Una storia, vecchia come il mondo.

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 dicembre con un tema di Luca Nesler (scrittore, formatore, minuticontatista) e 3000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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Pietro D'Addabbo
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Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#1 » martedì 17 dicembre 2024, 0:32

Si raddrizzò, dando sollievo alla schiena; non si era accorto di essersi incurvato.
Oltre la finestra, il buio nascondeva del tutto gli alberi del Campus.
La luce del monitor nella stanza restava l'unico baluardo contro la notte. Sullo schermo file interminabili di A, T, C e G raccontavano storie millenarie, di scimmie, di uomini, dei loro antenati, di successi evolutivi e di specie estinte.
Otto aprì il cassetto in cerca del barattolo con le capsule per la macchinetta del caffè, lo sollevò ma non produsse alcun tintinnio. Chissà, forse qualcuna di quelle estinzioni era dovuta alla mancanza di caffeina.
Quella del suo cognome, invece, dipendeva da lui.
Serviva un erede, ma non poteva fare da solo.
Recuperò il cappotto dall'attaccapanni e il borsone con il cambio per la palestra dall'angolo tra il muro e l'armadio.
L'evoluzione doveva aspettare almeno una notte in più per essere compresa, toccava provare a dare una chance ai propri geni e qualche nipote ai genitori.
Toccava tentare una delle cacce più ataviche, quella a una compagna.
Nello specchio dell'ascensore, Otto lesse una storia diversa da quella nello schermo del computer: un Homo villoso, forse Sapiens, ma ben poco Erectus. Ne avrebbero riso anche i Neanderthal.
Caricò nel bagagliaio il borsone, avviò l'auto, il bluetooth lesse un messaggio in entrata, da un collega in difficoltà con le mail istituzionali. Aveva la soluzione per quell'avatar, che sorrideva in bianco e nero; la trascrisse a spezzoni, ogni semaforo uno step. Non gli piaceva mandare audio, lasciare tracce della sua voce sgraziata.
Scese dall'auto che era a casa.
E la palestra?
Inutile tornare indietro, la caccia poteva aspettare domani.
Avrebbe compensato con una cena leggera.

Otto si fermava tutte le mattine nel cortile, su una panchina, il naso verso la finestra del suo ufficio.
I piani più alti dell'edificio viravano dall'arancio al giallo e subito al bianco, a quell'ora. Aspettò che il sole scegliesse la tonalità del giorno.
Recuperò dall'auto una confezione di capsule da portare con sè, si avvicinò all'ascensore.
Una donna già aspettava, si tenne un passo indietro per non disturbare.
Lei entrò in cabina e fece spazio. Schiacciò un tasto e si voltò.
«Che pian– Ma tu sei Otto? Sei un mito!».
«Come dice?».
Otto spinse da solo il tasto del proprio piano.
Tornò a quel volto. Il messaggio della sera prima.
L'avatar in bianco e nero, sorridente. Lei, a colori.
«Grazie per l'aiuto. Non ce l'avrei mai fatta senza di te».
«Ma di che? Tutti mi chiedono, finisce che imparo. E poi riferisco».
«No, no. Mo' te lo dico. Tu sei il mio mito e basta».
Gli occhi scuri lo fissavano, luminosi e strizzati dal sorriso gioviale.
C'era dunque qualcuno che poteva guardarlo così?
Otto sentì le guance avvampare, si incurvò a guardarsi le scarpe. Sgusciò fra le ante, appena aperte.
Come una scimmia davanti a una pantera.
Estinto.
Istinto.
Si voltò, diritto.
Sorrise e le indicò la scatola.
«Accetti un caffè?».
Le ante si chiudevano.
Sgusciò fuori anche lei.
«Volentieri».
Ultima modifica di Pietro D'Addabbo il martedì 17 dicembre 2024, 0:41, modificato 1 volta in totale.


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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#2 » martedì 17 dicembre 2024, 0:35

Ciao Pietro! Tutto ok con i parametri, buona LUCA NESLER EDITION!

Layla
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#3 » mercoledì 18 dicembre 2024, 20:57

Ciao Pietro.
Trovo molto curato il lavoro sul personaggio. L’uso della terza persona limitata ci consente l’accesso diretto ai pensieri e alle abitudini di Otto, ma non ci impedisce di farci anche un’idea della personalità della donna conosciuta in ascensore, grazie al suo peculiare modo di comunicare la sorpresa e l’ammirazione che prova verso il protagonista.
La caratterizzazione del personaggio non è l’unica cosa che secondo me funziona.
Funziona il tempo verbale, innanzitutto, che è al passato remoto proprio come tutte le storie “vecchie quanto il mondo”: le favole. E questa è un po' la favola del Principe Ranocchio, un po’ quella della Bella e la Bestia. Il nostro Otto è un uomo con scarsa autostima che specchiandosi nello sguardo di una donna si trasformerà in un Principe.
E poi lo stile. La narrazione procede con ritmo per analogie, corrispondenze, contrapposizioni. Del resto, siamo nella mente logica di uno scienziato.
E davvero alla fine tifiamo tutti affinché i geni di quest’uomo si tramandino, perché cosa sarebbe il mondo senza l’umiltà e la generosità di persone come Otto?
Complimenti.

Gaia Peruzzo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#4 » giovedì 19 dicembre 2024, 17:16

Ciao Pietro!
Mi è rimasta la curiosità di capire chi sono A, T, C e G. È sicuramente un racconto molto particolare e mi sono piaciuti molto i dettagli dello specchio/schermo sull’ascensore e dell'edificio colorato. Si nota che è tutto molto ben pensato.
Però all'inizio non mi è ben chiaro il motivo per cui hai scritto “un collega” al maschile, quando gli arriva il messaggio in entrata, se poi alla fine è una donna che riconosce dall’avatar. O almeno ho capito questo. Disattenzione? O era voluto?
Anche la risposta che dice Otto verso il finale «Tutti mi chiedono, finisce che imparo e poi riferisco» non mi è ben chiara. Cosa gli chiedono? Cosa impara? Non riuscita a inquadrare benissimo il suo lavoro. Solo che studia il sistema evolutivo e la storia.
Da un lato, secondo avrebbe avuto più impatto con il tema se lui avesse già provato a chiederle di uscire (lasciando stare la storia della palestra per recuperare caratteri) ma non ci riuscisse per imbarazzo e alla fine fosse lei a fare la prima mossa e invitarlo per un caffè, perché lo adora. Perché capisco come hai voluto intenderlo, con il fatto che lui rimanda sempre il suo dovere di progressione dei geni, ma dall’altro il ribaltamento della situazione non mi è sembrato così netto. Perché comunque lui ne ha l’intenzione all’inizio, di trovarsi una compagna, anche se deve superare le sue timidezze.
Per il resto comunque ho apprezzato tanto l'ambientazione e i particolari che hai scelto di usare che lo rendono futuristico, ma con forte ancoramento anche storico. In bocca al lupo per la gara e buone feste!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#5 » giovedì 19 dicembre 2024, 18:05

Layla ha scritto: E davvero alla fine tifiamo tutti affinché i geni di quest’uomo si tramandino, perché cosa sarebbe il mondo senza l’umiltà e la generosità di persone come Otto? Complimenti.


Layla, hai colto tutto quello che ho provato a trasmettere! Il tuo commento mi fa davvero piacere.
Alla prossima.
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Pietro D'Addabbo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#6 » giovedì 19 dicembre 2024, 18:19

Gaia Peruzzo ha scritto: Mi è rimasta la curiosità di capire chi sono A, T, C e G. ... non mi è ben chiaro il motivo per cui hai scritto “un collega” al maschile ... la risposta che dice Otto verso il finale «Tutti mi chiedono, finisce che imparo e poi riferisco» non mi è ben chiara. Cosa gli chiedono? Cosa impara? Non riuscita a inquadrare benissimo il suo lavoro. Solo che studia il sistema evolutivo e la storia ... il ribaltamento della situazione non mi è sembrato così netto... ho apprezzato tanto l'ambientazione e i particolari che hai scelto di usare che lo rendono futuristico, ma con forte ancoramento anche storico.


Ciao Gaia,
le 4 lettere sono le abbreviazioni usate per Adenina, Guanina, Timina e Citosina, che sono le 4 componenti che costituiscono il DNA. Vuole essere un riferimento diretto al mestiere di Otto, che studia l'evoluzione in quanto Genetista. Sul suo schermo ci sono le sequenze dei geni che sta analizzando, che sono appunto lunghe stringhe di queste 4 lettere. Dunque lui si occupa di geni di tutti per lavoro e si preoccupa dei geni propri in quanto senza figli.
Al telefono vede solo vagamente l'avatar, dunque non si rende conto di altro che sia un volto sorridente, si limita a rispondere, tra l'altro mentre sta guidando. Quando incontra la donna, riconosce il sorriso e lo collega con l'avatar del giorno prima, rendendosi conto che stava rispondendo a una donna.
Come molte persone che lavorano al computer in maniera intensa, i colleghi meno esperti si rivolgono a lui per qualsiasi problema anche vagamente informatico, a furia di aiutare gente ha affrontato praticamente qualsiasi problema un utente medio possa avere e ricorda la soluzione trovata la prima volta che ha affrontato quel problema. Così non deve fare altro che riferire quel che ricorda, senza bisogno di cercare soluzioni su internet o faticare più di tanto a indovinare cosa abbia prodotto l'errore da risolvere.
Quanto al futuristico, confesso che non lo è. C'è molto di autobiografico in questo racconto, essendo io stesso un genetista. ;-)

Spero di migliorare, trasmettere tutte queste info senza spiegoni era complesso e forse mi sono infilato in qualcosa che lo era troppo.
Grazie per i commenti e l'apprezzamento.
Alla prossima.

Ps: il ribaltamento sta nel suo mondo di cercare la compagna. Prima in modo cerebrale, con il tentativo (fallimentare) di arrivare a una forma fisica tale da diventare appetibile, e poi in modo istintivo, rendendosi conto che gentilezza e sapere possono avere il loro fascino. Come dice Lorenzo Baglioni, "secchione is the new figo".
^__^
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Gaia Peruzzo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#7 » giovedì 19 dicembre 2024, 19:18

Pietro D'Addabbo ha scritto:
Ciao Gaia,
le 4 lettere sono le abbreviazioni usate per Adenina, Guanina, Timina e Citosina, che sono le 4 componenti che costituiscono il DNA. Vuole essere un riferimento diretto al mestiere di Otto, che studia l'evoluzione in quanto Genetista. Sul suo schermo ci sono le sequenze dei geni che sta analizzando, che sono appunto lunghe stringhe di queste 4 lettere. Dunque lui si occupa di geni di tutti per lavoro e si preoccupa dei geni propri in quanto senza figli.
Al telefono vede solo vagamente l'avatar, dunque non si rende conto di altro che sia un volto sorridente, si limita a rispondere, tra l'altro mentre sta guidando. Quando incontra la donna, riconosce il sorriso e lo collega con l'avatar del giorno prima, rendendosi conto che stava rispondendo a una donna.
Come molte persone che lavorano al computer in maniera intensa, i colleghi meno esperti si rivolgono a lui per qualsiasi problema anche vagamente informatico, a furia di aiutare gente ha affrontato praticamente qualsiasi problema un utente medio possa avere e ricorda la soluzione trovata la prima volta che ha affrontato quel problema. Così non deve fare altro che riferire quel che ricorda, senza bisogno di cercare soluzioni su internet o faticare più di tanto a indovinare cosa abbia prodotto l'errore da risolvere.
Quanto al futuristico, confesso che non lo è. C'è molto di autobiografico in questo racconto, essendo io stesso un genetista. ;-)

Spero di migliorare, trasmettere tutte queste info senza spiegoni era complesso e forse mi sono infilato in qualcosa che lo era troppo.
Grazie per i commenti e l'apprezzamento.
Alla prossima.

Ps: il ribaltamento sta nel suo mondo di cercare la compagna. Prima in modo cerebrale, con il tentativo (fallimentare) di arrivare a una forma fisica tale da diventare appetibile, e poi in modo istintivo, rendendosi conto che gentilezza e sapere possono avere il loro fascino. Come dice Lorenzo Baglioni, "secchione is the new figo".
^__^


Ah ops... Non so perché ma quando legge la storia nell'ascensore, me lo sono immaginata come una specie di proiezione olografica. Per quello mi sembrava che ci fossero elementi futuristici. Anche se effettivamente non lo dici.
Grazie per le spiegazioni. Mi sono utilissime!
Purtroppo i caratteri sono pochi ma allora, secondo il tuo pensiero, avrei spinto un po' di più sulla palestra. Perché nella scena vediamo che effettivamente lui la salta, e quindi magari non sembra contare molto, anche se ha il borsone. Però magari può apparire come qualcosa di appena cominciato. Comunque hai scelto di veicolare proprio un bel messaggio nel testo.

Laura Ciutto
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#8 » venerdì 20 dicembre 2024, 9:37

Ciao,
È un racconto molto bello, delicato.
La storia vecchia come il mondo è che la vita trova la sua strada, che c'è qualcuno per tutti, che la gentilezza e la pacatezza sono qualcosa di affascinante.
Trovare qualcuno per forza non funziona, essere se stessi sì.
Bello, scorre bene e con pochi dettagli inquadri bene il protagonista.

A presto e buona scrittura.

AlbertoM
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#9 » venerdì 20 dicembre 2024, 14:30

Ciao Pietro, contento di averti letto!

C'è una verve umoristica interessante in questo racconto, con un personaggio autoironico che si prende in giro in continuazione. Il flusso di pensieri del protagonista è spumeggiante e credibile, con dei guizzi che lo caratterizzano bene.
Però l'evoluzione romantica non mi ha particolarmente coinvolto: un po' facile, un po' casuale, un po' prevedibile.
Forse bastava poco per renderla più interessante: se qualcosa impedisse al POV di vivere con serenità l'appuntamento sarebbe comparsa una prospettiva di conflitto all'orizzonte. Magari lui è delle risorse umane e deve licenziarla. Magari lei è la ex del suo migliore amico. Lui è un serial killer. Lei è un serial killer. O semplicemente il protagonista deve scappare in bagno prima che si possano scambiare il numero.

Buon proseguimento e in bocca al lupo!

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Pietro D'Addabbo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#10 » venerdì 20 dicembre 2024, 18:03

Laura Ciutto ha scritto: La storia vecchia come il mondo è che la vita trova la sua strada, che c'è qualcuno per tutti, che la gentilezza e la pacatezza sono qualcosa di affascinante. Trovare qualcuno per forza non funziona, essere se stessi sì.


Grazie Laura, molto felice che sia piaciuto.
Alla prossima.
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Pietro D'Addabbo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#11 » venerdì 20 dicembre 2024, 18:07

AlbertoM ha scritto: C'è una verve umoristica interessante in questo racconto, con un personaggio autoironico che si prende in giro in continuazione... Però l'evoluzione romantica non mi ha particolarmente coinvolto: un po' facile, un po' casuale, un po' prevedibile. Forse bastava poco per renderla più interessante



Ciao AlbertoM, grazie del commento.
La vena autoironica non è stata volontaria, ma probabilmente mi è uscita perché il personaggio ricalca molto me stesso.
L'intento era di svoltare la storia da scientifico/razionale a romantica. Penso proprio che, se dovessi riscriverla in chiave umoristica, sfrutterò tutti i tuoi suggerimenti: renderò entrambi serial killer delle risorse umane, che uccidono chi non possono licenziare per mancanza di giusta causa!
Alla prossima.
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Dash J. Benton
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#12 » venerdì 20 dicembre 2024, 20:25

Ciao Pietro, un bel racconto a tutto tondo, con qualche punto migliorabile.

Originalità: difficile dire che sia una storia originale visto il titolo… nonostante questo, l’hai declinata in maniera interessante, in un contesto comune ma non banale. 3/5
Aderenza al tema: ci sta tutta, con il protagonista che pensa che stia a lui trovare una compagna grazie al suo fisico (la palestra), e che invece viene trovato da lei grazie al suo cervello. 5/5
Stile: mi piace molto lo stile, con (per la maggior parte) frasi brevi e asciutte. Quando le frasi si allungano il ritmo cala e l’effetto è meno forte, ma nulla di grave. Ottimo l’uso della contrapposizione Estinto-Istinto. Bello anche il monologo interiore davanti allo specchio dell’ascensore. 4/5
Coerenza interna: quasi tutto fila. Mi unisco a chi ha fatto notare l’uso del maschile per il collega che poi si rivela una donna (ho letto la tua spiegazione ma non sono completamente convinto). Inoltre ho trovato un po’ bizzarro che prima si sieda sulla panchina e poi recuperi il caffè dalla macchina (non è impossibile, ma logicamente avrebbe dovuto fare il contrario). 4/5
Forma: non ho trovato particolari problemi. 5/5

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Pietro D'Addabbo
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#13 » sabato 21 dicembre 2024, 11:42

Dash J. Benton ha scritto: Mi unisco a chi ha fatto notare l’uso del maschile per il collega che poi si rivela una donna ... ho trovato un po’ bizzarro che prima si sieda sulla panchina e poi recuperi il caffè dalla macchina (non è impossibile, ma logicamente avrebbe dovuto fare il contrario)


Ciao Dash,
mi piaceva l'idea che non avesse 'indagato' sulla collega approfittando del contatto lavorativo, e perciò fosse sorpreso. Forse una scelta azzardata. La dinamica dell'auto invece è semplice, ma capisco che può sembrare poco chiara per il numero di caratteri risicato che ho usato per la descrizione. Solo per chiarire, l'auto è a pochi passi da Otto, il quale per abitudine dopo aver parcheggiato scende dall'auto e si siede a godersi l'alba finché non è giorno. Solo a quel punto torna ad essere pragmatico e prende il pacco dal bagagliaio. È mancata forse l'informazione che l'auto non fosse lontana dalla panchina e dall'ingresso del Dipartimento (cosa facile, poiché all'alba si é in pochi ad arrivare al lavoro). ;-)
Grazie del commento e dei voti.
Alla prossima.
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Mauro Bennici
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#14 » sabato 21 dicembre 2024, 18:15

Ciao Pietro,

Il racconto scorre via come una carezza. Anche senza conoscere i pensieri intimi del protagonista ci capisce quale sia il suo pensiero sul suo aspetto e sul perché non ha una compagna. Il ribaltamento è forse l'unica cosa che funziona meno perché avviene quasi come "fortuna" a una prima lettura. Invece è la risposta al suo carattere e al suo modo di essere.
Avrei messo un altro spazio / tratto quando il protagonista sale in macchina, perché un secondo prima era in ufficio e poi in garage.

Buona edition!

TizianaOtter
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#15 » domenica 22 dicembre 2024, 8:19

Ciao Pietro,

che dire, è davvero la storia vecchia come il mondo! Mi è piaciuta la caratterizzazione del protagonista, tanto da volerne approfondire la conoscenza al di là di questo racconto. Tutta la prima parte per me funziona bene ed è la migliore, mi sono dovuta soffermare a più riprese sulla seconda perché ho personalmente fatto fatica a cogliere con precisione la sequenza dei fatti, pur comprendendo il senso generale. Non riesco a darmi una spiegazione, al momento, forse il ritmo più veloce rispetto alla prima parte? Devo pensarci... Comunque il testo funziona e il tema è centrato! Spero in nuove avventure con Otto!

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Dario17
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#16 » domenica 22 dicembre 2024, 17:38

Hai fatto un lavoro egregio per il background del personaggio e tutti i caratteri investiti in esso alla fine ti hanno ripagato con un protagonista bello nitido.
Ti sei complicato la vita nel pezzo del messaggio d'aiuto mentre guidava. Oltre alla palese violazione del codice della strada con le pene maggiorate che oggi vanno per la maggiore, tutto l'ambaradan dell'avatar il Bluetooth della macchina per non far capire chi ci sia dall'altra parte del messaggio era necessario? Si, c'è del realismo ma magari un caro e vecchio numero sconosciuto a cui Otto, programmato per natura a essere servizievole e gentile, manda la soluzione pensando magari a un collega non salvato in rubrica?
Mi sa che era meglio.
Alla fine il tema è rispettato ma mi ci è voluta una tua spiegazione nei commenti fatti agli altri per aver bene in mente dove verte "il contrario".
Magari anche nel fatto che parla tanto di cacciare e poi è lei che gli fa la posta in ascensore e lo abbranca come una preda.
Ci ho notato un tono molto ZeroCalcaresco nel tuo personaggio semi autobiografico.
Potrebbe ripagarti in caso di pubblicazione. :)

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giulio.palmieri
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#17 » martedì 24 dicembre 2024, 11:38

Ciao Pietro, piacere di leggerti. Lavoro notevole, considerando il fatto che sei partito da premesse che mi hanno fatto pensare a qualcosa che avesse a che fare con la genetica, mentre l'icona dell'avatar lasciava poi presagire "semplicemente" un incontro inaspettato. La seconda parte è ben bilanciata, l'aderenza al tema non immediata. Qualche informazione in più sulle ricerche di Otto probabilmente avrebbe contribuito di più alla dinamica tra i due e al tema. Comunque un buon lavoro. A rileggerci, auguri e buona edition.
Ultima modifica di giulio.palmieri il mercoledì 25 dicembre 2024, 20:48, modificato 2 volte in totale.

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Francy2912
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#18 » martedì 24 dicembre 2024, 17:01

Ciao Pietro, inizio con farti i complimenti per il personaggio di Otto che mentre leggevo mi ha suscitato tenerezza. Però secondo me ci sono dei dettagli che potevano essere migliorati e che ti hanno già evidenziato negli altri commenti. Carina l’idea di partire con lui che cerca una compagna e poi la trovo quasi per caso, anche se forse mi aspettavo un ribaltamento più incisivo, colpa degli altri racconti che ho letto prima e che mi hanno fatto dire wow, colpa loro ahahah. In generale comunque un racconto piacevole da leggere.
Buone feste!

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Debora
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#19 » giovedì 26 dicembre 2024, 18:58

Pietro, felice di leggerti. Sai cosa mi piace di più di questo racconto? Il personaggio! Lo hai reso così bene e lo hai dipinto con dei toni così giusti che non si può che amarlo. Non avevo ben capito il nesso tra il suo lavoro, l’aiuto dato al collega e la donna dell’ascensore e mi aveva un po’ inquietato il passaggio in cui dice “Toccava tentare una delle cacce più ataviche, quella a una compagna” ma poi, rileggendo, ho capito che non aveva cattive intenzioni. Sono ancora in dubbio se il tema sia centrato o meno, boh… Comunque mi sono divertita a leggerti e questo è quello che conta! Buona edition!

alexandra.fischer
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#20 » domenica 29 dicembre 2024, 15:55

Tema centrato. Otto è un professore appassionato del tema dell’evoluzione. Sul computer ha diversi file sull’argomento. Pensa che gli serve una compagna per continuare la stirpe. E la trova nel suo ambiente, complice un caffè. Trama molto delicata, scritta in modo perfetto. Bella l’ambientazione notturna. E anche l’idea dell’avatar con il quale comunica, che si rivela essere una bella donna, disponibile per un caffè. Ma è il punto di partenza.

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antico
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Re: Una storia, vecchia come il mondo.

Messaggio#21 » domenica 5 gennaio 2025, 16:15

Sì, c'è da sistemare la questione del genere del collega perché porta a non entrare subito in linea con quanto succede. Sul SEI UN MITO ho pensato in automatico che fosse una studentessa che ne apprezzava il lavoro quando invece è chiaro che fosse la collega che aveva aiutato, solo che non arriva perché ci si aspettava UN collega. Inezie, ma importanti in un racconto di tremila caratteri la cui parola d'ordine dev'essere immediatezza. Tutto il resto è davvero perfetto e ben equilibrato, per me è un pollice quasi su che sta dietro ai parivalutati solo per problematica quasi più strutturale (seppur facile da correggere).

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