Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 16 dicembre con un tema di Luca Nesler (scrittore, formatore, minuticontatista) e 3000 caratteri a disposizione per scrivere un racconto in quattro ore!
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Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 dicembre 2024, 2:33

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BENVENUTI ALLA LUCA NESLER EDITION, LA QUARTA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 187° ALL TIME!

Questo è il gruppo ELSA della LUCA NESLER EDITION con LUCA NESLER come guest star.

Gli autori del gruppo ELSA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ALEX.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ULRICH.


Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUCA NESLER. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ELSA:

Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia, ore 21.34, 1951 car
In Bloom, di Daniela Battistini, ore 23.51, 2988 caratteri
Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte, ore 00.20, 2991 caratteri
CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti, ore 23.28, 3000 caratteri
Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo, ore 00.41, 2983 caratteri
Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini, ore 00.55, 2981 caratteri
La vittima di un innocente, di Bianchi Sara, ore 22.52, 2990 caratteri
La giornata può cominciare, di Laura Ciutto, ore 23.43, 2983 caratteri
Ollaig, di Guido Norzi, ore 00.56, 2985 caratteri

Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo ALEX Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo ALEX e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo ALEX.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.

BUONA LUCA NESLER EDITION A TUTTI!



Layla
Messaggi: 21

Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » sabato 21 dicembre 2024, 17:16

Ciao, questa è la mia prima volta a MC e devo ammettere che è una esperienza entusiasmante!
A parte i casini con la consegna perché per me è davvero tutto nuovo - regole del gioco incluse - mi sono divertita molto a scrivere e ancor di più a leggere i racconti e commentarli.
Invece questa roba che alla fine bisogna fare una classifica proprio non mi va giù. Ma perché? Ma è crudelissima! Sono tutti racconti bellissimi e credetemi, lo dico con estrema sincerità. Podio a parte, la scelta è stata molto complicata, non ero mai soddisfatta e se mi fermo ancora a rifletterci su va a finire che cambio tutto di nuovo e non posso se no mi becco altre penalità.
Quindi, ecco, prendetela per quella che è: una classifica basata unicamente sui miei gusti molto, molto personali.
In bocca al lupo a tutte e tutti!

1. Cyber Coniuge, di Mario Pacchiarotti
2. Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D'Addabbo
3. In Bloom, di Daniela Battistini
4. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
5. Avete fatto solo il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
6. La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
7. Ollaig, di Guido Norzi
8. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
9. Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte

Commenti:

1. Cyber Coniugi:
Ciao Mario.
Bello il doppio ribaltamento che rispetta per ben due volte il tema assegnato.
Il primo è quello che fa sentire il lettore intelligente e che arriva proprio al momento giusto (soprattutto se come me si dimentica di leggere il titolo). E il secondo, inaspettato (perché si crede di aver avuto già la propria buona dose di twist) nel finale. :) Complimenti.
Inoltre trovo molto originale la scelta di rendere tangibile la correlazione tra la violenza maschile contro le donne e la componente culturale. Ai libri di Murgia come soluzione definitiva ho volato, soprattutto per via delle resistenze alla "cura", plausibili persino in un'utopia come la tua.

2. Una storia vecchia come il mondo:
Ciao Pietro.
Trovo molto curato il lavoro sul personaggio. L’uso della terza persona limitata ci consente l’accesso diretto ai pensieri e alle abitudini di Otto, ma non ci impedisce di farci anche un’idea della personalità della donna conosciuta in ascensore, grazie al suo peculiare modo di comunicare la sorpresa e l’ammirazione che prova verso il protagonista.
La caratterizzazione del personaggio non è l’unica cosa che secondo me funziona.
Funziona il tempo verbale, innanzitutto, che è al passato remoto proprio come tutte le storie “vecchie quanto il mondo”: le favole. E questa è un po' la favola del Principe Ranocchio, un po’ quella della Bella e la Bestia. Il nostro Otto è un uomo con scarsa autostima che specchiandosi nello sguardo di una donna si trasformerà in un Principe.
E poi lo stile. La narrazione procede con ritmo per analogie, corrispondenze, contrapposizioni. Del resto, siamo nella mente logica di uno scienziato.
E davvero alla fine tifiamo tutti affinché i geni di quest’uomo si tramandino, perché cosa sarebbe il mondo senza l’umiltà e la generosità di persone come Otto?
Complimenti.

3. In Bloom:
Ciao Daniela,
sono stata da subito catapultata nell’atmosfera surreale e onirica del tuo racconto.
L’assurda indifferenza degli umani a pochi istanti dall’arrivo di quello che appare un evento temporalesco estremo si lega alla tua rabbia verso i responsabili del cambiamento climatico (“Stiamo facendo di tutto per uccidere il nostro pianeta”). Come talvolta accade proprio negli incubi, quel pensiero - nutrito dalla tua rabbia - diventa una profezia, e da quel momento prende avvio il macabro show di vendetta della natura sull’uomo.
Ci sono “fiocchi di neve” e fiori, ma non hanno nulla della dimensione rassicurante della loro simbologia tradizionale. Il colore bianco dei primi richiama alla mente sì un desiderio di purificazione, ma malevolo e distruttivo, e i secondi sono belli, come tutti i fiori e anche di più, ma rossi: purtroppo rosso sangue.
I “fiocchi di neve” diventano anche “semi” che impollinano oscenamente gli esseri viventi provocando quelle infiorescenze di sangue per compiacere – sembrerebbe – l’occhio del carnefice.
E, come nei peggiori incubi, il racconto si conclude con l’esecuzione della protagonista, consapevole della sua colpevolezza in quanto appartenente al genere umano. “Eppure non sento più dolore”: il dolore di quella rabbia iniziale. Anche la colpa della protagonista è espiata.
Molto bello davvero. :)
L’ultima frase rende esplicita la coerenza al tema.

4. La giornata può cominciare:
Ciao Laura,
Devo dire che mi è sembrata quasi di viverla questa ricostruzione così precisa e puntuale dei gesti di cura di una madre verso la propria figlia. Così tanto che le sensazioni di attenzione, di tenerezza e di amore che permeano la prima parte, nel ribaltamento della seconda parte si amplificano, aggiungendo una nota di dolore altrettanto vivida. Tema perfettamente centrato.

5. Avete fatto solo il vostro dovere e anche molto di più:
Ciao Cristiano,
Se la tua intenzione era assestarci un bel pugno nello stomaco ci sei riuscito benissimo. Anzi, due colpi, considerato il finale. :) Il racconto è pieno di immagini potenti e ha un gran bel ritmo. Mi piace come hai alternato le descrizioni ai pensieri del protagonista e mi piace particolarmente la gradualità con cui introduci il trauma e la tragica verità nonostante il numero limitato di caratteri.
Si coglie già una semina nel pensiero: "il lutto è l'anticamera dell'amore". Come se non si potesse conoscere l'amore senza aver prima attraversato il tunnel del dolore . È già qui che avvertiamo una stonatura nel pensiero del protagonista, il primo indizio del suo trauma.
Molto bravo, complimenti.

6. La vittima di un innocente
Ciao Sara,
la ricostruzione degli avvenimenti è nitida e si intreccia alla perfezione con la fluidità dei dialoghi. Si avverte l'ombra di una grave condanna che pesa sull'imputato, martoriato dallo shock e dal senso di colpa.Il tema è rispettato perché colui che all'inizio e per tutta la durata del racconto si dichiara colpevole sarà prosciolto nel finale dal giudice, in un percorso circolare che svelerà il significato dell'ossimoro presente nel titolo.C'è soltanto un elemento che secondo me inficia la credibilità della narrazione: nonostante la grande esperienza, il medico è così traumatizzato da dichiararsi colpevole. Ci può stare, se è la prima volta che non riesce a salvare una vita o se il paziente è una persona a lui cara. In entrambi i casi andrebbe specificato, secondo me, perché lo shock dovrebbe essere così forte da indurre l'imputato a ignorare (consciamente o inconsciamente) che il vero colpevole è il il civile che ha estratto il corpo. Le procedure vietano a persone non qualificate di farlo e un medico lo sa. Potresti risolvere anche evitando di lasciare all'imputato il compito di raccontare dell'estrazione del corpo da parte di un civile. Riconosco la complessità del tuo lavoro. Infatti, a parte questa piccola perplessità, davvero un bel racconto, brava.

7. Ollaig:
Ciao Guido,
a una prima lettura continuavo a chiedermi come fosse possibile che un testo con uno stile così curato e con dialoghi così realistici facesse a pugni con una trama del tutto inesistente. Proprio non riuscivo a darmi una spiegazione.
Poi, beh, dopo un po' ho capito. E certo, in qualche modo il tema è rispettato, non lo nego. Però, ecco, devo ammettere che mi aspettavo una declinazione tematica raffinata quanto la tua penna. Il tuo racconto si legge con grande piacere, perché i personaggi proprio li vedi e ne senti chiaramente la voce. Sei davvero bravo nel dare quelle famose poche pennellate al quadro che il lettore riempirà con la sua immaginazione.

8. Il dono di Hagmere
Ciao Corrado,
C'è tanta ricchezza di trama in questo racconto di appena tremila battute. Ci sono tanti particolari affascinanti che meriterebbero a mio parere un po' più di respiro, anche per farli apprezzare e vivere meglio al lettore. Particolari che secondo me potrebbero diventare la cifra creativa dell'intera narrazione. Ma lo spazio è tiranno, ahimé.Forse avrei usato passato prossimo in luogo del passato remoto per avvicinare temporalmente gli eventi della prima e della seconda parte.Il tema è centrato in pieno e proprio nel finale c'è un timelock meraviglioso che andrei ad ampliare: il protagonista ha finalmente trovato la chiave per distruggere quella che crede essere la fonte dei suoi guai, ma un'altra perdita di conoscenza gli rivela la verità. Purtroppo si risveglia quando è troppo tardi. Troppo tardi per salvare il talismano e... chissà... durante una folle corsa finale, troppo tardi anche per salvarsi da un tir che procede sparato nella sua direzione... (o qualcosa del genere).Scusami se ho volato un po' con la fantasia ma il tuo racconto mi ha ispirata ;)

9. Là fuori nel bosco
Ciao Emiliano,
Anche in questo racconto, come in quello di Daniela, esplode il rancore della natura nei confronti della cattiveria umana. Nella tua interpretazione al tema della vendetta sono gli animali a essere stanchi di sentirsi prede e diventano crudeli cacciatori.
Il tema della gara è rispettato. Hai ben predisposto l'atmosfera cupa in cui si muovono i personaggi. Le immagini sono vivide e creano un clima di inquietudine e timore.
La terza persona limitata focalizzata su Leonardo mi fa empatizzare in una certa misura con lui. Ho interpretato la non totale immersività nel punto di vista di Leonardo come una scelta voluta, come se questa fosse la scena iniziale di un horror in cui viene presentato un mondo narrativo dove lui e il padre sono personaggi secondari della storia e di cui, tutto sommato, ci importa sì, ma non troppo, perché quasi inevitabilmente sentiamo che entrambi faranno una brutta fine. Del resto, cosa potrà mai fare un ragazzino contro un esercito di belve incavolate, armato unicamente di una grossa pietra?
Ho faticato solo a immaginare lo scoiattolo con l'arco e le frecce perché la mia mente mi proponeva una versione horror di Cip e Ciop, ma questo è un mio problema, non tuo. :)

AlbertoM
Messaggi: 17

Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » sabato 21 dicembre 2024, 19:26

Ciao scrittori, ecco la mia classifica.

1. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
2. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
3. La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
4. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
5. Ollaig, di Guido Norzi
6. CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
7. In Bloom, di Daniela Battistini
8. Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
9. Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte

1. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
Il finale è quello che lo rende questo racconto davvero speciale: dona una ricchezza sconcertante alla vicenda, aprendola a diverse interpretazioni molto potenti. Cosa è successo al bambino? Cosa è successo al protagonista quando era piccolo? Quante responsabilità hanno i genitori? Ho apprezzato come il tema del "contario" sia stato gestito in maniera sottile e suggestiva, e faccia effettivamente riflettere.
Lo scambio coi colleghi forse non è così indispensabile, avrei dato un po' di spazio in più all'emergere del ricordo del protagonista, magari veicolato da un oggetto. Avrei reso anche più chiaro il PDV nelle prime righe, che si tratti di un medico emerge un po' tardi a mio parere.

2. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
Ho trovato il testo molto divertente, soprattutto nel giocare con l'ambiguità tra portafortuna o portasfortuna. Bel finale che mostra come sia possibile rovinarsi da soli nel cercare di risolvere un problema.
Trovo che sia un racconto che abbia potenziale anche in formato più lungo: le scenette letali potrebbero essere mostrate per intero invece che riassunte e il backstory di questo intaglio approfondita. Potrebbero anche essere aggiunti dei personaggi comprimari che subiscono gli effetti delle catastrofi annunciate.
Non ho amato tanto il primo pezzettino, trovo che la chiesa del bosco non abbia una particolare funzione nella storia e potesse essere tagliata.

3. La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
L'ho trovato un racconto interessante e di piacevole lettura.
L'incipit cattura subito con il protagonista che si dichiara colpevole, e poi si passa alla deposizione come nei più classici courtoom drama. Coinvolgente il resoconto della routine di un soccorritore così come i suoi dilemmi etici.
Gli spostamenti del personaggio tra le lamiere le macchine potrebbero essere un po' più chiare secondo me, specie quando questo "innocente" tira fuori una persona dalla macchina - momento chiave per la storia.
Il finale non l'ho trovato così inaspettato, ma funziona nell'economia del tutto.

4. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
Ciao Laura, il racconto è molto tenero, pieno di dettagli che solo un genitore può conoscere. Questo mi ha immerso nella scena e mi ha fatto apprezzare l'atmosfera della mattinata.
Il time skip con rovesciamento dei ruoli è una bella trovata che permette di ragionare sui punti di somiglianza e differenza tra bambini e anziani, oltre che sul significato dei gesti di cura. Peccato solo che il finale sia un po' anticlimatico perchè oramai quanto c'era da dire era già stato detto.

5. Ollaig, di Guido Norzi
La prima lettura del racconto è un po' faticosa per il grande numero di personaggi, oltre che per la struttura al contrario. Però una volta decifrato il tutto ho avuto modo di apprezzare il puzzle, che mi ha intrattenuto - tocco di classe il titolo. La dimensione regionale l'ho trovata ben fatta, offre ricchezza e caratterizzazione alla vicenda.
Secondo me, per rendere memorabile un racconto di questo tipo non basta disseminare un elemento che progredisce (in questo caso regredisce) come le scarpe nuove, ma c'è bisogno di un colpo di scena che cambi il significato di tutta la storia. Un esempio classico è Memento.
Mi spiego meglio:
Se fosse stato il commissario ad uccidere la signora Sermonti avresti potuto far vedere a ritroso che ha fatto pressioni sulla barista per fargli incolpare O'Struzzo e poi, nella prima scena, il commissario che lo minaccia per fargli firmare la confessione. Inizialmente pensiamo che stia facendo tutto a fin di bene ma nel finale capiamo che non è così.

6. CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
Sorprendente il finale e brillante la scelta di giocare anche con il titolo per manipolare le aspettative del pubblico.
Non rimane chiarissimo perchè questa versione di Antonio non vada bene e ci sia bisogno di aggiornarla: il motivo è che se la prende con la moglie per la carbonara o che crede che lei sia un cyborg? In generale la convinzione di Antonio che la moglie sia un cyborg mi sembra un po' casuale: perchè dovrebbe crederlo? D'altronde capisco che serva per il twist finale e l'intento umoristico.
A meno che siano effettivamente cyborg entrambi: è così? In questo caso avrei incluso questa info nella parte finale.

7. In Bloom, di Daniela Battistini
Ciao Daniela, sei veramente una maestra delle descrizioni: l'atmosfera perturbante tra l'horror e il mistico arriva forte e mi ha ricordato un po' Ballard (O anche il film Annihilation che ne prende e piene mani). Invece ho apprezzato meno l'insistenza sul tema della natura che prende il sopravvento su un'umanità corrotta. Penso che si potesse passare lo stesso messaggio in maniera meno elementare, magari con un POV che soffra particolarmente di questa catastrofe per motivi personali creando così un maggior dilemma della mente del lettore sulla desiderabilità di quanto raccontato.

8. Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
C'è una verve umoristica interessante in questo racconto, con un personaggio autoironico che si prende in giro in continuazione. Il flusso di pensieri del protagonista è spumeggiante e credibile, con dei guizzi che lo caratterizzano bene.
Però l'evoluzione romantica non mi ha particolarmente coinvolto: un po' facile, un po' casuale, un po' prevedibile.
Forse bastava poco per renderla più interessante: se qualcosa impedisse al POV di vivere con serenità l'appuntamento sarebbe comparsa una prospettiva di conflitto all'orizzonte. Magari lui è delle risorse umane e deve licenziarla. Magari lei è la ex del suo migliore amico. Lui è un serial killer. Lei è un serial killer. O semplicemente il protagonista deve scappare in bagno prima che si possano scambiare il numero.

9. Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte
La prosa è prosa pulita e chiara, e leggendo non ho mai perso il focus dell'azione. La scelta di utilizzare il ragazzino come POV è buona, ma in alcuni momenti mi è sembrato che la telecamera si allontanasse un po' da lui: ad esempio mi ha stupito il fatto che il padre venga chiamato per nome o anche solo "il padre"; dovrebbe essere semplicemente "papà". Anche i suoi pensieri vanno via via scomparendo, rendendo la scena meno coinvolgente di quanto avrebbe potuto essere. Sfruttando maggiormente il punto di vista innocente del bambino poteva uscire una storia più personale che andasse oltre la parabola contro la caccia.

Buona Nesler Edition a tutti, in bocca al lupo!

TizianaOtter
Messaggi: 22

Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » domenica 22 dicembre 2024, 8:55

Eccomi qui con la mia classifica, sperando di non sbagliare e creare problemi.
Chi dice che la parte più difficile di MC è scrivere rispettando tutte le richieste, mente: è il giudicare e classificare gli altri il reale problema, accidenti!!
Stilarla è stato più difficile di quanto pensassi, fosse stato per me avrei messo diversi racconti a parimerito! Faccio i complimenti a tutti per le loro storie e spero di avere dato delle opinioni concrete e comprensibili.

1. CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
2. La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
3. In Bloom, di Daniela Battistini
4. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
5. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
6. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
7. Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte
8. Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
9. Ollaig, di Guido Norzi

CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti

Ciao Mario,

che dire, mi hai spiazzato! Non ho capito il senso della questione finché non ho sbattuto contro la realtà e questo mi ha strappato una risata di gusto. Mi piace la storia, mi piace l'ambientazione e mi piace come hai sfruttato il tema. Sarei curiosa di assistere a un seguito, mi divertirebbe e non poco!

La vittima di un innocente, di Bianchi Sara

Ciao Sara!

quello che porti all'attenzione con il tuo racconto è un tema che mi impressiona facilmente, senza in realtà un apparente motivo. Eppure, questo è stato uno sprono ulteriore per apprezzare quanto hai scritto, dall'inizio alla fine. C'è una cura nei dettagli impressionante, nonostante il limite dei caratteri, e lo sviluppo degli eventi mette curiosità su come tutto avrà una fine. Il finale, appunto, è crudele e inevitabile, una ferita infetta che fatica a cicatrizzare e difficilmente si scorda. Un gran bel lavoro, davvero!

In Bloom, di Daniela Battistini

Ciao Dani,

mi fa piacere poter leggere questo tuo racconto e darti una mia opinione. Innanzitutto sono contenta che a ogni nuova storia io riesca sempre a trovare un margine di miglioramento rispetto alla precedente. Cresci e migliori sempre, ci tengo a dirtelo!
Nello specifico, ho apprezzato come tutti i dettagli fino a tre quarti della storia vengano apparentemente disseminati in modo casuale, come a volere e non volere farci caso. La rottura finale colpisce e funziona, sono una fan di storie così lapidarie e senza via di scampo. Un ulteriore approfondimento avrebbe fatto anche più male. Ottimo lavoro!

Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia

Ciao Cristiano!

Mi fa molto piacere avere la possibilità di leggerti e darti un'opinione anche tramite MC. Come ben sai, apprezzo molto il tuo stile di scrittura, mi sono sempre trovata in sintonia e anche questa volta non è da meno. Hai un modo di catturare l'attenzione (almeno, la mia) magnetico e accattivante, oltre che idee sempre originali e fresche. Anche questa non fa eccezione: mi piace l'atmosfera tragica, il riferimento a una situazione verosimile purtroppo diffusa e anche quel leggero tocco di dialetto che da alla storia una sua dimensione concreta. Il ribaltamento finale è d'impatto: riesci a far scaturire il contrario mantenendo la tragicità iniziale e addirittura aumentarla. L'unica pecca, ma è giusto un neo, è che il colpo di scena non mi è arrivato immediatamente come di solito capita con i tuoi scritti. In sostanza, per essere sicura di avere capito bene ho dovuto rileggere l'ultima parte, avevo l'impressione che mi fosse sfuggito qualcosa. In ogni caso mi è piaciuto tanto e il tema è ovviamente centrato.

Alla prossima!

Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini

Ciao Corrado,

molto particolare, il tuo racconto! Mi è piaciuto come tu sia riuscito a inserire tutta una miriade di dettagli nonostante il limite di caratteri, a dimostrazione di quanto si possa fare anche con poco a disposizione! Mi sono trovata immersa nella storia per cercare di anticipare il colpo di scena, senza riuscirci. L'atmosfera è un altro elemento curato e il finale centra ufficialmente il tema della Edition. Sarà stata di certo per una mancanza di caratteri, ma avrei calcato di più la mano proprio sulla parte conclusiva. Sono felice di aver letto la tua storia!

La giornata può cominciare, di Laura Ciutto

Ciao Laura,

ho apprezzato, del tuo racconto, l'atmosfera famigliare in cui è facile rispecchiarsi. Il tema è azzeccato e in modo inusuale, nella sua tranquillità cattura l'attenzione e strappa un sorriso, di felicità o di malinconia, a ognuno la sua. Ho faticato leggermente a capire il contrario con una prima lettura, ho dovuto rileggere il tutto una seconda volta, ma ciò non pregiudica la buona riuscita della tua storia!

Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte

Ciao Emiliano,

il tuo racconto mi è piaciuto! Mi ha ricordato (in senso positivo) i meme sui mondi alternativi che spesso si trovano in giro. Per questo l'ho trovato spassoso nel suo essere tragico. Ho apprezzato la calma apparente e l'improvviso ribaltamento che fa comprendere che non c'è scampo in questa caccia. Forse mi sarei concentrata di più sul descrivere il dramma dell'ultima parte, togliendo caratteri alla descrizione iniziale per dedicarli alla fase finale. Mi hai intrattenuto, grazie!


Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo

Ciao Pietro,

che dire, è davvero la storia vecchia come il mondo! Mi è piaciuta la caratterizzazione del protagonista, tanto da volerne approfondire la conoscenza al di là di questo racconto. Tutta la prima parte per me funziona bene ed è la migliore, mi sono dovuta soffermare a più riprese sulla seconda perché ho personalmente fatto fatica a cogliere con precisione la sequenza dei fatti, pur comprendendo il senso generale. Non riesco a darmi una spiegazione, al momento, forse il ritmo più veloce rispetto alla prima parte? Devo pensarci... Comunque il testo funziona e il tema è centrato! Spero in nuove avventure con Otto!

Ollaig, di Guido Norzi

Ciao Guido,

quello che hai proposto è un tipo di racconto che ammiro, perché mai sarei in grado anche solo di cominciarlo! Non è immediato, forse troppo complesso per la consegna richiesta e tutti i limiti del caso. Va letto, riletto, analizzato, è apprezzabile perché a ogni rilettura salta fuori qualcosa di nuovo e si ha sempre la sensazione che qualcosa sia sfuggito. Nel mio caso, non mi sono resa conto del senso del titolo fino a quando non ho aperto la finestra per commentare (ma è un mio personalissimo limite, non per forza è un problema di tutti). Per me non è stato prevedibile il finale, forse però rivedendolo completamente potrebbe saltare fuori una storia che funziona lo stesso ma un po' più immediata e immersiva. Grazie per avermi intrattenuto!

Buona Luca Nesler Edition a tutti!

Dash J. Benton
Messaggi: 187

Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » domenica 22 dicembre 2024, 11:26

Cari scrittori, un livello medio altissimo in questa edizione che mi ha costretto ad essere un po' più sistematico del solito per poter arrivare ad una classifica un minimo coerente. Spero che critiche e commenti vengano accolti per quello che sono: un tentativo di migliorare insieme. Avrei piacere di sapere se la suddivisione in categorie (originalità, forma, stile, etc) vi é sembrata utile o no, o se pensate avrei dovuto includerne altre (o toglierne qualcuna).

1. La giornata puo' cominciare
2. Una storia vecchia come il mondo
3. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
4. CyberConiuge
5. In Bloom
6. La fuori, nel bosco
7. Il dono di Hagmere
8. Ollaig
9. La vittima di un innocente

La giornata puo cominciare
Originalità: Non so se il racconto é originale o no, perché mi é piaciuto tanto che non riesco ad essere obbiettivo sulla sua originalità. Non mi capita spesso di commuovermi su Minuti contati. 5/5
Aderenza al tema: al 100% 5/5
Stile: Ottimo, essenziale, senza dettagli inutili, frasi della lunghezza giusta e ritmo ottimo. 5/5
Coerenza interna: Nessuna incoerenza rilevata. 5/5
Forma: Un unico appunto: dopo “pesce palla”, avrei messo un punto, visto che poi cambia il soggetto. 4/5

Una storia vecchia come il mondo
Originalità: difficile dire che sia una storia originale visto il titolo… nonostante questo, l’hai declinata in maniera interessante, in un contesto comune ma non banale. 3/5
Aderenza al tema: ci sta tutta, con il protagonista che pensa che stia a lui trovare una compagna grazie al suo fisico (la palestra), e che invece viene trovato da lei grazie al suo cervello. 5/5
Stile: mi piace molto lo stile, con (per la maggior parte) frasi brevi e asciutte. Quando le frasi si allungano il ritmo cala e l’effetto è meno forte, ma nulla di grave. Ottimo l’uso della contrapposizione Estinto-Istinto. Bello anche il monologo interiore davanti allo specchio dell’ascensore. 4/5
Coerenza interna: quasi tutto fila. Mi unisco a chi ha fatto notare l’uso del maschile per il collega che poi si rivela una donna (ho letto la tua spiegazione ma non sono completamente convinto). Inoltre ho trovato un po’ bizzarro che prima si sieda sulla panchina e poi recuperi il caffè dalla macchina (non è impossibile, ma logicamente avrebbe dovuto fare il contrario). 4/5
Forma: non ho trovato particolari problemi. 5/5

Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
Originalità: Storia a mio avviso non banale ma nemmeno eccessivamente innovativa. 3/5
Aderenza al tema: Non sono sicuro dell’aderenza al tema: alla fine scopriamo che il protagonista ha rischiato anche lui di morire soffocato, ma ad opera di sua madre. Quindi il contrario del bambino morto per cui i genitori hanno fatto tutto il possibile? O in realtà le condizioni dell’appartamento ci dovrebbero suggerire che non é vero che i genitori hanno fatto il loro dovere? 3/5
Stile: Bravo per lo stile, mi é piaciuto molto come usi le similitudini legate all’architettura per descrivere il dolore dei genitori. E in generale tutte le descrizioni sono molto efficaci. 5/5
Coerenza interna: Tutto fila abbastanza bene. Solo due appunti: non mi immagino qualcuno che maledice delle birre. Perché le birre? La frase del medico per consolare i genitori mi sembra poco verosimile (e anche ossimorica: solo il loro dovere o molto di più?) 4/5
Forma: Tutto perfetto, non ho notato errori ne incoerenze di forma. 5/5

CyberConiuge
Originalità: Declinazione del tema senz’altro originale, tra robot e AI e paste alla carbonara. 5/5
Aderenza al tema: Allora qui sono in dubbio. Ho dovuto rileggere il finale varie volte e alla fine credo di aver capito che é Antonio il robot/AI e la moglie é un’attrice. In questo caso tema centrato al 100%, ma ho un problema con la coeranza interna (vedi sotto). 4/5
Stile: Molto bello lo stile. Dialoghi convincenti, descrizioni funzionali. Mi ha stupito un po’ il repentino cambio di registro dell’ultima parte (perché improvvisamente parliamo di sedie e sederi, quando fino ad allora tutto era descritto in modo più diretto?). 4/5
Coerenza interna: Ecco... se il robot é Antonio, perché “non abbiamo fatto grandi progressi”? Dalla storia, diremmo che é un AI avanzatissima, tanto da avere gusti, opinioni, emozioni etc. L’unico difetto é che ha fatto il reso della “moglie” che lui pensava fosse un robot difettoso? Ho é perché non si é accorto di essere lui il robot e non lei? O perché non gli piace la carbonara con la panna? Insomma, non si capisce perché il prodotto (Antonio) sia difettoso e se bene possa sembrare un dettaglio, su questo dettaglio si incentra tutta la conclusione del racconto (con le varie battute sulla Murgia etc). 2/5
Forma: Un piccolo errore di battitura nel finale (I capo) ma per il resto tutto ok. 4/5

In Bloom
Originalità: tema originale, una storia dall’apparenza normale che diviene all’improvviso fantascientifica. 5/5
Aderenza al tema: un po’ forzata l’aderenza al tema. Il protagonista pensa che l’umanità distruggerà la natura, ma alla fine é il contrario. Ma questi semi bianchi sono veramente naturali? O sono alieni? O frutto di un esperimento sfuggito di mano? Il protagonista pensa che sia la natura, ma non può’ ragionevolmente saperlo. Un po’ forzata anche la frase finale che ha proprio l’obbiettivo di confermare il tema (forse perché sentivi che non fosse sufficientemente chiaro?) 3/5
Stile: Ottimo lo stile, scorrevole ed efficace. 5/5
Coerenza interna: non ho capito come il sangue e le viscere possano restare “sospesi nell’aria”, anche tenendo in conto che c’é un vento molto forte (oltre alla gravita?). Poco logico anche che la protagonista scenda in strada, ma diciamo che sia dovuto al panico. E infine ancora una volta la frase finale: poco credibile che pensi a quello in punto di morte, secondo me. 2/5
Forma: non ho notato errori, tutto in ordine. Avrei evitato “Perfino” quando parli del cadavere che rabbrividisce: é ridondante e rompe il ritmo. 4/5

La fuori, nel bosco
Originalità: Purtroppo devo dire che il racconto non mi colpisce per originalità. La natura che si rivolta contro l’uomo é tema conosciuto e non ci sono guizzi d’interpretazione particolari. 2/5
Aderenza al tema: L’aderenza c’é tutta, con i cacciatori che diventano prede. 5/5
Stile: Lo stile é solido ma con qualche piccola caduta: perché menzionare che Leonardo é impaurito? Lo avevi già mostrato perfettamente. Anche il ‘Ma non erano richiami normali’ non mi ha entusiasmato. Insomma, piccolezze per carità, ma migliorabili. 4/5
Coerenza interna: Onestamente la pietra grezza appuntita ci puo’ stare, se ne trovano anche in natura. Ma gli scoiattoli con gli archi? Li mi hai perso, mi dispiace. Una cosa é dire che gli animali si rivoltano e arrivano anche a lavorare insieme, o che raccolgono delle pietre appuntite per scagliarle. Ben altra cosa é dire che si mettono a costruire armi. Anche il fatto che un uomo adulto sia abbattuto in pochi secondi da “rozzi proiettili” scagliati con tutta la forza di... uno scoiattolo, é poco credibile. 1/5
Forma: Niente da dire, tutto é al suo posto. 5/5

Il dono di Hagmere
Originalità: racconto interessante con dentro un demone misterioso, un quadretto che manda biglietti e trance nei momenti più inopportuni. 4/5
Aderenza al tema: l’aderenza al tema c’é (il quadro mi vuole ammazzare, anzi no é il contrario, mi protegge) ma é messa dentro a forza, con il demone che appare come deus ex machina (vedi commento sulla coerenza interna). 2/5
Stile: stile pulito, senza virtuosismi ma anche senza problemi particolari. 3/5
Coerenza interna: qui ho un po’ di problemi. Innanzitutto, alla fine della fiera, il fatto che il protagonista sia nel paesino della nonna o al suo funerale non ha nessun impatto sulla storia. Quindi sono caratteri un po’ buttati via. Non c’è traccia del demone fino alla fine: se il demone è rappresentato dalla testa di cervo della chiesa, allora perché c’è il cervo anche sul quadretto? E se non è rappresentato dal cervo, allora da dove arriva? Altro dettaglio: ci dici che il protagonista trova il quadretto rassicurante, ma mai che pensi che lo protegga. Questo viene fuori solo nella parte finale quando lui “decide” che invece no, é stregato. Infine, il quadretto che dovrebbe proteggere il nostro protagonista lo manda in trance nei momenti meno opportuni: mentre cambia una lampadina, mentre é in vasca: per salvarlo, quasi lo ammazza  Qualcuno ti ha fatto notare che i bigliettini non sono proprio la trovata più magica che ci sia, ma per me é un dettaglio meno importante dei precedenti. 1/5
Forma: Granny è per me un inglesismo che sebbene ti permetta di non ripetere “nonna”, resta un po’ isolato e innecessario. Per il resto tutto bene. 4/5

Ollaig
Originalità: Beh allora, é originale perché é al contrario, perché se lo leggiamo in ordine é una storia abbastanza lineare. 2/5
Aderenza al tema: Non trovo un’aderenza al tema molto forte. Capisco l’idea della storia al contrario, ma francamente é al contrario fin dall’inizio, non alla fine come vorrebbe il tema. Insomma é una sottigliezza ma se non ci atteniamo al tema, possiamo scrivere qualsiasi cosa. 2/5
Stile: Bello lo stile, caratterizzi bene i personaggi, specialmente la barista che semplicemente con l’ordine delle parole, ci suggerisce una provenienza regionale. 4/5
Coerenza interna: Ho un dubbio atroce: se la storia é al contrario, nella prima scena le scarpe dovrebbero essere vecchie di una settimana, e nell’ultima appena comprate. Ma invece non é cosi’. É un errore, o é voluto? Ma se é voluto, perché? 2/5
Forma: Qualche piccolo dettaglio tipo: “si assesto’ il fondoschiena”: il “si” non é necessario; “e tanto ci andava”: non so se sono io che non conosco questa espressione, ho é un errore (avrei detto “e tanto ci voleva?” ma nulla di grave. 4/5

La vittima di un innocente
Originalità: Ho trovato l’idea di fondo originale (vittima di un innocente) ma l’ambientazione (aula di tribunale con l’imputato che racconta al giudice) non troppo fantasiosa. 3/5
Aderenza al tema: Onestamente trovo il tema appena rispettato. Il protagonista si dichiara colpevole, si sente colpevole, ma il giudice non é d’accordo e lo dichiara innocente. Non é veramente il contrario, i due hanno opinioni differenti. 1/5
Stile: Migliorabile a mio umile parere. Qualche esempio: una frase proprio all’inizio che proprio non mi é piaciuta (la voce del giudice che colpisce con tono freddo). Poi tre cambi di soggetto in tre frasi consecutive (la voce, lo sguardo, Derek che espira). Delle ridondanze (sedato dal rumore del colpo di martello: sarebbe stato sufficiente “sedato dal colpo di martello”). 3/5
Coerenza interna: Capisco che il limite degli spazi costringa a fare dei salti. Ma che in poche frasi si arrivi dall’imputato che racconta per la prima volta la sua versione dei fatti alla sentenza, lascia interdetti. Poi la sentenza del giudice arriva troppo frettolosa e soggettiva, senza contraddittorio e senza mostrare prove. Avresti potuto dire che questa era la seduta finale, e far ricordare al protagonista il processo e i fatti mentre aspetta la sentenza del giudice, per esempio. Anche l’intervento dell’avvocato dell’accusa con un obbiezione un po’ a casaccio lascia il tempo che trova e se anche crea atmosfera, non ha molta logica. 1/5
Forma: Non ho gradito il fatto che il protagonista usi il passato prossimo per degli eventi che sono chiaramente passati da molto tempo. Capisco che qui si apre un dibattito culturale (nella scorsa edizione il mio passato remoto é stato criticato, secondo me ingiustamente  ) ma vedo che hai usato il passato remoto nel resto della storia, quindi non dovrebbe essere per te una questione di principio. 3/5

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Dario17
Messaggi: 433

Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » domenica 22 dicembre 2024, 17:40

OLLAIG
Ahia.
Come esordio su MC ti sei preso una bella gatta da pelare scegliendo il "racconto al contrario" e il genere investigativo. Sono due stili molto impegnativi e con così pochi caratteri ti sei ritrovato un racconto strozzato proprio nei punti in cui il giallo da il suo meglio: colpi di scena la soddisfazione degli enigmi risolti.
Che qua non ci sono.
Nemmeno un piccolo plot twist: "ah, allora il colpevole è/non è lui, allora!"
Il tuo stile è convincente e pulito, scarno al punto giusto.
Occhio però che qui sei su MC con edizioni da 3000/5000 caratteri e soffermarsi sugli arachidi da aperitivo e sulle mosse da fare per sciogliere le articolazioni è parecchio esoso.
Hai un margine di miglioramento non indifferente e incoraggiante, dacci sotto con le prossime edition!


LA GIORNATA PUO' COMINCIARE
La tematica di vita domestica fatta di piccole gioie e dolori è molto in voga qua su MC, se è davvero tua intenzione migliorare su questo tipo di tematica qua avrai terreno florido e tonnellate di fertilizzante per migliorare, garantito!
La sequenzialità dei gesti è resa benone, ottima l'idea della prima persona.
Mi unisco al suggerimento di dare nomi propri ai coprotagonisti per dare al lettore un appoggio per la lettura; sarebbe stata una pennellata d'autore dare a nonna e nipote lo stesso nome ma ti avrebbe dato anche tanto da penare per non far impappinare chi legge.
L'aderenza al tema è scricchiolante: quello che succede nella seconda parte non è proprio il contrario della prima.
La protagonista accudisce sia la generazione successiva che quella precedente e non ho assaporato questo "contrario" richiesto dal tema. Magari sono io che non recepisco bene il messaggio.
Piccola nota tecnica: Fai dire subito alla bambina di cosa riguardasse il sogno continuando il discorso diretto. Dirmi che la POV ascolta ma non effettivamente cosa e poi dirmelo qualche riga dopo è un inciampo.
Le skill ci sono!

LA VITTIMA DI UN INNOCENTE
La scena di un tribunale te la sei apparecchiata ottimamente, i particolari sensoriali qua e la messi da manuale (o da corso) e il ritmo è buono. Magari ti sei dilungata su particolari che poi non servivano (i 4 anni di interventi specificati, per esempio)
Ci sono due criticità, a mio avviso:
- Raccontarmi nero su bianco che il POV si sente in colpa ("La colpa pesava") e non farmelo capire da sensazioni e gesti.
- La soluzione piuttosto sbrigativa su a chi dare l'effettiva colpa del morto che rende tutto il racconto un po' improbabile. Arriva uno che estrae da una lamiera un ferito grave e a processo ci va il soccorritore?
Non mi aspetto un legal thriller finemente cesellato in 3000 caratteri ma l'idea del rovesciamento contrario innocente-colpevole era un'ottima idea per il Contest e meritava una migliore esecuzione.
L'ho riletta 5 volte ma non l'ho capita questa:
"Erano tutte generalità che, nonostante i quattro anni di interventi, non dimenticava: se per lui era un giorno qualsiasi di lavoro, per chi soccorreva poteva essere il peggiore."
Lui chi, il protagonista POV? Ma non è un medico soccorritore l'imputato? O era riferito al giudice? O all'assistente?
Corretti alcuni spigoli, lo stile ce l'hai eccome e funziona.
Riprova nelle prossime edition con i caratteri in più e andrai meglio!

IL DONO DI HAGMERE
Confusionario. Molto.
Sorvolo sul funerale della nonnina come incidente scatenante piuttosto gratuito.
Non mi convince il fatto della reazione diametralmente opposta all'incisione del cervo (che lo spaventa a morte) a quella del quadretto intarsiato (che invece lo attrae). Troppo strano.
Ma poi perché prendere in antipatia il quadretto che, sebbene in maniera fuori dalla realtà, ti suggerisce chiaro e tondo COSA non fare e che ti salva la vita tre volte?
Il gioco del tema era sul fatto che da minaccia il cervo intagliato si mostrasse come un salvavita ma si capisce subito cosa sia in realtà. Dovevi creare molta più ambiguità durante gli incidenti. Le scritte dovevano riportare cose tipo "scolo lavandino", "mercato dei mobili", "scossa" cosi da far male interpretare al POV e al lettore che anziché spingerlo in situazioni mortali cercava di salvarlo.
E così il finale avrebbe avuto il suo effettone sorpresa.
Ti sei ingarbugliato un po' ma in così pochi caratteri può capitare.


UNA STORIA, VECCHIA COME IL MONDO
Hai fatto un lavoro egregio per il background del personaggio e tutti i caratteri investiti in esso alla fine ti hanno ripagato con un protagonista bello nitido.
Ti sei complicato la vita nel pezzo del messaggio d'aiuto mentre guidava. Oltre alla palese violazione del codice della strada con le pene maggiorate che oggi vanno per la maggiore, tutto l'ambaradan dell'avatar il Bluetooth della macchina per non far capire chi ci sia dall'altra parte del messaggio era necessario? Si, c'è del realismo ma magari un caro e vecchio numero sconosciuto a cui Otto, programmato per natura a essere servizievole e gentile, manda la soluzione pensando magari a un collega non salvato in rubrica?
Mi sa che era meglio.
Alla fine il tema è rispettato ma mi ci è voluta una tua spiegazione nei commenti fatti agli altri per aver bene in mente dove verte "il contrario".
Magari anche nel fatto che parla tanto di cacciare e poi è lei che gli fa la posta in ascensore e lo abbranca come una preda.
Ci ho notato un tono molto ZeroCalcaresco nel tuo personaggio semi autobiografico.
Potrebbe ripagarti in caso di pubblicazione. :)

CYBERCONIUGE
Un bel raccontozzo col triplo gioco. Il tema suggeriva un colpo di scena finale? Tu ne hai messi due.
Ci sta anche se ti ho fatto tana alla fine proprio perché non essendo finito il racconto col primo twist, ho aspettato il secondo al varco e non poteva che essere quello. :)
Atmosfere da Detroit Before Human ( se non sai cos'è, YouTube is the way) e con me hai giocato in casa visto che androidi-mariti è stato proprio il soggetto dell'ultimo contest a cui partecipai l'ultima volta.
Stile snello, magari qualche convenevole col tecnico è di troppo ma vabbè.
La Murgia tirata in ballo una chicca niente male.
Piccola crepa: Antonio32 se ne esce con un "No, questo no, alla fine con chi mi arrabbio, con un programma?"
Cioè non l'ha gonfiata perché conscio che fosse finta?
Io avrei messo una frase diversa per esaltare il miglioramento che poi riprendi nel finale.
Tipo: "No, questo no, alla fine la violenza fisica non è mai la soluzione..."
Bel lavoretto, dai.


LA' FUORI, NEL BOSCO
Come nel vecchio detto: "I pifferi di montagna andarono a suonare e furono suonati"
Un racconto semplice, esaustivo e fatto bene.
C'è qualche aggettivo possessivo in più e qualche ripetizione ma è robetta tipica da MC.
LA trama soffre un po' della piattezza dei 2 personaggi vista la quasi totalità dei caratteri spesi per l'azione e molto meno per l'introspezione. Sono scelte.
Vibrazioni un po' disneyane con gli animali della foresta che si ribellano e si organizzano, anche.
La vendetta di Bambi potevi chiamarlo. :)


IN BLOOM
È un racconto che macina davvero lentamente e in cui la ciccia degli avvenimenti arriva piuttosto tardi, preceduta sia da grandi esibizioni di mostrato che da valutazioni personali interiori del POV.
La discrepanza che c'è nella primissima frase un po' azzoppa: Mi inserisci in un contesto sia di calura agostana che di folate di vento furioso? Comprendo bene che prima ci sia una e poi l'altra ma proprio per questo le avrei invertite di posizione oppure avrei inserito un parere del POV che mi fa calare meglio nella situazione:
"FINALMENTE folate di vento furioso spazzano le strade soffocate dalla calura agostana."
Così ho proprio addosso la sensazione immediata di frescura che ti da un temporale estivo.
Mi garbano le situazioni da "Uccelli" di Hitchcock e quelle da fantascienza horror con la "neve killer" ma in questo racconto prendono un po' troppo il sopravvento (perdona l'allusione) lasciando il POV e quindi noi un po' troppo spettatori.
Usi un po' troppo il "se non fosse/fossi".
Tra l'altro, quale persona ultracinica e crudele, in un contesto di allarme e panico generale da calamità naturale, ammetterebbe con arguzia e magico distacco che gli scoppiettii rossi "sarebbero bellissimi" se non fossero umani?
Un po' troppo?


AVETE SOLO FATTO IL VOSTRO DOVERE E ANCHE MOLTO DI PIU'
Te la sei giocata sull'esplosività della tragedia, mettendo subito in chiaro le cose e pennellando qua e la lirismi per completare l'opera con frasi secche e anche qualche frasetta ad effetto che comunque il suo lo porta a casa.
Il giro morbido che hai fatto per evocare il ricordo del POV l'ho gradito particolarmente; niente sfumature cinematografiche ma un passo dopo l'altro fino al ricordo vivido.
Questi sono i racconti emotivi da "pugno allo stomaco" che fanno vincere le Edition prima e le Ere poi.
Io ne sono un po' immunizzato per più di un motivo ma di certo non sono così cieco da non sottolineare le grosse capacità di scrittura che ci sono dietro. Darti un sedile per la finale è d'obbligo.


CLASSIFICA:

- CyberConiuge
- Una storia, vecchia come il mondo
- Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più
- Là fuori, nel bosco
- La giornata può cominciare
- La vittima di un innocente
- Ollaig
- Il dono di Hagmere
- In Bloom

Gaia Peruzzo
Messaggi: 423

Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » domenica 22 dicembre 2024, 17:55

Ogni volta fare una classifica diventa super difficile. I racconti che, purtroppo, ho piazzato più in basso secondo me hanno solo qualche problema con parti del contenuto. Ma praticamente a questo giro tutti avevano almeno uno o più elementi che mi sono piaciuti, e lo stile è davvero molto buono. Per cui complimenti ancora e di nuovo buone feste a tutti!

1) La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
2) In Bloom, di Daniela Battistini
3) Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
4) Avete fatto il vostro dovere e forse anche un po’ di più, di Cristiano Saccoccia
5) Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D'Addabbo
6) Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
7) La vittima di un innocente, di Sara Bianchi
8) Ollaig, di Guido Norzi
9) CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti

Commenti:

Avete fatto il vostro dovere e anche molto di più di Cristiano Saccoccia.
Ciao Cristiano. La parte che mi piace di più è fatta dalle metafore che hai usato per descrivere il dolore. Sono potenti e per nulla scontate, e questo secondo me è un punto di forza per creare uno stile riconoscibile e personale.
Tuttavia non ho compreso a pieno un paio di cose. La prima è chi dice “Dottò, dottò, dottò.” Sono i genitori? Uno dei due? La voce della coscienza del dottore? O un personaggio fuori campo? Lo avrei specificato. La seconda cosa invece è il finale che ho trovato centrato nel tema, perché c'è un ribaltamento della situazione, ma non l’ho compreso nell'immediato, soltanto a una rilettura. Anche il dottore da bambino ha rischiato di morire per soffocamento, ma è stato salvato dall'intervento del padre. Giusto?
Penso che come storia abbia tanto potenziale, tolti i miei dubbi, e che la parte finale e quella con i colleghi con qualche frase in più avrebbero avuto la stessa forza della parte iniziale. Perché le ho sentite più frettolose e meno vivide. Poi ti invidio tantissimo la capacità di arrivare dritto a un punto emotivo con poche parole ben mirate e poetiche.

In Bloom di Daniela Battistini
Ciao Daniela. C’è un punto in cui il testo mi è parso un po’ troppo “robotico”. Della serie “faccio questo, faccio quello, ecc ecc”, tipo lista di azioni, ed è il problema in cui si incappa più spesso quando si usa la prima persona come voce narrante. Succede quando beve la limonata e l'avrei reso così: “Raggiungo la cucina. (Qualche sensazione sul fatto che ha sete e caldo). Nel frigo dovrei avere ancora della limonata. Me ne verso un bicchiere e (la sensazione sul sollievo dato dalla bevanda fredda e acida).” Aggiungendo quindi nel mezzo delle sensazioni per renderlo più verosimile.
Nella riga successiva quel “non appena mi siedo sul divano” spezza il presente e sembra una predizione. Quindi avrei messo prima che si siede sul divano e poi sente le urla. Magari pensa appunto di distrarsi con un film per cercare di non pensare al mondo fuori, ma arrivano le urla.
Comunque la fine del mondo che hai creato mi è sembrata tanto originale, e penso che il tema sia svolto con una tensione crescente ben costruita. Poi, a parte quello che ti ho segnato, per me le scene sono molto vivide. Hai scelto i dettagli giusti con cui descriverle, dandomi anche degli indizi sulla protagonista, che mi sono immaginata fosse una specie di naturalista con un'anima molto artistica, visto le parole che usa/pensa. Anche il pensiero finale così tagliato è stata un'ottima idea. Mi ha fatto capire che ha fatto la stessa brutta fine della gente fuori dalla sua finestra.

Là fuori, nel bosco di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano. Forse sarei partita subito dal dialogo usandolo per inquadrare Giorgio e Leonardo. Perché dalla prima frase in cui li presenti subito ho pensato che fossero due uomini, e non padre e figlio. Quindi avrei pensato prima a inquadrare loro due, e poi il bosco e il fatto che a Leonardo sembri spettrale.
Nel punto in cui dici “altri due oggetti impattarono con violenza sulle loro giacche.” sento che manca qualcosa nella loro reazione. Magari sono giacche imbottite e anti-proiettile, ma non ho sentito la paura, l'allerta nei loro gesti, o comunque quell'accenno di dolore che dovrebbe seguire un impatto violento.
Anche il particolare che il bosco in cui camminano è avvolto dalla nebbia lo avrei messo prima nella narrazione, perché è un dettaglio ambientale molto rilevante.
Poi se voglio proprio essere puntigliosa quel “al figlio” poteva rimanere sottinteso, perché ci sono solo Giorgio e suo figlio come personaggi, quindi è comprensibile che abbia urlato a lui di correre. E mentre il cervo gli si avventa contro lo avrei fatto urlare! Per rendere il tutto ancora più violento e spaventoso. Sempre che non tu non lo abbia pensato svenuto.
Per il resto mi è piaciuta molto l'atmosfera semi-magica e macabra del racconto e anche tutta la ribellione degli animali, con gli scoiattoli come piccoli arcieri. Ha reso il tutto più particolare. E tolte le migliorie che ti ho suggerito l’ho trovato un buon racconto, piacevole da leggere.

CyberConiuge di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario. Mi è sembrato strano che si chiamassero continuamente per nome Alessia e Antonio, perché di norma è una cosa che non si fa, a meno che proprio non vuoi chiamare qualcuno, anche se capisco che ti serviva per dare un’identità ai due personaggi.
Nel passaggio in cui scrivi: “prendo la porta” avrei scritto “abbasso la maniglia ed esco.” Per evitare la ripetizione dopo, anche se avviene in un altro paragrafo.
Ora veniamo al tasto che per me è il più dolente. Il ribaltamento della prospettiva non mi è sembrato così limpido, ma quasi come un inganno al lettore. Perché alla fine si scopre che il robot è lui e non lei. Lo trovo un controsenso che faccia lui il reso della moglie (che però in realtà è vera), se non ho capito male, giusto? Che lui resti a casa e gli venga fatto anche tutto il test del motivo del reso. Cioè perché? Forse anche a discapito del colpo di scena, avrei inserito qualche indizio che poteva far intuire che fosse lui il robot, prima del finale. Ma quello che manca di più è, secondo me, qualcosa di ambientale più definito. Giusto per far capire che magari è ancora un esperimento e ci stanno lavorando.
L’idea comunque è molto originale, mi è piaciuta e ho apprezzato tantissimo il finale che lo ha reso molto personale.

Una storia vecchia come il mondo di Pietro D'Addabbo
Ciao Pietro! Mi è rimasta la curiosità di capire chi sono A, T, C e G. È sicuramente un racconto molto particolare e mi sono piaciuti molto i dettagli dello specchio/schermo sull’ascensore e dell'edificio colorato. Si nota che è tutto molto ben pensato.
Però all'inizio non mi è ben chiaro il motivo per cui hai scritto “un collega” al maschile, quando gli arriva il messaggio in entrata, se poi alla fine è una donna che riconosce dall’avatar. O almeno ho capito questo. Disattenzione? O era voluto?
Anche la risposta che dice Otto verso il finale «Tutti mi chiedono, finisce che imparo e poi riferisco» non mi è ben chiara. Cosa gli chiedono? Cosa impara? Non riuscita a inquadrare benissimo il suo lavoro. Solo che studia il sistema evolutivo e la storia.
Da un lato, secondo avrebbe avuto più impatto con il tema se lui avesse già provato a chiederle di uscire (lasciando stare la storia della palestra per recuperare caratteri) ma non ci riuscisse per imbarazzo e alla fine fosse lei a fare la prima mossa e invitarlo per un caffè, perché lo adora. Perché capisco come hai voluto intenderlo, con il fatto che lui rimanda sempre il suo dovere di progressione dei geni, ma dall’altro il ribaltamento della situazione non mi è sembrato così netto. Perché comunque lui ne ha l’intenzione all’inizio, di trovarsi una compagna, anche se deve superare le sue timidezze.
Per il resto comunque ho apprezzato tanto l'ambientazione e i particolari che hai scelto di usare che lo rendono futuristico, ma con forte ancoramento anche storico.

Il dono di Hagmere di Corrado Gioannini
Ciao Corrado. La buona vecchia “reliquia” spettrale funziona sempre. Magari da un lato non è così originale, però il testo è scorrevole e si assaporano molto bene l'atmosfera cupa e il mistero che cresce man mano che i nodi vengono al pettine. Anche l’escamotage dei biglietti mentre lui è in trance porta curiosità nel lettore. Il mio momento preferito è quando si trova in mano il primo biglietto perché è in quel punto che mi hai proprio agganciata.
Lo stile raccontato funziona bene per questo tipo di storia, e penso che tu abbia fatto anche bene a cambiare il tempo verbale nell'ultimo pezzo. Anche se al posto di “ero di nuovo in trance” avrei scritto “sono di nuovo in trance”. O lo avrei proprio eliminato, perché anche perché forse come mini-passaggio avrebbe avuto bisogno di qualche descrizione in più per renderlo più visivo. Non so bene cosa succeda quando una persona vada in trance, ma immagino che nel corpo avvengano delle reazioni. Almeno credo.
E poi forse l'inizio mi è sembrato un po’ piatto. Nel senso che lui torna in quel paese per la morte della nonna, ma non sembra avere impatto su di lui questo evento, e di conseguenza anche sul lettore. Quindi io avrei aggiunto in quel punto qualcosa di più emotivo, in ricordo della nonna.
Per il resto, anche se ti ho dato tanti suggerimenti, comunque è un racconto che mi è piaciuto moltissimo e che mi ha entusiasmato leggere.

La vittima di un innocente di Sara Bianchi
Ciao Sara, benvenuta nell'arena. Ottima idea quella di raccontare un accaduto nei dialoghi di un caso giudiziario, perché ci sta bene senza sembrare una lunga spiegazione. Anche se avrei fornito qualche indizio in più sul perché Derek sia sotto processo all'inizio del testo, magari dentro un altro piccolo flashback. Perché se ha solo cercato di salvare una vita e fare il suo lavoro, non capisco come mai sia finito sotto accusa.
Però capisco che scrivere con questi pochi caratteri sia complicato.
Questo è solo un piccolo particolare ma sarei andata a capo con quel “Negò.”
Il passaggio è questo: «Hai altro da dichiarare?» Negò.
Perché alla fine, anche se è l'intromissione nel suo pensiero nella voce del giudice, è Derek (quindi un altro personaggio) che nega. Ma forse gli avrei fatto fare qualcosa di gestuale tipo scuotere la testa. Manca anche un po’ di mordente alla voce che si oppone e vuole che Derek venga condannato, che rimane vuota. Possiamo solo ipotizzare che appartenga a un avvocato, magari di un parente della vittima, ma non sappiamo chi sia. Con un po’ più di caratteri e dettagli il testo, secondo me, sarebbe uscito migliore. Però hai saputo creare una scena molto interessante e penso che tu sia molto brava con i flashback, che non sono per nulla facili da gestire.

La giornata può cominciare di Laura Ciutto
Ciao Laura e benvenuta nell'arena. Parto col darti qualche consiglio che per me potrebbe migliorare il testo. Avrei dato un nome proprio alla bambina. Scritto meglio questa gestualità qui: “con calma le passo il viso” perché manca il con cosa le passa il viso, la mano? Un asciugamano umido?. E sistemato il fatto che la bambina avesse già cominciato a chiacchierare prima del lavaggio del viso, perché dopo il lavaggio ci viene detto che inizia a raccontare del suo sogno. E quindi mi è sembrata una specie di ripetizione.
Avrei trovato anche un altro termine per “ringhiare” nella felpa. Perché non lo trovo un modo di fare così adatto ad una bambina piccola, anche se so che viene spesso usato nei libri e accostato ai personaggi umani. Modificherei anche quell’“armeggia un poco”, perché hai scelto di usare la prima persona e siamo quindi nella testa del personaggio ed è difficile che una persona nei propri pensieri pensi al verbo “armeggiare”.
Il tema è rispettato con dolcezza, e mi è piaciuto molto vedere il ribaltamento della prospettiva data dal tempo che passa. Oltre al messaggio che hai voluto veicolare che quando c’è amore ci si prende cura a vicenda, e il ruolo dei figli-genitori viene invertito. Sono due scene quotidiane e normalissime ma hai saputo descriverle con una sensibilità che mi ha proprio scaldato il cuore.

Ollaig di Guido Norzi
Ciao Guido e benvenuto nell'arena! Il titolo è giallo al contrario perché questo racconto è un giallo. E c'è un caso di omicidio visto all'inverso, cioè dalla condanna dell'artefice al ritrovamento della vittima… Intanto complimenti per la scelta, perché personalmente credo che sia il genere più difficile da gestire in così pochi caratteri. Infatti per renderlo più coinvolgente ci sarebbero dovute essere, secondo me, più piste da seguire, indizi vari e sospetti, però ovviamente è impossibile confezionare tutto questo in così poco spazio. La risoluzione del caso ne esce mi è sembrata frettolosa. In pratica mandano in prigione un tizio perché una ragazza lo ha visto uscire dalla casa della vittima e lui ha una brutta reputazione… Mi sembrano un po’ scarse come prove. Oltre al fatto che sapendo già chi andrà in prigione dal principio si perde quel senso di scoperta.
Almeno spero di aver capito tutto bene, perché ci sono tanti personaggi e in così poco spazio a volte si crea della confusione.
Forse una scelta più ottimale sarebbe stata far ricadere la colpa sull’ispettore usando il dettaglio delle scarpe nuove che mi è rimasto impresso. Nel senso che magari poteva essere stato lui il vero colpevole. Però non so se ti sarebbe stato nei caratteri.
Il tuo stile è comunque molto gradevole e le descrizioni sono ben fatte. E questo l’ho apprezzato moltissimo, con un contenuto diverso avrebbe incontrato di più i miei gusti. Però sei stato comunque molto bravo.

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Mauro Bennici
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » domenica 22 dicembre 2024, 18:20

1) La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
2) Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D'Addabbo
3) In Bloom, di Daniela Battistini
4) Avete fatto il vostro dovere e forse anche un po’ di più, di Cristiano Saccoccia
5) CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
6) Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
7) Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
8) La vittima di un innocente, di Sara Bianchi
9) Ollaig, di Guido Norzi


La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
Ciao Laura,

Racconto molto bello, complimenti. A essere pignoli mi è mancato il nome o il nomignolo della figlia, qualcosa che rendesse più facile seguire il narratore nell'arco di tempo e riallacciare il filo, ma è un piccolo dettaglio.

Pensando a un modo per rendere più netto il salto, pensa a rendere più "antica" la prima parte. Usando per esempio la parola Pullover invece di Felpa.

Buona edition!


Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D'Addabbo
Ciao Pietro,

Il racconto scorre via come una carezza. Anche senza conoscere i pensieri intimi del protagonista ci capisce quale sia il suo pensiero sul suo aspetto e sul perché non ha una compagna. Il ribaltamento è forse l'unica cosa che funziona meno perché avviene quasi come "fortuna" a una prima lettura. Invece è la risposta al suo carattere e al suo modo di essere.
Avrei messo un altro spazio / tratto quando il protagonista sale in macchina, perché un secondo prima era in ufficio e poi in garage.

Buona edition!


In Bloom, di Daniela Battistini
Ciao Daniela,

Molto bella il finale da "E venne il giorno" in cui la natura si vendica di noi. Avrei rivisto la parte centrale: suona come una telecronaca mancando un po' delle sensazioni del narratore. Nella parte finale mi sarei aspettato di vivere il terrore di una persona che sta per morire, arriva un po' smorzato.
Piccolezze di un racconto che arriva deciso ;)

Buona edition!


Avete fatto il vostro dovere e forse anche un po’ di più, di Cristiano Saccoccia
[Ciao Cristiano,

Tema delicatissimo, come la perdita di un figlio.
Per trovare una pecca sul flusso, avrei forse omesso la frase del dottore che prova a consolare i genitori (come fatto qualche riga dopo).
Sul tema mi trovo in difficoltà, penso che ti riferissi proprio alla frase del dottore e sul dovere dei genitori. Una critica del medico ai propri?

Buona edition!


CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,

La chicca della carbonara con la panna, da metà romano, è perfetto per mettere in cattiva luce la moglie / attrice :D

Il ribaltamento della storia è divertente ma arriva forse troppo tardi e quasi come un "Deus ex machina" con poca costruzione senza lasciare al lettore nessuna possibilità del lettore di indovinare il giro.

Il racconto scorre bene e strappa un sorriso amaro.

Buona edition!


Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano,

Mi associa ai commenti precedenti. Il racconto è buono, ma ci sono un paio di cose da rivedere. Qui ho avuto il primo inciampo:
"«Fermo» sussurrò Giorgio. Insieme si arrestarono di colpo. Suo padre imbracciò il fucile, lo puntò ad altezza uomo verso destra e contrasse il dito sul grilletto. Leonardo incassò la testa tra le spalle. Ogni volta gli spari gli facevano vibrare le budella. Il fucile, però, tacque."
Mi sono chiesto chi fosse Giorgio. Il papà o qualcun altro. E poi Leornardo? Un attimo di panico.

La seconda volta è sul lancio degli oggetti, mi sono immaginato delle scimmie o degli ominidi / spiriti della foresta.

Il finale è ottimo.

Buona edition!


Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
Ciao Corrado,

Ho qualche difficoltà a valutare il racconto. Se da una parte il gioco tra maledizione e benedizione funziona, non si capisce perché il demone debba fargli del male e se il talismano sia un tutto in uno o meno.
Penso che tu abbia un'ottima sinossi da espandere tanto, passando più al mostrato per capire il tutto dal punto di vista più vicino al protagonista.

Buona edition!


La vittima di un innocente, di Sara Bianchi
Ciao Sara,

Troppi medici in famiglia per non leggere il racconto con una nota di surreale. Il senso di colpa per non avere salvato qualcuno dopo l'incidente che racconti e con il corpo spostato da un civile non mi arriva e questo si tiene lontano dal testo, che è tuttavia ben scritto almeno fino alla penultima frase.

La sentenza è troppo frettolosa e arriva all'improvviso. Avrei inserito una piccola frase di spiegazione: dopo due giorni di camera di consiglio etc.

Buona edition!


Ollaig, di Guido Norzi
Ciao Guido,

Benvenuto nell'arena. Per essere una prima prova non c'è male. Non aggiungo altri commenti nel merito perché hanno già detto tutto.
Ammetto che se il commissario si fosse tolto le scarpe doloranti rivelando un indizio che lo smascherava come colpevole avresti vinto tutto: si sente la mancanza di quel guizzo che ribalta tutta la situazione e ti fa rileggere di corsa il testo per andare a trovare i semi della "ovvia" conclusione.

Buona edition!
Ultima modifica di Mauro Bennici il giovedì 26 dicembre 2024, 9:15, modificato 1 volta in totale.

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antico
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » domenica 22 dicembre 2024, 18:25

Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre quattro classifiche.

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Francy2912
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » martedì 24 dicembre 2024, 17:45

1. Cyber Coniuge, di Mario Pacchiarotti
2. In Bloom, di Daniela Battistini
3. La vittima di un innocente, di Sara Bianchi
4. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
5. Avete fatto solo il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
6. Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
7. Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
8. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
9. Ollaig, di Guido Norzi

Cyber Coniuge, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, ammetto che ho dovuto leggere due volte il finale perché non avevo capito. Ero convinta di aver letto il ribaltamento, quando invece ne hai aggiunto un altro. Complimenti! Hai anche trattato un argomento di attualità con una tale semplicità che mi fa quasi invidia. Ottima pure l’idea di consigliare i libri della Murgia. Antonio 32 forse andrà meglio, dai.
In Bloom, di Daniela Battistini
Ciao Dani, ti trovo migliorata a ogni racconto. Ammetto che leggerei volentieri un libro intero tratto da questo racconto. La mia anima complottista si è chiesta perché sta donna non ha trovato un modo migliore per sigillarsi in casa, ho urlato quando ha deciso di uscire. Non so come nascono le tue idee, ma continua così! Bravissima!
La vittima di un innocente, di Sara Bianchi
Ciao Sara, fa sorridere commentarti qua, ma proviamo a fare le serie. Questo testo non è perfetto e lo sai, colpa dei caratteri, maledetti. Però sei riuscita a creare un buon racconto dove hai messo in luce la tua profonda conoscenza data dalle serie tv americane, cioè il setting di questo testo urla USA a tutta voce. Bello il ribaltamento, palesemente veloce per le esigenze di trama, ma non mi è stonato. Almeno lui si passerà il Natale a casa con la famiglia hahahha
La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
Ciao Laura, mentre leggevo mi è venuto da sorridere perché inizialmente mi sono immaginata un gatto e mi son data della scema da sola. Poi sono andata avanti con il racconto e ammetto che gli occhi mi si sono inumiditi. Dolce, tenero, anche un po’ malinconico. Ti faccio i miei sinceri complimenti per il racconto. Bravissima!
Avete fatto solo il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
Ciao Cristiano, i tuoi testi sono sempre molto allegri noto, ma nonostante questo è un piacere leggerti. Qui sei andato rapido, ma non indolore, a giocare sullo stravolgimento iniziale, perfetto per il tema di questa edizione. Il “colpo di scena” non mi ha stupito perché me lo aspettavo, ma non per questo è stato meno amaro. Ottima prova.
Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, parto con una nota che mi ha fatto storcere il naso: il silenzio liquido. Tolto questo il racconto mi è piaciuto, mi sono immaginata il padre di Bambi che va a vendicare la moglie morta. Ammetto che mi stavo già immaginando degli altri esseri umani, o magari dei folletti, non che fossero gli animali stessi a diventare predatori. Mi è piaciuto come hai declinato il tema, complimenti.
Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
Ciao Pietro, inizio con farti i complimenti per il personaggio di Otto che mentre leggevo mi ha suscitato tenerezza. Però secondo me ci sono dei dettagli che potevano essere migliorati e che ti hanno già evidenziato negli altri commenti. Carina l’idea di partire con lui che cerca una compagna e poi la trovo quasi per caso, anche se forse mi aspettavo un ribaltamento più incisivo, colpa degli altri racconti che ho letto prima e che mi hanno fatto dire wow, colpa loro ahahah. In generale comunque un racconto piacevole da leggere.
Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
Ciao Corrado, mi sono un po’ persa, lo devo ammettere. Mi è piaciuto l’idea di fondo e come hai declinato il tema, però secondo me potevi calcare la mano sugli avvenimenti e lasciar da parte il discorso della nonna (così da recuperare dei caratteri). Però è intrigante, mi sarebbe piaciuto leggerlo senza problemi di limiti di caratteri. Comunque un buon lavoro.
Ollaig, di Guido Norzi
Ciao Guido, ammetto che per capire meglio il racconto sono andata a leggere i vari commenti. L’idea mi piace, a partire dal titolo, però il risultato non è ottimale, me ne dispiace. Secondo me da un’idea simile sviluppata con più caratteri e tempo potrebbe venire fuori una piccola chicca. Lo stile non mi intriga molto, ma mio gusto personale, nell’ottica del giallo però è coerente. Ti faccio comunque i miei complimenti :)

Buone feste a tutti! :)

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antico
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » mercoledì 25 dicembre 2024, 20:05

Oltre alla mia, dovete ancora ricevere altre tre classifiche.

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giulio.palmieri
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » mercoledì 25 dicembre 2024, 20:59

Salve gruppo. Allora, la classifica come al solito è stata soffertissima. A questo giro mi sono concentrato innanzitutto sulla centratura del tema e ho posto in zona alta i racconti che, sempre a mio avviso, hanno in primis centrato il tema in maniera immediata ed efficace. Mi dispiace di non aver potuto valorizzare di più quindi racconti con uno stile eccellente, però, insomma, ci saranno di sicuro altre occasioni. Alla prossima e auguri.

Ecco la classifica:


1. Cyber Coniuge, di Mario Pacchiarotti
2. Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
3. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
4. In Bloom, di Daniela Battistini
5. Avete fatto solo il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
6. Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D'Addabbo
7. La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
8. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
9. Ollaig, di Guido Norzi


Cyber Coniuge, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, piacere di leggerti. Doppio twist con ribaltamento finale, dall'ironia incredibile, visto che nella seconda scena è Antonio32 a giudicare Alessia (o Alexa?). Le dinamiche sono del tutto umane, a partire dalla carbonara con la panna, al dialogo sulla cyberconiuge. L'unico appunto è che, forse, nel dialogo centrale manca una piccola semina per aprire, in modo velato, al finale. Il racconto resta comunque incentrato sull'ironia ed è perfettamente autoconclusivo. Aderenza al tema ok. Complimenti. A rileggerci, auguri e buona edition.

Là fuori nel bosco, di Emiliano Maramonte
Ciao Emiliano, piacere di leggerti.
Be', la progressione del racconto è da paura. I protagonisti partono nel classico luogo delle fiabe, il bosco, fino a trovarsi attorniati da personaggi da fiaba (altro rimando incredibile) che ribaltano i ruoli dei cacciatori. Aderenza al tema perfetta. La frase "non erano richiami normali, c’era un ritmo, uno schema, come in una lingua dimenticata" fa presagire l'immersione in un luogo con leggi proprie, da cui i protagonisti non possono più fuggire. Forse, avresti potuto calare il tutto da subito nel genere horror, perché gli elementi ci sono tutti. Comunque, gran bel racconto. A rileggerci, auguri e buona edition.

La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
Ciao Laura, piacere di leggerti. Racconto ben equilibrato. Noto che le parti sono quasi speculari, e l'inversione dei ruoli centra il tema senza colpi di scena, semplicemente mantenendo il pdv tra prima e seconda parte. Forse, l'unica cosa che potrebbe migliorare il tutto (già autoconclusivo) è un segreto tra madre e figlia, qualcosa di semplice come un segreto familiare, che poi viene svelato alla fine. Però, ripeto, già così il tema è centrato e lo stile molto scorrevole. Complimenti. A rileggerci, auguri e buona edition.

In Bloom, di Daniela Battistini
Ciao Daniela, piacere di leggerti. Adesione al tema ok. Non più l'uomo che distrugge la natura, ma, al contrario, la natura che tramite i suoi germi prende ad abitare l'uomo, colonizzandolo. Intuizione geniale. Rilevo uno stacco nel flusso del racconto, che parte da: "...immediatamente in gola rinfrescandomi. Sento le prime urla non appena mi siedo sul divano. Poi un rumore...".
Mi spiego: si parte da immagini placide, di attesa, da atmosfera estiva, e in pochi passaggi ci si ritrova assediati dalla neve "nemica", in una progressione a mio avviso troppo sbrigativa. Il finale chiarisce l'aderenza al tema. Resta molto valida la resa dell'orrore di una vita vegetale che soppianta quella umana, l'orrore della protagonista di fronte allo spettacolo quasi ipnotico che le si prospetta davanti. Molto bello. A rileggerci, auguri e buona edition.

Avete fatto solo il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
Ciao Cristiano, piacere di leggerti. Il racconto si legge d'un fiato dall'inizio alla fine, e l'incipit fa immergere da subito, con pochissime parole, nella stanza del racconto. Ci si trova catapultati da subito nella storia, di fronte a un fatto ineluttabile. Nulla da dire sulla pulizia dello stile e sul ritmo (hai una capacità invidiabile di resa visiva delle immagini). L'unico punto che personalmente non mi risulta immediato è il finale, perché, non sapendo che non esiste la sindrome da soffocamento notturno, ho pensato che il ragazzino fosse morto per aver ingerito qualcosa di non commestibile che poi gli era rimasto in gola. Ho dovuto rileggere il racconto per comprendere a fondo l'aderenza al tema. Ad ogni modo, un buon racconto. A rileggerci, auguri e buona edition.

Una storia vecchia come il mondo, di Pietro D'Addabbo
Ciao Pietro, piacere di leggerti. Lavoro notevole, considerando il fatto che sei partito da premesse che mi hanno fatto pensare a qualcosa che avesse a che fare con la genetica, mentre l'icona dell'avatar lasciava poi presagire "semplicemente" un incontro inaspettato. La seconda parte è ben bilanciata, l'aderenza al tema non immediata. Qualche informazione in più sulle ricerche di Otto probabilmente avrebbe contribuito di più alla dinamica tra i due e al tema. Comunque un buon lavoro. A rileggerci, auguri e buona edition.

La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
Ciao Sara, piacere di leggerti. Allora. C'è uno stile e si nota la conoscenza dei legal-thriller e delle serie tv americane. Il conflitto centrale è ben individuato: un dilemma su un intervento sanitario e sulla valutazione dei tempi per portare un uomo in ospedale. Il contesto, a mio avviso, ad una seconda lettura presenta qualche problema: si sente l'aula di tribunale, ma è tutto giocato su una rievocazione e su un'assoluzione che arriva troppo repentina, come se tutto fosse un sogno. Il tema è raggiunto (un po' superficialmente) nella frase "La vittima di un innocente", ma è molto ad effetto (sebbene il conflitto sia valido) e mi chiedo se non sarebbe stato meglio mostrare l'impatto sociale di una eventuale condanna sulla famiglia dell'imputato, sempre per giocare di più sulla dinamica del contrario. Un buon lavoro con un contesto da rifinire, perché secondo me occorre lavorare sull'adrenalina di un'aula di tribunale, sui tempi giudiziari e sulle modalità del suo contesto. A rileggerci, auguri e buona edition.

Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
Ciao Corrado,
piacere di leggerti. Allora, si sente una certa influenza dei racconti fantastici sugli oggetti magici (vedi Stevenson o Buzzati). Parto dal tema che mi sembra un po' forzato, a fronte del fatto che il finale sembra aperto: non conosciamo l'effetto del quadretto bruciato, non abbiamo "esperienza" di cosa succede dopo. Personalmente sono rimasto con l'interrogativo. Il quadretto lo difendeva o attirava le maledizioni? Resta un nucleo narrativo di sicuro da espandere perché su tremila caratteri la vicenda risulta stretta. A rileggerci, auguri buona edition.

Ollaig, di Guido Norzi
Ciao Guido. Accidenti, hai scelto un obiettivo difficile. Un giallo in 3k caratteri con un tema individuato dalla struttura al contrario. Non so. Ottimo l'aver osato così tanto. Le motivazioni del personaggio non mi paiono ben individuate, e la dinamica si sviluppa sul veder uscire una persona dall'appartamento della vittima. Il mio consiglio è di cominciare a lavorare sulle frasi troppo lunghe (tipo "È proprio sicura di aver visto Giovanni Scraffoni uscire dall’appartamento della Sermonti alle ventidue e quaranta della sera dell’omicidio?") e cercare di semplificare la dinamica magari fino a ridurla ad una scelta, ad un singolo dilemma di scelta. A rileggerci, auguri e buona edition.

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Debora
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 26 dicembre 2024, 19:07

All'ultimo, eccomi con commenti e classifica. Racconti davvero molto belli e non me ne voglia nessuno per le ultime posizioni della classifica, nessuno le meritava per la qualità di quello che è stato scritto, ho scelto davvero per gusto personale che è assolutamente opinabile!

Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
Ciao Cristiano è sempre un piacere leggerti anche se questa volta hai scritto di un argomento che mi tocca particolarmente. Non ho grandi appunti sul tuo stile, sai davvero condensare in poche battute una scena molto definita. Unico neo, secondo me, è il finale che ho capito solo dopo averlo riletto e ancora mi erano rimasti dei dubbi dissipati solo dalle tue risposte qua sopra. Ma il racconto è ottimo, su quello non ci piove! Buona edition!

In Bloom, di Daniela Battistini
Carissima Daniela, questo racconto è proprio nel mio mood! Ho trovato molto indovinato come hai declinato il tema dando anche un senso e lanciando un messaggio molto forte: quanto ne abbiamo bisogno! Ci sono dei punti in cui cadi un po’ in un elenco di gesti che però possono essere funzionali al ritmo che volevi dare alla storia quindi non saprei se modificandoli il risultato migliorerebbe. Credo che andrà dritto dritto nel mio podio. Buona edition!

Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte
Ahhhh, Emiliano, che piacere leggerti! Sarà che la tua idea mi piace davvero molto (sono profondamente contraria alla caccia), sarà che quando i personaggi muoiono male sai che ci sguazzo :) Sarà che il tuo stile è impeccabile e in questo caso particolarmente evocativo, insomma questo racconto supera la prova alla grande! Complimenti e buona edition!

CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
Piacere di leggerti Mario. Il racconto mi è piaciuto e anche il gioco del ribaltamento finale. Ci sono dei però… In primis i dialoghi che, ok che sono tra un robot e un umano, e ti serviva creare quell’ambiguità che ingannasse l’autore, ma risultano comunque troppo macchinosi. E, come ti hanno fatto notare già sopra, c’è dell’incoerenza, delle cose che non tornano. Penso che un’idea come questa avesse bisogno di più tempo per essere curata per bene, tempo che in Minuti Contati purtroppo non abbiamo. Comunque è una buona prova soprattutto per l’idea di fondo.

Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
Pietro, felice di leggerti. Sai cosa mi piace di più di questo racconto? Il personaggio! Lo hai reso così bene e lo hai dipinto con dei toni così giusti che non si può che amarlo. Non avevo ben capito il nesso tra il suo lavoro, l’aiuto dato al collega e la donna dell’ascensore e mi aveva un po’ inquietato il passaggio in cui dice “Toccava tentare una delle cacce più ataviche, quella a una compagna” ma poi, rileggendo, ho capito che non aveva cattive intenzioni. Sono ancora in dubbio se il tema sia centrato o meno, boh… Comunque mi sono divertita a leggerti e questo è quello che conta! Buona edition!

Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
Ciao Corrado, piacere di leggerti. Allora il tuo racconto mi è piaciuto molto, io l’ho interpretato come se quel quadretto fosse una specie di protezione data dalla nonna appena morta (una specie di angelo custode) ma credo che la declinazione del tema stia proprio qui: è protezione o maledizione? Giusto? L’unica cosa che non mi torna è il cervo inciso nella chiesa del bosco, mi è sembrato un particolare forzato per giustificare la potenza del quadretto. Un buonissimo racconto comunque, credo che vada tra i primi posti della mia classifica.

La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
Ciao Sara, credo sia la prima volta che ti leggo ed è stato un piacere nonostante la storia drammatica che hai raccontato. Devo farti davvero i complimenti per lo stile che rende perfettamente la scena nonostante i pochi caratteri disponibili. C’è tuttavia qualche particolare che mi ha lasciata perplessa tipo il fatto che un medico soccorritore sia così lucido nel lasciare un ferito nella macchina perché, appunto, bisogna fare delle scelte difficili ma funzionali a salvare più vite possibili, e poi si accanisca sul messaggio cardiaco dell’altra persona ferita. Immagino che però non sia stato facile gestire un argomento così complesso in poche battute di un processo perciò il mio giudizio resta assolutamente positivo. Buona edition!

La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
Ciao Laura, ma sai che il tuo racconto mi ha fortemente emozionata? Sarà perché sono stata figlia amorevolmente accudita da una mamma che poi ho assistito negli ultimi suoi mesi di vita o sarà perché hai usato proprio le parole giuste, o per tutte e due le cose mi sa. Non ho appunti da farti, bel racconto, qualche piccola sbavatura qua e là perdonabili dalla resa finale dell’atmosfera di cura amorevole che sei riuscita a dare. Bellissimo racconto!

Ollaig, di Guido Norzi
Ciao Guido, piacere di leggerti. Hai scelto proprio un genere difficile per così poche battute e il risultato secondo me ne ha risentito. Forse anche solo riducendo i personaggi presenti nelle scene descritte avresti reso un po’ più chiaro il tutto. Mi è piaciuto comunque il tuo stile che avrebbe avuto sicuramente più risalto anche solo con un migliaio di battute in più. Per capire la centratura del tema ho dovuto leggere i commenti degli altri però ma questo forse dipende dal fatto che io mi ero fatta questa idea: che in realtà l’assassino fosse proprio il commissario e che quelle benedette scarpe nuove fossero il nesso che avrebbe svelato la verità. Ma sicuramente sono io troppo intricata! Buona edition!

Classifica

1. Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte
2. In Bloom, di Daniela Battistini
3. Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
4. La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
5. Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
6. La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
7. Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
8. CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
9. Ollaig, di Guido Norzi

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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#14 » giovedì 26 dicembre 2024, 21:00

Vi manca solo la mia classifica.

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antico
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Re: Gruppo ELSA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#15 » domenica 5 gennaio 2025, 18:10

Complimenti a tutti per la qualità media decisamente alta.

1) CyberConiuge, di Mario Pacchiarotti
Molto buono davvero con il plus della genialata del finale cui non avevo proprio pensato. Sempre il finale, però, ha anche delle problematiche che mi impediscono di arrivare alla valutazione massima perché non mi sembra così ottimizzato e anzi esposto con un po' di confusione con l'inserimento dei vari personaggi che parlano tra loro quando potevi gestirlo con il valutatore stesso, personaggio già presentato che poteva permetterti di risparmiare caratteri per concentrarti sulla vera essenza della conclusione. Niente di grave, siamo comunque su un pollice quasi su.
2) In Bloom, di Daniela Battistini
Un problema principale in questo racconto è il tema, anche se non sarà così incisivo nella mia valutazione. Mi spiego: ci sta e non ci sta perché se la Natura si ribella è perché è stata portata a farlo e quindi nella sua reazione sta la sua difesa. Ma tant'è: il tema può starci, soprattutto se non si pensa al fatto che esiste, appunto, la reazione. Approfitto di questo punto per sottolineare come qui non ci sia originalità: sono decenni che si scrive di Natura che reagisce, ma non è l'originalità che si cerca bensì un'ottima stesura. Il racconto è scritto molto bene, fa il suo compito senza strafare, ma lo fa e si prefigura come lettura piacevole. Forse si poteva calcare ancora di più la mano sulla questione legata all'immobilità della gente, questo vivere completamente slegati dal contesto: quest'aspetto c'è, ma lo avrei visto meglio ancora più enfatizzato. Ma detto questo: il tuo stile è ottima, sei in grande crescita e una di quelle penne in grado di rendere interessante qualunque idea. Per me siamo su un pollice quasi su e perdi dal parivalutato racconto di Pacchiarotti solo per la sua maggiore originalità.
3) Una storia, vecchia come il mondo, di Pietro D’Addabbo
Sì, c'è da sistemare la questione del genere del collega perché porta a non entrare subito in linea con quanto succede. Sul SEI UN MITO ho pensato in automatico che fosse una studentessa che ne apprezzava il lavoro quando invece è chiaro che fosse la collega che aveva aiutato, solo che non arriva perché ci si aspettava UN collega. Inezie, ma importanti in un racconto di tremila caratteri la cui parola d'ordine dev'essere immediatezza. Tutto il resto è davvero perfetto e ben equilibrato, per me è un pollice quasi su che sta dietro ai parivalutati solo per problematica quasi più strutturale (seppur facile da correggere).
4) La giornata può cominciare, di Laura Ciutto
Un racconto molto buono cui non assegno il massimo solo perché, ma è un problema insito alla sua struttura stessa, la seconda parte è come se finisse ben prima rispetto alla sua conclusione in quanto una volta compreso il ribaltamento il finale giunge senza sorprese e senza altro aggiungere. Ecco, la sfida per migliorare qui è quella di capire come renderlo interessante fino alla fine. Non sono d'accordo con la questione dei nomi, penso lo renderebbe meno universale e in più non li troverei per nulla funzionali. Il tema è rispettato alla grande. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante.
5) Avete solo fatto il vostro dovere e anche molto di più, di Cristiano Saccoccia
Il racconto non ha punti deboli, per come l'hai ragionato è un meccanismo bilanciato, una volta ancora dimostri la tua enorme capacità di controllo. Avrei però usato qualche parola in più (visto che ancora ne avevi) per portare il lettore più addentro alla scena, farci sentire ancora prima la povertà di quella casa, lavorare meglio sul senso di colpa di quei genitori (anche perché al lettore lo dici che il corpicino è pieno di lividi e giocare sul dubbio sarebbe stato molto efficace). Bene anche il tema. Fosse stata una duemila caratteri la valutazione sarebbe stata più alta, in questa size devo rilevare che la tua scelta è meno funzionale di quanto avrebbe dovuto essere, pur ribadendo con convinzione che il tuo controllo è top. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido e brillante, ma lo step in più sarebbero stati quei mille caratteri in più (che non dubito avresti usato al meglio).
6) Là fuori, nel bosco, di Emiliano Maramonte
Un buon racconto, questo è certo. Il problema di questo gruppo è l'alta qualità media e allora diventa necessità quella di analizzare ancora più a fondo. Qui conduci tutto bene, ma senza guizzi, tanto che si capisce ben presto dove si andrà a parare e questo, al netto della piacevolezza della lettura, è un problema. Poco horror, gli animali si mostrano tutti insieme, ma non tratteggi situazioni dal peso specifico rilevante, rimani passivo sull'idea iniziale. Male male, poi, gli scoiattoli con gli archi perché ti porta davvero a visualizzare Cip e Ciop e poi perché umanizzarli così tanto? Hanno denti formidabili, mordono e lo fanno con cattiveria. Ecco, se tu ci avessi mostrato una morte particolarmente efferrata senza limitarti al crvo che fa scempio avresti colto nel segno. E sulla conclusione, animaletti dolci che si fanno avanti con il bambino per invitarlo a fuggire per poi scagliarglisi contro. Cattiveria, questo racconto esigeva cattiveria per fare quello che doveva fare e forse tu, sotto questo aspetto, devi riuscire a premere ancora di più sull'acceleratore. Per me un pollice tendente al positivo in modo solido e quasi brillante.
7) La vittima di un innocente, di Bianchi Sara
Sì, che il protagonista si possa sentire colpevole è un qualcosa che non regge. Ho fatto per poco servizio di ambulanza (al posto del militare), ma mi è bastato per capire che no, la colpa è di chi ha estratto senza la procedura e se un professionista ci si sente allora lo si deve quanto meno inscrivere in un più ampio quadro psicologico (tipo una depressione). Per come lo hai raccontato nel testo, il senso di colpa non regge. Come regge poco un finale così sbrigativo con un giudice che decide così celermente. Il tema c'è, ma è viziato dalla problematica di fondo. Detto questo: hai una bella penna, sono molto curiosi di rileggerti. Come valutazione su su un pollice tendente al positivo anche se non in modo completamente solido e brillante.
8) Il dono di Hagmere, di Corrado Gioannini
La nonna non ha funzione in questo racconto se non quella di portarlo sul luogo da cui parte la vicenda: debole. Avrei preferito di grand lunga una necessità della nonna a tornare in quei luoghi legata a quello che poi succede al protagonista. Il demone credo se lo sia beccato in chiesa e il venditore sembra essere apparso proprio in risposta alla maledizione ricevuta e va bene, solo che non è stato esposto al meglio. A seguire, meglio fino al finale che però non mi convince riguardo alla sua scelta di bruciare un oggetto che lo sta salvando, avresti dovuto lavorare meglio su questo punto. La stessa cittadina, che hai citato anche nel titolo, non sembra avere funzione in tutto ciò, almeno non l'ho desunto dalla lettura. In definitiva, un racconto poco a fuoco, molto raccontato e con punti di svolta forzati. Succede. Pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante.
9) Ollaig, di Guido Norzi
Anche io sono stato confuso dalla strana progressione delle scarpe. Detto questo, è il tipico caso di racconto in cui si va in testa coda a causa della strategia scelta. In aggiunta, sei stato forse un po' troppo passivo limitandoti all'idea di base senza provare a osare e articolare oltre: non ci sono colpi di scena, lo sviluppo dei pg non è completamente efficace. Sei bravo e si vede, curiosissimo di vederti in azione nelle prossime edizioni. Direi un pollice tendente al positivo anche se non in modo solido e neppure brillante.

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