Marinaio spaziale
- MatteoMantoani
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Marinaio spaziale
Aren si appoggiò al bastone e attese, le dita serrate sul legno ruvido. Non mancava molto, ormai.
Il buio avvolgeva tutto, l'illuminazione pubblica rimaneva spenta da anni e, a parte le stelle e la luce delle lune, solo la piattaforma di teletrasporto emetteva qualche bagliore.
Una macchia luminosa si disegnò sulla volta celeste, la piattaforma si accese e proiettò in cielo una colonna di luce.
Era il momento.
Aren si coprì il viso schiaffeggiato dalla sabbia sollevata dal vento, fino a quando le forti luci si spensero.
Sulla struttura era comparso un uomo. Il viso illuminato dalle lune le era familiare: era lui, non c’erano dubbi.
Aren si fece avanti, ma non riuscì dirgli niente.
Anche l’altro era taciturno. Alzò una mano in un gesto incerto, come volesse toccarla, ma lei si ritrasse d’istinto.
Lui si strinse nelle spalle e sospirò. «Sei invecchiata.» La voce rotta tremava dall’emozione. «Ma ti riconosco.»
Le labbra di Aren si mossero appena. «Io… non so cosa dire.»
«Nemmeno io… solo che sono tornato e non vado più via. Promesso.»
Aren non rispose. Si frugò nelle tasche, tirò fuori il cronometro e glielo porse. «Mi hai chiesto di portartelo, ricordi?»
Lui strinse le labbra e annuì. «Sì. Ecco il mio.»
Quello di Aren indicava settant'anni, dieci mesi e otto giorni; l’altro cinque anni, un mese e due giorni.
Gliel’aveva infilato in mano prima di partire, tienilo da conto, e portamelo subito appena torno, che come prima cosa voglio verificare le leggi di Einstein. Così le aveva detto. Verificare le leggi di Einstein, non riabbracciarla, ma fare un inutile esperimento scientifico.
Lui sospirò. «Cinque anni per me, settanta per te. Non oso nemmeno immaginare quello che provi, dopo così tanto tempo.»
Lei annuì senza dire nulla.
Il giorno della partenza era salito sulla piattaforma senza voltarsi indietro, uno stacco netto è meglio per tutti, inutile perdere tempo in saluti. Così le aveva detto, spezzandole il cuore. Per anni aveva sperato che potesse cambiare idea e tornare da lei, ma poi, una coltre di freddo le aveva avvolto il cuore per soffocare quel dolore, fino al momento in cui aveva semplicemente nascosto il cronometro in un cassetto e si era dimenticata di lui.
Ora era tornato, e la fissava con le lacrime agli occhi. «Credo sia normale che tu mi veda come un estraneo, spero tu possa ricordare quel poco tempo che abbiamo passato insieme e, che potrai perdonarmi.» Singhiozzò. «Mi sei mancata. Non hai idea di quanto mi sia… pentito di essere partito e di averti lasciata.» Abbassò lo sguardo. «Non avrei dovuto. Ero uno stupido ragazzo. Ma sono cambiato.»
Aren chiuse gli occhi e strinse i denti. Un sentimento che aveva cercato tutta la vita di reprimere sgomitava per rientrare di prepotenza nel suo cuore.
L’aveva aspettato, aveva pensato a quel momento per gran parte della vita ma, alla fine, adesso era vecchia e suo padre un marinaio che aveva abbandonato sua figlia per imbarcarsi nella prima astronave.
Scosse la testa e sospirò. «Dài, andiamo a casa, papà.»
Il buio avvolgeva tutto, l'illuminazione pubblica rimaneva spenta da anni e, a parte le stelle e la luce delle lune, solo la piattaforma di teletrasporto emetteva qualche bagliore.
Una macchia luminosa si disegnò sulla volta celeste, la piattaforma si accese e proiettò in cielo una colonna di luce.
Era il momento.
Aren si coprì il viso schiaffeggiato dalla sabbia sollevata dal vento, fino a quando le forti luci si spensero.
Sulla struttura era comparso un uomo. Il viso illuminato dalle lune le era familiare: era lui, non c’erano dubbi.
Aren si fece avanti, ma non riuscì dirgli niente.
Anche l’altro era taciturno. Alzò una mano in un gesto incerto, come volesse toccarla, ma lei si ritrasse d’istinto.
Lui si strinse nelle spalle e sospirò. «Sei invecchiata.» La voce rotta tremava dall’emozione. «Ma ti riconosco.»
Le labbra di Aren si mossero appena. «Io… non so cosa dire.»
«Nemmeno io… solo che sono tornato e non vado più via. Promesso.»
Aren non rispose. Si frugò nelle tasche, tirò fuori il cronometro e glielo porse. «Mi hai chiesto di portartelo, ricordi?»
Lui strinse le labbra e annuì. «Sì. Ecco il mio.»
Quello di Aren indicava settant'anni, dieci mesi e otto giorni; l’altro cinque anni, un mese e due giorni.
Gliel’aveva infilato in mano prima di partire, tienilo da conto, e portamelo subito appena torno, che come prima cosa voglio verificare le leggi di Einstein. Così le aveva detto. Verificare le leggi di Einstein, non riabbracciarla, ma fare un inutile esperimento scientifico.
Lui sospirò. «Cinque anni per me, settanta per te. Non oso nemmeno immaginare quello che provi, dopo così tanto tempo.»
Lei annuì senza dire nulla.
Il giorno della partenza era salito sulla piattaforma senza voltarsi indietro, uno stacco netto è meglio per tutti, inutile perdere tempo in saluti. Così le aveva detto, spezzandole il cuore. Per anni aveva sperato che potesse cambiare idea e tornare da lei, ma poi, una coltre di freddo le aveva avvolto il cuore per soffocare quel dolore, fino al momento in cui aveva semplicemente nascosto il cronometro in un cassetto e si era dimenticata di lui.
Ora era tornato, e la fissava con le lacrime agli occhi. «Credo sia normale che tu mi veda come un estraneo, spero tu possa ricordare quel poco tempo che abbiamo passato insieme e, che potrai perdonarmi.» Singhiozzò. «Mi sei mancata. Non hai idea di quanto mi sia… pentito di essere partito e di averti lasciata.» Abbassò lo sguardo. «Non avrei dovuto. Ero uno stupido ragazzo. Ma sono cambiato.»
Aren chiuse gli occhi e strinse i denti. Un sentimento che aveva cercato tutta la vita di reprimere sgomitava per rientrare di prepotenza nel suo cuore.
L’aveva aspettato, aveva pensato a quel momento per gran parte della vita ma, alla fine, adesso era vecchia e suo padre un marinaio che aveva abbandonato sua figlia per imbarcarsi nella prima astronave.
Scosse la testa e sospirò. «Dài, andiamo a casa, papà.»
Ultima modifica di MatteoMantoani il lunedì 16 dicembre 2024, 23:11, modificato 5 volte in totale.
Re: Marinaio spaziale
Ed ecco il leader del Rank d'Era: ciao Matteo! Tutto ok con i parametri, buona LUCA NESLER EDITION!
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Marinaio spaziale
Ciao Matteo
Finalmente ho il piacere di commentare un tuo racconto per un’edition e sono molto contenta di aver letto una storia che, a mio parere, è molto ben scritta.
Il tema del ribaltamento gioca sull’equivoco che riesci a creare attorno a quello si presume essere l’abbandono da parte di un amante. La storia scorre bene, io mi sono immedesimata emotivamente, e il colpo di scena finale è stato inaspettato.
Anche il tema del tempo che scorre in due modi diversi è veramente interessante. Peccato aver avuto così pochi caratteri a disposizione, avrei tanto voluto approfondissi questo aspetto.
Per me il racconto funziona molto bene, non riesco a trovare dei difetti. Mi è piaciuto tanto.
Buona Luca Nesler Edition!
Ci si legge in giro.
Finalmente ho il piacere di commentare un tuo racconto per un’edition e sono molto contenta di aver letto una storia che, a mio parere, è molto ben scritta.
Il tema del ribaltamento gioca sull’equivoco che riesci a creare attorno a quello si presume essere l’abbandono da parte di un amante. La storia scorre bene, io mi sono immedesimata emotivamente, e il colpo di scena finale è stato inaspettato.
Anche il tema del tempo che scorre in due modi diversi è veramente interessante. Peccato aver avuto così pochi caratteri a disposizione, avrei tanto voluto approfondissi questo aspetto.
Per me il racconto funziona molto bene, non riesco a trovare dei difetti. Mi è piaciuto tanto.
Buona Luca Nesler Edition!
Ci si legge in giro.
- BloodyWolf95
- Messaggi: 26
Re: Marinaio spaziale
Ciao =)
Il racconto da te scritto è molto carino e ci mostri la storia di una figlia che ha aspettato il padre per ben settant’anni.
I dialoghi li ho trovati un po’ legnosi da leggere, non scorrono benissimo e appesantiscono un poco la lettura.
Ho gradito lo scambio dei cronometri tra i due personaggi per dare un peso al tempo che è passato, ma penso che il tema non sia stato centrato appieno, a mio avviso: lei aspetta lui fin dall’inizio, lo ha aspettato per sette decenni, lui aspetta di tornare da lei da pochi anni…
La sfumatura che hai dato al tema della sfida è davvero sottile e al margine, ci sta e apprezzo tantissimo lo sforzo, soprattutto perché è inserito in pochissimi caratteri e quindi capisco la difficoltà =)
La prosa scorre bene, ho riscontrato alcune piccole sbavature, ma nulla di troppo evidente.
Buona sfida!
Il racconto da te scritto è molto carino e ci mostri la storia di una figlia che ha aspettato il padre per ben settant’anni.
I dialoghi li ho trovati un po’ legnosi da leggere, non scorrono benissimo e appesantiscono un poco la lettura.
Ho gradito lo scambio dei cronometri tra i due personaggi per dare un peso al tempo che è passato, ma penso che il tema non sia stato centrato appieno, a mio avviso: lei aspetta lui fin dall’inizio, lo ha aspettato per sette decenni, lui aspetta di tornare da lei da pochi anni…
La sfumatura che hai dato al tema della sfida è davvero sottile e al margine, ci sta e apprezzo tantissimo lo sforzo, soprattutto perché è inserito in pochissimi caratteri e quindi capisco la difficoltà =)
La prosa scorre bene, ho riscontrato alcune piccole sbavature, ma nulla di troppo evidente.
Buona sfida!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
BloodyWolf95 ha scritto:Ciao =)
Il racconto da te scritto è molto carino e ci mostri la storia di una figlia che ha aspettato il padre per ben settant’anni.
I dialoghi li ho trovati un po’ legnosi da leggere, non scorrono benissimo e appesantiscono un poco la lettura.
Ho gradito lo scambio dei cronometri tra i due personaggi per dare un peso al tempo che è passato, ma penso che il tema non sia stato centrato appieno, a mio avviso: lei aspetta lui fin dall’inizio, lo ha aspettato per sette decenni, lui aspetta di tornare da lei da pochi anni…
La sfumatura che hai dato al tema della sfida è davvero sottile e al margine, ci sta e apprezzo tantissimo lo sforzo, soprattutto perché è inserito in pochissimi caratteri e quindi capisco la difficoltà =)
La prosa scorre bene, ho riscontrato alcune piccole sbavature, ma nulla di troppo evidente.
Buona sfida!
Ciao ;) grazie per il commento, il tema lo vedo nel ribaltamento dato dall'indifferenza verso la figlia che il marinaio ha prima della partenza, e il fatto che alla fine del racconto sia invece la figlia a essere più indifferente mentre lui si è pentito.
Indicami pure le sbavature, se vuoi.
Alla prossima e buona gara!
Ultima modifica di MatteoMantoani il martedì 17 dicembre 2024, 12:35, modificato 1 volta in totale.
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
HandyManny_D ha scritto:Ciao Matteo
Finalmente ho il piacere di commentare un tuo racconto per un’edition e sono molto contenta di aver letto una storia che, a mio parere, è molto ben scritta.
Il tema del ribaltamento gioca sull’equivoco che riesci a creare attorno a quello si presume essere l’abbandono da parte di un amante. La storia scorre bene, io mi sono immedesimata emotivamente, e il colpo di scena finale è stato inaspettato.
Anche il tema del tempo che scorre in due modi diversi è veramente interessante. Peccato aver avuto così pochi caratteri a disposizione, avrei tanto voluto approfondissi questo aspetto.
Per me il racconto funziona molto bene, non riesco a trovare dei difetti. Mi è piaciuto tanto.
Buona Luca Nesler Edition!
Ci si legge in giro.
Ciao :) sono contento che il lato emotivo sia riuscito, sto lavorando parecchio in quella direzione. Buona gara!
-
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Re: Marinaio spaziale
2. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani,
Il racconto mi è piaciuto, scorre bene e inquadra bene il momento. Ho apprezzato le descrizioni sensoriali, la ruvidezza del bastone e la sabbia sul viso, hanno dato concretezza all'ambientazione. Il senso di attesa è ben trasmesso. L'equivoco su chi sia Aren non so se sia voluto, avevo pensato a un'innamorata e invece solo alla fine si scopre che è la figlia, forse, spazio premettendo, avrei parlato più che di cuore spezzato di momenti perduti, ha più di settant'anni si sarà sposata, si sarà laureata avrà fatto tappe nella sua vita in cui avrebbe voluto il padre accanto. Un po' perplessa sul fatto che sia partito per verificare le leggi di Einstein salendo su un'astronave.
La frase "ero uno stupido ragazzo", per lui sono passati solo cinque anni e spicci, mi stona un po' visto che poi si rivela il padre di una bambina che almeno deve aver avuto sei anni per gestire il cronometro.
Il finale mi piace quel sospiro di rassegnazione che può esistere proprio solo perché è sua figlia e non può non esserlo, se fosse stata l'amata gli avrebbe fatto ingoiare il cronometro; se si era pentito cosa lo ha trattenuto dal tornare (ok qui si potrebbe fare una lista infinita, impossibile per lo spazio concesso).
Il racconto mi è piaciuto, scorre bene e inquadra bene il momento. Ho apprezzato le descrizioni sensoriali, la ruvidezza del bastone e la sabbia sul viso, hanno dato concretezza all'ambientazione. Il senso di attesa è ben trasmesso. L'equivoco su chi sia Aren non so se sia voluto, avevo pensato a un'innamorata e invece solo alla fine si scopre che è la figlia, forse, spazio premettendo, avrei parlato più che di cuore spezzato di momenti perduti, ha più di settant'anni si sarà sposata, si sarà laureata avrà fatto tappe nella sua vita in cui avrebbe voluto il padre accanto. Un po' perplessa sul fatto che sia partito per verificare le leggi di Einstein salendo su un'astronave.
La frase "ero uno stupido ragazzo", per lui sono passati solo cinque anni e spicci, mi stona un po' visto che poi si rivela il padre di una bambina che almeno deve aver avuto sei anni per gestire il cronometro.
Il finale mi piace quel sospiro di rassegnazione che può esistere proprio solo perché è sua figlia e non può non esserlo, se fosse stata l'amata gli avrebbe fatto ingoiare il cronometro; se si era pentito cosa lo ha trattenuto dal tornare (ok qui si potrebbe fare una lista infinita, impossibile per lo spazio concesso).
- Emiliano Maramonte
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Re: Marinaio spaziale
Ciao Matteo! Bentrovato anche in questa nuova e (tostissima) Edition!
Stavolta ti sei lanciato in un pezzo di sana, buona, onesta e intensa fantascienza! E qui hai giocato con alcuni schemi tipici, direi intramontabili: il viaggio nel tempo, il distacco affettivo, il ruolo della scienza nei rapporti umani, il vero significato dei sentimenti... Insomma, ce n'è per tutti i gusti. E' evidente il sapore nolaniano, e il mio pensiero è corso automaticamente alle scene ormai iconiche di Interstellar, nel quale una figlia ormai anziana rivede il proprio padre preservato dagli effetti relativistici del viaggio nel buco nero. Tu, invece, hai adottato una scorciatoia narrativa (per ovvi motivi di spazio) ossia una sorta di teletrasporto temporale. Efficace l'"equivoco" del personaggio che compare sulla piattaforma: all'inizio pensavo fosse un amante perduto, poi il colpo di scena è stato molto piacevole.
Non è che ho molto altro da aggiungere. Stile scorrevole, tema centrato.
Buon Edition!
Emiliano.
Stavolta ti sei lanciato in un pezzo di sana, buona, onesta e intensa fantascienza! E qui hai giocato con alcuni schemi tipici, direi intramontabili: il viaggio nel tempo, il distacco affettivo, il ruolo della scienza nei rapporti umani, il vero significato dei sentimenti... Insomma, ce n'è per tutti i gusti. E' evidente il sapore nolaniano, e il mio pensiero è corso automaticamente alle scene ormai iconiche di Interstellar, nel quale una figlia ormai anziana rivede il proprio padre preservato dagli effetti relativistici del viaggio nel buco nero. Tu, invece, hai adottato una scorciatoia narrativa (per ovvi motivi di spazio) ossia una sorta di teletrasporto temporale. Efficace l'"equivoco" del personaggio che compare sulla piattaforma: all'inizio pensavo fosse un amante perduto, poi il colpo di scena è stato molto piacevole.
Non è che ho molto altro da aggiungere. Stile scorrevole, tema centrato.
Buon Edition!
Emiliano.
Re: Marinaio spaziale
Ciao Matteo, sempre un piacere leggerti!
Il racconto è molto ben scritto e bilanciato. Visto il livello elevato mi concentro sulle piccole cose che forse si potrebbero migliorare.
Trovo ci siano alcune costruzioni di frase che frenano un poco la fluidità della lettura, per quanto siano assolutamente corrette. La prima una reggenza inusuale del verbo (non riuscì [a] dirgli niente), in due casi le virgole che introducono la subordinata (tornare da lei, ma poi, una coltre di freddo le aveva avvolto il cuore) (e, che potrai perdonarmi). Alla fin fine è probabilmente solo una questione di gusti, però nel mio caso sono piccoli inciampi che mi spezzano l’immersione.
Venendo alla storia, che probabilmente si tratti della figlia e non di una compagna lo si intuisce a metà racconto, quando menzioni gli anni vissuti dai due. Non che sia di per sé una cosa negativa, però trovo che il tema sia centrato solo a metà… Il finale non mostra “il contrario” di qualcosa. Esser figlia non è contrario di esser moglie, e -se anche fosse- il twist arriva abbastanza prima della fine.
Piccole pulci a parte, un ottimo lavoro. Complimenti e buona gara!
Il racconto è molto ben scritto e bilanciato. Visto il livello elevato mi concentro sulle piccole cose che forse si potrebbero migliorare.
Trovo ci siano alcune costruzioni di frase che frenano un poco la fluidità della lettura, per quanto siano assolutamente corrette. La prima una reggenza inusuale del verbo (non riuscì [a] dirgli niente), in due casi le virgole che introducono la subordinata (tornare da lei, ma poi, una coltre di freddo le aveva avvolto il cuore) (e, che potrai perdonarmi). Alla fin fine è probabilmente solo una questione di gusti, però nel mio caso sono piccoli inciampi che mi spezzano l’immersione.
Venendo alla storia, che probabilmente si tratti della figlia e non di una compagna lo si intuisce a metà racconto, quando menzioni gli anni vissuti dai due. Non che sia di per sé una cosa negativa, però trovo che il tema sia centrato solo a metà… Il finale non mostra “il contrario” di qualcosa. Esser figlia non è contrario di esser moglie, e -se anche fosse- il twist arriva abbastanza prima della fine.
Piccole pulci a parte, un ottimo lavoro. Complimenti e buona gara!
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini
gioco - Corrado Gioannini
- MatteoMantoani
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Re: Marinaio spaziale
gioco ha scritto:Ciao Matteo, sempre un piacere leggerti!
Il racconto è molto ben scritto e bilanciato. Visto il livello elevato mi concentro sulle piccole cose che forse si potrebbero migliorare.
Trovo ci siano alcune costruzioni di frase che frenano un poco la fluidità della lettura, per quanto siano assolutamente corrette. La prima una reggenza inusuale del verbo (non riuscì [a] dirgli niente), in due casi le virgole che introducono la subordinata (tornare da lei, ma poi, una coltre di freddo le aveva avvolto il cuore) (e, che potrai perdonarmi). Alla fin fine è probabilmente solo una questione di gusti, però nel mio caso sono piccoli inciampi che mi spezzano l’immersione.
Venendo alla storia, che probabilmente si tratti della figlia e non di una compagna lo si intuisce a metà racconto, quando menzioni gli anni vissuti dai due. Non che sia di per sé una cosa negativa, però trovo che il tema sia centrato solo a metà… Il finale non mostra “il contrario” di qualcosa. Esser figlia non è contrario di esser moglie, e -se anche fosse- il twist arriva abbastanza prima della fine.
Piccole pulci a parte, un ottimo lavoro. Complimenti e buona gara!
Ciao Corrado :) a parte il discorso delle virgole, l'altro è un refuso.
Il tema non l'avevo pensato nel ribaltamento tra amante e figlia, ma piuttosto nel fatto che alla partenza il marinaio non provava grossi sentimenti per la figlia, mentre nel finale è appunto il contrario. :)
Grazie mille per il commento e buona gara a te!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
Laura Ciutto ha scritto:2. Marinaio spaziale, di Matteo Mantoani,
Il racconto mi è piaciuto, scorre bene e inquadra bene il momento. Ho apprezzato le descrizioni sensoriali, la ruvidezza del bastone e la sabbia sul viso, hanno dato concretezza all'ambientazione. Il senso di attesa è ben trasmesso. L'equivoco su chi sia Aren non so se sia voluto, avevo pensato a un'innamorata e invece solo alla fine si scopre che è la figlia, forse, spazio premettendo, avrei parlato più che di cuore spezzato di momenti perduti, ha più di settant'anni si sarà sposata, si sarà laureata avrà fatto tappe nella sua vita in cui avrebbe voluto il padre accanto. Un po' perplessa sul fatto che sia partito per verificare le leggi di Einstein salendo su un'astronave.
La frase "ero uno stupido ragazzo", per lui sono passati solo cinque anni e spicci, mi stona un po' visto che poi si rivela il padre di una bambina che almeno deve aver avuto sei anni per gestire il cronometro.
Il finale mi piace quel sospiro di rassegnazione che può esistere proprio solo perché è sua figlia e non può non esserlo, se fosse stata l'amata gli avrebbe fatto ingoiare il cronometro; se si era pentito cosa lo ha trattenuto dal tornare (ok qui si potrebbe fare una lista infinita, impossibile per lo spazio concesso).
Ciao :) grazie mille per il commento e per il posizionamento in classifica. Stupido ragazzo inteso proprio come qualcuno che è immaturo nell'animo anche se adulto nel corpo.. Insomma, uno che non è ancora un vero uomo. Buona gara a te!
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Matteo! Bentrovato anche in questa nuova e (tostissima) Edition!
Stavolta ti sei lanciato in un pezzo di sana, buona, onesta e intensa fantascienza! E qui hai giocato con alcuni schemi tipici, direi intramontabili: il viaggio nel tempo, il distacco affettivo, il ruolo della scienza nei rapporti umani, il vero significato dei sentimenti... Insomma, ce n'è per tutti i gusti. E' evidente il sapore nolaniano, e il mio pensiero è corso automaticamente alle scene ormai iconiche di Interstellar, nel quale una figlia ormai anziana rivede il proprio padre preservato dagli effetti relativistici del viaggio nel buco nero. Tu, invece, hai adottato una scorciatoia narrativa (per ovvi motivi di spazio) ossia una sorta di teletrasporto temporale. Efficace l'"equivoco" del personaggio che compare sulla piattaforma: all'inizio pensavo fosse un amante perduto, poi il colpo di scena è stato molto piacevole.
Non è che ho molto altro da aggiungere. Stile scorrevole, tema centrato.
Buon Edition!
Emiliano.
Ehhh. Ovvio che hai visto Interstellar! Mi hai sgamato in pieno. Certo, sono temi più che noti, in fantascienza, non ho inventato niente di nuovo ma solo usato degli ingredienti classici per fare, spero, una buona pietanza.
Tra parentesi, il modo con cui il film liquida la scena della riconciliazione tra Cooper e sua figlia mi ha sempre fatto imbestialire. È il fulcro del film, e questi due si scambiano due parole in croce, e per dieci secondi, poi arriva una sfilza di discendenti che si fotte di Cooper e corre dalla tizia anziana a letto. Senza senso. Veramente. Un film senza senso. Si salva solo Kip Thorne.
Re: Marinaio spaziale
MatteoMantoani ha scritto:Il tema non l'avevo pensato nel ribaltamento tra amante e figlia, ma piuttosto nel fatto che alla partenza il marinaio non provava grossi sentimenti per la figlia, mentre nel finale è appunto il contrario.
Grazie per il chiarimento! Però le ultime frasi sono tutte incentrate sui sentimenti vissuti dalla figlia. Se quella era la tua intenzione averesti forse dovuto chiudere immergendoti ancor di più nei sentimenti di lui. Nella scena finale mi viene facile empatizzare con lei, ma lui è ancora così poco umano (nonostante i singhiozzi del paragrafo sopra).
Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione. (E. Goldman)
gioco - Corrado Gioannini
gioco - Corrado Gioannini
- MatteoMantoani
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Re: Marinaio spaziale
gioco ha scritto:MatteoMantoani ha scritto:Il tema non l'avevo pensato nel ribaltamento tra amante e figlia, ma piuttosto nel fatto che alla partenza il marinaio non provava grossi sentimenti per la figlia, mentre nel finale è appunto il contrario.
Grazie per il chiarimento! Però le ultime frasi sono tutte incentrate sui sentimenti vissuti dalla figlia. Se quella era la tua intenzione averesti forse dovuto chiudere immergendoti ancor di più nei sentimenti di lui. Nella scena finale mi viene facile empatizzare con lei, ma lui è ancora così poco umano (nonostante i singhiozzi del paragrafo sopra).
Ahia. Sì, è corretto empatizzare con la donna, piuttosto che con il marinaio, ma comunque il cambiamento del marinaio dovrebbe essere evidente dalle sue parole.. Così l'avevo pensato :) il lettore dovrebbe arrivare al finale e sentirsi un po' combattuto su a chi dare ragione, perché ha senso perdonare il marinaio, ma anche sentirsi freddi nei suoi confronti come lo è Aren
Re: Marinaio spaziale
Ciao Matteo!
Ho trovato molto sottile il significato del tema nel tuo racconto, ho dovuto rileggerlo diverse volte per appenderlo. Ma tutte le volte è stato ugualmente piacevole, trovo il tuo modo di aver scritto questo testo molto scorrevole ed emozionante, come una carezza. Anche le descrizioni sensoriali che hai usato sono efficaci. E nonostante il poco tempo, mi ha dato l'impressione di essere stato scritto con cura.
Insomma, complimenti!
Saluti.
Ho trovato molto sottile il significato del tema nel tuo racconto, ho dovuto rileggerlo diverse volte per appenderlo. Ma tutte le volte è stato ugualmente piacevole, trovo il tuo modo di aver scritto questo testo molto scorrevole ed emozionante, come una carezza. Anche le descrizioni sensoriali che hai usato sono efficaci. E nonostante il poco tempo, mi ha dato l'impressione di essere stato scritto con cura.
Insomma, complimenti!
Saluti.
Francesco Michele Forciniti
- matt_heels
- Messaggi: 72
Re: Marinaio spaziale
Ciao Matteo!
Il tuo racconto è dosato nei minimi particolari. Alla prima lettura mi stavo immaginando una coppia separata, ma non capivo perché lei non lo mandasse bellamente a quel paese... e infatti era la figlia xD
La prosa scorre senza intoppi e il livello raggiunto è molto alto. Forse, se proprio devo trovare una piccola area di miglioramento, avrei leggermente smussato l'ultima battuta di dialogo del padre, ma funziona anche come l'hai impostata tu.
Se alla prima lettura il twist domina sul ribaltamento, appena si torna a ragionare, appare chiaro che sia legato al cambiamento del protagonista, tra la partenza e il ritorno..
Un ottim racconto, complimenti!
Il tuo racconto è dosato nei minimi particolari. Alla prima lettura mi stavo immaginando una coppia separata, ma non capivo perché lei non lo mandasse bellamente a quel paese... e infatti era la figlia xD
La prosa scorre senza intoppi e il livello raggiunto è molto alto. Forse, se proprio devo trovare una piccola area di miglioramento, avrei leggermente smussato l'ultima battuta di dialogo del padre, ma funziona anche come l'hai impostata tu.
Se alla prima lettura il twist domina sul ribaltamento, appena si torna a ragionare, appare chiaro che sia legato al cambiamento del protagonista, tra la partenza e il ritorno..
Un ottim racconto, complimenti!
- GuidoNorzi
- Messaggi: 20
Re: Marinaio spaziale
Ciao.
Il racconto è scritto certamente bene e il tema fantascientifico "alla Nolan" funziona. Non avrei niente da dire, tranne che il fatto che si celi l'identità del secondo personaggio fino alla fine per far funzionare il colpo di scena suona un po' artificioso, visto che immagino che lei lo riconosca appena lo vede. Ma è un dettaglio. Il racconto funziona. Bravo.
Il racconto è scritto certamente bene e il tema fantascientifico "alla Nolan" funziona. Non avrei niente da dire, tranne che il fatto che si celi l'identità del secondo personaggio fino alla fine per far funzionare il colpo di scena suona un po' artificioso, visto che immagino che lei lo riconosca appena lo vede. Ma è un dettaglio. Il racconto funziona. Bravo.
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
frafo ha scritto:Ciao Matteo!
Ho trovato molto sottile il significato del tema nel tuo racconto, ho dovuto rileggerlo diverse volte per appenderlo. Ma tutte le volte è stato ugualmente piacevole, trovo il tuo modo di aver scritto questo testo molto scorrevole ed emozionante, come una carezza. Anche le descrizioni sensoriali che hai usato sono efficaci. E nonostante il poco tempo, mi ha dato l'impressione di essere stato scritto con cura.
Insomma, complimenti!
Saluti.
Ciao Francesco, grazie mille per essere passato. Mi fa molto piacere. Di solito mi dispiace quando qualcuno è costretto a leggere un mio pezzo più volte per capirlo, ma nel tuo caso in realtà mi fa contento, perché quando la declinazione del tema non è una cosa scontata ma richiede un po' di ragionamento per me è un valore aggiunto.
Grazie mille per i complimenti, sei troppo buono.
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
matt_heels ha scritto:Ciao Matteo!
Il tuo racconto è dosato nei minimi particolari. Alla prima lettura mi stavo immaginando una coppia separata, ma non capivo perché lei non lo mandasse bellamente a quel paese... e infatti era la figlia xD
La prosa scorre senza intoppi e il livello raggiunto è molto alto. Forse, se proprio devo trovare una piccola area di miglioramento, avrei leggermente smussato l'ultima battuta di dialogo del padre, ma funziona anche come l'hai impostata tu.
Se alla prima lettura il twist domina sul ribaltamento, appena si torna a ragionare, appare chiaro che sia legato al cambiamento del protagonista, tra la partenza e il ritorno..
Un ottim racconto, complimenti!
Grazie mille Matteo per essere passato. Sì, il tema va inteso proprio nel modo che hai detto, la mia idea era quella e sono contento ti sia arrivata. Buona gara e grazie ancora
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Marinaio spaziale
GuidoNorzi ha scritto:Ciao.
Il racconto è scritto certamente bene e il tema fantascientifico "alla Nolan" funziona. Non avrei niente da dire, tranne che il fatto che si celi l'identità del secondo personaggio fino alla fine per far funzionare il colpo di scena suona un po' artificioso, visto che immagino che lei lo riconosca appena lo vede. Ma è un dettaglio. Il racconto funziona. Bravo.
Ciao Guido e grazie mille per il tuo commento e per i complimenti. Sì, se il racconto fosse scritto in prima persona ti darei ragione sul fatto che la scelta di rivelare tutto alla fine sarebbe artificiosa, per questo motivo ho scelto un narratore più esterno in terza, così questo espediente diventa una scelta strutturale, che a mio avviso non è artificiosa ma fa proprio parte della costruzione del racconto. Un narratore esterno secondo me può tenersi un'informazione in serbo, perché non deve necessariamente seguire pedissequamente le impressioni interne di un personaggio. Dimmi che ne pensi, e grazie ancora
Re: Marinaio spaziale
Graziosa idea, ben realizzata nel racconto. La sorpresa finale si intuisce facilmente prima della rivelazione ma questo non toglie l'interesse per l'idea. Qui ho trovato molto gradevoli i particolari che, senza farlo esplicitamente, ci raccontano di un mondo che in questi settanta anni è degradato, aggiungendo tristezza a un incontro già di per sé triste. Tutto contribuisce a questa atmosfera melanconica. Un solo suggerimento, ma a titolo di sperimentazione: forse usare il presente sarebbe più potente, perché il passato crea un distacco maggiore con il lettore e invece il presente in prima persona della protagonista dovrebbe rendere un effetto molto più coinvolgente e forte.
- Pietro D'Addabbo
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Re: Marinaio spaziale
Ciao Matteo, piacere di leggerti.
Il tuo testo racconta del difficile ritrovarsi fra un padre viaggiatore e una figlia che ha lungamente sentito la sua mancanza. A separarli, forse in modo irrimediabile, anche il diverso scorrere del tempo per i due. I temi legati alla paternità mi stanno molto a cuore, ma qui mi hai coinvolto molto poco, probabilmente perché il fatto che si trattasse di un padre ce lo hai svelato troppo tardi. Ho la sensazione che cercare il colpo di scena finale abbia portato a sacrificare del tutto l'empatia che avremmo potuto provare sapendo qual era la vera relazione fra i due.
Per il resto, a parte qualche piccolo refuso, tutto scorre bene.
Alla prossima.
Il tuo testo racconta del difficile ritrovarsi fra un padre viaggiatore e una figlia che ha lungamente sentito la sua mancanza. A separarli, forse in modo irrimediabile, anche il diverso scorrere del tempo per i due. I temi legati alla paternità mi stanno molto a cuore, ma qui mi hai coinvolto molto poco, probabilmente perché il fatto che si trattasse di un padre ce lo hai svelato troppo tardi. Ho la sensazione che cercare il colpo di scena finale abbia portato a sacrificare del tutto l'empatia che avremmo potuto provare sapendo qual era la vera relazione fra i due.
Per il resto, a parte qualche piccolo refuso, tutto scorre bene.
Alla prossima.
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- CristianoSaccoccia
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Re: Marinaio spaziale
Penso che il punto di forza del racconto sia il "motivo" della partenza, del distacco e di due esistenze stravolte. Il tutto semplicemente perché bisognava scovare qualcosa di relativistico nelle pieghe del tempo. Molto carina la scena dello scambio dei cronometri, anche se avevo inteso alla perfezione che fossero un padre e una figlia, volendo o meno ho sentito gli echi di Interstellar. Film che amo. Non originalissimo come topos ma si fa sempre apprezzare. Ho capito la tua prospettiva del tema su alcuni commenti, altrimenti non avrei interpretato troppo giustamente il finale. Diciamo che ci sta, ma forse avrei reso più incisivo il tuo obiettivo narrativo.
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