Massi: lui cosa c'entra con la storia della rapina? Perché dovrebbe dare dei soldi al nano? C'era anche lui? Non mi sembra da come hai descritto la rapina. E se c'era, perché non ha dato una mano a salvare Roberto? Il nano se ne scappa perché ha i poliziotti alle calcagna e Massi non fa nulla? Non scappa con lui? Non finisce in galera? Bensì sa che il fratello ha lasciato l'amico Roberto a morire, non lo va a trovare in galera e poi gioisce quando la ragazzina lo ammazza? Non mi quadra bene questa cosa. Massi e la ragazza sono una coppia o è il solito trantran tra cliente e cameriera carina? Anche questo è poco chiaro, anche se non così importante. La ragazza è la figlia di Roberto, possibile che il nano non noti nessuna somiglianza con il padre? Ok, sto dicendo troppe cose anche di poca importanza, forse. Comunque avrei reso la parte di Rebecca un po' più pregnante, almeno nel finale. Dimenticavo, l'ultima frase mi sembra non credibile.
Passo subito a dirti cosa penso del tuo racconto.
In effetti vedo un'attinenza labile con il tema, proprio al limite. In quanto alla storia, mi è piaciuta ma non è manchevole di difetti. Non ricordo chi ti ha fatto notare la prima frase come errata, io penso invece che non ci sia nessun errore se mi figuro il protagonista appena fuori la porta del locale. Un po' di confusione la dà la frase sulla ragazzina e la tipa dietro al bancone, ma non più di tanto, però avresti potuto metterla meglio. Il dialogo tra il nano e Massi ci può stare, però è vero che non si capisce se i due sono davvero fratelli, come farebbe supporre il primo scambio di battute tra i due e il pensiero del protagonista, anche perché un fratello deve avercela davvero a morte con l'altro per godere del suo avvelenamento. Ecco, quello che proprio mi ha stonato di tutta la storia è Massi: lui cosa c'entra con la storia della rapina? Perché dovrebbe dare dei soldi al nano? C'era anche lui? Non mi sembra da come hai descritto la rapina. E se c'era, perché non ha dato una mano a salvare Roberto? Il nano se ne scappa perché ha i poliziotti alle calcagna e Massi non fa nulla? Non scappa con lui? Non finisce in galera? Bensì sa che il fratello ha lasciato l'amico Roberto a morire, non lo va a trovare in galera e poi gioisce quando la ragazzina lo ammazza? Non mi quadra bene questa cosa. Massi e la ragazza sono una coppia o è il solito trantran tra cliente e cameriera carina? Anche questo è poco chiaro, anche se non così importante. La ragazza è la figlia di Roberto, possibile che il nano non noti nessuna somiglianza con il padre? Ok, sto dicendo troppe cose anche di poca importanza, forse. Comunque avrei reso la parte di Rebecca un po' più pregnante, almeno nel finale. Dimenticavo, l'ultima frase mi sembra non credibile.
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Asso di picche
Daniele ha scritto:Ciao Manuel, piacere di leggerti!
Bomba. Il tuo racconto mi è piaciuto un sacco. Un'unica pecca: avrei approfondito lo sguardo della ragazza quando lui la nota la prima volta, poi se volevi mantenere la sorpresa per il finale potevi anche calcare sul fatto che lui, non volendo essere preso dall'idea di andarci, con la ragazza, la ignorante di proposito.
La scrittura è bella dinamica, scorre alla grande, il colpo di scena arriva bene e le semine funzionano altrettanto bene.
Gran bella prova, sarai in alto in classifica.
A rileggerci presto e in bocca al lupo per l'edition!
Ciao Daniele, grazie! Si, avrei potuto gestire meglio quella parte che dici tu. Mi sono focalizzato troppo sul pdv, credo, e ho tralasciato quell’elemento. Grazie mille del suggerimento. Buona edition anche a te!
Manuel Marinari
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
Dash J. Benton ha scritto:Ciao Manuel!
Bel racconto. Mi è piaciuta la tua interpretazione del tema.
Ci sentiamo tutti protagonisti della nostra storia e dimentichiamo che a volte siamo solo comparse (o persino i cattivi!) nella storia di qualcun altro.
Ben descritta l’ambientazione e sei riuscito in pochi caratteri a farci capire il background della storia.
Se devo trovare dei difetti, i dialoghi sono un po’ esagerati: si direbbe che i protagonisti si sforzano di sembrare cattivi più di quanto non lo siano realmente.
Poi due punti per me poco chiari: questo paragrafo sembra suggerire che ci siano due donne dietro il bancone (la ragazzina e poi la tipa), ma penso sia sempre la stessa? “ C’è una ragazzina tatuata a spillare birre. Avrà una ventina d’anni e riempie i boccali a due tizi in piedi davanti a lei. La tipa dietro il bancone non mi molla un secondo con lo sguardo. ”
E poi la frase del fratello maggiore-fratello minore: oltre ad essere forse non necessaria, non è chiaro se i due sono veramente fratelli o è un modo di dire.
Comunque una buona prova!
Ciao Dash, sono contento ti sia piaciuto. Sì, allora, in realtà ti sei già risposto. La tipa e la ragazzina dietro il bancone sono la stessa persona. Ho voluto utilizzare due modi diversi per figurarla per non fare ripetizioni. Ci sta che potesse venire un piccolo dubbio. La frase sul fratello ti do ragione. Potevo non metterla, mi piaceva pensare che o due personaggi si potessero definire “fratelli” di banda, non di sangue. Me li sono immaginati appunto, fratelli di rapina ecco :)
Grazie, buona edition !
Manuel Marinari
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
SalvatoreStefanelli ha scritto:Eccomi anche da te, Manuel.
Passo subito a dirti cosa penso del tuo racconto.
In effetti vedo un'attinenza labile con il tema, proprio al limite. In quanto alla storia, mi è piaciuta ma non è manchevole di difetti. Non ricordo chi ti ha fatto notare la prima frase come errata, io penso invece che non ci sia nessun errore se mi figuro il protagonista appena fuori la porta del locale. Un po' di confusione la dà la frase sulla ragazzina e la tipa dietro al bancone, ma non più di tanto, però avresti potuto metterla meglio. Il dialogo tra il nano e Massi ci può stare, però è vero che non si capisce se i due sono davvero fratelli, come farebbe supporre il primo scambio di battute tra i due e il pensiero del protagonista, anche perché un fratello deve avercela davvero a morte con l'altro per godere del suo avvelenamento. Ecco, quello che proprio mi ha stonato di tutta la storia è Massi: lui cosa c'entra con la storia della rapina? Perché dovrebbe dare dei soldi al nano? C'era anche lui? Non mi sembra da come hai descritto la rapina. E se c'era, perché non ha dato una mano a salvare Roberto? Il nano se ne scappa perché ha i poliziotti alle calcagna e Massi non fa nulla? Non scappa con lui? Non finisce in galera? Bensì sa che il fratello ha lasciato l'amico Roberto a morire, non lo va a trovare in galera e poi gioisce quando la ragazzina lo ammazza? Non mi quadra bene questa cosa. Massi e la ragazza sono una coppia o è il solito trantran tra cliente e cameriera carina? Anche questo è poco chiaro, anche se non così importante. La ragazza è la figlia di Roberto, possibile che il nano non noti nessuna somiglianza con il padre? Ok, sto dicendo troppe cose anche di poca importanza, forse. Comunque avrei reso la parte di Rebecca un po' più pregnante, almeno nel finale. Dimenticavo, l'ultima frase mi sembra non credibile.
Ciao Salvatore, grazie per il commento e le segnalazioni poco chiare. Sì, sono d’accordo che la dinamica relazionale è poco chiara. I due uomini me lo immaginavo “fratelli” di rapina e non di sangue. Ma così mi piaceva farli dialogare tra loro.
I soldi glieli doveva perché mi immaginavo che il colpo lo avessero fatto tutti e tre insieme. Non ricordo se sono stato costretto a tagliare qualcosa per farlo rientrare nei caratteri. Mi sa che mi sono perso qualcosa per strada :D.
Alla parte di Rebecca manca sicuramente qualcosa.
Grazie per i suggerimenti, spero che il prossimo racconto non manchino le parti caratterizzanti sui personaggi.
Alla prossima, buona edition!
Manuel Marinari
- gcdaddabbo
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Re: Asso di picche
Ciao, Manuel! Piacere di rileggerti!
Il racconto fila che è un piacere. Il nano descrive l’Asso di Picche diventato Settimo cielo con un linguaggio adatto al personaggio. La trama si sviluppa chiara, fluida. Il tema è centrato. I personaggi son ben delineati. Lo stile è denso. I dialoghi funzionano. Il finale giunge appena preannunciato da quella omonimia: Rebecca.
Veramente un bel racconto.
Buona Beppe Roncari Edition!
Il racconto fila che è un piacere. Il nano descrive l’Asso di Picche diventato Settimo cielo con un linguaggio adatto al personaggio. La trama si sviluppa chiara, fluida. Il tema è centrato. I personaggi son ben delineati. Lo stile è denso. I dialoghi funzionano. Il finale giunge appena preannunciato da quella omonimia: Rebecca.
Veramente un bel racconto.
Buona Beppe Roncari Edition!
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
gcdaddabbo ha scritto:Ciao, Manuel! Piacere di rileggerti!
Il racconto fila che è un piacere. Il nano descrive l’Asso di Picche diventato Settimo cielo con un linguaggio adatto al personaggio. La trama si sviluppa chiara, fluida. Il tema è centrato. I personaggi son ben delineati. Lo stile è denso. I dialoghi funzionano. Il finale giunge appena preannunciato da quella omonimia: Rebecca.
Veramente un bel racconto.
Buona Beppe Roncari Edition!
Grazie Giovanni! Sono contento che ti sia piaciuto questo racconto!
Alla prossima, buona edition anche a te
Manuel Marinari
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 374
- Contatta:
Re: Asso di picche
Ciao Manuel, piacere di leggerti.
Beh, per quanto riguarda lo stile di questo racconto non posso che dire "wow". Hai davvero una bella penna, hai creato dei dialoghi interessanti e seminato le giuste informazioni per poterle usare nel finale. Hai messo quindi tutti gli elementi per un ottimo lavoro. La traccia secondo me c'è e l'hai un po' interpretata come ho fatto io, ossia non usando il Pov insolito narrante ma narrando di un punto di vista celato all'interno della storia. Per me va benissimo.
Ti metto sul podio e ho faticato a scegliere se metterti primo o secondo, optando poi per la medaglia d'argento, ma solo perché quella d'oro l'ho data a un racconto che spicca per originalità.
Ancora complimenti e a rileggerci!
Beh, per quanto riguarda lo stile di questo racconto non posso che dire "wow". Hai davvero una bella penna, hai creato dei dialoghi interessanti e seminato le giuste informazioni per poterle usare nel finale. Hai messo quindi tutti gli elementi per un ottimo lavoro. La traccia secondo me c'è e l'hai un po' interpretata come ho fatto io, ossia non usando il Pov insolito narrante ma narrando di un punto di vista celato all'interno della storia. Per me va benissimo.
Ti metto sul podio e ho faticato a scegliere se metterti primo o secondo, optando poi per la medaglia d'argento, ma solo perché quella d'oro l'ho data a un racconto che spicca per originalità.
Ancora complimenti e a rileggerci!
Re: Asso di picche
Ciao, Manuel è piacere di leggerti.
Allora, su questo racconto sono abbastanza indeciso. Dalla sua ha uno stile immersi o, coinvolgente, con un mostrato deciso che non concede alcuna sbavatura al narrato e si esplica tutto nelle sensazioni e nei pensieri del POV, fornendoci un quadro forse un po' scarno in alcuni punti, ma efficace. Quindi, parafrasando l'antico, lo stile è decisamente da pollice in su.
Quando alla trama... MEH... il colpo di scena finale è telefonatissimo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del noir e affini (per dire, a me ha ricordato l'incipit di Suburra, il film) arriva senza una vera costruzione narrativa che porti a un vero climax. Colpa sicuramente del poco spazio a disposizione ma resta il fatto che hai scelto un qualcosa che avrebbe forse meritato tre, quattro volte lo spazio che avevi a disposizione per esplodere nel modo in cui immagino avresti desiderato.
Bella prova in ogni caso, ma fai sempre attenzione a dosare quello che vuoi scrivere con lo spazio che hai!
Allora, su questo racconto sono abbastanza indeciso. Dalla sua ha uno stile immersi o, coinvolgente, con un mostrato deciso che non concede alcuna sbavatura al narrato e si esplica tutto nelle sensazioni e nei pensieri del POV, fornendoci un quadro forse un po' scarno in alcuni punti, ma efficace. Quindi, parafrasando l'antico, lo stile è decisamente da pollice in su.
Quando alla trama... MEH... il colpo di scena finale è telefonatissimo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del noir e affini (per dire, a me ha ricordato l'incipit di Suburra, il film) arriva senza una vera costruzione narrativa che porti a un vero climax. Colpa sicuramente del poco spazio a disposizione ma resta il fatto che hai scelto un qualcosa che avrebbe forse meritato tre, quattro volte lo spazio che avevi a disposizione per esplodere nel modo in cui immagino avresti desiderato.
Bella prova in ogni caso, ma fai sempre attenzione a dosare quello che vuoi scrivere con lo spazio che hai!
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
Gabriele Dolzadelli ha scritto:Ciao Manuel, piacere di leggerti.
Beh, per quanto riguarda lo stile di questo racconto non posso che dire "wow". Hai davvero una bella penna, hai creato dei dialoghi interessanti e seminato le giuste informazioni per poterle usare nel finale. Hai messo quindi tutti gli elementi per un ottimo lavoro. La traccia secondo me c'è e l'hai un po' interpretata come ho fatto io, ossia non usando il Pov insolito narrante ma narrando di un punto di vista celato all'interno della storia. Per me va benissimo.
Ti metto sul podio e ho faticato a scegliere se metterti primo o secondo, optando poi per la medaglia d'argento, ma solo perché quella d'oro l'ho data a un racconto che spicca per originalità.
Ancora complimenti e a rileggerci!
Ciao Gabriele, ma grazie mille! Sono davvero contento che ti sia piaciuto. La medaglia d’argento è un ottimo risultato.
Andrò a leggermi anche il tuo racconto allora, così da potermi confrontare con chi ha utilizzato lo stesso pdv.
Grazie ancora e alla prossima!
Manuel Marinari
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
Pretorian ha scritto:Ciao, Manuel è piacere di leggerti.
Allora, su questo racconto sono abbastanza indeciso. Dalla sua ha uno stile immersi o, coinvolgente, con un mostrato deciso che non concede alcuna sbavatura al narrato e si esplica tutto nelle sensazioni e nei pensieri del POV, fornendoci un quadro forse un po' scarno in alcuni punti, ma efficace. Quindi, parafrasando l'antico, lo stile è decisamente da pollice in su.
Quando alla trama... MEH... il colpo di scena finale è telefonatissimo per chiunque abbia un minimo di conoscenza del noir e affini (per dire, a me ha ricordato l'incipit di Suburra, il film) arriva senza una vera costruzione narrativa che porti a un vero climax. Colpa sicuramente del poco spazio a disposizione ma resta il fatto che hai scelto un qualcosa che avrebbe forse meritato tre, quattro volte lo spazio che avevi a disposizione per esplodere nel modo in cui immagino avresti desiderato.
Bella prova in ogni caso, ma fai sempre attenzione a dosare quello che vuoi scrivere con lo spazio che hai!
Ciao Agostino, grazie per il commento e per il pollice alzato al cielo :D
Si, ho voluto sperimentare un po’ il genere, visto che da un po’ scrivo altri tipi di storie. Certo, lo spazio di Mc non è mai troppo, soprattutto quando si entra nella storia e quello che scrivi ti appassiona. Sicuramente altro spazio avrebbe fatto bene alla trama.
Mi allenerò a stare di più nello spazio indicato dal contest nelle prossime edizioni, anche questo servirà a migliorare.
Contento che ti sia piaciuto il racconto.
Alla prossima!
Manuel Marinari
Re: Asso di picche
Buonasera, Manuel. Complimenti, mi è piaciuta la storia, l'idea, il modo in cui l'hai raccontata. Mi ricorda nello stile un autore che ho amato molto. Il collegamento con il tema non lo vedo molto forte, ma è uno di quegli aspetti molto personali che si riescono a gestire con difficoltà. Molto grazioso il ribaltamento del finale. Già vedo che avrò difficoltà con la definizione della classifica, bravo.
Re: Asso di picche
Un buon racconto, ben controllato, che sa dove vuole arrivare e ci arriva facendo per bene il compito. Semini bene, ci porti a leggerlo sotto un certo punto di vista per poi decentrare e colpire nel segno. Forse potevi lasciare appena un po' più di spazio a Rebecca e c'è qualcosa che non funziona bene nelle primissime righe, ma per me la valutazione è un pollice tendente verso il positivo in modo solido e brillante.
- Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
jimjams ha scritto:Buonasera, Manuel. Complimenti, mi è piaciuta la storia, l'idea, il modo in cui l'hai raccontata. Mi ricorda nello stile un autore che ho amato molto. Il collegamento con il tema non lo vedo molto forte, ma è uno di quegli aspetti molto personali che si riescono a gestire con difficoltà. Molto grazioso il ribaltamento del finale. Già vedo che avrò difficoltà con la definizione della classifica, bravo.
Ciao Mario, sono contento ti sia piaciuto il racconto. Allora aspetto il nome dell’autore che ti ha ricordato lo stile di scrittura :D
Alla prossima!
Manuel Marinari
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Re: Asso di picche
antico ha scritto:Un buon racconto, ben controllato, che sa dove vuole arrivare e ci arriva facendo per bene il compito. Semini bene, ci porti a leggerlo sotto un certo punto di vista per poi decentrare e colpire nel segno. Forse potevi lasciare appena un po' più di spazio a Rebecca e c'è qualcosa che non funziona bene nelle primissime righe, ma per me la valutazione è un pollice tendente verso il positivo in modo solido e brillante.
Ciao Antico, grazie! Sono molto contento che il racconto sia piaciuto.
Lavorerò sulle parti che hanno funzionato un po’ meno, come gli aspetti emotivi e di movimento degli altri personaggi in scena come mi è stato detto anche da altri commenti.
Manuel Marinari
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