Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Appuntamento alle ore 21.00 di lunedì 21 ottobre con un tema di Beppe Roncari e 4000 caratteri a disposizione
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Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 22 ottobre 2024, 2:20

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BENVENUTI ALLA BEPPE RONCARI EDITION, LA SECONDA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 185° ALL TIME!

Questo è il gruppo RODRIGO della BEPPE RONCARI EDITION con BEPPE RONCARI come guest star.

Gli autori del gruppo RODRIGO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo GERTRUDE.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo LUCIA.


Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da BEPPE RONCARI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo RODRIGO:

Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola, ore 00.54, 3975 caratteri
Il cul*, di Taylor Blackfyre, ore 00.31, 2980 caratteri
L’ora è tarda, e non è l’unica, di Stefano Scudeler, ore 00.09, 3992 caratteri
Fiamme, di Giovanni Pratesi, ore 00.49, 4205 caratteri MALUS 4 PUNTI
Logorio, di Stefano Floccari, ore 00.07, 3964 caratteri
Ma solo perché è una storia, di Luca Nesler, ore 00.12, 3898 caratteri
Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re, ore 22.57, 3997 caratteri
LEI, LUI E L’ALTRO, di Thomas Del Duca, ore 00.23, 3996 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 31 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo GERTRUDE Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 NOVEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo GERTRUDE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo GERTRUDE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA BEPPE RONCARI EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » martedì 22 ottobre 2024, 15:22

Buon pomeriggio, ecco i miei racconti e la classifica:
Il rumore del silenzio di Andrea Crevola Tema centrato. Ottimi i gesti dei due personaggi, il protagonista e la sua ragazza Alessia. Hanno passato la notte insieme. E il protagonista si sente ancora insicuro. Teme di perderla per via delle sue comprensibili sicurezze. Un incidente lo ha reso cieco, come si evince dal finale. Davvero uno splendido racconto, con lei che gli conferma di trovarlo bello.

Il cul* di Taylor_ Blackfyre Tema centrato. Racconto erotico con protagonista il fondoschiena della protagonista. Il punto di vista è ben reso. Al fondoschiena non piacciono certi trattamenti, ma la sua proprietaria è di avviso ben diverso. Certo è che, dopo un trattamento così, trama la sua vendetta. Storia godibile e scritta molto bene. C’è un che di ironico che permea tutta la trama.


L’ora è tarda e non è l’unica di Stefano Scudeler. Tema centrato. Storia molto bella, con protagonista Venezia. E c’è anche un aspirante suicida. Per fortuna la situazione va a finire bene. L’aspirante suicida incontra le pantegane che gli ha mandato contro la città. Il dialetto veneto da un che di ironico alla situazione. Proprio come i rimpianti della città, diventata sempre di più un luogo frequentato da gente immersa nella bolla degli smartphone.
Attenzione:
ripulirsi dagli schizzi
Lui sì che mi dava soddisfazioni
Sì, bella

Fiamme di Giovanni Pratesi. Tema centrato. Giotti e Carli, due addetti al controllo di una centrale nucleare, hanno avuto un incidente con un reattore la settimana prima. E fanno la conta dei danni. La zona è spopolata, e la temperatura si è alzata, provocando una fioritura prematura e l’aumento dell’ossigeno. Il lettore percepisce la tensione dei due. C’è qualcun altro che verrà a fare delle verifiche. La colpa dell’incidente è di Giotti. Bene i dialoghi, ma c’è qualcosa da aggiustare.
Attenzione:
pagare le loro case e la roba che c’è dentro
Forza, usciamo!
Il posto
Sì, questo

Logorio di Stefano Floccari. Tema centrato. Le nevrosi di una coppia alle prese con dei lavori alienanti. Tanto da togliere a lei il tempo per cucinare. Ma non quello di avere una relazione extraconiugale, pur amando il marito. Il tutto è visto dal punto di vista del computer di lei. Storia molto ben scritta per quanto riguarda i dialoghi e i personaggi sono ben delineati attraverso i loro gesti.

Ma solo perché è una storia di Luca Nesler. Tema centrato. Racconto particolarissimo, con echi landolfiani. C’è una riunione di cuochi dall’aspetto mostruoso. Hanno organizzato un banchetto per meglio parlare della cucina. In effetti, la gente muore di fame. Bello il finale, dove la portata principale è il grosso e puzzolente capo cuoco. E finisce sulla tavola del re. Come si capisce dall’orecchino che portava. Lo stile è molto ben riuscito.

Il pugnale nostalgico di Francesca da Re. Tema centrato. Racconto ispirato al finale di Romeo e Giuletta, visto dal pugnale. L’idea è geniale. Il pugnale prima se la prende con Romeo, poi con Giulietta. Vorrebbe essere un altro utensile, ma il Capuleti, padre di Giulietta, se ne impossessa e il pugnale si rassegna a essere chiamato daga. Buono l’uso del linguaggio arcaico, ha un che di teatrale. Il pugnale fa da filtro a questo linguaggio con un che di ironico.

Lei, Lui e l’Altro di Thomas Del Duca. Tema centrato. Racconto agrodolce. Il protagonista è il gatto di una donna innamorata di un uomo violento. Ma il gatto sa come vendicarsi. Lo dimostra l’arrivo dei sanitari e dei tizi vestiti di nero, il lettore crede siano poliziotti. Il finale con il pezzo di salmone è divertente. Bello anche il confronto con l’amico gatto Rufus, un randagio tosto che non rimpiange la sua condizione.

La mia classifica è soffertissima, siete tutti ottimi autori:

Il pugnale nostalgico di Francesca da Re. 1

Il cul* di Taylor_ Blackfyre 2

Il rumore del silenzio di Andrea Crevola 3

Lei, Lui e l’Altro di Thomas Del Duca. 4

Ma solo perché è una storia di Luca Nesler. 5

Logorio di Stefano Floccari. 6

L’ora è tarda e non è l’unica di Stefano Scudeler. 7

Fiamme di Giovanni Pratesi. 8

PVronin
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 23 ottobre 2024, 20:45

Salve a tutti i Rodrigo!

Propongo la mia classifica presto proprio perché è stato un piacere leggervi tutti e l’ho fatto quasi d’un fiato.
Non è stato facile mettervi in ordine di preferenza, e qualche dubbio mi resta: il criterio precipuo è stato la percezione di originalità nel PDV in base ai miei gusti e alle mie letture. Alcune soluzioni le conoscevo come esercizi di scrittura e per questo motivo mi hanno attratto di meno: ciò non vuol dire che siano meno valide, solo non vedo uno sviluppo in un racconto che vorrei leggere con avidità.
Procedo:

1) Ma solo perché è una storia
2) Logorio
3) Il cul*
4) L’ora è tarda, e non è l’unica
5) Lei, lui, l’altro
6) Il rumore del silenzio
7) il pugnale nostalgico
8) Fiamme

1) Ellallà, Luca, che pezzo di bravura!
Spero di averti capito a fondo. Hai creato un mondo, una società e un linguaggio originali. Mi piace sentire il narratore chiamarmi in causa con il tu. L’unica cosa è che a volte, quando usi un nuovo epiteto per un personaggio, mi perdo: cuochino e cuochetto sono per il cuoco dall’orecchino, vero? Perché essendo grasso pure lui, solo più pulito, il diminutivo mi confonde. Orco puzzoso è il capocuoco, ho capito bene?
Tanti dettagli accattivanti come il leccarsi guance e gomiti, gli artisti del forchetto, la lingua pelosa. Arte gastroigniomica, una possibile metafora di politica, didattica, cultura,... è in questa il tuo punto di vista insolito, giusto? Ma il ritratto diverte e piace anche senza significati tra le righe.
Bene!

2) Ciao Stefano!
Mi è piaciuta la scelta del computer (o algoritmo/IA?) come narratore onnisciente! In effetti il nostro portatile sa tanto, troppo di noi… tema centratissimo e attuale. Convincente il ritratto della coppia stanca, in crisi ma non abbastanza, o non ancora. Prevedibile uno sviluppo della storia, vero?
Lessico: forse la parola DATTILOGRAFARE la possiamo mandare in soffitta per un DIGITARE SU TASTIERA o simile?
Svolto bene il dialogo punteggiato da brevi dettagli che, riletti dopo aver scoperto il PDF finale, si apprezzano di più.
Mi piace come hai sottolineato l’aspetto commerciale con il pop-up, e-bay, justeat,... che sia da accentuare?
Complimenti!

3) Hahaha, Taylor, un capolavorino di erotismo ironico!
Tinte forti che a me non disturbano. Fossi in te cambierei il titolo: leggendo le prime righe si capisce di chi è il punto di vista, quindi non darei un riferimento esplicito a priori. Credo sia un refuso l’aver messo al femminile la seguente frase: “Già che mi ha imbrattata tutta”.
Dunque tema centrato nel suo essere insolito. Buffa anche l’idea della vicina. Mi ha ricordato un film degli anni settanta trasmesso dalla RAI in ore notturne che aveva per protagonista una vagina che parlava. Stile appropriato, punteggiatura molto emotiva. Difficile da stabilire dove piazzarlo in una graduatoria!
Buona fortuna!

4) Ciao Stefano, benissimo!
Da subito si capisce che la narrazione è condotta da un elemento tipo un lampione, una statua… bella la soluzione della città intera e la sua memoria storica. Quindi tema centrato e svolto con disinvoltura!
Piccola nota di lessico: se usi STAZZA, il termine contiene un significato di robusto, massiccio, quindi è plausibile che i passi siano lenti. Tu vuoi dire ancora di più perché ha un pietrone, vero? Comunque cambierei questo sostantivo con FISICO, COSTITUZIONE o simile. Oppure rivedrei la frase.
Perplessità: all’epoca dei cellulari ci si uccide affogandosi con un pietrone? L’acqua sotto il ponte degli Scalzi è abbastanza profonda? Tu conosci le risposte e sai se devi cambiare questi dettagli.
Lettura godibilissima che merita una posizione onorevole!

5) Ehila, Thomas!
Il tuo gatto narratore è proprio simpatico. Forse non è una scelta molto originale, ma ci hai imbastito una storia convincente con un bel duetto tra i due fratelli felini. Rido immaginando il micio che infila la cacca nella scarpa (mi ha ricordato che una volta il mio coniglio aveva usato una mia scarpa nera come un wc e ci ho messo il piede senza accorgermene prima…).
Tanti accadimenti in poche righe, stile scorrevole e vivido, con poche parole dici molto.
Dubbi: gli uomini non graffiano, piuttosto producono lividi. Lavorerei sulla reazione di Lei una volta liberata dal fidanzato violento: che non faceva che ridere e dire grazie mi sembra un po’ troppo semplice, la farei più confusa, in fondo Lei gli apriva la porta ogni volta.
In bocca al lupo!

6) Piacere, Andrea!
La lettura del racconto scivola veloce per due motivi: 1) il ritmo costruito dalle tue frasi brevi, incisive, con poche subordinate; 2) la precisione nel descrivere le azioni che rendono la scena facilmente visibile. C’è un buon equilibrio tra quanto è pensato, sentito e quanto è fatto, così che in poche righe si sviluppa un personaggio fatto di luci e ombre, con tanti tratti delicati. Una volta scoperto che il protagonista è cieco, ho sentito il bisogno di rileggere il racconto e l’ho gustato meglio.
Bravo davvero!
Solo un appunto: la scelta del punto di vista è curata, approfondita, attraente ma non la avverto come insolita. È quanto mi posso aspettare da un cieco. Al di fuori di questa mia impressione personale, legata solo al tema, è un racconto che merita molto!
In bocca al lupo!

7) Ciao Francesca.
Hai gestito molto bene il punto di vista, con stile sciolto, centrando il tema e riprendendo in poche righe i punti salienti della trama originale. Sei riuscita anche a delineare le caratteristiche di Romeo con linguaggio fresco, immediato.
Dubbi. 1) La prima frase chi la dice? Il pugnale, capisco io, ma non mi tornano le lineette della punteggiatura visto che è un monologo che riporta dialoghi altrui. 2) La vitamina D: perché il pugnale ne è a conoscenza? Non è un oggetto calato nel suo tempo, con una conoscenza del suo retaggio? Cognizioni scientifiche future, perché?
Chissà come sarebbe andata con il pugnale di McBeth…
Lettura piacevole, complimenti.

8) Salve Giovanni!
Mi piace molto l’incipit in media res, come si dice. È un buon invito ad andare avanti per scoprire cos’è successo e di chi è la colpa veramente. Letto tutto il racconto, amata la scoperta di questi enormi fiori rossi (si teme sia fuoco, prima di concludere, vero?), mi viene una riflessione: e se tu accorciassi la parte precedente del dialogo e invece sviluppassi la parte dei fiori? Vorrei saperne qualcosa in più, anche per via di quell’ossigeno registrato. Li vedo però come elementi insoliti, più che come punto di vista insolito. Forse non ti ho capito…
Dettagli di stile ecc., refusi da stanchezza, immagino:
nella speranza che questo risponda: questo o questi? Oppure lo togli?
«Beato te» gli risponde: metterei così.
sarebbe pararci il culo: manca un UTILE/BENE/… in mezzo.
zona sempre abitata: manca il verbo essere, vero?
e i la roba: via la i.
Il post, caotico… Si questo,...: non capisco.
Probabilmente da qui nascerà un racconto più lungo, vero?
In bocca al lupo!
PVronin

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Andrea Furlan
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » lunedì 28 ottobre 2024, 13:30

Ciao a tutti,
ho letto con molto piacere i vostri racconti: come in altre occasioni mi hanno dato tutti qualcosa da ricordare e hanno tutti idee interessanti e originali, dettate da un tema particolarmente ispirante. Classifica difficile da stilare, soprattutto per le prime posizioni. Ho cercato di premiare originalità, chiarezza e struttura generale.

1 - Logorio di Stefano Floccari
2 - Ma solo perché è una storia di Luca Nesler
3 - L’ora è tarda, e non è l’unica di Stefano Scudeler
4 - Lei, lui e l'altro di Thomas Del Duca
5 - Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re
6 - Il rumore del silenzio di Andrea Crevola
7 - Il cul* di Taylor Blackfire
8 - Fiamme di Giovanni Pratesi


Il rumore del silenzio di Andrea Crevola

Ciao Andrea,
Il tuo racconto mi è piaciuto soprattutto per lo stile e il modo in cui hai costruito il rapporto fra i due personaggi, anche se l'ho apprezzato solo dopo diverse letture. Non avevo capito subito che il protagonista fosse cieco e senza questo elemento fondamentale la storia sembra troppo neutra, dove in effetti sfugge qualcosa che non è evidente. Le semine ci sono, ma non sufficienti a fare intuire la verità alla prima lettura. Non so decidere se sarebbe stato meglio farlo capire subito invece di spiegarlo nel finale. Riguardo al tema, leggendo i commenti ho capito la tua intenzione, ma forse si tratta di un'interpretazione troppo laterale. In sintesi, una prova discreta che però purtroppo non mi ha convinto pienamente.


Il cul* di Taylor Blackfire

Ciao Taylor,
Un racconto erotico ironico abbastanza inusuale, dove si intuisce dall'inizio come andrà a finire. Un po' difficile da valutare anche rispetto agli altri del girone. Tema centrato e tutto sommato mi ha divertito. La storia scorre bene e comunque ho apprezzato il coraggio, secondo me non sarà necessario cambiare il tuo pseudonimo. :-)


L’ora è tarda, e non è l’unica di Stefano Scudeler

Ciao Stefano,
Benvenuto nell'Arena, credo di non aver mai letto niente di tuo!
Il tuo racconto mi è piaciuto, ho capito quasi subito che era la città a raccontare. Devo dire che ho ritrovato sensazioni provate passeggiando per i canali in una fredda notte di novembre qualche anno fa. Buono l'inserimento delle espressioni in dialetto, come hai costruito la nostalgia per i tempi romantici ormai passati e l'indifferenza odierna. Tema centrato in modo originale, anche se forse avrei apprezzato un po' più di sorpresa e un plot twist più efficace alla fine. Comunque meriti un buon piazzamento in classifica!


Fiamme di Giovanni Pratesi

Ciao Giovanni,
Putroppo il tuo racconto non mi ha convinto per diverse ragioni. Secondo me hai insistito troppo sul dialogo che spiega gli accadimenti e il contesto, ma questa parte poteva essere ridotta per risultare più efficace. Ci sono elementi che distraggono (la testa che dondola) e non si capisce a cosa servano nell'economia generale della storia: anche in questo caso potevi dirlo in due parole, solo per dare un'impressione di indifferenza al lettore. Il tema sembra centrato ma di nuovo non è chiaro: si tratta del diverso punto di vista fra i due personaggi, uno che non si sente colpevole e l'altro che lo incolpa? I nomi dei due sono un po' particolari e non si capisce se li hai scelti di proposito o potevano essere anche più generici, di nuovo distraendo dal fluire della storia. Infine l'elemento fantastico dei fiori arriva troppo all'improvviso senza essere spiegato e fa cadere la certezza che volessi sviluppare di più un conflitto fra i due. Insomma, elementi interessanti che potrebbero avere una buona potenzialità (ad esempio l'idea dei fiori rossi che mi ha ricordato il film di fantascienza “Annichilazione”), ma che trattati in questo modo creano parecchia confusione.


Logorio di Stefano Floccari

Ciao Stefano,
Il tuo racconto mi ha preso dall'inizio e mi ha convinto: tema centrato, ambientazione e caratterizzazione dei due personaggi ben delineate, buon ritmo che tende ad aumentare in un discreto climax. Ho trovato alcune immagini che possono distrarre (l'attaccapanni a forma di morte nera e l’apribottiglie) senza aggiungere nulla alla storia. C'è anche la ripetizione di "Dai" in diverse parti del dialogo che è un po' di troppo. Ma si tratta di piccole sbavature.
In un paio di occasioni ci sono dei piccoli errori di punto di vista, ad esempio quando dici "Lei torna a girarsi verso il computer, un magone enorme in gola": sembra più da narratore onnisciente, mentre alla fine è chiaro che il pdv è il computer, quindi un linguaggio più neutro e tecnico sarebbe stato meglio, come hai fatto indicando con precisione applicazioni usate e orari precisi. In sintesi un'ottima prova, migliorabile per alcuni dettagli.


Ma solo perché è una storia di Luca Nesler

Ciao Luca,
è davvero un piacere leggere un tuo racconto, soprattutto così particolare. Come altri, non sono sicuro di aver capito il messaggio o l'enigma nascosto nelle tue parole e neanche quale sia il nome del regno che da lettore avrei dovuto indovinare. Ho trovato comunque interessante la declinazione del tema: nel regno tutti cucinano ma nessuno mangia, o almeno non hanno il piacere di mangiare, e l'unico che vede le cose in modo diverso è il cuoco discriminato che alla fine viene mangiato. Questo tema e la figura del cuoco con l'orecchino mi hanno fatto venire in mente "I ragazzi della Via Pal" e il protagonista Nemecsek.
In generale, mi ha dato un'impressione di un interessante fantasy fiabesco - grottesco e mi ha ricordato i dialoghi fra I giganti del "Grande gigante gentile" di Roald Dahl.
Insomma, bella prova con diversi punti di interesse che va di certo valorizzata, ma come ti hanno fatto notare altri poteva essere un po' più chiara, forse giocando ancora di più sulle figure del cuoco-capo e dell'antagonista con l'orecchino.


Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re

Ciao Francesca,
Ho apprezzato il tuo racconto, con una bella idea di fondo che centra il tema in modo brillante: il punto di vista è dell'oggetto chiave della tragedia. Molto bella e difficile anche la scelta di usare il testo originale come base per la storia che hai voluto raccontare. Ho trovato più problemi sul lato stile, trovandomi d'accordo con buona parte dei commenti di Gaia. Secondo me avresti dovuto scegliere più chiaramente: uno stile arcaico simile alla tragedia originale con inserimenti dialettali o uno stile moderno e più decisamente ironico. Nel racconto c'è una mescolanza di questi due elementi che fa perdere un po' la magia. Avrei forse anche accentuato la personalità del pugnale - punto di vista, che non sopporta di essere scambiato per altri tipi di armi bianche: avrebbe dato più senso al finale che così com'è mi è arrivato un po' debole. In sintesi, Bella idea e svolgimento, ma da migliorare come stile, semine e finale.


Lei, lui e l'altro di Thomas Del Duca

Ciao Thomas,
Buon racconto, dove sono riuscito a immedesimarmi. Tema centrato in modo non banale e una storia semplice ma efficace, dove anche io ho trovato che sei riuscito a dare molte informazioni in poche parole. Concordo con Gaia che potevi rendere più interessante l'incipit e che lo stile a tratti fa un po' perdere il filo. Ho trovato un po' inverosimile la scena della scarpa che mi è sembrata poco "da gatto". Per il resto tutto fila bene, soprattutto il dialogo fra i due felini e il modo in cui viene raccontata la storia di violenza domestica fra gli umani.

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Manuel Marinari
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » lunedì 28 ottobre 2024, 18:35

Ciao a tuttə
Fare questa classifica è stato veramente ma veramente difficile. In questo gruppo c'erano molte belle penne. Semplice, invece, e soprattutto godibile, è stata la lettura dei vostri racconti. Complimenti a tutti gli autori e le autrici del gruppo.
Di seguito, la classifica e i commenti

1 Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola
2 Logorio, di Stefano Floccari
3 Il cul*, di Taylor Blackfyre
4 LEI, LUI E L'ALTRO, di Thomas Del Duca
5 Ma solo perchè è una storia, di Luca Nesler
6 Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
7 L'ora è tarda, e non è l'unica, di Stefano Scudeler
8 Fiamme, di Giovanni Pratesi

Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola
Ciao Andrea, racconto scritto molto bene. L'interiorità del personaggio principale è molto ben organizzata e strutturata. Hai fatto un'ottima scelta a lasciarlo da solo nella stanza, in modo da potersi commiserare e fare a pugni con le sue insicurezze. Mi piacciono molto i personaggi maschili che si fanno domande su di sé e si mettono in discussione.
L'inizio del racconto ti sei focalizzato molto sulla sensazione tattile. E ho pensato: tre righe per dire che sta toccando il viso della ragazza. Alla fine mi sono ricreduto, visto la rivelazione che fa la storia. Ottima scelta.
Volevo annotare due cosine, ma giusto perché avrei utilizzato altri termini per la scena:
- "il materasso si inclina in sua direzione". Avrei utilizzato: "il materasso si inclina sotto le sue ginocchia/sotto il suo peso"? Poi dici che gattona quindi la immagino che salga sul letto in quel modo.
- "L’asse del gabinetto sbatte sulla ceramica. Alessia chiude la porta..." Avrei invertito le due azioni.

Logorio, di Stefano Floccari
Ciao Stefano, racconto geniale! Per ora, di quelli del gruppo che ho letto, è tra i preferiti. Sarà difficile classificarli.
Inizialmente, il lui e lei ripetitivo mi stava infastidendo e non poco. Poi, man mano che il racconto filava liscio, le puntualizzazioni precise sugli acquisti, mi ha fatto entrare nell'ottica dell'insolito punto di vista.
L'hai organizzato bene. Ti sottolineo soltanto una frase, che nel complesso ci sta meno bene. "Hanno scopato gli ultimi otto giorni che lei è andata in ufficio". Forse è una cosa che il cervellone elettronico e pensante non poteva sapere con esattezza. Giusto? Comunque sia si tratta davvero di una cosa che non inciderà sul complesso del racconto.
Complimenti, alla prossima, buona edition!
Queste due cose che ti ho suggerito sono veramente di poco conto e non incideranno sulla scelta della classifica che farò, ma volevo condividerle con te.
Buona edition!

Il cul*, di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor, più che leggo storie su minuti contati e più mi chiedo come fate a inventarvi certe scene :D
Racconto originalissimo, erotico al punto giusto e spassoso da morire. L'insolito punto di vista per eccellenza!
Il ritmo che hai dato alla storia secondo me è preciso, veloce e efficace. Avrei utilizzato altro al posto di pisolino. Tipo: una meritata tregua? Finalmente una sosta? Qualcosa del genere, o magari in aggiunta al fatto di essersi appisolata.
Il nome Deianira, invece, non lo conoscevo. È veramente fuori dal comune.
Ottimo racconto di una penna coraggiosa!
Buona edition!

LEI, LUI E L'ALTRO, di Thomas Del Duca
Ciao Thomas, bentrovato. Non mi ricordo se ci eravamo già incrociati, siamo in tanti sul forum!
Allora, il punto di vista del gatto domestico è interessante, bello lo scorcio di Rufus e della vita più "vissuta" da gatto di strada. I dialoghi mi sono piaciuti.
Hai costruito una storia che scorre molto bene e lo hai fatto scegliendo il tema della violenza domestica e delle relazioni tossiche. Premio sempre quando, chi scrive, tocca temi attuali e non banali.
Ci sono alcune parole che avresti potuto utilizzare diversamente, mostrando meglio la scena e le azioni che si svolgono. Ad esempio "solito circo" e "parapiglia".
Comunque i gatti ne combinano sempre una! Questa è stata top!
Buona edition, alla prossima.

Ma solo perchè è una storia, di Luca Nesler
Ciao Luca, finalmente leggo un tuo racconto. E ti premetto anche che, avendoti conosciuto di persona a Strani Mondi, ho letto il racconto con la tua voce narrante, proprio la tua! Fighissimo!
Allora, entrando nel merito di questo racconto, ti devo dire che non amo le precisazioni tra le parantesi del narratore. Però è questione stilistica soggettiva.
Il mondo fantasy che hai immaginato è ben costruito, i personaggi vividi nella mia immaginazione mentre leggevo. Hai caratterizzato bene. Ho avuto solo un pò di confusione con cuoco, capocuoco, capo. Non sono riuscito a distinguerli sempre bene, per fortuna il dettaglio dell'orecchino ha facilitato e non poco.
"Quelli sotto il tavolo lasciamoli perdere: lo fanno tutti, che chi vuole attenzione fino a umiliarsi, raramente la riceve", secondo me questo è un indizio che ci hai messo lì per farci intuire il nome del regno. Dico bene?
"Il nome del regno? Ma su, che l'hai capito." Io ho pensato al parlamento :D
Alla prossima, buona edition!

Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
Ciao Francesca, benvenuta a Minuti Contati.
Un altro racconto in dialetto veneto! Hai utilizzato giusto due tre parole, secondo me hai fatto bene a non esagerare.
Premetto che non sono stato un amante della letteratura classica e sono stato anche un pessimo studente a scuola :D perciò non conoscevo benissimo la trama che hai rivisitato. Perdonami, tu invece la conosci benissimo! Si vede da come hai costruito le scene. La tua versione del finale di Romeo e Giulietta è divertente e, costruita dal punto di vista del pugnale, con il tuo stile narrativo, hai messo in scena davvero un bel racconto.
Hai fatto un ottimo esordio e con una scelta del pdv anche difficile! Certo, il tema si prestava, ma lo hai sfruttato molto bene.
Un'annotazione: “Oh Romeo, Romeo, mi consideri?” e “Romeo, sveglia un po’... Ma che cazzo fai?” potevi lasciarle libere nel testo, senza utilizzare le virgolette alte. Il pdv e il dialogo interiore è sciolto nella prosa per tutto il racconto. Non le avrei utilizzate.
Il vostro gruppo è composto da ottim* autor* e non so davvero come classificarvi!
Alla prossima e buona edition!

L'ora è tarda e non è l'unica, di Stefano Scudeler
Ciao Stefano, benvenuto su Minuti Contati. Dovrebbe essere la prima volta che ci incrociamo.
Hai avuto una bella idea a costruire il punto di vista da parte cella città che accoglie e ospita le persone in più momenti storici e ne racconta alcune sfaccettature. Ho avuto un pò di difficoltà nel capire il significato di alcune parole (sono di Pisa).
L'inizio del racconto è la parte che ho preferito di più.
Forse è mancato qualcosa, il conflitto nel racconto ne risente un pò. Avrei accentuato la parte del personaggio con intenzioni suicide. Perché è vero che per Venezia è uno dei tanti che passa di lì, però mi appare come un personaggio di contorno alle altre varie storie. Ho apprezzato però l'intento della città di volerlo aiutare e anche il messaggio sociale della deriva individualista e alienante dell'utilizzo dei dispositivi elettronici.
Buona edition!


Fiamme, di Giovanni Pratesi

Ciao Giovanni.
Secondo me ci sono diversi problemi di struttura in questo racconto. Provo a evidenziare le parti che sono andate meno bene, tralasciando gli errori di battitura, probabilmente non hai avuto tempo per fare letture correttive. Ti lascio questo commento con riferimenti dal testo, spero ti possano aiutare nei prossimi svolgimenti di altri racconti. Un esercizio che mi ha aiutato quando non ho fatto delle belle prove, è stato smontare tutto e ricomporlo con i suggerimenti degli altri autori e le altre autrici. Spero ti sia di aiuto.
I personaggi: Carli e Giotti, due cognomi corti che finiscono con la lettera i. Sono gli unici due personaggi presenti in scena. Sarebbe stato meglio differenziarli, tipo Carli e Bottone, Giotti e Mastinu. Ti dico nomi a caso ma avrebbero aiutato a figurarli in scena.
L'incipit e il contesto ambientale: ho faticato a capire dove i due personaggi si trovassero. Capisco che sono in strada, perchè scrivi di andamento della strada e di dossi. Poi hai inserito il container e solo dopo metà racconto scrivi del camion che arresta la marcia. Ho fatto fatica a figurare un viaggio dentro a un container. Ci sono le finestre? Chi lo guida? Una panca spunta dal nulla.
"Il post, caotico e sovrappopolato, per la prima volta si mostra deserto." QUi hai perso l'occasione per mostrare bene la scena.
Azioni dei personaggi: ci sono alcuni movimenti non congrui, da quello che mostri in scena.
Fissa l'infinito. Cosa fissa? Mostrami, se i personaggi possono vederlo (da una finestrella del container) l'ambiente circostante. Fissa qualcosa dentro il container? Mostrami se il personaggio si è fissato su una ragnatela o su una lastra di ferro mangiata dalla ruggine.
Giotti china la testa, sta sudando freddo dentro al suo scafandro. Qui ce l'ha in testa.
"Giotti si passa il guanto dello scafandro sulla fronte". Da come è descritta è un'azione impossibile da compiere. Se ha lo scafandro, come fa a toccarsi la fronte? FOrse la visiera dello scafandro.
"Appena Giotti si accorge di piangere distoglie lo sguardo da Carli e china la testa senza asciugarsi le lacrime" anche qui è ovvio che non può farlo perchè ha lo scafandro in testa.
"dice Giotti asciugandosi le lacrime prima di mettersi il casco dello scafandro, Carli fa lo stesso." Non ce l'avevano già infilato in testa?

La scena finale dei fiori, è la parte che ho preferito.
Alla prossima, buona edition!
Manuel Marinari

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antico
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 28 ottobre 2024, 19:31

Avete già ricevuto quattro classifiche. Oltre a quella de L'AUGURE, il nuovo moderatore che questo mese sostituisce L'INQUISITORE, ne dovrete ancora ricevere cinque.

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giulio.palmieri
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » martedì 29 ottobre 2024, 0:19

Salve gruppo!
Devo dire che l'edizione è stata molto interessante, con racconti che sono riusciti a dare variazioni originali del tema proposto.
Ho dato priorità al ritmo, alla struttura del racconto e alla declinazione del tema. Secondo me, molti di questi racconti sono migliorabili e in alcuni casi potrebbe valere la pena farne dei racconti più lunghi, per far esprimere loro tutto il potenziale. Ad ogni modo, a voi la classifica:

1 - Logorio di Stefano Floccari
2 - Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re
3- Il rumore del silenzio di Andrea Crevola
4- Il cul* di Taylor Blackfire
5- Ma solo perché è una storia di Luca Nesler
6- L’ora è tarda, e non è l’unica di Stefano Scudeler
7- Lei, lui e l'altro di Thomas Del Duca
8- Fiamme di Giovanni Pratesi


- Il rumore del silenzio di Andrea Crevola
Ciao Andrea, piacere di leggerti. Il racconto scorre, e anche qui, ho dovuto rileggerlo per cogliere tutti i dettagli (tattili e uditivi) della semina narrativa. Il personaggio di Michele risulta credibile (inclusi i suoi pensieri in attesa della compagna) e la rivelazione finale dà quel tocco che chiarisce il meccanismo narrativo, senza eccedere nel colpo di scena tout court. Sarà difficile stilare una classifica. Il tema risulta centrato.

- Il cul* di Taylor Blackfire
Ciao Taylor, piacere di leggerti. Be' qui siamo di fronte a un erotico, dal tono divertente. L'unica cosa che non risulta chiara è il nome della protagonista (che richiama la moglie di Ercole... perchè?). Per il resto nulla da dire, anzi hai giocato bene sul contrasto tra la "voce" narrante e la volontà della protagonista. Forse l'aver suddiviso il racconto in paragrafi rallenta un attimo la lettura. Comunque una buona prova, con un pdv molto inusuale e un genere ben definito (e non è cosa da poco).


- L’ora è tarda, e non è l’unica di Stefano Scudeler
Ciao Stefano, piacere di leggerti.
Allora, il racconto è molto scorrevole, il pdv inusuale. Non si capisce subito che è la città a parlare, ma appena lo si comprende si delinea molto bene quella sorta di potere che la voce narrante ha nell'influire sugli eventi (far incontrare le persone, deviare all'ultimo topi e pantegane per attirare l'attenzione delle persone coinvolte etc. etc.). Quindi, a mio avviso, i meccanismi del fantastico sono rispettati: le regole del mondo si susseguono nella narrazione, anche se non si mostrano da subito. Il finale pone però un paio di alternative. Si coglie la vena polemica sull'indifferenza ai rapporti umani autentici data dalle nuove tecnologie, però, da un altro punto di vista, resta in sospeso l'azione relativa all'uomo sul ponte. Si butta o non si butta? Come influisce su di lui l'indifferenza della donna che supera il ponte? Considerandolo come una sorta di pamphlet polemico tuttavia, la storia regge. Sarà difficile stilare una classifica. A rileggerci, e buona edition.

- Fiamme di Giovanni Pratesi
Ciao Giovanni, piacere di leggerti. Dunque, il racconto mi risulta suddividibile in due parti: la prima, in cui il lungo dialogo nel container serve da set-up del mondo narrativo, la seconda in cui l'apertura della porta immerge i personaggi (e il lettore) al questa sorta di mondo post-apocalittico. E così detta, la struttura regge. Il lungo dialogo preparatorio e la scena finale non chiariscono però cosa succeda. Perchè il "post" è deserto? Perché i due si recano proprio laggiù?
L'ambientazione è una sorta di Chernobyl fantascientifica? Secondo me, potresti ragionare sul motivo che spinge i due a recarsi laggiù e su un finale legato al mondo narrativo.


- Logorio di Stefano Floccari
Ciao Stefano, piacere di leggerti. Racconto riuscito. Molto valido il finale: è lì che si capisce l'effettivo il terzo personaggio della storia. Il conflitto di coppia al centro della narrazione rende tutto autentico, con un ritmo serrato fino alla fine. Il pdv poi, di riga in riga, salta da un personaggio all'altro, e nonostante questo si legge fino alla fine. Non so dire quanto questa tecnica sia valida su un racconto più lungo, ma nel breve centra il bersaglio.


- Ma solo perché è una storia di Luca Nesler
Ciao Luca, piacere di leggerti.
Secondo me l'idea di fondo è molto valida. Anche l'idea del narratore onnisciente può starci, per accompagnare il lettore in questo mondo di cuochi mostruosi. Non so perché, mi ha ricordato, alla lontana, il Poe di Hopfrog. Tuttavia non sono riuscito a immergermi completamente nel tessuto narrativo, e secondo me il pdv del narratore ha influito. Mi è sembrato che tu abbia creato la scena esattamente mentre scrivevi, e quindi ti sia mantenuto sopra le parti cercando di delineare la vicenda al lettore. Secondo me, potrebbe essere utile immergersi in uno dei personaggi, e anche dare una scena al di fuori della "riunione gastroide". Qual è lo scenario sociale? Perché in questo mondo di cuochi il popolo muore di fame? Perché non c'è più nulla di buono nel regno?
Mancano le motivazioni profonde dei personaggi, anche se il racconto, così come è posto, risulta una sorta di allegoria del nostro mondo. Sarà difficile metterlo in classifica.


- Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re
Ciao Francesca,
piacere di leggerti. Allora, secondo me l'idea ha un qualcosa di geniale. Il pugnale di Romeo, nel volgere della vicenda, guarda (e giudica) usando l'ironia di uno sguardo moderno l'ultimo atto di una tragedia. Mi è piaciuto il tono ironico, in alcuni punti forse un po' troppo spinto sulla modernità (tipo quando citi il karma) e la sua ironia nel voler diventare un utensile da cucina. Ci trovo davvero pochi difetti, il finale porta anche a conclusione un arco trasformativo della voce narrante. Lo metterò di sicuro nella parte alta della classifica.

- Lei, lui e l'altro di Thomas Del Duca
Ciao Thomas, piacere di leggerti. Allora, il racconto centra il tema, e di sicuro il dialogo tra gatti aiuta nella comprensione della vicenda. La cosa che mi risuona non del tutto efficace è l'espediente trovato dal gatto: a parte la verisimiglianza della cosa, tutto poi sembra accadere in modo un po' forzato, e le reazioni umane non mi sembrano del tutto naturali (l'uomo non avrebbe dovuto allarmarsi?). Anche tu hai cmq colto un tema di attualità nella vicenda, e questo è un punto a favore.

Gaia Peruzzo
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » martedì 29 ottobre 2024, 17:00

Ecco che arriva come sempre il momento più difficile. Complimenti a tutti per aver partecipato! Ero indecisa su molti posizionamenti e per aiutarmi a scegliere ho pensato anche a quale racconto mi fosse rimasto più impresso.

Classifica:

1) Logorio, di Stefano Floccari
2) Ma solo perché è una storia, di Luca Nesler
3) Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola
4) Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
5) L’ora è tarda, e non è l'unica, di Stefano Scudeler
6) Lei, Lui e l’altro, di Thomas Del Duca
7) Il culo, di Taylor Blackfyre
8) Fiamme, di Giovanni Pratesi

E commenti:

Il rumore del silenzio di Andrea Crevola
Ciao Andrea! Avrei invertito le frasi della chiusura della porta del bagno e poi dell'asse di ceramica che si abbassa. Perché mi sembra strano come ordine di azioni, mettendo prima della chiusura della porta e poi l’asse che sbatte sulla ceramica, ma questa è davvero una piccolezza.
È un racconto molto dolce che ho trovato ben fatto. La cecità del protagonista arriva sempre più chiara man mano che ci si avvicina al finale, e ha un impatto forte, perché anche il resto dei dettagli sensoriali che hai scelto di usare acquista senso.
Mi è piaciuto molto. E se voglio proprio essere puntigliosa non ho ben capito perché lei sostanzialmente vada al bagno (ok, che magari le scappava la pipì), ma mi sembra che serva solo ad aumentare la parte sensitiva dei suoni percepiti da lui. Perché alla fine avrebbe potuto dialogare fin da subito e confortarlo, senza fargli venire dubbi su dubbi “scappando” nel bagno.
Comunque con pochi caratteri i personaggi sono delineati molto bene. E so già che sarà difficile capire dove inserirti nella classifica.
In bocca al lupo per la gara!

Il culo di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor. Cosa dire? Intanto complimenti per il coraggio. Non penso che dovrai cambiare nome, in molti libri c'è roba molto ma molto più strana, ecco.
Il tuo racconto ha un sacco di comicità. Ma penso che alcuni passaggi siano troppo veloci, ok che di sicuro il punto di vista aveva ehm, diciamo, gli occhi coperti dal tessuto, però ho trovato i cambi di scena troppo repentini. Soprattutto nei primi tre paragrafi dove avviene lo spostamento: fuori-ascensore-camera.
E anche nella parte dove parla con il lenzuolo, dopo averlo ritrovato, e viene rigirato verso l’alto, ecco che si sveglia all'improvviso, ma non abbiamo la sensazione precedente sul fatto che si sia appisolato (sempre che un sedere possa dormire). Anche quel passaggio a una prima lettura l’ho trovato troppo veloce.
Anche evitando alcune frasi stereotipate tipo “non ho firmato per questo” avresti reso la personalità del punto di vista un po’ più, come dire, personale e caratteristica. Però si capisce benissimo la sua frustrazione finale.
Di sicuro è un racconto particolare e divertente.
In bocca al lupo per la gara!

L’ora è tarda, e non è l'unica di Stefano Scudeler
Ciao Stefano! È stato inaspettato trovare come pdv una città. Ho un odio-amore per Venezia, ma direi che se potesse parlare si lamenterebbe proprio come quella del tuo racconto. Credo che tu l'abbia dipinta bene, forse avrei messo dentro qualche elemento ancora più tipico, per esempio qualche altro aneddoto, magari proprio sul ponte alla fine del racconto (ma non so se ce ne siano). Perché è proprio lì che succede l’azione principale, e quindi avrei ampliato quel punto, riducendo tutta la parte che avviene prima, che mi sembra quasi un po’ un “prologo”. Più che il personaggio, ho apprezzato il messaggio che hai veicolato nel testo. È molto bello anche il gioco di parole nel titolo.
Questa frase: “Bei tempi quelli del Casanova, lui sì che mi dava soddisfazioni.” mi sembra un po’ lasciata a sé.
E forse avrei cambiato la parola “cazzo” con qualcos'altro, è vero che è un’esclamazione che diciamo tutti in realtà, però non me la sarei aspettata da una città ricca di storia e cultura (infatti ho adorato il passaggio in cui parli dell'origine della parola ciao). Porco Arsenale è già più sua, ecco, come personalità. In ogni caso è stato un racconto che mi ha sorpreso.
In bocca al lupo per la gara!

Fiamme di Giovanni Pratesi
Ciao Giovanni! Il testo risulta abbastanza pesante, soprattutto all'inizio, e credo che il motivo sia perché alla fine sono due personaggi che parlano, ma continui a specificare chi fa cosa, quando già si capisce che è un “botta e risposta”. Se togli tutti i rispose, domandò, disse, aumenterà la fluidità del testo. Lascia solo le azioni che compiono i personaggi mentre parlano per dare movimento e realismo al dialogo.
Poi ci sono parti di frasi che puoi tranquillamente eliminare tipo “a quelle parole Carli scuote la testa sorridendo”, a quelle parole è superfluo, mentre se lo lasci così: “Carli scuote la testa sorridendo” è più immediato.
“Appena Giotti si accorge di piangere…” Anche questa frase mi suona strana. Trovo che fosse meglio puntare sul fatto che aveva gli occhi pieni di lacrime. Perché mi sembra strano accorgersi di piangere, anche perché il pianto è un'emozione prevista. Lo senti quando sei sul punto di rottura e stai per piangere o se le lacrime ti bagnano il viso.
Quando arrivi a dirci che scendono dal camion e arrivano al quartiere hai la possibilità di descriverlo, ma non la cogli. Perché? Piuttosto che dirci che si apre, facci vedere che cosa ha da offrire. I palazzi sono alti? Sono ben messi? Sono tanti? Sono ammassati sull'altro? Sono tutte case o c’è anche qualche bar, ristorante, ecc?
Che non c'è nessuno in giro lo dici anche nel dialogo, quindi risulta ripetitivo. E sul finale c'è molto spesso la ripetizione di “colore” e “rosso”. Questa ridondanza di ripetizioni è presente anche nelle piccole azioni dei personaggi e li fa sembrare scattosi, oltre che a rubarti caratteri preziosi per rendere meglio la scena.
L’ho riletto più volte, ma non ho proprio capito cosa volessi dire con questo racconto, e di questo ti chiedo scusa. Perché il colore rosso alla fine risulta essere dei fiori? Prima di valutare mi piacerebbe molto sapere di più sulla tua idea, per avere il contesto più chiaro, grazie. Intanto in bocca al lupo per la gara!

Logorio di Stefano Floccari
Ciao Stefano! Ho apprezzato la scelta del computer come pdv e che il suo svelamento arrivi solo sul finale. O almeno io ho pensato che fosse un computer. Ho iniziato a pensarlo man mano che venivano fuori i dettagli sul fatto che fosse così tanto calcolatore, quindi è stata più una conferma che un colpo di scena, però è stato comunque soddisfacente. Mi è piaciuto anche il fatto che lui sapesse distinguere le emozioni provate dalla coppia, perché magari li conosce così bene da riuscire a intrepetarne il linguaggio non verbale. E che sia così attento verso di loro. Prestarsi più attenzione è qualcosa che dovrebbero fare anche loro per provare a risolvere i problemi di coppia. Il racconto per me è ben riuscito e mi è piaciuto molto.
In bocca al lupo per la gara!

Ma solo perché è una storia di Luca Nesler
Ciao Luca. Ben ritrovato dall'altra parte!
Il racconto mi sembra uno dei sogni pazzi che faccio di solito e per me ha un che di fiabesco, anche se è grottesco.
Io alla fine ho pensato che il regno fosse lo stomaco e i cuochi, di conseguenza, i succhi gastrici. Oppure intestino con i villi intestinali. Non so nemmeno io perché ahah. L’immagine finale del cuoco con l'orecchino trasformato in cornucopia come ultima portata mi ha sviato subito, però, da questa intuizione. Anche se sono certa che nel testo hai messo la soluzione per la comprensione del tuo indovinello, credo di non averla capita perché mi manca qualche conoscenza. Io comunque, mentre leggevo, li ho immaginati tutti come brutti goblin, dandogli un taglio fantasy.
È sicuramente un racconto particolare, che si fa distinguere dagli altri, sia per lo stile che hai usato, sia per come hai deciso di rappresentare la tua idea. E purtroppo non sento di aver dei reali consigli da darti per migliorare il testo, perché è stata una lettura stravagante e piacevole. E anche se ci sono molte ripetizioni su cuoco, cuochetto ecc, comunque, secondo me, la differenza risulta comprensibile. Però non so, non mi ha convinto del tutto, anche se è scritto davvero molto bene, forse perché è molto sopra le righe e mi sono persa il messaggio che volevi mandare.
In bocca al lupo per la gara!

Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re
Ciao Francesca e benvenuta nell'arena! Il titolo ci svela già tutto e questo un po’ mi ha fatto perdere il senso della sorpresa di scoprire chi fosse il punto di vista. Ma mi è piaciuto moltissimo il fatto che il pugnale fosse veneto e usasse termini come “ostrega” e “mona”. Avresti dovuto, secondo me, calcare di più su questo aspetto. Mentre avrei evitato le espressioni che me lo hanno fatto sembrare come uno strumento dei giorni nostri, tipo il discorso sulla vitamina D, sul karma o la parola figa, perché il racconto sembra essere un ricordo, ma il tempo che hai scelto è al presente.
Se, invece, vuoi tenerle avrei scritto tutto al passato, facendolo somigliare più a un ricordo.
Ho percepito anche degli stacchi netti nel testo, che mi hanno rallentato la lettura:
- il primo quando il pugnale dal che è focalizzato su Romeo, di tutto punto si sposta sul fatto che prima erano a Mantova e ora sono a Verona (avrei solo messo una proposta di tornare a Mantova. Invece di continuare quel guaio.)
- il secondo quando sente rumore di passi e capisce subito che è il frate (avrei scritto direttamente del frate che compare sulla soglia.)
- il terzo quando si ritrova tra i seni di Giulietta (avrei fatto vedere che lei si pugnalava, perché quel piccolo passaggio mi sembra saltato.)
Da quando appare il frate ho fatto fatica a capire subito chi stesse parlando nei dialoghi. Anche perché il frate ha poca azione in scena e poi arrivano anche i genitori di Giulietta. Avrei unito i dialoghi a un'azione fatta dal personaggio in modo tale da rendere tutto più visivo e immediato. Ad esempio, il frate ha la sua battuta e si avvicina ai corpi, così:
«Oh Romeo» Si avvicinò il frate, «Oh com’è tutto pallido, ecc ecc…»
Piccole accortezze insomma. Ma capisco che non sia stato facile gestire il tutto con pochi caratteri. Partecipando più volte vedrai che ti verrà sempre più semplice.
L’idea è molto bella e mi è piaciuta (è quella che personalmente ho preferito fra tutte), ma il testo per me è migliorabile. Spero di ritrovarti ancora e di esserti stata utile, e intanto ti auguro in bocca al lupo per la gara!

Lei, Lui e l’altro di Thomas Del Duca
Ciao Thomas, bentornato! Ti do qualche consiglio che, almeno per il mio gusto, avrebbe migliorato il testo. Sarei partita subito con il dialogo tra Rufus e il gatto protagonista, e attraverso la cicatrice avrei fornito l'informazione che Rufus è un randagio. In modo tale da togliere una ripetizione tra testo e dialogo, e l'inizio sulla finestra che risulta poco coinvolgente.
Avrei spiegato con due righe in più come il gatto possa aver trasportato la sua cacca nelle scarpe dell'uomo violento. Perché “con fatica” non è bastato a farmelo immaginare.
Non avrei scritto “il solito circo”, “è successo il finimondo”, “tranvata” e “parapiglia” perché mi sembrano espressioni più da umani che da gatti, ed essendo che Rufus è un gatto di strada magari non potrebbe nemmeno capirle dato che sono modi di dire. Mentre molto bene, invece, per il fatto che descrivi lei piena di graffi e sangue, dopo la lite in camera da letto, l'accento sul fatto che la padrona non mangiava dopo gli accaduti, e quando poi arrivano i tizi vestiti di vari colori. Lì ho sentito meglio il punto di vista da gatto. Poi avrei aggiunto, anche io, sul finale una reazione diversa della donna. Più che ridere l'avrei fatta commuovere e rendersi conto di quello che ha passato per dare ancora più spessore alla storia. Per il resto è un buon racconto, un’idea semplice ma resa efficace dal messaggio.
In bocca al lupo per la gara!

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » martedì 29 ottobre 2024, 17:00

Oltre a quella dell'Augure, dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » martedì 29 ottobre 2024, 19:20

Bonsoir, ecco qui la mia classifica con i relativi commenti:

1) Logorio, di Stefano Floccari
2) Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
3) L’ora è tarda, e non è l’unica, di Stefano Scudeler
4) Ma solo perché è una storia, di Luca Nesler
5) Lei, Lui e l’altro, di Thomas Del Duca
6) Il cul*, di Taylor Blackfyre
7) Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola
8) Fiamme, di Giovanni Pratesi

Qui i commenti
1) Logorio, di Stefano Floccari
Questo racconto è scritto molto bene e si vede. Avevo intuito ci fosse qualcosa di strano nel punto di vista ma finora è l'unico racconto che è riuscito a stupirmi con la rivelazione finale. A quanto pare in ogni edizione trovo un racconto che somiglia nel tema o nelle intenzioni al mio: questo l'ho pure sentito parecchio a livello personale e devo dire che potrei quasi vivermelo come un prequel. Mi è piaciuta però la (paradossale) umanità dell'algoritmo in questione: pare vedere al di là di quelle implicazioni morali di giudizio che si rivolgono spesso l'un l'altro gli umani vedendo comunque del buono in loro. Forse spiega perché Skynet ci stia ancora lasciando vivere. Al di là di questo, racconto davvero di un altro livello. Faccio fatica a trovare pure eventuali imperfezioni da correggere, perché sembrano piazzate lì tutte con l'intenzionalità di un algoritmo.

2) Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
Questo racconto è il primo che ho letto e mi è piaciuto molto ma ho fatto l'errore di non commentarlo subito e ora mi sembra che le cose che avevo notato io siano già state rimarcate: anche a me le virgolette quando parla il pugnale sono sembrate ridondanti, anch'io ho trovato un po' strano a volte l'uso di termini gergali moderni (forse quelli dialettali sono riusciti meglio) e anch'io sono stato un attimo stranito dal fatto che il pugnale avesse conoscenze del futuro.
Detto questo l'idea è molto interessante e il modo in cui è scritta è pure molto divertente: ho riso davvero alla parte sulla necrofilia (quel pugnale parla la lingua della verità, dannazione). Mi ha comunque incuriosito la storia dell'oggetto stesso e penso che sarebbe interessante pure attribuirgli un qualche trauma passato legato al fatto di essere stato spesso misgenderat, ahem, mislamato. Mi ha ricordato un po' un Ancestrarca questo pugnale, motivo per cui l'idea che possa essere stato posseduto da qualche membro della casata precedente potrebbe un attimo approfondire il Giuliettaverso. Mi viene pure da pensare che una possibile spiegazione alla conoscenza del futuro da parte del pugnale potrebbe essere che questo sia un oggetto magico che, rintracciato secoli dopo da Shakespeare (o da chi per lui), gli avrebbe permesso di apprendere la storia avvenuta nel passato. Chiudo qui coi deliri speculativi: ribadisco che la storia mi è piaciuta e che l'abbinamento *testo di partenza molto aulico-commenti molto sguaiati* mi ha fatto molto ridere.

3) L’ora è tarda, e non è l’unica, di Stefano Scudeler
Allora, sono al quarto racconto letto e per ora questo è quello che mi è piaciuto stilisticamente di più, anche come atmosfera. Mi è sembrato molto chiaro fin da subito che si trattasse di un'entità che vegliava sulla città, poi all'ingresso della componente materiale ho capito che era proprio la città stessa a parlare. Secondo me questa cosa è già evidente fin da subito, così che forse la chiusa finale in cui chi parla rivela la sua identità un po' perde di peso, a meno di non essere trasformata in una chiusa più dialettale e/o comica: il riferimento alle palle mi è sembrato poco veneziano (ma questa è sicuramente una finezza un po' come il cazzo di cui discutevate sopra). Come tipo di atmosfere questo racconto mi ha ricordato alcune storie di Dylan Dog, soprattutto quelle vecchie, questo anche in ragione dell'approccio un po' moralistico del personaggio della città (e ora che ci penso, anche delle imprecazioni, Arsenale Ballerino). Credo che il finale, per quanto aperto, non possa infatti essere che uno: hai disseminato prima il fatto che le persone si lascino distrarre dai cellulari e non facciano caso a chi hanno davanti, la ragazza non fa caso a chi ha davanti e quindi inevitabilmente il ragazzo muore.
Unica mia critica a questa scena è appunto al tema che mi sembra tratteggiarsi dietro: capisco che il discorso moraleggiante sui cellulari abbia le sue basi nella società in cui viviamo e anche che sia abbastanza in-character per una città antica come Venezia avere delle opinioni simili su TikTok. Mi è sembrato però un po' cupo non lasciare spazio a una sorpresa o a una minima possibilità di spezzare il discorso cinico sull'umanità portato avanti da Venezia stessa.
Faccio un esempio di qualcosa che avrebbe spezzato il discorso: i ragazzi davanti alla chiesa si rivelano non essere dei poco di buono ma si rendono conto che l'uomo si sta suicidando e provano a salvarlo. Questo introdurrebbe un colpo di scena e renderebbe anche utile ai fini della storia la scena iniziale, dimostrando per di più che anche una città antica (ma per certi versi morta) come Venezia ha qualcosa da imparare dagli umani che la abitano e che non tutto è come sembra.
Questo detto di una storia che comunque mi è piaciuta molto.

4) Ma solo perché è una storia, di Luca Nesler
Storia che mi è piaciuta molto in termini di evocatività e di scelte lessicali. Preferita in assoluto per me è stata la parola "culiinarietà": il tempo (non poco) che ho impiegato a capire che non si trattava di un errore di battitura è stato ben speso. Sicuramente avere tanti personaggi crea un po' di confusione ma io non ho provato eccessivo disorientamento perché nel momento in cui si cita l'orecchino effettivamente il personaggio emerge come il protagonista della storia, e l'archetipo viene richiamato: il classico personaggio che si alza e rende manifesto a tutti che il re è nudo. Interessante il finale macabro ma anche interessante che la metaforicità della storia non sia necessariamente univoca: per dire, ho immaginato varie situazioni e contesti a cui ricondurre la dinamica in cui la volontà di un personaggio di trasporre la passione nella professione può essere derisa. Ho pensato alla politica italiana, a Masterchef (il riferimento allo chef grassonzo mi ha attivato quel binario mentale), a X Factor, al calcio (l'orecchino di Baggio), e magari potenzialmente pure al mondo degli aspiranti scrittori (o fumettisti o musicisti, ecc).
Per quel che mi riguarda la scelta di una morale aperta ci può benissimo stare: forse l'unica cosa che cozza un po' con questa intenzione è la certezza con cui il narratore afferma che è chiaro a cosa lui faccia riferimento. Ci si sente un po' sciocchi per il fatto di non capire, ma la mia sensazione è che il fatto che il lettore non possa capire il tutto al cento per cento sia un po' intenzionale. Dimmi però nel caso se mi sto sbagliando.
In alcuni frangenti la memoria mi è pure tornata a gli Insetti del Potere di Caparezza.
Ad ogni modo, una delle mie preferite fino a questo momento.

5) Lei, Lui e l’altro, di Thomas Del Duca
Questo racconto mi è sembrato semplice ma incisivo: crea una dinamica conosciuta e riesce a trattarla in modo da riuscire a bilanciare un elemento di gioco (lo slang felino, che forse è la cosa su cui è più possibile lavorare in un secondo momento) con un elemento tragico. Vero che tutto si risolve con molta facilità ma a volte nelle storie cerchiamo anche questo. Non mi sento troppo di commentare lo stile perché ho la sensazione che qui lo sforzo maggiore sia stato sull'incastro degli eventi, che mi è sembrato ben fatto. Son d'accordo con gli elementi di stile che ti segnalavano qui sopra, ma devo dire che eventuali imperfezioni non hanno in nessun modo inficiato la lettura, cosa che mi è capitata con altre storie: si tratta quindi più di dinamiche di verosimiglianza da aggiustare.

6) Il cul*, di Taylor Blackfyre
Idea semplice ma singolare che ha attirato la mia attenzione già dal titolo (io non lo cambierei, anche solo per questo). C'è qualcosa nel tono del protagonista che me lo ha fatto percepire un po' infantile, cosa che un attimo mi ha stranito: concordo con chi dice di lavorare magari più sui contrasti (o molto aulico o molto scurrile). Me lo sono immaginato con una voce da demonietto di un qualche anime anni '80/'90 non so bene perché (Il doppiatore di Doraemon, per intenderci). Nel complesso è divertente anche il modo in cui le varie parti del corpo sono celate dietro a pseudonimi non immediatamente trasparenti, per cui non son d'accordo con chi dice di cambiarli.

7) Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola

Scena interessante e ben scritta: la successione degli eventi e delle descrizioni mi sembra seguire un ordine tutto sommato logico (nella mia testa se l'ordine tavoletta-porta è così deve per forza voler dire che il bagno è molto piccolo). Unica cosa, ho fatto un attimo fatica a entrare nella scena nelle prime righe: il riferimento alla mano, sapendo che ci sarebbe stato un pdv insolito, mi ha inizialmente fatto pensare che il protagonista fosse la mano stessa (errore mio non aver letto prima il titolo però), anche se alla comparsa del braccio ho capito che il discorso si allargava. Alla prima battuta sul vedere ho interpretato si trattasse di una persona cieca e poi le cose sono andate al posto giusto. Mi viene da pensare che forse si potrebbe lasciare qualche indizio più esplicito da subito, forse aumentando la multisensorialità. Far riferimento all'udito fin da subito ad esempio, come forse fai nel titolo, potrebbe evitare confusione sul pdv iniziale: ricordo che Almost Blue di Lucarelli usava una soluzione di questo tipo (ma lì il protagonista era anche appassionato di musica oltre che cieco). Sul finale mi aspettavo forse un colpo di scena ulteriore, ma devo dire che lo sviluppo del protagonista in queste poche righe mi sembra ben fatto e il tema mi sembra chiaro (un ragionamento sulla fiducia).

8) Fiamme, di Giovanni Pratesi
Ho fatto un po' fatica a entrare nel racconto e l'ho dovuto rileggere alcune volte aiutandomi con i commenti. Non aggiungo altro quanto allo stile perché mi sembra che di consigli ne siano arrivati parecchi. Anche a me ha un po' confuso il nome simile dei due personaggi che hanno iniziale e finale molto simile, a maggior ragione visto che non mi sono sembrati avere nulla che mi aiutasse troppo a riconoscerli, sia per come parlavano sia per quello di cui parlavano.
L'elemento dei fiori di fuoco è molto particolare però: personalmente mi piacerebbe un'evoluzione di questo racconto che incorporasse l'elemento del fiore fin dall'inizio: uno dei due potrebbe avere una passione per la botanica? Essere ossessionato dai fiori? Ho come la sensazione che i fiori siano un elemento che può pure essere utile da un punto di vista tematico: sono un simbolo di rinascita all'interno di un mondo che pare finito. I due in questione si sentono finiti per quello che hanno fatto? Il loro mondo era finito già prima dell'esplosione? Perché lavorano in un reattore nucleare? Sentono di avere commesso qualcosa di sbagliato e i fiori per certi versi li liberano dai sensi di colpa?
Lascio solo qualche spunto ma magari tu avrai idee migliori.
Ultimo dubbio: com'è possibile che nessuno sia morto in un'esplosione nucleare? Hanno dato l'allarme prima? Probabilmente c'è un motivo ma questa cosa mi ha un po' stranito.

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Shanghai Kid
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 30 ottobre 2024, 9:07

Buongiorno a tutti. Grazie per avermi permesso di leggere racconti di questa qualità. Devo dire che è davvero un girone difficile e fare una classifica dei vostri testi non è per niente facile. Sono tutti davvero pregevoli. In bocca al lupo a tutti per l’edition.

1- Ma solo perchè è una storia di Luca Nesler
2- Logorio di Signor_Darcy
3- Il rumore del silenzio di Andrea Crevola
4- Il cul* di Taylor_Blackfire
5- L'ora è tarda, e non è l'unica di Stefano Scudeler
6- Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re
7- LEI, LUI E L’ALTRO DI Thomas
8- Fiamme di Giovanni P.






Il cul* di Taylor_Blackfire
Ciao Taylor,
Piacere di averti letto!
Non dovevo iniziare dal tuo testo, ma con un titolo simile, come resistere?
Cosa vuoi che ti dica? Il tuo testo mi ha davvero molto divertito e chiaramente il tema è più che centrato! Mi pare che tu nel testo abbia usato qualche volta il femminile che mi ha un po' stonato dato il genere del sostantivo, ma è una sciocchezza.
Avrei scelto un nome diverso da "la vicina" che un po' era impersonale e un po' stonava, mentre un nome proprio avrebbe forse reso il tuo testo già spassoso ancora più divertente!
Comunque la lettura scorre bene e strappi un sorriso!
A rileggerci,
Elisa

Il rumore del silenzio di Andrea Crevola
Ciao Andrea,
piacere di averti letto.
Come ti hanno già detto, il tuo racconto scorre molto bene. Dal punto di vista stilistico funziona tutto e si legge con piacere. Centrato anche il tema in una buona declinazione. Come ti hanno già detto, ottimo l'esercizio di seminare evidenziando le sensazioni che non hanno a che fare con la vista. Risultato ottenuto. Ho trovato il tuo brano molto dolce e questo, dal mio punto di vista, è un altro punto a tuo favore.
Peraltro trovo sempre molto interessante chi sperimenta una scrittura che possa fare a meno della vista.
Buona prova.
A rileggerci presto,
Elisa

L'ora è tarda, e non è l'unica di Stefano Scudeler
Ciao Stefano,
piacere di averti letto!
Ho trovato la tua scelta molto originale e curiosa e questo, sicuramente, è un buon punto per te.
Stilisticamente avrei cercato di mostrare di più e raccontare meno. Soprattutto la prima metà del tuo racconto scorre un po’ meno bene, a mio avviso, per questo motivo (non che sia un errore, si tratta solo di gusto personale!).
Avrei evitato anche il disvelamento finale così esplicito, mi riferisco al nome della città che, secondo me, era già chiaro.
Non male comunque come prova.
A rileggerci,
Elisa

Fiamme di Giovanni P.

Ciao Giovanni,
piacere di averti letto!
Allora, purtroppo mi accodo anche io a chi non ha colto bene il senso di questo tuo racconto. Gaia, Andrea e gli altri ti hanno già fatto gli appunti che ti avrei fatto anche io, quindi evito ridondanze. Al netto degli appunti stilistici (appunto già ben evidenziati) che appesantiscono la lettura, la maggior difficoltà che ho riscontrato è nell'obiettivo che ti sei posto con questo racconto che trovo anche poco attinente al tema (ma è probabile mi sia persa io qualche passaggio!).
Mi spiace. Penso che le migliorie che ti sono state consigliate possano effettivamente permettere al testo di trarre dei benefici.
A rileggerci,
Elisa


Logorio di Signor_Darcy
Ciao Stefano,
piacere di averti letto!
Che dire? Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Hai scelto una buona declinazione del tema, ma di per sè poteva anche dare origine a un racconto scontato. Ho apprezzato invece molto la tua gestione, sia a livello stilistico che tematico. Il banale logorio di una coppia come tante raccontato con un taglio che lascia trasparire una sorta di angoscia impersonale (che altro può fare, in fondo, un computer?). Scorrevole, ben scritto, bello. Il titolo poi, azzeccatissimo.
Direi una prova riuscita.
A rileggerci,
Elisa


Ma solo perchè è una storia di Luca Nesler
Ciao Luca,
piacere di averti letto e...
... Mamma mia! Wow! Che virtuosismo. Al netto di qualche fatica nell'identificazione dei personaggi (già descritta da chi ti ha commentato prima di me, per cui non mi dilungo), il tuo pezzo immaginifico mi ha fatto volare. Credo che riuscire a creare un'allegoria così potente, così congeniata, con una lingua propria in totale mimesi con i personaggi immaginati, divertente e salace sia davvero molto complicato, specie considerando i limiti di caratteri e tempo imposti dal format. Ho apprezzato molto anche la parte metanarrativa. Mi piace sempre chi ci gioca, anche se è complesso.
Insomma, con un bel po' d'invidia, i miei più sentiti complimenti!
A rileggerci,
Elisa

Il pugnale nostalgico di Francesca Da Re
Ciao Francesca,
benvenuta e piacere di averti letta!
Che dire: hai scelto una declinazione del tema davvero molto originale (punto a tuo favore!) e apprezzabilissimo.
Non è facile avere un'idea brillante e che funzioni al contempo in così poco tempo, ma direi che tu ce l'hai fatta. Il racconto scorre bene, fluido e invoglia alla lettura. L'ho trovato divertente e piacevole. Unico appunto che ti posso fare è che secondo me hai spesso cambiato "tono" della voce narrante e l'ho sentita quindi "poco" autentica o caratterizzata, tolta la vena sarcastica che fa da fil rouge. Non so se mi sono spiegata.
Comunque una buona prova.
A rileggerci,
Elisa

LEI, LUI E L’ALTRO DI Thomas
Ciao Thomas,
piacere di averti letto!
Molto carino il tuo racconto. Concordo con chi ha trovato simpatico il tuo narratore. Quello che ho maggiormente apprezzato non è tanto il punto di vista, quanto la storia che hai deciso di fargli raccontare (magari situazioni simili si risolvessero tutte con gatti eroi a riempire di merda le scarpe dei carnefici!). Il racconto scorre bene e si fa leggere, anche se avrei riscritto alcune frasi in modo meno articolato.
Solo due appunti, ma sono sciocchezze: quando interrompi un discorso non usare i puntini di sospensione, ma - .
Non ho capito perchè la frase finale sia fuori dal discorso diretto. Mi riferisco a : "Non lo so, però il giorno dopo Lei mi ha dato un pezzo grande di salmone»
Con un bel vaffanculo a Lui e a tutti i croccantini di merda del mondo." Io il suo vaffanculo glielo avrei fatto proprio dire.
A rileggerci,
Elisa

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » mercoledì 30 ottobre 2024, 16:40

Oltre a quella dell'Augure dovete ancora ricevere altre due classifiche.

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Signor_Darcy
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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » mercoledì 30 ottobre 2024, 16:52

antico ha scritto:Oltre a quella dell'Augure dovete ancora ricevere altre due classifiche.

(non è una sola? Ce ne sono già otto su nove, se non erro.)

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » mercoledì 30 ottobre 2024, 17:09

Errore mio, non avevo contato quella di Gaia.

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » giovedì 31 ottobre 2024, 17:59

Buon Halloween lettori, moderatori e partecipanti. Consegno in ritardo ma nei limiti del regolamento. Girone interessante e condito da ottime sorprese. Ecco la mia classifica e allego i commenti sotto.

1) Luca Nesler - Ma solo perché è una storia

2) Stefano Floccari - Logorio

3) Stefano Scudeler - L'ora è tarda, e non è l'unica

4) Andrea Crevola - Il rumore del silenzio

5) Francesca Da Re - Il pugnale nostalgico

6) Taylor Blackfyre - Il cul*

7) Thomas del Duca - Lei, lui e l'altro

8) Giovanne Pratesi - Fiamme


*

1 Luca Nesler:

Bellissimo esercizio di stile e non solo, un racconto anti-fiabesco o una favola nera in pieno stile collodiano ma con piglio moderno? Non tocca a me dirlo ma Nesler si rivela un'ottima penna. Immagino che rimodellando alcune scelte il racconto fili ancor più liscio ma si sente non solo la penna esperta ma l'architetto che investe nel suo racconto una struttura degna di un romanzo, dal lessico ai personaggi. Uno dei miei preferiti. Daje.

2 Stefano Floccari:

Bellissimo quanto doloroso racconto che narra la fine o la crisi di una coppia logorata dalla vita quotidiana. La chiosa finale è geniale e te la invidio un casino, complimenti davvero. Anche io nel mio racconto ho usato il PDV di un computer e quindi abbiamo giocato nello stesso campionato! Che dire scritto molto bene, mi ha emozionato e coinvolto. Per adesso sei il mio preferito! (ops per il secondo posto!)

3 Stefano Scudeler:

Stilisticamente il racconto è stato molto piacevole da leggere. Ho apprezzato in particolar modo i riferimenti storico-topografici di Venezia che dopo alcune righe avevo inteso fosse la protagonista di questa storia ben gestita. Tema centrato perfettamente quindi. Per mio gusto personale uno stile così bello l'avrei impiegato per raccontare qualcosa ancora di più pregnante dell'aspirante suicida, ma sono scelte autoriali che non contesto.

4 Andrea Crevola:

Ciao Andrea piacere di conoscerti.
All'inizio anche io pensavo di scrivere un racconto con un cieco, ma ho esitato e ho fatto bene perché ci sei riuscito molto bene te. Lo stile mi piace, anche il "punto di vista" e mi hai tenuto incollato fino alla fine con il tuo stile incisivo ma anche mai invadente. Unica "pecca", io avrei calcato ancora la mano sui suoi complessi ma forse nella tua testa persisteva una storia dal pathos soffuso e non deflagrante, quindi niente male tutto sommato. Buon racconto!

5 Francesca Da Re:

Il racconto offre una prospettiva inedita e spassosa sul dramma di Romeo e Giulietta, facendo parlare l'arma di Romeo, cinica e stanca del suo padrone. Con tono "affilato", l'arma osserva le azioni sconsiderate dell'innamorato, esprimendo giudizi impietosi e osservazioni parodiche che capovolgono il pathos della scena in un tetro teatrino di superficialità giovanile e scelte no sense. Le battute sulla tragedia, l'insofferenza verso la “necrofilia” di Giulietta e l’amaro destino della spada, che sogna di essere una padella pur di smettere di assistere a tali sciocchezze, creano un affresco tragicomico funzionale e piacevole. Purtroppo non amo questa ironia in narrativa e non posso mettere troppo in alto questo scritto.

6 Taylor:

Raccontino a sfondo erotico simpatico. Deianira nome interessante per una protagonista del genere. Non è esattamente il mio genere e in questo caso non posso sprizzare di gioia, car* Taylor. Ma ammetto che centra perfettamente il tema e sa anche divertire, dopotutto in letteratura è più complicato far ridere che piangere. In culo alla balena!

7 Thomas del Duca:

Ho trovato piacevole la lettura di questo racconto, amo i gatti ma nelle cornici narrative appaiono sempre come elementi fin troppo abusati quindi non riesco a godermi questa storia ben scritta e ironica in toto. Peccato, avrei osato di più perché l'autore padroneggia sicuramente armi potenti nella scrittura come l'ironia e belle idee. Non me la sento di premiarlo, perché pur centrando il tema si ricorre al già visto.

8 Giovanni Pratesi:

ammetto che trovo debole il racconto ed eccessivamente lungo. I dialoghi potevano essere resi in maniera ancora più convincente e soprattutto il tema non mi sembra gestito ottimamente. Il risultato è un mosaico di cose giuste e sbagliate e alla fin fine mi ha portato a rimanere enormemente deluso da questo scritto, ma non voglio offendere l'autore. In sintesi credo che andava completamente ripensato e rivisto.

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#16 » giovedì 31 ottobre 2024, 18:21

Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche quella dell'AUGURE.

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Re: Gruppo RODRIGO: Lista racconti e classifiche

Messaggio#17 » domenica 3 novembre 2024, 11:25

Eccomi per la prima volta dall’altra parte a giudicare i racconti in gara.
Un signor girone questo, dove ho trovato racconti di grande qualità che ho parecchio faticato a classificare. I primi 5 meritavano tutti il podio e il passaggio in finale, ma purtroppo le regole dicono altrimenti.
Complimenti a tutti e mi raccomando, non mancate alla prossima Edition!

1. Ma solo perché è una storia, di Luca Nesler
2. Logorio, di Stefano Floccari
3. Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola
4. Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
5. Il cul*, di Taylor Blackfyre
6. L’ora è tarda, e non è l’unica, di Stefano Scudeler
7. LEI, LUI E L’ALTRO, di Thomas Del Duca
8. Fiamme, di Giovanni Pratesi



Ma solo perché è una storia, di Luca Nesler
Ciao Luca,
davvero un racconto virtuoso e stilisticamente ineccepibile (a parte il rischio di non cogliere l’attribuzione di cuochino e cuochetto, ma è una roba innocua).
Sia il lessico che hai utilizzato, che il tono grottesto da fiaba alla fratelli Grimm per me è azzeccatissimo.
Tra l’altro avendo colto alla prima lettura quello a cui ti stavi riferendo il racconto mi ha doppiamente divertito. Sono sicuro che piacerebbe un sacco anche a Berlino (cambiamo nome di città per coprire la privacy ahahahah)
Mi fermo al pollice quasi su come valutazione, solo perché ritengo che senza intuire a cosa tu ti stessi riferendo il racconto perda un po’ di incisività. Rimane comunque il miglior racconto del girone a mio avviso.

Logorio, di Stefano Floccari

Ciao Stefano,
davvero un bel racconto che gioca sulla crisi di questa coppia da un pdv molto particolare. Per quanto la gestione tecnica sia eccellente ho trovato un paio di errori nel pdv, tipo il magone in gola che non può notare e che scivola quasi nell’onniscente.
Mi sono anche chiesto come faccia l’algoritmo a sapere che lei e il collega hanno scopato gli ultimi 8 giorni che si sono visti al lavoro. Nel senso, non vede solo il loro appartamento, ma può entrare in ogni pc? Allora in questo caso mi sarebbe piaciuto avesse sparlato anche del marito, che sicuramente ha un pc al lavoro o un cellulare da cui poterlo spiare.
Insomma dettagli e curiosità, niente di negativo.
La scelta di non dare un nome proprio ai protagonisti mi è piaciuta, anche se ovviamente l’algoritmo conosce perfettamente le loro identità.
Chiusura molto divertente che smorza il tono del racconto, riportando l’attenzione a quello che veramente preme al nostro pdv.
Per me un pollice quasi su che ti piazza dietro al pari valutato racconto di Nesler, ma sopra a quello di Crevola per la maggior particolarità del punto di vista.

Il rumore del silenzio, di Andrea Crevola
Ciao Andrea,
il tuo è un racconto davvero piacevole. Hai gestito molto bene il punto di vista e hai seminato alla perfezione i dettagli per riuscire a cogliere la sua cecità fino al disvelamento finale che chiarisce ogni dubbio. Avrei accentuato ancora di più le insicurezze di Michele visto che il conflitto della vicenda sta tutto lì (soprattutto perché Alessia non è “veramente” arrabbiata con lui).
Direi che ti meriti un bel pollice quasi su, che ti piazza in terza posizione, dietro ai pari valutati Nesler e Floccari che hanno “osato” di più con i loro punti di vista.

Il pugnale nostalgico, di Francesca Da Re
Ciao Francesca,
non è facile rivisitare un’opera “sacra” come Romeo e Giulietta, soprattutto come hai fatto tu, utilizzando le battute dell’originale.
Per me hai fatto un ottimo lavoro, funzionale e divertente.
Ho visto che alcuni hanno storto il naso per l’utilizzo delle virgolette. A mio avviso si tratta di una scelta stilistica e basta. Poteva essere un corsivo o qualsiasi altra cosa e non avrebbe fatto differenza, sono solo norme editoriali, passami il termine. Per me fa il suo, si capisce che si tratta del Pugnale che parla.
Allo stesso modo la scelta che il pugnale fosse un essere al di fuori del tempo e dello spazio e che quindi avesse anche delle conoscenze più future mi ha divertito senza inficiare in maniera negativa sulla narrazione.
Per me un pollice tendente al positio in modo brillante per l’idea che finisce appena sotto al podio.

Il cul*, di Taylor Blackfyre
Ciao Taylor,
un racconto davvero divertente che mi ha fatto ridere in più di un passaggio. Sicuramente un punto di vista inusuale che non mi sarei aspettato di trovare. Ci sono un paio di refusi e un paio di passaggi che avrei reso in maniera differente (come il pisolino che ti hanno già segnalato o il “non ho firmato per questo”) che fanno molto meme, ma mi distraggono dalla lettura.
Insomma per me un pollice tendente al positivo in modo brillante per la scelta del PdV fuori dal comune, ma che si piazza subito sotto quello di Francesca.

L’ora è tarda, e non è l’unica, di Stefano Scudeler
Ciao Stefano,
l’idea di usare una città come punto di vista è ottima e devo dire che hai reso molto bene questa venezia. Anche lo stile è pulito e scorrevole, ma a mio avviso la struttura pende un po’ troppo verso la parte iniziale. È vero che dovevi farci capire chi stava parlando, ma ti sei dilungato troppo a mio avviso sull’introduzione tenendo poco posto per la vicenda vera e propria che si dipana in pochissime righe.
Divertente il finale con la distrazione dovuta alla tecnologia, proprio una ciliegina sulla torta.
Direi un pollice tendente al positito che si colloca subito sotto a quello di Taylor e Francesca.

LEI, LUI E L’ALTRO, di Thomas Del Duca
Ciao Thomas,
interessante la tua scelta del PdV di un gatto.
Hai mantenuto una certa coerenza nella gestione del punto di vista anche se ci sono un paio di azioni che sono fin troppo umane e sarebbe stato divertente vedere filtrate meglio dal nostro gatto.
In un paio di scene avresti potuto spingere di più sulla narrazione, ad esempio il pezzo in cui raduna la cacca e con fatica la mette nella scarpa. Non sapevo cosa immaginarmi. Usa le zampette, la coda, la spinge con il muso come fosse uno stercoraro?
Ho apprezzato molto la scelta della tematica a cui tengo partiolarmente, anche se il finale con lei che ride mi ha tolto un po’ di phatos. Peccato.
Un racconto da pollice tendente al positivo, anche se non brillante.

Fiamme, di Giovanni Pratesi, ore 00.49

Ciao Giovanni,
il tuo è un racconto su cui si può lavorare molto.
Hai avuto delle belle intuizioni, che sono rimaste però ancorate per una questione puramente stilistica. Niente che con un po’ di olio di gomito non si possa risolvere.
Il problema principale è la gestione dei dialoghi, ma con qualche accortezza in più il testo può fare un salto di qualità notevole, quindi non demordere!
Occhio anche a cercare di inquadrare fin da subito dove si svolge l’azione. Scopriamo che i due personaggi sono seduti in un container all’ottava riga. Per tutto il fraseggio iniziale io avevo immaginato due uomini su una carro medievale, forse per via di quella testa che segue l’andamento della strada.
Non mi dilungo oltre perché ho visto che ti sono stati dati un sacco di ottimo consigli.
Per me un racconto da pollice nì che spero ti spronerà a partecipare ancora e ancora e ancora!
Solo i più saggi o i più stupidi degli uomini non cambiano mai.

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