Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Il respiro si faceva più rapido e urgente, come la sveglia della mattina che si accorge di essere ignorata e alza il volume. Odiavo la sveglia della mattina. Misi male il piede a terra. Il bastone mi impedì di cadere ma nulla potè contro il mio desiderio di imprecare.
Per fortuna nonno non sentì, o forse decise di ignorarmi. Era probabile che anche lui avesse dissacrato questi luoghi, durante le sue passeggiate.
Sicuramente aveva imparato a muoversi con leggiadria, nonostante i suoi ottant’anni, camminando a passo sicuro, quasi fosse sospinto dal vento.
E invece, l’unica cosa che il vento stava portando erano dei nuvoloni carichi di pioggia, a giudicare dal colore delle masse lanose che si avvicinavano.
Osservai nonno in cima alla collina, le mani appoggiate ai fianchi e i gomiti larghi. Assomigliava proprio a lui.
Non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia.
Mi avvicinai. Per colpa dell’erba alta, non mi ero accorto che a terra, ai suoi piedi, c’era un grande masso piatto, una specie di tombino di pietra.
“Nonno che cos..” Mi fermò subito, alzando la mano destra. Questa volta, un gesto che ricordava loro.
Pensai al tatuaggio, sotto la manica della felpa. Nessuno avrebbe approvato, ma non mi importava. A sedici anni, un ragazzo sarà pur libero di fare quello che vuole.
Sulla pietra era incisa una scritta sghemba, con lettere troppo spesse e deformate:
Massimo Anzi
1915 - 1933
“Io e Massimo eravamo inseparabili, sin dalle elementari. Ginetto e Bareta. Lui era Bareta per colpa di quel cappellino che portava in testa, estate e inverno. La Bruna, sua mamma, non ha mai voluto sentire storie.”
Ma che cazzo me ne frega di Massimo Bareta, nonno!
“Li abbiamo visto arrivare insieme gli anni bui, sai? Li abbiamo visti arrivare e prendersi tanti di noi. Erano i ragazzi che fino al giorno prima prendevi in giro, a scuola perché magari ripetevano l’anno. Un giorno erano da soli e il giorno dopo arrivavano in quattro. E ti picchiavano” La sua mascella ebbe un leggero tremolio mentre delle lacrime uscivano dalle palpebre per andare a morire sulla sua barba.
Scese la prima pioggia, prima rada, poi sempre più fitta. Iniziò a riempire la pietra di circoletti scuri, finché la singola goccia fu indistinguibile dalla massa e tutto il nome di Massimo ne fu ricoperto. Passai una mano sul mio cranio rasato. Era sembrato figo farlo, appena una settimana prima.
“Quelli che davano l’ordine di picchiare invece li riconoscevi da lontano, sembravano pronti da anni a questo. Loro non li uccidevano i Massimo, li mandavano ad uccidere.”
Strinsi il braccio con il tatuaggio della svastica e sentii il Nylon che lo proteggeva scricchiolare. Che cazzo mi era venuto in mente? Ora non me lo sarei più dovuto togliere.
“Riconosco il vento dell’odio che soffia oggi, è lo stesso che ottant’anni fa piegava i tronchi più leggeri e li sradicava. E sai cosa succede, Mario, in questi casi? Che le foglie si mescolano alla terra e diventano fanghiglia, perdendosi per sempre.” pestò il piede, quasi ne avesse visto una e volesse schiacciarla.
Tenevo gli occhI fissi sui fili d’erba, alla ricerca di spiragli da cui vedere la terra inumidrsi. Non avevo il coraggio di guardare verso nonno né tantomeno verso il ricordo del suo amico.
“L’unico modo che abbiamo di sopravvivere al vento dell’odio è rafforzare le nostre radici, ancorarci alla terra a cui apparteniamo. Per questo voglio che tu mi faccia una promessa: anche quando io sarò morto, verrai qui ogni anno e ripasserai il nome di Massimo su questa pietra, perché non venga mai dimenticato.”
“Nonno ma che stai dicendo, non dire queste…” un dito indice si interruppe dritto e teso sul suo petto. Nonno ora mi guardava, la luce negli occhi tremolava a causa delle lacrime, ma era viva come non l’avevo mai vista.
“Prometti. Per non essere mai sradicato via.” Il tono della voce, spezzato dal pianto, mi colpì come un pugno nello stomaco.
“Te lo prometto” singhiozzai aggrappandomi alla sua spalla. Te lo prometto Massimo.
Per fortuna nonno non sentì, o forse decise di ignorarmi. Era probabile che anche lui avesse dissacrato questi luoghi, durante le sue passeggiate.
Sicuramente aveva imparato a muoversi con leggiadria, nonostante i suoi ottant’anni, camminando a passo sicuro, quasi fosse sospinto dal vento.
E invece, l’unica cosa che il vento stava portando erano dei nuvoloni carichi di pioggia, a giudicare dal colore delle masse lanose che si avvicinavano.
Osservai nonno in cima alla collina, le mani appoggiate ai fianchi e i gomiti larghi. Assomigliava proprio a lui.
Non avrei mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia.
Mi avvicinai. Per colpa dell’erba alta, non mi ero accorto che a terra, ai suoi piedi, c’era un grande masso piatto, una specie di tombino di pietra.
“Nonno che cos..” Mi fermò subito, alzando la mano destra. Questa volta, un gesto che ricordava loro.
Pensai al tatuaggio, sotto la manica della felpa. Nessuno avrebbe approvato, ma non mi importava. A sedici anni, un ragazzo sarà pur libero di fare quello che vuole.
Sulla pietra era incisa una scritta sghemba, con lettere troppo spesse e deformate:
Massimo Anzi
1915 - 1933
“Io e Massimo eravamo inseparabili, sin dalle elementari. Ginetto e Bareta. Lui era Bareta per colpa di quel cappellino che portava in testa, estate e inverno. La Bruna, sua mamma, non ha mai voluto sentire storie.”
Ma che cazzo me ne frega di Massimo Bareta, nonno!
“Li abbiamo visto arrivare insieme gli anni bui, sai? Li abbiamo visti arrivare e prendersi tanti di noi. Erano i ragazzi che fino al giorno prima prendevi in giro, a scuola perché magari ripetevano l’anno. Un giorno erano da soli e il giorno dopo arrivavano in quattro. E ti picchiavano” La sua mascella ebbe un leggero tremolio mentre delle lacrime uscivano dalle palpebre per andare a morire sulla sua barba.
Scese la prima pioggia, prima rada, poi sempre più fitta. Iniziò a riempire la pietra di circoletti scuri, finché la singola goccia fu indistinguibile dalla massa e tutto il nome di Massimo ne fu ricoperto. Passai una mano sul mio cranio rasato. Era sembrato figo farlo, appena una settimana prima.
“Quelli che davano l’ordine di picchiare invece li riconoscevi da lontano, sembravano pronti da anni a questo. Loro non li uccidevano i Massimo, li mandavano ad uccidere.”
Strinsi il braccio con il tatuaggio della svastica e sentii il Nylon che lo proteggeva scricchiolare. Che cazzo mi era venuto in mente? Ora non me lo sarei più dovuto togliere.
“Riconosco il vento dell’odio che soffia oggi, è lo stesso che ottant’anni fa piegava i tronchi più leggeri e li sradicava. E sai cosa succede, Mario, in questi casi? Che le foglie si mescolano alla terra e diventano fanghiglia, perdendosi per sempre.” pestò il piede, quasi ne avesse visto una e volesse schiacciarla.
Tenevo gli occhI fissi sui fili d’erba, alla ricerca di spiragli da cui vedere la terra inumidrsi. Non avevo il coraggio di guardare verso nonno né tantomeno verso il ricordo del suo amico.
“L’unico modo che abbiamo di sopravvivere al vento dell’odio è rafforzare le nostre radici, ancorarci alla terra a cui apparteniamo. Per questo voglio che tu mi faccia una promessa: anche quando io sarò morto, verrai qui ogni anno e ripasserai il nome di Massimo su questa pietra, perché non venga mai dimenticato.”
“Nonno ma che stai dicendo, non dire queste…” un dito indice si interruppe dritto e teso sul suo petto. Nonno ora mi guardava, la luce negli occhi tremolava a causa delle lacrime, ma era viva come non l’avevo mai vista.
“Prometti. Per non essere mai sradicato via.” Il tono della voce, spezzato dal pianto, mi colpì come un pugno nello stomaco.
“Te lo prometto” singhiozzai aggrappandomi alla sua spalla. Te lo prometto Massimo.
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo! Tutto ok con caratteri e tempo, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
antico ha scritto:Ciao Jacopo! Tutto ok con caratteri e tempo, buona GIORGIA D'AVERSA EDITION!
Grazie!
- Signor_Darcy
- Messaggi: 356
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo.
Racconto tristemente attuale, che risponde al tema della sfida e suscita più di un timore verso il futuro.
Poco da dire su stile e costruzione dello scritto, fila bene, senza particolari punti di inciampo. Qualche dettaglio logico minore ti è sfuggito, tipo il nonno che non ha sentito l’imprecazione (e quindi è vicino al protagonista) e un attimo dopo è in cima alla collina, lontano.
Particolare il dettaglio della somiglianza fisica – quantomeno immaginata dal ragazzo – tra il nonno e lui. Ben gestito nonostante i pochi caratteri a disposizione quel minimo di arco di trasformazione per il sedicenne.
Racconto tristemente attuale, che risponde al tema della sfida e suscita più di un timore verso il futuro.
Poco da dire su stile e costruzione dello scritto, fila bene, senza particolari punti di inciampo. Qualche dettaglio logico minore ti è sfuggito, tipo il nonno che non ha sentito l’imprecazione (e quindi è vicino al protagonista) e un attimo dopo è in cima alla collina, lontano.
Particolare il dettaglio della somiglianza fisica – quantomeno immaginata dal ragazzo – tra il nonno e lui. Ben gestito nonostante i pochi caratteri a disposizione quel minimo di arco di trasformazione per il sedicenne.
- BloodyWolf95
- Messaggi: 26
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao!
Tema centrato.
Allora lo scritto è scorrevole e si lascia leggere, ho incontrato dei problemini a livello tecnico, ma sono cose che con una rilettura possono essere sistemati. Ho notato un paio di errori grammaticali tra cui manca un punca uno dei puntini di sospensione e ti è partita una lettura maiuscola in una parola.
Per il resto è un testo molto carino, forse la realizzazione del pg che capisce di aver fatto una cavolata con il tatuaggio, ma per il resto mi piace.
Tema centrato.
Allora lo scritto è scorrevole e si lascia leggere, ho incontrato dei problemini a livello tecnico, ma sono cose che con una rilettura possono essere sistemati. Ho notato un paio di errori grammaticali tra cui manca un punca uno dei puntini di sospensione e ti è partita una lettura maiuscola in una parola.
Per il resto è un testo molto carino, forse la realizzazione del pg che capisce di aver fatto una cavolata con il tatuaggio, ma per il resto mi piace.
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Signor_Darcy ha scritto:Ciao Jacopo.
Racconto tristemente attuale, che risponde al tema della sfida e suscita più di un timore verso il futuro.
Poco da dire su stile e costruzione dello scritto, fila bene, senza particolari punti di inciampo. Qualche dettaglio logico minore ti è sfuggito, tipo il nonno che non ha sentito l’imprecazione (e quindi è vicino al protagonista) e un attimo dopo è in cima alla collina, lontano.
Particolare il dettaglio della somiglianza fisica – quantomeno immaginata dal ragazzo – tra il nonno e lui. Ben gestito nonostante i pochi caratteri a disposizione quel minimo di arco di trasformazione per il sedicenne.
Ti ringraziano molto per le parole! Effettivamente il nonno più che “un po’ sordo” poteva essere “un po’ distante”. Purtroppo in quel punto ho dovuto tagliare rispetto all’idea originale per colpa del limite dei caratteri.
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
BloodyWolf95 ha scritto:Ciao!
Tema centrato.
Allora lo scritto è scorrevole e si lascia leggere, ho incontrato dei problemini a livello tecnico, ma sono cose che con una rilettura possono essere sistemati. Ho notato un paio di errori grammaticali tra cui manca un punca uno dei puntini di sospensione e ti è partita una lettura maiuscola in una parola.
Per il resto è un testo molto carino, forse la realizzazione del pg che capisce di aver fatto una cavolata con il tatuaggio, ma per il resto mi piace.
Ciao! Grazie mille! Mi dispiace per gli errori di grammatica. Ho avuto un vuoto totale fino quasi alle 23:00 e mi sono trovato a scriverlo veramente tardi. Devo essere sincero, dopo la prima rilettura ho inviato perché ero stanco morto :) cercherò di resistere la prossima volta e fare un piccolo sforzo per una lettura aggiuntiva :)
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo!
Ho avuto un po’ di perplessità nel capire in che modo si svolgesse la scena appena dopo il risveglio; è come se, da che il protagonista e il nonno si trovavano all’interno di una casa, all’improvviso sono iniziate le vicende all’infuori. Allo stesso modo, leggendo «Osservai nonno in cima alla collina» mi è subito venuto da pensare che il protagonista lo guardava da una certa distanza, ma poi i dettagli dello svolgimento hanno invece confermato che fossero vicini (o forse il protagonista lo ha raggiunto dopo).
In ogni caso, continuare la lettura mi ha fatto lasciare alle spalle queste perplessità, per il modo competente in cui hai scritto questo racconto, con descrizioni ben fatte di un argomento che commuove e fa riflettere.
Può sembrare comune trattare il tema dal punto di vista delle radici legate alla terra a cui apparteniamo, come hai fatto tu, ma non è scontato, forse non a tutti sarebbe venuto in mente in così poco tempo.
Ho avuto un po’ di perplessità nel capire in che modo si svolgesse la scena appena dopo il risveglio; è come se, da che il protagonista e il nonno si trovavano all’interno di una casa, all’improvviso sono iniziate le vicende all’infuori. Allo stesso modo, leggendo «Osservai nonno in cima alla collina» mi è subito venuto da pensare che il protagonista lo guardava da una certa distanza, ma poi i dettagli dello svolgimento hanno invece confermato che fossero vicini (o forse il protagonista lo ha raggiunto dopo).
In ogni caso, continuare la lettura mi ha fatto lasciare alle spalle queste perplessità, per il modo competente in cui hai scritto questo racconto, con descrizioni ben fatte di un argomento che commuove e fa riflettere.
Può sembrare comune trattare il tema dal punto di vista delle radici legate alla terra a cui apparteniamo, come hai fatto tu, ma non è scontato, forse non a tutti sarebbe venuto in mente in così poco tempo.
Francesco Michele Forciniti
- Mauro Bennici
- Messaggi: 175
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo,
Ottimo racconto, il messaggio arriva limpido e deciso. In fase di revisione metterei meglio in evidenza il dove si trovano e come inizia lo scontro.
Forse avrei sottolineato più lo shock del nipote alla rivelazione del nono: un po' di conflitto interiori sulle posizioni del nipote e la richiesta finale.
Dettagli ;)
Buona edition!
Ottimo racconto, il messaggio arriva limpido e deciso. In fase di revisione metterei meglio in evidenza il dove si trovano e come inizia lo scontro.
Forse avrei sottolineato più lo shock del nipote alla rivelazione del nono: un po' di conflitto interiori sulle posizioni del nipote e la richiesta finale.
Dettagli ;)
Buona edition!
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
frafo ha scritto:Ciao Jacopo!
Ho avuto un po’ di perplessità nel capire in che modo si svolgesse la scena appena dopo il risveglio; è come se, da che il protagonista e il nonno si trovavano all’interno di una casa, all’improvviso sono iniziate le vicende all’infuori. Allo stesso modo, leggendo «Osservai nonno in cima alla collina» mi è subito venuto da pensare che il protagonista lo guardava da una certa distanza, ma poi i dettagli dello svolgimento hanno invece confermato che fossero vicini (o forse il protagonista lo ha raggiunto dopo).
In ogni caso, continuare la lettura mi ha fatto lasciare alle spalle queste perplessità, per il modo competente in cui hai scritto questo racconto, con descrizioni ben fatte di un argomento che commuove e fa riflettere.
Può sembrare comune trattare il tema dal punto di vista delle radici legate alla terra a cui apparteniamo, come hai fatto tu, ma non è scontato, forse non a tutti sarebbe venuto in mente in così poco tempo.
Ciao Frafo, ti ringrazio molto per le belle parole! Non mi è assolutamente venuto in mente in poco tempo perché alle 22:30 la pagina era ancora bianca, l’argomento era tosto!
Volevo solo chiederti una precisazione: cosa intendi con “risveglio”? La scena inizia con il protagonista e il nonno che salgono insieme in cima alla collina e lui che viene staccato dal nonno, che va più veloce di lui! scusami se non so è capito bene :(
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
maurob ha scritto:Ciao Jacopo,
Ottimo racconto, il messaggio arriva limpido e deciso. In fase di revisione metterei meglio in evidenza il dove si trovano e come inizia lo scontro.
Forse avrei sottolineato più lo shock del nipote alla rivelazione del nono: un po' di conflitto interiori sulle posizioni del nipote e la richiesta finale.
Dettagli ;)
Buona edition!
L’interiorità del personaggio andava sicuramente indagata di più. Purtroppo litigo ancora con i caratteri e dedico troppo tempo a preparare la scena rispetto a quanto ne meriterebbe la scena stessa.
Grazie per i complimenti e buona edition altrettanto :)
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo,
è un piacere leggerti.
Cavoli, davvero un sacco di roba per un racconto di 4000 battute. Il tuo è stato un lavoro esemplare, non c’è alcun dubbio, ma mi chiedo, se avessi ridotto le tematiche, fatto partire il racconto da più avanti, forse avresti reso il cambiamento di Massimo più credibile.
A volte, le parole che ci vengono dette hanno bisogno di sedimentare per avere effetto. Il limite di battute ha giocato un po' contro di te. Espresso in un racconto più lungo, sarebbe mostruosamente bello, anche perché il messaggio spacca l’anima ed è veramente potente.
Poi questo è solo il mio punto di vista. Hai parecchio talento e mi piace come scrivi. Non mi ha convinto troppo l’evoluzione del personaggio, tutto qui.
Buona Giorgia D’Aversa Edition.
Ci si legge in giro!
è un piacere leggerti.
Cavoli, davvero un sacco di roba per un racconto di 4000 battute. Il tuo è stato un lavoro esemplare, non c’è alcun dubbio, ma mi chiedo, se avessi ridotto le tematiche, fatto partire il racconto da più avanti, forse avresti reso il cambiamento di Massimo più credibile.
A volte, le parole che ci vengono dette hanno bisogno di sedimentare per avere effetto. Il limite di battute ha giocato un po' contro di te. Espresso in un racconto più lungo, sarebbe mostruosamente bello, anche perché il messaggio spacca l’anima ed è veramente potente.
Poi questo è solo il mio punto di vista. Hai parecchio talento e mi piace come scrivi. Non mi ha convinto troppo l’evoluzione del personaggio, tutto qui.
Buona Giorgia D’Aversa Edition.
Ci si legge in giro!
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Nihal ha scritto:frafo ha scritto:Ciao Jacopo!
Ho avuto un po’ di perplessità nel capire in che modo si svolgesse la scena appena dopo il risveglio; è come se, da che il protagonista e il nonno si trovavano all’interno di una casa, all’improvviso sono iniziate le vicende all’infuori. Allo stesso modo, leggendo «Osservai nonno in cima alla collina» mi è subito venuto da pensare che il protagonista lo guardava da una certa distanza, ma poi i dettagli dello svolgimento hanno invece confermato che fossero vicini (o forse il protagonista lo ha raggiunto dopo).
In ogni caso, continuare la lettura mi ha fatto lasciare alle spalle queste perplessità, per il modo competente in cui hai scritto questo racconto, con descrizioni ben fatte di un argomento che commuove e fa riflettere.
Può sembrare comune trattare il tema dal punto di vista delle radici legate alla terra a cui apparteniamo, come hai fatto tu, ma non è scontato, forse non a tutti sarebbe venuto in mente in così poco tempo.Ciao Frafo, ti ringrazio molto per le belle parole! Non mi è assolutamente venuto in mente in poco tempo perché alle 22:30 la pagina era ancora bianca, l’argomento era tosto!
Volevo solo chiederti una precisazione: cosa intendi con “risveglio”? La scena inizia con il protagonista e il nonno che salgono insieme in cima alla collina e lui che viene staccato dal nonno, che va più veloce di lui! scusami se non so è capito bene :(
No probabilmente sono io che non sono riuscito a capirlo! Mi sono lasciato ingannare dalla "sveglia della mattina" e in automatico ho pensato che il protagonista avesse messo male il piede a terra, dopo essersi alzato dal letto, pensa un po'! Perdonami, tutto torna
Francesco Michele Forciniti
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
HandyManny_D ha scritto:Ciao Jacopo,
è un piacere leggerti.
Cavoli, davvero un sacco di roba per un racconto di 4000 battute. Il tuo è stato un lavoro esemplare, non c’è alcun dubbio, ma mi chiedo, se avessi ridotto le tematiche, fatto partire il racconto da più avanti, forse avresti reso il cambiamento di Massimo più credibile.
A volte, le parole che ci vengono dette hanno bisogno di sedimentare per avere effetto. Il limite di battute ha giocato un po' contro di te. Espresso in un racconto più lungo, sarebbe mostruosamente bello, anche perché il messaggio spacca l’anima ed è veramente potente.
Poi questo è solo il mio punto di vista. Hai parecchio talento e mi piace come scrivi. Non mi ha convinto troppo l’evoluzione del personaggio, tutto qui.
Buona Giorgia D’Aversa Edition.
Ci si legge in giro!
Ciao Daniela, ti ringrazio tantissimo per i complimenti, innanzitutto!
Per quanto riguarda il discorso caratteri, più che averne a disposizione in più (riuscirei a trovare il modo di perdermi pure lì ahahah) credo di dover ancora migliorare parecchio sulla distribuzione della scena. Come hai notato tu, “mangio” troppi caratteri nella fase di ingresso alla parte principale, e questo mi porta a “sacrificare” altre parti del testo.
Credo che un limite alla volta, continuerò a limare questi difetti. Almeno spero :)
Buona edition :)
- MatteoMantoani
- Messaggi: 1216
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo,
Bel racconto, anche questo molto attuale e dalla morale ben resa. Ho trovato però alcuni passaggi poco credibili, soprattutto il cambiamento interiore del protagonista, un po' troppo facile e repentino: si fa il tatuaggio con la svastica e diventa naziskin, il nonno gli fa un discorsetto di due minuti e lui cambia idea?
Comunque lo stile è buono e si legge volentieri, magari la prima frase, con quella similitudine non proprio immediata non è un buon aggancio: le similitudini, se proprio vuoi metterle, devono essere lampanti, arrivare in un millisecondo, altrimenti scocciano.
Bel racconto, anche questo molto attuale e dalla morale ben resa. Ho trovato però alcuni passaggi poco credibili, soprattutto il cambiamento interiore del protagonista, un po' troppo facile e repentino: si fa il tatuaggio con la svastica e diventa naziskin, il nonno gli fa un discorsetto di due minuti e lui cambia idea?
Comunque lo stile è buono e si legge volentieri, magari la prima frase, con quella similitudine non proprio immediata non è un buon aggancio: le similitudini, se proprio vuoi metterle, devono essere lampanti, arrivare in un millisecondo, altrimenti scocciano.
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
MatteoMantoani ha scritto:Ciao Jacopo,
Bel racconto, anche questo molto attuale e dalla morale ben resa. Ho trovato però alcuni passaggi poco credibili, soprattutto il cambiamento interiore del protagonista, un po' troppo facile e repentino: si fa il tatuaggio con la svastica e diventa naziskin, il nonno gli fa un discorsetto di due minuti e lui cambia idea?
Comunque lo stile è buono e si legge volentieri, magari la prima frase, con quella similitudine non proprio immediata non è un buon aggancio: le similitudini, se proprio vuoi metterle, devono essere lampanti, arrivare in un millisecondo, altrimenti scocciano.
Ciao Matteo! Ti ringrazio molto per il tuo commento. Mi piace pensare che un buon mentore possa tutto :) No, scherzi a parte, come ho scritto sopra, gioco ancora male con i caratteri e tendo ad averne sempre pochi per il fulcro del racconto. Devo assolutamente migliorare, sotto questo aspetto.
Grazie mille per l’indicazione sulla similitudine. Ho provato un virtuosismo forse non necessario, ma volevo vedere un po’ che effetto avrebbe fatto.
Ci leggiamo in giro, buona edition!
- Emiliano Maramonte
- Messaggi: 1241
- Contatta:
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo!
Tema centrato: le radici sono importantissime e, altrettanto importante è capire fin dove esse possano arrivare. Con questo racconto ci sei riuscito, ponendo in contrasto un'epoca terribile con un presente che fatica a capire il "vento dell'odio" che non accenna a diminuire, nonostante lo scorrere del tempo. Mi è piaciuto questo rapporto nipote/nonno, anche se poteva essere costruito meglio, nel senso che, risparmiando qualche carattere non necessario all'inizio, potevi (come qualcuno ha suggerito) battere di più su un eventuale ripensamento del nipote per le sue simpatie naziste. E' un mio modesto pensiero, ma credo che il racconto sarebbe stato il top se avessi accentuato ancora di più l'assurdità delle simpatie moderne per l'ultradestra o per gli estremismi. Però, nel complesso, al netto di imperfezioni già rilevate da altri prima di me, si legge abbastanza bene e arriva dove deve arrivare.
Buona gara!
Emiliano.
Tema centrato: le radici sono importantissime e, altrettanto importante è capire fin dove esse possano arrivare. Con questo racconto ci sei riuscito, ponendo in contrasto un'epoca terribile con un presente che fatica a capire il "vento dell'odio" che non accenna a diminuire, nonostante lo scorrere del tempo. Mi è piaciuto questo rapporto nipote/nonno, anche se poteva essere costruito meglio, nel senso che, risparmiando qualche carattere non necessario all'inizio, potevi (come qualcuno ha suggerito) battere di più su un eventuale ripensamento del nipote per le sue simpatie naziste. E' un mio modesto pensiero, ma credo che il racconto sarebbe stato il top se avessi accentuato ancora di più l'assurdità delle simpatie moderne per l'ultradestra o per gli estremismi. Però, nel complesso, al netto di imperfezioni già rilevate da altri prima di me, si legge abbastanza bene e arriva dove deve arrivare.
Buona gara!
Emiliano.
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Emiliano Maramonte ha scritto:Ciao Jacopo!
Tema centrato: le radici sono importantissime e, altrettanto importante è capire fin dove esse possano arrivare. Con questo racconto ci sei riuscito, ponendo in contrasto un'epoca terribile con un presente che fatica a capire il "vento dell'odio" che non accenna a diminuire, nonostante lo scorrere del tempo. Mi è piaciuto questo rapporto nipote/nonno, anche se poteva essere costruito meglio, nel senso che, risparmiando qualche carattere non necessario all'inizio, potevi (come qualcuno ha suggerito) battere di più su un eventuale ripensamento del nipote per le sue simpatie naziste. E' un mio modesto pensiero, ma credo che il racconto sarebbe stato il top se avessi accentuato ancora di più l'assurdità delle simpatie moderne per l'ultradestra o per gli estremismi. Però, nel complesso, al netto di imperfezioni già rilevate da altri prima di me, si legge abbastanza bene e arriva dove deve arrivare.
Buona gara!
Emiliano.
Ciao Emiliano, ti ringrazio per il commento. Purtroppo me lo state facendo notare tutti, segno che qualche cosa nella gestione dello spazio da dare ad ogni aspetto vada cambiata. Sono, per curiosità, andato a rileggermi i miei due vecchi racconti (è il terzo mese che partecipo) e ho visto che anche le altre volte questa questione è stata sollevata. Ho notato, secondo me, comunque qualche piccolo miglioramento. Per fortuna posso provarci il mese prossimo :)
Buona edition!
- Taylor_Blackfyre
- Messaggi: 130
- Contatta:
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo,
purtroppo di persone deboli e suggestionabili ce ne sono fin troppe (i tronchi leggeri che si lasciano sradicare dal vento), come questo ragazzo che sembra pronto a seguire quello che gli viene detto dall'ultima persona che parla più che avere convinzioni ben radicate. Speriamo che questa volta il nonno sia riuscito a lasciare un segno. Certo dalle sue radici si è allontanato non poco. Il racconto è interessante e scorre bene, come detto già da tutti è fin troppo attuale. Un po' più di interiorità ci sarebbe stata bene, lo avrebbe reso più coinvolgente. Comunque un bel lavoro.
Buona edition!
purtroppo di persone deboli e suggestionabili ce ne sono fin troppe (i tronchi leggeri che si lasciano sradicare dal vento), come questo ragazzo che sembra pronto a seguire quello che gli viene detto dall'ultima persona che parla più che avere convinzioni ben radicate. Speriamo che questa volta il nonno sia riuscito a lasciare un segno. Certo dalle sue radici si è allontanato non poco. Il racconto è interessante e scorre bene, come detto già da tutti è fin troppo attuale. Un po' più di interiorità ci sarebbe stata bene, lo avrebbe reso più coinvolgente. Comunque un bel lavoro.
Buona edition!
- MerioRounds
- Messaggi: 51
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo!
È un piacere ricambiare e riuscire a leggerti. Devo dire che è una lettura che parte con il botto. Molto bella l’analogia tra il protagonista e il nonno e confesso che, avendo lo stesso nome del protagonista e avendo avuto un rapporto simile con mio nonno, questo racconto mi colpisci dritto al cuore.
Stilisticamente forse avrei migliorato qualcosina all’inizio, ma oltre a quello è un ottimo racconto, complimenti!!
È un piacere ricambiare e riuscire a leggerti. Devo dire che è una lettura che parte con il botto. Molto bella l’analogia tra il protagonista e il nonno e confesso che, avendo lo stesso nome del protagonista e avendo avuto un rapporto simile con mio nonno, questo racconto mi colpisci dritto al cuore.
Stilisticamente forse avrei migliorato qualcosina all’inizio, ma oltre a quello è un ottimo racconto, complimenti!!
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Taylor_Blackfyre ha scritto:Ciao Jacopo,
purtroppo di persone deboli e suggestionabili ce ne sono fin troppe (i tronchi leggeri che si lasciano sradicare dal vento), come questo ragazzo che sembra pronto a seguire quello che gli viene detto dall'ultima persona che parla più che avere convinzioni ben radicate. Speriamo che questa volta il nonno sia riuscito a lasciare un segno. Certo dalle sue radici si è allontanato non poco. Il racconto è interessante e scorre bene, come detto già da tutti è fin troppo attuale. Un po' più di interiorità ci sarebbe stata bene, lo avrebbe reso più coinvolgente. Comunque un bel lavoro.
Buona edition!
Ciao a te e grazie mille! ;)
Purtroppo, come già detto, ho esagerato un po’ nell’introduzione. Se avessi fatto iniziare la scena un po’ più avanti, risparmiandomi la salita in collina, per esempio, avrei potuto dedicare forse un po’ più di caratteri al protagonista!
Altra lezione imparata (speriamo) :)
Alla prossima!
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
MerioRounds ha scritto:Ciao Jacopo!
È un piacere ricambiare e riuscire a leggerti. Devo dire che è una lettura che parte con il botto. Molto bella l’analogia tra il protagonista e il nonno e confesso che, avendo lo stesso nome del protagonista e avendo avuto un rapporto simile con mio nonno, questo racconto mi colpisci dritto al cuore.
Stilisticamente forse avrei migliorato qualcosina all’inizio, ma oltre a quello è un ottimo racconto, complimenti!!
Ciao Mario! Anche questa edizione è stata vidimata. Terza edizione su tra alla quale partecip(iamo) e terza volta che uno commenta il racconto dell’altro :) sono contento che, prima di tutto, ti sia arrivato.Se vuoi fare la punta al razzo e dirmi cosa avresti migliorato, io ascolto sempre volentieri :)
- IL GLADIATORE
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Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
Ciao Jacopo, un racconto davvero ben scritto che scorre bene ma che purtroppo si porta dietro la lunga introduzione, lunga per un racconto così breve, che penalizza il resto e che ti ha costretto a bruciare le tappe dell’arco di trasformazione del tuo personaggio. Lo stile c’è e si sente che ci lavori molto. Un pollice tendente al positivo in modo poco solido e non del tutto brillante.
Re: Il vento dell’odio - Poiana Jacopo
IL GLADIATORE ha scritto:Ciao Jacopo, un racconto davvero ben scritto che scorre bene ma che purtroppo si porta dietro la lunga introduzione, lunga per un racconto così breve, che penalizza il resto e che ti ha costretto a bruciare le tappe dell’arco di trasformazione del tuo personaggio. Lo stile c’è e si sente che ci lavori molto. Un pollice tendente al positivo in modo poco solido e non del tutto brillante.
Grazie mille per i complimenti e per le puntualizzazioni :) Purtroppo mi sono fatto ingolosire dalla storia nella mia testa!
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