Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
- CristianoSaccoccia
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Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Il bambino è azzurro.
Il corpicino ricoperto di ecchimosi, una galassia di lividi. Labbra viola.
La madre urla, si getta a terra. Sembra crollare come un palazzo, le gambe che cedono come architravi che esplodono.
Non fa altro che borbottare parole incomprensibili. La capisco. Le sue lacrime sono infinite e io potrei annegare in questo appartamento spoglio e gelido come l'inverno.
Il padre maledice tutte le birre del mondo, bestemmia, si strappa i capelli e anche lui frana al suolo, l'architettura del suo volto si incrina come intonaco.
"Dottò, dottò, dottò."
"Succede, quando sono piccoli possono strozzarsi con la loro stessa saliva e altri hanno la sindrome da soffocamento notturno. Non è colpa vostra."
Quei genitori in macerie si accartocciano al suolo, le loro urla potrebbe squarciare il mondo ed evocare un buco nero capace di risucchiare ogni cosa. Anche la loro malinconia. La depressione. Forse anche la mia tristezza. Il lutto è l'anticamera dell'amore.
Firmo i documenti, li consolo, registro dettagli e tutta la burocrazia viene archiviata da un paio di firme.
"Dottò, dottò, dottò."
"Fa male, ma pensate a tutto l'amore che gli avete dato. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più."
Mentre torno al pronto soccorso le sirene dell'ambulanza sono silenti.
Al mio ritorno i colleghi mi danno una pacca sulla spalla.
"Brutta roba vedere i neonati morti, eh?"
"Non sai quanto."
"Ma che è successo?"
"Morto soffocato."
"Che finaccia."
Mi offrono un caffè, fa un freddo boia.
Ripenso a quella casa. Piatti vuoti. Lattine di fagioli. Pavimenti sporchi. Letto pieno di buchi e cigolante. Termosifoni freddi.
Una casa uguale alla mia, la casa della mia infanzia.
Ripenso a mammà che mi abbraccia così forte per proteggermi dal freddo.
Mammà, il tuo abbraccio era un oblio. Ricordo che vedevo le stelle nella mezzanotte della mia stanza.
Erano tantissime.
Ricordo papà che corre.
Corre fortissimo.
E urla "Lo stai ammazzando, non vedi che non respira?"
Il corpicino ricoperto di ecchimosi, una galassia di lividi. Labbra viola.
La madre urla, si getta a terra. Sembra crollare come un palazzo, le gambe che cedono come architravi che esplodono.
Non fa altro che borbottare parole incomprensibili. La capisco. Le sue lacrime sono infinite e io potrei annegare in questo appartamento spoglio e gelido come l'inverno.
Il padre maledice tutte le birre del mondo, bestemmia, si strappa i capelli e anche lui frana al suolo, l'architettura del suo volto si incrina come intonaco.
"Dottò, dottò, dottò."
"Succede, quando sono piccoli possono strozzarsi con la loro stessa saliva e altri hanno la sindrome da soffocamento notturno. Non è colpa vostra."
Quei genitori in macerie si accartocciano al suolo, le loro urla potrebbe squarciare il mondo ed evocare un buco nero capace di risucchiare ogni cosa. Anche la loro malinconia. La depressione. Forse anche la mia tristezza. Il lutto è l'anticamera dell'amore.
Firmo i documenti, li consolo, registro dettagli e tutta la burocrazia viene archiviata da un paio di firme.
"Dottò, dottò, dottò."
"Fa male, ma pensate a tutto l'amore che gli avete dato. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più."
Mentre torno al pronto soccorso le sirene dell'ambulanza sono silenti.
Al mio ritorno i colleghi mi danno una pacca sulla spalla.
"Brutta roba vedere i neonati morti, eh?"
"Non sai quanto."
"Ma che è successo?"
"Morto soffocato."
"Che finaccia."
Mi offrono un caffè, fa un freddo boia.
Ripenso a quella casa. Piatti vuoti. Lattine di fagioli. Pavimenti sporchi. Letto pieno di buchi e cigolante. Termosifoni freddi.
Una casa uguale alla mia, la casa della mia infanzia.
Ripenso a mammà che mi abbraccia così forte per proteggermi dal freddo.
Mammà, il tuo abbraccio era un oblio. Ricordo che vedevo le stelle nella mezzanotte della mia stanza.
Erano tantissime.
Ricordo papà che corre.
Corre fortissimo.
E urla "Lo stai ammazzando, non vedi che non respira?"
Ultima modifica di CristianoSaccoccia il lunedì 16 dicembre 2024, 21:34, modificato 1 volta in totale.
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano, velocissimo! Caratteri anche ok, pertanto non mi resta che augurarti una buona LUCA NESLER EDITION!
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano!
Mi fa molto piacere avere la possibilità di leggerti e darti un'opinione anche tramite MC. Come ben sai, apprezzo molto il tuo stile di scrittura, mi sono sempre trovata in sintonia e anche questa volta non è da meno. Hai un modo di catturare l'attenzione (almeno, la mia) magnetico e accattivante, oltre che idee sempre originali e fresche. Anche questa non fa eccezione: mi piace l'atmosfera tragica, il riferimento a una situazione verosimile purtroppo diffusa e anche quel leggero tocco di dialetto che da alla storia una sua dimensione concreta. Il ribaltamento finale è d'impatto: riesci a far scaturire il contrario mantenendo la tragicità iniziale e addirittura aumentarla. L'unica pecca, ma è giusto un neo, è che il colpo di scena non mi è arrivato immediatamente come di solito capita con i tuoi scritti. In sostanza, per essere sicura di avere capito bene ho dovuto rileggere l'ultima parte, avevo l'impressione che mi fosse sfuggito qualcosa. In ogni caso mi è piaciuto tanto e il tema è ovviamente centrato.
Alla prossima!
Mi fa molto piacere avere la possibilità di leggerti e darti un'opinione anche tramite MC. Come ben sai, apprezzo molto il tuo stile di scrittura, mi sono sempre trovata in sintonia e anche questa volta non è da meno. Hai un modo di catturare l'attenzione (almeno, la mia) magnetico e accattivante, oltre che idee sempre originali e fresche. Anche questa non fa eccezione: mi piace l'atmosfera tragica, il riferimento a una situazione verosimile purtroppo diffusa e anche quel leggero tocco di dialetto che da alla storia una sua dimensione concreta. Il ribaltamento finale è d'impatto: riesci a far scaturire il contrario mantenendo la tragicità iniziale e addirittura aumentarla. L'unica pecca, ma è giusto un neo, è che il colpo di scena non mi è arrivato immediatamente come di solito capita con i tuoi scritti. In sostanza, per essere sicura di avere capito bene ho dovuto rileggere l'ultima parte, avevo l'impressione che mi fosse sfuggito qualcosa. In ogni caso mi è piaciuto tanto e il tema è ovviamente centrato.
Alla prossima!
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao, racconto molto toccante, il dolore arriva forte senza essere gridato, arriva nelle parole di conforto che non possono che essere così poco davanti a una tragedia del genere.
Il finale mette i brividi, perché spesso e solo questione di un attimo, e un bambino nelle braccia della madre non può che sentirsi al sicuro. Quelle stelle nella stanza, brivido.
Bel racconto.
Il finale mette i brividi, perché spesso e solo questione di un attimo, e un bambino nelle braccia della madre non può che sentirsi al sicuro. Quelle stelle nella stanza, brivido.
Bel racconto.
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano. La parte che mi piace di più è fatta dalle metafore che hai usato per descrivere il dolore. Sono potenti e per nulla scontate, e questo secondo me è un punto di forza per creare uno stile riconoscibile e personale.
Tuttavia non ho compreso a pieno un paio di cose. La prima è chi dice “Dottò, dottò, dottò.” Sono i genitori? Uno dei due? La voce della coscienza del dottore? O un personaggio fuori campo? Lo avrei specificato. La seconda cosa invece è il finale che ho trovato centrato nel tema, perché c'è un ribaltamento della situazione, ma non l’ho compreso nell'immediato, soltanto a una rilettura. Anche il dottore da bambino ha rischiato di morire per soffocamento, ma è stato salvato dall'intervento del padre. Giusto?
Penso che come storia abbia tanto potenziale, tolti i miei dubbi, e che la parte finale e quella con i colleghi con qualche frase in più avrebbero avuto la stessa forza della parte iniziale. Perché le ho sentite più frettolose e meno vivide. Poi ti invidio tantissimo la capacità di arrivare dritto a un punto emotivo con poche parole ben mirate e poetiche.
In bocca al lupo per la gara, e un augurio di buone feste!
Ps. Un’ultima cosa, ma questa è una mia para più a livello personale, quindi non la calcolerò ai fini della valutazione. Quando il dottore per consolare i genitori dice loro “avete fatto il vostro dovere e forse anche di più” non ha avuto un effetto positivo su di me. Quel “forse anche di più” un po’ la salva. Ma non la trovo totalmente azzeccata, per il mio gusto intendo. Sia perché me la sono sentita dire spesso. Sia perché non riesco a vedere l'amore come un dovere, sia perché in contrapposizione al dolore provato dai genitori non è, come dire, un “cerotto” così forte. Ma è anche vero che il dolore della perdita, quello che ti riduce in pezzi, è qualcosa di molto difficile da trattare e spesso qualunque frase che ti possono dire risulta inefficace. Però questo appunto è più personale, relativo alla mia sensibilità, che altro.
Tuttavia non ho compreso a pieno un paio di cose. La prima è chi dice “Dottò, dottò, dottò.” Sono i genitori? Uno dei due? La voce della coscienza del dottore? O un personaggio fuori campo? Lo avrei specificato. La seconda cosa invece è il finale che ho trovato centrato nel tema, perché c'è un ribaltamento della situazione, ma non l’ho compreso nell'immediato, soltanto a una rilettura. Anche il dottore da bambino ha rischiato di morire per soffocamento, ma è stato salvato dall'intervento del padre. Giusto?
Penso che come storia abbia tanto potenziale, tolti i miei dubbi, e che la parte finale e quella con i colleghi con qualche frase in più avrebbero avuto la stessa forza della parte iniziale. Perché le ho sentite più frettolose e meno vivide. Poi ti invidio tantissimo la capacità di arrivare dritto a un punto emotivo con poche parole ben mirate e poetiche.
In bocca al lupo per la gara, e un augurio di buone feste!
Ps. Un’ultima cosa, ma questa è una mia para più a livello personale, quindi non la calcolerò ai fini della valutazione. Quando il dottore per consolare i genitori dice loro “avete fatto il vostro dovere e forse anche di più” non ha avuto un effetto positivo su di me. Quel “forse anche di più” un po’ la salva. Ma non la trovo totalmente azzeccata, per il mio gusto intendo. Sia perché me la sono sentita dire spesso. Sia perché non riesco a vedere l'amore come un dovere, sia perché in contrapposizione al dolore provato dai genitori non è, come dire, un “cerotto” così forte. Ma è anche vero che il dolore della perdita, quello che ti riduce in pezzi, è qualcosa di molto difficile da trattare e spesso qualunque frase che ti possono dire risulta inefficace. Però questo appunto è più personale, relativo alla mia sensibilità, che altro.
- CristianoSaccoccia
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Tiziana!
Grazie per i complimenti. Nella mia testa il colpo di scena "mi arrivava" :D purtroppo mi sono reso conto che necessitava di una seconda lettura. Ma non ho voluto modificare perché mi piaceva dare al lettore la possibilità di rileggere tutto con la consapevolezza di un gioco di ribaltamento della tragedia.
Grazie per i complimenti. Nella mia testa il colpo di scena "mi arrivava" :D purtroppo mi sono reso conto che necessitava di una seconda lettura. Ma non ho voluto modificare perché mi piaceva dare al lettore la possibilità di rileggere tutto con la consapevolezza di un gioco di ribaltamento della tragedia.
TizianaOtter ha scritto:Ciao Cristiano!
Mi fa molto piacere avere la possibilità di leggerti e darti un'opinione anche tramite MC. Come ben sai, apprezzo molto il tuo stile di scrittura, mi sono sempre trovata in sintonia e anche questa volta non è da meno. Hai un modo di catturare l'attenzione (almeno, la mia) magnetico e accattivante, oltre che idee sempre originali e fresche. Anche questa non fa eccezione: mi piace l'atmosfera tragica, il riferimento a una situazione verosimile purtroppo diffusa e anche quel leggero tocco di dialetto che da alla storia una sua dimensione concreta. Il ribaltamento finale è d'impatto: riesci a far scaturire il contrario mantenendo la tragicità iniziale e addirittura aumentarla. L'unica pecca, ma è giusto un neo, è che il colpo di scena non mi è arrivato immediatamente come di solito capita con i tuoi scritti. In sostanza, per essere sicura di avere capito bene ho dovuto rileggere l'ultima parte, avevo l'impressione che mi fosse sfuggito qualcosa. In ogni caso mi è piaciuto tanto e il tema è ovviamente centrato.
Alla prossima!
- CristianoSaccoccia
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Gaia grazie per i complimenti e le osservazioni. Il finale nella mia testa suonava bene, ma urge una rilettura è vero. Ma secondo me è un "gioco" narrativo per farti assaporare la tragedia con una consapevolezza diversa.
Il dottore ha vissuto una mancata tragedia, anche lui pur di stare al caldo dell'abbraccio materno rischia di morire soffocato, le stelle nella stanza sono proprio l'effetto dello sfarfallio degli occhi che perdono conoscenza.
La voce che dice dottò è di uno dei genitori, non ha importanza, per me. Sono un coro disperato che non ha altro da dire. Fosse stata la voce narrante non l'avrei virgolettata, inoltre il dottore risponde ai loro singhiozzi :D
La parte con i colleghi è veloce per mia scelta, volevo scrivere un racconto molto veloce (sotto i 2k) e mi serviva come transizione alla chiosa finale, ma posso capire che dia un impatto frettoloso!
Ti ringrazio ancora per la poesia <3 che qui ho provato a limitare.
Per il tuo PS. Dipende dalla soggettività. Il dottore fa un atto molto caritatevole a non incolpare i genitori della morte del bambino e si inventa che sia morto da solo, davanti a quella tragedia abbozza una frase di circostanza che può sembrare fredda ma che ho pensato fosse d'uopo visto che ricopre una carica "formale". L'amore non è un dovere, ma viste le condizioni di povertà hanno provato di tutto a garantire al figlio una vita degna. Ci hanno provato. Era intesa anche in quel modo. Come dici tu poi difronte a un lutto mostruoso ogni parole è fuori posto.
Il dottore ha vissuto una mancata tragedia, anche lui pur di stare al caldo dell'abbraccio materno rischia di morire soffocato, le stelle nella stanza sono proprio l'effetto dello sfarfallio degli occhi che perdono conoscenza.
La voce che dice dottò è di uno dei genitori, non ha importanza, per me. Sono un coro disperato che non ha altro da dire. Fosse stata la voce narrante non l'avrei virgolettata, inoltre il dottore risponde ai loro singhiozzi :D
La parte con i colleghi è veloce per mia scelta, volevo scrivere un racconto molto veloce (sotto i 2k) e mi serviva come transizione alla chiosa finale, ma posso capire che dia un impatto frettoloso!
Ti ringrazio ancora per la poesia <3 che qui ho provato a limitare.
Per il tuo PS. Dipende dalla soggettività. Il dottore fa un atto molto caritatevole a non incolpare i genitori della morte del bambino e si inventa che sia morto da solo, davanti a quella tragedia abbozza una frase di circostanza che può sembrare fredda ma che ho pensato fosse d'uopo visto che ricopre una carica "formale". L'amore non è un dovere, ma viste le condizioni di povertà hanno provato di tutto a garantire al figlio una vita degna. Ci hanno provato. Era intesa anche in quel modo. Come dici tu poi difronte a un lutto mostruoso ogni parole è fuori posto.
Gaia Peruzzo ha scritto:Ciao Cristiano. La parte che mi piace di più è fatta dalle metafore che hai usato per descrivere il dolore. Sono potenti e per nulla scontate, e questo secondo me è un punto di forza per creare uno stile riconoscibile e personale.
Tuttavia non ho compreso a pieno un paio di cose. La prima è chi dice “Dottò, dottò, dottò.” Sono i genitori? Uno dei due? La voce della coscienza del dottore? O un personaggio fuori campo? Lo avrei specificato. La seconda cosa invece è il finale che ho trovato centrato nel tema, perché c'è un ribaltamento della situazione, ma non l’ho compreso nell'immediato, soltanto a una rilettura. Anche il dottore da bambino ha rischiato di morire per soffocamento, ma è stato salvato dall'intervento del padre. Giusto?
Penso che come storia abbia tanto potenziale, tolti i miei dubbi, e che la parte finale e quella con i colleghi con qualche frase in più avrebbero avuto la stessa forza della parte iniziale. Perché le ho sentite più frettolose e meno vivide. Poi ti invidio tantissimo la capacità di arrivare dritto a un punto emotivo con poche parole ben mirate e poetiche.
In bocca al lupo per la gara, e un augurio di buone feste!
Ps. Un’ultima cosa, ma questa è una mia para più a livello personale, quindi non la calcolerò ai fini della valutazione. Quando il dottore per consolare i genitori dice loro “avete fatto il vostro dovere e forse anche di più” non ha avuto un effetto positivo su di me. Quel “forse anche di più” un po’ la salva. Ma non la trovo totalmente azzeccata, per il mio gusto intendo. Sia perché me la sono sentita dire spesso. Sia perché non riesco a vedere l'amore come un dovere, sia perché in contrapposizione al dolore provato dai genitori non è, come dire, un “cerotto” così forte. Ma è anche vero che il dolore della perdita, quello che ti riduce in pezzi, è qualcosa di molto difficile da trattare e spesso qualunque frase che ti possono dire risulta inefficace. Però questo appunto è più personale, relativo alla mia sensibilità, che altro.
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
CristianoSaccoccia ha scritto:Ciao Gaia grazie per i complimenti e le osservazioni. Il finale nella mia testa suonava bene, ma urge una rilettura è vero. Ma secondo me è un "gioco" narrativo per farti assaporare la tragedia con una consapevolezza diversa.
Il dottore ha vissuto una mancata tragedia, anche lui pur di stare al caldo dell'abbraccio materno rischia di morire soffocato, le stelle nella stanza sono proprio l'effetto dello sfarfallio degli occhi che perdono conoscenza.
La voce che dice dottò è di uno dei genitori, non ha importanza, per me. Sono un coro disperato che non ha altro da dire. Fosse stata la voce narrante non l'avrei virgolettata, inoltre il dottore risponde ai loro singhiozzi :D
La parte con i colleghi è veloce per mia scelta, volevo scrivere un racconto molto veloce (sotto i 2k) e mi serviva come transizione alla chiosa finale, ma posso capire che dia un impatto frettoloso!
Ti ringrazio ancora per la poesia <3 che qui ho provato a limitare.
Per il tuo PS. Dipende dalla soggettività. Il dottore fa un atto molto caritatevole a non incolpare i genitori della morte del bambino e si inventa che sia morto da solo, davanti a quella tragedia abbozza una frase di circostanza che può sembrare fredda ma che ho pensato fosse d'uopo visto che ricopre una carica "formale". L'amore non è un dovere, ma viste le condizioni di povertà hanno provato di tutto a garantire al figlio una vita degna. Ci hanno provato. Era intesa anche in quel modo. Come dici tu poi difronte a un lutto mostruoso ogni parole è fuori posto.
Nel finale c'è anche un "doppio contrario" perché lui si salva, mentre il bambino muore. Oltre allo scambio dei due personaggi. Mi dispiace solo non averlo capito subitissimo.
Capisco che tu volessi fare un racconto veloce, ma a volte è meglio avere un quadro più preciso sulla scena che un vuoto da colmare stando lì a ragionare. Anche se, oltre a intrattenere, la lettura deve fare questo: far ragionare.
Sì, quello che ti ho detto alla fine è molto soggettivo, e non intendevo comunque dare un'accezione negativa al testo. Grazie il resto delle spiegazioni che mi hai dato, che mi aiutano ad avere un quadro migliore sul tuo racconto. Prima di fare la classifica, nei prossimi giorni, do comunque altre lette perché voglio cercare di essere il più oggettiva possibile, secondo le mie possibilità di giovane lettrice e aspirante scrittrice.
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano,
Se la tua intenzione era assestarci un bel pugno nello stomaco ci sei riuscito benissimo. Anzi, due colpi, considerato il finale. :) Il racconto è pieno di immagini potenti e ha un gran bel ritmo. Mi piace come hai alternato le descrizioni ai pensieri del protagonista e mi piace particolarmente la gradualità con cui introduci il trauma e la tragica verità nonostante il numero limitato di caratteri.
Si coglie già una semina nel pensiero: "il lutto è l'anticamera dell'amore". Come se non si potesse conoscere l'amore senza aver prima attraversato il tunnel del dolore . È già qui che avvertiamo una stonatura nel pensiero del protagonista, il primo indizio del suo trauma.
Molto bravo, complimenti.
Se la tua intenzione era assestarci un bel pugno nello stomaco ci sei riuscito benissimo. Anzi, due colpi, considerato il finale. :) Il racconto è pieno di immagini potenti e ha un gran bel ritmo. Mi piace come hai alternato le descrizioni ai pensieri del protagonista e mi piace particolarmente la gradualità con cui introduci il trauma e la tragica verità nonostante il numero limitato di caratteri.
Si coglie già una semina nel pensiero: "il lutto è l'anticamera dell'amore". Come se non si potesse conoscere l'amore senza aver prima attraversato il tunnel del dolore . È già qui che avvertiamo una stonatura nel pensiero del protagonista, il primo indizio del suo trauma.
Molto bravo, complimenti.
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano, piacere! Per me questo è il miglior racconto del tuo gruppo.
Il finale è quello che lo rende davvero speciale: dona una ricchezza sconcertante alla vicenda, aprendola a diverse interpretazioni molto potenti. Cosa è successo al bambino? Cosa è successo al protagonista quando era piccolo? Quante responsabilità hanno i genitori? Ho apprezzato come il tema del "contario" sia stato gestito in maniera sottile e suggestiva, e faccia effettivamente riflettere.
Lo scambio coi colleghi forse non è così indispensabile, avrei dato un po' di spazio in più all'emergere del ricordo del protagonista, magari veicolato da un oggetto. Avrei reso anche più chiaro il PDV nelle prime righe, che si tratti di un medico emerge un po' tardi a mio parere.
Faccio il tifo per te!
Il finale è quello che lo rende davvero speciale: dona una ricchezza sconcertante alla vicenda, aprendola a diverse interpretazioni molto potenti. Cosa è successo al bambino? Cosa è successo al protagonista quando era piccolo? Quante responsabilità hanno i genitori? Ho apprezzato come il tema del "contario" sia stato gestito in maniera sottile e suggestiva, e faccia effettivamente riflettere.
Lo scambio coi colleghi forse non è così indispensabile, avrei dato un po' di spazio in più all'emergere del ricordo del protagonista, magari veicolato da un oggetto. Avrei reso anche più chiaro il PDV nelle prime righe, che si tratti di un medico emerge un po' tardi a mio parere.
Faccio il tifo per te!
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano, una bella prova che paga una aderenza al tema per me non perfetta.
Originalità: Storia a mio avviso non banale ma nemmeno eccessivamente innovativa. 3/5
Aderenza al tema: Non sono sicuro dell’aderenza al tema: alla fine scopriamo che il protagonista ha rischiato anche lui di morire soffocato, ma ad opera di sua madre. Quindi il contrario del bambino morto per cui i genitori hanno fatto tutto il possibile? O in realtà le condizioni dell’appartamento ci dovrebbero suggerire che non é vero che i genitori hanno fatto il loro dovere? 3/5
Stile: Bravo per lo stile, mi é piaciuto molto come usi le similitudini legate all’architettura per descrivere il dolore dei genitori. E in generale tutte le descrizioni sono molto efficaci. 5/5
Coerenza interna: Tutto fila abbastanza bene. Solo due appunti: non mi immagino qualcuno che maledice delle birre. Perché le birre? La frase del medico per consolare i genitori mi sembra poco verosimile (e anche ossimorica: solo il loro dovere o molto di più?) 4/5
Forma: Tutto perfetto, non ho notato errori ne incoerenze di forma. 5/5
Originalità: Storia a mio avviso non banale ma nemmeno eccessivamente innovativa. 3/5
Aderenza al tema: Non sono sicuro dell’aderenza al tema: alla fine scopriamo che il protagonista ha rischiato anche lui di morire soffocato, ma ad opera di sua madre. Quindi il contrario del bambino morto per cui i genitori hanno fatto tutto il possibile? O in realtà le condizioni dell’appartamento ci dovrebbero suggerire che non é vero che i genitori hanno fatto il loro dovere? 3/5
Stile: Bravo per lo stile, mi é piaciuto molto come usi le similitudini legate all’architettura per descrivere il dolore dei genitori. E in generale tutte le descrizioni sono molto efficaci. 5/5
Coerenza interna: Tutto fila abbastanza bene. Solo due appunti: non mi immagino qualcuno che maledice delle birre. Perché le birre? La frase del medico per consolare i genitori mi sembra poco verosimile (e anche ossimorica: solo il loro dovere o molto di più?) 4/5
Forma: Tutto perfetto, non ho notato errori ne incoerenze di forma. 5/5
- Mauro Bennici
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano,
Tema delicatissimo, come la perdita di un figlio.
Per trovare una pecca sul flusso, avrei forse omesso la frase del dottore che prova a consolare i genitori (come fatto qualche riga dopo).
Sul tema mi trovo in difficoltà, penso che ti riferissi proprio alla frase del dottore e sul dovere dei genitori. Una critica del medico ai propri?
Buona edition!
Tema delicatissimo, come la perdita di un figlio.
Per trovare una pecca sul flusso, avrei forse omesso la frase del dottore che prova a consolare i genitori (come fatto qualche riga dopo).
Sul tema mi trovo in difficoltà, penso che ti riferissi proprio alla frase del dottore e sul dovere dei genitori. Una critica del medico ai propri?
Buona edition!
- CristianoSaccoccia
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Mauro
il bambino non muore di freddo, ma soffocato dalla propria madre che lo abbraccia così forte per proteggerlo.
Il medico lo capisce, perché non esiste la sindrome da soffocamento notturno dei neonati, ma per non trasformare una tragedia in una tragedia ancora più grande dice ai genitori che è morto per cause naturali:
Capiamo che il bambino non è morto di freddo proprio dai ricordi del medico, anche lui ha rischiato di morire per un abbraccio.
Colpa mia che non mi sono saputo spiegare
il bambino non muore di freddo, ma soffocato dalla propria madre che lo abbraccia così forte per proteggerlo.
Il medico lo capisce, perché non esiste la sindrome da soffocamento notturno dei neonati, ma per non trasformare una tragedia in una tragedia ancora più grande dice ai genitori che è morto per cause naturali:
Capiamo che il bambino non è morto di freddo proprio dai ricordi del medico, anche lui ha rischiato di morire per un abbraccio.
Colpa mia che non mi sono saputo spiegare
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
CristianoSaccoccia ha scritto:Ciao Mauro
il bambino non muore di freddo, ma soffocato dalla propria madre che lo abbraccia così forte per proteggerlo.
Il medico lo capisce, perché non esiste la sindrome da soffocamento notturno dei neonati, ma per non trasformare una tragedia in una tragedia ancora più grande dice ai genitori che è morto per cause naturali:
Capiamo che il bambino non è morto di freddo proprio dai ricordi del medico, anche lui ha rischiato di morire per un abbraccio.
Colpa mia che non mi sono saputo spiegare
Ah ok, non so perché il mio cervello si era fissato che il bimbo fosse morto per la sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS).
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Te la sei giocata sull'esplosività della tragedia, mettendo subito in chiaro le cose e pennellando qua e la lirismi per completare l'opera con frasi secche e anche qualche frasetta ad effetto che comunque il suo lo porta a casa.
Il giro morbido che hai fatto per evocare il ricordo del POV l'ho gradito particolarmente; niente sfumature cinematografiche ma un passo dopo l'altro fino al ricordo vivido.
Questi sono i racconti emotivi da "pugno allo stomaco" che fanno vincere le Edition prima e le Ere poi.
Io ne sono un po' immunizzato per più di un motivo ma di certo non sono così cieco da non sottolineare le grosse capacità di scrittura che ci sono dietro. Darti un sedile per la finale è d'obbligo.
Il giro morbido che hai fatto per evocare il ricordo del POV l'ho gradito particolarmente; niente sfumature cinematografiche ma un passo dopo l'altro fino al ricordo vivido.
Questi sono i racconti emotivi da "pugno allo stomaco" che fanno vincere le Edition prima e le Ere poi.
Io ne sono un po' immunizzato per più di un motivo ma di certo non sono così cieco da non sottolineare le grosse capacità di scrittura che ci sono dietro. Darti un sedile per la finale è d'obbligo.
- giulio.palmieri
- Messaggi: 352
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano, piacere di leggerti. Il racconto si legge d'un fiato dall'inizio alla fine, e l'incipit fa immergere da subito, con pochissime parole, nella stanza del racconto. Ci si trova catapultati da subito nella storia, di fronte a un fatto ineluttabile. Nulla da dire sulla pulizia dello stile e sul ritmo (hai una capacità invidiabile di resa visiva delle immagini). L'unico punto che personalmente non mi risulta immediato è il finale, perché, non sapendo che non esiste la sindrome da soffocamento notturno, ho pensato che il ragazzino fosse morto per aver ingerito qualcosa di non commestibile che poi gli era rimasto in gola. Ho dovuto rileggere il racconto per comprendere a fondo l'aderenza al tema. Ad ogni modo, un buon racconto. A rileggerci, auguri e buona edition.
Ultima modifica di giulio.palmieri il mercoledì 25 dicembre 2024, 20:47, modificato 1 volta in totale.
- Francy2912
- Messaggi: 52
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano, i tuoi testi sono sempre molto allegri noto, ma nonostante questo è un piacere leggerti. Qui sei andato rapido, ma non indolore, a giocare sullo stravolgimento iniziale, perfetto per il tema di questa edizione. Il “colpo di scena” non mi ha stupito perché me lo aspettavo, ma non per questo è stato meno amaro. Ottima prova.
Buone Feste!
Buone Feste!
Francesca Da Re
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Ciao Cristiano è sempre un piacere leggerti anche se questa volta hai scritto di un argomento che mi tocca particolarmente. Non ho grandi appunti sul tuo stile, sai davvero condensare in poche battute una scena molto definita. Unico neo, secondo me, è il finale che ho capito solo dopo averlo riletto e ancora mi erano rimasti dei dubbi dissipati solo dalle tue risposte qua sopra. Ma il racconto è ottimo, su quello non ci piove! Buona edition!
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Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Tema centrato. Storia molto cruda, di una morte in culla in un contesto di degrado, lo stesso da cui viene il medico incaricato di salvare il piccolo senza riuscirci. Molto belli i paragoni madre e padre-palazzi che crollano. Anche il medico ha rischiato di finire come il piccolo e questo lascia una nota amara nel finale. Storia molto ben scritta ed efficace.
Re: Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Il racconto non ha punti deboli, per come l'hai ragionato è un meccanismo bilanciato, una volta ancora dimostri la tua enorme capacità di controllo. Avrei però usato qualche parola in più (visto che ancora ne avevi) per portare il lettore più addentro alla scena, farci sentire ancora prima la povertà di quella casa, lavorare meglio sul senso di colpa di quei genitori (anche perché al lettore lo dici che il corpicino è pieno di lividi e giocare sul dubbio sarebbe stato molto efficace). Bene anche il tema. Fosse stata una duemila caratteri la valutazione sarebbe stata più alta, in questa size devo rilevare che la tua scelta è meno funzionale di quanto avrebbe dovuto essere, pur ribadendo con convinzione che il tuo controllo è top. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido e brillante, ma lo step in più sarebbero stati quei mille caratteri in più (che non dubito avresti usato al meglio).
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