E giù a gridare vincere, e vinceremo
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E giù a gridare vincere, e vinceremo
di M. Maponi
Benny Moscardini era lì, un lunedì mattina alle 5.40, a riordinare la camera nella luce anodina della lampada da trenta watt, togliendo via i poster delle brigate nere e della X Mas, dando un ultimo sguardo al mezzobusto del testone girato con il naso contro il muro.
Non voleva che vedessero.
Uno sputo di tempo prima, alla contro manifestazione, aveva gridato: giovinezza, giovinezza, poi a seguire Eiar Eiar Alalà tra un coro e l'altro. Quando gli bastava il fiato, giurava che sarebbe morto per la bandiera.
Poi il contro corteo aveva trovato il corteo vero, le canzoni erano scemate a favore di una sequela di insulti. Tanto in piazza ci scendevano sempre le solite zecche, le femministe e i froci. Gente che va nel panico per nullla, basta una battuta, una minaccia, buttarla sul personale.
A volte però gli tenevano testa. E allora nella determinazione dei loro occhi Benny ci vedeva anche un po' di cattiveria, e aveva imparato a rispondere con il carico, perchè come cazzo osavano rubargli la parte?
Una volta Benny ci aveva provato, a far seguire alle parole l'azione. Aveva seguito una manifestante, da lontano, spinto prima da un genuino desiderio di farle pendere uno spavento, poi solo perchè le gambe gli avevano preso il via, per inerzia. L'aveva seguita fino a casa e l'aveva vista sparire dietro un portone di legno sbeccato di un condominio di Aurora. Dietro le finestre con le tende ricamate s'era accesa una luce calda.
Non se n'era fatto niente.
Alle 5.41 di quel lunedì aveva ripensato che forse un ultimo tentativo con i ragazzi della nuova brigata lo poteva fare. Aveva passato in rassegna il cellulare più per aggrapparsi a qualcosa che per altro. Ma Smilzo, Lupo e Berardi lo chiamavano solo se c'erano cortei, Bogodan lo prendeva sempre per il culo, e Marco si faceva vivo solo quando voleva soldi. Gran selezione. La chat di quelli del bar andava anche peggio.
Nella casa di quella manifestante rincoglionita, di quella zecca brutta come una lesbica, Benny Moscardini ci aveva visto un posto dove tornare. Non era stata quella la goccia. Certo che non lo era stata. La decisione l'aveva corteggiata già da tempo; solo che non lo sapeva.
Nella sua cameretta ripulita da cima a fondo, alle 5.45 di un lunedì mattina, Benny Moscardini si è impiccato.
di M. Maponi
Benny Moscardini era lì, un lunedì mattina alle 5.40, a riordinare la camera nella luce anodina della lampada da trenta watt, togliendo via i poster delle brigate nere e della X Mas, dando un ultimo sguardo al mezzobusto del testone girato con il naso contro il muro.
Non voleva che vedessero.
Uno sputo di tempo prima, alla contro manifestazione, aveva gridato: giovinezza, giovinezza, poi a seguire Eiar Eiar Alalà tra un coro e l'altro. Quando gli bastava il fiato, giurava che sarebbe morto per la bandiera.
Poi il contro corteo aveva trovato il corteo vero, le canzoni erano scemate a favore di una sequela di insulti. Tanto in piazza ci scendevano sempre le solite zecche, le femministe e i froci. Gente che va nel panico per nullla, basta una battuta, una minaccia, buttarla sul personale.
A volte però gli tenevano testa. E allora nella determinazione dei loro occhi Benny ci vedeva anche un po' di cattiveria, e aveva imparato a rispondere con il carico, perchè come cazzo osavano rubargli la parte?
Una volta Benny ci aveva provato, a far seguire alle parole l'azione. Aveva seguito una manifestante, da lontano, spinto prima da un genuino desiderio di farle pendere uno spavento, poi solo perchè le gambe gli avevano preso il via, per inerzia. L'aveva seguita fino a casa e l'aveva vista sparire dietro un portone di legno sbeccato di un condominio di Aurora. Dietro le finestre con le tende ricamate s'era accesa una luce calda.
Non se n'era fatto niente.
Alle 5.41 di quel lunedì aveva ripensato che forse un ultimo tentativo con i ragazzi della nuova brigata lo poteva fare. Aveva passato in rassegna il cellulare più per aggrapparsi a qualcosa che per altro. Ma Smilzo, Lupo e Berardi lo chiamavano solo se c'erano cortei, Bogodan lo prendeva sempre per il culo, e Marco si faceva vivo solo quando voleva soldi. Gran selezione. La chat di quelli del bar andava anche peggio.
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Nella sua cameretta ripulita da cima a fondo, alle 5.45 di un lunedì mattina, Benny Moscardini si è impiccato.
Vuoi leggere il primo* fantasy noir italiano? Un affare per orecchie a punta è disponibile!
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*viene fuori che ce ne sono altri, comunque il mio vale la pena giuro
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Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ecco il vincitore dell'ultima edizione! Ciao Matteo! Tutto ok con i parametri, buona LUCA NESLER EDITION!
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
antico ha scritto:Ecco il vincitore dell'ultima edizione! Ciao Matteo! Tutto ok con i parametri, buona LUCA NESLER EDITION!
Grazie antico! Stavolta partecipo giusto per compagnia, sono stato fuori fino a mezz'ora fa :)
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- Signor_Darcy
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Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo.
Al solito molto bravo, anche quando scrivi di fretta per il puro gusto di partecipare. Racconto che lascia molto spazio a disposizione ma in fondo va bene così, non c’era molto altro da aggiungere, perché la mestizia e la tristezza del protagonista emergono con forza. Così come l’attualità di quanto scritto.
La declinazione del tema è interessante, anche perché credo ci siano diverse chiavi di lettura, più o meno profonde, più o meno legate a quel “contrario”.
Il tuo è il primo racconto che leggo di questo gruppo, per farmi un’idea più chiara devo leggere gli altri.
Al solito molto bravo, anche quando scrivi di fretta per il puro gusto di partecipare. Racconto che lascia molto spazio a disposizione ma in fondo va bene così, non c’era molto altro da aggiungere, perché la mestizia e la tristezza del protagonista emergono con forza. Così come l’attualità di quanto scritto.
La declinazione del tema è interessante, anche perché credo ci siano diverse chiavi di lettura, più o meno profonde, più o meno legate a quel “contrario”.
Il tuo è il primo racconto che leggo di questo gruppo, per farmi un’idea più chiara devo leggere gli altri.
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- Messaggi: 69
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo!
La storia è sicuramente interessante, e riesci a dare molti dettagli puntuali (la luce nella camera, la cattiveria negli occhi, il portone di legno sbeccato). Personalmente, però, trovo la terza all’imperfetto abbastanza estraniante. Forse se tutto il racconto fosse stato in prima presente avrebbe avuto più impatto, e avresti avuto occasione di farmi vivere la furia del corteo e il contrasto nelle emozioni di Benny.
Per quanto riguarda il tema, non sono sicuro di afferrare il modo in cui l’hai interpretato. Nel senso: mi sembra chiaro dall’inizio che Benny è uno che dice dice ma non fa, e anche la descrizione di lui che segue la ragazza e poi rinuncia lo conferma. Quindi, arrivato a quel punto, mi sarei quasi aspettato che “il contrario” fosse che si faceva saltare in piazza… mentre impiccarsi mi sembra abbastanza “in linea”, ecco.
Ultimo appunto, dato che con così pochi caratteri il finale conta più che mai: quel “si è impiccato” mi stona come tempo verbale in raccordo al resto del racconto. Forse avrei finito con un “Nella sua cameretta ripulita da cima a fondo, alle 5.45 di un lunedì mattina, Benny Moscardini ciondolava senza vita, il collo stretto al cappio di una corda appesa al soffitto.”
La storia è sicuramente interessante, e riesci a dare molti dettagli puntuali (la luce nella camera, la cattiveria negli occhi, il portone di legno sbeccato). Personalmente, però, trovo la terza all’imperfetto abbastanza estraniante. Forse se tutto il racconto fosse stato in prima presente avrebbe avuto più impatto, e avresti avuto occasione di farmi vivere la furia del corteo e il contrasto nelle emozioni di Benny.
Per quanto riguarda il tema, non sono sicuro di afferrare il modo in cui l’hai interpretato. Nel senso: mi sembra chiaro dall’inizio che Benny è uno che dice dice ma non fa, e anche la descrizione di lui che segue la ragazza e poi rinuncia lo conferma. Quindi, arrivato a quel punto, mi sarei quasi aspettato che “il contrario” fosse che si faceva saltare in piazza… mentre impiccarsi mi sembra abbastanza “in linea”, ecco.
Ultimo appunto, dato che con così pochi caratteri il finale conta più che mai: quel “si è impiccato” mi stona come tempo verbale in raccordo al resto del racconto. Forse avrei finito con un “Nella sua cameretta ripulita da cima a fondo, alle 5.45 di un lunedì mattina, Benny Moscardini ciondolava senza vita, il collo stretto al cappio di una corda appesa al soffitto.”
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo, beh che dire, questo racconto interpreta alla lettera il vecchio slogan: "l'unico fascista buono è il fascista morto". In realtà il protagonista è più innocuo che belligerante. Can che abbaia non morde insomma.
Allora, a parte le battute, il racconto è ben descritto, scorre liscio e si legge bene. Il finale mi è arrivato molto drastico. Ti dico la verità, mi è sembrato un pò poco quello che ci racconti per il raggiungimento della fine della sua vita. Non saprei, credo che manchi qualcosa che abbia più effetto, di più impattante. O, in alternativa, qualcosa di più che trova nella casa dove segue la tipa, qualcosa che lo smuova nel profondo. Secondo me qualche semina in più ad aggravare il mondo interiore del pdv sarebbe stato più efficace.
Alla prossima, buona edition.
Allora, a parte le battute, il racconto è ben descritto, scorre liscio e si legge bene. Il finale mi è arrivato molto drastico. Ti dico la verità, mi è sembrato un pò poco quello che ci racconti per il raggiungimento della fine della sua vita. Non saprei, credo che manchi qualcosa che abbia più effetto, di più impattante. O, in alternativa, qualcosa di più che trova nella casa dove segue la tipa, qualcosa che lo smuova nel profondo. Secondo me qualche semina in più ad aggravare il mondo interiore del pdv sarebbe stato più efficace.
Alla prossima, buona edition.
Manuel Marinari
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- Messaggi: 3158
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
E giù a gridare vincere e vinceremo di M. Maponi. Tema centrato. Storia cruda, che lascia l’amaro in bocca. Benny Moscardini è un neofascista e partecipa alle manifestazioni per esprimere il suo credo, ma incontra altre manifestazioni: femminista, LGTB, e i suoi amici non lo sostengono. Uno gli chiede addirittura dei soldi. Così, segue una manifestante e si impicca subito dopo, dopo averla riordinata.
- DamianoMeloni
- Messaggi: 70
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Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo!
Allora, il racconto è scritto molto bene e mi è piaciuta la declinazione che hai dato al tema. Però, da quello che ho percepito arrivando alla fine, sento che avresti dovuto usare appieno tutti i caratteri a disposizione. Hai dato molto peso alla “storia” del protagonista, a discapito del suo stato emotivo. Quello che ho percepito è una carenza nel soffermarsi sulle sue emozioni che lo hanno portato a un gesto così estremo. Magari qualche riferimento alla solitudine durante i “cortei”, un ricordo di qualche presa in giro o di esser stato lasciato solo davanti agli avversari politici avrebbe potuto legare di più il tutto.
Per il resto, una bella prova.
A presto!
Allora, il racconto è scritto molto bene e mi è piaciuta la declinazione che hai dato al tema. Però, da quello che ho percepito arrivando alla fine, sento che avresti dovuto usare appieno tutti i caratteri a disposizione. Hai dato molto peso alla “storia” del protagonista, a discapito del suo stato emotivo. Quello che ho percepito è una carenza nel soffermarsi sulle sue emozioni che lo hanno portato a un gesto così estremo. Magari qualche riferimento alla solitudine durante i “cortei”, un ricordo di qualche presa in giro o di esser stato lasciato solo davanti agli avversari politici avrebbe potuto legare di più il tutto.
Per il resto, una bella prova.
A presto!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1223
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo e piacere di rileggerti.
Allora, anche se hai scritto questo racconto in fretta giusto per partecipare comunque la sua forma è molto buona, le descrizioni sono ottime e anche la resa della mente contorta di questo tizio dalla dubbia morale. La lettura procede bene fino alla fine, e mi pare che tu abbia deciso di declinare il tema appunto in un modo classico, cioè col finale a sorpresa. Giudicando questo racconto allora nell'ottica di verificare se il finale arriva con la giusta forza, devo dire che nel mio caso non è così: è un po' troppo gratuito, ancora non capisco perché il tizio si è impiccato.. Per frustrazione perché non sente di avere abbastanza seguaci (poco prima di appendersi controlla se qualche amico gli ha scritto) oppure perché ha una specie di conversione alla American History X? Certo, poco spazio poche spiegazioni, forse un finale un po' seminato meglio avrebbe migliorato la resa emotiva di questo racconto, che nella sua forma attuale mi pare un po' incompleto.
Allora, anche se hai scritto questo racconto in fretta giusto per partecipare comunque la sua forma è molto buona, le descrizioni sono ottime e anche la resa della mente contorta di questo tizio dalla dubbia morale. La lettura procede bene fino alla fine, e mi pare che tu abbia deciso di declinare il tema appunto in un modo classico, cioè col finale a sorpresa. Giudicando questo racconto allora nell'ottica di verificare se il finale arriva con la giusta forza, devo dire che nel mio caso non è così: è un po' troppo gratuito, ancora non capisco perché il tizio si è impiccato.. Per frustrazione perché non sente di avere abbastanza seguaci (poco prima di appendersi controlla se qualche amico gli ha scritto) oppure perché ha una specie di conversione alla American History X? Certo, poco spazio poche spiegazioni, forse un finale un po' seminato meglio avrebbe migliorato la resa emotiva di questo racconto, che nella sua forma attuale mi pare un po' incompleto.
- Stefano Scudeler
- Messaggi: 108
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo!
Come hanno già scritto altri anche per me il racconto è scritto molto bene ma il finale arriva in modo troppo inaspettato.
Durante tutto il testo non ho scorto nessun motivo per il gesto estremo.
Forse Benny temeva che le cose si sarebbero ribaltate, cioè che i comunisti avrebbero superato in violenza i fascisti e quindi ha pensato che prima o poi avrebbe fatto una brutta fine?
Come sempre i tuoi racconti danno molto da riflettere sulla società attuale (e questo secondo me è un merito non da poco) ma stavolta in un'ora non hai avuto il tempo di passarci tutte le informazioni.
Grande ammirazione per aver fatto così tanto in così poco tempo comunque.
Buona edition e buone feste!
Come hanno già scritto altri anche per me il racconto è scritto molto bene ma il finale arriva in modo troppo inaspettato.
Durante tutto il testo non ho scorto nessun motivo per il gesto estremo.
Forse Benny temeva che le cose si sarebbero ribaltate, cioè che i comunisti avrebbero superato in violenza i fascisti e quindi ha pensato che prima o poi avrebbe fatto una brutta fine?
Come sempre i tuoi racconti danno molto da riflettere sulla società attuale (e questo secondo me è un merito non da poco) ma stavolta in un'ora non hai avuto il tempo di passarci tutte le informazioni.
Grande ammirazione per aver fatto così tanto in così poco tempo comunque.
Buona edition e buone feste!
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Anche secondo me manca qualcosa a giustificare un gesto così estremo. Ma è comunque ben delineata la perdonali, il”credo” che lo conduce a cercare guai nelle dimostrazioni.
È sempre stato semplice, per noi nati dopo la guerra, scegliere da che parte stare e che fascista era sinonimo di cattivo. Eppure esistono ed è forse giusto dare anche a loro voce e possibilità di espressione.
Il racconto in sé non è male
È sempre stato semplice, per noi nati dopo la guerra, scegliere da che parte stare e che fascista era sinonimo di cattivo. Eppure esistono ed è forse giusto dare anche a loro voce e possibilità di espressione.
Il racconto in sé non è male
- Gabriele Dolzadelli
- Messaggi: 374
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Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo! Piacere di leggerti.
Il racconto è ben scritto e devo dire che hai interpretato bene il punto di vista del protagonista. Si avverte la frustrazione del non riuscire ad agire, limitandosi a solitudine e parole.
Andrebbe tutto a gonfie vele, dunque (a parte un paio di refusi), se non fosse per la scelta della chiusura.
Questo perché non trovo ci sia stata una semina abbastanza potente da poter far comprendere al lettore il gesto.
Come tu stesso scrivi nella parte finale, non sono stati gli avvenimenti raccontati ad essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono stati altri elementi della sua vita che l'hanno portato a maturare la scelta. Ma questi elementi non ci sono noti e il racconto perde quindi la sua impalcatura, stordendo il lettore con una fotografia finale che raggiunge solo l'obiettivo di colpire il bersaglio della traccia.
Secondo me, facendo virare il finale in una direzione più comprensibile e su cui poter più empatizzare, avresti guadagnato punti sfruttando il potenziale della prima parte che era senza dubbio ben costruita.
A rileggerci!
Il racconto è ben scritto e devo dire che hai interpretato bene il punto di vista del protagonista. Si avverte la frustrazione del non riuscire ad agire, limitandosi a solitudine e parole.
Andrebbe tutto a gonfie vele, dunque (a parte un paio di refusi), se non fosse per la scelta della chiusura.
Questo perché non trovo ci sia stata una semina abbastanza potente da poter far comprendere al lettore il gesto.
Come tu stesso scrivi nella parte finale, non sono stati gli avvenimenti raccontati ad essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono stati altri elementi della sua vita che l'hanno portato a maturare la scelta. Ma questi elementi non ci sono noti e il racconto perde quindi la sua impalcatura, stordendo il lettore con una fotografia finale che raggiunge solo l'obiettivo di colpire il bersaglio della traccia.
Secondo me, facendo virare il finale in una direzione più comprensibile e su cui poter più empatizzare, avresti guadagnato punti sfruttando il potenziale della prima parte che era senza dubbio ben costruita.
A rileggerci!
- IL GLADIATORE
- Messaggi: 148
Re: E giù a gridare vincere, e vinceremo
Ciao Matteo, come tuo solito, il racconto ha uno stile davvero pregevole e il tema che presenti non è banale ed è spunto di riflessione. Stavolta però effettivamente si avverte la mancanza di approfondimento e di una semina adeguata che giustifichi un finale arrivato un po' troppo come un cazzotto in un occhio. Peccato perché visto il tema che affronti e lo stile che mai si discosta dai tuoi alti livelli, avresti potuto scrivere uno dei tuoi soliti raccontoni. Invece ci fermiamo a un pollice tendente al positivo in modo brillante ma non solido.
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