Mestiere di famiglia
- Taylor_Blackfyre
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Mestiere di famiglia
Il piccolo si sforzò di tenere il passo del nonno, che gli tirava il braccino per fargli fretta. Erba alta, arbusti e rami caduti, che l’uomo superava di slancio, parevano ai suoi occhi di undicenne ostacoli quasi insormontabili, che solo un piccolo eroe come lui poteva affrontare.
La salita era ripida e più si avvicinavano alla cima del colle, più l’aria diventava calda, acre, irrespirabile. Ma, per quanto il fumo gli bruciasse gli occhi, il bambino non avrebbe pianto. Voleva che il nonno fosse fiero di lui.
L’uomo gli lanciò un’occhiata e lo vide incespicare, ma non rallentò il passo.
«Coraggio, ci siamo quasi» lo spronò.
Il piccolo annuì e raddoppiò gli sforzi.
Ancora pochi minuti e uscirono dal bosco. L’aria era ormai satura di fumo, ma una volta raggiunta la cima del colle furono abbastanza in alto da potersi guardare intorno. L’uomo alzò il foulard che portava al collo per coprirsi bocca e naso e il piccolo lo imitò. Sapeva che il nonno faceva la cosa giusta in ogni momento e ammirava la durezza scolpita sul suo viso, i capelli grigi come l’acciaio, i baffi che gli davano l’aria di un attore da film in bianco e nero. Era forte e astuto e nessuno poteva batterlo. Lo vide portarsi agli occhi il binocolo che aveva al collo e fece lo stesso, cercando di puntare nella medesima direzione verso la collina di fronte.
L’incendio la stava divorando.
«Li vedi?» chiese l’uomo.
Il bambino mosse il binocolo, senza rispondere, e l’uomo allungò una mano per spostarglielo nella giusta direzione.
«Sì, ora li vedo.»
I pompieri si muovevano veloci e sicuri e affrontavano fiamme e scintille come se non ne avessero timore, come se fosse il fuoco a dover aver paura di loro. Avevano abbattuto tre file di alberi presso una mulattiera, ammassato le sterpaglie e scavato una piccola trincea alle proprie spalle ed erano pronti a incendiare tutto, così che, quando il fuoco li avesse raggiunti, non trovasse nulla con cui alimentarsi e fermasse la propria corsa.
«Cosa fanno?»
Il nonno lo guardò e il bambino sentì il peso del suo sguardo.
«Combattono il fuoco con il fuoco. È quello che faccio io e che dovrai imparare a fare tu. È il compito della nostra famiglia, fin dove affondano le sue radici: combattere il male con il male.»
La salita era ripida e più si avvicinavano alla cima del colle, più l’aria diventava calda, acre, irrespirabile. Ma, per quanto il fumo gli bruciasse gli occhi, il bambino non avrebbe pianto. Voleva che il nonno fosse fiero di lui.
L’uomo gli lanciò un’occhiata e lo vide incespicare, ma non rallentò il passo.
«Coraggio, ci siamo quasi» lo spronò.
Il piccolo annuì e raddoppiò gli sforzi.
Ancora pochi minuti e uscirono dal bosco. L’aria era ormai satura di fumo, ma una volta raggiunta la cima del colle furono abbastanza in alto da potersi guardare intorno. L’uomo alzò il foulard che portava al collo per coprirsi bocca e naso e il piccolo lo imitò. Sapeva che il nonno faceva la cosa giusta in ogni momento e ammirava la durezza scolpita sul suo viso, i capelli grigi come l’acciaio, i baffi che gli davano l’aria di un attore da film in bianco e nero. Era forte e astuto e nessuno poteva batterlo. Lo vide portarsi agli occhi il binocolo che aveva al collo e fece lo stesso, cercando di puntare nella medesima direzione verso la collina di fronte.
L’incendio la stava divorando.
«Li vedi?» chiese l’uomo.
Il bambino mosse il binocolo, senza rispondere, e l’uomo allungò una mano per spostarglielo nella giusta direzione.
«Sì, ora li vedo.»
I pompieri si muovevano veloci e sicuri e affrontavano fiamme e scintille come se non ne avessero timore, come se fosse il fuoco a dover aver paura di loro. Avevano abbattuto tre file di alberi presso una mulattiera, ammassato le sterpaglie e scavato una piccola trincea alle proprie spalle ed erano pronti a incendiare tutto, così che, quando il fuoco li avesse raggiunti, non trovasse nulla con cui alimentarsi e fermasse la propria corsa.
«Cosa fanno?»
Il nonno lo guardò e il bambino sentì il peso del suo sguardo.
«Combattono il fuoco con il fuoco. È quello che faccio io e che dovrai imparare a fare tu. È il compito della nostra famiglia, fin dove affondano le sue radici: combattere il male con il male.»
Re: Mestiere di famiglia
Ciao Taylor! Tutto ok con i parametri, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!
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Re: Mestiere di famiglia
Tema centrato. Il mestiere di famiglia è combattere il male con il male, ed è questa la lezione che il nonno da al piccolo nipote, facendolo assistere a un incendio sulla collina, domato dai pompieri ricorrendo al fuoco e allo scavo di buche. Storia molto ben scritta, in pochi caratteri rendi con efficacia lo stato d’animo del piccolo che non intende cedere alle lacrime davanti al nonno.
- matt_heels
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Re: Mestiere di famiglia
Taylor_Blackfyre ha scritto:Il piccolo si sforzò di tenere il passo del nonno, che gli tirava il braccino per fargli fretta. Erba alta, arbusti e rami caduti, che l’uomo superava di slancio, parevano ai suoi occhi di undicenne ostacoli quasi insormontabili, che solo un piccolo eroe come lui poteva affrontare.
La salita era ripida e più si avvicinavano alla cima del colle, più l’aria diventava calda, acre, irrespirabile. Ma, per quanto il fumo gli bruciasse gli occhi, il bambino non avrebbe pianto. Voleva che il nonno fosse fiero di lui.
L’uomo gli lanciò un’occhiata e lo vide incespicare, ma non rallentò il passo.
«Coraggio, ci siamo quasi» lo spronò.
Il piccolo annuì e raddoppiò gli sforzi.
Ancora pochi minuti e uscirono dal bosco. L’aria era ormai satura di fumo, ma una volta raggiunta la cima del colle furono abbastanza in alto da potersi guardare intorno. L’uomo alzò il foulard che portava al collo per coprirsi bocca e naso e il piccolo lo imitò. Sapeva che il nonno faceva la cosa giusta in ogni momento e ammirava la durezza scolpita sul suo viso, i capelli grigi come l’acciaio, i baffi che gli davano l’aria di un attore da film in bianco e nero. Era forte e astuto e nessuno poteva batterlo. Lo vide portarsi agli occhi il binocolo che aveva al collo e fece lo stesso, cercando di puntare nella medesima direzione verso la collina di fronte.
L’incendio la stava divorando.
«Li vedi?» chiese l’uomo.
Il bambino mosse il binocolo, senza rispondere, e l’uomo allungò una mano per spostarglielo nella giusta direzione.
«Sì, ora li vedo.»
I pompieri si muovevano veloci e sicuri e affrontavano fiamme e scintille come se non ne avessero timore, come se fosse il fuoco a dover aver paura di loro. Avevano abbattuto tre file di alberi presso una mulattiera, ammassato le sterpaglie e scavato una piccola trincea alle proprie spalle ed erano pronti a incendiare tutto, così che, quando il fuoco li avesse raggiunti, non trovasse nulla con cui alimentarsi e fermasse la propria corsa.
«Cosa fanno?»
Il nonno lo guardò e il bambino sentì il peso del suo sguardo.
«Combattono il fuoco con il fuoco. È quello che faccio io e che dovrai imparare a fare tu. È il compito della nostra famiglia, fin dove affondano le sue radici: combattere il male con il male.»
Ciao Taylor!
Il racconto è scritto con una prosa efficace e scorrevole, palpabile e/o evocativa quando serve, senza inciampi. Quindi, molto bene, anzi benissimo!
Per quanto riguarda l'aderenza al tema, pur apprezzando il taglio delicato che hai voluto dare alla declinazione, l'ho trovata meno forte di quanto potessi aspettarmi. Il nonno e il nipote fanno parte di una famiglia di eroi - supereroi, superuomini? - ma per tutto il racconto li vediamo scarpinare su una collina come escursionisti qualsiasi, senza che emerga nessuna caratteristica "speciale", se non la forza e l'astuzia del nonno, che però ci vengono solo narrate e non mostrate. Il finale mi è piaciuto molto, col paragone "fuoco contro fuoco" e i pompieri che resistono strenuamente, tuttavia, a mio parere, avrebbe reso di più se preceduto da qualche semina ben innestata su questa "famiglia di eroi". Niente di esagerato, qualche dettaglio.
Nel complesso resta un'ottima prova che denota una grande padronanza nella costruzione della scena. Momento preferito, sicuramente la descrizione dei pompieri che resistono all'incendio. Paragrafo superlativo. Complimenti!
- Taylor_Blackfyre
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Re: Mestiere di famiglia
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Il mestiere di famiglia è combattere il male con il male, ed è questa la lezione che il nonno da al piccolo nipote, facendolo assistere a un incendio sulla collina, domato dai pompieri ricorrendo al fuoco e allo scavo di buche. Storia molto ben scritta, in pochi caratteri rendi con efficacia lo stato d’animo del piccolo che non intende cedere alle lacrime davanti al nonno.
Ciao Alexandra, grazie! Sempre la prima a commentare! XD
- Taylor_Blackfyre
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Re: Mestiere di famiglia
matt_heels ha scritto:Ciao Taylor!
Il racconto è scritto con una prosa efficace e scorrevole, palpabile e/o evocativa quando serve, senza inciampi. Quindi, molto bene, anzi benissimo!
Per quanto riguarda l'aderenza al tema, pur apprezzando il taglio delicato che hai voluto dare alla declinazione, l'ho trovata meno forte di quanto potessi aspettarmi. Il nonno e il nipote fanno parte di una famiglia di eroi - supereroi, superuomini? - ma per tutto il racconto li vediamo scarpinare su una collina come escursionisti qualsiasi, senza che emerga nessuna caratteristica "speciale", se non la forza e l'astuzia del nonno, che però ci vengono solo narrate e non mostrate. Il finale mi è piaciuto molto, col paragone "fuoco contro fuoco" e i pompieri che resistono strenuamente, tuttavia, a mio parere, avrebbe reso di più se preceduto da qualche semina ben innestata su questa "famiglia di eroi". Niente di esagerato, qualche dettaglio.
Nel complesso resta un'ottima prova che denota una grande padronanza nella costruzione della scena. Momento preferito, sicuramente la descrizione dei pompieri che resistono all'incendio. Paragrafo superlativo. Complimenti!
Ciao Matt,
credo che sia la prima volta che ci incrociamo, piacere di conoscerti :D
Sono felice la scena ti sia piaciuta, ho avuto pochissimo tempo ed è più breve di quanto avrebbe potuto essere, un po' più di semina ci poteva stare. La vedo un po' come il prologo di un racconto, più che una cosa fine a se stessa. Riguardo "l'eroismo", credo sia una famiglia "normale" che lotta in modo cruento contro le forze oscure, senza superpoteri. Il preambolo che ho immaginato, senza scriverlo, è che dopo la morte del figlio il nonno abbia deciso di iniziare l'addestramento del nipote, che già lo ammira. Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, buona edition!
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Re: Mestiere di famiglia
Ciao Taylor e ben tornato nell'arena. Mi dispiace che hai scritto in velocità. Il tuo racconto è molto semplice rispetto agli altri che ho letto, ma ho apprezzato molto l'idea del richiamo delle radici attraverso un lavoro condiviso. Tuttavia avrei anche spinto di più in questa direzione. Avrei piantato meglio la volontà nel bambino, quella convinzione che anche lui, da grande, sarebbe stato un eroe, e avrebbe seguito le orme del nonno. Magari i genitori del bambino potevano essere appunto tra i pompieri che stanno spegnendo l'incendio, il bambino poteva essere preoccupato per loro, il nonno lo avrebbe confortato ecc ecc... Ho letto nella tua risposta, poi, che il padre del bambino poteva essere morto in un incendio. Beh ci sta come idea! Avrebbe reso tutto molto più vivido e di impatto a livello emotivo se lo mettevi anche nel testo. La prima parte si concentra quasi tutta sul fatto di arrivare su questa altura per vedere i pompieri all'opera e, secondo me, porta via troppo spazio al vero focus del racconto. L'avrei ridotta, per appunto lasciare più spazio al lavoro dei pompieri e magari fornire un indizio su come poteva essere stato scatenato quell’incendio, se per colpa di qualche piromane o per cause più naturali. E per lo sviluppo di un background dei personaggi.
La conclusione con la frase del nonno però l’ho adorata. Davvero ben pensata.
In bocca al lupo per la gara!
La conclusione con la frase del nonno però l’ho adorata. Davvero ben pensata.
In bocca al lupo per la gara!
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Re: Mestiere di famiglia
Ciao Taylor!
Secondo me il tema ti ha messo un po' in difficoltà (come a molti, incluso il sottoscritto). Il racconto scorre bene, anche se è un po' esterno, e passa l'ammirazione del bambino nei confronti di questo nonno invincibile... però poi? Salgono in cima, vedono i pompieri, frase criptica, chiusa. Sono loro che hanno appiccato l'incendio? Sono una sorta di vigilanti che uccidono i criminali? Sono semplicemente serial killer? Il finale aperto ci sta, ma deve avere una rosa limitata di interpretazioni, e invece qui mi sembra un po' buttato lì.
In generale direi che mi è mancato qualcosa, forse mi sarebbe servito un guizzo o una spiegazione in più per renderlo memorabile.
Secondo me il tema ti ha messo un po' in difficoltà (come a molti, incluso il sottoscritto). Il racconto scorre bene, anche se è un po' esterno, e passa l'ammirazione del bambino nei confronti di questo nonno invincibile... però poi? Salgono in cima, vedono i pompieri, frase criptica, chiusa. Sono loro che hanno appiccato l'incendio? Sono una sorta di vigilanti che uccidono i criminali? Sono semplicemente serial killer? Il finale aperto ci sta, ma deve avere una rosa limitata di interpretazioni, e invece qui mi sembra un po' buttato lì.
In generale direi che mi è mancato qualcosa, forse mi sarebbe servito un guizzo o una spiegazione in più per renderlo memorabile.
Re: Mestiere di famiglia
Ciao, Taylor.
Ho sentimenti contrastanti sul tuo racconto. Vediamo prima quelli positivi. Il racconto è ben scritto, racconta un piccolo episodio e ruota intorno al rapporto del bimbo con il nonno. Tutto è costruito per dare un messaggio finale. Tecnicamente la cosa funziona, lo stile è buono, la storia si legge. Quello che invece non mi convince è proprio il messaggio. Prima di tutto perché ci lascia un po' in sospensione, come a dire: che intendi, che fai, perché? Anticipo che io faccio la recensione prima di leggere quelle degli altri, perciò se hai già risposto ti leggero successivamente. Ma in sintesi credo che avessi anche un po' di spazio in più da usare per farci capire un pochino che cosa intendesse il nonno. Alla prossima.
Ho sentimenti contrastanti sul tuo racconto. Vediamo prima quelli positivi. Il racconto è ben scritto, racconta un piccolo episodio e ruota intorno al rapporto del bimbo con il nonno. Tutto è costruito per dare un messaggio finale. Tecnicamente la cosa funziona, lo stile è buono, la storia si legge. Quello che invece non mi convince è proprio il messaggio. Prima di tutto perché ci lascia un po' in sospensione, come a dire: che intendi, che fai, perché? Anticipo che io faccio la recensione prima di leggere quelle degli altri, perciò se hai già risposto ti leggero successivamente. Ma in sintesi credo che avessi anche un po' di spazio in più da usare per farci capire un pochino che cosa intendesse il nonno. Alla prossima.
Re: Mestiere di famiglia
Ho ansimato con il bambino durante la salita, tirato dal nonno...immagine resa benissimo, non capivo come potesse, salendo, l'aria diventare più calda quando, solitamente, è il contrario ma il gesto di alzare il foulard al collo ha reso tutto credibilissimo.
Anche i pompieri che cercano di arginare il fuoco...la frase finale poi è indimenticabile, Ottimo lavoro
Anche i pompieri che cercano di arginare il fuoco...la frase finale poi è indimenticabile, Ottimo lavoro
Re: Mestiere di famiglia
Ciao Taylor, piacere di leggerti.
Il tema e’ stato centrato. In questo caso le radici non affondano in qualcuno o qualcosa ma nel futuro, con il tramandare un mestiere di generazione in generazione. La forza e la tenacia sia del nonno che del bambino sono mostrate bene per tutto il racconto. Breve ma intensa anche l’azione dei pompieri. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo con la bella chiusura del combattere il fuoco con il fuoco e il male con il male.
Buona Edition!
Il tema e’ stato centrato. In questo caso le radici non affondano in qualcuno o qualcosa ma nel futuro, con il tramandare un mestiere di generazione in generazione. La forza e la tenacia sia del nonno che del bambino sono mostrate bene per tutto il racconto. Breve ma intensa anche l’azione dei pompieri. Buono lo stile, appropriato il lessico e scorrevole il ritmo con la bella chiusura del combattere il fuoco con il fuoco e il male con il male.
Buona Edition!
- CristianoSaccoccia
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Re: Mestiere di famiglia
Per i miei gusti il racconto funziona, ben congegnato e interessante. Sicuramente nella parte medio-alta della classifica. Il male che sconfigge il male è sempre accattivante per me e il tema delle radici per me funziona comunque. Unico difetto, avrei allungato il tutto per approfondire con certi dialoghi il legame familiare tra i due. Ma va bene, sono comunque accontentato.
- Taylor_Blackfyre
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Re: Mestiere di famiglia
Ciao a tutti e grazie per i commenti.
Sono d'accordo che con qualche parola in più sarebbe stato un lavoro migliore, purtroppo non ne ho proprio avuto il tempo. La mia idea per questo racconto era di creare una specie di prologo, di background per il personaggio. La famiglia del bambino si occupa da sempre di combattere il male e il nonno ha deciso che era il momento di iniziare l'addestramento del nipote, forse (per me sì, ma non c'è scritto da nessuna parte) in seguito alla morte del padre del bambino in un recente scontro. Ho costruito tutto intorno al parallelismo della frase finale, con il nonno che voleva dare una dimostrazione pratica, abbastanza potente perché al piccolo rimanesse impressa, di cosa lo aspettava. Certo un po' di contesto non avrebbe fatto male, anche se - a livello pratico - avrebbe creato qualche problema di struttura. La prima parte deve seguire la fatica dell'ascesa attraverso gli occhi del bambino per poi arrivare alla "rivelazione" finale del perché il nonno lo porti lì, mentre continuare dopo la frase del nonno con flashback o altre spiegazioni avrebbe indebolito la frase del nonno. Forse avrebbe potuto fare un discorso più lungo, parlargli di suo padre e della famiglia e poi chiudere così. Comunque, grazie e buona edition a tutti!
Sono d'accordo che con qualche parola in più sarebbe stato un lavoro migliore, purtroppo non ne ho proprio avuto il tempo. La mia idea per questo racconto era di creare una specie di prologo, di background per il personaggio. La famiglia del bambino si occupa da sempre di combattere il male e il nonno ha deciso che era il momento di iniziare l'addestramento del nipote, forse (per me sì, ma non c'è scritto da nessuna parte) in seguito alla morte del padre del bambino in un recente scontro. Ho costruito tutto intorno al parallelismo della frase finale, con il nonno che voleva dare una dimostrazione pratica, abbastanza potente perché al piccolo rimanesse impressa, di cosa lo aspettava. Certo un po' di contesto non avrebbe fatto male, anche se - a livello pratico - avrebbe creato qualche problema di struttura. La prima parte deve seguire la fatica dell'ascesa attraverso gli occhi del bambino per poi arrivare alla "rivelazione" finale del perché il nonno lo porti lì, mentre continuare dopo la frase del nonno con flashback o altre spiegazioni avrebbe indebolito la frase del nonno. Forse avrebbe potuto fare un discorso più lungo, parlargli di suo padre e della famiglia e poi chiudere così. Comunque, grazie e buona edition a tutti!
Re: Mestiere di famiglia
Un racconto troppo breve per quello che volevi raccontare, semplicemente non sei riuscito a farlo mancando totalmente il background che avrebbe aiutato il lettore a dare un senso al discorso finale del nonno. Ma ora mi chiedo: con le tue qualità (quello che c'è si legge superbene) avresti ottenuto un risultatone se tu avessi deciso di cambiare in corsa, perché non l'hai valutato rimanendo, evidentemente, alla tua idea originaria? Sarebbe stato semplice: il nonno era un piromane, il bimbo adorante ne avrebbe seguito le orme e si sono arrampicati sulla vicina collina per vedere come i pompieri sconfiggevano il frutto del loro lavoro per migliorare la volta successiva. Il tema? Fin dove affondano le radici del male e il nonno le stavasistemando per benino nel nipote. Allo stato attuale per me si tratta di un pollice ni pur con la sottolineatura che ciò che c'è è più che godibile.
- Taylor_Blackfyre
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Re: Mestiere di famiglia
Bella idea, non avevo pensato al nonno piromane ma sarebbe stato divertente! Grazie, Antico!
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